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Aisha

 عائشة

Cap. 28: Quadrante 5: MOeL

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Dopo aver oltrepassato il confine, giunsero nel quadrante 5. Si trovavano a sud, in cima a una catena montuosa che si estendeva sia a est che a ovest, ma davanti a loro si apriva il nulla: nessuna strada permetteva di scendere. Erano esattamente al confine tra il metaverso del quadrante 5 di luce e quello oscuro. Aisha conosceva bene il percorso, avendolo già affrontato con Adamas. Per raggiungere Land's End dovevano arrivare al Dark Sanctuary e dopo prendere il portale Purgatorio, ma era un'impresa tutt'altro che semplice. Si fermarono con il furgone proprio nella zona di confine.

A ovest si snodava una stradina di campagna, mentre a est il Sentiero Oscuro tagliava attraverso il metaverso oscuro. Infestato di demoni, quel sentiero era anche protetto dal vecchio lupo bianco, il guardiano delle scintille. Kalki ricordava bene quel luogo: era proprio al Dark Sanctuary che il baro l’aveva trascinata all’inferno, con l’aiuto del vecchio lupo bianco. Ma quei tempi appartenevano ormai al passato.

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Entrambe avevano tanti ricordi, ma nessuno insieme. Sapevano che quel percorso sarebbe stato il più difficile.

Decisero di restare lì, nel punto dove si trovavano. Era un luogo tranquillo, isolato, perfetto per rilassarsi e godersi la reciproca compagnia. Montarono un piccolo accampamento vicino al furgone, disponendo coperte e cuscini per creare un ambiente accogliente.

 

Quella sera, sedute intorno a un piccolo fuoco, parlavano e ridevano, ricordando i momenti trascorsi insieme e quelli che avevano ancora davanti. La tensione dell'avventura si dissolse lentamente, sostituita da un'intima complicità.

La notte passò tra baci, carezze e sospiri. Si persero l'una nell'altra, era come se il tempo si fosse fermato, permettendo loro di vivere in un eterno istante di passione.

Al mattino, si svegliarono ancora abbracciate. "Buongiorno," disse Aisha, baciando delicatamente le labbra di Kalki.

"Buongiorno," rispose Kalki, sorridendo. "Questa è stata una notte che non dimenticherò mai."

"Neanche io," disse Aisha, accarezzandole i capelli. "Ma ora dobbiamo prepararci. Il nostro viaggio non è ancora finito."

 

Il Sentiero Oscuro

Aisha e Kalki lasciarono il furgone e presero la moto. Avanzavano lungo il Sentiero Oscuro, percependo la presenza opprimente dei demoni. Le ombre si agitavano tra gli alberi e il silenzio era rotto solo dal suono dei loro passi e dal lieve ronzio della moto spenta, che spingevano con cautela sui tratti più difficili. Entrambe erano pronte a reagire al minimo segnale di attacco, ma, stranamente, i demoni non si mossero.

"Perché non attaccano?" chiese Kalki, abbassando la voce come se temesse di infrangere quel fragile equilibrio. Aisha scosse la testa, confusa ma all’erta. Ogni fibra del suo essere urlava che qualcosa non quadrava.

Improvvisamente, dal buio emerse una figura familiare. Il vecchio lupo bianco si fece avanti con passo deciso, il suo manto lucente in netto contrasto con l'oscurità del sentiero. "Vi stavano osservando," disse con una voce profonda e calma, "ma non attaccheranno. Non in uno scontro frontale."

"Perché?" domandò Aisha, stringendo il manubrio della moto con forza.

"Vi temono," rispose il lupo, fissandole con occhi che sembravano scrutare nel profondo delle loro anime. "Sanno che insieme siete più forti di loro. Ma non abbassate la guardia: Serak non si arrende facilmente. Ha mantenuto una schiera fedele di demoni nel Quadrante 9, ma il loro numero si assottiglia. I demoni devoti a Ishtar stanno guadagnando terreno, e questo sta causando un subbuglio tra le sue fila."

Kalki scambiò un rapido sguardo con Aisha. "E il Dark Sanctuary?" chiese, la voce carica di preoccupazione.

"Il Santuario deve essere purificato," spiegò il lupo bianco, "e voi avete ciò che serve per farlo: le rose. Il loro potere può riportare il Santuario alla sua antica purezza, ma Serak ha intensificato la presenza demoniaca al suo interno. Il Baro, un tempo custode del portale Purgatorio, è stato allontanato. Nessuno mette piede nel Santuario da molto tempo."

Aisha abbassò lo sguardo, i ricordi di quel viaggio riaffioravano vividi. "E il portale Purgatorio?" chiese, con un filo di voce.

"Non è più gestito dal Baro," rispose il lupo. "Ora è sigillato… il santuario stesso lo ha bloccato per impedire ai demoni di passare, ma saprete meglio le cose una volta arrivate al Santuario."

Le due donne annuirono, consapevoli dell'importanza della loro missione. "Ci guiderai fino al Santuario?" chiese Aisha.

"Certo, come ho sempre fatto." disse il lupo bianco, la sua voce era un misto di saggezza e malinconia.

Aisha e Kalki lo ringraziarono, trovando nel lupo bianco un alleato prezioso e una fonte di conforto. Si rimisero in cammino dietro al vecchio lupo bianco. Le ombre intorno a loro sembravano meno minacciose, ma il peso della missione che le attendeva era palpabile.

Quando il Dark Sanctuary si profilò all’orizzonte, Aisha e Kalki si fermarono un attimo, respirando profondamente.

Il Dark Sanctuary

Il santuario era silenzioso e deserto, un luogo spoglio e, come preannunciato dal lupo, senza traccia del Baro.

Aisha e Kalki attraversarono l'entrata del santuario e si fermarono davanti al portale, una piccola porticina che sembrava quasi insignificante nel vasto salone.

Improvvisamente, un monitor si accese, e una voce cupa e autoritaria parlò da un volto nascosto nell'ombra: "Potrete passare solo quando la porta sarà aperta. Adesso prendete le rose e deponetele dalla Fontana dei Desideri."

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Aisha e Kalki si scambiarono un'occhiata interrogativa ma seguirono le istruzioni. Con attenzione, presero le diciassette rose e le portarono dalla Fontana dei Desideri, un angolo nascosto del santuario che sembrava irradiare una luce calda e accogliente. Posizionarono le rose in un cerchio, come indicato dal volto in ombra.

 

Tornarono alla porta del portale, ma era ancora chiusa. Il monitor si accese di nuovo, e il volto in ombra riapparve. "La porta si aprirà solo al momento opportuno," disse la voce. Poi, il monitor si spense, lasciando Aisha e Kalki sgomente.

"Non possiamo fare altro che aspettare," disse Kalki con un sospiro.

Si sedettero accanto alla porta, il silenzio del santuario le avvolgeva. Attesero con pazienza, sperando nell’arrivo del momento opportuno.

L’Attesa

Si trovarono di fronte alla porta chiusa del portale, il senso di impotenza che le avvolgeva come una nebbia opprimente. Nonostante fossero vicine alla meta, l'idea di dover aspettare senza poter fare nulla le riempiva di frustrazione. Il silenzio del santuario pesava su di loro, ma qualcosa attirò la loro attenzione: una libreria polverosa in un angolo del salone, con un libro messo in evidenza come se le stesse invitando a leggerlo.

Aisha e Kalki si avvicinarono con cautela. Il libro, antico e coperto di polvere, sembrava emanare un'aura misteriosa. Aisha lo prese con delicatezza e lo aprì. Le pagine ingiallite raccontavano la storia del santuario, rivelando dettagli che le lasciarono senza parole.

"Il Santuario Oscuro," lesse Aisha a voce alta, "fu costruito molto tempo fa nel cuore del Metaverso Oscuro dalle Anime Luminose. All'epoca, quel territorio non era di nessuno. Il santuario fu eretto come un avamposto di luce in un mondo che stava lentamente diventando oscuro."

Kalki ascoltava con attenzione, i suoi occhi scuri erano fissi sulle parole che scorrevano sotto lo sguardo di Aisha. "Col tempo," continuò Aisha, "la presenza di entità malvagie ha infettato il santuario, impregnandolo di energie oscure e presenze invisibili. Le anime luminose persero il controllo del luogo, che divenne un punto di convergenza tra luce e tenebre."

Poi trovarono la sezione che parlava della profezia delle rose. "Solo quando una rosa di una scintilla sarà deposta nel luogo giusto," lesse Kalki con voce tremante, "inizierà il processo di purificazione del santuario. Quando l'appartenenza del santuario sarà ripristinata al Metaverso di Luce, la porta verso Land's End si aprirà permanentemente, permettendo il libero accesso a tutte le anime di luce, in un verso e nell’altro."

Un silenzio profondo calò su di loro mentre le parole penetravano la loro comprensione. "Quindi abbiamo fatto tutto il possibile," mormorò Aisha, chiudendo il libro. "Dobbiamo solo aspettare."

Kalki scosse la testa incredula. "Aspettare? Senza fare nulla? Siamo così vicine..."

"Lo so," rispose Aisha, posando una mano rassicurante sulla spalla di Kalki. "Ma il libro è chiaro. Abbiamo deposto le rose. Ora dobbiamo solo avere pazienza."

La frustrazione e l'impotenza erano tangibili. Sentivano il peso del tempo che scorreva senza poter fare nulla per accelerare il processo.

Si sedettero di nuovo accanto alla porta, la consapevolezza che il loro compito era terminato le lasciava con una strana miscela di sollievo e ansia. Erano vicine alla loro meta, ma il vero momento della liberazione dipendeva ora dal tempo e dal processo di purificazione che si stava compiendo nel santuario. Non potevano fare altro che aspettare e sperare.

Kalki e Aisha, decise a cercare qualcosa da mangiare, iniziarono a esplorare il vasto santuario. Man mano che avanzavano, si rendevano conto che l'edificio era incredibilmente più grande all'interno di quanto apparisse dall'esterno, come se uno strano incantesimo avesse ampliato i suoi confini. Le stanze sembravano infinite, e ogni corridoio che percorrevano si apriva su nuove sale piene di oggetti misteriosi e affascinanti.

La prima stanza che esplorarono era un'enorme cucina, con tavoli pieni di cibo. Frutta fresca, formaggi prelibati e carni succulente si trovavano disposti in modo ordinato. "È incredibile," disse Aisha, afferrando una mela e addentandola con gusto. Kalki la seguì, prendendo un pezzo di pane e assaporandolo. "Come se questo posto sapesse esattamente di cosa abbiamo bisogno."

Proseguendo, entrarono in una sala piena di vestiti. Abiti di ogni stile e epoca erano appesi a file interminabili di appendini. Kalki sorrise, esaminando un elegante vestito nero. "Forse dovremmo cambiare il nostro look."

Aisha rise, provando un cappotto di velluto rosso. "Perché no? Qui sembra esserci tutto quello che potremmo desiderare."

La sala successiva era piena di strumenti musicali. Chitarre, pianoforti, violini e tamburi erano disposti in modo ordinato, pronti per essere suonati. Aisha si sedette a un pianoforte e suonò alcune note, riempiendo la stanza di una melodia dolce e malinconica. "Questo posto è magico," disse Kalki, osservando affascinata.

Continuarono a esplorare, trovando una biblioteca colossale piena di libri antichi e moderni. "Potremmo passare anni qui a leggere," disse Aisha, sfogliando un volume di storie di avventure.

Salirono una scala a chiocciola che sembrava non finire mai, arrivando infine in cima a una torre. Al centro della stanza si trovava una clessidra digitale, una meraviglia tecnologica che contrastava con l'antico arredamento del santuario. Il display mostrava il tempo rimanente per il processo di purificazione: 315.360.000 secondi.

"Quanto manca?" chiese Kalki, osservando il numero con preoccupazione.

"Dieci anni," rispose Aisha, " dobbiamo aspettare dieci anni."

 

Kalki sentì un'ondata di vertigine e si aggrappò al braccio di Aisha.

Aisha la sorresse, cercando di mantenere la calma. "Stai tranquilla, Kalki. Troveremo un modo. Abbiamo superato così tanto insieme.

Le due si sedettero, il peso della scoperta le opprimeva. Il tempo sembrava essersi fermato in quel momento, mentre il contatore digitale continuava a scorrere all'indietro, scandendo ogni secondo.

Scesero verso l'ingresso, cercando di raccogliere i loro pensieri e di trovare una soluzione. Ma con sorpresa e sgomento, si accorsero che la porta da cui erano entrate non c'era più. Al suo posto, un monitor si accese, e l'ombra che avevano visto in precedenza ricominciò a parlare. Questa volta, il messaggio non era diretto solo a loro, ma sembrava un annuncio generico.

"Durante il processo di purificazione, nessuno può entrare o uscire dal santuario. A breve apparirà il portale diretto per l'inferno, da dove passeranno forzatamente tutte le entità malvagie. Il portale resterà aperto finché ogni malvagità sarà estirpata dal santuario."

Il monitor si spense, e nel punto dove prima c'era la porta, ora appariva una nuova apertura, da cui si intravedevano le fiamme dell'inferno. Kalki riconobbe immediatamente quel portale, avendolo già attraversato in passato. Il terrore e la familiarità di quella visione la travolsero.

Si guardarono intorno, cercando di capire cosa fare. Le fiamme dell'inferno lambivano i bordi del portale, creando un'atmosfera infernale. Dovevano trovare un piano, e farlo in fretta. Le entità malvagie sarebbero state attratte dal portale.

"Cominciamo col prepararci," disse Aisha, decisa. "Abbiamo trovato risorse in questo santuario. Usiamole a nostro vantaggio."

Iniziarono a esplorare di nuovo le stanze, raccogliendo tutto ciò che poteva essere utile: armi, cibo, e qualsiasi altra cosa che potesse dar loro un vantaggio. Ogni sala sembrava offrir loro esattamente ciò di cui avevano bisogno, come se il santuario stesso stesse cercando di aiutarle.

Infine, trovarono una sala piena di armi e armature. "Questa è la nostra fortuna," disse Kalki, prendendo una spada luminosa che sembrava fatta apposta per lei. "Con queste possiamo difenderci."

Con le loro nuove armi, tornarono verso l'ingresso. Le fiamme dell'inferno bruciavano più intense, e il portale sembrava pulsare di energia oscura.

La Purificazione

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Kalki e Aisha, consapevoli che il portale dell'inferno non era destinato a loro, continuarono a esplorare il santuario.

Le entità malvagie presenti si nascondevano, cercando di evitare di essere espulse nel processo di purificazione.

Dopo aver passato diverse ore in attesa, con le armature indosso e pronte a difendersi, si accorsero che non sembravano esserci pericoli imminenti. Le entità erano furiose, ma non osavano mostrarsi apertamente.

 

"Non sembra che corriamo pericoli immediati," disse Aisha, togliendosi l'armatura. Kalki la seguì, sollevata ma ancora tesa. "Le entità si nascondono," continuò Aisha. "Sembra che non abbiano nessuna intenzione di affrontarci."

 

Kalki annuì, il santuario, con tutte le sue stranezze e sorprese, non era certo un luogo di pace. Aisha trovò conforto nel libro che avevano scoperto nella biblioteca, cercando di capire meglio cosa le aspettasse.

"Aisha, guarda qui," disse, indicando un passaggio del libro. "Dice che le entità sanno che se riescono a resistere per dieci anni, non saranno espulse dal portale."

Cercarono un posto dove potersi rilassare un po', un angolo del santuario dove poter pensare con calma e pianificare i loro prossimi passi. Ogni tanto, sentivano rumori lontani, ma niente di minaccioso si avvicinava a loro. Le entità malvagie sembravano evitare il confronto diretto, sperando di passare inosservate.

Passarono le ore cercando di fare mente locale, alternando momenti di silenzio a discussioni su possibili strategie per sopravvivere. Ogni tanto, Kalki scherzava per alleviare la tensione, ma entrambe sapevano che la situazione era critica.

Mentre il tempo scorreva, capirono che avrebbero dovuto trovare un equilibrio tra l'attesa e l'azione. Sarebbero rimaste vigili, pronte a reagire a qualsiasi segnale di pericolo, ma avrebbero anche cercato di mantenere la loro sanità mentale e fisica.

Mentre passeggiavano tra i corridoi, scoprirono altre stanze interessanti. Nella prima trovarono un'enorme biblioteca con scaffali carichi di libri antichi e moderni, testi di magia e di storia, e perfino manuali tecnici. Nella seconda stanza, trovarono una sala musica con strumenti di ogni tipo: chitarre, pianoforti, tamburi, e strani strumenti di mondi sconosciuti. La terza stanza era una cucina ben fornita, con dispense piene di cibi e bevande di ogni tipo, pronte per essere gustate. In realtà avevano già visitato altre stanze contenenti lo stesso tipo di oggetti ma subito non ci fecero caso.

Kalki e Aisha si guardarono e risero. "Sembra che non ci mancherà nulla qui dentro," disse Kalki.

"Sì, ma sarebbe bello trovare una terrazza dove poter prendere un po' d'aria fresca," rispose Aisha.

Aprirono la porta successiva e, con loro grande sorpresa, si ritrovarono proprio su una terrazza. Sembrava quasi che il Dark Sanctuary stesse rispondendo ai loro desideri.

La terrazza era ampia e lussuosa, con pavimenti di marmo bianco e ringhiere ornate. Vasi di fiori colorati e rigogliosi adornavano i bordi, e c'erano comodi divani e poltrone disposti in modo da offrire una vista mozzafiato sul panorama circostante. Al centro della terrazza c'era una fontana di cristallo che zampillava acqua limpida e rilassante.

Il cielo sopra di loro era di un azzurro intenso, con poche nuvole che si muovevano pigramente. Il sole splendeva caldo, ma non troppo forte, creando un'atmosfera di pace e serenità. Si poteva vedere una distesa infinita di foreste verdi e montagne in lontananza, quasi come se la terrazza fosse sospesa tra due mondi.

"È incredibile," disse Kalki, respirando profondamente l'aria fresca. "È come se il santuario sapesse esattamente cosa vogliamo."

Aisha annuì, guardando il panorama con meraviglia. "Forse è così," rispose. "Questo posto sembra adattarsi ai nostri pensieri e desideri. Chissà cos'altro potremo scoprire qui dentro."

Si sedettero su uno dei divani, godendosi la tranquillità del momento. Kalki guardò Aisha con un sorriso malizioso. "Sai cosa significa questo, vero? Che saremo chiuse qui dentro per dieci anni."

Aisha rise, dandole una leggera spinta. "Beh, almeno saremo in buona compagnia. E chissà, magari questo posto ci riserverà altre sorprese."

"Sì, dovremo scoprirlo," rispose Kalki, ridendo. "Ma per ora, godiamoci la vista."

Dopo un po' di relax sulla terrazza, decisero di tornare alla clessidra digitale per controllare se il contatore si stava muovendo. Aisha si era portata dietro il libro che parlava del Dark Sanctuary, ma Kalki, essendo la lettrice più accanita delle due, decise di approfondire meglio quello che aveva letto Aisha.

Mentre si avvicinavano alla clessidra, Aisha tentò di riassumere quello che ricordava dal libro. "Insomma, ci vorranno dieci anni per scacciare tutti i demoni, giusto?"

Kalki si fermò bruscamente e si girò verso di lei con un'espressione di esasperazione. "Aisha, non hai capito proprio niente!"

Prima che Aisha potesse rispondere, Kalki afferrò il libro e glielo mostrò minacciosamente, come se stesse per tirarglielo in testa. "Ascoltami bene," iniziò, scandendo ogni parola con enfasi. "Dieci anni è il tempo massimo che il santuario si dà per scacciare i demoni, ma," qui fece una pausa drammatica, "il santuario si considererà purificato quando l'ultima entità malvagia sarà stata scacciata."

Aisha la guardava con occhi spalancati, finalmente afferrando l'importanza di ciò che Kalki stava dicendo. "Quindi... potrebbe succedere anche tra due minuti?"

"Esatto!" esclamò Kalki. "Il portale sarà accessibile e la porta si aprirà non appena l'ultima entità malvagia sarà eliminata. Non dobbiamo aspettare necessariamente dieci anni!"

Aisha rimase senza parole per un momento, poi un sorriso di speranza e sollievo si diffuse sul suo viso. "Quindi c'è una possibilità che non saremo bloccate qui per così tanto tempo."

Kalki annuì, ancora un po' frustrata ma anche sollevata che finalmente avessero una comprensione chiara della situazione. "Sì, esatto. Dobbiamo solo fare in modo che ogni demone venga scacciato il più presto possibile."

Aisha rise, l'umore alleggerito dalla nuova speranza. "Beh, allora direi che abbiamo del lavoro da fare. E magari dovremmo leggere insieme da ora in poi, così non ci saranno più malintesi."

Kalki rise anche lei, rilassandosi un po'. "Sì, forse è meglio. Ma per ora, andiamo a vedere se il contatore si è mosso."

Si avvicinarono alla clessidra digitale e guardarono i numeri. Anche se non erano cambiati molto, il pensiero che la loro permanenza potesse essere molto più breve di dieci anni le riempiva di speranza.

Ripresero a esplorare il santuario, questa volta con più comprensione per la loro missione. La consapevolezza che il Dark Sanctuary rispondeva ai loro desideri le fece sentire più in controllo, e l'idea di trovare e scacciare le entità malvagie diventò una sfida che affrontarono con rinnovata energia.

Mentre si trovavano al pian terreno, vicino al portale infernale che aveva sostituito l'ingresso, Aisha espresse una preoccupazione. "Dovremmo almeno sapere quante entità malvagie ci sono da scacciare," disse, osservando il bagliore inquietante del portale.

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Kalki stava per rispondere quando il monitor si accese improvvisamente. Apparve lo stesso volto in ombra che avevano visto prima, con una voce cavernosa e inquietante. "Le entità malvagie presenti nel santuario sono, allo stato attuale, 569."

 

Aisha e Kalki rimasero sbalordite, fissando lo schermo. 569 demoni? Era un numero incredibile. Il pensiero di dover affrontare così tante entità oscure era schiacciante.

 

Aisha fu la prima a rompere il silenzio. "Cinque...centosessantanove?"

Kalki annuì lentamente, ancora scossa dalla rivelazione. "Sì, sembra proprio così."

Aisha si massaggiò le tempie, cercando di riordinare i pensieri. "E dobbiamo scacciarli tutti perché la porta si apra..."

"Esatto," confermò Kalki, il tono della sua voce calmo ma determinato. "Ma sappiamo che possiamo farcela. Abbiamo già affrontato situazioni difficili prima."

"Questa però è su un altro livello," disse Aisha, sospirando. "Ma almeno ora sappiamo cosa ci aspetta."

Il volto in ombra sul monitor continuava a fissarle, come se stesse monitorando ogni loro reazione. Kalki lo guardò con occhi duri. "Se c'è un modo per farlo più velocemente, lo troveremo. Non possiamo restare qui dieci anni."

Il volto scomparve, lasciando di nuovo il monitor spento. L'atmosfera era carica di tensione, ma anche di determinazione.

Aisha guardò Kalki e fece un sorriso forzato. "Bene, allora. Sembra che abbiamo un lavoro da fare."

Kalki sorrise a sua volta, più convinta che mai. "Sì, e non ci arrenderemo. Iniziamo a cercare queste entità."

Si prepararono a esplorare il santuario con una nuova missione: identificare e scacciare le entità malvagie. Ora che sapevano quanti nemici dovevano affrontare, avevano un obiettivo chiaro. Sarebbe stata una battaglia dura, ma non avevano intenzione di fallire.

Mentre iniziavano a muoversi, Aisha afferrò il libro che avevano lasciato vicino alla clessidra. "Forse ci saranno altri indizi qui," disse, sfogliando le pagine.

Kalki annuì. "Continuiamo a leggere e a esplorare. Troveremo un modo."

Aisha domandò perplessa: "Sarebbe bene almeno sapere dove si nascondono queste entità."

Il monitor si accese nuovamente e l'uomo ombra apparve, la sua voce rimbombante riempì la stanza. "Il santuario scansiona costantemente la loro posizione, ma le entità sono in costante movimento."

In quel momento, accanto all'uomo ombra apparve una planimetria del santuario, con una zona chiaramente illuminata di rosso. "Se stanno fermi per almeno 5 minuti," continuò l'uomo ombra, "la loro posizione sarà rivelata e manifestata in questa planimetria."

Aisha e Kalki osservarono attentamente la mappa. La stanza illuminata era proprio accanto a loro.

Aisha alzò un sopracciglio. "Sembra che la nostra prima entità malvagia sia molto vicina."

Kalki annuì, il sorriso giocoso scomparso dal suo volto, sostituito da una determinazione seria. "Dobbiamo muoverci velocemente. Se sono in costante movimento, non possiamo perdere tempo."

Aisha si avvicinò alla porta della stanza accanto. "Pronta?"

Kalki la seguì, con il cuore che batteva forte. "Sempre."

Aprirono la porta con cautela, trovandosi di fronte a una stanza vuota, eccetto per un angolo che sembrava emanare un'energia oscura e palpabile.

"È lì," sussurrò Aisha.

"Facciamolo fuori," rispose Kalki con determinazione.

Si avvicinarono lentamente, pronte a combattere contro l'entità malvagia che si nascondeva nell'ombra.

Solo in questo momento si accorsero che non avevano la più pallida idea di come combatterla.

Cap. 27l - La Fata dei Colori - La Fata dei Colori.png
Cap. 29r- La Purificazione del Dark Sanctuary - Land's End.jpg
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