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Aisha

 عائشة

Cap. 4: Lumenforte

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Il Ritorno a Lumenforte

La strada verso Lumenforte pur non essendo lunga sembrava infinita, ma la Freccia Rossa divorava la distanza con il suo ruggito costante. Adamas, seduta dietro ad Aisha, si stringeva a lei, il viso restava nascosto dietro la sua spalla. Le emozioni della notte precedente erano ancora vive: l’attacco degli androidi, la paura, e quella consapevolezza che Lacrimasilva non era più sicura.

Quando il castello apparve all’orizzonte, un’imponente sagoma contro il cielo stellato, Aisha sentì un misto di sollievo e timore. Il castello era un luogo carico di significati, un rifugio ma anche una sfida, soprattutto per il Dono che continuava a sfuggirle.

Entrarono nel cortile principale, e il rumore della moto si spense, lasciando il silenzio del castello avvolgerle. Adamas scese per prima, lanciando uno sguardo attento ai dintorni, e si voltò verso Aisha. “Bentornata,” disse con un sorriso leggero.

Aisha annuì, seguendola all’interno. Nonostante tutto, il castello sembrava accoglierle, come se le avesse aspettate.

Dopo aver sistemato le loro cose nella stanza di Barlow, si ritrovarono nella grande sala. Adamas accese il camino, e le fiamme cominciarono a danzare, proiettando luci calde sulle pareti di pietra.

“Aisha,” disse Adamas, sedendosi accanto a lei. “So che è stato un periodo difficile per te. Il Dono richiede tempo. Non devi avere fretta.”

Aisha abbassò lo sguardo, stringendo le mani. “Lo so. Ma a volte mi sembra… troppo grande per me.”

Adamas si avvicinò, prendendole le mani tra le sue. “Non è troppo grande. È solo diverso. Ogni difficoltà che affronti ti rende più forte. E sai una cosa? Io credo in te. Sempre.”

Quelle parole avevano un peso speciale. Aisha le sentì risuonare dentro di sé, come una carezza invisibile. Si avvicinò ad Adamas, le labbra che sfioravano le sue. “Chiudi gli occhi,” sussurrò. “Lasciati guidare da me.”

Adamas obbedì, fidandosi completamente. Le mani di Aisha scivolarono dolcemente sul suo corpo, un tocco che parlava di amore, di fiducia, di un legame che cresceva con ogni respiro.

Il Regalo

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Aisha estrasse una piccola scatola che aveva nascosto nella tasca del giubbotto. La aprì con un sorriso timido, mostrando un ciondolo a forma di cuore, incastonato con piccoli diamanti.

“Questo è per te,” disse, avvicinandosi per metterlo al collo di Adamas. “Un simbolo di quello che siamo, qualcosa che puoi portare sempre con te.”

Adamas toccò il ciondolo, sentendone la freschezza contro la pelle. “È bellissimo,” sussurrò. “Grazie.”

Aisha sorrise. “Non è solo un ciondolo. È un promemoria. Voglio che ogni volta che lo tocchi, tu ricordi quanto ti amo e quanto siamo forti insieme.”

Adamas si alzò, stringendo Aisha in un abbraccio che parlava più di mille parole. La stanza si riempì di una nuova promessa, di un amore che cresceva e si rafforzava.

La Notte al Castello

Quando finalmente si ritirarono per la notte, il castello sembrava silenzioso, avvolto dalla luce tremolante del camino. Sdraiata accanto ad Aisha, Adamas sfiorò il ciondolo che brillava debolmente contro la sua pelle.

“Grazie,” mormorò, il cuore era pieno di emozione.

Adamas chiuse gli occhi, il suo respiro si stava calmando. Quella notte, si addormentarono tra le braccia l’una dell’altra, ignare che le ombre del castello custodivano verità pronte a emergere, svelando un segreto che avrebbe cambiato per sempre il loro viaggio.

La notte nel castello di Lumenforte era silenziosa, il buio avvolgeva le mura come un manto protettivo. Adamas si svegliò di colpo, un sussurro lontano sembrava chiamarla. Si alzò dal letto senza fare rumore, lasciando Aisha dormire tranquilla.

L’Incontro con Eleanor

Attraversò il corridoio, le torce accese proiettavano ombre danzanti sulle pareti di pietra. Arrivò nella grande sala, e lì la vide: Eleanor. La figura eterea della donna sembrava brillare di una luce soffusa, quasi irreale.

“Adamas,” disse Eleanor, la sua voce un canto dolce ma deciso.

Adamas si fermò, il cuore che batteva forte. “Eleanor… perché sei qui?”

Eleanor le sorrise. “Non sono mai andata via. Questo castello è parte di me, così come io sono parte di esso. Ma non sono qui per parlare di me. Sono qui per te… e per Aisha.”

Adamas rimase in silenzio, ma il suo sguardo tradiva un’inquietudine profonda.

“Il tempo è arrivato,” continuò Eleanor, avvicinandosi. “Non puoi più nascondere chi sei, Adamas. Non puoi più trattenere ciò che Aisha deve sapere.”

Adamas abbassò lo sguardo. “Non è pronta. Io stessa non sono pronta.”

“Sei più pronta di quanto credi,” ribatté Eleanor con dolce fermezza. “Il suo cammino è intrecciato con il tuo. Tu sei La Principessa Diamante, e lei… lei è molto più di quanto immagini.”

Adamas sentì un brivido attraversarle il corpo. “Cosa intendi dire?”

“Il Dono non è solo un potere,” spiegò Eleanor. “È una chiamata. E Aisha è destinata a portare il Dono oltre i confini di questo mondo, fino a Emphatia.”

“Emphatia…” sussurrò Adamas, come se la parola stessa fosse un peso.

“Il tempo delle rivelazioni è giunto,” concluse Eleanor. “Parla con lei. Mostrale chi sei. E fidati di lei, come lei si fida di te.”

Adamas tornò lentamente nella stanza. Aisha era ancora addormentata, il viso sereno illuminato dalla luce tenue della luna che filtrava dalle finestre. Adamas si sedette accanto a lei, la mente in tumulto.

Sapeva che Eleanor aveva ragione. Non poteva più aspettare. Doveva dire tutto ad Aisha: chi era, cosa rappresentava, e a cosa entrambe erano destinate. Ma come avrebbe reagito Aisha?

Adamas sfiorò il ciondolo che Aisha le aveva regalato poche ore prima, sentendo una strana calma attraversarla. “Domani,” sussurrò a se stessa. “Domani le dirò tutto.”

Chiuse gli occhi, cercando di trovare conforto nella presenza di Aisha accanto a lei. Ma sapeva che il loro viaggio era appena iniziato, e che quella notte avrebbe cambiato ogni cosa.

Nothing: The Book

La mattina dopo uscirono dal castello e si diressero verso il parco. La brezza fresca del mattino accarezzava le loro guance, e il silenzio del luogo sembrava avvolgerle in un manto di intimità. Si sedettero su una panchina.

Adamas osservò il cielo limpido per un momento, poi si voltò verso Aisha con uno sguardo intenso. “Ti ricordi come ci siamo conosciute?”

“Come potrei dimenticarlo?” rispose Aisha, con un sorriso nostalgico. “Ti ho salvata da quei demoni di Bergderbil. Correvi come una pazza su quell'autostrada scassata. Io ho azionato il turbo della Freccia Rossa, ti ho caricata, e non ci ha visto più nessuno.”

“E ti ricordi dove ti ho portata?”

“Al Labirinto,” rispose Aisha. “Quel posto strano pieno di siepi con al centro casa tua.”

Adamas sorrise appena, ma il suo sguardo si fece più serio. “E ti ricordi quando mi hai salvata a Lacrimasilva da quegli agenti?”

“Come fosse due minuti fa,” disse Aisha, con lo stesso sorriso nostalgico.

“Per scherzo mi hai chiamato ‘Principessa.’” Adamas fece una pausa, poi continuò con voce più grave. “Io sono davvero una principessa. Nel mio mondo, che non è il tuo, ero conosciuta come La Principessa Diamante.”

Aisha la fissò, confusa. “Il tuo mondo che non è il mio? Che stai dicendo?”

Adamas inspirò profondamente. “Aisha, quello che tu credi essere il mondo cardine non lo è. È simile, ma non lo è. Sei nata e vissuta nel Quadrante 5 del Metaverso Oscuro, a Vosda, nel distretto di Bergderbil. Poi sei arrivata a Land's End, nel metaverso luminoso, tra le anime di luce.”

Aisha si irrigidì, i pensieri confusi. “Continua,” sussurrò.

Adamas abbassò lo sguardo, poi riprese: “Io vengo dal vero Mondo Cardine, così è chiamato il Quadrante 1. Provengo dalla Terra, una parte mobile del quadrante che ruota continuamente, separata dalle zone fisse ai confini con il Q2 e il Q4. Quel mondo è infestato da guerre organizzate dai Manipolatori di Bergderbil, proprio da quelli che erano i tuoi capi: Cronos e Zadkiel.

Aisha annuì lentamente. “Non può essere…”

“Io ero la Principessa Diamante,” continuò Adamas. “Sono riuscita per qualche istante a proiettare immagini di un mondo migliore per tutti gli abitanti del Mondo Cardine. Ma sono stata fermata, oscurata. Mi risvegliai nella Prigione del Tempo, a Bergderbil. Sono fuggita, ho lottato con la resistenza, ma ora tutto è in sospeso.”

Si fermò, poi aggiunse: “C’è ancora tanto da dire, ma prima voglio che tu legga questo libro.”

Estrasse un libro nero e lo porse ad Aisha. Lei lo prese, guardandone la copertina. "Nothing: The Book." La figura di Adamas, La Principessa Diamante, troneggiava sull’immagine di copertina.

Aisha lo fissò, incapace di parlare.

“E ora basta per oggi,” concluse Adamas con un sorriso.

Eleanor, che le osservava da lontano, sorrise tra sé. “Brava Adamas.”

Il Piano di Adamas

Adamas guardava Aisha leggere il libro nero, la figura di Eleanor che si stagliava silenziosa accanto a lei. Ogni pagina che Aisha sfogliava era un passo verso la consapevolezza, ma Adamas sapeva che non bastava.

Emphatia era un sogno lontano, la città sommersa che attendeva chi fosse pronto a raggiungerla. Ma prima, Aisha doveva crescere. Doveva scoprire la propria forza, e questo richiedeva sacrificio.

Adamas si voltò verso Eleanor. “Non mi piace l’idea di ingannarla,” disse a bassa voce.

Eleanor annuì, con uno sguardo comprensivo. “Ma lo fai per lei. La strada per Emphatia passa attraverso il dolore e la solitudine. Dovrà affrontare prove che la spingeranno oltre i suoi limiti.”

Adamas sospirò. “Quanto male si deve fare per fare del bene?”

Eleanor le posò una mano sulla spalla. “Solo quanto basta per permetterle di scoprire chi è davvero.”

Adamas sapeva che Eleanor aveva ragione. Anche se non le piaceva, il piano era necessario. Aisha doveva imparare a fidarsi di sé stessa, anche quando Adamas non fosse accanto a lei.

Adamas e Eleanor sapevano che Aisha era speciale, ma doveva scoprirlo da sola. La sua forza, la sua consapevolezza, e il suo ruolo nel destino che le attendeva richiedevano più di semplici parole. Doveva affrontare il suo cammino attraverso il dolore e la crescita, per diventare ciò che era destinata a essere.

Adamas fissava Eleanor, il volto segnato da dubbi. “Non voglio farle questo, Eleanor. Non dopo tutto quello che abbiamo passato insieme.”

Eleanor annuì con comprensione. “Capisco, ma il dolore è parte della crescita. Non lo facciamo per farle del male, ma per renderla più forte. Deve essere pronta, Adamas. Non possiamo proteggerla per sempre.”

Adamas sospirò, stringendo il libro nero di "Nothing" tra le mani. “Spero solo che un giorno possa capire.”

La Prima Prova

Adamas mise una pastiglia nel caffè di Aisha, facendola crollare in un sonno profondo. Accompagnata da Eleanor, Aisha fu condotta in una stanza nascosta del castello. Le pareti erano coperte di rune che brillavano debolmente, e un’atmosfera inquietante sembrava permeare ogni angolo. “Questa stanza riflette ciò che hai dentro,” spiegò Eleanor. “Non ciò che temi, ma ciò che desideri. Solo chi riesce a distinguere il reale dall’illusione può uscirne indenne.”

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Quando Aisha aprì gli occhi, il castello era svanito. Davanti a lei si stendeva un campo dorato sotto un cielo limpido, il profumo dell’erba fresca le riempiva i sensi. A pochi passi, un fiume cristallino rifletteva la luce del sole, e una casa bianca si stagliava in lontananza, con una figura familiare che la salutava.

Il cuore di Aisha si fermò per un istante. Riconobbe quella figura: sua madre, con il sorriso dolce e lo sguardo amorevole che ricordava dai suoi sogni. La donna aprì le braccia. “Aisha, sei finalmente tornata. Vieni. È tutto finito. Qui puoi trovare la pace che meriti.”

Aisha mosse un passo, poi un altro. La serenità del luogo sembrava avvolgerla, e una parte di lei desiderava più di ogni altra cosa correre verso quell’abbraccio. Ma qualcosa dentro di lei la trattenne.

“Come… come sei qui?” chiese, la voce incerta.

“Sono sempre stata qui, Aisha,” rispose la madre, con un tono rassicurante. “E anche tu puoi restare qui. Guarda cosa ti aspetta.”

Intorno a loro, il paesaggio si trasformò: campi rigogliosi, cieli azzurri, risate di bambini che giocavano. Ogni desiderio di Aisha si materializzava davanti ai suoi occhi. “Non devi più combattere,” sussurrò sua madre. “Non devi più soffrire. Qui sarai felice, amata, protetta.”

Aisha si fermò, il cuore stretto in una morsa. Guardò sua madre, poi il paesaggio intorno a sé. Tutto sembrava perfetto, troppo perfetto.

Non era solo il volto di Adamas per quanto importante fosse, era anche tutto il resto, la lotta, la resistenza, il dolore nel mondo, le guerre. Emphatia.

“No,” disse, la voce inizialmente incerta che si fece più sicura. “Non posso restare qui. Non è reale. Non posso ignorare ciò che succede nel mondo. Non posso lasciare che il mio cammino finisca qui, per quanto allettante possa essere.”

La figura della madre continuò a sorridere, ma qualcosa nei suoi occhi cambiò. Solo allora l’illusione iniziò a vacillare. Il campo dorato tremolò, le risate si spensero, e la figura si dissolse come fumo al vento.

Aisha si trovò di nuovo nella stanza del castello, con Eleanor e Adamas che la osservavano. Eleanor si avvicinò, con un sorriso sereno. “Hai scelto bene,” disse. “L’illusione non avrebbe mai ceduto se tu non fossi stata capace di vedere oltre ciò che desideravi.”

Adamas le posò una mano sulla spalla. “Hai appena dimostrato di essere più forte di quanto pensassi.”

Aisha inspirò profondamente, il cuore ancora in tumulto. “Se questa è solo una prova,” disse con un mezzo sorriso, “chissà cosa mi aspetta dopo.”

Emphatia 1809

Dopo la prova, Adamas le ricordò del libro nero, ‘Nothing: The Book’. “Devi continuare a leggere,” disse.

Aisha trascorse le ore successive immersa nelle pagine di "Nothing: The Book." Ogni parola sembrava un’eco del passato di Adamas, della Resistenza e della lotta contro i demoni di Bergderbil. Ogni capitolo era una scoperta, ma era anche un viaggio nei segreti che Adamas aveva custodito.

Quando chiuse l’ultima pagina, i suoi occhi erano pieni di domande.

“E ora,” disse Adamas, porgendole un altro libro, “leggi anche questo. Parla di più di quanto immagini.”

Aisha sfogliò le prime pagine di "Emphatia 1809" con una certa esitazione. Non ci volle molto perché il suo sguardo si fermasse su un passaggio che parlava di lei. Era la storia del suo viaggio con il Sig. Mah, da Cronos a Bergderbil, e di come erano fuggiti all’Avamposto. Ogni dettaglio sembrava riaffiorare nella sua memoria, ma scritto in una luce nuova, come se il suo ruolo fosse più grande di quanto avesse mai immaginato.

“Adamas…” sussurrò, chiudendo il libro. “Ero lì. Questo parla di me.”

Adamas annuì. “Sì. E c’è ancora tanto da capire. Continua a leggere.”

La Seconda Prova

Quando Aisha riaprì gli occhi, il calore intenso e l’odore acre di fumo la colpirono come un pugno. Si trovava in una città avvolta dalle fiamme, il cielo sopra di lei tinto di un rosso minaccioso. Grida disperate risuonavano in lontananza, mentre figure indistinte correvano tra le strade, cercando rifugio dal caos.

“Aiutami!” Una voce disperata catturò la sua attenzione. Voltandosi, vide una bambina accovacciata accanto a un muro in fiamme, il viso sporco di fuliggine e gli occhi pieni di terrore. Intorno a lei, le fiamme sembravano avanzare rapidamente, bloccandola in un angolo.

Aisha si mosse d’istinto verso di lei, ma un’altra scena catturò il suo sguardo: una donna anziana, bloccata sotto una trave crollata, lottava per respirare mentre il fumo si addensava intorno a lei. “Per favore, aiutami!”

Aisha serrò i denti, il cuore in tumulto. Guardò la bambina, poi l’anziana, mentre il fuoco sembrava crescere da ogni lato. Doveva scegliere. Ogni secondo di esitazione peggiorava le cose.

“La bambina,” mormorò tra sé, prendendo una decisione. Sapeva che tecnicamente sarebbe stato più difficile salvarla: il muro poteva crollare da un momento all’altro, ma non poteva lasciare una vita così giovane alla mercé del fuoco.

Corse verso la bambina, afferrandola e proteggendola con il proprio corpo mentre attraversava le fiamme. Il calore era insopportabile, ma Aisha continuò a correre fino a portarla al sicuro. Posò la bambina in un angolo lontano dalle fiamme, accarezzandole il viso. “Sei al sicuro ora. Resta qui.”

Ma non c’era tempo per riposare. Le grida dell’anziana si fecero più deboli. Aisha si voltò e vide che le fiamme intorno a lei stavano crescendo rapidamente. Ogni fibra del suo essere urlava di fermarsi, di preservare se stessa. “La mia vita è importante,” pensò per un istante, il cuore pesante. “Il mondo ha bisogno di me.”

Poi chiuse gli occhi per un secondo, inspirò profondamente e si rispose. “Ma che scintilla sarei se non salvassi questa persona?”

Senza esitare oltre, corse verso l’anziana, il calore che le bruciava la pelle. Con uno sforzo immenso, sollevò la trave e la trascinò fuori dal pericolo, tossendo e barcollando. Quando uscì dalle fiamme, il paesaggio intorno a lei iniziò a dissolversi. La donna e la bambina svanirono con un sorriso tranquillo, e Aisha si ritrovò nel castello, inginocchiata a terra, il corpo tremante e il respiro affannoso.

Adamas corse verso di lei, stringendola forte. “Che cosa hai fatto…” sussurrò, la voce rotta dall’emozione.

“Ciò che dovevo,” rispose Aisha, con un filo di voce.

Eleanor si avvicinò, il volto sereno ma enigmatico. “Aisha hai dimostrato di essere pronta per ciò che ti attende.”

Un Nuovo Capitolo

Aisha era davvero incredibile. Nonostante avesse passato momenti che avrebbero steso chiunque, tornò nella stanza cupa e lugubre di Adamas per finire di leggere "Emphatia 1809". Voleva finirlo a tutti i costi il più presto possibile. Le ore passavano senza che se ne accorgesse, persa nella lettura di un libro che parlava di lei, raccontando tutto. Era incredibile e tutto ciò che c'era scritto era drammaticamente vero.

Scoprì delle cose terribili, come il suo ex capo Cronos che, quando era svenuta in balia dei lupi, aveva detto agli altri agenti di lasciarla lì. Rivide Alya, sua sorella scintilla, che viveva con i vampiri di Salem. Non i vampiri cattivi di Bergderbil, ma quelli buoni di Salem. Capì cosa significava essere una scintilla: quella parte di Brahma che si era scissa in 244.000 anime luminose, rendendole scintille, e lei era una di quelle.

Aveva capito il significato della rosa e, soprattutto, cosa fosse Emphatia e la fiamma che Soleh, la custode, proteggeva. Intuì, che il suo compito era quello di viaggiare con Adamas fino a Emphatia per trasportare la fiamma nel Mondo Cardine. Era molto orgogliosa e contenta, soprattutto perché Adamas stava facendo le cose al meglio e nei tempi giusti.

Quando finì di leggere, Aisha andò a cercare Adamas. La trovò nella sala da ballo, dove le luci soffuse creavano un'atmosfera calda e accogliente. Adamas si girò vedendola entrare, con un sorriso sulle labbra.

"Aisha, hai finito di leggere?" chiese Adamas, avvicinandosi.

"Sì," rispose Aisha, con un misto di emozione e determinazione. "Ci sono così tante cose che ho capito, ma ho bisogno di parlarne con te. Ho tante domande."

"Siediti, allora," disse Adamas, indicando un divano vicino. "Sono qui per rispondere a tutto."

Aisha si sedette, il volto segnato dalla tensione, e iniziò con una domanda diretta: “Adamas, chi è davvero Cronos? E perché ha detto di lasciarmi lì con i lupi?”

Adamas sospirò, prendendosi un momento prima di rispondere. “Cronos è un Demone di primo livello, il capo degli Asura, direttamente al servizio di Shiva. È sempre stato un manipolatore, un maestro nell’usare gli altri per i suoi scopi. Quando ha detto di lasciarti con i lupi, voleva eliminarti, perché temeva il tuo potere. La tua luce, Aisha. Voleva ridurti a una pedina controllabile, ma non ci è mai riuscito. Sei sempre stata troppo forte per lui.”

"E Alya? Perché vive con i vampiri di Salem?" chiese Aisha.

"Alya è una scintilla come te," spiegò Adamas. "I vampiri di Salem, quelli buoni, l'hanno protetta. Sapevano che lei aveva un grande potenziale per combattere contro le forze oscure di Bergderbil."

"E cosa significa veramente essere una scintilla?" chiese Aisha, con gli occhi pieni di curiosità.

"Essere una scintilla significa avere una parte di Brahma dentro di te," disse Adamas. "Sei una delle 244.000 anime luminose che la possiedono. Hai il potere di illuminare le coscienze e guidare le anime perdute verso la luce."

"Emphatia," mormorò Aisha. "Cosa dobbiamo fare lì?"

"Dobbiamo prendere la fiamma custodita da Soleh e portarla nel mondo cardine," spiegò Adamas. "Quella fiamma può illuminare le coscienze delle anime perdute, risvegliarle e farle ritrovare la loro strada."

Aisha annuì, assimilando tutte le informazioni. "E il mio compito è di viaggiare con te fino a Emphatia e portare la fiamma nel Mondo Cardine?"

"Sì, esattamente," rispose Adamas. "Siamo destinate a farlo insieme."

Emphatia

Aisha voleva sapere di più anche se era davvero stanca. Sempre nella sala da ballo fece ancora qualche domanda ad Adamas.

"Adamas, dimmi di più su Emphatia. Com'è davvero quella città sommersa?" chiese Aisha, gli occhi scintillanti di curiosità.

Adamas sorrise, prendendo un respiro profondo prima di rispondere. "Emphatia è una città molto particolare, Aisha. È abitata da anime che hanno raggiunto uno stato di coscienza tale che per noi è ancora inimmaginabile. Nel mondo di oggi, è impossibile arrivare a tanto. Infatti, è da oltre 200 anni che nessuno può entrare a Emphatia."

Aisha annuì, intrigata. "E perché è così? Perché nessuno può entrare?"

"È una città blindata," continuò Adamas. "È ferma a un anno preciso, il 1809, e ogni volta che finisce, ricomincia. Hanno programmato questo proprio per nascondersi ai manipolatori."

"Ma allora, come ha fatto il Sig. Mah a entrarci?" chiese Aisha, incredula.

Adamas spiegò, "È stato grazie a una sua vecchia amica. A loro è stato concesso di entrare con un treno sottomarino speciale, ma non potevano scendere. Ashra, la sua amica, e il Sig. Mah avevano il compito di fotografare Emphatia con il cellulare antico del Sig. Mah, un cellulare talmente vecchio che non ha nemmeno la connessione a Internet, quindi abbastanza sicuro dal controllo dei manipolatori."

Aisha sembrava ancora più interessata. "E cosa hanno fotografato?"

"In quel telefono ci sono dieci foto di Emphatia più la foto della fiamma," rispose Adamas. "Sarebbe di grande aiuto incontrare il Sig. Mah e ottenere quelle foto. Con quelle foto, potremmo tentare un'altra proiezione per aprire le coscienze delle anime luminose più consapevoli e probabilmente agevolare il nostro viaggio verso Emphatia."

Aisha annuì, assorbendo tutte le informazioni. "Capisco. Quindi, incontrare il Sig. Mah è cruciale."

"Esattamente," confermò Adamas. "Ma ora è meglio che tu vada a dormire. Domani sarà una giornata molto faticosa."

Nothing by Korvo Korvo

La mattina arrivò lentamente, e quando Aisha si svegliò, si rese conto che il sole era già alto nel cielo. Era quasi ora di pranzo più che di colazione. Si trovava ancora abbracciata ad Adamas, il suo volto estremamente vicino al suo, e le mani di Adamas, che dormiva ancora profondamente, erano all'interno dell'elastico del suo perizoma. Aisha si sentiva incredibilmente bene in quel momento e decise di non alzarsi, aspettando che Adamas si svegliasse e si accorgesse della loro posizione.

Pochi minuti dopo, Adamas iniziò a stiracchiarsi e aprì lentamente gli occhi. Si rese conto della situazione e arrossì leggermente, ritirando le mani con un sorriso imbarazzato.

"Buongiorno, principessa," disse Aisha con un sorriso malizioso.

Adamas ridacchiò. "Buongiorno a te. Dormito bene?"

"Benissimo. Ma tu sembri aver trovato un posto molto comodo per le tue mani," scherzò Aisha.

Adamas rise e si avvicinò per un bacio rapido. "Non potevo chiedere un risveglio migliore."

Si alzarono e scesero in cucina. Non avevano molta fame, così prepararono solo un caffè. Mentre sorseggiavano, Adamas si fece seria per un momento.

"Aisha, so che probabilmente hai già capito tutto, ma devo comunque spiegarti. L'intera esperienza era pianificata per dieci giorni, ma la tua bravura e la tua tenuta psicofisica hanno fatto sì che tutto si sia concluso in soli tre giorni. Sei stata incredibile."

Aisha annuì. "Sì, l'avevo capito. E ti ringrazio per avermi messo alla prova. Ma sono curiosa, cos'altro c'è in serbo per me?"

Adamas sorrise e tirò fuori un terzo libro, fasciato in un cartone. "C'è un'ultima cosa. Questo è il libro più importante in questo momento. È molto più corto degli altri, e mi piacerebbe che lo leggessimo insieme questo pomeriggio, al fiume."

Aisha lo guardò con curiosità. "Perché è in un cartone?"

Adamas rispose con un sorriso malizioso. "Perché sono certa che quando vedrai la copertina, sverrai. Voglio godermi quel momento sola con te, al fiume."

Aisha scoppiò a ridere. "Non sverrò! Ma ora sono ancora più curiosa!"

Si diressero verso il fiume nel primo pomeriggio, trovando un posto tranquillo sotto un grande albero. Adamas passò il libro ad Aisha, che iniziò a togliere il cartone con mani tremanti per l'eccitazione. Quando finalmente riuscì a liberare il libro, vide la copertina e rimase senza parole.

La copertina mostrava una figura familiare: lei stessa, Aisha, vestita come la super sexy poliziotta del Metaverso di Luce. I suoi occhi si spalancarono e poi scoppiò a ridere.

"Ma è incredibile! Sono io! E... è… stupenda!"

Adamas rise insieme a lei. "Sì, è stupenda perché tu sei stupenda!"

Aisha lo guardò con occhi pieni di affetto. "Grazie, Adamas. Questo significa molto per me."

Si sedettero vicine, e Aisha iniziò a leggere il libro ad alta voce, con Adamas che ascoltava attentamente. La storia era avvincente, piena di avventure e rivelazioni che le riguardavano. Ad ogni pagina che girava, Aisha diventava sempre più consapevole del suo ruolo e della sua forza.

Dopo qualche ora di lettura, si fermarono per fare una pausa. Aisha guardò Adamas e disse, "Non posso credere che tutto questo sia successo. È come un sogno."

Adamas le prese la mano. "Non è un sogno, Aisha. Sei destinata a grandi cose. E io sarò sempre al tuo fianco."

Aisha sorrise, poi la abbracciò stretta. "Allora andiamo a conquistare il mondo, insieme."

Rimasero lì, sedute sotto l'ombra dell'albero vicino al fiume, Aisha e Adamas discussero a lungo del libro. Era davvero importante, raccontava dell'importanza della resistenza di Land's End e di Salem contro i Manipolatori, spiegava delle forze contrapposte di Shiva e Vishnu per il controllo del Mondo Cardine e poi di tutto il metaverso.

"Questo libro è una miniera di informazioni," disse Aisha, sfogliando le pagine. "Spiega tutto sulle figlie di Brahma, le scintille, cioè noi, e la nostra missione. Ma la parte in cui salvo te con la freccia rossa è la mia preferita. È esilarante!"

Adamas sorrise. "Sì, è una parte fantastica. E dimostra quanto sei incredibile."

Aisha rise e continuò a leggere. "Il labirinto... Vorrei tornarci. È lì che ho incontrato la tua amica strega che è mi ha permesso di entrare a far parte della resistenza."

Adamas annuì. "È nei programmi. Ci torneremo, non è nemmeno tanto distante da qui come sai. Sia il labirinto che il Mondo Oscuro si trovano nel quadrante 8."

Aisha era visibilmente eccitata. "Perfetto. Non vedo l'ora di tornarci e scoprire di più."

Dal Diario di Aisha (Parte 10) – Lumenforte, dicembre 2024

Scrivere qui è diventato un modo per mettere ordine nei pensieri, e credimi, ce n’è bisogno. Tanto è successo da quando siamo tornate al castello. Lacrimasilva era ormai un ricordo, un rifugio perduto dopo quell’attacco. I droni di Serak non solo ci hanno costrette a fuggire, ma mi hanno mostrato quanto io fossi vulnerabile. Quanto il Dono fosse ancora lontano dall’essere una forza che potessi controllare.

Tornare al castello sembrava l’unica scelta logica, ma non avrei mai immaginata cosa avremmo trovato qui. Eleanor… è difficile perfino spiegare cosa significa per me. È una presenza, una guida, e allo stesso tempo un enigma. Il modo in cui mi ha parlato, il modo in cui ha guardato Adamas… c’è qualcosa che lega tutto questo, qualcosa che ancora non riesco a vedere chiaramente.

Poi ci sono state le prove. Adamas dice che sono state fatte per aiutarmi, per mettermi alla prova, per farmi crescere. Lo capisco, davvero. Ma non posso fare a meno di pensare che mi abbiano costretto a guardarmi dentro più di quanto fossi pronta a fare. Ogni paura, ogni insicurezza, tutto è emerso, nudo e crudo. Eppure, in qualche modo, eccomi qui.

Il Dono… era sempre più presente. Lo sentivo. Non era più solo un’energia, ma una voce sussurrava, un flusso che mi attraversava e che piano piano iniziai a riconoscere come parte di me. Adamas diceva che stavo facendo progressi, ma a volte mi sembrava che fosse il Dono a guidarmi, non io a guidare lui.

 

E i libri… ho letto da sola Emphatia 1809 e Nothing: The Book, divorandoli durante le prove. Ogni pagina sembrava gridarmi quanto poco so, quanto grande sia il disegno in cui sono coinvolta. Emphatia 1809 mi ha lasciata senza parole: vedere me stessa tra quelle pagine è stato come guardare un riflesso distorto, una verità che ancora non comprendo del tutto.

E il terzo libro, Nothing by Korvo Korvo, lo abbiamo letto insieme al lago. Ricordo ancora Adamas che ascoltava ogni parola, mentre io leggevo ad alta voce sotto l’ombra degli alberi. La copertina poi mi ha lasciata senza fiato: io, con la mia divisa supersexy, davanti al capannone del Punto di Confine nel Quadrante 2, Nothing. È stata un’esperienza surreale, come vedere una versione amplificata di me stessa, come una profezia che in qualche modo dovevo ancora vivere e comprendere.

Tutto si stava muovendo troppo in fretta, eppure, in un modo strano, mi sentivo pronta. Forse non completamente, ma abbastanza per affrontare ciò che sarebbe venuto dopo.

 

Lumenforte, estate 2022 - Le Istruzioni e la Partenza di Eleanor

La cena era pronta, e il profumo dei cibi deliziosi riempiva la sala da pranzo del castello. Adamas e Aisha si sedettero al tavolo, mentre Eleanor, con la sua solita eleganza, prese posto di fronte a loro. Il fuoco nel camino crepitava dolcemente, creando un'atmosfera calda e accogliente.

Eleanor guardò le due ragazze con un sorriso pieno di orgoglio. "Siete state davvero brave, entrambe. Avete superato ogni aspettativa, completando in tre giorni ciò che avevamo pianificato per dieci. Potete prendervi qualche giorno di riposo qui al castello, facendo esattamente ciò che vi piace."

Adamas e Aisha si scambiarono un’occhiata complice, i loro occhi brillavano di gioia e intesa.

Eleanor proseguì, il tono della sua voce era diventando più serio. "Ma dobbiamo anche pensare al futuro. Dopo questi giorni di riposo, dovrete raggiungere il Labirinto, e sarà un momento cruciale per la nostra missione e state attente a Serak. Non è affatto sconfitto. È un demone di rango superiore al servizio di Cronos. Non abbassate mai la guardia."

La cena continuò in un clima di serenità e complicità. Alla fine, Eleanor si alzò. "Devo andare. Ci vedremo a Land's End. Continuate a prendervi cura l'una dell'altra, e non dimenticate mai la nostra missione, ricordate, ogni passo che fate, ogni scelta che prendete, è un tassello di un disegno più grande. Non dubitate mai della vostra forza, perché il mondo intero potrebbe dipendere da essa ."

Adamas e Aisha si alzarono, abbracciandola affettuosamente. "Grazie, Eleanor. Ci vediamo presto."

Eleanor sorrise, una luce calda nei suoi occhi. "State bene, ragazze. A presto."

Dal Diario di Aisha (Parte 11) – Lumenforte, dicembre 2024

I giorni trascorsi al castello di Lumenforte sono stati un dono inaspettato. Dopo la partenza di Eleanor, io e Adamas ci siamo concesse un po' di tempo per noi stesse, per riposare e riflettere su tutto ciò che è accaduto. Era la prima volta da settimane che non ci sentivamo pressate dalla necessità di correre o combattere. Il castello ci ha accolte con il suo silenzio maestoso, con il crepitio costante del fuoco nei camini e il suono ovattato del vento che soffiava oltre le mura.

Adamas sembrava quasi sollevata. Si è immersa nei suoi libri, trascorrendo ore nella sua stanza di scrittura, quella stessa stanza che aveva scelto come suo rifugio personale. Io, invece, mi sono concessa il lusso di esplorare ogni angolo del castello. Ogni stanza raccontava una storia, e in un certo senso, sentivo che anche noi stavamo scrivendo la nostra.

C'è stato un momento speciale che porterò sempre con me: un pomeriggio, mentre passeggiavamo nel giardino innevato, Adamas mi ha guardata e mi ha detto con un sorriso, “Sai, Aisha, questo castello sembra fatto per noi. Ogni angolo sembra risuonare della nostra presenza.” E aveva ragione. Era come se Lumenforte ci stesse osservando, proteggendoci e preparandoci per il futuro.

Quei tre giorni al castello sono stati sereni, ma sapevamo che presto sarebbe arrivato il momento di ripartire. Quando siamo salite sulla Freccia Rossa, il cuore mi batteva forte. Tornare al Labirinto mi ha riportata al giorno in cui tutto è iniziato. Allora, ero stata salvata dai lupi di Hell proprio da quella strega che Adamas aspettava, l’amica che aveva voluto incontrare in quel luogo. Fu lei, la strega, a chiamarmi per la prima volta “Fata dei Colori.” Ricordo ancora come mi guardava, come se vedesse qualcosa in me che io stessa non riuscivo a vedere. Era lei che mi aveva messo in mano un pennello e mi aveva detto: “Tu dipingi già, solo che non lo sai.”

Dipingere non era una novità per me, ma era qualcosa che avevo dimenticato, sepolto sotto il peso di altre priorità. In questi giorni al Labirinto, ho ripreso in mano i pennelli. Ho dipinto Adamas mentre guardava la Freccia Rossa, con il vento che le spettinava i capelli. Ho dipinto il castello di Lumenforte, e poi, verso la fine, ho dipinto noi due, abbracciate. È stato il dipinto più intenso e difficile che abbia mai fatto. Volevo catturare tutto: la forza, la complicità, il nostro legame. E quando Adamas l’ha visto, si è commossa. Non ha detto nulla, ma i suoi occhi brillavano.

Non capivamo perché Eleanor ci avesse mandate al Labirinto, ma alla fine abbiamo convenuto che forse voleva solo isolarci in un posto magico, un luogo protetto dove potevamo trovare noi stesse e consolidare quello che siamo, come individui e come coppia.

Era un buon punto di partenza. Anzi, era il migliore possibile. Ma il mondo fuori dal Labirinto ci stava aspettando, e sapevamo che non potevamo restare lì per sempre. Ricordo molto bene quel pomeriggio in cui sentimmo quel rumore proveniente dalla cucina. Andammo subito a vedere…

Labirinto, estate 2022 - I Giorni al Labirinto

Il loro momento di intimità fu interrotto da un rumore proveniente dalla cucina.

“Cosa sarà mai?” chiese Aisha, alzandosi con un’aria preoccupata ma divertita.

Adamas scrollò le spalle, ma i suoi occhi tradivano una curiosità crescente. “Andiamo a vedere.”

Entrambe si avviarono verso la cucina, i passi leggeri sul pavimento di pietra. Quando aprirono la porta, la scena che si presentarono davanti le lasciò senza parole.

Korvo era seduto sul tavolo della cucina, le gambe incrociate e un sorriso enigmatico sul volto. Sembrava completamente a suo agio, come se appartenesse a quel luogo da sempre.

Cap. 04e - Lumenforte - Il messaggio di Korvo.jpg

“Cosa… tu?” balbettò Aisha, incapace di nascondere il suo stupore.

“Ben trovate, scintille,” disse Korvo, la sua voce profonda che riempiva la stanza. “Pensavate davvero che mi sarei fatto aspettare più del necessario?”

Adamas lo fissò per un momento, poi si lasciò sfuggire un lieve sorriso. “Korvo Korvo… sempre imprevedibile.”

Korvo si alzò lentamente, il suo sguardo che passava da una all’altra. “Ho un messaggio per voi. E fidatevi, è uno di quelli che non potrete dimenticare.”

 

Il Messaggio di Korvo

Korvo, con il suo solito tono enigmatico, aveva lasciato un messaggio chiaro: “Il fuoco di Emphatia non è un simbolo. È reale, ed è l’energia che unisce le scintille dormienti. Senza di esso, il Metaverso e il Mondo Cardine non troveranno mai equilibrio. Aisha, Adamas, il vostro compito è più grande di quanto immaginate. La vostra unione è la chiave per canalizzare quell’energia e proiettarla nel futuro.”

Fece una pausa, i suoi occhi che sembravano vedere oltre il presente, e continuò: “Avete ancora cinque giorni. Usateli con saggezza, perché vi serviranno per consolidare ciò che avete imparato. Dopo quei giorni, dovrete raggiungere Land’s End. Lì troverete Eleanor, che vi guiderà verso il prossimo passo, e incontrerete il Presidente. Lui vi darà le istruzioni necessarie per ciò che verrà dopo.”

Korvo si alzò dal tavolo, il suo sguardo ora più intenso. “Non sottovalutate l’importanza di ciò che vi ho detto. Ogni passo che farete da qui in avanti sarà fondamentale per la missione. Non dubitate mai della vostra forza. Ricordate, siete le scintille che illumineranno il buio.”


Adamas prese queste parole come un punto di partenza per iniziare l’addestramento di Aisha. Ogni giorno, con pazienza e dedizione, le spiegava come visualizzare le immagini nella mente e proiettarle fuori di sé. "La proiezione non è solo vedere. È sentire, è vivere ciò che vuoi mostrare al mondo," le disse un giorno, mentre osservava Aisha concentrarsi sulla forma del castello di Lumenforte.

All'inizio, Aisha trovò difficile liberare la mente dalle distrazioni, ma gradualmente iniziò a proiettare immagini sempre più nitide: la Freccia Rossa, le mura del castello, persino il volto di Eleanor. 

In quei cinque giorni ci furono momenti di pura concentrazione, alternati a risate e piccoli scherzi. Una sera, dopo un allenamento particolarmente lungo, Aisha proiettò un’immagine di loro due sedute insieme al fiume. "Guarda, ce l'ho fatta!" esclamò, mentre Adamas sorrideva, fiera di lei.

Ma Korvo aveva avvertito: "Il fuoco non risponde a chi non è pronto. Dovete imparare ad attingere l'una dall'altra, perché solo insieme potrete affrontare ciò che vi attende." Queste parole risuonavano nella mente di Aisha, spronandola a superare i propri limiti.

L'ultimo giorno al Labirinto fu un misto di soddisfazione e malinconia. Entrambe sapevano che il tempo passato lì era stato fondamentale per la loro crescita, ma il mondo fuori stava chiamando, e la missione non poteva attendere.

Cap. 03a - Il Castello di Barlow - Il Castello di Lumenforte.jpg
Cap. 05a - Il Portale Purgatorio - Aisha.png
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