
Aisha
عائشة
Cap. 20 - Oltre l'Illusione
Il Lago di Phantaris e le Lune di Elysium
Si abbracciano su una collinetta, dicono “Phantaris” e il mondo cambia pelle. Il corpo si scompone in miliardi di particelle, senza dolore, come un unico respiro. Il lago li attende con cascate che non cadono, alberi che non si imparano, animali che non ubbidiscono alla fisica. Un cartello inciso dice ciò che basta: Phantaris. Nessuna istruzione superflua, solo invito.
Un altro abbraccio, una nuova parola: Elysium. La luce li ricompone sotto due lune che sembrano due occhi: argento e oro in un cielo che non fa rumore, ma presenza. Il terreno si fa morbido, le foglie rifrangono ogni movimento, l’aria rallenta per accorgersi di loro. Sedute sotto “Elysium” sentono quanto il luogo stia lavorando su di loro. L’amore non si spiega. Si sente. E l’empatia rimane nell’aria, come un’attesa silenziosa, prima del passo dopo.
Livia e il Fuoco di Emphatia
Livia riappare sul sentiero, Custode e rivelazione. Spiega perché i demoni temono il fuoco di Emphatia: la scintilla crea i quadranti, loro no. Se le scintille ricordassero chi sono, ogni Quadrante diventerebbe Illusione… e poi Emphatia, dove per i manipolatori non è previsto posto. Parla di un treno che un tempo raccoglieva anime empatiche sotto i mari, portandole a Emphatia. Ora i ponti sono stati spezzati: arconti e arcangeli, schiavi di Vishnu e Shiva, vogliono il controllo anche del Quadrante 4. La determinazione entra dove prima c’era solo stupore: proteggere la scintilla, proteggere il Quadrante, riaprire le porte di Emphatia.
Il Privilegio della Scelta
Davanti a un bicchiere di vino, la domanda che brucia: restare in paradiso o tornare a proteggere chi non può farlo? Land’s End, gli amici, le scintille che non vedono tutto questo: quanto sono lontani loro… o quanto sono lontane Aisha e Kalki? Quadrante 4 da solo non basta: ha senso solo se è ponte verso Emphatia. 244.000 scintille scelte da Brahma, ma solo diciannove Primenate, e tra loro Aisha e Kalki. Capiscono che non è solo un compito, è un privilegio: loro possono combattere, gli altri possono solo sperare. Versano l’ultimo bicchiere, si baciano e vanno a dormire sapendo che a breve dovranno lasciare il paradiso per difenderlo.
Atlante di Illusione – Lacrimosa e Sylphoria
Un libro pieno di nomi, centinaia di migliaia di villaggi, e loro che ne hanno visitati appena due. Scelgono “Lacrimosa”: alberi che piangono gocce d’argento, fiori che nascono da ogni lacrima, un bosco che trasforma la malinconia in bellezza. Poi “Sylphoria”: una prateria infinita, cielo limpido, montagne lontane, un albero solitario con la parola “Armonia” sul tronco. Ogni luogo, una lezione sottovoce: serenità, equilibrio, respiro condiviso con il Quadrante.
Illusione non è fuga: è addestramento emotivo, un percorso che scolpisce l’anima invece del corpo.
La Bellezza dell’Anima
In Sylphoria, qualcosa cambia nello sguardo. Kalki vede Aisha ancora più bella, come se la luce le uscisse dalla pelle. Una voce senza volto spiega: è l’anima, non la carne, a renderle così. A Illusione l’anima viene in primo piano, si prepara per Emphatia, impara a non nascondersi più. Camminano tra ruscelli e fiori che brillano, e ogni passo sembra dire la stessa cosa: ciò che siete davvero non invecchia mai. La bellezza diventa promessa, non ornamento.
Echo Serene, Aquaelum ed Evasha
Echo Serene le accoglie con un lago che riflette più di un cielo. Ogni sasso lanciato nell’acqua svela un ricordo: la casa delle Streghe, il cammino condiviso, le ferite e le risate. L’ultima increspatura mostra il volto di Aisha, che si stacca dal riflesso e diventa presenza: Aisha Illusione la sfiora, la accarezza e torna nel lago. È reale e impossibile allo stesso tempo, come tutto il Quadrante. Il messaggio è chiaro: Illusione conosce le loro memorie, le custodisce, le rimanda indietro perché possano rivedersi, riconoscersi, accettarsi. Un tuffo nel lago diventa discesa in un oceano nascosto. Città sottomarina, chiesa di coralli, bambini che giocano nella luce liquida: Aquaelum è un mondo intero sotto la superficie. L’acqua si respira, i corpi sono leggeri, la magia si comporta come se fosse normale. Aquaelum dà loro un altro specchio: Evasha, nata dall’immagine di Aisha filtrata attraverso lo sguardo di una madre. “Quando sono nata, ti osservava,” dice. “Ha desiderato che io fossi come te.” Capiscono che il loro passaggio lascia tracce ovunque, che i mondi possono generare vita a partire da un ricordo d’amore.
La Prova delle Grotte
Riemerse sulla spiaggia, con la sabbia che incolla l’acqua ai perizomi neri, Aisha decide di tornare al punto più difficile: le grotte. Vuole sapere se sono cambiate loro… o se è cambiato il modo in cui il Quadrante le attraversa. Entrano, pochi passi, e di nuovo il buio: svengono entrambe, come la prima volta. Ma al risveglio qualcosa è diverso: la paura non c’è più, c’è solo lucidità. Capiscono che non ci sono limiti alla creazione, che una mente immensa dà forma a tutto, e che loro possono partecipare a quel gesto. Le grotte non le puniscono: le aggiornano.
Krystallia – Codice della Connessione
Il “Codice della Connessione” arriva nelle loro mani come se le stesse aspettando da sempre. Ogni pagina parla di corpi che diventano antenne, di tecniche che cambiano a seconda del villaggio, di energie che possono attraversare la carne. A Krystallia, tra cristalli vivi e case di luce, Aisha e Kalki si siedono in una radura, respirano al ritmo del luogo finché il confine del corpo si fa sottile. Sul bordo di un laghetto, provano la tecnica più estrema: lasciare che l’essenza esca dal corpo. L’anima di Aisha si stacca, guarda se stessa, guarda Kalki che la vede davvero per la prima volta. Capiscono che tutto è sempre stato lì, sotto la spazzatura mentale che le ha tenute al buio. Quando Aisha rientra, Emphatia non è più un’idea: è un’eco vicina, e perfino il tempo di Krystallia si piega ai loro stati d’animo, non è più una gabbia ma un alleato.
Un Presagio di Fine
Passeggiando tra i cristalli, parlano di quanto siano cambiate, di quanto sia diventato fluido il tempo. Il libro spiega che qui il tempo non è lineare: si allunga o si accorcia secondo l’intensità con cui si vive. Allora decidono di smettere di contarne i minuti e di misurare solo ciò che sentono. Ma una sensazione sottile le attraversa: qualcosa sta finendo. Illusione le ha plasmate, ora deve lasciarle andare. Non c’è tragedia, solo un velo di tristezza dolce: Il paradiso non è ancora per loro: è per ora solo un passaggio. Lo lasceranno non perché debba finire… ma perché possa un giorno cominciare per tutte le anime di luce.
L’Ultima Benedizione di Livia
Un ultimo “Zanara”, un ultimo ritorno al lago vicino a casa. Livia le aspetta: la crescita spirituale è completa, dice, il Quadrante ha fatto il suo lavoro. Prima di Emphatia, però, c’è il Quadrante 7: il forziere infernale dove Ishtar ha nascosto le Rose. Consegna loro un libro “non attendibile”, pieno di mappe sbagliate e trappole, perché nessuno sa davvero cosa si nasconda lì. Con un solo nome – “Miraluna” – le teletrasporta all’ultimo villaggio dell’Illusione verso sud. Poi le abbraccia: tristezza, orgoglio, speranza. Non è un addio, ma la chiusura di un cerchio.
Il Padre – Sulla soglia di Illusione
Miraluna è quieta, luminosa, normale come solo i luoghi di confine sanno essere. “La Rosa dei Venti” offre una stanza, cibo caldo e una partita di carte dove le risate di Kalki accendono il momento leggero prima del viaggio. Poi la notte si fa immobile. Nessun suono teorico, nessun annuncio: solo il vento che sembra pensare da solo. Tra gli alberi appare un uomo altissimo, scalzo, jeans consumati e una maglietta bianca che riflette appena la luce delle due lune. Non parla, ma sorride in un modo che pesa più di un dialogo: amore puro, venato da una tristezza antica, come chi sa che l’inizio non è mai facile. Quando pronuncia Aisha, non lo fa come un nome qualunque: è la pronuncia del Padre, il suono che le ha consegnato quando l’ha chiamata al mondo. Un istante, un lampo senza rumore, e il bosco si richiude di nuovo nel silenzio. Aisha si voltò verso Kalki. I loro occhi si incontrarono, ma nessuna parola fu necessaria. Tra loro passò una sensazione condivisa: qualcosa è accaduto. Rimasero sedute in silenzio. Il cielo sopra di loro tratteneva il respiro. Poterono vedere ancora per quella notte le due lune di Miraluna risplendere sul Quadrante 4, l'Illusione, ma da quel momento quella piccola sensazione sempre avuta di non essere sole... divenne molto più concreta.
Oltre la Soglia – Verso il Quadrante 7
All’alba, Miraluna le saluta con pane caldo e luce tra gli alberi. Caricano la Freccia Rossa, controllano le mappe, si guardano negli occhi: “Andiamo a prendere quelle rose.” Il Quadrante 7 è a pochi chilometri, ma la distanza vera è un’altra: lasciare Illusione, lasciare Livia, lasciare la sicurezza del canto. Quando partono, non si voltano indietro.
Il confine è invisibile, ma lo sentono sotto le ruote e dentro il petto.
Il viaggio verso le Rose – e verso Emphatia – comincia davvero lì.







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