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Aisha

 عائشة

Cap. 22: Per le Rose e per la Luce

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Luce e Ombra

Non so se la luce mi chiama o se è solo un riflesso del buio.

Il silenzio attorno a me è denso,

ma ascolto voci che non ho mai conosciuto.

Dicono che ogni passo abbia una direzione,

ma io vedo solo il vuoto che danza attorno a me.

Forse è qui che il tempo smette di inseguirsi,

forse è qui che i ricordi smettono di esistere.

 

Se il mondo dovesse spegnersi all’improvviso,

saprei di esistere sola nell’istante che resta.

Se chiudo gli occhi, sento il battito dell’assenza,

come un nome sussurrato tra le pieghe dell’eternità.

 

Io sono Nihra.

Sono la luce di un giorno che non è mai sorto,

l’ombra di chi ancora non è mai esistito.

Se tutto dovesse fermarsi,
io continuerò a camminare nel nulla.

Nihra

Il Giorno di Riposo

La mattina seguente, Aisha e Kalki condividevano le mappe guardandole dentro se stesse. Era un labirinto di follia, intricati percorsi che si snodavano attraverso l'inferno creato da Ishtar. Decisero che, nonostante l'urgenza della loro missione, dovevano rispettare i giorni di attesa che si erano prefissate. Sapevano che i demoni erano sicuramente in stato di allarme dopo la loro fuga.

Si rilassarono. "Abbiamo ancora otto giorni per preparare un piano," disse Aisha. "E se non basta, affittiamo la stanza per altri dieci giorni. Quando lo faremo, non dovremo fallire. È la cosa più importante di tutta la missione. Con la nostra rosa sapremo i nomi di tutte le duecentoquarantaquattromila scintille, avremo tutti i nomi delle 19 primenate, potremmo entrare a Wahnfried e riascoltare il Padre, potremmo prendere il Fuoco di Emphatia e illuminare tutto il Metaverso. Il Galaxy Express ripartirà dal Quadrante 4 per portare le anime compiute ad Emphatia. Capisci, Kalki, non possiamo fallire. Che siano dieci giorni, un mese o due non fa differenza. Quando lo faremo, non possiamo sbagliare."

Kalki, per dimostrare di essere d'accordo e prenderla un po' in giro, esclamò, "Hip hip urrah!"

Aisha sorrise e continuò: "Oggi ci prendiamo un giorno tutto per noi, per staccare il cervello. Da domani studiamo le mappe e pianifichiamo tutto nei minimi dettagli."

Aisha e Kalki decisero di prendersi una pausa completa dalla tensione e dalle preoccupazioni. Presero la moto e si diressero verso il paese vicino, pronte a godersi una giornata di esplorazione.

La strada era piacevole e il paesaggio verde e rigoglioso si estendeva tutto intorno a loro. Quando arrivarono al paese, parcheggiarono la moto e iniziarono a camminare tra le strade strette e affollate di negozi e bancarelle.

Entrarono in vari negozi, guardando la merce esposta e chiacchierando con i venditori. Non fecero domande specifiche, ma osservarono attentamente tutto ciò che li circondava. Notarono persone che si comportavano in modo strano, con un'aria inquietante che le metteva a disagio.

"Hai notato anche tu quelle persone?" chiese Aisha, mentre uscivano da un negozio di alimentari.

"Sì, sembrano diverse," rispose Kalki. "Non so, c'è qualcosa di... inquietante in loro."

Cap. 22b - Per le Rose e per la Luce - Aisha si accorge del demone.jpg

Si avvicinarono a uno di questi individui sospetti e, con orrore, scoprirono che erano demoni camuffati da umani. I loro occhi, sebbene ben nascosti, avevano un bagliore che non poteva essere confuso.

"Dobbiamo tornare indietro," disse Aisha con urgenza. "Se ci sono demoni qui, potrebbero esserci anche nel nostro paese."

Ritornarono rapidamente alla locanda dove avevano affittato la stanza. Anche lì, mescolati alle persone, notarono la presenza di demoni che le osservavano attentamente. Kalki e Aisha si guardarono e capirono che non potevano restare.

Chiusero il conto alla locanda e decisero di spostarsi in una zona più sicura e tranquilla, lontana dalla zona brulla centrale. Tornarono in moto e si diressero verso una parte del quadrante completamente verde, dove speravano di trovare un po' di pace.

 

La Nuova Locanda nella Terra Verde

Trovarono una piccola locanda accogliente e affittarono una stanza per cinque giorni. Lontane dai pericoli immediati, si sentirono finalmente in grado di rilassarsi un po' e pianificare con calma il prossimo passo della loro missione.

"Qui dovremmo essere al sicuro per un po'," disse Aisha, chiudendo la porta della loro nuova stanza.

"Sì," rispose Kalki, guardandosi intorno. "Finalmente un posto dove possiamo pensare senza preoccuparci di essere osservate."

Si sedettero sul letto, lasciando che la tensione del giorno svanisse lentamente. Sapevano che la loro missione era ancora lunga e piena di insidie, ma per ora, avevano trovato un rifugio dove potevano riposare e ricaricare le energie.

"Dobbiamo assicurarci che in questo paese non ci siano demoni," disse Aisha, determinata.

"Sì," confermò Kalki, "facciamo un giro per il paese, magari ci prendiamo un bicchiere di vino. Ho visto un'osteria, così osserviamo e ascoltiamo."

Decisero di uscire subito. La nuova locanda era situata in un piccolo paese idilliaco, circondato da colline verdi e attraversato da un fiume sereno. Le case erano costruite in pietra, con tetti di tegole rosse e giardini pieni di fiori colorati.

Mentre camminavano Aisha e Kalki osservavano attentamente le persone che incontravano. Salutarono gentilmente i passanti e scambiarono qualche parola con i negozianti. Tutto sembrava normale, ma volevano essere certe.

Arrivarono all'osteria che Kalki aveva notato. Era una struttura accogliente, con una piccola veranda dove alcuni abitanti del luogo sedevano sorseggiando vino e chiacchierando allegramente. Decisero di entrare e prendersi un momento di relax, mantenendo però alta la guardia.

Si sedettero a un tavolo vicino alla finestra e ordinarono due bicchieri di vino rosso locale. Il proprietario, un uomo corpulento con un sorriso amichevole, si avvicinò per servirle.

"Benvenute, signore! Da queste parti per lavoro o per piacere?" chiese, con un tono cordiale.

"A dire il vero, un po' di entrambi," rispose Aisha con un sorriso. "Stiamo esplorando la zona. È davvero incantevole qui."

"Sì, è un bel posto. Tranquillo e sicuro," disse il proprietario. "Se avete bisogno di informazioni su dove andare o cosa vedere, chiedete pure."

Mentre sorseggiavano il vino, Aisha e Kalki ascoltavano attentamente le conversazioni intorno a loro. Parlavano della vita quotidiana, del raccolto, del mercato. Nulla sembrava fuori posto.

"Sembrano persone normali," sussurrò Kalki.

"Sì, ma non dobbiamo abbassare la guardia," rispose Aisha. "Facciamo ancora un giro, osserviamo bene."

Dopo aver finito il vino e ringraziato il proprietario dell'osteria, uscirono e continuarono la loro esplorazione. Passarono davanti alla scuola del paese, dove i bambini giocavano allegramente nel cortile. Il suono delle loro risate riempiva l'aria, portando un senso di pace e normalità.

Visitarono anche il mercato locale, pieno di bancarelle che vendevano frutta fresca, verdure, e prodotti artigianali. Aisha si fermò a parlare con una donna anziana che vendeva miele.

"Buongiorno, signora. Questo miele sembra delizioso," disse Aisha.

"Grazie, cara. Lo produco io stessa, con le mie api. È puro e naturale," rispose la donna con orgoglio.

"Da quanto tempo vive qui?" chiese Kalki, cercando di sondare il terreno.

"Oh, da sempre. Questo è un paese tranquillo e accogliente. Non abbiamo mai avuto problemi seri, se non qualche volta con le bestie selvatiche," rispose la donna.

Continuarono a camminare, visitando la chiesa del paese e il piccolo parco. Parlarono con altre persone, sempre con gentilezza e cercando di cogliere ogni dettaglio. Tutti sembravano amichevoli e genuini.

"Credo che qui siamo davvero al sicuro," disse Kalki, finalmente rilassandosi un po'.

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"Sì, sembra proprio di sì," concordò Aisha. "Ma teniamo comunque gli occhi aperti. Non possiamo permetterci di essere colte di sorpresa."

Tornarono alla loro nuova stanza nella locanda, sentendosi più tranquille. Per il momento, avevano trovato un luogo sicuro dove potevano riposare e pianificare il prossimo passo con calma.

 

Una volta nella stanza, Aisha si sedette sul letto, guardando fuori dalla finestra. "Mi piace questo posto," disse con un sospiro. "Ha un'aria di pace che mi mancava."

"Anche a me," rispose Kalki, sedendosi accanto a lei. "Ma dobbiamo ricordare il nostro obiettivo. Domani dobbiamo iniziare a studiare le mappe e preparare un piano dettagliato."

"Lo so," disse Aisha, guardando Kalki negli occhi. "Ma è importante anche prendersi del tempo per recuperare le energie. Siamo state sotto pressione per troppo tempo."

"Hai ragione," ammise Kalki. "Prendiamoci questa serata per rilassarci davvero. Non abbiamo molte altre opportunità di farlo."

La Cena alla Locanda

Uscirono di nuovo dalla stanza, questa volta per cenare nella locanda. L'oste li accolse con un sorriso caloroso e le guidò verso un tavolo accogliente. La sala da pranzo era illuminata da candele e decorata con piante e fiori freschi, creando un'atmosfera piacevole e intima.

Mentre aspettavano il cibo, parlarono delle impressioni della giornata e delle persone che avevano incontrato.

"Pensi che ci siano altri come noi, che cercano le rose?" chiese Aisha.

"È possibile," rispose Kalki. "Le rose sono troppo preziose per passare inosservate. Ma non abbiamo visto segni di altre persone sospette, solo quei demoni camuffati. Forse sono stati mandati a cercare noi."

"Può essere," disse Aisha pensierosa. "Ma qui sembra tutto tranquillo. Forse siamo fuori pericolo, almeno per ora."

La cena arrivò, e si godettero il pasto semplice ma delizioso, fatto di piatti locali e vino della regione. La conversazione si fece più leggera, e risero insieme ricordando vecchie avventure e situazioni divertenti.

"Sai cosa mi manca?" disse Aisha, mentre finivano il dessert.

"Cosa?" chiese Kalki, curiosa.

"Un bel bagno caldo," rispose Aisha con un sorriso sognante. "Non ci siamo fermate un attimo negli ultimi mesi."

"Oh sì, mi ricordo di quei bagni che facevamo nel villaggio di Zanara," disse Kalki ridendo. "Erano i migliori. Forse possiamo chiedere all'oste se c'è una vasca qui."

Risero insieme e, dopo aver finito la cena, tornarono in camera. Chiesero all'oste e scoprirono che c'era effettivamente una vasca nella loro stanza.

"Sembra che abbiamo trovato il posto giusto," disse Aisha, mentre riempivano la vasca con acqua calda.

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Entrarono insieme, lasciando che il calore alleviasse la tensione dai loro muscoli stanchi. Parlarono ancora un po', ma presto si lasciarono andare al silenzio, godendosi il semplice piacere del momento.

Quando uscirono dalla vasca, si asciugarono e si misero comode, pronte per una buona notte di sonno. Kalki si girò verso Aisha e la guardò con un sorriso.

"Sono contenta che siamo riuscite a trovare un po' di pace," disse.

"Anch'io," rispose Aisha, ricambiando il sorriso. **"Domani sarà un altro giorno, ma per ora, possiamo rilassarci."

Si addormentarono abbracciate, sapendo che il giorno successivo avrebbero dovuto iniziare a pianificare seriamente il loro ritorno nell'inferno. Ma per quella notte, almeno, erano al sicuro e insieme.

Il Giorno Dopo

Kalki, mentre si stava vestendo, chiese ad Aisha: "Hai letto nei documenti inviati da Adamas quanti demoni ci sono?"

Aisha, già in maglietta e perizoma ma senza la minima intenzione di mettere i jeans, rispose: "Sì, sono 500. Di questi, 400 sono di rango inferiore, 90 di rango medio e 10 di rango superiore. Uno di quei 10, forse il capo, è quello che mi ha tirato l'acqua per svegliarmi."

Kalki rabbrividì al ricordo. "È impossibile affrontarli tutti. Uno a uno o anche a gruppi di tre o quattro non avremmo problemi, ma 500 sono troppi."

"Eppure," continuò Aisha, "quel paese sembra inespugnabile. C'è un autentico labirinto super controllato prima di arrivare alle rose."

Sembrava tutto tranquillo quando un altro di quei flash colpì Aisha. Questo era ancora più forte del precedente, facendola vacillare e piegarsi sulle ginocchia. Portò una mano alla fronte, sussurrando con un filo di voce: "Adamas."

Kalki capì immediatamente che Adamas aveva inviato nuovi documenti. Non aspettò che Aisha si riprendesse del tutto e, con cautela, entrò nella sua mente per leggerli. I documenti riguardavano Serak e le sue nuove mosse.

Adamas aveva scoperto che Serak aveva inviato ulteriori agenti e frangitori alla loro ricerca. Gli agenti non erano demoni, ma esseri virtuali creati artificialmente. Si presentavano quasi sempre sotto forma di esseri umani, ma potevano assumere qualsiasi forma di cui possedessero il codice genetico. Erano invulnerabili ad armi convenzionali e azioni mentali. I frangitori, invece, erano capaci di entrare nella mente e distruggerla, anche se, fino a quel momento, con Kalki e Aisha avevano sempre avuto la peggio. Le notizie parlavano di 30 agenti e 10 frangitori, ma il numero esatto era incerto. L’unica certezza era che Serak, oltre a essere stato messo a capo del Quadrante 9 da Cronos, gestiva anche tutte le operazioni nel Quadrante 7.

Era abbastanza per allarmare chiunque. Kalki uscì dalla mente di Aisha e attese pazientemente che si riprendesse del tutto.

Aisha si rialzò lentamente, scuotendo la testa e sbuffando. Con un tono sarcastico, disse: "Adamas dovrebbe imparare a essere meno diretta."
Kalki sorrise divertita e le chiese: "Vuoi condividere le informazioni?"
Aisha le rivolse uno sguardo ironico. "Certo, te le passo."

Kalki scosse la testa con un sorriso. "Non serve. Ho già letto tutto."

Una Missione Impossibile

Kalki e Aisha si sedettero l'una di fronte all'altra, preoccupate e piene di domande senza risposta. La situazione era peggiorata e la tensione si faceva sentire nell'aria.

Kalki iniziò: "Non posso credere che ci siano così tanti demoni. E se già sembrava quasi impossibile prima, ora con questi agenti e frangitori in più... Aisha, come faremo?"

Aisha sospirò, cercando di mantenere la calma. "Non lo so, Kalki. Gli agenti possono assumere qualunque aspetto, anche il nostro. Potrebbero essere ovunque e noi non potremmo individuarli."

Kalki annuì, visibilmente preoccupata. "E se ci attaccano all'improvviso? Non potremo difenderci come facciamo con i demoni. Questi agenti sono invulnerabili alle nostre armi e azioni mentali."

Aisha si massaggiò le tempie, cercando di pensare a una soluzione. "Dobbiamo trovare un modo per identificarli. Forse c'è qualche segno distintivo, qualcosa che possiamo notare... Ma non ho idea di cosa potrebbe essere."

"Anche se trovassimo un segno, come faremmo a notarlo in mezzo alla folla? E se assumessero l'aspetto di qualcuno che conosciamo?" Kalki si fermò un attimo, poi aggiunse: "O peggio, il nostro aspetto?"

Aisha annuì lentamente. "Esatto. Potrebbero prendere le nostre sembianze e confonderci ancora di più. Non possiamo fidarci di nessuno, nemmeno di noi stesse."

"Non è solo una questione di fiducia," disse Kalki, con uno sguardo pensieroso. "Se ci facciamo prendere dal panico e iniziamo a vedere nemici ovunque, perderemo di vista il nostro obiettivo. Dobbiamo mantenere la calma."

Aisha sospirò profondamente. "Hai ragione, ma è difficile mantenere la calma quando non sai chi potrebbe essere il nemico. E se uno di questi agenti riuscisse a infiltrarsi tra noi?"

Aisha si appoggiò contro la parete, frustrata. "Non lo so, Kalki. Forse dobbiamo cambiare approccio. Non possiamo combatterli direttamente, ma possiamo cercare di evitare i luoghi affollati, stare lontane da situazioni che potrebbero essere pericolose."

Kalki annuì, anche se sembrava ancora insicura. "Sì, ma non possiamo nasconderci per sempre. Abbiamo una missione da compiere. Dobbiamo trovare un equilibrio tra evitare il pericolo e avanzare nella nostra ricerca."

Aisha si passò una mano tra i capelli, esausta. "Hai ragione. Ma senza un piano concreto, è come cercare di navigare in una tempesta senza bussola. E se commettiamo un solo errore, potrebbe essere la nostra fine."

Kalki si alzò e si avvicinò ad Aisha, mettendole una mano sulla spalla. "Ce la faremo. Troveremo un modo. Non so come, ma ci riusciremo."

Aisha le sorrise debolmente. "Sì, ci riusciremo. Dobbiamo solo continuare a lottare e a credere in noi stesse."

La situazione era difficile e le soluzioni sembravano sfuggenti. Ma Kalki e Aisha sapevano che, nonostante tutto, dovevano andare avanti e non perdere mai di vista il loro obiettivo. Anche se il nemico poteva essere ovunque e assumere qualsiasi aspetto, loro avrebbero continuato a cercare le rose.

La Grande Idea

Aisha ricordò che nel libro scritto dal Sig. Mah, intitolato Emphatia 1809, si parlava di questi agenti. Prese il libro e lesse ad alta voce: "Se ne occupava il Rivelatore di Ombre nel Quadrante 5, nella Foresta dei Leoni. Il Rivelatore di Ombre era in grado di riconoscerli, ma non di distruggerli. Tuttavia, più avanti nel libro, si parla di un agente distrutto. Questo accadde quando il Sig. Mah si trovò di fronte un agente con le sembianze di una bellissima ragazza. L'agente entrò nella sua mente, ma lì trovò uno spirito fortissimo di nome Ashra, una scintilla che lo cancellò con un semplice 'delete'."

Aisha alzò lo sguardo dal libro e disse a Kalki: "Hai letto qua? La scintilla può cancellare l'agente con una semplice 'delete'. Non deve essere distrutto fisicamente. Bisognerebbe capire come fa il Rivelatore di Ombre a distinguerli. Provo a chiedere ad Adamas."

Aisha si concentrò e riuscì a trasmettere la domanda ad Adamas. Attesero con ansia la risposta, ma non arrivò immediatamente. Aisha si rivolse a Kalki con un sorriso ironico: "Speriamo che la sua risposta sia un po' più leggera."

Kalki sorrise a sua volta, ma l'ansia era palpabile. "Il già sapere riconoscere un agente e sapere che lo si può cancellare non è poco," disse Kalki, cercando di infondere un po' di ottimismo nella conversazione. "Per quanto riguarda i frangitori, fino a questo momento, anche se con fatica, abbiamo sempre avuto la meglio. Anche se non abbiamo mai affrontato 10 frangitori con 30 agenti a rinforzarli e 500 demoni."

Aisha annuì, consapevole delle difficoltà che avevano di fronte. "Ma un lumicino in fondo al tunnel si è acceso: non sono invulnerabili."

Kalki si appoggiò al tavolo, riflettendo su quello che avevano appena scoperto. "Dobbiamo assolutamente trovare un modo per distinguere gli agenti. Il Rivelatore di Ombre ha sicuramente una tecnica, un segreto che dobbiamo scoprire. Se Adamas non risponde, forse dobbiamo trovare un altro modo per comunicare con lui o cercare altre fonti di informazione."

Proprio mentre discutevano, Aisha avvertì una leggera vibrazione nella mente. La risposta di Adamas stava arrivando. Si sedettero in attesa, sperando che la risposta portasse nuove speranze. Dopo qualche istante, Aisha parlò lentamente, trasmettendo il messaggio di Adamas: "Il Rivelatore di Ombre usa una tecnica antica chiamata 'Illuminazione dell'Anima'. Attraverso questa tecnica, è in grado di vedere l'essenza vera di ogni essere, distinguendo così gli agenti dagli esseri umani reali. Adamas suggerisce di cercare il Rivelatore di Ombre per apprendere questa tecnica."

Kalki si raddrizzò, sentendo un'ondata di speranza. "Abbiamo una direzione, Aisha. Dobbiamo trovare il Rivelatore di Ombre e imparare questa tecnica. È la nostra unica speranza di affrontare gli agenti e completare la nostra missione."

"Considera che la Foresta dei Leoni si trova nel Quadrante 5," disse Aisha riflettendo. "Rifare tutto il viaggio da capo è un'impresa, e non è affatto certo che troveremo il Rivelatore di Ombre. È in incognito e non si lascia trovare facilmente."

Kalki annuì, pensierosa. "Il problema è che, se ho capito bene, il suo sistema riconosce le persone con l'anima da quelle che non ce l'hanno. Funziona perfettamente nel Quadrante 5, ma nel Quadrante 1 le persone senza anima sono il 90%. Non possiamo certo eliminarle tutte."

Aisha continuò: "Credo che nel Quadrante 7 tutti gli abitanti siano come nel Quadrante 5, quindi potremmo fare uno studio a campione. Se vediamo che su 100 persone controllate, 100 hanno l'anima, possiamo dedurre che chiunque troviamo senza anima è sicuramente un agente."

Kalki rifletté un momento. "Ma potremmo imbatterci subito in un agente, e questo ci confonderebbe."

Aisha scosse la testa. "Direi di no. Gli agenti sono solo 30 in tutto il quadrante. Se troviamo una persona senz'anima su 100 controllate, significa che è un agente e che tutti quelli senza anima sono agenti. Attenzione, i frangitori hanno l'anima, perversa ma ce l'hanno."

Kalki annuì di nuovo. "I frangitori li riconosciamo in altro modo."

La Caccia

"Sai, Kalki," disse Aisha con un tono più deciso, "dovremmo fare una sorta di guerriglia. Non scappare da loro, ma essere noi a cacciare loro. Che te ne pare, organizziamo una caccia?"

Kalki si illuminò e rispose con entusiasmo: "Siiii!!!"

La mattina si svegliarono quasi contemporaneamente, gli occhi si aprirono e si trovarono a fissarsi, un desiderio crescente nei loro sguardi. Kalki osservava Aisha e Aisha osservava Kalki. Nessuna parola era stata detta, ma non ce n'era bisogno. Si avvicinarono l'una all'altra, prese da una passione che bruciava forte. Sapevano che stava per iniziare una riscossa e che loro ne erano le artefici. Avrebbero avuto la forza se l'una non avesse avuto l'altra? No. E allora si amarono con intensità, crollando insieme a terra.

Il momento magico si fermò quando Aisha, con un sorriso dolce ma risoluto, spezzò l’incanto per avviare il passo successivo. "Kalki, ora io e te ci facciamo una doccia, poi ci vestiamo come i vecchi pistoleri del Far West e li andiamo a fare fuori tutti," disse con un sorriso, ma anche con una determinazione che proveniva dal cuore. Era quello che stavano per fare.

Sotto l'acqua calda della doccia, lavarono via la notte trascorsa, preparandosi mentalmente per la giornata che le attendeva. Le mani che si lavavano a vicenda erano un mix di tenerezza e forza, un rito di preparazione e purificazione.

Uscite dalla doccia, si asciugarono e si prepararono a vestirsi. Kalki aprì l'armadio e tirò fuori due completi che sembravano usciti da un film western.

Per Aisha, scelse una camicia bianca a maniche lunghe, abbottonata fino al collo con una piccola cravatta nera. La camicia era infilata dentro un paio di pantaloni di pelle nera aderenti, che mettevano in risalto la sua figura slanciata. Kalki le porse un paio di stivali di pelle marrone, robusti ma eleganti, perfetti per il ruolo di una pistolera. Completò il look con un cinturone di cuoio nero, decorato con borchie d'argento e una fondina che ospitava una pistola lucida e ben oliata.

Per se stessa, Kalki scelse una camicia blu scuro lasciata leggermente sbottonata sul davanti. I pantaloni di pelle marrone le avvolgevano le gambe, donandole un'aria tanto pratica quanto seducente. Anche lei indossò stivali di pelle, neri e con tacchi leggermente più alti. Il suo cinturone era altrettanto decorato, con una fondina che ospitava una pistola gemella a quella di Aisha.

Mentre si vestivano, c'era un'aria di complicità e di determinazione tra di loro. Kalki guardò Aisha e sorrise, aggiungendo l'ultimo tocco: un cappello da cowboy per ciascuna di loro. "Ecco, ora siamo pronte," disse, posizionando il cappello sulla testa di Aisha con un tocco affettuoso.

Aisha ricambiò il sorriso, aggiustando il cappello di Kalki. "Perfette. Pronte a tutto."

Si guardarono negli occhi, consapevoli che quel momento rappresentava l’inizio di qualcosa di grande. Una scintilla di adrenalina brillava nei loro sguardi. 'Andiamo a fare giustizia,' disse Aisha, la voce ferma e risoluta.

Con passo deciso, uscirono dalla stanza. Il sole del mattino illuminava il loro cammino, e insieme, si sentivano invincibili.

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La Riscossa

La decisione era presa. Scappare non sarebbe servito e, in ogni caso, non era nel loro stile. Certo, avevano calcolato di dover affrontare 500 demoni, 30 agenti e 10 frangitori. Non sarebbe stato facile, ma la strategia migliore era di sicuro quella di cercare loro i nemici, nascoste ovunque e pronte a colpire al momento opportuno.

 

La prima cosa da fare era accertarsi che il Quadrante 7 fosse abitato solo da esseri animici. Dai fatti si poteva dedurre che Serak stava facendo perlustrare la zona brulla, perché era lì che erano state viste. C'era un pullulare di demoni che non intervenivano per non scoprirsi, in attesa dei frangitori e degli agenti. Nel frattempo, Kalki e Aisha scomparvero dalla loro vista.

Il piano era di andare quella mattina in almeno tre paesi della zona verde e verificare che fossero tutti animici. Se così fosse stato, si poteva dare per scontato che chiunque trovassero non animico in qualunque parte del quadrante sarebbe stato un demone o un agente. Ai frangitori ci avrebbero pensato dopo.

Prima di tutto, controllarono il villaggio dove si trovavano. Con il dono e la scintilla, verificarono che in quel posto non vi erano non animici. Dopo aver confermato che il villaggio era sicuro, partirono per il secondo villaggio.

Mentre percorrevano il sentiero che li portava al prossimo villaggio, Kalki rifletteva sulla situazione. "Sai, Aisha, Serak ha sottovalutato la nostra capacità di adattamento. Credeva che ci saremmo nascoste per paura."

Aisha annuì, il volto serio ma risoluto. "Non ha capito che siamo noi a cacciare loro, non il contrario."

Arrivate al secondo villaggio, ripeterono il procedimento. Kalki e Aisha camminavano tra le strade strette, osservando gli abitanti. Usando il loro dono, sentivano le energie delle persone. Tutti erano animici.

"Questo villaggio è sicuro," disse Aisha, tirando un sospiro di sollievo.

"Perfetto," rispose Kalki. "Uno in più e possiamo confermare la nostra teoria."

Partirono alla volta del terzo villaggio. L'aria del mattino era fresca, e c'era una certa tranquillità nel paesaggio intorno a loro. Nonostante la situazione, si sentivano in sintonia con la natura che le circondava.

Arrivate al terzo villaggio, il loro metodo si dimostrò ancora una volta efficace. Non c'erano non animici. Kalki si sentiva più sicura del loro piano.

"Hai visto?" disse Aisha, un tono di trionfo nella voce. "Siamo sulla strada giusta."

"Sì," rispose Kalki, determinata. "Ora sappiamo come distinguere i nostri nemici. È il momento di passare all'azione."

Si scambiarono uno sguardo carico di complicità e forza. Erano pronte. La riscossa era iniziata, e loro erano le artefici del cambiamento.

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Cap. 23e - La Caccia, l’inferno e… le Rose! - L'Inferno del Q7.png
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