
Aisha
عائشة
Cap. 10: Le Pendici dell'Ombra

La casa era piccola ma accogliente, con pareti in legno scuro. Il soggiorno era arredato con mobili rustici e comodi cuscini colorati. Su una mensola c'era un grammofono antico, con un disco di vinile già pronto per essere suonato. Una cucina adiacente emanava un leggero profumo di erbe aromatiche e spezie. Due camere da letto, arredate in modo semplice ma funzionale, erano situate in fondo al corridoio. In bagno c'era una grande vasca da bagno e una pila di asciugamani morbidi.
Aisha si sedette sul divano, visibilmente stanca e confusa. "Adamas, cosa pensi di tutto questo? È incredibile... tutto ciò che è successo, quello che ci hanno detto le streghe."
Adamas si sedette accanto a lei, prendendole la mano. "È tutto reale, Aisha. So che è difficile da accettare, ma abbiamo affrontato molte cose incredibili insieme. Questo è solo un altro passo nel nostro viaggio. Ora, però, dobbiamo riposare. Abbiamo bisogno di recuperare le forze prima di poter affrontare Ishtar di nuovo."
Aisha annuì, guardandola con gratitudine. "Hai ragione. Dobbiamo essere pronte. Ma come faremo a cambiare Ishtar? Se davvero è una delle scintille, come possiamo aiutarla a tornare dalla nostra parte?"
Adamas sorrise, con uno sguardo determinato. "Non sarà facile, ma abbiamo la forza e la determinazione per farlo. Prima di tutto, dobbiamo capire cosa l'ha portata a diventare così. Se riusciamo a scoprire la causa, potremo forse trovare una soluzione."
Dopo un attimo di silenzio, Aisha si alzò e si avvicinò al grammofono. "Vorrei parlare con le streghe di nuovo. Credo che possano darci delle risposte."
Adamas annuì. "Sì, ma non ora. Domani. Ora, dobbiamo riposare."
Si diressero verso una delle camere da letto e si sistemarono per la notte. Adamas, però, rimase sveglia ancora per un po', guardando il soffitto e riflettendo su tutto ciò che era accaduto.
Il Primo Giorno nella Terra delle Streghe
Il giorno dopo, Aisha si alzò, controllò il frigo e scoprì che era pieno di ogni ben di dio. Poi controllò una piccola dispensa e trovò anche del vino. "Perfetto," disse con entusiasmo, "stasera faremo un'ottima cena."
Ma non ora. Si erano riprese un po' e volevano fare due passi, parlare e rilassarsi.
"Adamas," iniziò Aisha, con un tono curioso e leggermente preoccupato, "vorrei sapere esattamente cosa è successo ieri, come è andata veramente con Ishtar, puoi raccontarmi meglio?"
Adamas annuì, capendo la necessità di Aisha di comprendere appieno l'accaduto. Prese un respiro profondo e iniziò a raccontare.
"Tutto è successo molto in fretta," iniziò Adamas. "Quando il buio ha oscurato la luce, Ishtar ha colpito te con una potenza incredibile. Il colpo che hai ricevuto è stato devastante, tanto che sei crollata immediatamente. In quel momento, ho capito che dovevo fare qualcosa di straordinario per fermare Ishtar."
Adamas fece una pausa, guardando Aisha con affetto. "Ho sentito un'energia crescere dentro di me, una forza che non avevo mai provato prima. Era come se la rosa stessa mi stesse guidando. Ho focalizzato tutta la mia energia e ho gridato con tutta la mia anima. L'urlo che hai sentito non era solo un grido di dolore o di rabbia, era un'esplosione di pura energia che ha scosso tutto intorno a noi."
Aisha ascoltava con attenzione, gli occhi pieni di curiosità e apprensione.
"Ishtar non si aspettava una reazione così potente," continuò Adamas. "L'onda d'urto l'ha travolta, costringendola a fuggire. È stato un momento di vittoria, ma anche di estrema fatica per me. Ho sentito tutta l'energia uscire dal mio corpo, e subito dopo, sono crollata a terra. La battaglia era vinta, ma il prezzo è stato alto."
Aisha annuì, ricordando la scena. "Eri incredibile, Adamas. Non avevo mai visto niente di simile. Ero spaventata per te, ma allo stesso tempo ammiravo la tua forza."
Adamas le sorrise dolcemente. "La tua presenza, anche incosciente, mi ha dato la forza di combattere. Sapere che dovevo proteggerti mi ha spinto oltre i miei limiti. Ma devo ammettere che non so se riuscirei a ripetere una cosa del genere. È stata una manifestazione di pura necessità e amore."
Adamas guardò Aisha con un'espressione seria e curiosa. "E tu, Aisha, cosa hai visto? Sei riuscita a vedere Ishtar? Hai idea di cosa e come ti abbia colpito? Forse se ricordi qualcosa, ci potrebbe aiutare."
Aisha chiuse gli occhi, cercando di rievocare quei momenti concitati. Dopo qualche istante, cominciò a parlare. "E’ successo molto velocemente. Ho sentito un colpo terribile. Non ho nemmeno visto da dove provenisse."
Adamas le fece una domanda mirata. "Ma hai visto qualcosa di strano prima di essere colpita? Qualsiasi dettaglio potrebbe essere utile."
Aisha rifletté, stringendo le mani per concentrarsi. "Prima del colpo, ho notato un cambiamento nell'aria. È diventata più pesante, quasi elettrica. Poi, un lampo di luce verde. Era come se l'energia di Ishtar si fosse concentrata in un punto e poi fosse esplosa contro di me."
Adamas annuì, ascoltando attentamente. "Quindi, potrebbe essere che Ishtar stia utilizzando un tipo di energia che si materializza solo all'ultimo momento. Questo potrebbe spiegare perché non l'abbiamo sentita arrivare."
Aisha aggiunse, "E ho avuto la sensazione che lei sapesse esattamente dove colpire per farmi più male possibile senza uccidermi. Era mirato, preciso."
Adamas rifletté su queste informazioni, cercando di trarre delle conclusioni utili. "Questo significa che Ishtar non solo ha una grande potenza, ma è anche estremamente abile nel controllarla. Dobbiamo trovare un modo per prevedere i suoi attacchi e contrattaccare prima che possa concentrarsi completamente."
Aisha annuì. "Forse dovremmo lavorare su un tipo di difesa che possa neutralizzare la sua energia. Qualcosa che possa intercettare quel lampo verde prima che raggiunga il bersaglio."
Adamas sorrise, ammirando la determinazione di Aisha. "È un'ottima idea. Dobbiamo studiare una strategia difensiva, ma anche offensiva. Se riusciamo a prevedere i suoi movimenti, possiamo prendere il controllo della battaglia."
L’Alba del Primo Ricordo
La giornata scivolò via rapidamente, e presto la sera avvolse la casa con il suo abbraccio quieto. Dopo cena, Aisha si lasciò cadere sul divano accanto ad Adamas, il cuore colmo di domande. Quella sera, aveva deciso, era il momento giusto per chiedere ciò che la incuriosiva da tempo.
"Adamas," iniziò, la voce bassa ma carica di emozione, "puoi raccontarmi la prima volta che ci siamo incontrate? Quando tutto è iniziato… il primo bacio, i nostri primi ricordi?"
Adamas le rivolse un sorriso dolce, sfiorandole la mano. "È la prima cosa che ho cercato. Ho voluto vedere i nostri primi ricordi insieme."
Aisha si illuminò. "E allora? Cosa hai scoperto?"
Adamas prese un respiro profondo, accarezzandole il viso con affetto. "Era un tempo remoto, il periodo preistorico. Due popoli separati da un odio antico, impegnati in guerre senza fine. Ogni battaglia era una lotta per la sopravvivenza, ogni scontro un riflesso di quel rancore radicato."
Si fermò un istante, gli occhi persi nei ricordi che scorrevano come immagini vivide. "Eravamo su fazioni opposte. Io combattevo contro di te, Aisha."
Aisha trattenne il fiato, colpita dall’idea di un passato così feroce.
"La battaglia era furiosa," continuò Adamas. "La terra tremava sotto i nostri piedi, i corpi si scontravano in un turbine di forza e resistenza. Anche allora eravamo uniche, bellissime nei nostri corpi primitivi. Gli scontri erano senza pietà, ma c’era qualcosa di più nei nostri movimenti, qualcosa che nessun altro aveva."

Adamas sorrise, malinconica. "Ricordo il momento in cui i nostri occhi si incrociarono. Eravamo nemiche, ma in quell’istante vidi in te qualcosa di diverso. Poi, tu colpisti. Fu un colpo devastante. Svenni e caddi a terra, indifesa."
Aisha rimase in silenzio, i suoi occhi fissi su Adamas mentre la storia continuava.
"Secondo le regole di allora, avresti dovuto uccidermi. Era la legge del vincitore. Ma tu non lo facesti. Ti chinasti su di me, gettasti via la lancia e mi baciasti. Un bacio che parlava di pace, di una possibilità diversa."
Adamas abbassò la voce, quasi sussurrando. "Quando le tue labbra toccarono le mie, mi svegliai. In quel momento, il mondo intorno a noi cambiò. Ci abbracciammo, e gli altri combattenti ci guardarono. Poi, posarono le armi e iniziarono a stringersi le mani. I due popoli, nemici per generazioni, si unirono. Quella battaglia, iniziata nella violenza, segnò l’alba di un’era di pace che durò per generazioni."
Aisha aveva gli occhi lucidi, un sorriso affettuoso illuminava il suo volto. "Non avrei mai immaginato che tutto fosse iniziato così."
Adamas le accarezzò il viso. "È stato il primo passo di un cammino lungo millenni. Ogni vita, ogni momento, ogni lotta ci ha avvicinate sempre di più."
Aisha si strinse a lei. Quella notte, il racconto di Adamas fu la fiamma che alimentò la loro determinazione, un promemoria del loro amore e della forza che le legava indissolubilmente.
Aisha si era emozionata profondamente ascoltando il racconto di Adamas. I suoi occhi luccicavano, così come quelli di Adamas. Ma sapeva che era ora di andare a dormire: il giorno dopo sarebbe stato impegnativo, con piani da studiare e una visita alla fata delle pietre.
Un Legame che Attraversa il Tempo
La mattina si svegliarono abbracciate nella casa delle streghe. Si baciarono subito, memori della serata di ieri. Non si parlarono, fu Aisha ad alzarsi per preparare il caffè. Ma di Aisha ce n'è una sola, e Adamas lo sa bene. Aisha, mentre versava il caffè ad Adamas, disse: "Scusa Adamas, non mi ricordo bene..." Fece finta di pensare, mentre Adamas subodorava il trucco. Aisha proseguì: "Ieri sera mi stavi raccontando quella splendida storia di quando ci siamo conosciute nel nostro primo ciclo vitale insieme, poi cosa è successo che non ricordo niente? Abbiamo bevuto? Mi sono addormentata?"
Adamas sorrise, indecisa se lanciargli il caffè in faccia o raccontarle tutto in maniera sensuale per vederla sorridere. Ovviamente scelse la seconda, ma prima finì il suo caffè.
"Mia cara Aisha," iniziò Adamas con tono sensuale, "mi sembra che tu stia cercando di prendermi in giro..."
Aisha rise, appoggiando la tazza sul tavolo e avvicinandosi ad Adamas. "Io? Mai! Voglio solo sapere come finisce la storia."
Adamas la guardò intensamente. "Va bene, te lo racconterò. Come ti dicevo, eravamo in quel tempo preistorico. Dopo che tu mi avevi baciato, qualcosa cambiò tra noi e anche tra i nostri popoli. Ma non finì lì. Dopo quel bacio, il mondo sembrò fermarsi."
Aisha si avvicinò ancora di più, sedendosi sulle gambe di Adamas. "Continua, ti prego," sussurrò, con un sorriso malizioso.
"Beh," proseguì Adamas, posando la sua tazza vuota e accarezzando i capelli di Aisha, "quando mi ripresi, ricordo che ti guardai negli occhi e capii che qualcosa di magico era successo. Ci rialzammo insieme, mano nella mano, e i nostri popoli ci osservavano in silenzio. Poi, come se fosse un segnale, tutti gettarono le armi e iniziarono ad abbracciarsi."
Aisha fece un leggero gemito di piacere. "Oh, è così romantico. Ma cosa è successo dopo? Mi hai detto che è successo qualcosa di speciale tra noi..."
Adamas rise, il suono era basso e seducente. "Dopo aver pacificato i nostri popoli, ci allontanammo dal campo di battaglia. Ci rifugiammo in una caverna vicina, dove accendemmo un fuoco. Sedute una di fronte all'altra, iniziammo a parlare, a raccontarci storie delle nostre vite."
"Solo a parlare?" interruppe Aisha, stringendosi di più contro di lei.
"No, mia dolce Aisha," rispose Adamas, sfiorandole le labbra con le dita. "Non solo a parlare. Quella notte fu la prima volta che ci amammo veramente. Era come se ogni tocco, ogni bacio fosse carico di tutta l'energia e la passione dei nostri cuori."
Aisha chiuse gli occhi, lasciando che le parole di Adamas la trasportassero indietro nel tempo. "E poi? Come è finita quella notte?"
Adamas le prese il viso tra le mani, sussurrandole all'orecchio: "Quella notte non finì mai veramente. Ogni volta che ci amiamo, riviviamo quei momenti. E ora, ogni volta che ti tocco, ogni volta che ti bacio, è come se fossimo ancora lì, nella nostra prima notte insieme."
Aisha aprì gli occhi, guardando Adamas con una luce di pura adorazione. "Sei incredibile," disse dolcemente. "E ora... cosa ne dici di rendere questa mattina altrettanto indimenticabile?"
Adamas sorrise, il suo sguardo pieno di desiderio. "Con te, Aisha, ogni momento è indimenticabile. Vieni qui, mia principessa delle scintille. Facciamo in modo che questa mattina sia speciale come tutte le altre."
Il Monitor Infernale di Zadkiel
Dopo essersi godute un ultimo momento di intimità, Aisha e Adamas si dedicarono a cose più serie. Nella casa delle streghe c'era un computer. Aisha ricordò che collegandosi con l'Emphatia Spore sarebbe stato possibile controllare il monitor infernale di Zadkiel, quello che segnalava la presenza di Scintille che avevano trovato la loro rosa. Questo era possibile grazie ai link che Korvo aveva rubato a Zadkiel.
Si collegarono con l'Emphatia Spore ed ebbero conferma che Adamas era l'unica Scintilla ad aver trovato la rosa, segnalata da un cerchietto rosso lampeggiante con il suo nome. C'era anche un punto interrogativo perché il monitor non riusciva a individuarne la posizione in quanto quella zona era schermata. Era schermata fino alla zona dove operava e viveva la fata delle pietre. Questo le tranquillizzò un po' perché dava loro il tempo di pensare e fare un piano.
Il Piano di Aisha
Decisero di uscire nel prato per camminare un po' e parlare. Adamas osservava Aisha, percependo la sua determinazione. "Aisha, cosa stai pensando?" chiese Adamas, intuendo che qualcosa le frullava in testa.
Aisha sollevò lo sguardo, gli occhi brillanti. "Stavo cercando di capire come possiamo gestire Ishtar senza distruggerla. Non vogliamo eliminarla, vogliamo salvarla. Ho pensato a una strategia."
Adamas annuì, ascoltando con interesse. "Dimmi tutto."
Aisha prese un respiro profondo e iniziò: "La prima cosa da fare è cercare nei tuoi ricordi. Grazie alla rosa, hai accesso a tutte le tue vite passate. Cerca se c’è stato un momento in cui Ishtar era diversa, quando non era ancora ciò che è ora. Se riusciamo a capire quando e come è cambiata, potremmo avere una chiave per riportarla indietro."
Adamas rifletté un attimo e poi annuì. "Ha senso. Se riesco a trovare quel momento, potremmo costruire il nostro approccio su quella base. E poi?"
"Poi andiamo dalla fata delle pietre," proseguì Aisha con entusiasmo. "Ci può aiutare a schermarci per attraversare il quadrante in sicurezza. Dobbiamo arrivare al mare, dove c’è il portale per Wahnfried. E lì entra in gioco il passo successivo."
Adamas inclinò la testa, incuriosita. "Quale passo?"
"Devi immergerti nel mare, oltrepassare il portale e raggiungere Wahnfried. So che nemmeno Kalki ci è riuscita, ma lei aveva lasciato la sua rosa a riva. Tu, invece, hai integrato la rosa nella tua essenza, è parte di te, unita indissolubilmente alla tua scintilla. Se c’è qualcuno che può aiutarci a capire e salvare Ishtar, è Brahma, il padre di tutte noi, il creatore delle 244.000 scintille del metaverso."
Adamas restò in silenzio per un momento, assorbendo le parole di Aisha. "È rischioso, ma è una strategia concreta. Non possiamo andare avanti con Ishtar e i demoni alle calcagna. Se riusciamo a recuperare Ishtar, avremo anche accesso alle sue duecentomila rose... e forse anche alla tua."
Aisha sorrise, soddisfatta. "Esatto. Dobbiamo tentare. Se riusciamo a portarla dalla nostra parte, non sarà più una minaccia. Diventerà la nostra alleata più potente."
Adamas prese le mani di Aisha tra le sue. "Prima di tutto, cercherò nei miei ricordi. E poi, partiremo per la fata delle pietre."
Il Viaggio nell’Eterno
Entrarono in casa e si misero a gambe incrociate, sedute di fronte al divano. Adamas, con un sorriso determinato, disse: "Vado spesso indietro a curiosare tra le vite passate. È una cosa nuova e mi diverte, ed è estremamente semplice. Ma in questo caso devo fare una ricerca tra centinaia di vite, guardarle tutte e selezionare se per caso Ishtar appare in qualcuna e, se dovesse apparire, seguire cosa succede... mica tanto facile, Aisha. Hai suggerimenti?"
"Certo," rispose Aisha senza esitazione.
Adamas non capiva se la stesse prendendo in giro o se parlasse sul serio. "Sul serio?" chiese, sollevando un sopracciglio.
"Sì, sul serio," confermò Aisha, il viso serio ma illuminato da un leggero sorriso. "Finché agisci col tuo corpo umano i tuoi accessi sono sicuramente limitati. Ma se agisci come corpo astrale avrai un accesso immediato a tutto. Mi spiego meglio: prendi l'assenzio con il laudano. Una volta raggiunto lo stato sciamanico, quello che avevamo raggiunto insieme con gli sciamani, il tuo accesso sarà totale. Tutte le cose saranno visibili e condivise immediatamente con te. Non le dovrai cercare perché saranno proprio a portata di mano."
Era stupefacente. Aisha aveva ragione: non il corpo umano, ma il corpo astrale doveva connettersi con le memorie del tempo. "Non ho parole, Aisha, non ho davvero parole. Procediamo subito."
E così fecero. Presero l'assenzio e il laudano che Korvo aveva portato e lo versarono in un bicchierino. Aisha tranquillizzava Adamas dicendo che sarebbe stata col suo corpo finché non fosse tornata.
Adamas si preparava, con il cuore che batteva forte per l'emozione. Si tolse tutti i vestiti, restando solo col perizoma nero. Aisha si avvicinò a lei, accarezzandole il viso. "Torna presto," le sussurrò dolcemente.

Adamas bevve l’assenzio e il laudano, il sapore amaro scivolava giù per la gola. Il suo corpo cedette quasi immediatamente, ma Aisha fu pronta a sostenerla, adagiarla dolcemente sul pavimento.
Non passò un istante che Adamas si ritrovò a fluttuare, il suo spirito libero e potente. I veli del tempo danzavano davanti a lei, sottili come carta, traslucidi come la nebbia. Li attraversò senza esitazione, ogni immagine che si rivelava era chiara, immediata.
"Ishtar," pensò, e il nome si fece eco tra i ricordi. Come se tutto l’universo rispondesse al suo richiamo, le immagini si condensarono in un unico punto, vivo e pulsante. Adamas avanzò senza indugio, afferrando il frammento di memoria che cercava.
Prima ancora che il suo corpo si fosse completamente rilassato al suolo, il suo spirito era già tornato, gli occhi di Adamas si spalancarono. "Ho trovato ciò che ci serve," disse con una calma che contrastava l’urgenza del momento.
Adamas attraversò le barriere del tempo con una velocità impressionante, proprio come aveva previsto Aisha. Non c’era esitazione, nessuna ricerca confusa: era come se le informazioni la stessero aspettando. Prima ancora che Aisha potesse sistemare il corpo privo di sensi, Adamas aprì gli occhi e si rialzò con una calma disarmante.
"Ma sei già qui?" esclamò Aisha, incredula.
Adamas sorrise, inclinando leggermente la testa. "Beh, ti dispiace? Ti sono mancata?" rispose con tono leggermente risentito, ma scherzoso.
Il Racconto di Adamas
Aisha pensò subito che il viaggio non fosse riuscito, ma Adamas la tranquillizzò: "No, è andata proprio come avevi detto, un'acquisizione immediata, senza nessuna ricerca." Poi iniziò a raccontare: "Nel corso del tempo, Ishtar ha incrociato la mia vita tre volte, oltre a questa. L’ultima volta è stata più di più di duecento anni fa, nel 1809, l’anno in cui Emphatia è stata blindata dopo la vittoria contro i Manipolatori."
Aisha si protese leggermente, incuriosita. "E cosa è successo?"
Adamas sospirò, il volto segnato dai ricordi. "Un demone, uno dei più ingannevoli e potenti che abbia mai incontrato, ha manipolato Ishtar in modo devastante. Le ha fatto credere che una forza divina, qualcosa di puro e positivo, forse Brahma stesso, l’avesse abbandonata per favorire le scintille. Il demone ha insinuato che quella stessa forza avesse tradito Ishtar, voltandole le spalle."
Aisha ascoltava, il volto incredulo.
"Non solo," continuò Adamas. "Ha usato una forma di ipnosi demoniaca per radicare questa bugia nella mente di Ishtar, distorcendo ogni suo ricordo e trasformando il suo amore e la sua devozione in odio. Per Ishtar, le scintille sono diventate nemiche da annientare, non più sorelle da proteggere."
Gli occhi di Aisha si fecero cupi. "Quindi, Ishtar è convinta di combattere per una giusta causa, quando in realtà sta inseguendo una menzogna."
"Sì," confermò Adamas. "Il demone le ha fatto credere che raccogliendo tutte le rose, e quindi prendendo il controllo di ogni scintilla, potrà ristabilire l’equilibrio e vendicare ciò che ha perso. In realtà, ciò significherebbe ottenere il possesso totale dell’essenza di Brahma, privandolo della sua forza creatrice e rendendo le scintille inconsapevoli.
La sua missione, per quanto distorta, non è guidata da vendetta, ma da un amore deviato che la porta a voler possedere ciò che crede di aver perso."
Aisha rifletté un momento. "Questa ipnosi demoniaca è la chiave. Se riuscissimo a spezzarla, potremmo liberarla da questa spirale."
"Sì," confermò Adamas. "E ora dobbiamo capire come agire. Possiamo cercare il demone e costringerlo a togliere l'incantesimo, l'ipnosi demoniaca, oppure provare a cambiare Ishtar in qualche modo."
Aisha rifletté un momento. "Il viaggio dalla Fata delle Pietre è comunque da fare. Arrivare a Wahnfried vuol dire avere consigli e consenso dal padre di tutte le scintille: Brahma!"
Adamas annuì. "Sì, Brahma potrebbe avere la chiave per salvare Ishtar. Ma dobbiamo essere prudenti. Questo demone sarà potente e astuto."
"Lo so," disse Aisha, determinata. "Ma insieme possiamo farcela. Prima dalla Fata delle Pietre, poi verso Wahnfried."
Aisha ed Adamas rientrarono in casa, entrambe consapevoli che cercare il demone senza nemmeno sapere chi fosse era una missione suicida. C'era da sperare che questa risposta l'avesse la Fata delle Pietre, ma era difficile. Se questa risposta qualcuno poteva averla, era sicuramente scritta nella rosa di Ishtar. Tuttavia, era impensabile pensare di recuperarla, e solo Ishtar avrebbe potuto leggerla. Un'altra opzione era davvero oltrepassare il portale situato nel mare alla fine del quadrante Nothing, ai confini col quadrante 3 chiamato Piccolo Pianeta. Il mare prendeva il nome del quadrante, era il Mare del Piccolo Pianeta. Il quadrante 3 era un territorio completamente inesplorato: un lembo di terra rotondo nel mezzo, circondato interamente dal mare. Quel portale portava a Wahnfried, ma era estremamente pericoloso, come Kalki aveva già sperimentato. Si trovava proprio in fondo al mare, oltre 200 metri di profondità secondo il libro di Nothing, e dalle mappe sembrava molto di più. Adamas avrebbe dovuto nuotare da sola quel tratto.
"Un passo per volta," si dissero. "Mangiamo qualcosa e andiamo dalla Fata delle Pietre."
La Scintilla Di Kalki
Nel quadrante 2, Nothing, nei pressi del Punto di Confine, una bellissima ragazza con una tunica da indiana osservava dalla riva il fiume scorrere. Una vecchia barca di legno marrone, anche un po' rotta, sembrava avvicinarsi con la prua proprio verso di lei. Nessuno la guidava, ma un'intensa luce rossa veniva riflessa sulla sua carcassa. La bellissima ragazza vestita da Sioux stava immobile sulla riva, osservando, rapita. Sapeva che qualcosa di importante stava per accadere.
La barca raggiunse la riva e si mise in posizione laterale. La ragazza non aveva la forza di respirare. Dal fondo della barca si elevò qualcosa che sembrava una fiamma, simile al fosforo: illuminava ma non bruciava. Era calda, ma con un calore diverso dal fuoco, sembrava il calore dell'anima. La fiamma al fosforo sembrava voler comunicare qualcosa a Kalki, poiché si posizionò proprio davanti ai suoi occhi. Kalki si tolse la tunica e restò col suo costumino nero, come chiamava il suo perizoma preferito. La fiamma aumentò di calore e intensità e in un attimo si fuse con Kalki. Il suo corpo iniziò a brillare, la pelle irradiava una luce dorata che sembrava pulsare al ritmo di un cuore cosmico. Si sollevò lentamente da terra, come sostenuta da braccia invisibili, assumendo una posizione verticale. Non c’era paura in lei, solo una profonda consapevolezza di essere tornata intera.
Le braccia invisibili la adagiarono delicatamente nella vecchia barca, che sembrava pulsare di una forza segreta, come se fosse tornata in vita. Senza alcun contatto visibile, la barca si mosse, scivolando silenziosa sulle acque del fiume. Kalki, con la scintilla ritrovata, si dirigeva verso il Lido del Piccolo Pianeta, la spiaggia che confinava con il mare del Quadrante 3, conosciuto come il Piccolo Pianeta. Era lo stesso luogo dove Ishtar le aveva rubato la Rosa e strappato la scintilla.
Verso la Fata delle Pietre
Nel frattempo, Aisha chiese ad Adamas se fosse il caso di vestirsi.
Adamas rispose di sì: "Non siamo nel Mondo Oscuro, né nel Labirinto. E neppure nel capannone con Kalki."
Aisha sorrise, poi le venne in mente Kalki e pensò a quanto sarebbe stato bello se fosse lì con loro, ma sapeva che non era possibile e non ci pensò più. Mise in moto la Freccia Rossa, Adamas salì e partirono.
Mentre viaggiavano, Aisha guardò Adamas con un sorriso furbo. "Sai, se tutto questo finisce bene, potremmo scrivere un libro sulle nostre avventure. Diventeremmo famose!"
Adamas rise, scuotendo la testa. "Credi che qualcuno ci crederebbe?"
Aisha fece spallucce. "Probabilmente no, ma sarebbe divertente vedere le loro reazioni. Immagina la faccia di Korvo!"
Adamas scosse la testa ancora, questa volta più lentamente. "Korvo ci ucciderebbe solo per aver pensato di divulgare tutto questo."
Aisha rispose, seria ma con un luccichio di divertimento negli occhi: "Ma che importa? Siamo invincibili, no?"
Adamas la guardò, il sorriso scomparso. "Non siamo invincibili, Aisha. Ma siamo insieme, e questo ci rende forti."
Seraphina, la Fata delle Pietre

L'abitazione della Fata delle Pietre era situata all'interno di una piccola locanda che gestiva. In realtà, era una copertura; il suo compito era nascondere le anime buone dai demoni. Come con le streghe e con tanti altri, la sua specialità era schermare. Aisha fermò la moto ed entrambe scesero. La Fata sembrava aspettarle perché le accolse subito con un sorriso. Evidentemente era stata avvertita delle streghe e poi, avendo un computer, aveva sicuramente letto gli articoli di Thamar che parlavano di loro.
"Benvenute, care," disse la Fata delle Pietre, con un tono gentile. "Mi chiamo Seraphina. Sono lieta di vedervi qui sane e salve."
"Grazie, Seraphina," rispose Aisha con un sorriso di gratitudine. "Siamo qui perché abbiamo bisogno del tuo aiuto."
"Lo so," annuì Seraphina, facendo loro segno di entrare. "Ma prima, venite. Cenate con me. Parleremo meglio domani, quando sarete riposate."
Aisha e Adamas entrarono nella locanda, un luogo accogliente e decorato con pietre luminose che emanavano un’aura rassicurante. Si sedettero a un tavolo di legno intagliato, mentre Seraphina preparava una cena semplice ma deliziosa.
Durante la cena, Seraphina raccontò qualche aneddoto su altri viaggiatori che aveva aiutato, ma evitò di entrare nei dettagli della loro missione, rispettando il bisogno di tranquillità delle due ragazze. Parlò invece della bellezza della natura circostante e della comunità di anime luminose che vivevano nelle vicinanze.
Dopo aver mangiato e chiacchierato, Seraphina le condusse alla loro stanza. Era arredata con gusto, con letti comodi e lenzuola profumate. "Questa sarà la vostra stanza per la notte," disse Seraphina. "Domani discuteremo seriamente del vostro piano. Nel frattempo, sentitevi libere di esplorare il villaggio. È sicuro e abitato da anime luminose. Potrebbe essere rilassante per voi passare la serata lì."
Aisha e Adamas ringraziarono Seraphina e decisero di fare una passeggiata nel raggruppamento di case vicino. Il villaggio era incantevole, con piccole case di pietra e giardini fioriti. Le persone che incontrarono erano gentili e accoglienti, offrendo loro sorrisi e saluti calorosi.
Adamas si fermò a parlare con un anziano che stava intagliando una scultura di legno. "È davvero bello qui," disse Adamas, osservando l'abilità dell'uomo.
"Grazie," rispose l'anziano con un sorriso. "Lavoro il legno da quando ero un ragazzo. Questo luogo ci protegge e ci permette di vivere in pace."
Aisha, intanto, si era fermata davanti a un piccolo negozio di artigianato, osservando i gioielli fatti a mano esposti. La proprietaria, una giovane donna con un viso sereno, le mostrò una collana di pietre luminose. "Questa collana è speciale," disse. "Le pietre hanno il potere di proteggere chi le indossa."
Aisha sorrise. "È perfetta. Potrei prenderla per un'amica," disse, pensando a Kalki.
La serata passò serenamente, con Aisha e Adamas che si rilassavano e si godevano la tranquillità del villaggio. Parlarono con altre anime luminose, ascoltarono storie di speranza e resilienza e si sentirono rinvigorite dalla positività che permeava l'aria.
"È stata una buona idea venire qui," disse Adamas mentre tornavano alla locanda. "Abbiamo bisogno di tutta la forza e la tranquillità possibile per quello che ci aspetta."
"Sì," annuì Aisha. "Domani è un giorno importante. Ma per ora, godiamoci questa pace."
Rientrarono nella locanda, trovando Seraphina che le aspettava con un sorriso rassicurante. "Riposate bene, domani avremo molto da discutere," disse.
La Collana che Protegge
Il mattino seguente, Seraphina notò la collana che Aisha teneva in mano e sorrise. "Non ci posso credere, cosa ti ha fatto comprare quella collana?" chiese.
Aisha rispose: "È un regalo per una mia cara amica."
Seraphina annuì, visibilmente sorpresa. "Le cose non succedono per caso. Quella collana è lo stesso tipo di oggetto che vi avrei dato io per schermarvi. Con due collane così, anche più piccole, ogni forma di energia viene respinta."
Quel mattino, mentre camminavano insieme, Seraphina spiegò loro il piano. "Vi darò due collane di pietre molto simili a quella che hai comprato, Aisha. Con queste collane potrete andare tranquille fino al mare. Tuttavia, per essere veramente sicure, dovrete andare a piedi. Potete lasciare la moto qui alla locanda. Inoltre, è meglio indossare meno vestiti possibili. Se ve la sentite, potete andare in mutandine. Altrimenti, vi darò dei costumi. I vestiti e la moto interferirebbero con l'azione delle pietre e potrebbe essere pericoloso."
Aisha e Adamas si scambiarono uno sguardo. "Ce la facciamo," disse Adamas con determinazione.
"Perfetto," rispose Seraphina. "Consiglio di passare il pomeriggio e la sera ancora qui. Partirete domani mattina. A piedi non è una lunga strada, un paio di ore di cammino. Il mare è vicino."
Durante il pomeriggio, Aisha e Adamas si rilassarono nella locanda di Seraphina. Bevvero un tè speziato preparato con erbe locali e parlarono a lungo del loro piano. La locanda era tranquilla, e le pietre luminose creavano un'atmosfera serena.
"Questa collana sembra davvero speciale," disse Adamas, osservando il regalo di Aisha. "Kalki la apprezzerà!"
Più tardi, Seraphina le portò nelle loro stanze e mostrò loro i costumi. "Questi sono leggeri e non interferiranno con le pietre," spiegò. "Vi aiuteranno a sentirvi più comode durante il cammino."
Adamas prese uno dei costumi e lo esaminò. "Grazie, Seraphina. Faremo come dici."
Seraphina annuì. "Bene. Ora, rilassatevi e godetevi la serata. Domani sarà una giornata importante."
Aisha e Adamas decisero di passare un'altra serata nel piccolo paese. Dopo aver esplorato il villaggio, si fermarono all'osteria locale, desiderose di assaporare del vino locale e immergersi ulteriormente nell'atmosfera tranquilla del posto.
L'osteria era accogliente, con tavoli di legno grezzo e luci soffuse. Il profumo del cibo e del vino riempiva l'aria, e i suoni di risate e conversazioni creavano un'atmosfera calda e conviviale. Aisha e Adamas si sedettero a un tavolo vicino alla finestra, osservando la gente che si godeva la serata.
"Penso che ci meritiamo un buon bicchiere di vino," disse Aisha sorridendo, mentre il cameriere si avvicinava.
"D'accordo," rispose Adamas.
Ordinato il vino, si misero a chiacchierare tranquillamente, godendosi l’atmosfera accogliente dell’osteria. Adamas, dopo qualche minuto, si alzò per raggiungere il bancone, lasciando Aisha al tavolo.
Fu proprio in quel momento che un uomo dall'altra parte della stanza si accasciò al suolo, afferrandosi il petto. Un silenzio improvviso calò sulla sala, seguito da un tumulto di preoccupazione.
Aisha si alzò di scatto, i suoi occhi fissi sull'uomo. "Devo andare ad aiutare," disse, senza aspettare che Adamas tornasse.
L’uomo era disteso sul pavimento, il viso pallido e il respiro affannoso. Attorno a lui, le persone sembravano in preda al panico. "Indietro, lasciatemi spazio," ordinò Aisha con voce ferma, avanzando con decisione.
Si inginocchiò accanto all’uomo, posandogli una mano sulla fronte. Chiuse gli occhi, concentrandosi sul suo dono. Una luce tenue e calda si irradiò dalla sua mano, penetrando nel corpo dell’uomo. Il suo respiro si fece più regolare e il colore tornò lentamente sul suo viso. Tuttavia, lo sforzo richiesto ad Aisha fu enorme.
Quando l’uomo si riprese, Aisha si sentì improvvisamente debole, come se l’energia le fosse stata risucchiata. Vacillò, afferrandosi al bordo di una sedia vicina. "Tutto... tutto bene?" riuscì a dire prima di doversi sedere, tremante.
Una donna tra la folla le si avvicinò, sostenendola. "Sei stata incredibile," disse con ammirazione. "Hai salvato la sua vita."
In quel momento, Adamas rientrò nella sala e vide Aisha circondata dalla gente. Si precipitò verso di lei, preoccupata. "Aisha, che succede?"
Un uomo presente spiegò rapidamente l'accaduto. "L'uomo ha avuto un malore, e lei l'ha guarito. Ma sembra aver esaurito tutte le sue forze."
Adamas si inginocchiò accanto a lei, prendendole la mano. "Stai bene?" chiese dolcemente.
"Sì," rispose Aisha debolmente. "Solo un po’ stanca. Ho usato molta energia."
Adamas la aiutò ad alzarsi con delicatezza. "Grazie a tutti," disse agli abitanti dell’osteria. "Ora è meglio se torniamo alla locanda."
Nel Silenzio... Kalki

Intanto, una vecchia barca di legno marrone, visibilmente logora, scendeva lentamente il fiume che sfociava nel mare del Piccolo Pianeta. In piedi al centro della barca, una splendida ragazza con un costumino nero osservava l’acqua scorrere intorno a lei. I suoi occhi, carichi di una luce nuova, riflettevano la consapevolezza di chi aveva appena ritrovato una parte di sé. La fiamma al fosforo che l'aveva trasportata era scomparsa, ma il calore dell'anima persisteva nel suo corpo, proteggendola durante il viaggio.
La barca proseguiva silenziosamente, guidata da forze invisibili verso il suo destino. Il mare del Piccolo Pianeta attendeva, con le sue acque profonde e il portale segreto nascosto nel fondo.
L’Ultimo Riposo alla Locanda di Seraphina
Di ritorno alla locanda, Seraphina accolse Aisha e Adamas con un'espressione preoccupata. "Ho sentito quello che è successo all'osteria. Aisha, sei stata coraggiosa e altruista."
"Ho fatto solo ciò che dovevo," rispose Aisha con un sorriso debole.
"Riposa bene stanotte," disse Seraphina. "Domani sarà un giorno importante. Avete bisogno di tutte le vostre forze."
Il mattino arrivò luminoso e sereno. Adamas e Aisha si svegliarono sentendosi più determinate che mai. Dopo essersi preparate, scesero per fare colazione con Seraphina. Quando la videro, si scambiarono uno sguardo complice, pronte a rivelare il loro particolare stile.
“Seraphina, dobbiamo dirti una cosa,” iniziò Adamas con un sorriso timido. “A noi piace vestirci in un modo... un po' diverso. Ci piace essere libere.”
“Ecco,” continuò Aisha, “di solito ci vestiamo così.” Con un gesto deciso, si tolsero gli abiti, rimanendo solo con i loro perizomi: Adamas con il suo nero e Aisha con il suo bianco.
Seraphina le osservò per un momento in silenzio, poi iniziò a sorridere, e infine scoppiò in una risata gioiosa. “Ma siete... bellissime!” esclamò, applaudendo. “Bellissime e fantastiche! Già vi adoro. Andate tranquille... tanto non incontrerete nessuno... a parte lei,” aggiunse con un cenno d'intesa, riferendosi a Ishtar.
Anche Adamas e Aisha risero, sollevate dalla reazione positiva di Seraphina. Indossarono le collane che Seraphina aveva preparato per loro, pietre potenti in grado di schermarle da qualsiasi energia negativa. Per scaramanzia, Aisha indossò anche la collana destinata a Kalki, non sapendo quanto azzeccata sarebbe stata quella mossa.
"Grazie di tutto, Seraphina," disse Adamas, abbracciandola. "Ci rivedremo presto... con molto ottimismo. Dobbiamo riprendere la moto."
"Sì, tornate presto," rispose Seraphina, ricambiando l'abbraccio. "E state attente. Che la luce vi guidi."
Con un ultimo sorriso e un abbraccio, Adamas e Aisha si avviarono verso il loro viaggio. Mentre camminavano, sentirono la forza delle pietre intorno al collo, un conforto e una protezione invisibile.
Nel Silenzio, la Forza di Kalki
Intanto, nel cuore del fiume, la vecchia barca di legno marrone continuava la sua discesa silenziosa verso il mare del Piccolo Pianeta. Kalki era sempre in piedi al centro della barca, il suo corpo avvolto in una luce tenue emessa dalla scintilla ritrovata. I suoi occhi, fissi sull’acqua che scorreva, riflettevano una calma profonda, mista a una consapevolezza interiore.
Il viaggio proseguiva, guidato da forze misteriose che sapevano esattamente dove dirigersi.
Le acque del fiume erano calme, ma un'aura di mistero e potere permeava l'aria. La barca scivolava senza fare rumore, come se fosse protetta da un incantesimo antico. La scintilla di Kalki brillava debolmente, emettendo una luce rassicurante che illuminava il suo volto.
