
Aisha
عائشة
Cap. 25: Il Mondo Oscuro

Aisha guidava con cautela, adattandosi alla strada irregolare. La superficie era piena di buche e dossi, ma la strada era abbastanza dritta e permetteva una buona visibilità in avanti. Non sembrava pericolosa, almeno non in modo evidente.
Dopo un po', trovarono un cartello con indicazioni: "Mondo Oscuro" e "Pianura della Mimosa," con l'indicazione che la pianura apparteneva al Quadrante 8. Non c'erano chilometri segnati, solo la direzione. Aisha conosceva entrambi i luoghi, avendo vissuto momenti memorabili e drammatici con Adamas. Sapeva che il Labirinto si trovava nel mezzo della Pianura della Mimosa.
Proseguendo, videro apparire una foresta all'orizzonte. Non appariva gradualmente, ma come una barriera di alberi. Avvicinandosi, videro una decina di case e una locanda ai lati della strada. Poco prima della foresta, c'era un cartello con una scritta inquietante: "Il Mondo Oscuro". Il sentiero continuava attraverso gli alberi, ma la visuale si annullava quasi completamente nell'oscurità.
Noctavir
Avvicinandosi al piccolo agglomerato di case vicino alla foresta chiamato Noctavir, notarono uomini e donne in uniformi che sembravano militari. Era evidente che il luogo serviva da avamposto per monitorare chi entrava e usciva dal Mondo Oscuro. Tra le case, videro una locanda con un’insegna consumata dal tempo. Dopo uno scambio di sguardi, decisero di fermarsi lì per la notte, convinte che fosse il posto migliore per raccogliere informazioni e osservare senza destare sospetti.
La locanda era semplice ma accogliente. Dopo una cena calda, le due ragazze si presentarono all'ufficio del guardiano capo, Victor, un uomo austero ma cortese. Durante la conversazione, Victor spiegò i pericoli del Mondo Oscuro, popolato da demoni, vampiri e agenti di Serak. Offrì alcune indicazioni per il percorso, ma avvertì che il luogo era imprevedibile e che persino le mappe erano solo parzialmente affidabili.
Tornate alla locanda, Aisha e Kalki chiacchierarono con alcuni militari. I racconti di vampiri e attacchi nel Mondo Oscuro confermarono quanto fosse insidioso il loro viaggio. Lucas, un veterano, condivise dettagli sui pericoli, mentre Elena aggiunse consigli su come evitare i paesi meno sicuri. Le due ragazze ascoltarono attentamente, annotando mentalmente tutte le informazioni.
Il Libro del Guardiano
Nella tranquillità della loro stanza, Aisha e Kalki studiarono un libro che Victor aveva loro prestato. Conteneva mappe e informazioni sui paesi del Mondo Oscuro, ognuno classificato per livello di pericolosità. Tuttavia, il libro avvertiva che le situazioni potevano cambiare rapidamente, rendendo i dati non completamente affidabili.
"Questo sarà utile," disse Aisha, sfogliando le pagine. "Ma non possiamo fare affidamento completo su queste informazioni."
Kalki annuì. "Dobbiamo rimanere vigili, come sempre."
La mattina successiva dopo essersi vestite con jeans e magliette, Kalki e Aisha scesero per salutare il locandiere, ringraziandolo per l'ospitalità. Fuori dalla locanda, il capo guardiano le aspettava con un'espressione seria.
"Tenete il libro e fate attenzione," disse, consegnando loro il testo. "Il viaggio è pieno di insidie."
Le due ragazze annuirono, montarono sulla moto e si avviarono lungo il sentiero sterrato che attraversava la foresta. Aisha guidava con determinazione, ma il terreno irregolare richiedeva tutta la sua concentrazione. Noctavir era già alle loro spalle.
La foresta si diradava gradualmente, aprendo la vista su colline e vallate. Diversi paesi si intravedevano all'orizzonte, ognuno con il suo livello di pericolosità, indicato nel libro.
"Questo paese nella vallata si chiama Akilion ed è classificato a pericolosità media," disse Aisha, consultando le pagine. "Quello oltre è Veloria, considerato a pericolosità bassa."
Kalki scrutò il cielo, ormai in procinto di scurirsi. "Dobbiamo fermarci per la notte, ma evitiamo rischi inutili. Passiamo oltre Akilion e puntiamo a Veloria."
Concordi, decisero di proseguire, consapevoli che ogni scelta nel Mondo Oscuro poteva fare la differenza tra sopravvivenza e pericolo imminente, ma anche consapevoli dell’inaffidabilità del libro.
Akilion
Salirono sulla moto e proseguirono, decidendo di non fermarsi ad Akilion. Tuttavia, mentre lo attraversavano, qualcosa attirò la loro attenzione. Ombre scure si muovevano ai margini della strada, figure indistinte che sembravano osservarle con intenzioni malevole.
"Ho un brutto presentimento," mormorò Kalki, stringendo il manubrio della moto.
Improvvisamente, una delle figure si lanciò verso di loro. Aisha sterzò bruscamente, evitando per un soffio un attacco. Le ombre continuarono a seguirle, tentando di afferrarle con artigli invisibili.
"Accelera!" gridò Kalki, lanciando un'onda di energia verso le entità per allontanarle.
Riuscirono a sfuggire alle creature, ma i loro cuori battevano freneticamente, il suono quasi assordante nel silenzio circostante. Quando finalmente raggiunsero Veloria, il paese classificato come a bassa pericolosità nel libro dei paesi, una lieve sensazione di sollievo cominciò a farsi strada nei loro animi.
Veloria
La piazza principale di Veloria si aprì davanti a loro. Nonostante la classificazione di pericolosità bassa, l'atmosfera non prometteva niente di buono. Le case erano vecchie e in rovina, e pochi abitanti si muovevano per le strade, tutti con sguardi sospettosi e diffidenti.
"Kalki, non mi piace questo posto," disse Aisha, abbassando la voce.
"Nemmeno a me," rispose Kalki. "Ma dobbiamo fermarci per la notte. Troviamo una locanda e speriamo per il meglio."
Trovarono subito una locanda ma già l’insegna vecchia e scolorita lasciava intendere poco di buono. Si guardarono un po’ perplesse ma la stanchezza e la fame decisero per loro.
Quando Kalki e Aisha entrarono nella locanda, furono accolte da un locandiere dai modi bruschi, quasi come se stesse facendo loro un favore a permettere l'ingresso.
Dentro, diversi tavoli erano occupati da uomini grossi con abiti rotti e sporchi e barbe sfatte, che le fissavano senza vergogna. Uno di loro si avvicinò, chiedendo con tono minaccioso cosa ci facessero lì e suggerendo che sarebbe stato meglio se se ne fossero andate. Il locandiere portò loro una zuppa che aveva un aspetto e un odore poco invitanti.
Kalki assaggiò per prima, facendo una smorfia di disgusto. "Meglio stare senza cena," disse, spingendo via il piatto. Aisha seguì il suo esempio, ma appena la zuppa toccò le sue labbra, sentì un senso di vertigine. Vide Kalki stramazzare al suolo e quando si alzò per soccorrerla anche lei perse i sensi.
Gli uomini nella locanda si alzarono, due di loro raccolsero i corpi delle ragazze. Uscirono dalla locanda con calma, attraversando il paese con le due ragazze tra le braccia. Sempre più persone si univano a loro, seguendoli in silenzio.
Il percorso li portò a un castello. La gente rimase fuori mentre i due uomini, insieme a un piccolo gruppo di quelli che erano nella locanda, entrarono.

Posarono Kalki e Aisha a terra nel salone principale del castello. Due donne bellissime, quasi completamente svestite e con uno sguardo ipnotizzato, si avvicinarono.
Le donne iniziarono a spogliare Aisha, lasciandola in perizoma, poi fecero lo stesso con Kalki. Gli uomini fecero un gesto come a dire che il loro lavoro era terminato. Una voce invisibile disse loro che potevano andare, e gli uomini obbedirono.
Le due donne raccolsero Aisha, posandola su un'ara e legandola saldamente. Presero poi Kalki, trascinandola per le gambe e le ascelle, e la rinchiusero in una cella nei sotterranei.
Kain e Selene
Una vampira bellissima si avvicinò a un vampiro estremamente affascinante, che stava osservando la scena con un sorriso soddisfatto. "Ne abbiamo una per uno, anche quest'anno possiamo continuare a vivere," disse la vampira, guardandolo con occhi pieni di adorazione.
Il vampiro prese la mano della vampira e gliela baciò. "Sì, Selene," rispose con voce vellutata, il suo sguardo brillava di una sinistra soddisfazione.
Kain sorrise, un sorriso che prometteva tanto piacere quanto dolore. "E così sarà per sempre, mia cara."
Selene scese nel salone principale dove Aisha era legata all’ara. Con un sorriso sensuale, le si avvicinò e la baciò delicatamente. Poi, con gesti aggraziati, la slegò e la prese tra le braccia, trasportandola in una camera antica, lussuosa e gotica. Adagiò Aisha sul letto e attese pazientemente che si svegliasse.
Dopo circa un'ora, Aisha cominciò a riprendere i sensi. All'inizio, il mondo appariva sfocato e indistinto, ma gradualmente la sua vista si schiarì. Vide davanti a sé una bellissima donna, quasi nuda, che la osservava con un sorriso enigmatico.
Aisha provò immediatamente a connettersi con Kalki, ma non ottenne risposta. Kalki era viva, ma priva di sensi. Con grande sforzo, Aisha si concentrò su se stessa e cercò di alzarsi, ma era debolissima. Nonostante ciò, riuscì a mettersi a sedere.
"Chi sei? Dove mi trovo?" chiese Aisha, la sua voce era debole e tremante.
Selene si avvicinò, i suoi occhi scintillanti di curiosità. "Mi chiamo Selene. Sei nel mio castello, nel mondo oscuro. E tu, chi sei?" chiese con un tono dolce, ma intriso di curiosità.
Aisha cercò di mantenere la calma, nonostante la situazione disperata. "Mi chiamo Aisha. Perché sono qui? E dove si trova la mia compagna?"
Selene sorrise, un sorriso freddo e calcolatore. "Tu e la tua compagna siete state portate qui per una ragione molto speciale. Vedi, ogni anno dobbiamo offrire un sacrificio per mantenere il nostro potere. È una tradizione antica, e quest'anno, voi siete le prescelte."
Aisha sentì la testa girare e, per un momento, tutto diventò nero, ma si riprese rapidamente. "Non puoi farci questo," mormorò, cercando di mantenere la lucidità.
Selene la osservò con un misto di interesse e compassione. "Capisco il tuo spirito combattivo, ma non sei nella posizione di fare richieste, Aisha. Tuttavia, sono curiosa. Chi è la tua compagna? Sembra che tu le sia molto legata."
Aisha cercò di resistere al senso di debolezza che minacciava di sopraffarla. "Lei è Kalki. È... molto importante per me. Devo sapere dov'è e come sta."
Selene alzò un sopracciglio, sorpresa dalla determinazione di Aisha. "Kalki è nelle segrete. È al sicuro, per ora. Ma la tua preoccupazione è inutile, non puoi aiutarla nelle tue condizioni."
Aisha tentò di alzarsi dal letto, ma le forze la abbandonarono e svenne nuovamente. Selene la osservò con un'espressione indecifrabile, poi si avvicinò e le accarezzò delicatamente il viso. "Riposati, Aisha. Avrai bisogno di tutte le tue forze per affrontare quello che verrà."
Quando Aisha si riprese, la sua determinazione era ancora più forte. "Non mi arrenderò, Selene. Troverò un modo per uscire di qui e salvare Kalki."
Selene sorrise, affascinata dalla tenacia di Aisha. "Mi piace il tuo spirito, Aisha. Forse, dopotutto, non sei solo una vittima. Ma per ora, riposati.
Aisha sapeva che non poteva fare nulla finché non avesse saputo di più su Kalki e sulle intenzioni di Selene. Decise di non agire impulsivamente e di sfruttare ogni momento per raccogliere informazioni. Anche se era molto debole, la sua mente era già al lavoro, pianificando la fuga.
Selene si allontanò, lasciando Aisha da sola nella lussuosa camera gotica.
La Prigionia di Kalki
Kalki si trovava in condizioni peggiori rispetto a Aisha. Forse era destinata a essere sacrificata più tardi, o forse serviva come arma di ricatto. Quando riaprì gli occhi, si trovava distesa a terra in una cella putrida. La sua guancia toccava il pavimento, misto di terra e umidità, e l'odore era insopportabile. Con uno sforzo immane, riuscì ad alzarsi. Provò a connettersi con Aisha, ma non riuscì a trovarla. Aggrappandosi alle sbarre della cella, tentò di urlare, ma ciò che uscì fu un rantolo spezzato che finì con un gemito.
La Connessione con Adamas
Aisha si sdraiò sul letto, chiudendo gli occhi per concentrarsi e cercare la connessione con Adamas. L’energia che sentì fluire verso di lei era potente e rassicurante, come un richiamo familiare.
Adamas percepì immediatamente la gravità della situazione e le inviò l’energia necessaria per recuperare le forze. Ora Aisha si sentiva pronta, ma decise di fingere debolezza fino a quando non avesse capito cosa fosse accaduto a Kalki.
La porta si aprì con un cigolio, rivelando Selene e Kain. Entrarono con passi sicuri, scambiandosi uno sguardo complice. Kain si avvicinò per primo, osservando Aisha con uno sguardo di sfida. Fece un gesto con la mano, come se volesse farle perdere i sensi. Aisha, perfettamente consapevole, decise di cedere alla finzione, lasciando che il suo corpo si afflosciasse come se fosse davvero svenuta.
Selene si avvicinò con un sorriso crudele. "Com’è fragile questa ragazza... e dice di essere una guerriera."
Kain annuì con un sorriso soddisfatto e la sollevò tra le braccia con una falsa delicatezza. "Questa sera sarà per te. Domani, per me," disse a Selene, con un tono che tradiva una sinistra aspettativa.
La portarono fuori dalla stanza, attraversando lunghi corridoi immersi in una luce fioca. Aisha rimase immobile, ascoltando attentamente i loro movimenti e le voci, ma senza dare alcun segno di reazione. Arrivarono infine in un ampio salone. Al centro si trovava un altare di pietra scura, circondato da candele e simboli incisi sul pavimento.
"Dai, non aspettiamo che si svegli. Tanto non cambia niente," disse Kain, posando Aisha sull’altare e rivolgendosi a Selene con un sorriso.
Il Potere Devastante di Aisha
Proprio in quel momento, la voce di Kalki risuonò nella mente di Aisha: "Sono in una cella, sto male. Ti prego, vieni subito." Quelle parole segnarono il destino di Kain e Selene.
Selene, pronta a mordere Aisha, fu fermata bruscamente da un'ondata di energia che la scagliò contro un muro. Kain tentò di reagire, ma il suo potere vampirico venne immediatamente assorbito e trasformato da Aisha, che lo restituì sotto forma di una scarica devastante. La stanza si riempì di scintille, e in un attimo, entrambi i vampiri furono ridotti a cenere.

La connessione con Kalki guidò Aisha senza esitazione fino alla cella. Kalki, provata ma viva, venne liberata in un istante. Si abbracciarono velocemente perché ognuna di loro lesse negli occhi dell’altra che il loro lavoro non era affatto finito....
La Pulizia del Paese
Dopo essersi riprese, Kalki e Aisha si prepararono per riportare giustizia. Trovarono abiti adatti nel castello: jeans neri, top eleganti e giubbotti di jeans. Appena pronte, lasciarono il castello con passo deciso.
Le strade del paese erano deserte, ma il terrore era palpabile. Gli uomini che avevano consegnato Aisha e Kalki ai vampiri si nascondevano, avevano capito che il loro tempo era finito. La paura era evidente nei loro occhi.
"Non ci sono più vampiri a proteggervi," dichiarò Aisha con voce fredda. Alzò una mano, e un'onda di energia attraversò la strada, scovando i traditori nascosti. Ogni colpo era preciso, ogni esplosione di energia segnava la fine di chi aveva scelto di sacrificare innocenti per salvarsi.
Kalki si unì alla battaglia con determinazione. "Non c'è spazio per il tradimento," disse, canalizzando il dono per immobilizzare un gruppo di uomini. Con un gesto deciso, li polverizzò, lasciando solo cenere sul terreno.
Gli ultimi rimasti si inginocchiarono, implorando pietà, ma non ne trovarono. "Avete abbandonato la vostra umanità," disse Kalki. "Ora affrontate le conseguenze delle vostre azioni."
Quando tutto fu finito, il paese era silenzioso. Aisha e Kalki guardarono l'alba, consapevoli di aver ripulito quel luogo non solo dai vampiri, ma anche dalla corruzione che li aveva sostenuti.
"Abbiamo ridato dignità a questo posto," disse Aisha con fermezza.
Kalki annuì, la sua voce decisa. "E ora è davvero nostro."
Il paese adesso era davvero a pericolosità nulla. Con il sole che iniziava a salire nel cielo, Aisha e Kalki, nei loro splendidi abiti, si sorrisero e si strinsero la mano. Salirono sulla moto e la portarono fino al castello, che ora dominava un paese fantasma.
Decisero di dormire qualche ora nel castello che adesso era silenzioso. Le ombre della notte erano finalmente placate.
La Rinascita di Veloria
In tarda mattinata si svegliarono nella calma surreale del castello. Era un silenzio diverso da quello della notte precedente, un silenzio carico di promesse e nuove possibilità. Kalki si stiracchiò, il perizoma nero che le aderiva perfettamente, e sorrise ad Aisha. "Buongiorno," sussurrò, con dolcezza e una punta di malizia.
"Buongiorno," rispose Aisha, con un sorriso tenero. "Oggi, Veloria cambierà volto."
Dopo essersi godute una doccia nel bagno antico del castello e aver trovato dei vestiti che sembravano fatti apposta per loro, scesero in paese. Le strade erano deserte, ma non desolate: c’era una calma che non aveva più il peso della paura. Gli abitanti, per anni schiavi della paura e dei vampiri, erano ancora chiusi nelle loro case, incerti su cosa aspettarsi.
Kalki e Aisha camminarono lentamente, osservando ogni dettaglio. Arrivarono nella piazza principale e si fermarono, il silenzio era interrotto solo dal vento che accarezzava le strade.
Poi accadde qualcosa di inaspettato: un bambino sbucò da una porta socchiusa. Con gli occhi grandi e pieni di curiosità, osservava le due donne. Dietro di lui, un uomo, forse suo padre, si affacciò esitante, scrutandole con attenzione.
"Ehi," disse Aisha, accennando un sorriso. "Non c’è nulla da temere."
L’uomo fece un passo avanti, seguito da altri. Una donna anziana uscì dalla sua casa, poi un gruppo di giovani. Le voci si diffusero rapidamente: "I vampiri non ci sono più. Siamo liberi."
Veloria iniziò a prendere vita. Gli abitanti si radunarono nella piazza, guardando Kalki e Aisha con una combinazione di meraviglia e gratitudine. Una donna si fece avanti, i capelli grigi raccolti in una treccia ordinata. "Siete voi?" chiese con voce tremante. "Siete voi che li avete sconfitti?"
Un uomo robusto con un cappello consumato si fece strada tra la folla. Si presentò con un sorriso riconoscente. "Mi chiamo Gideon, sono il sindaco di Veloria. Non ci sono parole per ringraziarvi. Questo paese sarà sempre casa vostra. Il castello è vostro ogni volta che lo desiderate."
Aisha guardò Kalki, poi si rivolse a Gideon con un tono deciso ma gentile. "Veloria è un simbolo ora, non solo un paese. Quel castello sarà sempre un rifugio per chiunque combatta per la resistenza. Costruiremo un futuro insieme."
Gideon annuì, gli occhi lucidi. "Per assicurarci che tutti sappiano che Veloria è ora un avamposto di Land's End, costruiremo una statua qui, nella piazza principale. Rappresenterà voi due e ciò che avete fatto per noi."
Kalki e Aisha, commosse, non trovarono parole per rispondere. Si limitarono a sorridere, sapendo che Veloria era finalmente libera.

Le due ragazze si prepararono a partire. Salirono sulla Freccia Rossa, con gli abitanti che le salutavano come eroine. Il ruggito del motore spezzò il silenzio mentre si allontanavano dal paese.
Dopo qualche chilometro, si fermarono in un punto panoramico appena fuori dai villaggi. Il paesaggio era mozzafiato: prati verdi si estendevano all'infinito sotto un cielo limpido. Era il luogo perfetto per un momento di riflessione.
Aisha tirò fuori il libro dei paesi, sfogliandolo attentamente. "Ecco," disse Kalki, fermandosi su una pagina che descriveva un paese chiamato Althar. "Questo sembra interessante. Ha una pericolosità bassa, ma c'è qualcosa qui..." Indicò una nota a margine che parlava di un antico tempio e di una fonte di energia nascosta.
"Potrebbe essere una buona tappa," osservò Aisha. "E se troviamo quella fonte di energia, potrebbe aiutarci nel nostro viaggio."
"Perfetto," rispose Kalki, chiudendo il libro. "Allora, direzione Althar."
La strada verso Althar era lunga e tortuosa, ma il paesaggio era affascinante. Attraversarono foreste, colline e vallate, parlando e ridendo lungo il percorso. Si fermarono solo per brevi pause, mangiando frutta e quello che trovavano lungo la strada.
Althar
Quando arrivarono ad Althar, il paese si presentò tranquillo e ben organizzato. Le case di pietra si alternavano a piccole botteghe artigiane, mentre le strade lastricate brillavano sotto il sole. Gli abitanti svolgevano le loro attività quotidiane, creando un'atmosfera di pace e normalità.
Camminando per le vie principali, notarono il tempio, una struttura imponente con archi eleganti e decorazioni raffinate. Era evidente che il luogo fosse importante per la comunità locale. Poco distante, scorsero la fonte di energia, un piccolo pozzo che emanava un debole bagliore. Aisha e Kalki si scambiarono uno sguardo: dopo le fonti del Quadrante 4, quella di Althar sembrava modesta, quasi insignificante.
Nonostante la bellezza del paese, decisero di non trattenersi a lungo. Avevano un viaggio da proseguire e una missione da portare a termine. Salirono sulla Freccia Rossa e si allontanarono da Althar, dirette verso una radura appena fuori dal paese.
Fermarono la moto in un punto tranquillo, circondato da alberi ma con una vista aperta sul paesaggio circostante. Sedute sull’erba, presero il libro dei paesi e iniziarono a consultarlo. "Vediamo quali sono i prossimi paesi sul nostro itinerario," disse Aisha, aprendo il libro e sfogliando le pagine ingiallite.
Kalki si avvicinò per guardare il libro insieme a lei. "Ecco, qui. Dopo Althar, c'è Galthar e poi Lycandor."
Aisha annuì, seguendo le descrizioni dettagliate dei paesi. "Galthar sembra un posto interessante. Pare che sia un centro di commercio importante, ma è anche noto per i suoi mercanti astuti e per le numerose trappole per i viaggiatori."
Kalki sorrise, eccitata all'idea di nuove avventure. "Sarà meglio che stiamo molto attente. E Lycandor?"
Aisha scorse la pagina successiva. "Lycandor è famosa per le sue foreste oscure e le leggende sui licantropi. Un luogo affascinante, ma pericoloso."
Salirono sulla loro moto e si avviarono lungo la strada polverosa che conduceva a Galthar. Mentre percorrevano la strada, il vento sferzava i loro volti e il paesaggio cambiava rapidamente.
Galthar
Le due amiche avanzarono con passo sicuro, gli stivali risuonavano sul selciato della strada principale. Aisha, sempre attenta, scrutava ogni angolo e ogni persona che incrociavano. Kalki, al suo fianco, era altrettanto vigile, ma non poteva fare a meno di ammirare l'eleganza di Aisha nei suoi abiti sexy.
"Questo posto mi dà i brividi," sussurrò Kalki, osservando le bancarelle e i negozi che sembravano tutti nascondere qualche segreto oscuro.
"Anche a me," rispose Aisha. "Dobbiamo trovare un posto sicuro dove poterci fermare e pianificare il nostro prossimo passo."
Proseguirono fino a trovare una locanda dall'aspetto relativamente accogliente, il "Rifugio del Mercante". Decisero di entrare, ma con la massima cautela.
All'interno, l'atmosfera era cupa e silenziosa. Pochi avventori erano seduti ai tavoli, parlottando a bassa voce. L'oste, un uomo robusto e dal volto segnato, le accolse con uno sguardo indagatore.
"Benvenute al Rifugio del Mercante. Cercate alloggio o solo ristoro?" chiese con voce rauca.
"Per ora, un po' di ristoro," rispose Aisha, facendo un cenno a Kalki di seguirla a un tavolo appartato.
Ordinarono qualcosa da bere e iniziarono a parlare sottovoce, aprendo il libro dei paesi sul tavolo.
"Dobbiamo decidere il da farsi," disse Aisha, sfogliando le pagine. "Galthar è un posto pericoloso, e Lycandor lo è altrettanto. Ma non possiamo evitarli entrambi."
Kalki annuì. "Penso che dovremmo esplorare un po' qui, cercare di capire cosa rende questo posto così pericoloso. E poi valutare se proseguire subito verso Lycandor o restare qui per la notte."
Aisha concordò. "D'accordo. Ma dobbiamo stare molto attente. Questo luogo nasconde sicuramente più di quanto non mostri."
Finirono le loro bevande e si alzarono per esplorare Galthar. La strada principale si apriva in diverse strade laterali, ognuna con il proprio carattere e i propri misteri. Camminando, notarono strani simboli incisi sui muri e sentirono sussurri che sembravano provenire da dietro ogni angolo.
Ad un tratto, una figura incappucciata si avvicinò a loro. "Straniere," disse con una voce bassa e sibillina, "siete nuove qui. Vi consiglio di stare attente. Non tutto è come sembra in Galthar."
Kalki e Aisha si scambiarono uno sguardo preoccupato. "Grazie per il consiglio," rispose Aisha. "C'è qualcosa di specifico di cui dovremmo preoccuparci?"
L'uomo guardò nervosamente intorno prima di rispondere. "I mercanti qui non vendono solo merci. Ci sono traffici di potere oscuro, e i viaggiatori spesso diventano merce di scambio. State all'erta."
Con quelle parole enigmatiche, la figura si allontanò, lasciando Aisha e Kalki ancora più determinate a scoprire la verità su Galthar.
"Che facciamo ora?" chiese Kalki.
"Continuiamo a esplorare," rispose Aisha, stringendo la mano di Kalki per rassicurarla. "Ma restiamo pronte a reagire. Non possiamo fidarci di nessuno qui."
Proseguirono per le strade di Galthar, in una stradina laterale Kalki resta qualche metro indietro per guardare una vetrina, mentre Aisha continua a camminare. Tre individui escono da un portone e colpiscono alle spalle Aisha in testa, il leggero grido di Aisha fa girare Kalki che vede due di loro portare via a braccia Aisha e l'altro davanti che li guida.
Kalki osservò la scena con il cuore in gola. Gli uomini trascinavano Aisha priva di sensi in un vicolo laterale. Senza esitazione, iniziò a seguirli, mantenendosi a distanza sufficiente per non essere scoperta. Ogni tanto, si nascondeva dietro un angolo o una bancarella, scrutando il percorso che i rapitori stavano prendendo.
I tre uomini entrarono in un edificio fatiscente, dall'aspetto abbandonato. Kalki attese qualche istante prima di avvicinarsi alla porta socchiusa. Si assicurò che nessuno fosse nei paraggi e poi, con passo felpato, entrò nell'edificio.
All'interno, il corridoio era buio e umido. Le pareti erano ricoperte di muschio e il pavimento scricchiolava sotto i suoi piedi. Kalki si mosse con cautela, ascoltando i rumori e seguendo le voci che provenivano da una stanza in fondo al corridoio.
Avvicinandosi, udì frammenti di conversazione.
"Questa qui potrebbe valerci un bel po', Serak paga subito e bene." Disse una voce ruvida.
"Sì, ma dobbiamo muoverci in fretta," rispose un'altra voce. "Non voglio restare qui troppo a lungo."
Kalki sbirciò attraverso una fessura nella porta socchiusa e vide i tre uomini. Aisha era legata a una sedia, ancora priva di sensi. I rapitori sembravano occupati a discutere del loro piano e non si accorsero della presenza di Kalki.
Kalki fece irruzione. Prima che potessero reagire, li colpì con onde di energia che li paralizzarono sul posto. Il loro capo tentò di afferrare un'arma, ma Kalki lo fermò con un'esplosione di pura potenza, facendolo crollare a terra.
"Chi diavolo sei?" urlò uno dei rapitori, dolorante.
"Sono il vostro peggior incubo," rispose Kalki, con un sorriso gelido. Si avvicinò ad Aisha e cominciò a liberarla dalle corde che la tenevano prigioniera.
Aisha si riprese lentamente, aprendo gli occhi e riconoscendo immediatamente Kalki. "Grazie," mormorò con una voce debole.
"Non c'è tempo per ringraziamenti ora," disse Kalki. "Dobbiamo uscire di qui e andarcene velocemente."
Uscirono dall'edificio e tornarono sulla strada principale di Galthar, mantenendo un occhio vigile su tutto ciò che le circondava. Sapevano di essere in un territorio ostile e dovevano stare all'erta. Decisero entrambe che era meglio andare a Lycandor.
Lycandor
Lycandor sembrava un luogo tranquillo in superficie, ma la presenza del lupo si sentiva nell'aria.
Le due si incamminarono per le strade di Lycandor, osservando con attenzione ogni dettaglio. Ormai sapevano che i servi di Serak potevano essere ovunque e in qualunque sembianza, Serak era un Demone di altissimo livello.
Le case sembravano abbandonate, le finestre erano chiuse e non c'era traccia di vita umana. L'atmosfera era inquietante, come se qualcuno o qualcosa le stesse osservando.
Camminarono per un po' finché non raggiunsero una vecchia locanda. La porta era socchiusa e un'insegna arrugginita pendeva sopra di essa, oscillando al vento. Kalki fece cenno ad Aisha di seguirla e spinse la porta, che cigolò mentre si apriva.
All'interno, l'ambiente era cupo e silenzioso. Un uomo anziano, dall'aspetto trasandato, stava dietro al bancone, pulendo un bicchiere con un panno sporco. Alzò lo sguardo quando le due donne entrarono e le osservò con occhi stanchi.
"Buongiorno," disse Kalki, cercando di essere amichevole. "Siamo appena arrivate in paese e cercavamo un posto tranquillo dove riposare."
L'uomo anziano grugnì e indicò alcuni tavoli polverosi vicino al bancone.
Aisha e Kalki si sedettero, guardandosi attorno. L'atmosfera era opprimente e il silenzio era quasi assordante.
"Abbiamo sentito parlare di strani avvenimenti qui a Lycandor," iniziò Aisha, cercando di sembrare casuale. "Si parla di lupi... Cosa ci può dire a riguardo?"
L'uomo anziano sospirò e posò il bicchiere sul bancone. "Lycandor è infestata dai lupi," disse a bassa voce. "Non sono lupi comuni. Sono creature oscure, malvagie. Nessuno è al sicuro qui. La gente del villaggio è scomparsa, una dopo l'altra. Chi resta vive nel terrore."
Kalki si inclinò in avanti, interessata. "Ma c’è qualcuno che sa come fermarli?"
L'uomo anziano scosse la testa. "Forse… lungo il sentiero che porta nella foresta, vive una vecchia strega, ma quei pochi che ci sono andati, nessuno li ha più visti."
La foresta era piena di licantropi. Il fiuto del lupo fece capire a loro la forza di Kalki e Aisha e, con l'astuzia del lupo, uno degli adepti di Serak, avvisato dal suo maestro, si limitò a osservarle evitando lo scontro frontale. Aisha e Kalki avvertivano una presenza, ma sembrava essere ovunque. I lupi erano tantissimi.
Improvvisamente, un ululato le fece voltare d'istinto entrambe. Aisha, che era leggermente dietro Kalki, sentì un colpo secco sulla testa, il secondo della giornata. Kalki si girò giusto in tempo per vedere un licantropo solitario prendere Aisha tra le braccia.
"No!" urlò Kalki, il panico le stringeva il cuore.
Il lupo, con Aisha tra le braccia, restava fermo, guardandola con occhi brillanti di sfida. Kalki sapeva che non poteva usare la sua energia senza colpire anche Aisha. La disperazione la assaliva mentre cercava una soluzione.
Il lupo parlò, la sua voce gutturale e beffarda. "Serak sarà contento di noi," disse, e con un ghigno, iniziò ad allontanarsi lentamente, nascondendosi nella foresta.
Kalki, impotente, osservò la scena, sentendo il sangue ribollirle nelle vene. "Maledetti!" gridò, poi iniziò a seguirlo, consapevole che i lupi erano intorno a lei, pronti a sferrare un attacco da ogni lato.
Il lupo continuava a muoversi tra gli alberi, agile e silenzioso.
Kalki lo seguiva.
Ad ogni passo che faceva, Kalki sentiva il peso della situazione. Aisha era stata colpita, nuovamente in pericolo. La foresta sembrava stringersi attorno a lei, i suoni dei lupi che la circondavano le davano la sensazione di essere osservata da ogni angolo.
Il lupo si fermò brevemente, guardando Kalki con uno sguardo che trasudava minaccia. "Lei sarà il nostro tributo," disse con un tono che fece rabbrividire Kalki.
Kalki avanzò lentamente, cercando di non far scattare i lupi intorno a lei. "Lasciala andare. Combatti con me, non con lei."
Il lupo sorrise, mostrando i suoi denti affilati. "Oh, ma non è così semplice, piccola guerriera. Serak ha piani per entrambe."
Mentre il lupo continuava ad allontanarsi, Kalki capì che non avrebbe potuto seguirlo senza rischiare la vita di Aisha. Si fermò ma senza perderlo di vista, pensando a una soluzione. I lupi intorno a lei stavano distanti ma erano pronti ad attaccare se Kalki avesse fatto un passo falso.
Il lupo, con Aisha ancora tra le braccia, scomparve nella fitta vegetazione, lasciando Kalki in uno stato di disperazione e determinazione.
Kalki decise di seguirlo mantenendo una distanza di sicurezza. Il lupo avanzava rapidamente attraverso la foresta. Aisha inerte tra le sue braccia.
Ogni tanto qualche lupo cercava di attaccarla, ma Kalki, con la sua forza straordinaria, polverizzava ogni lupo che tentava di avvicinarsi. Il licantropo capo sembrava diretto verso un'uscita dalla foresta. Kalki continuava a seguirlo.
Finalmente, alla fine della foresta il lupo uscì in una radura e Kalki lo osservò con attenzione, il lupo teneva sempre tra le braccia Aisha, era uno scudo perfetto. Kalki aspettava solo il momento giusto per agire. Con Aisha tra le braccia del lupo non poteva attaccare.
Una lussuosa limousine nera arrivò, interrompendo il silenzio della radura. Dall'auto scesero due entità dall'aspetto umano, ma Kalki capì immediatamente che erano agenti. Uno di loro aprì il bagagliaio. Il momento tanto atteso da Kalki stava arrivando, lei stessa non riusciva a credere del madornale errore che il licantropo stava per commettere… ma lo fece, depose Aisha nel bagagliaio, disfacendosi così dello scudo umano che fino a quel momento gli aveva garantito protezione da Kalki. Kalki, finalmente, sorrise.
Il bagagliaio si chiuse e Kalki agì. Con un movimento fulmineo, polverizzò il licantropo in un attimo, lasciando solo polvere al suo posto. Il primo agente, sorpreso, non ebbe nemmeno il tempo di reagire prima di essere cancellato.
"Tira fuori Aisha dal bagagliaio, subito!" ordinò Kalki al secondo agente, la sua voce fredda e imperativa. L’agente si autodistrusse.
Kalki aprì il bagagliaio e tirò fuori Aisha, adagiandola a terra con cura. Poi si guardò intorno, “fatevi vedere, uscite se avete coraggio.” Nulla, Nessun suono, nessun odore e piano piano neanche più la percezione dei lupi.
Kalki si avvicinò ad Aisha, il cuore che batteva forte nel petto. La guardò con tenerezza, la accarezzò dolcemente, sentendo la pelle morbida sotto le dita.
"Aisha..." sussurrò Kalki, la voce tremante di preoccupazione e amore. "Sono qui, amore mio. Sei al sicuro."
Passarono trenta minuti, ma per Kalki sembrò un'eternità. Continuava a guardare Aisha, a vegliare su di lei, sperando che si risvegliasse presto. Finalmente, vide gli occhi di Aisha aprirsi lentamente.
"Aisha, ci sei," disse Kalki, il sollievo era evidente nella sua voce.
Aisha la guardò, ancora un po' confusa. "Kalki... cosa è successo?"
Kalki sorrise, accarezzandole il viso. "Ti hanno presa, ma ora sei al sicuro."
Kalki la strinse a sé, sentendo il calore del corpo di Aisha contro il suo.
Rimasero lì, abbracciate per un po’, sentendo la sicurezza dell'altra. In quel momento, non c'erano lupi, agenti o pericoli che potessero separarle.
Era evidente che Serak, oltre ad aver sguinzagliato agenti e demoni, aveva anche molti servi nei paesi del Mondo Oscuro.
Decisero che il carico delle diciassette rose delle Primenate era troppo prezioso per rischiarlo contro un branco di lupi. Abbandonare Lycandor sembrava l'unica opzione sensata. Aisha, dolorante e a stento in piedi, aveva bisogno di cure e riposo.
Raggiunsero la moto con difficoltà, Kalki prese rapidamente il libro dei paesi e trovò un villaggio a bassa pericolosità a venti chilometri di distanza: Eldoria. Senza esitazione, montò sulla Freccia Rossa, con Aisha abbracciata stretta dietro di lei.
La strada era tortuosa, e ogni buca sembrava amplificare il dolore di Aisha. Kalki guidava con attenzione, cercando di mantenere il viaggio il più fluido possibile. "Resisti ancora un po', ci siamo quasi," sussurrò, cercando di infonderle forza.
Eldoria
Le luci di Eldoria apparvero all'orizzonte, un segnale di sollievo. Alla periferia del villaggio, trovarono una piccola locanda con un'insegna di legno sbiadita. Kalki aiutò Aisha a scendere dalla moto e la sostenne fino alla porta.
"Venite, care," disse la locandiera, una donna anziana dal viso gentile. "Avete bisogno di riposo."
Kalki guidò Aisha nella stanza indicata dalla locandiera, un luogo semplice ma pulito.
Adagiò Aisha sul letto e la coprì con una coperta, accarezzandole il viso con dolcezza. "Ora sei al sicuro. Riposa."
La locandiera portò una zuppa calda e qualche medicinale rudimentale. "Spero che questo aiuti," disse, con uno sguardo premuroso.
Kalki rimase un momento al piano inferiore per un bicchiere di vino. La locandiera si sedette accanto a lei, abbassando la voce come per confidarle un segreto. "Galthar e Lycandor... luoghi difficili. Nel Mondo Oscuro il pericolo non ha confini. Può nascondersi ovunque, ma non dimenticate che ci sono anche persone buone. Questo mondo non è solo oscurità. Vale la pena combattere per salvarlo."
Kalki annuì, apprezzando quelle parole. "Grazie. È importante ricordarlo."
Una Giornata a Eldoria
Il Mattino Seguente Aisha si sentiva più forte, anche se ancora un po' dolorante. "Dove siamo?" chiese, confusa ma curiosa.
"Eldoria," rispose Kalki, seduta accanto a lei con una tazza di caffè. "Ci siamo fermate per lasciarti riposare. Come ti senti?"
"Molto meglio," disse Aisha con un sorriso debole. "Grazie per tutto."
Kalki e Aisha decisero di passare la giornata a Eldoria per riposarsi e recuperare le forze. La locandiera, una donna saggia e accogliente, consigliò loro di esplorare il mercato e il giardino botanico del villaggio.
Trascorsero la mattinata passeggiando per le stradine, godendosi l’atmosfera tranquilla e osservando la vita quotidiana del paese. Kalki e Aisha si fermarono a un piccolo mercato, dove presero alcune provviste per il viaggio. Il giardino botanico, con i suoi fiori colorati e i sentieri ombreggiati, offrì loro un momento di pace che sembrava quasi irreale dopo le battaglie affrontate.
La sera, cenarono nella locanda, ascoltando racconti locali e scambiando qualche parola con gli abitanti.
Dopo cena, si ritirarono presto nella loro stanza, sapendo che il viaggio le avrebbe presto riportate in luoghi più insidiosi. Eldoria aveva offerto loro una tregua preziosa, un respiro necessario prima di affrontare le prossime sfide. E quello che c’era davanti non lo potevano ancora immaginare.
Decidere sotto l’Ombra di Serak
La mattina si ritrovarono a scegliere il percorso da seguire. Sapevano che, indipendentemente dalla loro decisione, o da quanto il libro indicasse, nessun paese poteva davvero essere considerato sicuro, poiché Serak aveva occhi e mani ovunque.
"Hmm, vediamo," disse Kalki, sfogliando le pagine. "Ci sono due paesi di fila ad alta pericolosità, Mornhar e Thalvaris, dopo c'è Lumenforte."
"A Lumenforte c’è il castello di Barlow..." mormorò Aisha, ricordando la battaglia con Serak. "Ora è vuoto. Potrebbe essere un buon rifugio per noi."
"Sì," confermò Kalki. "Ma ci vorranno circa quattro ore per raggiungere il primo paese, altre due per il secondo, e infine altre due per Lumenforte. Sono otto ore di guida senza mangiare. Non è consigliabile."
Decisero per una sosta veloce a metà strada, quindi a Mornhar, un pasto veloce e poi dritti a Lumenforte senza fermarsi a Thalvaris. Sembrava una decisione ovvia tanto più che Thalvaris essendo un paese di confine con un altro quadrante sarebbe stato sicuramente più controllato.
In breve tempo furono pronte e Aisha riprese il comando della Freccia Rossa. Attraversarono paesaggi variopinti e affascinanti, le quattro ore passarono velocemente e raggiunsero il primo paese ad alta pericolosità e come avevano pianificato si fermarono per una breve sosta.
Mornhar
Entrarono a Mornhar indossando i loro nuovi abiti: jeans di latex che aderivano come una seconda pelle e top che esaltavano le loro figure scolpite. Era impossibile passare inosservate, ma che importava? Anche con abiti semplici o trasandati avrebbero comunque attirato l’attenzione; la loro presenza non poteva essere ignorata.
Il paese in cui si trovavano non era affatto amichevole e le persone che incontravano non facevano nulla per nascondere il loro sguardo sospettoso.
"Questo posto è tutt'altro che accogliente," disse Kalki, guardandosi intorno con attenzione. "Dobbiamo fare attenzione."
Giravano per le strade del paese, osservando le persone che andavano e venivano, ognuna impegnata nelle proprie faccende. Alcuni lanciavano sguardi curiosi, altri decisamente ostili.
"Chissà cosa pensano di noi," disse Aisha, osservando un gruppo di persone che le fissava da lontano. "Due ragazze sexy con abiti aderenti che camminano come se il mondo fosse loro."
"Probabilmente pensano che siamo pazze," rispose Kalki, ridendo. "Ma sai cosa? Lasciali parlare."
"Certo," disse Aisha, avvicinandosi a Kalki e prendendola per mano. "Facciamoli parlare ancora di più."
Continuarono a girare per il paese, cercando un posto dove fermarsi a mangiare. Individuarono una locanda abbastanza frequentata, ritenendo che potesse offrire un pasto decente. Entrarono, attirando subito l'attenzione degli avventori, e si sedettero a un tavolo per ordinare da mangiare.
L'attenzione degli avventori si concentrò subito su di loro mentre si sedettero a un tavolo per ordinare.
Nonostante avessero detto che avrebbero mangiato velocemente e lasciato il paese, sembrava che le due non potessero fare a meno di godersi quegli sguardi, anche quelli carichi di astio. Si comportavano con una sicurezza tale che sfidava apertamente l'influenza dei demoni su quel luogo, come a voler dimostrare di non avere alcuna paura. Tuttavia, sapevano bene che a volte sarebbe stato più saggio mantenere un basso profilo.
Girarono per il paese senza i giubbotti, con la schiena praticamente nuda, fatta eccezione per l'elastico del top che era più un minireggiseno. Quei jeans di latex attillati attiravano l'attenzione di chiunque incrociasse il loro cammino. Mentre il pomeriggio avanzava, notarono un gruppo di bulli che si faceva avanti, i loro sguardi erano lascivi e pieni di arroganza.
Il gruppo di bulli si avvicinò con fare minaccioso, uno di loro, probabilmente il leader, fece un passo avanti e le osservò con un sorrisetto malizioso. "Ehi, belle ragazze. Cosa ci fate da queste parti?"
Aisha alzò un sopracciglio, rispondendo con tono provocatorio. "Stiamo solo passeggiando, godendoci il panorama. Ma voi siete decisamente una vista spiacevole."
Il leader dei bulli rise, ma i suoi occhi tradivano un lampo di rabbia. "Attente a come parlate, signorine. Potreste cacciarvi nei guai."
Kalki fece un passo avanti, fissando il bullo dritto negli occhi. "Oh, siamo più che capaci di gestire i guai. Ma forse dovresti preoccuparti tu di non cacciarti tu nei guai."
Uno degli altri bulli ridacchiò. "Bella risposta, ma siete solo due contro di noi. Pensate di potercela fare?"
Aisha sorrise, muovendo i fianchi in modo seducente. "Beh, abbiamo affrontato cose ben peggiori di voi. Ma se volete un assaggio, siamo pronte."
"Adesso comincio a divertirmi," disse Kalki, lanciando un'occhiata complice ad Aisha. "Cosa ne dici, diamo loro una lezione?"
Aisha annuì, i suoi occhi brillanti di eccitazione. "Assolutamente."
Il leader fece un cenno ai suoi compagni. "Bene, vediamo cosa sapete fare."
I bulli avanzarono, ma prima che potessero toccarle, Kalki alzò una mano e creò una barriera di energia trasparente che li bloccò a pochi passi di distanza. L'aria sembrò vibrare, e i bulli si fermarono, disorientati.
"Che... cos'è questo?" balbettò uno di loro.
Aisha, con un semplice gesto della mano, sollevò il leader in aria come se fosse una marionetta. Lo fece roteare leggermente, lasciandolo sospeso. "Non siete pronti per questo, ragazzi."
Gli altri cercarono di attaccare, ma Kalki, con un movimento fluido, scagliò un'onda di energia che li spinse indietro come foglie al vento. "Volevate giocare? Eccovi il nostro gioco."
Uno dei bulli tentò di scappare, ma Aisha lo bloccò con un cenno delle dita, e lo scaraventò a terra. Il leader, ancora sospeso, urlò disperato. "Lasciateci andare! Non sapevamo chi eravate!"
Kalki abbassò la barriera, avvicinandosi lentamente al leader. "Esatto. Non lo sapevate. Ma ora sapete con chi non dovete più scherzare."
Aisha lo lasciò cadere al suolo con un tonfo. "Consideratelo un avvertimento. La prossima volta non saremo così gentili."
I bulli, terrorizzati, scapparono in tutte le direzioni, lasciandole sole nella strada deserta.
Kalki e Aisha si guardarono, un sorriso complice sui loro volti. "Pensi che abbiano imparato la lezione?" chiese Kalki.
"Spero di sì," rispose Aisha con un tono soddisfatto. "Ma, se tornano, saremo pronte a insegnargliela di nuovo."
Si voltarono e ripresero a camminare, le loro figure erano eleganti e sicure e dominavano la strada. Gli sguardi degli altri abitanti, adesso, erano carichi di timore e rispetto. Adesso, nessuno osava avvicinarsi troppo.
La Freccia Rossa Sabotata
Mentre il sole calava rapidamente, Kalki e Aisha raggiunsero la moto, ma si fermarono di colpo. La sella era stata tagliata e le ruote erano visibilmente bucate.
"Sabotata," sussurrò Aisha, stringendo i denti. "Non possiamo fermarci qui. È troppo pericoloso dopo il tramonto."
Kalki esaminò i danni, scuotendo la testa. "Qualcuno non vuole che lasciamo questo posto. Ma non possiamo restare."
Una figura anziana emerse da un vicolo. L'uomo, con una barba grigia e un cappello logoro, li osservava con occhi attenti. "Vi serve aiuto? Qui non è il posto migliore per restare la notte."
"Conosci qualcuno che può riparare la moto?" chiese Kalki, mantenendo la calma.
L'uomo annuì. "C'è un’officina in fondo alla strada, ma muovetevi. Il tempo non è dalla vostra parte."
Seguendo l'uomo, attraversarono il paese che ormai si stava spegnendo. Le finestre si chiudevano, le strade diventavano deserte, e l'oscurità sembrava avvolgere tutto.
Raggiunsero l’officina, dove il meccanico stava per chiudere. "Qualcuno ha sabotato la nostra moto," spiegò Aisha. "Possiamo pagarti qualsiasi cifra, ma dobbiamo andarcene subito."
Il meccanico le osservò per un momento, poi annuì con riluttanza. "Farò il possibile."
Il tempo passava lentamente mentre il meccanico lavorava. Kalki e Aisha restavano vigili, osservando le ombre allungarsi sempre di più. Le strade sembravano cariche di tensione, come se qualcosa stesse osservando ogni loro movimento.
Dopo un’ora, il meccanico si avvicinò. "Non è perfetta, ma vi porterà fuori di qui."
"Grazie," disse Kalki, pagandolo in fretta.
Salirono sulla moto. Aisha alla guida e Kalki stretta a lei, il motore ruggì mentre si allontanavano dal paese. La luna illuminava debolmente la strada, e ogni ombra sembrava nascondere una minaccia.
"Non sarà facile, ma ce la faremo," disse Kalki, stringendo i denti.
Thalvaris, l’Ultimo Paese del Quadrante 7
Attraversarono il paese che era ormai notte inoltrata, con le luci fioche delle poche lanterne che illuminavano le strade deserte. Alla guida della moto c'era sempre Aisha, il vento della notte sferzava i loro volti. La tensione nell'aria era palpabile, una cappa di negatività avvolgeva tutto il luogo. Kalki e Aisha si guardavano intorno con attenzione, notando figure strane che si muovevano nell'ombra e locali con nomi poco invitanti.
"Non mi piace affatto questo posto," disse Aisha, stringendo le mani sul manubrio della moto. "Dobbiamo assolutamente andare avanti."
"Concordo," rispose Kalki, con uno sguardo deciso. "Saltare cena e dormire in tenda sembra l'opzione più sicura."
Attraversarono Thalvaris con cautela, evitando il più possibile di incrociare gli sguardi degli abitanti locali. Solo dopo aver lasciato il paese alle spalle iniziarono a rilassarsi, convinte che il confine ormai fosse vicino e che il pericolo fosse passato. Ma proprio in quel momento, all'orizzonte, apparvero luci rosse e blu: un posto di blocco.
"Beh, siamo al confine, è normale che ci sia un posto di blocco," commentò Aisha. "Teniamo comunque gli occhi aperti, Kalki."
"Assolutamente." Rispose Kalki, preparandosi mentalmente per qualsiasi cosa.
Il Posto di Blocco al Confine
Mentre si avvicinavano al posto di blocco, si resero conto che non erano agenti ordinari. Alcuni erano chiaramente demoni, le loro vere forme parzialmente nascoste da uniformi umane. Tra loro c'erano anche agenti umani, ma con uno sguardo freddo e calcolatore.
"Fermi lì!" ordinò uno dei demoni, avvicinandosi alla moto. "Documenti e spiegate cosa ci fate qui a quest'ora."
Aisha e Kalki scambiarono un rapido sguardo. Decisero di essere accondiscendenti, almeno per ora, ma rimanendo estremamente vigili.
"Stiamo solo attraversando," disse Aisha con calma, porgendo i documenti al demone. "Siamo in viaggio e cercavamo un posto sicuro dove passare la notte."
Il demone esaminò i documenti con occhi brillanti di malizia. "Non è molto sicuro viaggiare di notte da queste parti, signorine. Potreste incorrere in... pericoli."
Kalki mantenne la calma. "Ce ne rendiamo conto, ma non ci siamo fermate perché il paese non sembrava molto ospitale."
Un altro demone si avvicinò, annusando l'aria intorno a loro come un animale predatore. "Perché non restate qui per la notte? Abbiamo un posto perfetto per ospiti come voi."
Il tono insinuante del demone fece rabbrividire Aisha. "Apprezziamo l'offerta, ma preferiamo proseguire."
Uno degli agenti umani si fece avanti. "Mi dispiace, ma non posso lasciarvi andare così facilmente. Dobbiamo fare un controllo più approfondito."
Kalki sentì l'adrenalina crescere. Dovevano trovare un modo per uscire da quella situazione senza attirare troppo l'attenzione. "Capisco, ma siamo davvero stanche. Possiamo risolvere questo velocemente?"
Il demone che aveva i documenti alzò lo sguardo, un sorriso maligno sul volto. "Oh, sicuramente possiamo trovare una soluzione. Perché non venite con noi e discutiamo un po'?"
Aisha fece un respiro profondo, cercando di mantenere la calma. "Va bene, ma non vogliamo problemi."
Uno degli agenti umani si avvicinò alla moto, facendo cenno di seguirli. "Venite, non ci vorrà molto."
Le due ragazze scambiarono un ultimo sguardo, comunicando mentalmente di mantenere alta l'attenzione e che se si creasse l’opportunità, anche di agire. Seguirono gli agenti e i demoni verso un'area isolata, le loro menti erano pronte a qualsiasi eventualità.
Arrivate nell'area isolata, si trovarono circondate dai demoni e dagli agenti. L'atmosfera era tesa, il pericolo imminente.
"Allora, come possiamo risolvere questa situazione?" chiese il demone con un sorriso malizioso.
Kalki fece un passo avanti, i suoi occhi brillavano di determinazione e disse le parole che, a parte Aisha ovviamente, nessuno tra demoni e agenti si sarebbe aspettato: "Siamo pronte a collaborare, ma non tollereremo minacce o violenze. Se ci lasciate andare, promettiamo di non causare problemi."
Il demone rise, ma il suo sguardo si fece più serio. "Vedremo quanto siete brave a mantenere le promesse."
Mentre le parole echeggiavano nell'aria, Kalki e Aisha sapevano che il momento della verità era vicino. Avrebbero dovuto usare tutta la loro astuzia e forza per uscire da quella situazione.
Il Segreto dei Demoni
Kalki e Aisha sapevano che la situazione era molto più complessa di quanto apparisse. I demoni e gli agenti umani avevano un’aria di malizia calcolata, come se aspettassero qualcosa. Il comportamento provocatorio dei demoni era chiaramente mirato a farle reagire, ma le due scintille sapevano di dover mantenere la calma.
Kalki fece un piccolo cenno ad Aisha, un segnale silenzioso che avevano perfezionato nel tempo. Non avrebbero fatto nulla di avventato. Si scambiarono un’occhiata rapida, sufficiente per comunicare l’essenziale. C'era qualcosa di più in gioco, un pericolo nascosto che ancora non riuscivano a identificare.
“Non mi piace affatto questa situazione,” comunicò telepaticamente Aisha a Kalki, tenendo gli occhi fissi sul demone che aveva parlato per ultimo. “Sentiamo un’enorme tensione, ma non possiamo vedere da dove viene.”
Kalki annuì leggermente. “Stai calma. Vogliono che attacchiamo per prime. Dev’esserci una ragione precisa.”
I demoni continuarono a provocarle, i loro sorrisi maligni e gli occhi brillanti di malizia. “Che c’è? Avete paura?” sibilò uno di loro. “Non vorrete mica scappare con la coda tra le gambe?”
Aisha sentì un'ondata di rabbia, ma la represse. “Non vale la pena rispondere alle provocazioni,” comunicò a Kalki.
Kalki osservava attentamente ogni movimento, ogni espressione. C'era qualcosa di strano, una presenza che non riusciva a identificare. Poi, come un’illuminazione, capì. “Aisha, credo che ci sia un demone dei servizi speciali qui, invisibile.”
Aisha annuì appena. “Come fai a saperlo?”
“È solo una sensazione, ma ricordi l’ultima volta? Ci ha attaccato mentalmente, cercando di farti perdere i sensi. Questo potrebbe essere uno di quelli. Non possiamo reagire senza sapere dov’è.”
Le provocazioni dei demoni diventavano sempre più insistenti. “Dai, forza, fatela finita! O siete solo chiacchiere?” urlò uno di loro.
“Non ci lasceranno andare senza uno scontro,” mormorò Aisha, sentendo crescere la tensione.
Kalki inspirò profondamente, cercando di mantenere la calma. “Aspettiamo ancora un po'. Dobbiamo capire cosa vogliono davvero.”
I demoni iniziarono ad avvicinarsi, formando un cerchio sempre più stretto intorno a loro. Gli agenti umani, sebbene meno aggressivi, mantenevano uno sguardo vigile, pronti a intervenire al minimo segno di combattimento.
“State solo peggiorando la situazione,” disse Kalki ad alta voce, sperando di guadagnare tempo. “Non vi conviene lasciarci andare?”
Il demone che sembrava essere il capo del gruppo scosse la testa con un sorriso malevolo. “Non è così semplice, dolcezza. Vedete, abbiamo ordini specifici. Vogliamo divertirci un po'. E voi siete il nostro intrattenimento di stasera.”
Aisha strinse i pugni, sentendo il desiderio di reagire crescere dentro di lei. “Kalki, quanto possiamo resistere senza fare nulla?”
Kalki la guardò negli occhi, cercando di trasmettere sicurezza. “Ancora un po'. Dobbiamo trovare il punto debole. C’è sempre un punto debole.”
E poi, all'improvviso, lo sentì. Una leggera pressione mentale, come un'ombra che cercava di penetrare i suoi pensieri. Kalki chiuse gli occhi per un attimo, concentrandosi. “Ci siamo,” sussurrò. “Sta cercando di entrare nelle nostre menti. Preparati, Aisha.”
Il demone dei servizi speciali stava cercando di colpirle dove erano più vulnerabili, ma Kalki era pronta. Con un rapido movimento della mano, creò uno scudo mentale, bloccando l'attacco del demone.
Il demone si accorse del cambiamento e il suo sorriso si spense. “Cosa sta succedendo?”
Kalki aprì gli occhi, ora pieni di determinazione. “Siete voi che avete sottovalutato le vostre prede.”
Con un gesto fluido, Kalki alzò la mano e un’onda di energia trasparente si diffuse nell’aria, rivelando il demone invisibile che si celava tra loro. "Eccolo," disse, la voce ferma. "Aisha, pensi di riuscirci?"
Aisha non esitò. Con un movimento deciso, canalizzò il dono e la liberò in un lampo di energia pura. Il demone dei servizi speciali ora visibile si contorse, un urlo distorto riempì l’aria prima di dissolversi in una nuvola di cenere luminescente. Dopo di lui, tocco a tutti gli altri demoni.
Gli agenti umani, vedendo i demoni annientati con tale facilità, si scambiarono sguardi impauriti. Uno di loro arretrò lentamente, poi voltò le spalle e corse nella notte. Gli altri lo seguirono, le loro ombre scomparivano tra gli alberi.
Il silenzio calò sulla strada deserta. Solo il suono del vento tra le fronde accompagnava il respiro calmo delle due guerriere. Kalki guardò Aisha e fece un cenno verso la moto. "Andiamo," disse.
Risalirono sulla Freccia Rossa e ripresero il loro cammino. La strada era buia, ma sopra di loro un tappeto di stelle illuminava il viaggio.
Dopo un po’, decisero di fermarsi. Trovarono una radura aperta, circondata da alberi alti e avvolta in una quiete surreale. Il confine era vicino, ma non sapevano quanto.
Stesero un telo sotto il cielo e si sdraiarono fianco a fianco, le loro mani si sfioravano appena. Aisha fissava le stelle, il loro bagliore riflesso nei suoi occhi. "Sai, Kalki," disse con un tono quasi sognante, "a volte mi chiedo se siamo guidate da qualcosa di più grande. Come se ogni passo, ogni battaglia, ci portasse esattamente dove dobbiamo essere."
Kalki sorrise, il viso rilassato sotto la luce delle stelle. "Forse è così. Forse stiamo solo seguendo la scia che le stelle ci hanno tracciato."
Un soffio di vento mosse dolcemente le foglie sopra di loro, e per un momento tutto sembrò perfetto. Sotto quel cielo immenso, con il peso delle rose e delle sfide future ancora sulle spalle, trovarono comunque un frammento di pace.
E così, abbracciate dalla notte e da un senso di speranza, chiusero gli occhi. Non sapevano che a pochi passi da lì il confine attendeva, ma in quel momento non importava. Per ora, il cielo era tutto ciò di cui avevano bisogno.
Dal Diario di Aisha (Parte 29) – Lumenforte, Gennaio 2025
Attraversare il Mondo Oscuro è stata una trasformazione. Ora che posso guardarmi indietro, ogni errore, ogni vittoria, ogni scelta fatta lungo il cammino si manifesta con una nitidezza quasi dolorosa. Kalki ed io non eravamo più le stesse di quando abbiamo iniziato questa missione.
Veloria è ancora impressa nei miei pensieri. Riportare la pace a quel paese è stata una delle nostre imprese più grandi. Gideon, con il suo coraggio e le sue parole, ha trasformato quella vittoria in speranza per tutti loro. Non dimenticherò mai la promessa della statua che ci avrebbe rappresentate: non per vanità, ma perché sarebbe diventata il simbolo della resistenza, della volontà di non piegarsi mai all’oscurità.
Dopo Veloria, però, le ombre sembravano seguirci. A Galthar, ho scoperto cosa significhi essere completamente vulnerabile. Kalki mi ha salvata, come sempre, ma so che in quei momenti l’ho messa alla prova. Mi sono lasciata prendere non una, ma due volte di fila. Prima a Galthar, poi a Lycandor. Non riesco a non chiedermi se la nostra supponenza non ci abbia tradite, se avessimo potuto essere più caute. Ma, nonostante tutto, ricordo con chiarezza gli occhi di Kalki: determinati, incandescenti. È sempre stata la mia forza nei momenti di debolezza. Quando una cedeva, l’altra prendeva il timone. Questo era il nostro segreto.
A Mornhar abbiamo ripetuto lo stesso errore, e il prezzo lo abbiamo pagato a Thalvaris. Un posto di blocco, un attacco improvviso. Mi domando se Serak, in quei giorni, stesse semplicemente giocando con noi, aspettando il momento giusto per colpire. Ma se c’è una cosa che so adesso, è che non gli abbiamo mai dato quella soddisfazione.
Ci trovavamo lì, sul confine del Quadrante 8, senza nemmeno saperlo. Guardando indietro ora, mi rendo conto di quanto avevamo già affrontato. Il Mondo Oscuro ci ha costrette a confrontarci con noi stesse, con i nostri limiti, con i nostri demoni. Eppure, nonostante tutto, ne siamo uscite più forti.
Ora che scrivo, ricordo la notte prima del confine. Era silenziosa, calma. Le stelle sopra di noi sembravano quasi più luminose, come se il cielo ci stesse guidando verso ciò che ci aspettava. Dormimmo sotto quel cielo, senza sapere che il confine era a pochi passi. Il Quadrante 8 ci attendeva, ma per quella notte, almeno, eravamo in pace. Una pace che oggi comprendo come un dono, un momento prezioso nel mezzo della tempesta.
E così, con ogni passo che abbiamo fatto, ogni sfida che abbiamo superato, abbiamo imparato. Questo viaggio è stato molto più che trovare una strada: è stato creare un percorso per qualcosa di più grande...
Thalvaris, Primavera 2023 - La Luce del Confine

Il sole sorgeva lentamente, tingendo il cielo di sfumature dorate e rosa. La radura dove Kalki e Aisha avevano montato la loro tenda si risvegliava con la luce del giorno, creando un’immagine quasi idilliaca. La freccia rossa di Aisha era parcheggiata accanto alla tenda, un segno del loro passaggio in un luogo altrimenti deserto e selvaggio.
Dentro la tenda, Aisha si stiracchiò pigramente, aprendo gli occhi e trovando lo sguardo sereno di Kalki accanto a lei. “Buongiorno,” sussurrò, la voce ancora velata dal sonno.
Kalki sorrise, allungando una mano per accarezzarle i capelli. “Buongiorno a te. Dormito bene?”
Aisha annuì, godendosi la carezza. “Sì, finalmente un po’ di riposo. Ma dobbiamo muoverci, siamo ancora nel Quadrante 7 e non vedo l’ora di lasciarci questo inferno alle spalle.”
Le due si alzarono, uscendo dalla tenda. Il contrasto tra la pace della radura e la consapevolezza del pericolo che ancora le circondava era palpabile. Kalki si girò, notando un cartello poco distante. “Guarda,” disse, indicando con un cenno del capo.
Aisha si avvicinò al cartello, leggendo a voce alta. “Benvenuti nel Quadrante 8 - Attenzione: il Mondo Oscuro continua anche qui.”