
Aisha
عائشة
Cap. 16: Quadrante 1: Il Mondo Cardine

Il Percorso nel Mondo Cardine
Il percorso nel mondo cardine era lunghissimo e complicato. Il quadrante 1 era formato da un segmento rotondo chiamato Terra, dove loro si trovavano. Questo segmento roteava costantemente all'interno del quadrante, ma ogni 90 giorni il segmento Terra si affiancava a un punto fisso del quadrante 1, non legato al movimento rotatorio della Terra. Arrivati a quel punto, la Terra del quadrante 1 confinava con il quadrante 4 e, come sembravano indicare le mappe, si poteva tranquillamente oltrepassare il confine.
Quel giorno in cui i punti della Terra toccavano la sezione fissa del quadrante 1 sarebbe stato tra 9 giorni. Se non volevano passare altri 90 giorni nella terra di nessuno, dovevano fare in fretta. Nel mondo cardine, però, Aisha non poteva guidare; bisognava sperare in Kalki.
Anche nel mondo cardine erano le 18 di sera quando arrivarono. Decisero di guidare almeno fino alle 23, sempre a sud. Kalki si mise alla guida, e la Freccia Rossa riprese il suo cammino.
"Non sarà facile," disse Aisha, appoggiando il mento sulla spalla di Kalki. "Ma ce la faremo, vero?"
Kalki sorrise sotto il casco. "Assolutamente sì. Abbiamo nove giorni per raggiungere il confine."
Con il motore ruggente sotto di loro, si lasciarono alle spalle il Poco-Corretto e iniziarono il lungo viaggio verso sud. Il vento sferzava i loro volti, ma il calore del loro legame le manteneva salde e determinate.
"Ricorda di non superare i limiti di velocità," scherzò Aisha, anche se sapeva che Kalki era sempre prudente.
"Non preoccuparti," rispose Kalki con una risata. "Voglio arrivare sana e salva con te."
Le strade si allungavano davanti a loro, unendo punti di luce e ombra, realtà e metaverso.
Alle 23 si fermarono per una breve sosta. Aisha scese dalla moto e si stiracchiò, guardando il cielo stellato del mondo cardine.
Riposarono un po', poi ripresero il viaggio. La Freccia Rossa rombava dolcemente, come una promessa di avventure future.
Sosta sulla Montagna
Dopo un'ora di viaggio, decisero di fermarsi per dormire. Erano sul tetto di una montagna, in un luogo solitario dove non c'era anima viva, e probabilmente neanche morta. Montarono velocemente la canadese e si misero ad osservare l'infinito davanti a loro.
Sedute una accanto all'altra, con il panorama vasto e misterioso davanti, avevano ancora nel cuore la bellezza e la gioia di Land's End, dei loro momenti e dei loro amici. Tuttavia, davanti a loro si stendeva l'ignoto, un nulla da riempire. La consapevolezza che a riempirlo sarebbero state loro, con la loro forza e il loro amore.
Si alzarono lentamente, spogliandosi l'una di fronte all'altra. Non c'erano scherzi o prese in giro questa volta; c'era solo l'intensità dei loro occhi bagnati di emozione. Si baciarono, a lungo, sentendo il calore dei loro corpi avvolgerle.
Le loro mani si cercarono, si strinsero, si toccarono, esplorando ogni centimetro dell'altra con una delicatezza infinita. I loro respiri si mescolavano nell'aria fresca della montagna, creando una sinfonia di amore e desiderio.
Poi, insieme, entrarono nella canadese. Il mondo esterno scomparve, lasciando spazio solo a loro due, al loro amore e alla loro passione. Sotto le stelle del mondo cardine, crearono un angolo di paradiso, riempiendo quel nulla con la forza del loro amore
Sosta alla Locanda sui Monti del Quadrante 1
Nel mondo cardine, le terre al di fuori delle città erano per lo più sicure dai demoni. Tuttavia, in quel momento, il segmento Terra era devastato da guerre terrificanti, una conseguenza diretta delle azioni del secondo cavaliere, Guerra. La devastazione si diffondeva come un'ombra inarrestabile, e il Quadrante 1, abitato da numerose anime luminose e scintille, stava lottando per sopravvivere contro quelli che i liberi pensatori e i dissidenti chiamavano "il gregge."
Questo gregge, privo di anima e incapace di pensare autonomamente, era manipolato come un'arma nelle mani di forze oscure, con l’unico scopo di schiacciare le anime luminose. Per Kalki e Aisha, la salvezza del mondo cardine era cruciale per il destino dell’intero metaverso.
Erano già partite da un pezzo, il sole era alto nel cielo e non avevano mangiato nulla da più di un giorno. Fortunatamente videro una locanda sui monti del quadrante 1. Decisero di fermarsi.
L'Incontro nella Locanda
La locanda era un piccolo rifugio di legno, incastonato tra le montagne, con un'insegna che cigolava al vento. Entrarono, e furono accolte dal calore del fuoco nel camino e dall'odore invitante di cibo appena preparato. Pochi avventori erano presenti, e un vecchio locandiere, con un sorriso gentile, le accolse.
"Benvenute, viandanti. Cosa posso offrirvi?" chiese, mentre le faceva accomodare a un tavolo vicino al fuoco.
"Qualsiasi cosa tu abbia pronto," rispose Kalki, "siamo affamate e in viaggio da molto."
Mentre aspettavano il cibo, Aisha e Kalki iniziarono a parlare delle loro avventure. Ricordavano i momenti difficili e quelli felici, la bellezza di Land's End e i loro amici, ma anche l'incertezza e l'ignoto che le attendevano.
"Pensavo che il segmento Terra fosse già abbastanza complicato," disse Aisha, guardando fuori dalla finestra. "Ora dobbiamo preoccuparci anche delle guerre."
Il vecchio locandiere tornò con un piatto di stufato fumante e pane fresco. "Mangiate, giovani," disse, "vi darà la forza di cui avete bisogno."
Mentre mangiavano, notarono una coppia di avventori che le osservavano con curiosità. Erano una giovane donna dai capelli rossi, con uno scialle consumato avvolto attorno alle spalle, e un uomo robusto, segnato da una lunga cicatrice che gli attraversava il volto. La donna si avvicinò timidamente, quasi esitante.
"Siete nuove qui," disse, in un sussurro che tradiva un misto di curiosità e timore.
"Sì," rispose Aisha con un sorriso gentile. "Siamo in viaggio."
La donna scambiò uno sguardo significativo con l’uomo, che si alzò dalla sedia con un’espressione grave. "State attente," disse con una voce profonda e seria. "Il mondo cardine non è più sicuro come una volta. Ci sono pericoli che non si vedono fino a quando non ti sono addosso."
Kalki lo osservò attentamente, percependo che quelle parole non erano un semplice avvertimento, ma nascondevano qualcosa di più. "Grazie, terremo gli occhi aperti," disse, con un sorriso che tradiva un pizzico di ironia.
Dopo aver mangiato e riposato, Kalki e Aisha si prepararono a ripartire. Il locandiere augurò loro buona fortuna.
"Che il vostro viaggio sia sicuro," disse, "e che troviate ciò che cercate."
"Pronta a conquistare il mondo cardine?" chiese Aisha, stringendosi a Kalki. "Sempre," rispose Kalki, accelerando.
Le montagne si allontanavano alle loro spalle mentre continuavano il loro viaggio.
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Arrivo in una Città del Mondo Cardine
Dopo ore di viaggio verso sud, Kalki e Aisha arrivarono finalmente a una città del mondo cardine. Decisero di fermarsi per rilassarsi un po' e recuperare energie prima di proseguire. Tuttavia, bastarono pochi minuti per rendersi conto che le città del mondo cardine erano molto diverse da Land’s End.
Le strade erano affollate, ma c’era una tensione palpabile nell’aria, come se ogni persona camminasse sul filo di un rasoio invisibile. Kalki osservò la folla con attenzione, percependo frammenti di energia che oscillavano tra paura, rabbia e un odio strisciante.
Nonostante molte anime luminose abitassero il mondo cardine, soffrivano sotto il peso di un sentimento dominante: l’odio. Era un odio feroce, rivolto al diverso, al debole, a chiunque osasse pensare in modo autonomo, al di fuori della narrazione imposta dai Frangitori.
Non tutte le città del mondo cardine erano così. Era un mondo in trasformazione, dove l’equilibrio sembrava un sogno lontano, costantemente sabotato. Ma quell’equilibrio non doveva essere permesso, a meno che a realizzarlo non fossero Vishnu e Shiva, che agivano come burattinai di un sistema costruito per dividere, mai per unire.
La Visione di Kalki
Kalki aveva acquisito il dono da poco, mentre Aisha lo gestiva da più tempo e con maestria. Mentre camminavano per le strade affollate, Kalki avvertiva tutto con una sensibilità acuta. Era come se una cappa nera salisse dal terreno, avvolgendola.
"Lo senti anche tu?" chiese Kalki, cercando di mantenere la calma.
Aisha annuì. "Sì, ma devi imparare a filtrare queste energie. Non puoi lasciare che ti sopraffacciano."
Kalki respirò profondamente, cercando di controllare l'afflusso di energia negativa che percepiva. Ogni passo sembrava più pesante del precedente, come se camminasse attraverso un mare di oscurità.
Le voci nella sua testa si facevano sempre più forti. L'odio, la paura, il disprezzo che la circondavano minacciavano di farla crollare. Sentiva le gambe tremare e una sensazione di vertigine la colpì.
"Kalki, non lasciarti andare," disse Aisha, prendendole la mano. "Concentrati su di me, sulle nostre energie."
Kalki chiuse gli occhi per un momento, cercando di focalizzarsi sul legame che la univa ad Aisha. Sentì il calore della mano di Aisha nella sua, e si aggrappò a quella sensazione, trovando forza in essa.
Kalki aprì gli occhi e vide la città in un modo diverso. Poteva percepire le anime luminose, quelle scintille di speranza in mezzo alla cappa di odio. Erano come fiammelle tremolanti in una notte buia, ma c'erano. Questo le diede la forza di andare avanti.
"Le vedo," disse a Aisha. "Le anime luminose. Sono qui, nascoste, ma ci sono."
"Sì, e dobbiamo proteggerle," rispose Aisha. "Ma non possiamo farlo da sole. Dobbiamo continuare il nostro viaggio."
Dopo aver passato un po' di tempo in città, decidendo che era meglio non restare troppo a lungo, le due ripresero il loro viaggio.
I Demoni di Bergderbil
Le notizie del viaggio di Kalki e Aisha si erano rapidamente diffuse anche a Bergderbil. Cronos, sempre vigile e astuto, ordinò a Serak, il demone che ora gestiva il quadrante 9, noto anche come quadrante Ishtar, di inviare dei demoni sul segmento Terra, lungo la strada che portava al quadrante 4. Serak, subdolo ed efficiente, mobilitò una cinquantina di demoni camuffati da militari, con automezzi e moto militari. Non sapevano esattamente dove cercare le due ragazze, ma crearono un campo lungo la strada che le due dovevano necessariamente percorrere. Inoltre, altri cinque demoni furono lasciati liberi di girovagare nelle zone circostanti per scovarle.
Kalki e Aisha, ormai esauste e affamate, giunsero in un paesino dopo aver viaggiato ininterrottamente per un giorno intero dalla locanda sui monti. Non era certo il paradiso, ma almeno non vi riscontravano l'odio opprimente che avevano trovato in città. Le case erano modeste, e le strade erano illuminate da luci fioche che davano al luogo un'aria tranquilla e accogliente.
Decisero di fermarsi per cenare e trovare un posto dove passare la notte. Entrarono in una piccola locanda che sembrava accogliente. Il proprietario, un uomo robusto con un sorriso caloroso, le accolse con entusiasmo.
"Benvenute! Cercate un posto per mangiare e riposare, vero?" chiese con un tono amichevole. "Sì, grazie," rispose Aisha, sorridendo.
Si sedettero a un tavolo vicino al caminetto e ordinarono il piatto del giorno. Il cibo era semplice ma delizioso, e le ragazze si rilassarono mentre mangiavano, godendosi un raro momento di tranquillità.
Un Incontro Inaspettato
Mentre stavano finendo di cenare, la porta della locanda si aprì e un gruppo di cinque uomini entrò. Vestiti con abiti militari, i loro occhi scrutavano attentamente l'interno del locale. Kalki sentì un brivido lungo la schiena. C'era qualcosa di strano in loro, un'energia oscura che non poteva ignorare.
"Aisha," sussurrò Kalki, "quegli uomini non sono quello che sembrano."
Aisha annuì, il suo sguardo diventando più attento. "Lo sento anch'io."
I cinque uomini si sedettero a un tavolo dall'altra parte della stanza, ma i loro occhi continuavano a seguire Kalki e Aisha.
Dopo aver pagato il conto, decisero di ritirarsi nella stanza che avevano affittato per la notte. Mentre si dirigevano verso le scale, uno degli uomini militari si alzò e si avvicinò a loro.
"Buonasera," disse con un sorriso che di umano non aveva niente. "Non vi abbiamo mai visto da queste parti. Siete di passaggio?"
"Sì," rispose Aisha con calma. "Stiamo solo viaggiando."
L'uomo annuì, ma c'era una luce sinistra nei suoi occhi. "Vi auguro una buona notte, allora."
Nella loro stanza, Aisha chiuse la porta a chiave e guardò Kalki. "Sono demoni e non credo che siano qui per caso."
Kalki annuì, sentendo l'ansia crescere. "Lo so. Probabilmente attaccheranno stanotte, non dobbiamo farci trovare impreparate, dormiremo a turno."
E così accadde. Nel cuore della notte, un rumore improvviso ruppe il silenzio. Kalki, di turno per il primo giro di guardia, si irrigidì, percependo il pericolo. Si alzò di scatto, scuotendo leggermente Aisha per svegliarla.
"Qualcuno sta cercando di entrare," sussurrò con voce tesa.
Si prepararono, ogni movimento era carico di tensione. La porta tremò sotto la pressione dall’esterno, poi cedette con uno schianto. Cinque figure si fecero avanti nascondendo la loro natura demoniaca fino all’ultimo istante, poi si rivelarono per quello che erano.
Kalki e Aisha reagirono all’unisono, scatenando il potere del loro Dono. In un lampo di energia, i demoni furono ridotti in polvere. Ma il rischio corso era evidente, e un brivido attraversò entrambe al pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere.
Non persero tempo. Raccolsero in fretta le loro cose e lasciarono la locanda senza fare rumore. Salirono sulla Freccia Rossa e si allontanarono dal paesino. Il rombo del motore si dissolveva nella notte mentre si dirigevano verso sud.
"Non importa quanti demoni ci mandino contro," disse Aisha con un sorriso deciso. "Li affronteremo tutti, e troveremo le nostre rose."
Il Bosco Tranquillo
Dopo aver percorso diversi chilometri, Kalki e Aisha decisero che era il momento di fermarsi e riposare. Trovarono un bosco che sembrava tranquillo, con alberi alti e ombrosi che offrivano un rifugio accogliente. Montarono rapidamente la tenda, la loro piccola canadese che era stata testimone di tante notti simili, e si prepararono per la notte.
Sdraiandosi nella tenda, Kalki e Aisha si avvolsero l'una nell'altra, godendosi il calore reciproco. La luna alta nel cielo illuminava il bosco con una luce argentea, creando un'atmosfera quasi magica.
Improvvisamente, Kalki sentì una strana sensazione. Un brivido le percorse la schiena e il cuore iniziò a battere più velocemente. "Aisha... c'è qualcuno nel bosco."
Aisha si raddrizzò, i suoi sensi all'erta. "Cosa senti, Kalki?"
Kalki chiuse gli occhi, concentrandosi. "Non è un demone, ma c'è qualcosa. Qualcuno ci sta osservando."
Proprio in quel momento, un rumore tra i cespugli fece sobbalzare entrambe. Aisha si alzò, pronta a difendere Kalki. Ma invece di un pericolo, apparve un piccolo animale, simile a un procione, che le guardava con curiosità.
Kalki scoppiò a ridere, un po' per il sollievo e un po' per la tensione accumulata. "È solo un piccolo amico notturno."
Aisha sospirò, rilassandosi. "Bene, meglio così. Ma dobbiamo rimanere vigili."
Il resto della notte passò tranquilla, e nonostante l'incidente iniziale, riuscirono a dormire un po'. Il piccolo procione che le aveva spaventate tornò a gironzolare intorno alla tenda, quasi a vegliare su di loro.
Quando il sole iniziò a sorgere, illuminando il bosco con una luce dorata, Aisha svegliò dolcemente Kalki. Era il momento di riprendere il viaggio.
Proseguirono il loro viaggio sempre verso sud, cercando di mantenere alta la speranza e il morale nonostante le difficoltà. La strada era lunga e la loro meta ancora lontana. Tuttavia, mentre scendevano lungo un tratto isolato di strada, si imbatterono in un posto di blocco.
Il Posto di Blocco
Davanti a loro c'erano diverse camionette militari, alcune auto e moto militari, e una cinquantina di militari tra graduati e semplici soldati. Due di loro, brandendo la paletta, le fermarono e chiesero i documenti.
"Documenti, prego," disse uno dei soldati, con un tono che non lasciava spazio a repliche.
Kalki e Aisha passarono i documenti, perfettamente in ordine grazie alla preparazione di Land's End. Ma qualcosa non andava. L'aria era carica di tensione, e le ragazze lo percepivano chiaramente. I documenti non erano ciò che interessava ai militari.
"Dovete scendere dalla moto," ordinò uno dei soldati, con un tono freddo e impassibile.
Kalki e Aisha scambiarono uno sguardo rapido. Avevano già capito che si trattava di un'imboscata orchestrata dai demoni. Serak, guidava l'operazione da remoto. Sapeva che Kalki e Aisha avrebbero riconosciuto i suoi demoni, e aveva predisposto un piano impeccabile.
Mentre le ragazze cominciavano a pensare a un piano di fuga, i demoni non persero tempo. Uno di loro colpì Aisha alla testa con una violenza tale che lei svenne all'istante, crollando sulla moto. Kalki si girò, ma prima che potesse reagire, un altro demone la colpì alla testa riservandole la stessa sorte.
I demoni risero, soddisfatti del loro successo. "Il viaggio delle scintille è già finito," informarono Serak con orgoglio.
La Prigionia
Kalki e Aisha vennero separate e rinchiuse in due celle diverse. Vennero spogliate dei loro jeans e magliette, lasciate solo con i perizomi. Le loro mani furono legate con catene ai polsi, costringendole a stare in piedi, appese ma senza la possibilità di muoversi.
Uno dei demoni si soffermò su Aisha, forse riconoscendola. Anche lei in altri tempi aveva lavorato per Cronos. Osservò il suo viso privo di sensi, con gli occhi chiusi. Respirava piano, completamente indifesa nella sua cella. Le catene tintinnavano lievemente, accompagnando il suo respiro regolare, mentre l'oscurità della cella sembrava avvolgerla in un abbraccio freddo e crudele.
Aisha si svegliò lentamente, il dolore pulsante alla testa la riportava alla realtà. Il colpo era stato duro e ogni movimento era accompagnato da una fitta di dolore. Si lamentò leggermente, cercando di rimettersi in piedi per quanto le fosse possibile. La prima cosa che fece fu cercare il contatto con Kalki, ma non riusciva a percepirla.
L'Arrivo dei Frangitori
La porta della sua cella si aprì con un cigolio minaccioso, e due figure imponenti entrarono. Occhiali Ray-Ban e giacche da agenti segreti, sembravano usciti da un film di 007. Aisha li riconobbe subito: erano frangitori, specialisti nell'entrare nella mente delle persone e strapazzarla a piacimento. Sapeva quanto fossero pericolosi, ma sapeva anche che il dono che lei e Kalki possedevano li rendeva vulnerabili. I frangitori, tuttavia, ignoravano il fatto che entrambe avessero il dono.
Vedendo che Aisha aveva ripreso i sensi, i frangitori si prepararono a strapparle la scintilla e possibilmente imprigionare la sua anima. Aisha, benché all'erta, sapeva di non poter fare nulla senza prima sapere qualcosa di Kalki. Non poteva permettere ai frangitori di scoprire il suo dono.
Ricordando l'insegnamento di Adamas, decise di adottare l'unica tattica possibile in quella situazione: fingere di svenire. Con un ultimo sguardo di determinazione, chiuse gli occhi e lasciò che la sua mente scivolasse in un'apparente incoscienza, chiudendosi completamente ai frangitori.
Aisha si abbandonò a quel vuoto, sapendo che sarebbe rimasta così finché Kalki non si fosse fatta sentire, anche se ciò avesse richiesto un anno intero. La sua mente si chiuse come un libro sigillato, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di intrusione.
Nel Buio della Mente
Mentre si trovava in questo stato di apparente incoscienza, Aisha cercava di mantenere la calma. I ricordi di Kalki, dei loro momenti insieme a Land's End, la loro forza e il loro amore, erano la sua ancora. Sapeva che doveva resistere, che il loro legame era più forte di qualsiasi cosa. L'attesa sarebbe stata dura, ma la speranza che Kalki fosse ancora viva e che presto si sarebbe fatta sentire era ciò che le dava la forza di continuare a fingere.
I frangitori, ignari del dono di Aisha, si innervosirono per la sua reazione. Era chiaro che avrebbero dovuto rivedere il loro approccio. Nel frattempo, Aisha continuava a respirare piano, immobile, con la mente completamente chiusa, pronta a resistere finché fosse stato necessario.
Nel buio della sua mente, Aisha attendeva. E mentre il tempo passava, un debole sussurro si fece strada nel suo subconscio. Un sussurro che riconobbe immediatamente: Kalki. La sua presenza era debole, ma sufficiente a darle nuova speranza.
Ora Aisha si sentiva già meglio, ma continuò a fingere di essere svenuta in attesa del momento giusto.
L'Errore Fatale dei Demoni
I frangitori uscirono, lasciando due demoni di guardia con l'ordine di chiamarli quando Aisha si sarebbe svegliata. I demoni, tuttavia, non gradivano prendere ordini dai frangitori. Entrarono nella cella di Aisha e la guardarono. Anche ai loro occhi era bellissima, stesa lì priva di sensi, vestita solo con un perizoma bianco. Avrebbero potuto facilmente approfittarne e nessuno l'avrebbe mai saputo. Si scambiarono uno sguardo e agirono. Mentre uno le liberava i polsi, l'altro la teneva dai fianchi. Aisha sentiva tutto ma, da esperta, rimase immobile, completamente inerte, in balia dei demoni.
Ignari del pericolo, i demoni la adagiarono su un letto di marmo che si trovava lì. Aisha rimase immobile, ad occhi chiusi. Il primo demone iniziò a toccarla, arrivando fino al perizoma. Stava per toglierlo, con il volto a dieci centimetri dal suo. Aisha aprì gli occhi e polverizzò il primo demone. Il secondo demone capì che era finita, non ebbe tempo di reagire prima di essere annientato. Aisha si rimise le catene in modo da sembrare ancora incatenata e aspettò.
La Vendetta di Aisha
I frangitori, sospettosi per il silenzio dei demoni, entrarono e trovarono Aisha sempre incatenata, ma sveglia. Uno di loro la riconobbe e disse: "Ciao, poliziotta. Come stai?" Si avvicinò, la guardò negli occhi e tentò di entrare nella sua mente, seguito dal secondo frangitore. Cercavano la scintilla, l'anima, ma trovarono il dono. Aisha, preparata come se avesse avuto un detonatore mentale, esplose la loro mente. I frangitori si disintegrarono.
Aisha si liberò dalle catene, prese le chiavi della cella di Kalki lasciate dai demoni, e corse a liberarla. Schiaffeggiò forte Kalki per farla riprendere. Kalki si svegliò e Aisha le disse: "Ora corri, corri veloce fino al bosco." Arrivarono nel bosco e si nascosero. Poco dopo, i demoni si accorsero di ciò che era successo e iniziarono a cercarle, ma Aisha e Kalki, uno per uno, polverizzarono i 48 demoni rimasti.
Aisha prese la radiolina del demone capo e parlò: "Ciao Serak, come va? Mi piacerebbe trovare te la prossima volta. Con questi non ci siamo nemmeno divertite." Poi lanciò via la radiolina. Salirono sulla Freccia Rossa e partirono. Verso sud, sempre verso sud, verso le loro rose, lasciandosi alle spalle il caos e i resti dei demoni distrutti.
Riflessioni e Pianificazione
Dopo una giornata di tensione e fatica, Kalki e Aisha decisero di fermarsi in un piccolo ristorante con albergo lungo una strada meno frequentata. La sera era calda e tranquilla, e il cielo stellato sembrava offrire un raro momento di pace.
Sedute a un tavolo all’aperto, brindarono alla loro sopravvivenza e, per un istante, lasciarono che la tensione svanisse. Kalki ruppe il silenzio, con uno sguardo che mescolava curiosità e preoccupazione. "Come hai fatto a liberarti?" chiese, inclinando leggermente la testa.
Aisha sorrise, il ricordo ancora vivido nella mente. "Non è stato semplice. Ho dovuto fingere, aspettare il momento giusto... e agire. I demoni non sanno mai quando fermarsi."
Mentre la notte avanzava, le due ragazze discutevano del loro viaggio. Sapevano che i pericoli non erano finiti. "Dobbiamo essere più caute," disse Kalki, con un tono fermo. "Questi demoni e frangitori non ci daranno tregua."
"Lo so," rispose Aisha. "Ma non sarà il nostro obiettivo a cambiare, cambieremo la strada e useremo percorsi meno ovvi."
Le due ragazze restarono in silenzio per un po', guardando il cielo stellato. Le stelle sembravano più brillanti quella notte, quasi come se il metaverso stesso stesse vegliando su di loro.
Dal Diario di Aisha (Parte 24) – Lumenforte, gennaio 2025
Ricordo quella strana sensazione che provavo a stare io dietro sulla Freccia Rossa. Era come tradire una parte di me stessa. Quella moto non era solo un veicolo; era una mia creatura, un’estensione del mio essere, quasi viva. Eppure, nel Mondo Cardine, non potevo guidare. Non mi era permesso, e in qualche modo la Freccia Rossa lo sapeva. Sembrava quasi voler assecondare Kalki, accettandola senza resistenze.
Mi faceva sorridere, in un certo senso. Era come se la moto capisse che, per una volta, era meglio che fossi io a lasciare il controllo, che mi lasciassi portare. E Kalki... vedere con quanta sicurezza guidava, come se lo avesse sempre fatto, mi faceva sentire tranquilla. Ma quanta fatica era stata restare dietro, osservare, senza essere io quella a decidere il passo e la direzione.
Quella tranquillità, però, non era la stessa che provavo durante i combattimenti. Al contrario. Ripensando adesso alla freddezza che mi aveva accompagnata in quei momenti, alla lucidità con la quale avevo calcolato ogni mossa. Alla locanda, cinque demoni caduti in un batter d’occhio. Al posto di blocco, cinquanta demoni e due frangitori sgominati come birilli. Ma quello che mi colpiva di più non era stata solo la forza fisica, era stato il controllo.
Mi rivedo ancora adesso lì, incatenata, costretta a restare immobile mentre i due demoni mi osservavano, e i frangitori pianificavano il loro attacco alla mia mente. Ogni fibra del mio corpo voleva reagire subito, ma sapevo che avrei dovuto aspettare. Dovevo restare calma. Respiravo piano, la mente completamente chiusa. Quando i demoni mi sollevarono e mi adagiarono su quel freddo letto di marmo, riuscii a mantenere quella calma.
Avvertii il primo demone avvicinarsi, poi sentii le sue mani che si avventuravano oltre ogni limite. Era a pochi centimetri da me quando aprii gli occhi. Il resto fu istinto. Liberai il Dono, trasformai la sua arroganza in polvere. Il secondo demone non ebbe nemmeno il tempo di reagire. E i frangitori, così sicuri di sé, così certi di potermi spezzare. Li lasciai entrare nella mia mente, certo, ma solo per trasformarla nella loro rovina.
Mi chiedo ancora come feci a mantenere quella freddezza, quella lucidità. Ero io? Non del tutto. Era qualcosa di più grande.
Questo potere, questa forza... non so se mi apparteneva o se apparteneva a Kalki, o a entrambe. Ma ciò che mi sorprendeva di più era la consapevolezza di come la stavamo utilizzando. Non era solo reazione, non era solo sopravvivenza. Era un controllo che cresceva ogni giorno. E ora capisco perché ci avevano mandato nel Quadrante 4.
All’inizio non lo comprendevo. Guardando le mappe, il percorso più diretto per raggiungere il Quadrante 7 sarebbe stato andare subito verso sud, attraversare il Q5 e poi entrare nel Q8, dove avremmo trovato luoghi sicuri e familiari come il Labirinto di Adamas e Lumenforte. Da lì, il Mondo Oscuro ci avrebbe condotto direttamente al Q7, senza passare dal Mondo Cardine. Era logico, semplice, e sembrava il cammino naturale.
Ma il presidente, Eleanor... tutti insistevano che il Quadrante 4 fosse essenziale. E poi iniziai a capire.
Non era un percorso fisico. Non era un semplice spostamento. Il Quadrante 4 era una necessità. Non per le nostre gambe, ma per le nostre menti. Per il nostro spirito. Questo potere che cresceva dentro di noi non poteva essere lasciato libero senza equilibrio. Il Quadrante 4 ci avrebbe insegnato a dominare questa energia, a farne parte di un ordine naturale, un equilibrio che doveva nascere prima dentro di noi.
E adesso so che il viaggio non riguardava solo trovare le rose. È stato un viaggio di crescita, di comprensione. Ogni passo verso sud, ogni battaglia vinta, ogni respiro ci avvicinava alla nostra vera essenza.
Sentivo le rose sempre più vicine. Sentivo che fermarci sarebbe stato impossibile per chiunque. Nemmeno Cronos poteva immaginare ciò che stavamo diventando.
Mondo Cardine, Inverno 2023 - Lago Nyasa (Malawi)
Con i demoni sconfitti e il tabellino di marcia rispettato, Kalki e Aisha proseguivano il loro viaggio attraverso il segmento Terra del Mondo Cardine. Kalki guidava la Freccia Rossa con una naturalezza sorprendente, priva delle follie che Aisha probabilmente avrebbe compiuto se fosse stata al comando.
Verso l’ora di pranzo, giunsero nei pressi di un vasto specchio d’acqua scintillante: il Lago Nyasa. Un paesino pittoresco, con case dai tetti rossi e viuzze immerse nel verde, si affacciava sulle rive, offrendo una scena che sembrava uscita da una cartolina.
Parcheggiarono la moto vicino al lago e decisero di fare due passi. Il sole rifletteva sull’acqua cristallina, creando scintille di luce che danzavano sulla superficie. Le montagne circostanti si ergevano maestose in lontananza, incorniciando il paesaggio in un quadro mozzafiato.
Il Misterioso Eldrin
"È davvero bellissimo qui. Non sembra nemmeno di essere nel Mondo Cardine," disse Aisha, osservando il lago che scintillava sotto il sole.
"È come un piccolo angolo di paradiso," rispose Kalki, prendendole la mano. "Dopo tutto quello che è successo, un po’ di tranquillità ce la meritiamo."
Camminarono lungo il sentiero che costeggiava il lago, il rumore dell’acqua e delle anatre che nuotavano pacificamente riempiva l’aria. Pescatori lontani gettavano le loro reti, quasi fossero parte di un dipinto che prendeva vita. Le due si fermarono su una spiaggia di ciottoli, trovando un piccolo spazio isolato.
"Mi sembra un sogno," mormorò Aisha, fissando l’acqua. "Come se il mondo intero fosse scomparso, lasciando solo noi due."
"Un sogno o una tregua?" disse Kalki, con un mezzo sorriso. "Forse, per un attimo, il mondo si è preso una pausa per lasciarci respirare."
Si guardarono negli occhi, senza bisogno di dire altro. Dopo un po’, decisero di tornare al paesino per pranzare. Trovarono un piccolo ristorante con tavoli all’aperto, affacciati sul lago. L’atmosfera era serena, quasi irreale, e il profumo di pesce fresco che proveniva dalla cucina li convinse a fermarsi.
Il pranzo era semplice ma delizioso: pesce alla griglia, insalata croccante e pane appena sfornato. Kalki scherzava, cercando di far sorridere Aisha, ma entrambe sentivano un lieve peso nell’aria, come se la pace fosse troppo bella per durare.
Quel sospetto si concretizzò quando un uomo entrò nel ristorante. Vestiva in modo strano, con abiti che sembravano appartenere a un’altra epoca. La sua figura attirò subito l’attenzione: capelli scuri e disordinati, un viso segnato da rughe sottili e occhi profondi che sembravano nascondere un segreto. L’uomo si avvicinò al loro tavolo con passo deciso.
"Posso sedermi un momento? Ho bisogno di parlarvi," disse con una voce bassa e calma.
Aisha e Kalki si scambiarono uno sguardo veloce. "Certo," rispose Aisha con cautela. "Di cosa si tratta?"
"Mi chiamo Eldrin," iniziò l’uomo, abbassando lo sguardo per un istante. "So chi siete. Sono qui per aiutarvi. Il vostro viaggio è più importante di quanto possiate immaginare, e ci sono forze oscure che vogliono impedirvi di raggiungere il Quadrante 4."
Le parole di Eldrin pesarono nell’aria come macigni. Kalki aggrottò la fronte. "Come fai a saperlo? Chi ti ha mandato?"
"Non posso dirvi tutto ora," continuò Eldrin. "Ma sappiate che sono un alleato. Vi stanno cercando, e dovete muovervi con cautela. Ci sono luoghi sicuri dove potete trovare rifugio e ricevere aiuto. Uno di questi è vicino, nelle montagne a ovest del lago."
Aisha lo scrutò, i suoi occhi attenti cercavano di carpire ogni sfumatura nel suo viso. "Come possiamo fidarci di te?" chiese, la voce ferma ma diffidente.
"Non vi chiedo di fidarvi ciecamente," rispose Eldrin, accennando un sorriso sottile. "Vi chiedo solo di considerare le mie parole. Presto capirete che non avete altra scelta."
Con queste parole, si alzò e si allontanò senza aggiungere altro, lasciandole con più domande che risposte.
Kalki lo seguì con lo sguardo finché scomparve dal loro campo visivo. "Cosa ne pensi?" chiese, la sua voce tradiva un lieve senso di urgenza. "Dovremmo seguire il suo consiglio?"
Aisha rimase in silenzio per un momento, i pensieri le scorrevano veloci. "Non lo so," disse infine. "Ma una cosa è certa: dobbiamo stare all’erta. E se c’è davvero un luogo sicuro nelle montagne, vale la pena investigare. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia."
L’Incontro sulle Montagne del Lago
Non era nei loro piani fermarsi sulle montagne del Lago Nyasa. Kalki e Aisha avevano calcolato di percorrere molti più chilometri quel giorno, ma le parole di Eldrin le avevano lasciate con un misto di curiosità e diffidenza. Riflettendo, giunsero alla conclusione che non poteva essere un demone. Se lo fosse stato, lo avrebbero percepito subito. E se avesse avuto cattive intenzioni, avrebbe agito in modo completamente diverso.
Dopo qualche esitazione, decisero di fidarsi. La Freccia Rossa sfrecciava attraverso una strada che si snodava tra valli e colline, mentre il paesaggio si faceva sempre più selvaggio e incontaminato. Il profumo della terra bagnata e il suono degli uccelli creavano un’atmosfera di pace apparente, in netto contrasto con i loro pensieri sempre vigili.
Dopo un paio d’ore di viaggio, giunsero a una radura nascosta tra le montagne. Al centro della radura, vicino a un fuoco acceso, c’era Eldrin. Quando le vide, si alzò e le accolse con un sorriso sereno.
"Sapevo che avreste seguito le mie indicazioni. Sono felice di vedervi," disse con un tono caldo e rassicurante.
Kalki e Aisha si scambiarono uno sguardo di sorpresa. L’uomo sembrava davvero tranquillo, e qualcosa nella sua voce e nei suoi modi ispirava una fiducia che non riuscivano a ignorare.
"Sedetevi," disse Eldrin, indicando alcune rocce disposte attorno al fuoco. Le due ragazze si accomodarono, mantenendo comunque un certo livello di attenzione.
Eldrin tirò fuori una serie di mappe, stendendole su una superficie piatta. Erano dettagliate e precise, con percorsi segnati e annotazioni evidenti.
"Queste mappe vi guideranno attraverso i posti sicuri fino al Quadrante 4," spiegò Eldrin, indicando con il dito diversi punti sulla mappa. "Sono state tracciate da persone fidate, e nessun demone le conosce. Qui," disse, fermandosi su un punto segnato vicino al confine, "troverete rifugi dove potrete riposare e rifornirvi. Ma l’ultimo rifugio... quello è il più importante. Lì troverete informazioni preziose sul Quadrante 4, conosciuto anche come Illusione."
"Perché ’Illusione’?" chiese Aisha, sollevando un sopracciglio.
Eldrin annuì, il volto serio. "È un luogo che gioca con la mente. Le apparenze sono ingannevoli, e chi non ha un equilibrio interiore rischia di perdersi. Ma con le giuste informazioni e con il vostro Dono, sono certo che riuscirete a superarlo."
Kalki lo fissò intensamente. "Che tipo di sfide ci aspettano?"
Eldrin la guardò per un lungo momento prima di rispondere. "Il Quadrante 4 non vi metterà solo alla prova fisicamente. La vostra forza e il vostro legame saranno sfidati a livelli che non potete ancora immaginare. Fidatevi l’una dell’altra. È l’unico modo per non cedere alle illusioni."
Aisha prese le mappe e le esaminò con attenzione, memorizzando i dettagli e annotando mentalmente i punti di riferimento. "Grazie, Eldrin. Queste informazioni potrebbero fare la differenza."
"È per questo che sono qui," rispose lui, il suo tono pacato. "Ma ora riposate. La strada che vi aspetta richiede tutta la vostra energia. Domattina dovrete partire all’alba."
Le due montarono la tenda nei pressi del fuoco e si prepararono per la notte. Kalki, distesa sull’erba, guardava il cielo stellato con una calma che non provava da giorni.
"Non posso credere che siamo così vicine al Quadrante 4," disse, la voce appena un sussurro. "Siamo davvero pronte per affrontarlo?"
"Sì," rispose Aisha, con una certezza che sorprendeva persino lei. "Lo siamo. E con queste mappe, abbiamo un vantaggio. Ma ricorda, Kalki, non possiamo mai abbassare la guardia."
L’Addio di Eldrin
Era mattino presto, l’aria fresca del nuovo giorno avvolgeva la radura tra le montagne. Il fuoco si era spento da poco, e il cielo sopra di loro iniziava a tingersi di arancione. Kalki e Aisha erano pronte a partire, con le mappe di Eldrin ben custodite.
Prima che salissero sulla Freccia Rossa, Eldrin fece un gesto inatteso. Tirò fuori una vecchia fotografia, logorata dal tempo ma ancora nitida. "Voglio mostrarvi qualcosa," disse, porgendola ad Aisha.
La foto mostrava una donna dai lineamenti familiari, con lo sguardo deciso e un’aura imponente. Accanto a lei, un bambino dai riccioli scuri sorrideva timidamente.
"Questa è Eleanor," disse Eldrin, indicando la donna. "E questo... sono io."
Aisha e Kalki rimasero in silenzio, osservando la fotografia. Non c’era dubbio: quella era Eleanor, esattamente come la conoscevano, identica a quando le aveva unite nella carne e nello spirito.
"Eleanor è tua madre?" chiese Kalki, la voce incredula.
Eldrin annuì con un leggero sorriso. "Sì. Non so spiegare come sia possibile, ma lei è sempre stata così. Immutabile, eterna. Ho visto la sua forza e la sua saggezza, e ora capisco perché vi ha scelto. Ha visto in voi ciò che ha visto in me molto tempo fa."
A quelle parole, Aisha si sentì travolta dall’emozione. Il ricordo del momento in cui Eleanor le aveva unite risalì con forza, facendola sorridere tra le lacrime. Senza pensarci, si avvicinò e abbracciò Eldrin, sentendo un calore sincero per quell’uomo del quale aveva dubitato fino a poco prima.
Kalki lo seguì, stringendolo con gratitudine. "Grazie, Eldrin. Per tutto."
Eldrin ricambiò l’abbraccio, poi fece un passo indietro, osservandole con un’espressione seria ma colma di speranza.
"Per Emphatia," mormorò, quasi come una preghiera. "Che possiate raggiungerla."
Non sapeva che Kalki lo avesse sentito. Voltandosi, lei lo fissò con uno sguardo determinato e rispose con una voce tagliente: "Costi quel che costi, la raggiungeremo. E li spazzeremo via tutti."
Eldrin annuì, un sorriso sottile gli incurvò le labbra.
La Freccia Rossa rombò, e le due ragazze partirono verso sud. Le montagne e il lago svanirono lentamente dietro di loro, mentre il paesaggio cambiava e il viaggio verso il Quadrante 4 le avvicinava sempre di più al loro destino.