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Aisha

 عائشة

Cap. 18: Il Punto dell'Allineamento

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Finalmente arrivarono, davanti a loro solo acque, il vasto mare che segnava la fine del segmento terra. Dovevano aspettare l’ora dell’allineamento, previsto per la sera, ma già da adesso potevano scorgere in lontananza la parte fissa del mondo cardine.

Era una vista mozzafiato: il cielo cominciava a tingersi delle calde sfumature del tramonto e il segmento terra, con il suo movimento rotatorio, si avvicinava gradualmente alla parte fissa. Si rendevano conto del movimento, come due giganteschi pezzi di un puzzle che si stavano per unire, un evento raro e spettacolare. Il mare si rifletteva di oro e rosa, creando un contrasto con l’azzurro profondo delle acque lontane.

Cap. 18b - Il Punto dell'allineamento - Kalki e Aisha al Punto di Allineamento.jpg

"È incredibile," sussurrò Aisha, gli occhi fissi all'orizzonte. "Sembra quasi magico."

Kalki annuì, anche lei affascinata dalla vista. "Sì, è bellissimo. Ma dobbiamo restare concentrate. Il Quadrante 4 è sempre più vicino e dobbiamo essere pronte."

 

Decisero di fermarsi lì, vicino all'acqua, per riposare e prepararsi mentalmente all'allineamento. Montarono un piccolo accampamento sulla spiaggia, usando la moto come riparo dal vento. La sabbia era calda sotto i loro piedi, e il suono delle onde era un rassicurante sottofondo mentre si organizzavano.

"Staremo qui fino al momento dell'allineamento," disse Kalki, aprendo il libro di Elias per un'ultima lettura. "Dobbiamo cercare di capire come superare gli incubi, se dovessero tornare."

Aisha annuì, sedendosi accanto a lei e scrutando le pagine antiche. "Sì, ma almeno per ora possiamo rilassarci un po'."

Passarono le ore studiando, parlando e cercando di godersi la bellezza del luogo. La tensione era palpabile, ma cercavano di non lasciarsene sopraffare. Ogni tanto, si permettevano qualche battuta per alleggerire l'atmosfera, ridendo nervosamente e cercando conforto l'una nell'altra.

L’Allineamento

Finalmente, il momento dell’allineamento si avvicinava. Il cielo era diventato un quadro vivente, con colori che andavano dal rosso intenso al viola, e il sole calava lentamente all'orizzonte. Potevano vedere la parte fissa del mondo cardine avvicinarsi, una massa di terra stabile che sembrava promettere sicurezza e riposo.

Era una cosa bellissima: il segmento terra, con il suo lento movimento rotatorio, si congiungeva alla parte fissa. Per qualche ora, le due terre sarebbero state unite, permettendo a Kalki e Aisha di passare. Sentivano un senso di sollievo mischiato a meraviglia mentre osservavano questo spettacolo naturale, una danza cosmica che dava loro l’opportunità di attraversare.

“È quasi ora,” disse Kalki, chiudendo il libro e guardando Aisha con determinazione. “Dobbiamo essere pronte a muoverci appena le terre si uniscono.”

Aisha annuì, stringendo la mano di Kalki. “Ce la faremo. Passeremo e poi ci fermeremo subito, il più lontano possibile dal Quadrante 4.”

 

Con il cuore in gola e le mani che tremavano leggermente per l’adrenalina, si prepararono a partire. L’allineamento era imminente, e sapevano che avrebbero avuto solo una breve finestra di tempo per attraversare. Le due terre si stavano toccando, e la vista era ancora più spettacolare da vicino. La sabbia della spiaggia sembrava scintillare sotto la luce del tramonto, mentre le acque si mescolavano armoniosamente.

Appena le terre si toccarono completamente, partirono. La moto ruggì e si mossero con rapidità e precisione, il vento nei capelli e il cuore che batteva forte. Attraversarono il confine tra le terre con una sensazione di liberazione, ma anche di apprensione. Non si fermarono finché non furono certe di essere nella parte più lontana possibile dal Quadrante 4 Illusione.

Finalmente si fermarono, il respiro affannato e il cuore ancora in tumulto. La zona fissa del mondo cardine era diversa, più stabile e rassicurante. Parcheggiarono la moto e si sedettero sulla sabbia, guardandosi intorno con un misto di sollievo e stanchezza.

“Ce l’abbiamo fatta,” sussurrò Aisha, prendendo la mano di Kalki. “Siamo al sicuro. Almeno per ora.”

Kalki annuì, stringendole la mano con forza. “Sì, ma dobbiamo restare vigili. Gli incubi torneranno.”

Si fermarono subito, montarono la tenda proprio sulla spiaggia, vicinissimi al mare. Era il punto del quadrante 1 fisso più lontano possibile dal quadrante 4. Il sole era ormai calato, dipingendo il cielo di sfumature violacee e arancioni. Sentivano il rumore delle onde infrangersi dolcemente sulla riva, un suono che normalmente avrebbe dovuto tranquillizzarle, ma che ora faceva solo da contrasto alla crescente ansia.

Kalki e Aisha avevano finalmente il tempo dalla loro parte. Avevano attraversato il Punto dell’Allineamento, erano al sicuro, almeno per ora. Ma sapevano che nei loro sogni il quadrante 4 poteva raggiungerle con ancora più potenza di prima, essendo più vicine. La paura di addormentarsi e rivivere incubi ancora più terribili era palpabile.

Dal Diario di Aisha (Parte 25) – Lumenforte, Gennaio 2025

Ricordo ancora la tensione che ci avvolgeva mentre ci avvicinavamo alla parte fissa del Mondo Cardine. Era un momento carico di aspettative e paura, un confine non solo fisico ma anche mentale. Eppure, ciò che mi rimane più impresso non è stato il passaggio stesso, ma ciò che lo ha preceduto.

Gli incubi iniziarono la notte al rifugio di Elias. Kalki ed io, stremate ma decise a riposare, ci ritrovammo in un vortice di terrore. I nostri sogni si trasformarono in un campo di battaglia contro le nostre paure più profonde, le nostre debolezze e, soprattutto, contro noi stesse. Mi svegliai urlando, il cuore che batteva come un tamburo impazzito, e trovai gli occhi di Kalki, altrettanto terrorizzati, a cercare i miei. Non ci dicemmo nulla in quel momento; non ce n’era bisogno. Era tutto lì, nei nostri sguardi: la consapevolezza che stavamo affrontando qualcosa di immensamente più grande di noi.

Elias, con la sua calma rassicurante, ci disse che era normale, che stavamo sentendo l’influenza del Quadrante 4. Solo ora capisco quanto fossero importanti quelle sue parole. In quel momento, però, erano solo un’altra conferma che il cammino davanti a noi sarebbe stato ancora più difficile.

Poi c’è stato l’allineamento.

Non dimenticherò mai quel momento. Il segmento terra si muoveva lentamente, quasi con un’intelligenza propria, verso la parte fissa del mondo cardine. Era come assistere a una danza cosmica, due enormi pezzi di un puzzle che si univano per un breve istante, offrendoci una via. Il cielo era una tela dipinta di rosso e oro, e il mare sembrava riflettere l’infinito. In quell’istante, sentii una strana calma. Non era serenità, ma piuttosto la consapevolezza di trovarmi al posto giusto, nel momento giusto.

Ricordo di aver preso la mano di Kalki, sentendo il suo tremito che rispecchiava il mio. Le dissi che ce l’avremmo fatta, anche se una parte di me non ne era certa. Quando la moto attraversò il confine, sentii come se un peso invisibile ci stesse spingendo indietro, come se il mondo intero ci stesse dicendo di fermarci. Ma non ci fermammo. Non potevamo.

E ora, ripensandoci, mi chiedo quanto abbia influito quel peccato di superbia commesso giorni prima. Siamo umane, sì, ma in qualche modo sento che il nostro viaggio ci richiede di essere più che umane. Non riesco a smettere di pensare a quanto abbiamo scherzato e provocato in quel ristorante, come se nulla potesse toccarci. E poi Zadkiel. Solo ora mi rendo conto di quanto siamo state fortunate a fuggire. Non posso fare a meno di chiedermi se quella fuga ci sia stata concessa proprio per insegnarci una lezione: non siamo invincibili. Non ancora.

Il passaggio alla parte fissa del Mondo Cardine è stato come un nuovo inizio. Era una terra diversa, più stabile, meno caotica, ma non meno pericolosa. Eppure, in quel momento, sentii un sollievo profondo, come se il semplice fatto di aver attraversato quel confine fosse una vittoria. Non avevamo sconfitto solo Morak o sfuggito Zadkiel; avevamo sconfitto noi stesse, o almeno le nostre debolezze.

E ora, mentre scrivo queste parole, penso al Quadrante 4 che ci aspettava appena oltre quella linea invisibile. Non era solo un territorio da attraversare; era una prova. Una prova per la nostra mente, il nostro spirito e il nostro legame. Sapevamo che ci avrebbe messo a nudo, che ci avrebbe costrette a confrontarci con tutto ciò che eravamo e tutto ciò che temevamo di diventare.

Ma non eravamo sole. Non lo siamo mai state. E se c’è una cosa che quegli incubi e quell’allineamento mi hanno insegnato, è che il nostro legame è la nostra forza. Kalki ed io, insieme, avremmo potuto affrontare qualsiasi cosa. Anche l’Illusione. Anche noi stesse.

 

Mondo Cardine, Inverno 2023 – Gli Incubi Continuano

Sedute davanti al piccolo fuoco che avevano acceso, parlavano cercando soluzioni. Kalki si passava nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre Aisha fissava pensierosa le fiamme danzanti.

"Potremmo cercare di restare sveglie," propose Kalki, la voce piena di incertezza. "Ma non possiamo farlo per sempre, prima o poi crolleremo."

Aisha annuì, scrutando il libro che Elias aveva loro regalato. "Potremmo provare a usare qualche tecnica di meditazione per cercare di controllare i sogni, ma non so se funzionerebbe con l’influenza del quadrante 4."

"Potremmo legarci l'una all'altra," suggerì Kalki, un po' disperata. "Così, se una di noi comincia ad avere un incubo, l'altra potrebbe svegliarla subito."

Aisha sospirò, scuotendo la testa. "Non so se funzionerebbe. Gli incubi potrebbero essere così intensi che potremmo non riuscire a svegliarci nemmeno con l’aiuto dell’altra."

Passarono in rassegna varie idee, ma nessuna sembrava abbastanza valida. La paura di quello che le attendeva nel sonno era troppo grande, troppo reale.

"Magari," disse Aisha dopo un lungo silenzio, "potremmo provare a dormire a turni. Una dorme mentre l'altra veglia. Così possiamo svegliarci a vicenda se necessario."

Kalki annuì lentamente, valutando l'idea. "Potrebbe funzionare. Almeno per stanotte. Ma dobbiamo trovare una soluzione a lungo termine."

Il fuoco davanti a loro cominciava a spegnersi, le fiamme diventavano braci e scintille. Il cielo era ormai nero, punteggiato da stelle che sembravano guardarle con indifferenza.

Decisero di provare il piano di Aisha. Kalki si sdraiò per prima, cercando di rilassarsi, mentre Aisha restava seduta accanto a lei, gli occhi vigili che scrutavano l'oscurità. Kalki sentiva il cuore battere forte nel petto, la paura che rendeva difficile anche solo chiudere gli occhi.

"Prova a pensare a qualcosa di bello," le sussurrò Aisha, accarezzandole i capelli. "Qualcosa che ti faccia sentire al sicuro."

Kalki annuì, cercando di concentrarsi sul suono della voce di Aisha, sulla sensazione delle sue dita tra i capelli. Lentamente, molto lentamente, il battito del cuore cominciò a rallentare e il respiro si fece più regolare.

Appena Kalki si addormentò, subito qualcosa apparve nei suoi sogni. Il suo corpo si agitò, e una smorfia di terrore fece capire ad Aisha che doveva svegliarla immediatamente. Kalki si alzò di sobbalzo, addirittura in piedi, per fare due passi e poi crollare. Il suo sguardo era allucinato. Aisha, preoccupata, le chiese cosa fosse successo, cosa avesse visto.

Kalki, appena ripreso il controllo, iniziò a spiegare: "Era peggio della volta precedente. Ero di nuovo in quella casa, la stessa del nostro ultimo incubo. Ma questa volta, quando ti ho cercata, non c'eri. Ero completamente sola. La casa era silenziosa, troppo silenziosa. Poi, ho sentito un rumore, un lamento. Ho seguito il suono e ho trovato una porta che non avevamo mai visto prima. Dietro quella porta, c'era un corridoio buio, interminabile."

Kalki si fermò per riprendere fiato, le mani tremanti. Aisha la guardava con apprensione, pronta ad ascoltare il resto.

"Camminavo lungo quel corridoio," continuò Kalki, "e le pareti sembravano stringersi sempre di più. Alla fine, ho trovato una stanza. E lì, c'era... c'era una figura incappucciata, era molto alta, completamente avvolta nell'oscurità. Non riuscivo a vedere il suo volto, ma sapevo che mi stava osservando. Sentivo il suo sguardo su di me, come se potesse vedere dentro la mia anima."

Kalki fece una pausa, cercando di controllare il tremore nella voce. "Poi, all'improvviso, la figura ha iniziato a parlare. La sua voce era un sussurro, ma ogni parola rimbombava nella mia testa. Mi diceva che non avrei mai potuto salvarti, che eri perduta per sempre. Poi, il pavimento sotto di me ha cominciato a cedere, e io sono caduta in un abisso senza fine. Sentivo il tuo grido, lontano, ma non potevo raggiungerti. Mi sono svegliata in quel momento, sentendo ancora il tuo grido nelle orecchie."

Aisha avvicinò Kalki e la abbracciò stretta, cercando di trasmetterle un po' di calore e sicurezza. "È solo un sogno," sussurrò, anche se sapeva che quelle parole suonavano vuote.

Ma entrambe sapevano che la minaccia del Quadrante 4 era reale, e che i loro incubi non erano semplici sogni. Erano avvertimenti, manifestazioni delle paure più profonde, amplificate dalla vicinanza con il Quadrante Illusione. Dovevano trovare un modo per affrontare quei demoni interiori, prima che li consumassero completamente.

Il sole iniziava a sorgere, tingendo il cielo di un tenue rosa. Le due ragazze sapevano che non potevano più tentare di dormire. Dovevano sfruttare il tempo che avevano per studiare il libro che Elias aveva loro dato e cercare una soluzione. Si sedettero sulla sabbia, il libro aperto davanti a loro, determinati a trovare una via d'uscita.

Kalki, con lo sguardo ancora tormentato, iniziò a leggere ad alta voce, sperando che tra quelle pagine ci fosse una risposta ai loro incubi. "Ci deve essere una via," disse con determinazione. "Non possiamo lasciare che questi sogni ci distruggano."

Aisha annuì, il volto teso ma risoluto. "Troveremo una soluzione," disse. E mentre il sole continuava a salire, portando con sé una nuova speranza, le due ragazze si immergevano nella lettura per combattere contro le ombre del loro subconscio.

Una Breccia nella Tempesta

Kalki si passò una mano tra i capelli umidi, guardando il mare che scintillava alla luce del mattino. "A volte penso che facciamo troppa fatica a trovare soluzioni complicate," disse con un sorriso enigmatico. "Guarda che bel mare. Facciamo un bagno, rilassiamoci, e magari qualcosa ci verrà in mente."

Aisha la fissò, confusa ma intrigata. "Un bagno?" chiese, incrociando le braccia. "Nel bel mezzo di questo caos?"

"Esatto," rispose Kalki con un lampo di determinazione negli occhi. "Lascia che sia il mare a portarci via tutto per un momento. Poi penseremo."

Aisha esitò, ma la serenità di Kalki era contagiosa. Sorrise e annuì. "Va bene. Facciamolo." Si spogliarono, rimanendo in perizoma, e corsero nell'acqua fresca. Le risate riempirono l'aria mentre si schizzavano a vicenda e giocavano tra le onde.

Ma mentre nuotavano, Aisha non poteva fare a meno di riflettere su quelle parole di Kalki. C'era qualcosa di disarmante nella sua semplicità, nella sua capacità di affrontare tutto con leggerezza, anche nelle situazioni più difficili.

Uscite dall'acqua, si lasciarono cadere sulla sabbia, stremate ma serene. Kalki si distese con le mani dietro la testa, guardando il cielo. "Sai," disse, "mi sento stranamente meglio. Forse ci voleva proprio."

Aisha osservava il suo volto rilassato, ma un'idea cominciava a prendere forma nella sua mente. Si alzò e andò verso la moto, dove aveva riposto il Somnium che avevano raccolto giorni prima. Tornò con un piccolo fazzoletto e una dose calcolata con precisione.

"Kalki," disse Aisha con un sorriso che mescolava dolcezza e determinazione, "ho un'idea per questa notte. Ma devo testarla."

Kalki sollevò un sopracciglio. "Testarla su di me? E cosa dovrei fare?"

"Nulla," rispose Aisha, avvicinandosi. "Fidati di me. Respira."

Sorpresa, Kalki sentì il delicato profumo del Somnium che Aisha le porgeva. "Aspetta, che stai facendo..." ma non riuscì a finire la frase. Gli effetti del Somnium furono immediati, e Kalki si addormentò serenamente sulla sabbia.

Aisha la osservò con attenzione, pronta a intervenire al minimo segno di disagio. Ma Kalki dormiva profondamente, senza traccia di incubi. Dopo dieci minuti, si svegliò lentamente, guardandola con occhi ancora annebbiati.

"Sei impazzita?" chiese Kalki, ma il tono era di curiosità più che di rimprovero.

"Funziona," rispose Aisha, sollevata. "Il Somnium crea uno schermo, una barriera. Niente incubi. Possiamo usarlo per riposare, almeno per un po'."

Kalki si alzò a sedere, accarezzandosi il volto. "Sei geniale, Aisha. Ma dobbiamo stare attente con le dosi. Troppa tranquillità potrebbe diventare un problema."

Sorrisero entrambe, unite nella consapevolezza di aver trovato una soluzione, per quanto temporanea. Con precisione, calcolarono le dosi necessarie per un sonno sicuro e senza incubi. Si sedettero vicine, guardando il mare, pronte per la loro prima notte senza paure.

"Pronta?" chiese Aisha, stringendo la mano di Kalki.

"Prontissima," rispose Kalki con un sorriso che tradiva una profonda fiducia.

Presero il Somnium insieme, e lentamente, il mondo attorno a loro svanì. Si addormentarono sulla sabbia, cullate dal suono delle onde. Il loro sonno fu profondo, sereno, privo di ombre o angosce. Per la prima volta dopo giorni, si risvegliarono riposate, sentendo una nuova forza dentro di sé.

"Anche questa volta," disse Kalki, stirandosi, "ce la siamo cavata. E meglio di quanto pensassi."

"Siamo un team perfetto," rispose Aisha con un sorriso complice.

Una Strana Anomalia

Dopo essersi concesse qualche ora di leggerezza, decisero di consultare il maplet. Qualcosa non quadrava: la mappa segnalava ghiacciai, ma intorno a loro c’era solo sabbia e mare. L’anomalia le spinse a partire per esplorare i dintorni.

Caricarono la tenda sulla Freccia Rossa e si diressero verso ovest. La strada era desolata, e man mano che avanzavano, il paesaggio diventava più inquietante. Il bosco che avevano intravisto sulla mappa si rivelò un labirinto di alberi secchi e contorti. Era un contrasto surreale con il mare cristallino da cui erano partite.

La fame cominciava a farsi sentire, e con essa la stanchezza. Decisero di fermarsi in una radura, montando la tenda sotto un cielo stellato. Kalki cercò di infondere speranza: "Troveremo una soluzione. Lo abbiamo sempre fatto."

Aisha annuì, ma l’oscurità della notte sembrava amplificare le loro paure. Presero una piccola dose di Somnium per provare a dormire, ma gli incubi erano implacabili. Appena chiusero gli occhi, le ombre del Quadrante 4 si infiltrarono nei loro sogni.

Kalki si svegliò urlando, il cuore martellante. "Era come la scorsa volta, ma peggio," sussurrò, raccontando ad Aisha della figura incappucciata che sembrava scrutare nella sua anima.

"Non possiamo continuare così," disse Aisha, stringendo il libro di Elias. "Dobbiamo trovare un modo per resistere. Questa notte è stata troppo dura."

Il Silenzio della Freccia Rossa

La mattina successiva, esauste e affamate, tentarono di accendere la Freccia Rossa, ma il motore si rifiutava di avviarsi. Aisha provò e riprovò, mentre Kalki scrutava l’orizzonte con crescente preoccupazione.

"Non vuole partire," disse Aisha. "È come se anche lei sentisse il peso di questo posto."

"Allora non abbiamo scelta," rispose Kalki con un tono grave. "Dobbiamo continuare a piedi."

Era una decisione disperata, ma non potevano permettersi di restare ferme. Sentivano che il Quadrante 4 era vicino, un richiamo oscuro e irresistibile che le spingeva avanti.

Indossando solo i loro perizomi neri, si incamminarono verso sud. Ogni passo sembrava gravare sulle loro anime, come se il terreno stesso le volesse trattenere. Ma sapevano che fermarsi significava cedere all'oscurità che le inseguiva.

La Freccia Rossa, immobile sulla sabbia, sembrava un monumento alla loro resistenza. Aisha si voltò un’ultima volta per guardarla. "Torneremo," disse con un filo di voce.

Kalki la prese per mano, con il cuore pesante ma la volontà di ferro, scomparvero nel paesaggio, andando verso sud, sempre verso sud, determinate a incontrare l’Illusione.

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Verso l'Illusione

Il sole era alto nel cielo, irradiando calore e luce, ma non offriva alcun conforto. Camminavano senza parlare, i loro piedi affondando nella sabbia calda. La mente di Aisha era un turbinio di pensieri e paure. Ogni passo sembrava una sfida contro l'ignoto, ma la vicinanza di Kalki era l'unico ancoraggio in quell'oceano di incertezze.

Dopo un'ora di cammino, Kalki si fermò un attimo, guardando l'orizzonte. "Aisha, ce la faremo. Lo so che sembra impossibile, ma dobbiamo continuare."

Aisha annuì, il sudore le rigava il volto. "Sì, dobbiamo. Non abbiamo altra scelta. Ma cosa faremo quando arriveremo al Quadrante 4? Come sopravviveremo agli incubi?"

Kalki sospirò, scuotendo la testa. "Non lo so, Aisha. Ma dobbiamo avere fiducia. Qualcosa ci guiderà, troveremo una soluzione. Abbiamo superato tante difficoltà insieme, possiamo farcela anche questa volta."

Il loro cammino continuava, i piedi nudi lasciando impronte sulla sabbia. La spiaggia sembrava infinita, una distesa senza fine di sabbia e mare. Il silenzio era rotto solo dal fruscio delle onde e dai loro passi.

Ad un certo punto, trovarono un piccolo rifugio naturale, una formazione rocciosa che offriva un po' di ombra. Decisero di fermarsi lì per riposare un attimo. Si sedettero fianco a fianco, guardando il mare. "Sai, Kalki," disse Aisha, la voce bassa, "non ho mai avuto tanta paura in vita mia." Kalki le sorrise, prendendole la mano. "Lo so, Aisha. E anch'io."

Restarono lì per un po', cercando conforto nella presenza l'una dell'altra. La paura era ancora lì, ma sapevano che dovevano andare avanti. Ripresero a camminare, il sole che calava lentamente dietro di loro, tingendo il cielo di arancione e rosa.

Mentre la notte si avvicinava, si trovarono davanti a un altro bivio. "Dobbiamo trovare un posto per dormire," disse Kalki, la voce piena di preoccupazione. "Non possiamo affrontare un'altra notte all'aperto."

Aisha guardò intorno, sperando di trovare qualcosa, qualsiasi cosa che potesse offrire riparo. "Lì," disse, indicando una piccola caverna tra le rocce. "Forse lì dentro possiamo ripararci."

Si avvicinarono alla caverna con cautela, sperando che fosse vuota. Per fortuna, lo era. Entrarono e si sistemarono per la notte, accoccolandosi l'una accanto all'altra. "Va tutto bene, Aisha," sussurrò Kalki, stringendola forte. "Siamo al sicuro qui. Cerchiamo di dormire un po'."

Aisha annuì, chiudendo gli occhi e cercando di trovare pace nel calore del corpo di Kalki. Ma sapevano entrambe che gli incubi erano lì, in agguato, pronti a colpire non appena si fossero addormentate.

Nonostante la paura, il sonno le sopraffece entrambe. E mentre i sogni iniziavano a prendere forma, sentivano la presenza oscura del Quadrante 4 avvicinarsi.

L’Ombra della Fine

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Continuavano a camminare verso il Quadrante 4, ma le forze erano alla fine. Senza acqua e senza cibo da più di due giorni, i loro corpi iniziavano a cedere. Nonostante ciò, si parlavano, cercando di mantenere alto il morale.

"Aisha, non possiamo fermarci ora," disse Kalki, la voce rauca dalla disidratazione. "Siamo così vicine. Dobbiamo continuare."

Aisha barcollava, la vista ormai offuscata. "Kalki, non ce la faccio più. Se svenissi, tu devi continuare. Devi trovare un modo per salvarci."

Kalki la guardò con determinazione. "E se fossi io a svenire, cosa faresti tu? Non possiamo abbandonarci l'una con l'altra."

Aisha fece un debole sorriso. "Cercherei di trascinarti con me, Kalki. Non ti lascerei mai indietro. Ma ora... ora sembra tutto così difficile."

Le gambe di Aisha cominciavano a cedere, e Kalki la prese per un braccio, cercando di sostenerla. "Andiamo, solo un altro passo. Un altro passo e poi un altro ancora. Ce la faremo."

Camminavano a fatica, le gambe rigide e i movimenti meccanici. Ogni passo era una sfida, ma continuavano a parlarsi, aggrappandosi alle parole come un'ancora di salvezza.

"Kalki," sussurrò Aisha, "ricordi quando abbiamo attraversato quella foresta insieme? Pensavamo che non ne saremmo mai uscite, ma ce l'abbiamo fatta."

Kalki annuì, cercando di sorridere. "Sì, Aisha. E questa è solo un'altra sfida. Una sfida che supereremo insieme."

Ma la vista di entrambe si stava annebbiando sempre di più, e le gambe non rispondevano più correttamente. Aisha inciampò e cadde a terra, ansimando. Kalki si abbassò accanto a lei, stringendole la mano.

"Aisha, alzati. Non possiamo fermarci qui. Devi alzarti."

Aisha scosse la testa, le lacrime che le rigavano il volto. "Non ce la faccio, Kalki. Non ce la faccio davvero."

Kalki sentì un'ondata di disperazione, ma non poteva lasciarsi andare. Doveva trovare la forza per entrambe. "Aisha, ascoltami. Siamo sopravvissute a così tanto. Questo non ci fermerà. Troveremo un modo. Per favore, prova a rialzarti."

Aisha chiuse gli occhi per un momento, raccogliendo ogni briciolo di forza rimasta. Con l'aiuto di Kalki, riuscì a rimettersi in piedi, barcollando. "Va bene, Kalki. Ci provo. Un passo alla volta."

Camminarono ancora, sostenendosi l'una con l'altra. Il sole stava calando, tingendo il cielo di arancione e rosa. Era una bellezza che quasi non riuscivano a percepire, persi com'erano nella loro lotta per la sopravvivenza.

"Ti voglio bene, Aisha," disse Kalki, la voce tremante. "Non dimenticarlo mai."

Aisha annuì, stringendo la mano di Kalki. "Anch'io, Kalki. Sempre."

Con le gambe che ormai non rispondevano più, si fermarono di nuovo, crollando a terra esauste. La notte stava per arrivare, e la loro situazione sembrava senza speranza. Ma anche in quel momento di disperazione, la loro determinazione a restare insieme non vacillava.

Restarono lì, abbracciate l'una all'altra, sperando che il mattino portasse una nuova speranza.

Aisha fu la prima a cedere. Si voltò verso Kalki, le labbra piegate in un sorriso debole ma pieno d'amore. "Ti amo, Kalki," disse, la voce un sussurro soffocato. Poi cadde a terra, un gemito strozzato l'ultimo suono che emise prima di svenire.

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Kalki guardò la sua compagna a terra, il cuore stretto dalla disperazione. Non aveva la forza di portarla con sé, ma ci provò comunque. Con un ultimo sforzo, riuscì a sollevarla in braccio, barcollando sotto il peso. Ma le sue forze erano ormai finite, e crollò a terra, entrambe esauste e impotenti.

Kalki si rialzò a fatica e strisciò accanto ad Aisha, lasciandosi cadere al suo fianco. Il buio avvolse anche lei, a poche ore dal confine del Quadrante 4, il quadrante Illusione.

Dal Diario di Aisha (Parte 26) – Lumenforte, Gennaio 2025

Non dimenticherò mai quella sensazione, il momento in cui tutto si è fermato.

Camminavo al fianco di Kalki, i nostri passi pesanti sulla sabbia infinita. Ogni respiro era una battaglia, ogni movimento una tortura. Le sue parole erano il mio unico ancoraggio: "Un altro passo, Aisha. Ancora uno." Ma anche quelle cominciavano a svanire, come un’eco lontana.

Poi il mio corpo ha ceduto. Le gambe si sono piegate e il mondo si è inclinato. La sabbia mi ha accolto fredda, ma dentro di me bruciava il fuoco della fine. Ho cercato il suo volto, l’ho trovato.

"Ti amo, Kalki," dissi. Non era certo la prima volta, ma in quel momento aveva un significato diverso, come se fossero le ultime parole che volevo lasciare al mondo.

Lo sentivo. Era la fine. Non c’era forza, non c’era speranza. Il mio mondo stava svanendo, e l’oscurità mi avvolgeva come un velo.

L’ho guardata un’ultima volta, cercando di imprimere il suo volto nella mia mente. Il vento soffiava piano, portando via ogni pensiero, ogni paura. Ho chiuso gli occhi.

Ero certa che non li avrei mai riaperti.

 

Mondo Cardine, Inverno 2023 – L’Illusione

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Il tempo passò, e nella notte silenziosa, due figure si avvicinarono. Braccia forti raccolsero Aisha, altre braccia presero Kalki. Le sollevarono con cura e le portarono via, verso un luogo sconosciuto.

Cap. 17e - Quadrante 1 Il Mondo Cardine -  Cape Town.png
Cap. 19l - Quadrante 4 Illusione - Laghetto che si vede dal Giardino del Risveglio.jpg
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