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Aisha

 عائشة

Cap. 9: Il Demone Ishtar

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Quadrante 9: l’Inferno di Ishtar

Nel Quadrante 9, noto anche come Quadrante Ishtar, dominato da lande desolate e innumerevoli demoni al servizio di Ishtar, si estendeva il più grande inferno dei metaversi. Sepolte sotto quell'inferno giacevano duecentomila rose rubate alle scintille nel corso dei secoli. Sebbene mancassero ancora molte rose per completare la sua collezione, Ishtar sapeva che era solo questione di tempo.

L'arcangelo Zadkiel, massima autorità della massoneria dei Deva e devoto servitore del dio Vishnu, e Cronos, l'Arconte più alto in grado e signore degli Asura, devoto al dio Shiva, si presentarono per la seconda volta in breve tempo nel Quadrante 9. Entrambi temevano Ishtar perché non era un semplice demone; era una scintilla con il potere delle Scintille, il potere della creazione e della vita eterna. Non potevano sconfiggerla né ucciderla definitivamente, poiché sarebbe sempre tornata.

L'unica cosa che dava un minimo di sicurezza a Cronos e Zadkiel era il segreto che condividevano: conservavano la rosa di Ishtar in una teca protetta da una password di 30 caratteri, 15 dei quali conosciuti da Cronos e 15 da Zadkiel. Arcangeli e Arconti, nemici da sempre, ma uniti quando i loro scopi coincidevano. Il loro obiettivo comune era fare uscire allo scoperto le anime luminose, selezionare quelle con la scintilla e strappargliela, l'unico modo per garantire la loro eternità. Nei secoli avevano scatenato migliaia di guerre in tutti i quadranti del metaverso, a volte agendo come nemici, altre volte come alleati, sempre e solo in base ai loro interessi.

Ora, il loro interesse comune era fermare la Principessa Diamante prima che il suo potere diventasse incontrollabile. Ishtar percepì la loro presenza prima ancora che si materializzassero nel Quadrante 9. Non c’era bisogno di vedere per sapere: la loro paura era tangibile. Con un gesto della mano, l’oscurità del luogo si fece più densa, come se il cielo stesso fosse stato inghiottito.

"Avete un bel coraggio a presentarvi di nuovo nel mio dominio," disse la voce di Ishtar, profonda e carica di disprezzo, echeggiando come provenisse da tutte le direzioni. "Spero abbiate una buona ragione."

Zadkiel avanzò, cercando di mantenere un’apparenza di calma. "Un'altra scintilla ha trovato la sua rosa," annunciò con tono neutro. "Adamas, la Principessa Diamante."

L’oscurità parve vibrare al suono di quel nome. Un silenzio teso seguì le parole di Zadkiel, fino a quando un lampo di luce cremisi squarciò il buio. Ishtar apparve davanti a loro, il volto contorto in un’espressione che oscillava tra il divertimento e il disprezzo.

"Adamas?" ripeté lentamente, il tono carico di veleno. "Quella bambina crede davvero di potermi affrontare?"

Cronos fece un passo avanti, il volto cupo. "Non sottovalutarla, Ishtar. Con la sua rosa ha ora il potere di risvegliare altre scintille. Se riuscisse a riunirle..."

Ishtar lo interruppe con una risata gelida. "Credete che una principessa decaduta possa spezzare le catene del metaverso? Patetico."

"Eppure," aggiunse Zadkiel, con cautela, "ha già spezzato molte delle nostre. E non possiamo ignorare ciò che rappresenta. Adamas è una minaccia per tutti, compresa te. Se riuscisse a trovare la tua rosa..."

Le parole di Zadkiel si interruppero bruscamente quando Ishtar lo fissò, i suoi occhi brillavano di una luce minacciosa. "La mia rosa… ne sapete qualcosa forse..." disse con voce bassa ma tagliente.

Cronos e Zadkiel si scambiarono un’occhiata, mantenendo un silenzio carico di significato. Nessuno dei due osò rispondere. Il segreto della rosa era un fardello che condividevano, l’unica arma che li teneva in vita e che garantiva un fragile equilibrio tra caos e controllo.

"Lasciate il mio dominio," ringhiò Ishtar, la sua voce diventata un sibilo letale. "Se Adamas vuole giocare con il fuoco, sarò io a trovarla. E quando lo farò, aggiungerò la sua rosa alla mia collezione. Ora sparite."

Un’ondata di energia li spinse indietro verso i confini del Quadrante 9. Cronos e Zadkiel non dissero nulla mentre lasciavano l’inferno di Ishtar, ma entrambi sapevano che la Principessa Diamante non avrebbe avuto scampo contro di lei.

Ishtar rimase immobile, fissando l’oscurità davanti a sé. Poi, con un sorriso freddo e crudele, sussurrò: "Bene... un’altra rosa per la mia collezione."

Meeting a Land’s End

Thamar arrivò allo Scorsetto Nero, il luogo di ritrovo più popolare della città. Tutti la salutarono e volevano sapere dove fosse stata. Raccontò quello che poteva, ma disse che avrebbe scritto tutto e che sarebbe uscito sul giornale e in televisione il giorno dopo, perché era una notizia bomba. Le scintille di Land's End, un paio di giorni prima, verso sera, avevano sentito una scossa molto forte dentro di loro.

Prima di scrivere l'articolo, Thamar convocò il presidente, il sindaco, i giudici, l'orologiaio e il Sig. Mah. Li invitò a un tavolino e raccontò loro tutto. Molta gente si avvicinava per ascoltare; Thamar, il presidente e gli altri erano d'accordo nel far ascoltare il più possibile. Land's End era una città luminosa, ricca di anime luminose.

Thamar: "Grazie a tutti per essere venuti. Quello che sto per raccontarvi è di estrema importanza. Adamas, la Principessa Diamante, ha unito la sua rosa con la sua scintilla."

Presidente: "Questo è incredibile. Dopo Kalki sembrava impossibile che qualcun altro ci riuscisse!"

Thamar: "Una nuova scintilla si è risvegliata, e questo ha scosso l'intero metaverso. Le rose rubate alle scintille sono sotto l'inferno del Quadrante 9. Ishtar è una scintilla potentissima, ed è lei che ha rubato quelle rose. Ora, però, una nuova rosa è stata trovata."

Sindaco: "E’ necessario diffondere la notizia, tutte le Scintille devono sapere che è possibile trovare la proprio rosa!"

Thamar: "Dobbiamo diffondere la notizia il più possibile. Ogni scintilla risvegliata è una forza in più per noi. Questo articolo deve scuotere le coscienze e risvegliare le scintille dormienti. Deve parlare di un mondo diverso, dell'esistenza di Emphatia. Deve essere un messaggio di speranza e resistenza."

Giudice: "Capisco. E come pensi di procedere?"

Thamar: "Trasformeremo il Nothing News da un semplice giornale cittadino a una voce potente per tutto il metaverso. Assumeremo esperti informatici, infiltreremo i nostri messaggi nei network più sicuri, e useremo trasmissioni clandestine per raggiungere ogni scintilla, anche quelle nei quadranti più remoti. Entreremo nelle televisioni, nei forum virtuali e persino nei canali propagandistici dei nostri nemici. Ogni scintilla risvegliata sarà una vittoria."

Sig. Mah: "Hai tutto il nostro supporto, Thamar. Questo articolo deve essere pubblicato su tutti i canali possibili."

Orologiaio: "Il tempo è essenziale. Dobbiamo agire subito."

Thamar: "Sì, cominceremo subito. Non c'è tempo da perdere."

Nothing News

Titolo: Una Nuova Speranza: La Scintilla di Adamas

Autore: Thamar

Nel cuore del metaverso, una nuova scintilla si è risvegliata. Adamas, la Principessa Diamante, ha unito la sua rosa con la sua anima luminosa, creando un'onda di energia che ha scosso tutti i quadranti. Ora, con una nuova scintilla risvegliata, abbiamo la possibilità di cambiare il corso della storia.

La missione è chiara: dobbiamo risvegliare tutte le scintille dormienti. Ogni scintilla risvegliata è una forza in più contro l'oppressione di Cronos e Zadkiel. Questo messaggio deve raggiungere ogni angolo del metaverso. Dobbiamo unire le nostre forze e resistere.

L'esistenza di Emphatia è reale, e con essa la possibilità di un mondo diverso. Questo è il nostro momento. Uniamoci e lottiamo per la nostra libertà.

 

Punto di Confine, Autunno 2022 – L’Incarico a Thamar

Kalki aveva accompagnato Thamar fino al vecchio mulino, un punto di riferimento sicuro e familiare. A quel punto, Thamar era in grado di proseguire da sola. Kalki, con il cuore pesante, la vide allontanarsi, consapevole che il suo compito non era ancora finito. Doveva tornare a casa sua, situata presso il punto di confine, per attendere l'arrivo dell'ultimo cavaliere: Morte. Kalki sperava con tutta se stessa che quel cavaliere non arrivasse mai, poiché il suo arrivo sarebbe coinciso con la quasi totale, se non totale, distruzione del Mondo Cardine. Come Adamas, anche Kalki era originaria di quel mondo e sentiva il peso della responsabilità sulle sue spalle.

Per fortuna, al momento, le uniche notizie riguardanti Morte erano quelle riportate da Korvo, che lo aveva visto di spalle, ancora lontano. Kalki tornò a casa sua, ma aveva urgente bisogno di parlare con Adamas e Aisha. Decise di recarsi al capannone dove le sue amiche erano rimaste. Si presentò lì verso sera, proprio mentre si stava avvicinando l'ora di cena. Ovviamente, fu subito invitata a unirsi a loro.

Durante la cena, l'atmosfera era tesa. Kalki, con enorme dispiacere, spiegò loro che dovevano andare via. "Ragazze, dovete andare via. Grazie ai loro avanzati sistemi informatici e alla straordinaria capacità di Ishtar, vi individueranno velocemente se restate qui."

Adamas sollevò lo sguardo, preoccupata. "Dove possiamo andare? Non possiamo restare in un posto per troppo tempo, lo sappiamo."

Aisha si sporse in avanti. "E che ne sarà di Emphatia? Non possiamo permettere che la trovino."

Kalki annuì lentamente, la sua voce si abbassò di un tono. "Proprio per questo non potete andare verso Emphatia. Se vi seguono e riconoscono quel luogo, lo distruggeranno senza pietà. Vi consiglio di dirigervi verso Wahnfried, il luogo di origine."

Adamas era confusa. "Wahnfried? Ma... perché? non possiamo incontrare il padre lì, vero?"

"No," rispose Kalki con calma, "non potete incontrare il padre fisicamente, poiché è scisso in ognuna di voi. Tuttavia, con la rosa che contiene i nomi, potrete creare una simulazione e parlare con un padre virtuale, che avrà tutte le caratteristiche del padre vero. Potrebbe darvi gli strumenti necessari per superare i demoni."

Aisha fissò il tavolo per un momento, prima di alzare gli occhi verso Kalki. "Ma solo Adamas può attraversare il portale, a meno che io non trovi la mia rosa... è davvero incredibile pensarlo."

Kalki le sorrise debolmente. "Lo so, Aisha. Ma non è impossibile."

Prese una mappa e la distese sul tavolo, indicando con il dito un punto remoto. "Il portale per Wahnfried si trova all'estremo nord-est del Quadrante 2. Dovrete passare dalla chiaroveggente, poi attraversare la Valle della Morte, superare Tictoclen dove vive l'orologiaio e arrivare fino alle Pendici dell’Ombra. Lì troverete sia la fata delle pietre, che le streghe. Poi dovrete camminare ancora un po’ fino a raggiungere una spiaggia, quello è il Lido del Piccolo Pianeta."

La voce di Kalki si spezzò, e le lacrime iniziarono a rigarle il volto. "In quella spiaggia, Ishtar mi ha rubato la rosa e strappato la scintilla. Il portale lo troverete in fondo al mare, a circa cinquecento metri dalla riva. Io so che sarete più forti di me."

Adamas e Aisha si scambiarono uno sguardo, preoccupato ma determinato.

"Kalki," disse Adamas, con dolcezza e ammirazione nella voce, "io sono certa che la tua scintilla ti ritroverà."

"Sì, Kalki," aggiunse Aisha, con un sorriso malinconico, "e con essa vi ricongiungerete con la tua rosa."

Kalki si asciugò le lacrime e annuì. "Grazie, ragazze. Siete la mia forza."

La cena proseguì in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri. Quando il pasto fu finito, Adamas si alzò per prima e abbracciò Kalki, con un gesto carico di gratitudine. Aisha la seguì, stringendola con affetto.

"Partiremo domani," disse Adamas, con un sorriso. "Grazie per tutto, Kalki."

"E non preoccuparti," aggiunse Aisha, stringendole una mano, "torneremo, e porteremo con noi la speranza che hai seminato."

Kalki, con gli occhi ancora lucidi, annuì. "Siate forti, mie care amiche. Siete la luce di questo mondo."

Dal Diario di Aisha (Parte 17) – Lumenforte, gennaio 2025

Ci sono momenti in cui la vita sembra fermarsi, come se ogni respiro, ogni parola, fosse intriso di un significato che non possiamo ancora comprendere del tutto. Ripenso spesso a quella sera al Punto di Confine, seduta accanto a Kalki e Adamas, con la mappa aperta sul tavolo e il futuro steso davanti a noi come una strada sconosciuta.

La rosa di Adamas aveva già iniziato a cambiare il mondo. Potevo sentirlo nell’aria, percepirlo nelle anime che si risvegliavano, anche da lontano. Thamar stava facendo la sua parte, diffondendo il messaggio di speranza, e sapevo che qualcosa di nuovo stava germogliando nelle scintille. Ma c’era anche altro, qualcosa di più profondo.

Mentre ci preparavamo a lasciare quel luogo, sentivo crescere dentro di me una strana inquietudine. Non era paura, non era esitazione. Era un dolore sordo e inspiegabile, come una ferita che non sapevo di avere. Kalki, con il suo sorriso e la sua determinazione, ci aveva indicato la strada verso Wahnfried, ma nel separarmi da lei, ho avvertito un vuoto. Era come lasciare una parte di me stessa indietro, e non sapevo perché.

A volte penso che quella sensazione fosse un presagio, un avvertimento. Forse era la consapevolezza che, nonostante tutto ciò che stavamo costruendo, ogni passo in avanti comportava una perdita. Kalki era stata la mia forza quando pensavo di non averne, e ora mi trovavo a lasciarla indietro, affidandomi alla sua fede in noi.

C’era una verità in quella serata che ancora oggi fatico a mettere in parole: il viaggio non era solo verso il luogo di origine, ma anche dentro noi stesse. E forse, nel dolore della separazione, stavo iniziando a capire quanto fosse profonda la nostra connessione e quanto sarebbe stato difficile continuare senza di lei al nostro fianco. Capivo finalmente cosa voleva dire la frase: ‘Le strade che portano a Nothing passano dal dolore, dalla sofferenza, dall’abbandono’.

 

Punto di Confine, Autunno 2022 – Il Karma

"Eccoci qua," disse Aisha ad Adamas quando Kalki fu andata via. "Questo posto sembrava il peggio che si potesse trovare e invece è stato fantastico."

"Non è un caso, Aisha," proseguì Adamas. "Ogni luogo, ogni cosa è lo specchio di chi lo vive. È il karma. Il karma è quello che semini. Noi siamo state capaci di ridere, scherzare e sdrammatizzare ovunque, senza mai perdere la concentrazione su ciò che dovevamo fare o imparare.

Nell'ultimo mese siamo state nella casina del mondo oscuro, vicino al lago. Non c'era niente, e lì si è rivelato il nostro amore in questo ciclo vitale. Poi c'è stato il castello, ricordi? Era stato terribile, ti avevo vista legata a quella corda, svenuta, immobile, sanguinante. E poi... abbiamo trovato Eleanor che ci ha uniti non solo nella carne ma anche nello spirito. Ti ho regalato il dono, siamo diventate una sola."

Adamas si prese un momento per guardare Aisha negli occhi, cercando di trasmettere tutta la sua gratitudine e amore attraverso lo sguardo. Poi continuò.

"Poi il labirinto, con dietro tristi ricordi. La mia amica strega risucchiata dal mondo del gregge, che era stata la tua maestra e aveva riconosciuto la fata che è in te, ma il suo karma era negativo ed è sprofondata nelle miserie degli esseri senz'anima. Ma per noi il labirinto è tornato a splendere, nonostante gli androidi. Ricordi? Hai imparato a esercitare il dono bene quanto me. Alla fine, il capannone del punto di confine... beh, questo è stato il massimo: la chiaroveggente, gli sciamani, la rosa e... e Kalki. Il karma ci aiuta, Aisha, e noi insieme abbiamo un karma infinito. Troveremo le stesse cose ovunque andremo, perché quello che veramente conta è quello che noi siamo!"

Il discorso di Adamas era troppo bello per essere confutato. Aisha fece un cenno di assenso con la testa, aspettò qualche secondo, poi fece schioccare l'elastico del perizoma di Adamas proprio da dietro. "Sei bravissima, mia cara principessa... Come vogliamo passare l'ultima serata al punto di confine? Dormendo tutta la notte?"

Adamas rispose con un sorriso malizioso. "Cara mia fata, cosa vuoi che ti racconti un'altra favola?"

La notte si stese su di loro come un mantello di stelle, e le due ragazze si persero nei loro abbracci. Il loro viaggio nelle impervie strade di Nothing continuava, e loro sapevano bene che ormai non si poteva più tornare indietro.

Il Viaggio nel Cuore di Nothing

Il giorno seguente, si alzarono senza alcuna fretta. Dormirono finché i loro corpi non furono pienamente riposati. Al risveglio, quasi sincronizzati, prepararono due caffè presi dalla sacca di carestia e si sedettero al tavolo all'aperto.

La cosa più brutta per entrambe era che dovevano vestirsi. Jeans e maglietta, come quando dovevano sembrare 'normali'. Presero le loro borse, adattate ai contenitori della Freccia Rossa, riuscirono a portare con loro sia lo specchio che la pianta di Somnium. Non serviva altro. La sacca di carestia la lasciarono lì per Kalki. Indossarono un paio di occhiali da sole e si allontanarono dal capannone del punto di confine, con la speranza di tornarci un giorno. Non passarono da Kalki; si erano già salutate, e sarebbe stato triste farlo di nuovo. Sapevano che l'avrebbero rivista.

Con la Freccia Rossa ci misero poco a superare la chiaroveggente. Rallentarono davanti alle piante di Somnium, sorridendo insieme, ma ripartirono subito dopo. Passarono la valle della morte, dove scorreva il fiume in cui Adamas aveva trovato la sua rosa. Era già pieno di ricordi quel tratto di metaverso, anche se ci avevano passato solo pochi giorni.

Non passarono dagli sciamani, ma presero una strada montuosa più a nord, dove abitava l'orologiaio. C'era qualcosa che sembrava una borgata, non un paese, ma una piccola comunità di cinque case e una chiesetta. Era il posto ideale per mangiare qualcosa. Non sapevano se tra quelle case ci fosse quella dell'orologiaio, ma sapevano che l'orologiaio si trovava a Land's End, quindi non lo cercarono.

 

Valle della Morte: La Borgata di Silenmor

Mentre si avvicinavano alla borgata, notarono che nessuna delle case aveva le sembianze di una locanda. Nella mappa non risultavano altri paesi o zone abitate. Era proprio terra bruciata di Nothing. Poi, la campana della chiesa iniziò a suonare, e dalle case uscirono esseri che sembravano zombie.

Aisha ed Adamas si fermarono, osservando con attenzione quelle figure che avanzavano lentamente verso di loro. La Freccia Rossa era troppo lontana per poterla raggiungere in tempo.

"Adamas, che facciamo?" chiese Aisha, la voce tremante.

Adamas valutò rapidamente la situazione. "Rimani dietro di me, Aisha. Non ti succederà nulla."

Gli zombie si avvicinavano, i loro occhi vuoti e i movimenti rigidi. Adamas si preparò a utilizzare i suoi poteri, ma all'improvviso uno degli zombie si lanciò verso Aisha, con una velocità sorprendente.

"Aisha, attenta!" gridò Adamas, ma era troppo tardi. Lo zombie afferrò Aisha per il braccio, trascinandola a terra.

Aisha urlò, cercando di liberarsi dalla presa dello zombie, ma era troppo forte. Adamas sentì un'ondata di panico, ma si concentrò, sentendo l'energia crescere dentro di sé. Con un gesto rapido, sollevò la mano e scagliò una scarica di energia verso lo zombie, facendolo volare via da Aisha.

Gli zombie erano ancora lì, ma sembravano esitanti, come se avessero percepito il potere di Adamas. Lei si voltò verso di loro, gli occhi brillanti di determinazione. "Se volete un assaggio della mia forza, avvicinatevi. Altrimenti, tornate da dove siete venuti."

Gli zombie si fermarono, indecisi. Poi, lentamente, iniziarono a ritirarsi, scomparendo nelle ombre delle case. La campana della chiesa smise di suonare, e il silenzio tornò a regnare sulla borgata.

Si presero un momento per riprendersi, quello non era un posto dove fermarsi. La borgata sembrava tornata alla normalità, ma le ombre delle case avevano un aspetto sinistro.

Prima di salire in moto, Aisha e Adamas lessero il cartello dove c'era scritto "Valle della Morte - Silenmor". Si guardarono, salirono in moto e partirono. Dopo nemmeno un chilometro, trovarono un'altra borgata, molto più grande, forse un paese. Era pieno di orologi. Allora capirono che lì abitava l'orologiaio.

Tictoclen

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Il paese era ridente e carino, pieno di vita, osterie e qualche negozio. In mezzo alla strada, con le braccia aperte, c'era l'orologiaio ad aspettarle. Un uomo dall'aspetto distinto, con i capelli grigi e un sorriso caloroso.

"Benvenute a Tictoclen!" esclamò l'orologiaio, avvicinandosi a loro mentre scendevano dalla moto. "Vi aspettavo."

Adamas sorrise, stringendo la mano dell'orologiaio. "Grazie. Abbiamo attraversato terre oscure per arrivare qui."

L'orologiaio annuì. "Lo so, il percorso non è facile. Ma siete arrivate sane e salve, ed è quello che conta. Venite, vi porto a pranzo. C’è un'osteria deliziosa qui vicino."

Camminarono insieme lungo le strade del paese. L'atmosfera era vivace, con persone che passeggiavano, chiacchieravano e si godevano la giornata. L'orologiaio le condusse a una piccola osteria con un'insegna di legno dipinta a mano.

L'oste, un uomo robusto con un grembiule sporco di farina, li accolse con entusiasmo. "Benvenuto, orologiaio! E queste devono essere le tue ospiti?"

"Sì, caro amico," rispose l'orologiaio. "Adamas e Aisha, incontrate l'oste, il miglior cuoco di tutto il quadrante."

L'oste fece un inchino scherzoso. "Un piacere conoscervi! Accomodatevi, vi preparerò qualcosa di speciale."

Si sedettero a un tavolo vicino alla finestra, che dava su una piazza piena di fiori e bancarelle colorate. L'oste portò loro una caraffa di vino rosso e piatti fumanti di pasta fatta in casa, con un sugo ricco e profumato.

"Questo posto è incredibile," disse Aisha, assaporando il primo boccone. "Non ci aspettavamo un'accoglienza così calorosa."

L'orologiaio sorrise. "Questo paese è un rifugio sicuro in mezzo al caos del quadrante. Qui, la vita scorre tranquilla, e le persone vivono in armonia."

Adamas lo guardò con curiosità. "Abbiamo molte domande, orologiaio. La prima riguarda il nostro viaggio. Dove dobbiamo andare per trovare il portale per Wahnfried?"

L'orologiaio bevve un sorso di vino prima di rispondere. "Il portale si trova nell'estremo nord-est di questo quadrante. Dovrete attraversare ancora altri paesi nella valle della morte, e poi proseguire finché non finisce la zona montuosa, a fondo valle troverete le Pendici dell’Ombra, dove vivono le Streghe e la Fata delle Pietre."

Aisha annuì, pensierosa. "Abbiamo incontrato molti pericoli lungo il cammino. Per ultimo gli zombie di Silenmor, proprio all’inizio della Valle della Morte. Cosa possiamo aspettarci da qui in poi?"

L'orologiaio posò il bicchiere. "Dovrete essere preparate a tutto. Le terre che attraverserete sono piene di insidie. Ma avete entrambe il dono e Adamas la sua Rosa, questo vi darà forza. Non dimenticate mai il vostro scopo e restate unite."

L'orologiaio sorrise, osservandole con ammirazione. "La vostra determinazione è ammirevole. Dopo il pranzo, vi mostrerò la mappa dettagliata del percorso e vi darò alcuni oggetti che potrebbero esservi utili nel viaggio."

L'oste tornò al tavolo con una torta di mele calda, e il pranzo si concluse con risate e racconti. L'orologiaio narrò storie di tempi antichi, di avventure e di magie dimenticate, mentre il sole calava dolcemente sull'orizzonte.

Quando furono pronte a ripartire, l'orologiaio le accompagnò alla sua bottega, piena di orologi di ogni tipo. Estrasse una mappa accuratamente disegnata e alcuni piccoli oggetti incantati.

"Prendete questi," disse, consegnando loro una bussola magica e un amuleto protettivo. "Vi guideranno e vi proteggeranno lungo il cammino. Buona fortuna, Adamas e Aisha. Che il vostro viaggio sia sicuro e fruttuoso. Per Emphatia, che possa essere raggiunta!"

Con gratitudine, presero gli oggetti e salutarono l'orologiaio. Montarono di nuovo sulla Freccia Rossa, pronte per la prossima tappa del loro viaggio. Mentre si allontanavano dal paese ridente, sentivano il cuore leggero, rinvigorite dall'accoglienza e dalla saggezza dell'orologiaio.

 

Passato Tictoclen non vi era più nulla. La mappa dell'orologiaio era molto più dettagliata della loro. Videro che in fondo alla montagna iniziava un tratto piano molto ricco di vegetazione e proprio nel mezzo c'era un cartello che indicava est e c'era scritto "Quadrante 3 - Piccolo Pianeta". Capirono quindi di essere sulla strada giusta. Nella mappa erano segnate alcune postazioni dove vi erano dei bungalow. Ce ne erano due prima della fine del quadrante 2. Uno era proprio a pochi chilometri, nel mezzo della pianura. Decisero che se era libero potevano passare lì la notte.

La Notte nel Bungalow

Guidarono fino al bungalow mentre il cielo si tingeva di arancio e poi di viola, infine di nero. Quando arrivarono, era già buio. La porta del bungalow era aperta e l'interno sembrava deserto. Entrarono con cautela, era una piccola costruzione semplice, con un letto, un tavolo, alcune sedie e un lavandino.

Adamas accese una lampada a olio trovata sul tavolo, illuminando l'interno. "Sembra tranquillo," disse, dando un'occhiata intorno. "Forse possiamo passare qui la notte."

Aisha annuì, appoggiando lo zaino sul pavimento. "Sì, sembra un buon posto per riposare."

Mentre si sistemavano, Adamas notò una piccola libreria in un angolo con alcuni libri polverosi. Prese uno di questi e lo aprì, trovando delle annotazioni scarabocchiate ai margini delle pagine. "Guarda questo," disse ad Aisha, mostrandole il libro. "Qualcuno ha lasciato delle annotazioni. Forse possiamo scoprire qualcosa di utile."

Aisha prese il libro e iniziò a leggerlo ad alta voce. Le annotazioni sembravano note di viaggio di una persona che aveva attraversato i quadranti diversi anni prima. Parlava di strane creature, di piante medicinali e di percorsi segreti.

"Interessante," commentò Adamas. "Questa potrebbe essere una guida utile per il nostro viaggio."

Improvvisamente, sentirono un rumore provenire dall'esterno. Un fruscio leggero, seguito da un sibilo sottile. Adamas si mise in allerta. "Rimani qui," sussurrò ad Aisha, uscendo lentamente dalla porta del bungalow.

Fuori, le lune illuminavano debolmente la pianura. Adamas scrutò l'oscurità, cercando di individuare la fonte del rumore. Dopo un attimo, vide una figura che si muoveva tra gli alberi. Una sagoma alta e sottile, con occhi che brillavano nel buio.

"Chi sei?" chiese Adamas, alzando la voce.

La figura si avvicinò lentamente, rivelandosi essere una creatura metà uomo e metà serpente. I suoi occhi scintillavano di un verde velenoso, e la sua pelle era coperta di scaglie lucenti. "Non temere," sibilò la creatura. "Non sono qui per farvi del male."

Adamas rimase guardinga, ma abbassò leggermente la guardia. "Cosa vuoi?"

"Sono un guardiano di questa terra," rispose la creatura. "Ho notato il vostro arrivo e volevo assicurarvi che siete al sicuro qui. Tuttavia, vi consiglio di non avventurarvi troppo nella notte. Creature pericolose si aggirano in queste pianure."

Adamas annuì. "Grazie per l'avvertimento. Noi siamo solo di passaggio."

La creatura annuì. "Capisco. Allora riposate e recuperate le forze. Se avete bisogno di aiuto, chiamatemi. Sarò nelle vicinanze."

Adamas tornò all'interno del bungalow, trovando Aisha che l'aspettava con ansia. "Era un guardiano," disse Adamas. "Ci ha assicurato che siamo al sicuro qui per la notte."

Aisha sospirò di sollievo. "Bene, allora possiamo riposare."

Si sistemarono nel letto, cercando di rilassarsi nonostante la tensione del viaggio. La lampada a olio creava ombre danzanti sulle pareti mentre Adamas e Aisha si abbracciavano, trovando conforto l'una nell'altra. Si addormentarono presto, consapevoli che il giorno successivo avrebbe portato nuove sfide e avventure.

Il mattino seguente si svegliarono riposate e pronte a riprendere il viaggio. Prima di partire, Adamas lasciò un piccolo dono per il guardiano, un segno di gratitudine per la protezione offerta. Poi, montarono di nuovo sulla Freccia Rossa e si misero in cammino verso il portale per Wahnfried.

Il Buio

La mappa indicava che si stavano avvicinando alle Pendici dell’Ombra, dove si trovavano le streghe. Avendo entrambe letto "Nothing", sapevano che queste streghe erano dalla loro parte, vivevano nascoste perché le loro visioni erano molto utili ai manipolatori. Erano sotto la protezione della Fata delle Pietre che stava molto vicino a loro. Aisha era elettrizzata dall'idea di conoscere un'altra fata. Ma sebbene il percorso sembrasse breve, quello che successe ora avrebbe potuto cambiare tutto.

Il cielo si oscurò improvvisamente, e la moto si spense da sola. Un terribile boato riempì l'aria, e il buio totale avvolse tutto, sembrava il Blackness. Aisha e Adamas scesero dalla moto, che comunque non si accendeva più, e si guardarono, comprendendo immediatamente che i loro timori erano realtà.

"Aisha, stai attenta," disse Adamas con voce tremante, cercando di mantenere la calma.

Prima che Aisha potesse rispondere, subì un colpo fortissimo da qualcosa di invisibile che la fece volare per una decina di metri. Fu fortunata, perse i sensi e non vide più nulla.

Adamas era terrorizzata, ma sapeva che doveva mantenere la calma e fare la cosa più difficile: ignorare Aisha a terra svenuta. Doveva concentrarsi, doveva vedere da dove arrivava quell'energia, da dove il demone Ishtar stava colpendo. Sapeva che forse questa volta non ce l'avrebbe fatta; la cacciatrice era implacabile. "Kalki aveva resistito meno di un minuto. Ma c'era il karma, e doveva ricordarlo: il karma diceva che lei era più forte. Diceva che lei aveva la rosa, e Ishtar no. Diceva che Ishtar era la seconda nata, ma lei... lei era la Prima. Diceva che lei era una Principessa. Diceva che lei era Adamas, l' indomabile Principessa Diamante."

Allora gridò, gridò fortissimo e scaricò tutta l'energia contro il buio. Un lampo di luce illuminò una sagoma nera: era Ishtar. Adamas colpì con ancora più forza, e Ishtar rispose al colpo. Ma Adamas ormai non poteva più essere rallentata da nessuno e la vista di Aisha a terra svenuta la fece infuriare. Una scarica degna di una bomba nucleare esplose da lei.

"Non ti permetterò di toccarla!" gridò Adamas, riversando tutto il suo potere in un ultimo, devastante attacco.

Ishtar gridò, incredula, e fu costretta a ritirarsi. Scappò come mai le era successo in vita sua. Per la prima volta, la cacciatrice aveva mancato la preda.

Aisha riprese i sensi proprio in tempo per vedere quell'ultima esplosione di energia e sentire il grido di furore di Adamas.

Poi tutto si ristabilì. Adamas, la Principessa Diamante, cadde svenuta sul prato. Aisha, ancora stordita dal colpo, strisciò verso di lei con il cuore in gola.

"Adamas! Adamas, svegliati!" urlò, scuotendola con delicatezza. Ma Adamas non dava segni di vita. Aisha si inginocchiò accanto a lei, disperata. Le lacrime iniziarono a scenderle sul viso mentre cercava di rianimarla.

"Per favore, non lasciarmi... non ora," sussurrò, continuando a scuoterla. "Adamas, ti prego, apri gli occhi..."

I minuti passavano lenti e insopportabili. Aisha controllò il polso di Adamas, sentendo un battito debole ma presente. Era un piccolo sollievo, ma la preoccupazione non diminuiva. Continuò a chiamarla, sperando che la sua voce la riportasse indietro.

Adamas giaceva immobile, e Aisha si sentiva impotente. Non sapeva cos'altro fare se non continuare a parlare con lei, raccontarle ricordi felici, momenti passati insieme, sperando che potessero raggiungere la sua coscienza.

Finalmente, dopo quello che sembrò un'eternità, Adamas iniziò a muoversi leggermente. Aisha trattenne il respiro, guardando con speranza.

"Adamas... puoi sentirmi?" chiese con voce tremante.

Adamas aprì lentamente gli occhi, confusa e debole. "Aisha... sei... sei al sicuro?" sussurrò con un filo di voce.

Aisha annuì, le lacrime di gioia miste a quelle di sollievo. "Sì, grazie a te. Sei stata incredibile."

Adamas sorrise debolmente. "Dobbiamo... dobbiamo continuare. Non siamo ancora al sicuro."

Cap. 09f - Il Demone Ishtar - Adamas ferita dopo la battaglia con Ishtar.jpg

Aisha la aiutò ad alzarsi, sorreggendola mentre si dirigevano verso il bungalow.

Camminarono qualche chilometro, giusto per allontanarsi dal luogo della battaglia, poi si sedettero in un prato per riposare.

Aisha e Adamas si abbracciavano strettamente, trovando conforto reciproco dopo quella che era stata sicuramente la prova più difficile. Adamas sapeva bene che non avevano vinto la guerra, ma solo una battaglia. Aveva giocato a suo favore il fattore sorpresa, poiché Ishtar aveva sottovalutato la sua forza, un errore che non avrebbe ripetuto. Tuttavia, Adamas capì che Ishtar non era invincibile.

 

La Magica Melodia: Le Streghe

Fu in quel momento che il vento portò con sé una melodia magica, un segno che le streghe si volevano rivelare. Apparvero tre streghe, la loro bellezza era quella della scintilla. Osservarono Aisha e Adamas, poi si concentrarono su Adamas.

Cap. 09g - Il Demone Ishtar - Le Streghe.png

Quella che sembrava essere la leader, una strega dai capelli lunghi e scuri di nome Naelith, parlò: "Quello che hai fatto non ha precedenti. Per la prima volta nei secoli, la Cacciatrice si è arresa ed è fuggita. Hai dimostrato che può essere distrutta."

Adamas guardò le streghe e le sorprese dicendo: "Anche se avessi la forza di farlo, e non so se ce l'ho, non ho la minima intenzione di distruggerla."

Le streghe non capivano, ma Aisha sì. Le streghe osservarono con stupore Adamas, aspettando una spiegazione.

Adamas proseguì: "Voi uccidereste una sorella? O cerchereste di aiutarla? Io non la voglio distruggere, io la voglio cambiare!"

Naelith rispose: "Cosa intendi con sorella? Ishtar è un demone, e forse il peggiore di tutti."

Aisha intervenne: "No, care sorelle. Ishtar non è un demone, Ishtar è nostra sorella, è una scintilla proprio come voi e come noi!"

Le streghe faticavano a credere a questa verità. Allora intervenne Adamas: "Questa rivelazione me la fece Kalki in persona. Lei aveva la rosa, lei aveva visto nella rosa il nome e il volto di Ishtar. Io non misi mai in dubbio le cose che mi raccontò Kalki, ma ora..."

Si fermò un istante, poi proseguì: "Ora lo vedo anch'io. Io conosco i volti e i nomi di tutte le scintille, e lei è una delle 19 Primenate. Insieme a Danniel, Silva, Kalki, Soleh, Alya..." Poi guardò Aisha e aggiunse,"... e anche tu.

Ishtar è la seconda nata su duecentoquarantaquattromila, è una delle più forti. Nel corso della sua esistenza deve essere successo qualcosa. Se riuscissimo a capire, forse possiamo aiutarla e averla con noi."

Le parole di Adamas erano incredibili, e le streghe accettarono questa nuova verità. Naelith, curiosa, chiese ad Adamas: "Ma se tu, grazie alla rosa, puoi vedere oltre ai nomi e ai volti delle scintille, puoi vedere anche la gerarchia e sai che Ishtar è la seconda. Puoi dirci chi è la prima?"

Adamas sorrise. Anche Aisha e le altre streghe erano molto curiose. Adamas, con un sorriso enigmatico, rispose: "Certo che posso."

Naelith incalzò: "Allora, chi è la prima?"

Adamas rispose, mantenendo il sorriso: "Sono io."

Le streghe rimasero a bocca aperta, e Aisha guardò Adamas con un misto di sorpresa e ammirazione. Il vento sembrava portare via le tensioni, lasciando solo la promessa di un futuro in cui avrebbero potuto fare davvero la differenza, insieme.

Dal Diario di Aisha (Parte 18) – Lumenforte, gennaio 2025

Ripensare a quella notte mi fa ancora tremare. Ricordo il boato, il buio che sembrava divorare ogni cosa, e poi… niente. Solo il vuoto. Quando ripresi i sensi, tutto sembrava irreale, come se fossi rimasta sospesa in un incubo. Il mio corpo era ancora scosso dal colpo, ma fu la scena davanti a me a togliermi il fiato.

Adamas era in piedi, un faro di luce contro l’oscurità, la sua energia che esplodeva in onde travolgenti contro Ishtar. Il suo grido era un miscuglio di rabbia e forza, un richiamo che sembrava scuotere il mondo stesso. Poi, all’improvviso, tutto finì. La luce si spense, e la vidi crollare a terra.

La Principessa Diamante, l’indomabile, era lì, immobile sull’erba, vulnerabile come non l’avevo mai vista. Istintivamente mi trascinai verso di lei, ignorando il dolore che mi martellava ogni fibra. Non so nemmeno da dove presi la forza di chiamarla, di scuoterla, di raccontarle storie per riportarla indietro.

Quando finalmente aprì gli occhi e sussurrò il mio nome, fu come se il mondo riprendesse a respirare. Solo allora compresi quanto fosse stato vicino il pericolo, quanto fragile fosse il filo che ci aveva tenute entrambe in vita.

Ricordo ancora l’esplosione di luce, il suo grido furioso che piegò Ishtar. Quella notte, qualcosa in lei cambiò. Nei suoi occhi c’è una nuova consapevolezza, una forza che non avevo mai visto prima. Forse perché, in fondo, ha sempre saputo chi era veramente: la Primanata, la scintilla che tutto può e tutto sopporta, anche il peso di un segreto che nemmeno a me, fino a quel momento, aveva mai svelato.

Furono le Streghe a sconsigliarci di proseguire verso Wahnfried. Ci avvertirono che la Cacciatrice non avrebbe abbandonato facilmente la sua preda, che ci avrebbe seguite, inesorabile. Ci spiegarono anche che viaggiare in zone non schermate con la rosa riunita alla scintilla era un rischio enorme: i satelliti dei Manipolatori avrebbero potuto localizzarci in un istante. Poi, con un gesto che sembrava sfidare le leggi della realtà, fecero apparire una piccola casa davanti ai nostri occhi. Ci rassicurarono che la natura circostante offriva una schermatura perfetta… e così decidemmo di fermarci. Almeno per un po’...

 

Pendici dell’Ombra, Autunno 2022 – Le Streghe

Erano tutti concordi che andare a Wahnfried in quel momento sarebbe stato un suicidio. Sicuramente Ishtar le aspettava da qualche parte e non si sarebbe fatta trovare impreparata. Le streghe fecero apparire ciò che poco prima non si vedeva: proprio accanto a loro, una piccola ma accogliente abitazione con giardino. Un'altra strega di nome Rovelia, dai capelli rossi come il fuoco, iniziò a parlare: "Noi stiamo nascoste perché i Frangitori e i demoni ci cercano per via delle nostre capacità. Siamo molto empatiche e abbiamo il potere di svegliare la scintilla oscurata, ma ogni volta che lo facciamo, i demoni se ne accorgono. Quindi, stiamo sotto la protezione della Fata delle Pietre che ci aiuta a mimetizzarci con la natura. Questa zona, da quella casa che vedete fino all'abitazione della Fata delle Pietre, è protetta e schermata. Fermatevi qualche giorno in quella casa, nessuno qui vi potrà vedere, nemmeno Ishtar. Quando vi sarete riprese, magari domani, andate dalla Fata delle Pietre. È importante che siate voi a svelarle queste cose. Anche lei potrà aiutarvi. Per ora, riposate. Se volete parlare con noi, c'è un oggetto in casa simile a un grammofono. C'è un disco in vinile dentro: fatelo partire e appena inizierà la musica, almeno una di noi verrà."

Detto ciò, scomparvero. Adamas si avviò verso l'ingresso della casa, mentre Aisha accese la moto e la parcheggiò nel giardino. Entrarono in casa insieme.

Cap. 08a - Kalki -Kalki.png
Cap. 10i - Le Pendici dell’Ombra - Kalki viaggia verso il Lido del Piccolo Pianeta (Contin
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