
Aisha
عائشة
Cap. 21 - Quadrante 7: Aisha e Kalki
Il Confine che Scompare
Dal paradiso surreale del Quadrante 4 al deserto del Quadrante 7 bastano pochi metri. Una linea di demarcazione, un cartello freddo, nessun nome. Aisha si ferma, guarda l’Illusione un’ultima volta e capisce che da lì non si torna indietro. Quando attraversano, il Quadrante 4 svanisce come se non fosse mai esistito. Rimane solo aridità, silenzio e un cartello che loro ribattezzano: “Quadrante 7 – Aisha e Kalki”. Prima di capire il nemico, lo segnano col proprio nome.
La Rocca Abbandonata
Nel vuoto del paesaggio, l’unica presenza è una rocca scura, crepata, invasa dal tempo. Dentro, mappe e appunti parlano di trappole, passaggi segreti, percorsi che si biforcano. Sulla carta, il Quadrante 7 è diviso in due: nord montuoso e brullo; a ovest una lunga fascia verde attraversata da un fiume e da un ponte. Nessuna indicazione sulle rose, nessuna trappola ancora attivata. Proprio questo vuoto le orienta: dove non c’è nulla da difendere, non vale la pena restare. La decisione è semplice e pesante: puntare verso la zona verde, sapendo che ciò che cercano sarà al centro della corruzione.
Villaggi Nascosti e la Ferita nella Foresta
Il viaggio verso ovest è una marcia sotto un sole ostile. Poi, improvvisa, la vita: alberi, acqua, il ponte sul fiume, piccoli villaggi che spuntano dal verde come segni di un mondo antico. Le case ricordano un medioevo tranquillo, fatto di legno, pietra e mani sporche di terra. Gli abitanti sono ospitali, ma ignorano quasi tutto di Ishtar e delle sue rose: quelle storie, per loro, sono solo leggende lontane. È Einar, un anziano con vecchie cartine logorate, a dare un primo appiglio vero. Nelle mappe passate, il Quadrante era interamente rigoglioso; in quelle recenti, al centro della vegetazione è comparsa una macchia arida, una zona incolta nata “da pochi decenni”. Qualcosa ha bruciato il cuore del verde. Forse una trappola, forse una protezione. In ogni caso, un segnale chiaro: se le rose ci sono, stanno lì.
Le Terre Verdi, l’Incidente e il Quartier Generale
Dal cuore della zona verde, Aisha e Kalki seguono l’intuizione di Einar: se le terre aride sono nate dentro un eden rigoglioso, allora al centro c’è qualcosa di nascosto. La vegetazione si assottiglia passo dopo passo; l’aria si asciuga, il terreno si spacca, come se il Quadrante 7 stesse togliendo i colori uno a uno. Quando la distorsione nel suolo vibra appena, è già tardi: la moto salta, si ribalta, le scaraventa lontano. Dolore, polvere, vertigine. Ma restano in piedi. E ripartono, più lente, più tese, finché una costruzione di pietra appare come un miraggio: un rifugio nudo, senza elettricità, acqua e quattro sedie. Il minimo indispensabile per chiamarlo “quartier generale”. Qui il mondo tace. Le terre brulle attorno sono un deserto inquieto, eppure vivo: demoni affiorano dal terreno, lanciano minacce rituali e svaniscono. Nessun attacco, solo avvertimenti. Diversivi più che guardiani. Il tipo di ostacolo pensato per consumare la mente prima del corpo.
Quando ripartono a piedi, mappe e Codice della Connessione in mano, la logica si stringe: se tutto attorno è distrazione, l’unico punto che conta è il cerchio segnato sulle mappe — una nota minuscola al centro della desolazione. Lo raggiungono dopo ore, e lì lo vedono: un altare di pietra, quasi inghiottito dalla polvere. Aisha si avvicina, e l’altare si sveglia. La scarica la colpisce in pieno, Kalki la raggiunge, poi cade anche lei. Due figure scattano fuori dall’ombra, premono un interruttore, trascinano Aisha giù per una botola. Kalki, riaprendo gli occhi sotto il sole, disattiva la corrente, solleva la botola e scende. Sotto c’è un villaggio impossibile: l’inferno che Ishtar ha costruito per proteggere le rose.
L’Inferno Sotto la Terra e la Fuga
Sotto l’altare, il Quadrante cambia pelle. Kalki scopre un villaggio di demoni, un inferno ordinato dove il fuoco è architettura e le prigioni respirano. Aisha è nuda tranne il perizoma, appesa, interrogata, umiliata da un demone che non cerca solo risposte: cerca di misurare chi ha davanti. La connessione mentale diventa l’unico filo pulito in quel caos. Kalki la chiama silenziosamente, le chiede di restare calma, di fingere. Aisha obbedisce: lascia che il corpo cada come se fosse tornato nel buio. I demoni la riportano in cella, certi di averla spezzata. Da lì in avanti, è questione di precisione. Kalki avanza nei corridoi eliminando pochi demoni, senza rumore, senza residui. Raggiunge la cella, libera Aisha, risale la via a ritroso, sfruttando lo stesso canale con cui è entrata. Quando la botola si richiude alle loro spalle, c’è solo polvere, respiro affannato e una battuta istintiva per spezzare la tensione. Il mondo di sopra è ancora duro, ma almeno ha il cielo. Il quartiere generale, per quanto spoglio, torna a essere rifugio, punto zero, luogo da cui ripensare tutto.
Villaggio, Locanda e Libreria Esoterica
Capiscono presto che non possono restare incollate al margine dell’inferno. Tornano nella zona verde, affittano una stanza in una locanda per dieci giorni, scegliendo consapevolmente una pausa di umanità: cibo caldo, un letto, una doccia, un po’ di liquore condiviso sul bordo della stanchezza. Parlano dei demoni, dell’altare, di ciò che Kalki ha visto sotto, cercando di trasformare la paura in strategia.
Nel villaggio trovano una libreria esoterica, nascosta in una stradina laterale. L’uomo che la gestisce sembra sapere molto più di quanto dica. Suggerisce libri su culti legati a Ishtar, protezioni, antichi riti, demoni e loro debolezze. Aisha e Kalki passano ore tra scaffali, carte, appunti, collezionando più domande che risposte ma sentendo che il quadro, lentamente, sta cambiando densità. Non è ancora il momento di tornare all’altare, ma non sono più cieche come prima.
Il Messaggio di Adamas
Di notte, nella stanza della locanda, quando la stanchezza dovrebbe chiudere tutto, qualcosa si riapre. Aisha si alza di scatto, gli occhi vitrei, il corpo in movimento come tirato da un filo invisibile. Kalki la osserva e capisce che c’è qualcun altro, lì con loro. Il nome affiora da solo: Adamas. In una luce dorata che non appartiene a nessun Quadrante, Adamas attraversa il vuoto tra mondi, entra nella mente di Aisha e le consegna ciò che Zadkiel ha cercato di cancellare: l’inferno del Quadrante 7 così come lo vedeva Ishtar, e il punto esatto in cui le rose sono state nascoste. Non è una spiegazione, è un’impronta a fuoco nella memoria. Aisha vacilla, travolta da immagini e dolore. Quando Kalki le chiede di condividere, Aisha le prende le mani e lascia che quella mappa impossibile passi anche in lei. La trasmissione è fisica, bruciante, come se ogni nervo dovesse reimparare a reggere ciò che vede. Alla fine restano sedute, esauste, con un bicchiere in mano e il cuore pieno di una malinconia dolce: Adamas non le ha mai abbandonate, neanche da lontano.
Ora sanno dove sono le rose. Non come arrivarci, non ancora. Ma il Quadrante 7 ha smesso di essere solo un deserto ostile: è diventato un enigma preciso, con un centro da raggiungere e un prezzo da pagare.







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