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Aisha

 عائشة

Cap. 15: Lo Scorsetto Nero

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Lo Scorsetto Nero

Non è un semplice locale,
ma un crocevia di storie che sfidano il tempo.

Qui si incontrano ombre e promesse,
qui il vino sa di rivoluzione,
e le risate mascherano battaglie mai raccontate.

Le mura ricordano i nomi di chi è passato,
di chi ha giurato, di chi non è più tornato.
Eppure, ogni notte, una nuova scintilla prende vita.

Là, dove il Mondo Cardine sfiora Nothing,
dove il confine non è una linea ma un'eco che risuona,
il cuore della Resistenza batte ancora.

Questa è la casa dell’Orologiaio,
del Presidente, di Thamar e di chiunque osi sognare.
Questa è la culla e la tempesta.
Questa è la fiamma che non si spegne.

Questo è lo Scorsetto Nero.

Il Ritorno a Land’s End

Thamar fu la prima ad avvicinarsi, il sorriso luminoso e gli occhi pieni di lacrime di gioia. "Aisha! Kalki! Siete tornate!"

Aisha scese dalla moto, il cuore gonfio di felicità, e corse ad abbracciare Thamar. "Sì, siamo tornate! E abbiamo tante cose da raccontarti."

Kalki si unì all'abbraccio, sentendo il calore e l'affetto di quella che era diventata una famiglia. Anche per loro, il ritorno a Land's End era una celebrazione dell'amicizia e della speranza, un momento di riconnessione con ciò che amavano di più.

Kalki e Aisha sapevano che la dinamica del gruppo allo Scorsetto sarebbe stata un po' scossa dalla novità che ora stavano insieme.

Poi entrarono all’interno del locale, il silenzio cadde per un attimo. Poi, improvvisamente, tutti si alzarono in piedi, accogliendole con gioia e sorrisi. Le notizie giravano in fretta a Land's End, grazie all'Emphatia Spore e alle Nothing News, dove Thamar scriveva quando non faceva la cameriera. Sapevano già tutto di Adamas, Ishtar e delle recenti avventure di Aisha e Kalki.

Il presidente si avvicinò, un grande sorriso sul volto. Abbracciò prima Aisha e poi Kalki, congratulandosi con loro. "Avete fatto un lavoro incredibile, soprattutto con la conversione di Ishtar."

"Siamo solo contente di poter aiutare," rispose Kalki modestamente.

"Questa è una sera di festa," dichiarò il presidente. "Parleremo di tutto il resto domani. Stasera celebriamo!"

E festa fu. La musica iniziò a suonare, il cibo e il vino scorrevano senza sosta. Tutti ridevano, ballavano e brindavano. Aisha e Kalki si unirono ai festeggiamenti, felici di essere circondate dai loro amici.

"Aisha, balliamo!" disse Thamar, tirandola sulla pista da ballo.

"Solo se anche Kalki balla con noi," rispose Aisha, tirando Kalki con sé.

Non passò molto tempo prima che tutti fossero sulla pista da ballo. La serata era un tripudio di gioia e celebrazione. "Aisha, non ho mai visto una festa così!" esclamò Kalki, ridendo.

"È perché siamo tornate," rispose Aisha con un sorriso malizioso. "Ci amano troppo per non fare una grande festa."

Verso la fine della serata, sia Aisha che Kalki erano completamente brille. Si salutarono con affetto, ricevendo abbracci e auguri da tutti.

"Ragazze, siete fantastiche!" disse il presidente. "Vi aspettiamo domani per parlare di tutto il resto."

"Grazie, presidente," rispose Aisha, abbracciandolo. "A domani."

Le due donne si allontanarono dallo Scorsetto Nero, abbracciate. Camminavano lentamente, godendosi la fresca brezza della notte e l'affetto dei loro amici.

"Aisha," disse Kalki, stringendola più forte. "Sono così felice di essere qui con te."

"Io anche, Kalki," rispose Aisha, baciandola sulla guancia. "Questa è casa nostra, e non c'è posto migliore al mondo."

Si allontanarono sotto lo sguardo amorevole dei loro amici, che le guardarono andare via con sorrisi affettuosi, sapendo che quelle due donne straordinarie stavano facendo la differenza nel loro mondo.

Il Giorno Dopo

Il mattino seguente Aisha e Kalki si svegliarono lentamente, ancora abbracciate sotto le coperte. I loro corpi si erano adattati perfettamente l'uno all'altro durante la notte, come se fossero due pezzi di un puzzle destinati a stare insieme.

"Buongiorno, amore," sussurrò Aisha, baciando delicatamente il collo di Kalki.

"Buongiorno," rispose Kalki, accarezzandole i capelli. "Come ti senti?"

"Felice," disse Aisha con un sorriso. "E tu?"

"Anch'io," rispose Kalki. "Anche se il pensiero di tornare nel mondo cardine oggi mi rende un po' nervosa."

Si baciarono di nuovo, poi si alzarono e si prepararono per la giornata. Dopo una abbondante colazione si vestirono e presero la moto. Questa volta, Aisha guidava con attenzione, seguendo i consigli di Kalki. Si diressero verso il quartier generale della resistenza.

Il Quartier Generale della Resistenza a Land’s End

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Il Quartier Generale della resistenza si trovava nei piani sotterranei dello Scorsetto Nero.

Quando arrivarono, furono accolte con entusiasmo dai membri della resistenza. Il presidente le aspettò all'ingresso, sorridendo calorosamente.

"Benvenute," disse il presidente abbracciandole. "Siamo pronti per discutere dei prossimi passi."

Scesero nei sottofondi e giunsero nella sala principale dove una grande mappa del metaverso era distesa su un tavolo di legno, circondata dai principali strateghi della resistenza.

Il presidente prese la parola con tono grave. "Il Quadrante 7 rimane, per la maggior parte, un territorio inesplorato. Non ha ancora un nome, e l’unico punto noto sulle mappe è il Mondo Oscuro, situato a nord-est e confinante con il Quadrante 8. Tuttavia, non crediamo che le rose si trovino lì. Per raggiungere il Quadrante 7, dovrete prima attraversare il Quadrante 4, conosciuto come Illusione."

Aisha e Kalki lo ascoltavano con attenzione, mentre il presidente continuava. "Il Quadrante 4 è unico: un luogo di passaggio per le anime in cerca di perfezionamento. Prima del 1809, quando tutto funzionava come doveva, il Galaxy Express trasportava le anime che avevano raggiunto l’equilibrio a Land’s End, seguendo binari sottomarini che circumnavigano l’intero metaverso. Anche oggi, il Quadrante 4 conserva questa funzione, ma attraversarlo non sarà semplice. È programmato per non lasciar entrare nessuno privo del giusto equilibrio spirituale. Avviseremo Livia, la guardiana, ma i sistemi automatici potrebbero comunque non riconoscervi."

Il presidente fissò Aisha e Kalki con un’espressione enigmatica. "Dopo Nothing Road, dirigetevi verso la riva dello Stige. Lì troverete qualcuno che vi sta aspettando. Sarà una sorpresa... e credo che sarà anche molto gradita."

Aisha inarcò un sopracciglio, leggermente perplessa. "Chi ci aspetta? E come fa a sapere di noi?"

Il presidente sorrise, lasciando intendere più di quanto dicesse. "Questa persona sa già tutto. Fidatevi, vi dirà cose che nessun altro potrebbe spiegarvi. E sono certo che, dopo l’incontro, capirete quanto questo momento sia importante per il vostro viaggio."

Le due donne si scambiarono uno sguardo d’intesa. Senza aggiungere altro, il presidente si voltò verso gli altri membri della resistenza, lasciandole da sole a riflettere sulle sue parole.

Verso la riva dello Stige

Aisha e Kalki lasciarono il quartier generale e presero la moto. La guida di Aisha le portò senza esitazione fino a Nothing Road. Parcheggiarono davanti alla casa di Aisha e decisero di fare due passi verso lo Stige, che scorreva poco lontano.

Era tarda mattinata, il sole alto nel cielo. Arrivate alla riva, si sedettero sul terreno morbido, abbracciate e in silenzio. Si godevano quel raro momento di tranquillità, ascoltando il mormorio ipnotico delle acque scure che scorrevano lente.

Improvvisamente, percepirono una presenza alle loro spalle. Si voltarono e, avvolta in una luce quasi eterea, videro Eleanor.

Eleanor

Eleanor sorrideva, felice di vederle. Anche Aisha e Kalki erano contente, sebbene Kalki conoscesse Eleanor solo attraverso i racconti di Aisha. Aisha era un po' in imbarazzo; Eleanor era stata colei che l’aveva unita con Adamas nella carne e nello spirito. Ma Eleanor sembrava percepire la sua preoccupazione e la rassicurò.

"Tu e Adamas sarete legate per sempre, in questa e nelle prossime vite," disse Eleanor con un sorriso dolce. "Ma questo non significa che non possiate legarvi anche con qualcun altro. Se l'amore è vero, se l'amore è puro come il vostro, un'altra unione potrà solo arricchirvi."

Aisha sentì il forte impulso di abbracciare Eleanor, ma sapeva che la sua presenza lì significava altro. Eleanor chiese gentilmente ad entrambe di alzarsi e togliersi i jeans e la maglietta. Kalki e Aisha rimasero solo con i perizomi.

Eleanor iniziò a ripetere gli stessi gesti che aveva fatto con Aisha e Adamas. Il sangue che usciva dal dito di Aisha veniva assorbito dalle labbra di Kalki e viceversa. Ancora sporche del sangue dell'altra, Eleanor disse loro di baciarsi. Lo fecero, unendo le loro anime in un momento di pura magia. Aisha aveva già vissuto questa esperienza, ma ogni volta era diversa e speciale.

Sentivano il corpo dell'altra tremare, volavano sostenendosi reciprocamente. Quando smisero di baciarsi, scoprirono che il sangue era mescolato alle lacrime, lacrime di gioia.

"Ti amo," sussurrò Aisha.

"Ti amo," rispose Kalki.

Le loro gambe tremavano per l'emozione, ma l'adrenalina le teneva in piedi. Eleanor continuò: "Io unisco i vostri corpi e il vostro spirito. Le vostre anime, quando finiranno di camminare insieme in questa vita, cominceranno una nuova vita insieme. Così, ora e per sempre."

Prepararsi per il Dono

Ma il momento più difficile doveva ancora arrivare. Eleanor continuò: "Indipendentemente da quanto direte e deciderete stasera con la resistenza, voi starete a Land's End finché Kalki non avrà acquisito pienamente il processo di maturazione e consapevolezza."

Le due ragazze non comprendevano del tutto le implicazioni delle parole di Eleanor, ma ascoltavano con attenzione. Eleanor continuò: "Aisha, è arrivato il momento di trasmettere a Kalki ciò che Adamas ha condiviso con te. Devi insegnarle, proprio come ha fatto lei. Solo quando Kalki avrà acquisito e padroneggiato il Dono potrete proseguire. Quando imparerete a usarlo insieme, il vostro potenziale si moltiplicherà enormemente. Solo allora avrete una reale possibilità di accedere al Quadrante 4 e prepararvi per il viaggio verso il Quadrante 7."

Aisha era sconvolta, e Kalki altrettanto, ma almeno Aisha sapeva di cosa parlava Eleanor, mentre Kalki no. Eleanor sorrise, accarezzandole entrambe. "Avete fatto un lavoro sublime, voi e Adamas, siete state straordinarie. Ma non basta. Se non portate a termine il viaggio per Emphatia e la presa del Fuoco, tutto sarà stato inutile. Ma so che ce la farete!" Poi le salutò, dicendo loro che si sarebbero riviste allo Scorsetto con il presidente e il resto della resistenza quella sera.

Kalki guardò Aisha con preoccupazione. "Spero tanto che tu sappia di cosa parlava Eleanor."

"Sì, certo che lo so. Dobbiamo parlare, Kalki, e dobbiamo farlo ora."

Decisero di affrontare la conversazione a casa con un bicchiere di vino in mano. Rientrate, si spogliarono, poi si sedettero sul divano, ognuna con il proprio bicchiere di vino.

Aisha iniziò a spiegare: "Il Dono è qualcosa di straordinario, Kalki. Adamas me lo ha trasmesso e mi ha insegnato a usarlo. Ora tocca a me fare lo stesso con te."

"Ma cosa significa esattamente?" chiese Kalki, cercando di capire.

"Significa che condividerò con te il Dono, ti insegnerò a controllarlo e usarlo. Ci vorranno almeno dieci giorni per imparare, anche se siamo molto brave. E preparati a svenire decine di volte prima di riuscirci."

Il Significato del Dono

"Kalki, il possesso del Dono, unito alla Scintilla, ti permette di assorbire tutte le energie di chi ti circonda," iniziò Aisha con voce calma ma intensa. "Questo accade sempre, che tu lo voglia o no. Per questo è essenziale imparare a controllarlo e a canalizzarlo. Questa capacità è una forma di empatia; ti permette di condividere e sentire tutto di quelli che hai intorno. All'inizio, è una botta incontrollabile, ed è per questo che si sviene, non spesso, sempre. Poi, piano piano, impari a gestirlo, come ho fatto io, ma bisogna fare delle prove, bisogna affrontarlo per domarlo."

Kalki ascoltava attentamente, le sue mani strette intorno al bicchiere. "Capisco, ma cosa comporta esattamente?"

"Ti aiuterà a guarire la gente, a scacciare il male e il dolore, ti potrà servire in battaglia scaricando l’energia contro i nemici" spiegò Aisha. "Funziona così: tu assorbi il dolore dell'altro e poi lo scarichi via. Questo processo consuma una quantità enorme di energia e ti fa perdere i sensi. Anche a me capita ancora. Anche per Adamas è lo stesso. In battaglia è un po' più semplice perché puoi sottrarre l'energia al nemico e integrarla dentro di te o usarla contro di lui."

Kalki annuì lentamente, cercando di assimilare tutte le informazioni. "Quindi dobbiamo imparare a gestire questa empatia, a controllarla."

"Sì," confermò Aisha. "Da domani inizieremo le lezioni. Spero di essere brava come Adamas è stata con me. Ma c'è una cosa che dobbiamo decidere ora: se vuoi che condividiamo il Dono oggi. Se sì, da domani inizieremo il tuo addestramento. Devi essere sicura e consapevole di ciò che stai per assumere, perché questo cambierà il tuo futuro, e non parlo solo di questa vita, ma di tutte quelle che avrai davanti. Il Dono si fonderà con la tua Scintilla e non ti lascerà mai più. Noi due avremo un legame che il tempo non potrà mai spezzare. Pensaci bene, Kalki, e rispondimi solo quando sei sicura."

Kalki non esitò nemmeno un secondo. "Facciamolo oggi!" disse con determinazione.

Aisha sorrise, un misto di sollievo e orgoglio. "Bene, prepariamoci qualcosa di leggero da mangiare, e poi ci metteremo al lavoro."

Si alzarono e si diressero in cucina, preparando insieme un pasto semplice. Mentre tagliavano verdure e affettavano pane, la tensione dell'attesa si stemperava un po'. Kalki era visibilmente emozionata, ma determinata.

Dopo aver mangiato, si sedettero di nuovo, pronte per il momento decisivo. Aisha prese un respiro profondo, guardando Kalki negli occhi. "Sei pronta?" chiese.

Kalki annuì, il viso risoluto. "Pronta."

Il Dono

Aisha si alzò lentamente, guardando Kalki con una determinazione tranquilla. "È il momento," disse con dolcezza. "Alzati anche tu e spogliati." Le parole di Aisha erano un comando gentile, e Kalki, sentendo l'importanza del momento, fece lo stesso, spogliandosi.

Aisha si avvicinò a Kalki e posò delicatamente le mani sulle sue tempie. "Chiudi gli occhi," sussurrò. "Devi fidarti di me."

Kalki chiuse gli occhi e sentì Aisha fare lo stesso. Per Aisha, era la prima volta che creava un ponte di luce, ma ricordava bene come Adamas lo avesse fatto con lei. La sua mente evocava l'immensità e la potenza di Adamas, e con quell'immagine in mente, Aisha cominciò a generare il ponte di luce che partiva dalla sua anima.

L'energia fluttuava nell'aria come un bagliore etereo, congiungendosi alla scintilla di Kalki. I codici del Dono, che risiedevano nella scintilla di Aisha, si duplicarono alla velocità della luce, scaricandosi dentro Kalki come un fulmine. Fu un'esperienza travolgente e intensa, ma durò solo un minuto.

Non appena il ponte di luce si dissolse, Kalki stramazzò al suolo, priva di sensi, senza emettere neanche un sospiro. Aisha la prese immediatamente in braccio e la portò sul divano, avvolgendola in una coperta. Si sedette accanto a lei, aspettando con ansia.

Dopo un'ora, Kalki riaprì lentamente gli occhi. Il Dono ora risiedeva anche in lei. Aisha, con le lacrime agli occhi, la abbracciò stretta. "Ti amo, Kalki," sussurrò con voce tremante. "Ti amo come non avrei mai potuto amare nessun altro."

Kalki non riusciva ancora a parlare, ma i suoi occhi parlavano per lei. C'era gratitudine, amore e una nuova comprensione nei suoi sguardi. Le due donne rimasero abbracciate per qualche minuto, assaporando la nuova connessione che le legava.

"Aisha..." Kalki finalmente trovò la voce. "È stato... incredibile."

"Sì, lo è stato," rispose Aisha, asciugandosi le lacrime. "E ora è il tuo turno di imparare a controllarlo."

Le due si alzarono lentamente, ancora scosse dall'esperienza. Si diressero in cucina per prendere un altro bicchiere di vino. Poi Aisha iniziò a spiegare. "Il Dono ti permette di assorbire le energie di chi ti circonda, sia positive che negative. All'inizio, è travolgente e può farti svenire, ma con il tempo e la pratica, imparerai a controllarlo. Funziona anche come una forma di empatia, permettendoti di sentire e comprendere gli altri in un modo che non avresti mai immaginato."

Kalki ascoltava attentamente, annuendo di tanto in tanto. "È incredibile," disse, "ma sembra anche pericoloso."

"Lo è," confermò Aisha. "Ma ti aiuterà a guarire la gente, a scacciare il male e il dolore. Dovrai imparare a gestire l'energia, a canalizzarla e a scaricarla quando necessario."

Finito di il vino, decisero di stendere insieme la roba che era in lavatrice. Kalki, ancora emozionata e un po' stordita, seguiva Aisha passo dopo passo. Stendere i vestiti era un'attività banale, ma in quel momento aveva un significato profondo, un simbolo della loro nuova connessione.

Quando tutto fu a posto, Aisha si voltò verso Kalki. "Domani iniziamo le lezioni. Sarà duro, ma ce la faremo insieme." Poi aggiunse con un tono fermo ma gentile. "Stasera, allo Scorsetto, ci vado da sola. È troppo presto per te stare in mezzo alla gente."

Kalki, visibilmente confusa, protestò. "Starò attenta," insistette. "Se sento qualcosa di strano, te lo dico e magari vado via. Ma fammi provare."

Aisha capì che le parole non avrebbero potuto convincere Kalki della pericolosità della situazione. Sospirò e annuì. "Va bene, vieni con me."

La Presa di Coscienza di Kalki

Si rivestirono in silenzio e uscirono. Poco dopo la casa del signor Mah, c'era un parco. Aisha scelse attentamente un punto dove c'erano solo due persone. "Seguimi," disse, e si avvicinò con Kalki a quelle persone.

Per Kalki, l'impatto fu immediato e devastante. Svenne senza emettere un suono, e Aisha la soccorse immediatamente, cercando di allontanare le persone intorno a loro.

Quando Kalki si riprese, la comprensione si fece strada nei suoi occhi. "Non mi aspettavo una cosa del genere," disse con voce tremante. "È stato... troppo."

Aisha annuì, accarezzandole delicatamente il viso. "Ecco perché volevo che restassi a casa per qualche giorno. Devi imparare a controllarlo prima di esporti troppo."

Kalki si sedette, prendendo fiato. "Pensavo di poterlo gestire, di poterlo controllare fin da subito. Non avevo idea che sarebbe stato così forte, così travolgente."

"È normale sentirsi sopraffatti all'inizio," spiegò Aisha. "È una capacità che richiede tempo e pratica per essere padroneggiata. Anche io sono svenuta molte volte quando Adamas mi ha insegnato."

Kalki annuì, ancora scossa. "Capisco. Ma è difficile accettare di dover restare nascosta, lontano da tutto e da tutti."

Aisha le sorrise, un sorriso pieno di comprensione e affetto. "Non è per sempre. Solo finché non avrai imparato a gestirlo. E io sarò qui con te, ogni passo del cammino."

Legame Profondo

Rientrarono a casa, ancora mano nella mano. Kalki si sedette sul divano, cercando di elaborare l'esperienza appena vissuta. "È incredibile quanto sia potente questa empatia," disse pensierosa. "Non riesco a immaginare come hai fatto a imparare a controllarla."

Aisha si sedette accanto a lei. "Con molta pazienza e pratica. Ci sono stati giorni in cui pensavo di non farcela, ma Adamas era sempre lì per sostenermi. E io sarò qui per sostenere te."

Kalki la guardò negli occhi, trovando forza e conforto in quel contatto. "Non vedo l'ora di imparare tutto ciò che puoi insegnarmi. So che sarà difficile, ma sono pronta."

Aisha le strinse la mano. "E io sono pronta ad aiutarti. Cominceremo domani con le prime lezioni. Oggi riposati, ti servirà tutta l'energia possibile."

Kalki annuì, sentendosi già un po' più sicura. "Grazie, Aisha. Davvero."

Aisha le sorrise di nuovo. "È il minimo che posso fare. Siamo legate, ora e per sempre."

Un Pomeriggio di Fiducia

Il pomeriggio trascorse tranquillo, ma Aisha percepiva ancora l’incertezza di Kalki. Decise di raccontarle la propria esperienza con il Dono, sperando di infonderle fiducia.

"Sai," iniziò Aisha mentre si sedevano sul divano, "quando Adamas mi ha trasmesso il Dono, è stato esattamente come quello che hai provato oggi. Il primo impatto è devastante, ti senti come se tutto il mondo ti cadesse addosso. E sono svenuta molte più volte di quanto riesca a ricordare."

Kalki, che stringeva un cuscino tra le mani, sollevò lo sguardo. "E come hai fatto a superarlo?"

"Con pazienza," rispose Aisha con un sorriso dolce. "E con Adamas al mio fianco, che mi ricordava ogni giorno che avrei imparato. Non è una gara, Kalki. Non devi dimostrare nulla a nessuno. È un percorso, e io sarò qui con te, esattamente come Adamas è stata con me."

Quelle parole sembravano allentare un po’ la tensione. Kalki si rilassò, trovando conforto nella determinazione e nella dolcezza di Aisha. "Grazie," mormorò. "È difficile non sentirmi sopraffatta, ma sapere che ci sei tu mi dà forza."

Aisha annuì e le prese la mano. "Andrà tutto bene, Kalki. Lo so."

Aisha allo Scorsetto Nero

Il momento di andare allo Scorsetto Nero arrivò. Sembrava strano ad entrambe non andarci insieme, ma i motivi erano chiari. Come di consueto nei mondi non loro, Aisha si vestì in jeans e maglietta. Per Kalki era una visione affascinante comunque. La baciò e le promise che sarebbe tornata presto, giusto il tempo delle cose importanti, senza fermarsi a bere con gli amici. Kalki le rispose che poteva anche fermarsi, che era tanto che non li vedeva e avrebbe fatto piacere anche a lei, nonostante non fosse presente. Aisha rispose con un sorriso e un bacio.

Non dimenticò di informare Adamas mentalmente di quanto accaduto: il Dono passato a Kalki e quello che ora avrebbe dovuto fare. Adamas rispose incoraggiandola, sperando che Kalki fosse brava come era stata Aisha. Aisha replicò con sicurezza che ne era certa.

 

Arrivata sola allo Scorsetto Nero, Aisha si aspettava che tutti le chiedessero perché Kalki non c'era. Ma Eleanor aveva già avvisato tutti, spiegando il difficile momento che Kalki stava attraversando. Così, tutti le chiesero semplicemente come stesse Kalki. Aisha rispose cortesemente e poi si avvicinò al presidente e ai giudici per sedersi a un tavolino.

Vista la nuova situazione, non pianificarono nulla di definitivo, non sapendo quanto tempo Aisha e Kalki avrebbero dovuto fermarsi a Land's End. Il tempo stimato era di dieci giorni, ma in queste cose il tempo può variare tantissimo. Per Aisha erano stati solo tre giorni, un record assoluto, grazie anche all'insegnamento di Adamas.

Discussero dell'importanza di avere Ishtar dalla loro parte, delle duecentomila rose sequestrate da Zadkiel e Cronos e nascoste chissà dove, e delle diciannove appartenenti alle Prime Nate. Escluso quella di Ishtar e quella di Adamas, le altre diciassette si trovavano nel Quadrante 7. Parlarono anche del piano di viaggio, e il presidente si raccomandò che fosse Kalki a guidare la Freccia Rossa per tutto il tragitto nel Quadrante 1, ma Aisha dentro di se era quasi sollevata a non dover guidare in un percorso così noioso.

Thamar arrivò con le bevande e chiese di Kalki. Aisha rispose brevemente, spiegando che Kalki aveva bisogno di riposo.

Tra una bevuta e l'altra, Aisha incontrò vari amici. Parlarono del passato, delle sfide affrontate e delle avventure future. Le risate e le chiacchiere distrassero Aisha per un po', ma il pensiero di Kalki la richiamava costantemente a casa.

 

Dopo un po', Aisha decise di tornare. Thamar si offrì di accompagnarla per un tratto del percorso. Mentre camminavano sotto il cielo stellato, parlarono di come fosse cambiata la resistenza negli ultimi tempi.

"Thamar, ho paura per Kalki. Non so se riuscirà a gestire il Dono," confessò Aisha.

"Non sottovalutare la tua capacità di insegnare, Aisha. E non sottovalutare Kalki. Ha una forza che ancora non conosce," rispose Thamar con un sorriso incoraggiante.

Aisha annuì, sentendosi leggermente sollevata. Quando arrivarono al punto dove si dovevano separare, Thamar le diede un abbraccio affettuoso. "Torna a casa e stai con Kalki. Ti sta aspettando."

Aisha ringraziò Thamar e proseguì verso casa, desiderando solo rivedere il volto di Kalki e assicurarsi che stesse bene. Aprì la porta e trovò Kalki addormentata sul divano. Le si avvicinò silenziosamente, coprendola con una coperta, e si sedette accanto a lei, vegliando sul suo sonno con amore e dedizione.

Dal Diario di Aisha (Parte 22) – Lumenforte, gennaio 2025

Dopo aver lasciato il Punto di Confine, Kalki ed io iniziammo il nostro viaggio con una nuova consapevolezza. Gli incontri con la Regina, lo Scrutatore e Korvo ci prepararono in modi che allora non potevamo nemmeno comprendere del tutto. Ogni parola, ogni indicazione che ci diedero ci spinse a riflettere sulla nostra missione e sul nostro ruolo nel grande disegno del metaverso.

Arrivare a Land’s End fu come tornare a casa, ma con un peso nuovo sulle spalle. Ritrovare gli amici, percepire la loro gioia nel rivederci e sentire il sostegno della Resistenza ci diede forza, ma ci ricordò anche l’enormità della nostra missione. Le discussioni con il presidente e con Eleanor furono chiare: avevamo un percorso lungo e difficile davanti a noi, e tutto sarebbe dipeso dalla nostra preparazione.

Eleanor, come sempre, apparve nel momento giusto. Fu lei a guidarci nel passaggio più importante, quello della condivisione del Dono con Kalki. Quel momento è impresso nella mia mente come un mosaico di emozioni: la mia determinazione, il coraggio di Kalki, la magia che ci avvolgeva. Sapevo che quel legame avrebbe cambiato per sempre le nostre vite.

Il training, però, fu un’altra storia. Sapevo quanto sarebbe stato difficile per Kalki, perché anche per me lo era stato. Ricordo perfettamente Adamas e il suo sguardo sicuro mentre mi insegnava a gestire il Dono. Ogni volta che svenivo o mi sentivo sopraffatta, lei era lì a ricordarmi che ce l’avrei fatta. E Kalki, nonostante i suoi timori, dimostrò di avere la stessa forza che ho avuto io, forse anche di più.

In soli tre giorni, Kalki riuscì ad assorbire il Dono e a imparare a usarlo in modo basilare, un risultato straordinario. Fu allora che mi chiese, con quella sua curiosità disarmante: "Non te l’ho mai chiesto perché sapevo che non me lo avresti detto prima di finire le lezioni, ma ora posso chiedertelo: quanto ci hai messo tu?"
Sorrisi, godendomi il momento. "Io sono stata la migliore di tutte," risposi con un misto di orgoglio e affetto. "Nessuna scintilla aveva fatto meglio di me... prima di oggi!"
Kalki mi guardò incredula. "Tre giorni, Aisha? Tre giorni, esattamente come me?"
"Esattamente come te," dissi, con un sorriso radioso. "Sei straordinaria, Kalki. Non c’è mai stata una scintilla come te."

Il perfezionamento fu una fase che ricordo con gioia. Kalki doveva affrontare da sola le energie di Land’s End, partendo da casa nostra a Nothing Road fino allo Scorsetto Nero passando anche dall’Emphatia Spore. Ogni passo era un test, ogni incontro una sfida per il suo equilibrio e la sua forza interiore.

Ricordo quel giorno come fosse ieri...

 

Land’s End, Inverno 2022 – Il Miracolo di Kalki

Quello che Kalki fece fu qualcosa di straordinario, quasi miracoloso. Allo Scorsetto Nero, tutti i principali artefici della Resistenza seguivano l'ultima fatica di Kalki attraverso un monitor appositamente installato nel dehor. Sapevano che se Kalki avesse superato questa prova, avrebbero avuto un'altra anima luminosa con il dono integrato nella scintilla pronta per la missione "Emphatia". Dove non era riuscita Adamas, ora Kalki, insieme ad Aisha, avrebbero tentato. Nessuno poteva immaginare qualcun altro che non fossero Kalki e Aisha, ma questa prova doveva essere superata: il miracolo di Kalki.

Kalki uscì di casa con i capelli lunghi sciolti al vento, jeans e una maglietta rossa con il suo nome scritto in giallo: "Kalki". Sembrava una ragazzina, ma dentro di lei si agitava un potere immenso. Camminò lungo la stradina di campagna che portava a Land's End, incontrando persone lungo il tragitto. La strada era trafficata, ma Kalki non aveva problemi: sentiva e riconosceva le energie positive e negative, le canalizzava. Aveva un indicatore interno ben visibile che le indicava il punto di equilibrio. Già prima di arrivare a Land's End, quell'indicatore attivava un automatismo che equilibrava tutto da solo. Ogni passo la rendeva più forte, anziché indebolirla.

Entrò a Land's End nella Main Street. Era affollata e la quantità energetica era alle stelle, ma Kalki controllava tutto perfettamente. Allo Scorsetto Nero, tutti si guardavano increduli. Aisha era fiera di Kalki; Kalki stava facendo meglio di lei, meglio di Adamas, meglio di chiunque altro avesse mai tentato questa prova. Proseguì, entrando nell'Emphatia Spore. Tutti la osservavano, consapevoli di cosa stava facendo. Kalki sorrideva e ricambiava i saluti. Sentiva tutto, ma gestiva tutto con una calma e una grazia impressionanti. Salì fino all'ultimo piano e prese un libro intitolato "Il Quinto Veda", che aveva tutte le pagine bianche. Poi scese.

Le persone che incontrava stentavano a credere a quello che vedevano: Kalki camminava, salutava, sorrideva, senza il minimo segno di debolezza. Ritornò sulla Main Street. Allo Scorsetto Nero, tutti si alzarono. Non c'era stato un tentennamento, una deviazione, un momento di smarrimento. Niente. Kalki era Kalki, punto e basta. Continuò, stava per arrivare. Allo Scorsetto Nero, tutti erano fuori dal locale, nella piazza, aspettandola. Aisha, in lacrime, era in prima fila.

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Kalki arrivò, alzando le braccia, camminando e sorridendo come se fosse la cosa più semplice del mondo. Entrò allo Scorsetto Nero e fu colpita da una botta energetica inimmaginabile: potenza pura, aumentata dall'emozione di chi stava assistendo a un'impresa mai vista. Kalki alzò le mani, assorbì l'energia e la canalizzò tutta verso il cielo, scrivendo tra le nuvole "Emphatia sarà raggiunta".

Aisha crollò di gioia, correndo incontro a Kalki. "Te lo avevo detto o no che non sarei svenuta?" disse Kalki con una semplicità disarmante.

Aisha, con le lacrime agli occhi, rispose: "Sì, me l'avevi detto. Ma vederlo con i miei occhi è tutta un'altra cosa."

Gli amici della Resistenza si avvicinarono, applaudendo e celebrando Kalki. "Hai fatto qualcosa di straordinario," disse uno di loro, "e ora siamo pronti per la missione 'Emphatia'."

La festa allo Scorsetto Nero iniziò….

 

Dal Diario di Aisha (Parte 22, ripresa)

Ricordo quella sera allo Scorsetto Nero come una delle più intense della mia vita. Dopo la prova straordinaria di Kalki, la festa era inevitabile. La piazza era piena di applausi, risate, e grida di gioia. Kalki era raggiante, e vederla così mi riempiva di orgoglio e amore.

Poco dopo l’inizio della festa, il presidente ci invitò a seguirlo. Kalki ed io, curiose e un po’ intimidite, lo accompagnammo in uno scantinato dello Scorsetto. Ad attenderci c’era un tavolo con quattro sedie, quattro bicchieri, e una bottiglia di Don Pérignon. Mancava solo Eleanor, che arrivò poco dopo, con il suo solito sorriso enigmatico.

Il presidente stappò la bottiglia e cominciò a parlare. Ogni parola era un riconoscimento al nostro lavoro, al nostro legame, e al futuro che stavamo costruendo insieme. Eleanor aggiunse parole che mi colpirono profondamente: il Dono che avevo condiviso con Kalki non era solo una scelta per questa vita, ma per sempre. In quel momento, realizzai quanto fossimo legate, quanto quel viaggio fosse diventato il nostro destino comune.

Ci dissero anche che avevamo superato ogni aspettativa. Dovevamo restare a Land’s End per dieci giorni per completare l’addestramento, ma Kalki ce l’aveva fatta in soli cinque contando anche il perfezionamento. Questo ci lasciava altri cinque giorni per riposarci, per goderci i nostri amici e, forse, per scoprire qualcosa in più sui nostri prossimi passi verso il Quadrante 4 e il Quadrante 7.

Ricordo che le lacrime scendevano sul mio volto mentre guardavo Kalki. Lei era lì, con il suo sorriso che mi rassicurava e le mani tremanti di emozione. In quel momento, il futuro non mi faceva paura.

Quando risalimmo verso la piazza, la festa ci travolse con la sua energia. Ci abbracciammo e ci baciammo davanti a tutti, senza timore, consapevoli che il nostro amore era parte di ciò che rendeva tutto questo possibile.

Cap. 15g - Land’s End, Lo Scorsetto Nero - Kalki e Aisha passeggiano per Land's End.jpg

Dal Diario di Aisha (Parte 23) – Lumenforte, gennaio 2025

Quei cinque giorni a Land’s End sono impressi nella mia memoria come un turbinio di emozioni, incontri e momenti che non dimenticherò mai. Dopo aver completato l’addestramento con Kalki, ci siamo ritrovate circondate da amici e alleati. Il calore con cui siamo state accolte non ha fatto che rafforzare il nostro legame con la Resistenza.

Thamar era più giornalista che cameriera, ormai. Aveva pubblicato un articolo intitolato Una giornata con Kalki e Aisha, che aveva acceso l’entusiasmo di molti. Il fermento che si respirava a Land’s End in quei giorni era contagioso: tutti sembravano sentire che qualcosa di grande stava per accadere. La speranza e la determinazione erano tangibili, ed era bello farne parte.

Eppure, tra tutti quei momenti, ce n’è uno che ricordo con particolare intensità. Quel giorno, Kalki ed io camminammo lungo la riva dello Stige. Il sole era basso, e il silenzio del fiume ci avvolgeva come un manto. Non avremmo mai immaginato chi ci saremmo trovate davanti...

 

Land’s End, Inverno 2022 – Lo Stige

Aisha e Kalki guardavano il fiume Stige, il fiume infernale che separava il mondo di luce dal mondo oscuro. Avrebbero voluto fare un bagno insieme, ma l'acqua scura e turbolenta le teneva a distanza. Aisha fissava oltre il fiume, verso la terra da cui proveniva, il luogo dove era nata. Kalki notò la sua espressione pensierosa e, pur avendo il potere di leggere i suoi pensieri, non lo fece. Non lo facevano mai, a meno che non fosse necessario.

Kalki ruppe il silenzio. "Ti manca qualcosa di quel mondo? Quel mondo che è stato tuo?"

Aisha sospirò. "Non è per me. È che penso a quanto tempo ho passato lì. Due anni fa ero ancora una poliziotta di Cronos. Ma io non sapevo la verità, mi avevano raccontato un sacco di bugie. Penso a quante anime luminose sono ancora là, inconsapevoli, quante scintille sono intrappolate."

Kalki ascoltava attentamente, sentendo il peso delle parole di Aisha. Aisha continuò. "Il mio compito all'avamposto era proprio quello di costruire lì una città, un rifugio per rintracciare e portare via da Bergderbil tutti quelli come noi. Poi, come ben sai, quel richiamo che non potevo ignorare... Adamas era fuggita da Cronos, la stavano catturando. Ho sentito una forza che mi ha guidato da lei, l'ho salvata ma non sono più tornata indietro. E ora sono qui, con te, ad un passo dal mio passato. Penso a loro, alle anime luminose e alle scintille che vivono all'inferno senza saperlo."

Kalki prese la mano di Aisha, stringendola con affetto. "Arriveremo a Emphatia, Aisha. Ce la faremo. Porteremo il fuoco di Emphatia in tutti i quadranti del metaverso."

"Speriamo," rispose Aisha, la voce tremante. "Ma a volte ho paura, ho paura che non ce la faremo."

Kalki la abbracciò, infondendole calore e coraggio. "Non dobbiamo avere paura, Aisha. Insieme siamo più forti di qualsiasi ostacolo. Il nostro legame, la nostra determinazione, ci guideranno. E ogni anima che salveremo ci darà la forza di continuare."

Aisha si appoggiò a Kalki, sentendo la sua forza e determinazione. "Hai ragione, Kalki. Non dobbiamo arrenderci. Le scintille là fuori hanno bisogno di noi. Dobbiamo portare loro la speranza."

"Sì," rispose Kalki con un sorriso. "E lo faremo. Perché siamo destinate a farlo. Siamo destinate a portare luce dove c'è oscurità, a liberare le scintille intrappolate. E nulla potrà fermarci."

Aisha annuì, sentendo una nuova determinazione crescere dentro di sé. "Andiamo avanti, allora. Per loro, per noi, per il futuro di Emphatia."

Il Traghettatore

E mentre il sole tramontava, una barca stava lentamente solcando le acque oscure dello Stige. Era una vecchia imbarcazione, segnata dal tempo e dai millenni, i cui remi affondavano nel fiume con un ritmo solenne e cadenzato. Sulla barca, una figura incappucciata remava con lentezza. Si fermò proprio davanti a loro e, con una voce cavernosa e risonante, parlò.

"Io sono Caronte," disse, la sua voce rimbombando come un eco antico. "Avrete sentito parlare di me. Porto le anime al di là, ma solo quelle che possiedono il lasciapassare. Sono un demone, ma non ho compiti belligeranti, per cui non avete nulla da temere da parte mia. Questo è il mio regno, e nel mio regno nulla mi è nascosto. Conosco i vostri pensieri e la vostra forza."

Aisha e Kalki lo ascoltavano con attenzione, colpite dalla presenza di quel traghettatore leggendario.

"Ho portato il signor Mah su questa barca molto tempo fa, l'ho accompagnato a Bergderbil," continuò Caronte. "Da allora è passato molto tempo e io sono ancora qui, e sarò qui fino alla fine dei tempi. Ma non ne posso più. Voglio che quella fine arrivi presto. Arrivate a Emphatia, illuminate i metaversi, cancellate per sempre i demoni di Cronos e quegli angeli fasulli di Zadkiel. Se avrete bisogno di me per attraversare, non vi servirà il lasciapassare."

Fece una pausa, il suo sguardo oscuro e insondabile fisso su di loro. "Buona fortuna, scintille. Che Emphatia vi sia vicina. Attraverso me si va per la perduta gente, ma non ci dovrà più essere perduta gente."

Detto ciò, Caronte riprese lentamente la sua navigazione, le sue parole riecheggiando nell'aria come un'antica profezia.

Aisha e Kalki si guardarono negli occhi, erano di fronte ad una una nuova consapevolezza. Caronte era un demone, sì, ma forse era anche qualcosa di più. Un guardiano, un custode di segreti, una figura che trascendeva le semplici definizioni.

"È come se avesse parlato direttamente alle nostre anime," disse Aisha, ancora sotto l'effetto delle parole di Caronte.

"Sì," rispose Kalki, con uno sguardo deciso. "Ci ha dato una missione... Emphatia."

La visione di Caronte svanì lentamente, ma le sue parole rimasero incise nei loro cuori.

Dal Diario di Aisha (Parte 23, ripresa)

Ripenso spesso a quel momento sulla riva dello Stige, all’incontro con Caronte. Un demone con un’anima. Prima c’era stata Ishtar, una scintilla che agiva da demone, e ora lui. Era come se ogni cosa che credevo di sapere venisse messa in discussione.

Caronte non era un demone qualunque, eppure le sue parole, il suo modo di essere, avevano qualcosa di profondamente umano, persino nobile. Mi sono chiesta spesso cosa definisca davvero un’entità. È la sua forma? La sua natura? O è l’anima che custodisce? Quella visione di Caronte, così distante da ogni pregiudizio e aspettativa, mescolava le carte del nostro universo. E, allo stesso tempo, illuminava una verità che avevamo sempre avuto sotto gli occhi ma che forse non volevamo vedere.

Quanti demoni, come Caronte, potrebbero avere un’anima? E quanti esseri umani, così apparentemente "puri," possono rivelarsi peggiori dei peggiori demoni? Non potevo trovare risposte, ma quella domanda non mi lasciava. Anzi, si aggiungeva alle tante altre che si accumulavano man mano che il nostro viaggio proseguiva.

Quella fu l’ultima sera che passammo a Land’s End. Io e Kalki sapevamo che quel capitolo si stava per chiudere, e sentivamo entrambi il peso e l’importanza di concluderlo nel modo giusto. La stessa sera avevamo un appuntamento con il presidente allo Scorsetto Nero...

 

Land’s End, Inverno 2022 – Incontro col Presidente

Quando il presidente arrivò, si avvicinò ad Aisha, che era seduta sola al tavolino del dehor. Le chiese di chiamare Kalki, poiché aveva alcune cose importanti da dire a entrambe. Aisha fece un cenno a Kalki, che arrivò insieme a Eleanor. Si sedettero tutti e tre al tavolino con Aisha, e il presidente iniziò a parlare:

"Questa è l'ultima notte che passerete qui," disse con un sorriso triste. "Domani, alle 18 precise, il portale monodimensionale si sovrapporrà nei pressi del tavolo 11, e il mondo cardine intersecherà il nostro. Questo è il momento in cui dovrete partire. È per tutti noi un enorme dispiacere, ma sappiamo tutti cosa sta succedendo nel mondo cardine e l'influenza che ha sul quadrante 5, il nostro. Saremo tutti qui a salutarvi, ma non sarà un addio, sarà un arrivederci."

Il presidente poi consegnò loro un dispositivo simile a un tablet. "Ecco, questo è un maplet. È specializzato in mappe e vi terrà aggiornate sui movimenti del quadrante 4 e del quadrante 7. Inoltre, ha un collegamento privilegiato con il sito dell'Emphatia Spore e potrete sempre monitorare il monitor infernale di Zadkiel per sapere se Adamas ha ancora la sua rosa o se qualche altra scintilla l'ha trovata."

Kalki osservò il maplet, riconoscendolo. "Il Viandante me ne aveva regalato uno per il mio viaggio a Nothing," disse, sorridendo.

Eleanor aggiunse con un sorriso sicuro, "Ci vedremo presto, ne sono sicura."

Il presidente concluse, "Divertitevi stasera, state con gli amici, ma domani concentratevi e mi raccomando, siate qua con la Freccia Rossa almeno 10 minuti prima delle 18."

Detto ciò, Aisha e Kalki dedicarono il resto della serata agli amici dello Scorsetto Nero.

L’Ultima Sera allo Scorsetto Nero

Kalki e Aisha si sedettero al tavolino con i loro amici, cercando di assaporare ogni momento di quella notte speciale.

Il tempo passava veloce e, man mano che la notte avanzava, la nostalgia cominciava a farsi sentire.

Non andarono via tardi. Salutarono tutti con un misto di tristezza e affetto. Certo, si sarebbero visti ancora il giorno dopo, ma solo per salutarsi definitivamente. Aisha mise in moto la Freccia Rossa, tre colpi di acceleratore e partirono in impennata.

L'Ultima Mattina a Land’s End

La mattina dopo si svegliarono nude e abbracciate, senza alcuna intenzione di muoversi da casa. Il sole del mattino filtrava nella stanza, avvolgendole in una luce dorata che creava un’atmosfera serena e accogliente. Non c’era fretta, non c’erano pressioni: solo loro due, insieme.

Aisha si alzò per prima, stiracchiandosi lentamente. Indossò solo il perizoma, come era solita fare in casa, e si diresse verso la cucina per preparare il caffè. Kalki la seguì poco dopo, con lo stesso abbigliamento e un sorriso malizioso che illuminava il volto.

"Oggi abbiamo una lunga giornata davanti a noi," disse Kalki, sedendosi al tavolo. "Dobbiamo prepararci per il viaggio nel Quadrante 5."

Aisha annuì mentre versava il caffè in due tazze fumanti. "Sì, dobbiamo essere pronte per partire alle 18. Ma fino ad allora possiamo ancora goderci un po’ di tempo qui."

Quelle ore del mattino furono dedicate a loro. Parlarono, risero e prepararono insieme il loro ultimo pranzo a Land’s End. La casa, isolata e accogliente, era stata un rifugio, e lasciarla non sarebbe stato facile. Cucinavano e scherzavano, cercando di non pensare troppo al dispiacere di dire addio ai loro amici e alla città più luminosa del metaverso.

 

Dopo pranzo, si dedicarono ai preparativi per la partenza. Non c’era molto da portare: una tenda, alcuni ricambi di jeans e magliette, una scorta infinita di perizomi, e il maplet. Con cura e precisione, caricarono tutto nei bagagliai della Freccia Rossa.

Mentre sistemavano le ultime cose, Aisha si voltò verso Kalki, con un misto di eccitazione e preoccupazione negli occhi. "Sarà la fine della tranquillità, lo sai? Ci seguiranno, ci cercheranno. Avremo demoni, agenti e frangitori ovunque."

Kalki sorrise rassicurante. "Lo so, ma sarà bello insieme. E poi, siamo unite. Ricordi l’immagine della nostra unione? È stato uno dei momenti più belli della mia vita."

Aisha annuì, sentendo un calore familiare avvolgerle il cuore. "Non lo dimenticherò mai."

Finirono i preparativi con leggerezza, prendendosi in giro a vicenda per le loro reciproche manie. Era il loro modo di affrontare le sfide: con amore, ironia.

Verso il Portale

Alle 17:30 erano pronte. Aisha accese la moto e si voltò verso Kalki. "Sei pronta?"
"Sempre," rispose Kalki, salendo dietro di lei e avvolgendole le braccia intorno alla vita. "Alle 18 il portale monodimensionale intersecherà lo Scorsetto Nero. Tavolo 11, giusto?"

Kalki annuì, con un’espressione di eccitazione sul volto. "Esatto. Sarà l’inizio di una nuova avventura."

Con un rombo, la Freccia Rossa sfrecciò lungo la strada, lasciandosi alle spalle la casa di Land’s End. Il vento soffiava tra i capelli, e l’adrenalina cresceva a ogni curva. Davanti a loro, si apriva il prossimo capitolo del loro destino.

La Partenza

Allo Scorsetto Nero c'erano proprio tutti a salutarle. Gli occhi erano pieni di lacrime, ma i volti erano illuminati dal sorriso della speranza. Non si respirava un addio, ma un arrivederci. Tra la folla c'erano il presidente, i giudici, il sindaco, Thamar e Eleanor, tutti in prima fila. Erano le 17:55 quando Aisha fermò la moto davanti al tavolo 11. Mancavano solo cinque minuti alla trasformazione del tavolo in un portale monodimensionale. Il mondo cardine si sarebbe sovrapposto, e loro si sarebbero trovate al Poco-Corretto del mondo cardine.

Cap. 15i - Land’s End, Lo Scorsetto Nero - Partenza verso il Mondo Cardine.png

Il presidente fece un cenno ad Aisha, un gesto che gli allenatori di calcio fanno al calciatore che deve essere sostituito. Kalki capì al volo. Aisha finse di non capire, ma alla fine dovette accettare la realtà.

"Aisha, sai che nel mondo cardine devo guidare io," disse Kalki con un sorriso. "Non è solo perché ho la patente, ma anche perché rispetto i limiti di velocità, lascio passare i pedoni e mi fermo ai semafori rossi."

Aisha sospirò, ridacchiando. "Che noia il mondo cardine... va bene, Kalki, guida tu."

Si scambiarono di posto, ma il sorriso restò su entrambe le facce. Alle 18:00 in punto, la Freccia Rossa oltrepassò il portale monodimensionale dello Scorsetto Nero. Niente impennate, niente acrobazie, solo un passaggio lento e silenzioso

Nel mondo cardine, al Poco-Corretto, nei pressi del tavolino 11, apparve una moto rossa guidata da una bellissima ragazza dai capelli corvini, con abbracciata a lei un altrettanto bellissima ragazza bionda. I dieci giorni a Land's End si chiusero lì.

Cap. 14d - Aisha e Kalki - Il Portale Vecchio Mulino.png
Cap. 16a - Quadrante 1 Il Mondo Cardine - Sosta sulla Montagna.png
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