
Aisha
عائشة
Cap. 2: Lacrimasilva
Lacrimasilva
Erano in piedi, l’una di fronte all’altra. Le corde che legavano Adamas si erano dissolte al solo pensiero della Principessa Diamante, libera ora di muoversi. Con un sorriso sornione, Adamas osservò Aisha e disse:
"Bel completino, complimenti!" Lo disse fingendo di scrutarla meglio, evidenziando il fatto che Aisha indossava solo un perizoma bianco, ormai macchiato di rosso dal sangue.
Aisha, che nella foga non si era nemmeno accorta di aver perso il gonnellino nella caduta, non si scompose. Rispose con un sorriso:
"Mai quanto il tuo, Principessa Adamas."
Adamas rimase per un istante immobile, sorpresa. Quella parola — “Principessa” — le fece gelare il sangue per un istante. Non poteva sapere. Non c’era alcun motivo per cui Aisha usasse proprio quel termine. Eppure, eccola lì: la parola che portava con sé un segreto così grande, pronunciata con leggerezza, senza un secondo pensiero.
Si ricompose rapidamente, scacciando il pensiero. Forse era solo un caso, una battuta. Sì, doveva essere così.
Poi si abbracciarono. Un abbraccio forte, sincero. Entrambe sapevano quanto erano andate vicine al pericolo, quanto l’una dipendesse dall’altra. Forse era proprio quello l’inizio della loro storia, il primo capitolo di un’avventura senza precedenti. E cominciava proprio qui, a Lacrimasilva, l’ultimo paese del Mondo Oscuro, ancora nel Quadrante 8.
Un luogo disabitato, dove le energie uniche e misteriose allontanavano chiunque non sapesse come gestirle. Ma le scintille, come Aisha e Adamas, erano benvenute. Con un gesto armonico, Adamas ridisegnò per Aisha un gonnellino nero e per sé un paio di jeans e una maglietta rossa. Poi spiegò:
"Questo posto è come il Labirinto o il Quadrante 4. Le energie sono potentissime, e se riesci a dominarle, puoi creare qualsiasi cosa. Basta pensarlo."
Aisha si ricordò di come aveva generato la Freccia Rossa al Labirinto o anche all’Avamposto, aveva solo pensato a ciò che voleva, ogni dettaglio, e la moto era apparsa. Un mezzo perfetto, che con quel pulsante nero le aveva appena permesso di salvare Adamas per la seconda volta.
Si guardarono intorno. Lacrimasilva era un luogo di straordinaria bellezza, quasi irreale. Adamas indicò il paesaggio: "È vicino a Lumenforte," disse. "Dicono che sia un luogo incredibile, anche se il Castello è di proprietà di Barlow. Insieme a Serak, gestisce affari terribili e ha incarichi militari direttamente da Cronos."
Aisha ascoltava attentamente. Non conosceva quelle zone. Era sempre rimasta confinata a Bergderbil, nel primo livello chiamato Vosda. Solo di recente, unendosi alla Resistenza, aveva iniziato a esplorare il Metaverso.
"Ci sei mai stata?" chiese Aisha.
Adamas scosse la testa. "No, non fisicamente. L’ho visto in qualche viaggio onirico e ne ho letto la storia. Dicono che i suoi abitanti siano speciali."
"Speciali? In che senso?" Adamas rifletté un momento, cercando le parole giuste. "Sono molto socievoli. Ti fanno sentire a casa. Non hanno regole rigide, niente armi, niente polizia, niente soldi o banche." Aisha pensò a Land’s End."Un po’ come a Land’s End," disse.
Adamas sorrise, aggiungendo con simpatia:"Ma a Lumenforte girano quasi tutti in perizoma, o nudi, o con abiti incredibili."
Aisha la fissò a lungo, cercando di capire se Adamas stesse scherzando. Quando realizzò che era seria, scoppiò a ridere. "Ma dai, non ci credo!"
"Vedrai quando ci andremo," rispose Adamas con un sorriso complice.
La Creazione della Casa di Adamas a Lacrimasilva
Aisha rifletté sulle parole di Adamas. "Perché, stiamo andando a Lumenforte adesso? E la tua Rosa chi la va a prendere?"
Adamas scosse la testa. "Per ora niente Rosa. Ci penseremo più avanti. E al momento nemmeno Lumenforte. Che ne dici di stare un po’ di tempo a Lacrimasilva? Solo io e te. Guarda che bello questo posto!"
Adamas indicò il fiume che scorreva sotto la strada e poi una collina al lato opposto.
"Ah sì," disse Aisha ironicamente, "e dormiamo sulle sponde del fiume? Mi sembra una grande idea."
Adamas sorrise. Le si avvicinò, le mise una mano sulla spalla e indicò un punto in cima alla collina. "In cima c’è una casa. Guardala."
Aisha osservò meglio. Una piccola casa su due piani, un sogno di perfezione.
"Prima non c’era," disse con un tono quasi accusatorio.
"No," ammise Adamas, divertita dalla banalità dell’osservazione. "Prima non c’era. Ma ora sì."
Un sentierino sottile apparve, giusto per far passare una moto. Anche quello, prima, non c’era. Ma ora sì.
Aisha e Adamas salirono sulla Freccia Rossa, seguirono il sentiero e raggiunsero la loro nuova abitazione. Parcheggiarono la moto e si fermarono davanti alla porta. Era il primo passo verso una nuova fase della loro vita.
La casa era un piccolo gioiello incastonato nella collina, quasi come se la natura l’avesse abbracciata e protetta. Era su due piani, con una facciata bianca che sembrava brillare sotto la luce dorata del tramonto. Le finestre avevano cornici in legno scuro, intagliate con disegni intricati, che ricordavano le geometrie ipnotiche del Labirinto.
Il tetto era in ardesia scura, perfettamente simmetrico, e un piccolo balcone al piano superiore si affacciava sul fiume che scorreva sotto la collina. Dal balcone, Aisha poteva immaginare il panorama: il fiume scintillante, le colline ondeggianti e il cielo che si tingeva di sfumature rosse e viola.
Intorno alla casa c’era un piccolo giardino, ma non era un giardino ordinario. Piante dai colori surreali crescevano spontaneamente, come se l’energia di Lacrimasilva le avesse generate. Foglie iridescenti brillavano al vento, e un albero imponente con fiori di luce si ergeva al centro. Aisha non riusciva a capire se quegli effetti fossero reali o un gioco della sua mente, ma Adamas sembrava del tutto a suo agio.
Adamas spinse la porta, che si aprì con un leggero cigolio. All’interno, la casa era accogliente e calda.
La sala principale era dominata da un grande camino in pietra, con un fuoco che ardeva già, anche se nessuna di loro lo aveva acceso. Un tappeto tessuto con motivi astratti copriva il pavimento, e le pareti sembravano raccontare storie: erano decorate con dipinti che cambiavano ogni volta che Aisha distoglieva lo sguardo.
Una scala a chiocciola in ferro battuto conduceva al piano superiore, dove si trovavano due stanze da letto. Le porte erano fatte dello stesso legno intagliato delle finestre, e all’interno di ogni stanza c’era un letto perfettamente rifatto, con lenzuola candide e morbide. Una finestra in ciascuna stanza dava sul panorama di Lacrimasilva, regalando una vista mozzafiato.
"Questo posto sembra vivo," disse Aisha, osservando le pareti che cambiavano sotto i suoi occhi.
"Lo è," rispose Adamas con un sorriso enigmatico. "Lacrimasilva non è solo un luogo. È un’estensione della nostra mente. Quello che pensi, quello che senti… tutto si manifesta."
Aisha si fermò davanti al camino, osservando le fiamme danzanti.
"È incredibile. E un po’ inquietante."
Adamas si avvicinò, poggiando una mano sulla sua spalla.
"Imparerai a fidarti di queste energie. Ma per ora, rilassiamoci. Questa casa sarà il nostro rifugio per un po’."
Coincidenze?
Aisha non era solo bella; era anche incredibilmente intelligente. Ed era troppo intelligente per pensare che tutto quello che stava accadendo fosse semplice frutto del caso. Sedute davanti al camino, si versarono da bere. Ovviamente c’era un banco bar, una dispensa ricca, e tutto il necessario. Niente sembrava mancare.
Aisha scelse del whisky. Notò subito una bottiglia di torbato scozzese e, ricordando il Sig. Mah e il suo Talisker, decise di optare per quella bevanda proveniente dal Mondo Cardine. Per un attimo si chiese cosa ci facesse un whisky scozzese a Lacrimasilva, ma poi ricordò che Adamas era originaria del Mondo Cardine e che anche lei conosceva molto bene il Sig. Mah.
Adamas, fedele alle sue abitudini, si preparò un americano.
Aisha fu la prima a sedersi, sorseggiando il suo whisky con un’aria di attesa. Gli occhi fissi su Adamas, il viso rilassato, ma lo sguardo diretto, senza fronzoli. Aspettava una spiegazione. Adamas lo sapeva, ma per quanto potesse, cercava di evitare quegli occhi. Alla fine, Aisha ruppe il silenzio con poche parole, decise e inconfondibili: "Allora, Adamas, hai qualcosa da dirmi, vero? Parla, ti ascolto."
Adamas lo sapeva: doveva delle spiegazioni. Ma il vero problema era che anche lei brancolava nel buio. Si prese un momento, sorseggiando il cocktail, come per cercare le parole giuste. In realtà, il problema non erano le parole, ma il fatto che nemmeno lei aveva una chiara comprensione di ciò che stava accadendo.
"Aisha…" iniziò, guadagnando qualche secondo in più. Ma il tempo era scaduto. Doveva essere sincera.
"Non so perché siamo qui, in questo posto. Posso solo parlare di fatti: il rapimento era fuori dal mio controllo, ma già in quel momento sentivo di aver fatto un errore a lasciarti andare via. Pensavo che forzare le cose fosse la scelta giusta, ma il destino—o qualcos’altro—ha deciso diversamente e ci ha riportate insieme. E poi Lacrimasilva… perché proprio qui, con tutti i chilometri che separano il Labirinto da Lumenforte?"
Aisha non rispose subito. Anche lei pensava fosse solo una coincidenza, ma dentro di sé sapeva che non lo era.
"Non credo nelle coincidenze, Aisha," continuò Adamas, "e forse c’è una ragione per cui dobbiamo essere qui. Forse dobbiamo passare del tempo insieme. Forse io non devo essere l’unica a…"
Si fermò. Non riusciva a proseguire. Le parole che stava per dire erano troppo forti, troppo importanti. Per la prima volta, aveva considerato la possibilità di condividere il Dono con Aisha. Era stata una riflessione fugace, ma adesso tutto sembrava puntare in quella direzione: le loro vite intrecciate, il loro incontro onirico, le circostanze che le avevano portate qui.
Aisha capì che Adamas era in difficoltà. Anche lei stava cercando di mettere insieme i pezzi: l’aveva salvata due volte dai demoni e dagli agenti, l’incontro nel mondo onirico, e ora Lacrimasilva. Tutto sembrava connesso da un filo invisibile. E poi c’era quella sensazione… un legame profondo che le univa.
Si alzò, si avvicinò ad Adamas e le mise le mani sui fianchi. Guardandola dritta negli occhi, disse con calma: "Non importa. Non devi spiegarmi niente. Né ora, né dopo. Quel che succederà, lo vivremo insieme. Sto bene qui, e mi sembra che anche tu stia bene. Allora accettiamo questa cosa e viviamola. Questa casa è bellissima, in un posto incantevole, con un fiume che scorre sotto e un paese da favola qua vicino. Adamas, cosa vuoi di più?"
Adamas fu sollevata dalla comprensione di Aisha, ma dentro di sé c’era un pensiero che non riusciva a ignorare: come aveva potuto dimenticare la sua amica al Labirinto così facilmente? Non disse nulla, ma Aisha percepì il pensiero e rispose: "Non hai dimenticato la tua amica. Hai fatto quello che era giusto. Hai un Dono, una responsabilità. Non puoi ignorarla. La tua amica non deve vedere la tua luce per tornare: deve trovare la sua."
Adamas rimase in silenzio, ma le parole di Aisha erano vere. Finalmente, le cose cominciavano a chiarirsi. Lacrimasilva, con le sue energie uniche, sembrava il luogo ideale per imparare a gestire il Dono. E per farlo, era necessario che fossero sole.
Dal Diario di Aisha (Parte 2) – Lumenforte, dicembre 2024
Due anni fa, la mia vita era un’altra. Non avrei mai immaginato che quel viaggio, iniziato con il distacco dal Labirinto, mi avrebbe portata fin qui, in questo castello. Eppure, ogni passo, ogni errore, ogni incontro, mi ha condotta esattamente dove dovevo essere.
Ricordo perfettamente Lacrimasilva. Non era un luogo qualunque. Era vivo, pulsante. Le energie di quel posto mi spaventavano e mi affascinavano allo stesso tempo. E poi c’era Adamas. Lei sembrava capire tutto di quel luogo, come se fosse stato creato per lei. Non mi aveva mai parlato di condivisione, di Dono, ma la sua presenza era già un insegnamento.
Ricordo la prima volta che ci siamo abbracciate lì, libere per la prima volta dopo il caos del rapimento. Lei mi guardò, sorrise e mi disse: ‘Forse è il destino che ci ha portate qui.’ Io non ci credevo, o forse non volevo crederci. Ma ora… ora non posso fare a meno di pensare che avesse ragione.
Lacrimasilva non era solo un luogo. Era una prova. Una tappa di un viaggio molto più grande, che mi avrebbe insegnato cosa significa essere una scintilla, cosa significa accettare il Dono. Ma allora, non lo sapevo ancora. Allora, ero solo Aisha. Ora, forse, sono qualcosa di più.
Lacrimasilva, fine estate 2022
In quel periodo, Lacrimasilva divenne un rifugio quasi perfetto per Adamas e Aisha. La casa, immersa in un luogo che sembrava sospeso tra realtà e sogno, offriva loro non solo sicurezza ma anche un tempo prezioso da dedicarsi a vicenda. La loro esplorazione del territorio circostante le portò a scoprire Lumenforte, un paese che sfidava ogni convenzione.

A Lumenforte non esistevano regole, almeno non nel senso tradizionale. Gli abitanti si muovevano con naturalezza in abiti succinti, chi con un perizoma, chi con niente del tutto. Eppure, non c’era traccia di giudizio o disagio. L’intero villaggio sembrava animato da un’energia intangibile, un’autocoscienza collettiva che guidava ogni decisione. Qui, non c’erano soldi né banche, eppure ogni cosa funzionava. Ogni abitante contribuiva al bene comune attraverso ciò che era, ciò che faceva, e ciò che sognava. La ricchezza personale si misurava nel valore che ciascuno portava agli altri.
Adamas e Aisha si adattarono con sorprendente facilità a quel mondo. Camminavano tra le vie di Lumenforte, indossando solo un perizoma quando lo desideravano, senza mai sentirsi giudicate o obbligate. La libertà di essere sé stesse, senza filtri, rendeva quel luogo un piccolo paradiso. Ma ciò che le affascinava di più era il fiume.
Proprio sotto la casa, il fiume scorreva come una vena d’argento, circondato da una bellezza che sembrava appartenere più a un sogno che alla realtà. Per raggiungerlo, dovevano scendere lungo un sentiero stretto e attraversare lo stradone, ma ogni passo verso quelle acque cristalline valeva la fatica. Il fiume non era solo un luogo; era un simbolo, un confine tra ciò che erano e ciò che stavano diventando.
Con ogni giorno trascorso insieme, il legame tra Aisha e Adamas si faceva più profondo. Scoprivano sempre qualcosa di nuovo l’una dell’altra, e persino le ombre del passato non sembravano più così minacciose. Aisha non si nascondeva. Confessò ad Adamas il suo ruolo passato come poliziotta al servizio di Cronos, un lavoro che l’aveva resa una nemica della Resistenza. Aveva creduto di combattere per la giustizia, ingannata dalle menzogne di Cronos. Ricordava ancora con amarezza i riconoscimenti che le erano stati assegnati per azioni che oggi avrebbe voluto dimenticare.
Ma parlare con Adamas era diverso. Non c’era giudizio nei suoi occhi, solo comprensione. Eppure, anche in quel rapporto che si faceva sempre più intimo, c’era qualcosa che Adamas non diceva.
La Principessa Diamante.
Il titolo, il segreto, le pulsava nella mente ogni volta che guardava Aisha. Sapeva che tenere nascosta la sua altra identità non era giusto, ma lo faceva per proteggerla. Almeno, era quello che si diceva. "Se sapesse chi sono davvero, sarebbe in pericolo," pensava. Ma era solo una scusa? Un rapporto costruito su mezze verità non poteva reggere a lungo.
Adamas osservò Aisha mentre camminava verso il fiume. I suoi passi erano leggeri, ma nei suoi occhi brillava una forza che nessuno poteva spegnere. "Come posso mentire a lei?" si chiese. "Aisha merita di sapere, ma se lo scoprisse, se sapesse chi sono, il mondo stesso potrebbe rivoltarcisi contro."
Eppure, mentre la osservava entrare nell’acqua scintillante, un pensiero più profondo le attraversò la mente. "Forse è lei quella che devo proteggere… o forse sono io che ho paura di affrontare ciò che sono."
Dal Diario di Aisha (Parte 3) – Lumenforte, dicembre 2024
La Magia della Sera
C’era qualcosa di magico nell’aria quella sera. Non so spiegare cosa fosse, ma era come se tutto, dalle luci soffuse della stanza al silenzio che avvolgeva Lacrimasilva, mi spingesse verso un unico pensiero: dovevo dirlo ad Adamas. Dovevo confessarle ciò che provavo.
Passai un po’ di tempo davanti allo specchio, fissandomi negli occhi e ripetendo le parole che avrei detto. Ma più ci pensavo, più mi sembrava di sbagliare tutto. Alla fine, smisi di pianificare. Sapevo che non c’era modo giusto o sbagliato. Dovevo solo essere me stessa.
Presi il mio rossetto preferito, quello che lei una volta mi aveva detto che mi stava “da morire.” Lisciai i miei capelli biondi con cura, lasciandoli scendere sulle spalle. Indossai il perizoma bianco che so che Adamas ama – non per sedurla, ma per mostrarmi completamente, senza filtri, per come sono. Mi avvolsi in un accappatoio e uscii dalla stanza.
La trovai nella sala, seduta sul divano, con un libro in mano. Quando mi sentì arrivare, alzò lo sguardo, e nei suoi occhi vidi un lampo di sorpresa. Ma fu la curiosità che seguì a farmi sorridere. Mi avvicinai lentamente, e ogni passo sembrava risuonare nella stanza come un battito di cuore.
Quando fui abbastanza vicina, fermai il suo sguardo e le dissi con voce dolce ma ferma: "Voglio fare qualcosa per te. Per noi. Quello che farò non ti deve preoccupare, vivilo al massimo. Io starò benissimo."
Senza aspettare una risposta, lasciai cadere l’accappatoio. La luce della stanza sembrò riscaldarsi, e Adamas mi guardò con un misto di stupore e tenerezza. Mi avvicinai ancora, accarezzandole il viso con delicatezza, lasciando che i miei occhi parlassero per me.
"Ti amo," le dissi. Due parole semplici, ma cariche di tutta l’intensità che sentivo.
Adamas non rispose subito, ma vidi un brivido attraversarle il corpo. Era come se quelle parole avessero toccato qualcosa di profondo dentro di lei. Poi mi abbracciò, stringendomi forte contro di sé. Sentii il suo respiro tremare mentre diceva: "Ti amo anch’io, Aisha. Sei la cosa più preziosa che ho."
Mi lasciai andare completamente tra le sue braccia. Mi adagiai su di lei con un sospiro, lasciando che ogni movimento fosse una danza silenziosa. I nostri corpi si intrecciarono, e per un momento, tutto sembrò svanire: il passato, le paure, le insicurezze. Restavamo solo noi, e quella magia che riempiva la stanza.
Le sue mani mi accarezzavano con dolcezza, e ogni gesto sembrava sussurrare promesse che non avevano bisogno di parole. Le dissi solo: "Resta con me. Sempre."
La sua risposta fu un sussurro, ma mi scosse fino al profondo: "Sempre. Non ti lascerò mai."
Dopo mezz’ora, ero ancora lì, tra le sue braccia, con il cuore che batteva all’unisono con il suo. La stanza era avvolta in un silenzio che non pesava, ma che sembrava proteggerci. Mi alzai lentamente, sentendo ancora le sue carezze sulle spalle, e le sorrisi.
"Vedi?" le dissi scherzando, mentre raccoglievo l’accappatoio dal pavimento. "Non era poi così difficile."
Lei rise, e in quel momento seppi che niente, mai, avrebbe potuto spezzare ciò che eravamo diventate insieme.
Lacrimasilva, fine Estate 2022 - Adamas e il Peso del Silenzio
Adamas chiuse il libro che teneva tra le mani. Non riusciva a concentrarsi. Ogni parola le scivolava davanti agli occhi come acqua sul vetro, senza lasciare traccia. Aveva appena sentito Aisha confessare nel diario quel primo "ti amo," e la sua mente non smetteva di tornarci. Era stata una dichiarazione semplice, spontanea, così incredibilmente pura. E lei, come aveva risposto? Con un abbraccio, con un "ti amo anch’io," ma nascondendo la verità.
Non era solo un titolo, ‘Principessa’. Era un peso, un segreto che la legava a un passato troppo complicato da spiegare. Dirlo ad Aisha significava rischiare tutto: il loro legame, la fiducia, forse persino la sicurezza di Aisha stessa.
Ma c’era un’altra verità, più scomoda. Lo sapeva, anche se cercava di negarlo. Era anche paura.
Adamas si alzò dal divano e si avvicinò alla finestra. Fuori, le stelle di Lacrimasilva brillavano nella notte, riflesse come gemme sulla superficie del fiume sottostante, una luce perfetta della libertà che quel luogo rappresentava. Eppure, lei si sentiva prigioniera di se stessa. "Se glielo dicessi, se sapesse chi sono davvero… cosa penserebbe di me? Mi vedrebbe ancora come Adamas, o diventerei solo la Principessa Diamante ai suoi occhi?"
Era un pensiero egoista, e Adamas lo sapeva. Ma era umano.
Il Doppio Conflitto
Adamas si passò una mano tra i capelli, cercando di calmare il vortice di emozioni che le stringeva il petto. Non era solo paura. Era anche protezione.
C’erano cose che Aisha non doveva sapere. Non ancora. I segreti che custodiva non erano solo suoi: riguardavano il passato di altre scintille, il modo in cui il Dono era stato usato, e le conseguenze devastanti che aveva portato. Se Aisha avesse saputo tutto, il peso sarebbe stato insopportabile.
"È per il suo bene," si disse per l’ennesima volta. Ma la voce interiore che cercava di convincerla sembrava sempre più debole.
Ripensò a quella sera, quando Aisha le aveva detto per la prima volta "ti amo." La purezza di quelle parole aveva scaldato il cuore di Adamas, ma le aveva anche fatto sentire il peso delle sue bugie. "Come posso dirle che la amo, se non riesco a essere onesta con lei?"
Adamas appoggiò la fronte contro il vetro freddo della finestra. Sentiva il cuore batterle contro il petto come se volesse sfondarlo. "Forse… forse non merito il suo amore."
Adamas tornò a sedersi, ma non prese più il libro. Restò lì, nel silenzio della stanza, con il viso nascosto tra le mani. Per la prima volta, si sentiva completamente vulnerabile.
"Non posso perderla. Non posso proteggerla. Eppure non riesco a fare nessuna delle due cose nel modo giusto."
Le ore passarono lentamente, ma una decisione chiara non arrivò. Adamas sapeva solo una cosa: ogni giorno che passava senza dirle la verità aumentava il rischio. Ma non era pronta. Non ancora.
Dal Diario di Aisha (Parte 4) – Lumenforte, dicembre 2024
La Prova del Dono
Non era solo intuizione. Qualcosa dentro di me sapeva che Adamas mi stava nascondendo qualcosa. Lo sentivo nelle pause tra le sue parole, in quegli sguardi che sembravano scavare nella mia anima ma che evitavano di mostrarmi la sua.
Eppure, non avevo dubbi su di lei. Nonostante le domande che si affollavano nella mia mente, c’era una certezza incrollabile: Adamas mi proteggeva. Lo faceva nel suo modo enigmatico, con quei silenzi che parlavano più delle sue frasi. Non avevo bisogno di sapere tutto, non allora. Mi fidavo, e la fiducia era più forte delle mie paure.
Quel giorno al fiume, però, tutto cambiò.
Ricordo ogni dettaglio: la luce che danzava sull’acqua, il profumo dell’aria fresca, il modo in cui lei mi guardava, con quella calma che sembrava contenere un intero universo. Quando mi chiese se volevo provare a sentire cosa fosse il Dono, il mio cuore saltò un battito. Non era solo curiosità. Era qualcosa di più grande, una porta che si apriva verso l’ignoto.
“Non ti succederà nulla,” disse con quella voce che riusciva a calmare qualsiasi tempesta dentro di me. “Ma voglio che tu senta cosa significa. Voglio che tu capisca cosa puoi diventare.”
E io accettai.
Non ricordo esattamente cosa accadde dopo. Solo che tutto si spense. Il mio corpo, la mia mente, tutto mi abbandonò per un tempo che sembrò infinito. Quando riaprii gli occhi, vidi Adamas che mi teneva tra le braccia, e il suo viso era una maschera di preoccupazione.
Mi disse che ero stata bene, che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Ma io lo vedevo nei suoi occhi: non se lo aspettava. E forse, in quel momento, aveva paura di aver sbagliato tutto.
Adesso so che non era così. Sapevo che il Dono era più grande di me, e che lei mi aveva spinto fino al limite solo per capire se potevo sopportarlo. E anche se non ero pronta in quel momento, il Dono aveva già messo radici dentro di me.
Lacrimasilva, Estate 2022 - La Prova al Fiume
Aisha si sedette accanto a Adamas sulla riva del fiume. Il sole scivolava dietro le colline, tingendo l’acqua di sfumature dorate e rosse. Nonostante il respiro calmo, sentiva il cuore martellare nel petto.
Adamas si avvicinò, prendendole le mani tra le sue. “Non pensare a nulla. Lasciati andare,” disse.
Aisha chiuse gli occhi. Un calore morbido e familiare la avvolse, come se Adamas avesse appena acceso una luce dentro di lei. Non c’erano immagini, solo sensazioni: una corrente che la attraversava, intrecciandosi con ogni fibra del suo essere.
E poi lo sentì.

Non era solo una connessione mentale, ma qualcosa di più profondo. Era come immergersi nella mente e nell’anima di Adamas, vedere frammenti del suo passato, sentire il peso che portava. Per un istante, fu travolta da una vertigine: paura, dolore, amore, tutto insieme.
Adamas osservò il viso di Aisha mentre un’ombra di tensione attraversava i suoi lineamenti. “Basta così,” disse, interrompendo il flusso prima che diventasse troppo intenso.
Ma era troppo tardi.
Aisha aprì gli occhi per un istante, cercando di mettere a fuoco lo sguardo di Adamas. “È… troppo,” mormorò, prima che il suo corpo si abbandonasse completamente.
Adamas la prese al volo, sorreggendola delicatamente. Il cuore di Aisha batteva ancora, ma il suo respiro era irregolare, come se stesse cercando di riprendersi da un’ondata travolgente di energia. “Lo sapevo,” sussurrò Adamas tra sé. “Non avrei dovuto…”
Dal Diario di Aisha (Parte 5) – Lumenforte, dicembre 2024
Adesso so perché lo fece. Non era solo per mostrarmi cosa fosse il Dono. Adamas voleva capire se fossi pronta. Non me lo disse allora, ma io l’ho capito dopo. Non si trattava di fiducia. Si trattava di protezione.
Se avessi saputo la verità, la vera Adamas, la Principessa Diamante, sarei stata impreparata. Avrei reagito come Aisha, la superpoliziotta di Bergderbil, e avrei combattuto senza l’arma giusta.
Adamas non poteva permetterlo. Lo capisco ora. Sapeva che la verità sarebbe arrivata, e che io avrei avuto bisogno del Dono per affrontarla. E così, prima ancora di condividere il Dono, doveva capire se potevo sopportarlo. Doveva proteggermi, anche da me stessa.
Aveva ragione!
La Condivisione del Dono
Adamas e Aisha camminavano in silenzio lungo il sentiero che costeggiava il fiume di Lacrimasilva. Il sole si nascondeva dietro le colline, lasciando un cielo di sfumature rosa e arancio. Il vento leggero accarezzava le loro guance, portando con sé l’odore della terra umida e dei fiori selvatici.
Adamas si fermò all’improvviso, stringendo più forte la mano di Aisha. Si girò verso di lei con uno sguardo serio, ma nei suoi occhi brillava una luce diversa, quasi solenne. “C’è una cosa che voglio fare per te, Aisha,” disse con calma, “ma prima devi sapere tutto.”
Aisha sentì il cuore accelerare. Sapeva che c’era qualcosa che Adamas teneva nascosto, ma fino a quel momento aveva scelto di fidarsi. Ora, però, le parole di Adamas le facevano capire che il momento della verità era arrivato.
“Dimmi,” rispose con voce ferma.
Adamas fece un passo avanti, accarezzandole il viso. “Il Dono non è solo un potere. È una connessione. Ti permette di sentire tutto: il dolore, la gioia, le paure e le speranze delle persone intorno a te. Ti dà forza, sì, ma porta con sé un peso enorme.”
Si fermò, come se cercasse le parole giuste. “Assorbire il dolore degli altri può essere devastante. Non sempre riesco a scacciarlo subito, e a volte mi resta dentro, mi consuma. È per questo che svenivo così spesso, all’inizio. E accadrà anche a te, se accetterai di condividere il Dono.”
Aisha restò in silenzio, cercando di elaborare le parole di Adamas. Non era solo una scelta tra accettare o rifiutare un potere: era una scelta tra essere quella che era sempre stata, o diventare qualcosa di nuovo, qualcosa di più.
“E perché ora?” chiese infine.
Adamas sorrise, ma era un sorriso velato da una malinconia che Aisha non poteva ignorare. “Perché tu sei la mia metà, Aisha. E se c’è una cosa che ho imparato, è che non posso proteggerti senza renderti più forte. Ci saranno verità che non potrai affrontare da sola, non senza il Dono. Ma voglio essere sicura che tu sia pronta.”
Il Momento del Dono
Adamas prese entrambe le mani di Aisha tra le sue e la guidò verso una radura vicino al fiume. I raggi del tramonto attraversavano gli alberi, creando un’atmosfera surreale. Si sedettero sulla riva, l’una di fronte all’altra.
“Chiudi gli occhi,” disse Adamas. “Lasciati andare. Non pensare a nulla. Io sarò qui con te.”
Aisha obbedì, sentendo il calore delle mani di Adamas che la ancoravano al presente. Poi arrivò una sensazione: un’ondata di energia che la travolse come un fiume in piena. Era calore e luce, ma anche dolore e caos. Un turbinio di emozioni che la lasciò senza fiato.

Vide frammenti: il passato di Adamas, i momenti di sofferenza, ma anche l’amore incondizionato che legava le loro anime. Poi tutto divenne troppo. Il cuore di Aisha batteva all’impazzata, e le gambe le cedettero.
“Aisha!” Adamas la prese al volo, sorreggendola mentre lei perdeva i sensi. La stese dolcemente a terra, accarezzandole il viso. “Non preoccuparti,” sussurrò, “sei più forte di quanto pensi. Ti sarò accanto in ogni momento.”
Dal Diario di Aisha (Parte 6) – Lumenforte, dicembre 2024
Non dimenticherò mai quel giorno. Quando Adamas mi parlò del Dono, pensai di sapere cosa aspettarmi. Ma non era così. Il Dono non è solo un potere. È un legame, un fardello, e una responsabilità che non tutti possono sopportare.
Quando mi svegliai sulla riva del fiume, la prima cosa che vidi fu il suo volto. Adamas mi guardava come se il mondo intero dipendesse da me. Mi disse che tutto era andato bene, che avevo accettato il Dono e che il peggio era passato. Ma io lo sapevo. Non era affatto passato. Era appena iniziato.
Adesso so perché lo fece. Sapeva che, senza il Dono, non avrei mai potuto affrontare le verità che mi aspettavano. Sapeva che, per proteggermi davvero, doveva farmi diventare più forte, anche se questo significava mettermi in pericolo. E ora lo capisco. Non riesco a biasimarla. Non lo farò mai.