
Aisha
عائشة
Cap. 6: Land's End

Oltrepassarono il portale, ancora abbracciate. Il mondo intorno a loro cambiò, e la luce calda del sole di Land’s End le accolse. Adamas indossava i suoi soliti jeans e maglietta, con il giubbotto di pelle che sembrava fatto apposta per lei. Aisha, invece, era nella sua divisa da supersexy poliziotta del Metaverso di Luce.
“Land’s End,” mormorò Aisha, lasciando che la familiarità del luogo la avvolgesse. “Non pensavo che saremmo tornate così presto.”
Adamas sorrise, guardandosi intorno. “Sembra passato un secolo, e invece è stato solo un mese.”
Nonostante entrambe avessero una casa a Land’s End, non si erano conosciute lì. Il destino le aveva unite solo più tardi, in circostanze che nessuna avrebbe potuto prevedere. In breve tempo il loro iniziale legame di amicizia si era trasformato in qualcosa di molto più profondo, ma Land’s End era sempre stato un punto fermo per entrambe, una sorta di rifugio.
Mentre si avvicinavano alla strada principale, Aisha si fermò di colpo, gli occhi fissi su una figura che stava accanto alla Freccia Rossa.
“Non dirmelo,” mormorò Aisha, stringendo le mani sui fianchi.
Il Baro, con il suo solito sorriso enigmatico, si avvicinò alla moto e le fece un cenno. “Benvenute, scintille. Vi aspettavo.”
“Immagino che tu abbia qualcosa da dirci,” disse Adamas, incrociando le braccia.
“Oh, non molto,” rispose il Baro, passando una mano sulla Freccia Rossa come se fosse una vecchia amica. “Solo che il portale ha fatto la sua parte, e ora è il mio turno. La vostra moto è qui perché il vostro viaggio non può continuare senza di essa. Ma il portale aveva bisogno che voi camminavate con le vostre forze, senza appigli.”
Aisha sollevò un sopracciglio. “Sapevamo che c’era il tuo zampino. Non potevi semplicemente dircelo?”
Il Baro rise. “Dove sarebbe stato il divertimento? Ma non temete, la Freccia Rossa è intatta. E adesso, Land’s End vi attende. Il vostro cammino è ancora lungo, ma questa è una tappa importante.”
Aisha si avvicinò alla moto, le dita che sfioravano il manubrio lucido. “Grazie, credo,” disse, anche se la sua voce tradiva un filo di ironia.
“Non ringraziate me,” replicò il Baro con un inchino. “Ringraziate il vostro coraggio. Ora andate, scintille. Land’s End ha bisogno di voi.”
Con queste parole, il Baro si allontanò lungo la strada, lasciandole con la moto e un senso di curiosità per ciò che le aspettava. Aisha salì sulla Freccia Rossa, accendendo il motore. “Pronta?” chiese, voltandosi verso Adamas, che salì dietro di lei con un sorriso.
“Sempre.”
Dal Diario di Aisha (Parte 12) – Lumenforte, gennaio 2025
Salimmo sulla Freccia Rossa. Io alla guida, Adamas dietro di me, le sue braccia avvolte intorno alla mia vita. Era uno di quei momenti in cui sentivo il nostro legame crescere, diventare qualcosa di più grande di noi. Non era solo l’amore che provavo per lei, ma la consapevolezza di quanto fossimo interconnesse.
Mentre guidavo verso Land’s End, i pensieri mi riportavano indietro. Il Sentiero Oscuro, il Dark Sanctuary, il Portale Purgatorio: ognuno di quei luoghi ci aveva messe alla prova, ma allo stesso tempo ci aveva rese più forti, più consapevoli di chi eravamo e di ciò che significavamo l’una per l’altra.
Quando arrivammo a Land’s End, ci sembrò di essere tornate a casa, anche se sapevamo che non sarebbe mai più stata la stessa. La Resistenza ci avrebbe contattate presto, ma nei primi giorni non accadde nulla.
Decidemmo di vivere insieme, e la casa di Adamas divenne il nostro rifugio. Erano giorni di quiete apparente, ma il mio cuore non riusciva a trovare pace. Era come se un’ombra ci seguisse, qualcosa che non riuscivo a vedere chiaramente ma che sentivo costantemente vicino.
Il Primo Incontro con Serak
La prima volta che Serak apparve nella mia mente fu una sera, mentre ero seduta accanto a Adamas. Lei stava leggendo, concentrata, e io chiusi gli occhi per un momento. Fu allora che lo sentii.
“Non pensare di essere al sicuro, scintilla,” sussurrò la voce di Serak, gelida e velenosa. Lo vidi, o meglio, vidi la sua presenza oscura come un’ombra informe che si insinuava nella mia mente. Cercai di scacciarlo, ma era come combattere contro il vento.
Non dissi nulla a Adamas quella sera. Non volevo allarmarla, ma sapevo che non sarebbe stata l’ultima volta.
Fu Thamar, la mia amica giornalista, barista e tante altre cose ad informarci che a Land’s End c’era una troupe cinematografica e che a breve sarebbero iniziate le riprese per un film proprio su noi due. Sì, su di me e Adamas.
Le giornate passarono tranquille, e il lavoro sul film iniziò. Carla ed Elena, le attrici scelte per interpretarci, erano entusiaste ma inesperte. Adamas ed io cercammo di aiutarle a immergersi nei ruoli, guidandole nei momenti più complessi.
Carla, che interpretava Adamas, aveva una presenza scenica forte ma delicata. Elena, invece, doveva trovare il coraggio per incarnare la mia determinazione. Era un processo interessante, che ci portò a riflettere su noi stesse e sul legame che ci univa.
Un giorno, durante una pausa, Adamas mi guardò e disse: “Sai, è strano vedere qualcun altro provare a essere te. Mi fa capire quanto sei unica.”
Sorrisi, stringendole la mano. “Anche tu sei unica. Carla può essere brava, ma nessuno sarà mai come te.”
La seconda apparizione di Serak fu più intensa. Ero sola, nella nostra stanza, quando la sua voce mi trafisse come una lama.
“Credi davvero di poter sfuggire al tuo destino, Aisha? Pensi che il tuo amore per Adamas possa proteggerti?”
Le immagini si sovrapposero ai miei pensieri: il Labirinto, il Portale, il volto di Adamas. Cercai di rispondere, ma era come se la mia voce fosse intrappolata. “Non avrai mai il controllo su di me, Serak,” pensai con tutta la forza che avevo.
La sua risata risuonò come un’eco sinistra, ma poi sparì, lasciandomi sola. Questa volta raccontai tutto a Adamas. Lei mi ascoltò attentamente, il suo sguardo era pieno di preoccupazione.
Nei giorni successivi, la routine ci aiutò a ritrovare un equilibrio. Le riprese del film proseguirono, e Carla ed Elena continuarono a migliorare. Adamas ed io trovammo conforto nell’aiutarle, scoprendo quanto il nostro legame fosse fonte di ispirazione anche per loro.
Il nostro lavoro con le attrici non era solo tecnico. Carla ed Elena non stavano solo imparando a interpretarci; stavano imparando chi eravamo davvero. Durante una prova, Elena disse: “Non è solo il vostro coraggio a ispirarmi, ma il modo in cui vi guardate. È come se nulla al mondo potesse separarvi.”
Quelle parole mi toccarono profondamente. Era vero, ed era ciò che mi dava la forza di andare avanti.
Le giornate trascorsero così, in un equilibrio precario tra normalità e attesa. Sapevamo che qualcuno ci avrebbe contattate, ma non sapevamo quando. Una sera, mentre stavamo cenando, il campanello suonò.
Adamas ed io ci scambiammo uno sguardo. “Chi potrebbe essere a quest’ora?” chiesi, alzandomi per aprire la porta.
Quando la aprii, trovai Eleanor. Il suo sguardo era serio, ma nei suoi occhi c’era molta preoccupazione.
Land’s End, autunno 2022 – La Resistenza
La porta si aprì, e dall'altra parte c'era Eleanor. Il suo sguardo era preoccupato, e nonostante fosse contenta di rivedere le amiche, l'ansia era palpabile sul suo volto. Entrò e si sedette in cucina con loro.
"Domani sera nei sottofondi dello Scorsetto Nero, il presidente ha indetto una riunione," iniziò Eleanor con voce grave. "Il momento è gravissimo. Il Mondo Cardine, ha raggiunto livelli dai quali si potrebbe non poter più tornare indietro. Il secondo cavaliere, Guerra, ha innescato il suo seme. Il mondo cardine è una polveriera. Il terzo cavaliere ha lasciato il punto di confine, Carestia sta entrando e Korvo ha visto il quarto arrivare. Non c'è più tempo da perdere."
Aisha e Adamas si scambiarono uno sguardo serio, comprendendo l'urgenza della situazione. Eleanor continuò: "Alla riunione di domani ci sarà tutta la Resistenza, e tutti sanno che ci sarete anche voi. Si parlerà dell'importanza di raggiungere Emphatia. Tutte le anime luminose, tutte le scintille, tutta la Resistenza ha bisogno di voi."
Eleanor fissò intensamente Adamas, i suoi occhi brillavano di determinazione. Adamas era considerata una vera eroina, una leggenda per quello che aveva fatto. Anche Aisha era molto rispettata, ma Adamas aveva un'aura di leggenda intorno a sé.
"La riunione sarà a mezzanotte!" disse Eleanor con enfasi. Poi, fissando Adamas, aggiunse, come a sottolineare la fondamentale importanza della sua presenza: "Principessa Diamante!"
Adamas annuì, il peso della responsabilità evidente nei suoi occhi. "Ci saremo, Eleanor."
Eleanor sorrise, sollevata dalla determinazione delle sue amiche. "Grazie. So che possiamo contare su di voi."
Dopo che Eleanor se ne andò, Aisha e Adamas rimasero sedute in cucina, riflettendo sulle parole dell'amica. L'atmosfera era densa di tensione, ma anche di determinazione.
Il giorno seguente, si svegliarono con la consapevolezza dell'importanza della giornata. Uscirono per una breve passeggiata, cercando di rilassarsi e di trovare un po' di pace prima della tempesta.
Adamas propose di visitare il mercato locale per comprare alcune provviste. Camminarono tra le bancarelle, salutando i venditori e facendo qualche acquisto. La giornata era tranquilla, ma l'ombra della riunione imminente incombeva su di loro.
Il Terzo Attacco di Serak
Al tramonto, tornarono a casa e prepararono una cena leggera. Si sedettero a tavola con una bottiglia di vino, cercando di godersi quei momenti di calma. Parlarono dei vecchi tempi, delle sfide che avevano affrontato insieme e di quanto erano cresciute.
Era una serata solo per loro due. Aisha sorrise, guardò Adamas con uno sguardo amorevole ma anche provocante. Si alzò, dando un ultimo sorso al vino, e si sfilò i jeans, lasciandoli scivolare con una grazia quasi studiata, considerando quanto fossero attillati. Poi, senza togliere lo sguardo da Adamas, si tolse anche la maglietta.
Quella fu l’ultima cosa che Aisha ricordò di quella sera.
Dal Diario di Aisha (Parte 13) – Lumenforte, gennaio 2025
Adamas mi ha raccontato quello che è successo dopo. Le sue parole sono ancora nella mia mente mentre scrivo queste righe.
Mi aveva detto che avevo perso i sensi all’improvviso, come se una forza invisibile mi avesse strappata via da me stessa. I miei occhi si erano riaperti, ma non erano più miei. Erano freddi, senza luce, pieni di un male che Adamas riconobbe immediatamente.
“Non è più Aisha quella che hai davanti, Adamas,” disse Serak, usando la mia voce come un’arma, trasformandola in un sinistro miscuglio tra la mia e la sua.
Adamas era rimasta pietrificata per un istante, poi il suo istinto aveva preso il sopravvento. Mi aveva raccontato di aver provato a parlarmi, cercando di raggiungere qualcosa di me attraverso il vuoto che aveva preso il controllo. Ma Serak rideva di lei, le sue parole erano come frecce avvelenate.
“Il gioco è finito,” aveva detto, con un sorriso crudele che so di non aver mai avuto. “La Resistenza sarà distrutta, e tu non puoi farci nulla.”
Adamas non aveva ceduto. Aveva guardato dentro di sé, richiamando il potere che avevamo scoperto insieme, quello che lei chiamava “la luce che non si spegne mai.” Mi aveva detto che in quel momento aveva pensato solo a me, a noi, al legame che ci univa.
Aveva posato le mani su di me, ignorando le parole di scherno di Serak. Mi aveva raccontato che un bagliore intenso era scaturito dalle sue mani, un’energia che aveva circondato il mio corpo, come un fuoco che bruciava tutto ciò che era oscuro e falso.
“Non lascerò che ti tenga prigioniera,” aveva sussurrato, concentrandosi con tutta se stessa.
La lotta era stata feroce, un tira e molla tra luce e oscurità, tra il legame che avevamo costruito e l’odio di Serak. Alla fine, con un ultimo grido straziante, il demone era stato scacciato dal mio corpo, lasciandomi cadere a terra, priva di sensi.
Quando mi sono svegliata, il primo volto che ho visto è stato quello di Adamas. Mi teneva tra le braccia, gli occhi pieni di lacrime e il viso segnato dalla fatica.
“Grazie,” le ho detto con un filo di voce. Sapevo che mi avrebbe salvata. Non c’era mai stato alcun dubbio.
Lei mi aveva sorriso, accarezzandomi il viso con una dolcezza infinita. “Non ti lascerò mai, Aisha. Mai.”
Mentre scrivo queste parole, il ricordo di ciò che mi ha raccontato mi lascia con un misto di gratitudine e paura. Serak era stato scacciato, ma sapevo che non era finita. Non era mai veramente finita.
Land’s End, autunno 2022 – La Riunione allo Scorsetto Nero
La mattina successiva, Aisha e Adamas si svegliarono con una nuova determinazione. Avevano una giornata libera davanti a loro, ma sapevano che il tempo era prezioso. Sedute in cucina, parlarono a lungo di tutto ciò che era accaduto, dal portale all'incidente con Serak la sera precedente.
Passarono la giornata uscendo a fare una passeggiata per la città, godendosi la compagnia reciproca e discutendo dei piani per il futuro. Quando tornarono a casa, si prepararono per la riunione, consapevoli della gravità della situazione ma anche della loro forza e del loro amore.
A mezzanotte precisa, Aisha e Adamas arrivarono allo Scorsetto Nero. Il locale era affollato come al solito, ma questa sera l'atmosfera era carica di tensione e aspettative. Fu Thamar, la loro amica giornalista e cameriera dello Scorsetto, a avvicinarsi a loro con discrezione, conducendole verso i sottofondi del locale, dove si sarebbe tenuta la riunione.
Attraversarono una botola nascosta e si trovarono di fronte a una scala ripida che sembrava scendere all'infinito. Con passi decisi, scesero fino a raggiungere uno scantinato. Davanti a loro c'era un muro apparentemente solido, ma Thamar sapeva cosa cercare. Con un tocco leggero e sicuro, trovò e aprì una porta invisibile.
Entrando per prima, Thamar annunciò con voce chiara e sicura: "Sono qua, Aisha e Adamas, la Principessa Diamante." Thamar si scostò, permettendo a entrambe di entrare insieme nella sala. Un religioso silenzio calò immediatamente tra i presenti, che erano lì già da almeno mezz'ora.
L'ammirazione per Aisha era palpabile. Era rispettata per la sua determinazione e per il coraggio dimostrato nel combattere i demoni di Bergderbil. Ma Adamas, la Principessa Diamante, era una leggenda vivente. Aveva mostrato le immagini di Emphatia al mondo, un'impresa che nessuno era mai riuscito a compiere. Adamas era adorata, un simbolo di speranza e forza.
Aisha osservava con orgoglio come la sua amata fosse venerata. Il suo cuore era colmo di una gioia indescrivibile, un orgoglio puro. Amava Adamas più di se stessa, e sapere che la sua compagna era anche una guida per la Resistenza la riempiva di una felicità immensa. Aisha riuscì a trattenere le lacrime di gioia, mentre Adamas, imperturbabile, si sedette accanto a lei, mostrandosi consapevole della sua forza e importanza, ma mai fuori luogo nell'orgoglio.
Il Discorso del Presidente
Il Presidente si alzò e prese la parola, rompendo il silenzio reverenziale. "Compagni, siamo qui stasera in un momento cruciale. Il mondo cardine è sull'orlo del collasso. Il secondo cavaliere, Guerra, ha innescato il suo seme. Il terzo cavaliere, Carestia, è entrato nel mondo cardine, e Korvo ha visto l'arrivo del quarto cavaliere. Non c'è più tempo da perdere."
Mentre il presidente parlava, Aisha sentiva un turbine di emozioni dentro di sé. Ammirava la calma fredda di Adamas, il modo in cui affrontava tutto con una forza inarrestabile e una consapevolezza del proprio potere. Ma ciò che la colpiva di più era l'umiltà di Adamas, la sua capacità di sedere tra i compagni della Resistenza come una di loro, senza mai lasciar trasparire l'orgoglio per ciò che era.
Adamas ascoltava attentamente, il volto sereno e impassibile, ma i suoi occhi tradivano la determinazione e la forza interiore. Era pronta a fare tutto il necessario per salvare il mondo cardine e guidare la Resistenza. La sua presenza era un faro di speranza per tutti i presenti.
Il presidente continuò: "Domani notte, nei sottofondi dello Scorsetto, discuteremo l'importanza del fuoco di Emphatia e del ruolo fondamentale che giocherà. Abbiamo bisogno di tutte le anime luminose, di tutte le scintille, di tutta la Resistenza. E soprattutto, abbiamo bisogno di voi, Aisha e Adamas."
Un silenzio di attesa calò nella stanza, e tutti gli occhi si fissarono sulle due donne. Adamas si alzò, la sua figura maestosa e forte. "Siamo pronte," disse con voce ferma. "Combatteremo per Emphatia e per tutto ciò che è giusto. Non lasceremo che il mondo cardine cada nelle mani del male."
La stanza esplose in un applauso di approvazione e speranza. Aisha guardò Adamas, il cuore gonfio di orgoglio e amore.
Il Presidente continuò a parlare, seduto su una sedia assolutamente normale, ma posizionato in modo da dominare la stanza con la sua presenza autorevole. Davanti a lui, i compagni della Resistenza ascoltavano in silenzio, pronti a intervenire se necessario. Chiunque avesse voluto prendere la parola si sarebbe alzato, avvicinandosi al Presidente per esporre le proprie idee, perplessità o qualunque altra cosa, per poi tornare tra gli altri e lasciare il posto al successivo oratore.
Ora, però, era il momento del Presidente di aprire una delle più importanti riunioni clandestine di Land's End, l'ultimo baluardo delle anime luminose, delle scintille. Egli proseguì: “È con immenso orgoglio e profonda gratitudine che, a nome di tutta la comunità di Land's End, porgo il nostro più caloroso benvenuto ad Aisha e Adamas.”
Fece una pausa, lasciando che il silenzio carico di rispetto accompagnasse le sue parole, poi si rivolse direttamente ad Adamas.
“La situazione è grave. Le due massonerie, un tempo in guerra, sembrano ora aver trovato un accordo. Un accordo che mira alla distruzione del Mondo Cardine. La loro bramosia non si è mai placata. Vogliono ciò che abbiamo di più prezioso: la nostra anima. Vogliono strapparla via, perché dentro di essa sperano di trovare ciò che li ossessiona da sempre: la scintilla. La scintilla immortale, capace di creare, la scintilla di Brahma.”
Il Presidente si fermò, il suo sguardo si fece più cupo. “Shiva e Vishnu, in apparenza avversari, stanno in realtà dividendo i territori per consolidare i loro poteri. Non c’è amore, né clemenza in nessuno di loro. Hanno oscurato le anime luminose, rendendole inconsapevoli della scintilla che arde dentro di loro. Due anni fa, con te Adamas, eravamo andati vicini alla svolta. L’anno scorso, ci siamo andati ancora più vicini, ma Kalki ha fallito. Ishtar le ha rubato la rosa, strappandole la scintilla. Ma non possiamo arrenderci.”
La sua voce si alzò, ferma e determinata. “Dobbiamo raggiungere Emphatia, la città sepolta. Solo lì arde la Fiamma di Brahma, custodita da Soleh. Quella fiamma è l’unica speranza per illuminare il Mondo Cardine e tutti i quadranti del metaverso. È la chiave per risvegliare le anime luminose e permettere loro di ricordare la propria vera essenza. Solo allora le Scintille potranno ritrovare il loro posto in Brahma, figlio di Brahman, e ricongiungersi alla loro origine divina.
Si voltò verso Adamas e Aisha, il tono carico di solennità. “Adamas, Principessa Diamante, e Aisha, tua compagna e alleata, siete la nostra speranza. Tutti abbiamo concordato che solo voi potete affrontare questa missione. Vi chiediamo di raggiungere Emphatia, attraversare le anime elette, trovare Soleh, e portare la fiamma qui, a Land's End. Da qui, quella luce potrà risvegliare tutte le anime di tutti i quadranti del metaverso.”
Il Discorso di Adamas
Concluse il discorso, lasciando che le sue parole risuonassero nella sala. Un silenzio carico di emozione seguì, finché Adamas non si alzò. Con il suo portamento fiero e regale, avanzò verso lo spazio riservato a chiunque volesse esprimere il proprio dissenso o aggiungere la propria voce. In piedi, con lo sguardo fermo, iniziò a parlare.
"Compagni della Resistenza," iniziò, la sua voce chiara e ferma, "siamo qui in un momento cruciale della nostra lotta. Le forze del male si stanno unendo contro di noi, ma non dobbiamo cedere alla disperazione. La scintilla di Brahma vive in ognuno di noi, e la nostra missione è risvegliarla e portare la luce in ogni angolo del metaverso. Io e Aisha accettiamo questa missione. Andremo a Emphatia, troveremo Soleh e porteremo la fiamma di speranza a Land's End. Ma non possiamo farlo da sole. Abbiamo bisogno di ognuno di voi. Ognuno di voi è un’ anima luminosa, e tante di voi sono Scintille, una parte del tutto. Insieme, possiamo illuminare il mondo cardine e tutti i quadranti. Insieme, possiamo sconfiggere le tenebre."
Il silenzio nella stanza era assoluto, carico di tensione e speranza. Aisha guardava Adamas con orgoglio. Adamas continuò: "Non sarà facile. Affronteremo pericoli e sfide che metteranno alla prova la nostra forza e la nostra fede. Ma non dobbiamo mai dimenticare chi siamo e cosa rappresentiamo. La Resistenza non è solo una parola, è una promessa. Una promessa di libertà, di amore e di speranza. E io prometto a voi, qui e ora, che combatteremo fino all'ultimo respiro per mantenere viva questa promessa."
Il suo discorso si concluse tra un applauso fragoroso e grida di approvazione. Aisha sentì una lacrima scendere sulla guancia, ma questa volta non la trattenne. Erano pronte. Pronte a combattere, pronte a vincere, pronte a portare la luce di Emphatia in ogni angolo del metaverso.
Dopo il discorso di Adamas, altri dissidenti presero la parola, dichiarandosi tutti concordi sia con lei che con il Presidente. I giudici preferirono restare in silenzio, riservando la loro saggezza per il momento opportuno. I liberi pensatori rifletterono su come realizzare un piano, e fu proprio uno di loro a invitare tutti a pensare a un modo per raggiungere Emphatia e poi esporlo dopo tre giorni in un'altra riunione.
Gli artisti, per bocca di un loro rappresentante, si dissero disponibili al cento per cento a favorire questo progetto. Anche se molti artisti, attratti dal profumo del denaro e di una vita agiata, avevano tradito la resistenza, quelli presenti quella sera erano tutte anime pure, disposte a sacrificarsi per la causa. I cuori sanguinanti, che più di altri avevano la capacità di sentire, misero a disposizione tutta la loro empatia per avvertire pericoli imminenti.
La sala era in fermento, le parole risuonavano nell'aria cariche di determinazione e speranza. Ma nessuno si rese conto che, in fondo alla stanza, oltre l'ultima fila, si trovavano figure oscure. Il Sig. Mah, con Korvo sulla spalla, e l'Orologiaio, il Signore del Tempo, osservavano in silenzio.
La riunione fu aggiornata a tre giorni dopo, e chiunque fosse riuscito a elaborare un'idea su come penetrare la città sepolta di Emphatia avrebbe dovuto presentarla. La città sepolta giaceva in fondo ai mari di Emphatia, un luogo che fino ad allora era stato irraggiungibile.
Quando la riunione finì, Aisha e Adamas uscirono insieme, confondendosi con gli altri compagni della resistenza. Il Sig. Mah le osservò attentamente, ma non fece nulla per fermarle. Insieme a Korvo e all'Orologiaio, uscì all'aperto e le guardò mentre si allontanavano abbracciate, una con il braccio sulla spalla dell'altra e l'altra con il braccio ai fianchi della compagna. Non poté trattenere un sorriso di simpatia; aveva trascorso tanto tempo con entrambe, seppur in momenti diversi, e ora vederle insieme lo considerava una cosa tanto bella quanto miracolosa.
L'ultima volta che aveva visto Aisha era stato all'avamposto, dopo che, grazie a un portale disegnato da lei stessa, erano riusciti a sfuggire a Cronos nella sua cattedrale a Bergderbil. Adamas, invece, l'aveva incontrata ancora prima, in occasione di una riunione o forse una festa nella piccola cattedrale. Il Sig. Mah sorrise nuovamente, stavolta in compagnia dell'Orologiaio e di Korvo, mentre si accomodavano a un tavolino del locale. Thamar, sempre solerte, arrivò subito con le ordinazioni già pronte: un Negroni per l'Orologiaio, un torbato scozzese per il Sig. Mah e dell'assenzio per Korvo.
"Le incontrerò domani," disse il Sig. Mah all'Orologiaio, sorseggiando il suo whisky. "Ho da raccontare a loro un bel po' di cose. Devo fare in modo che la loro missione non finisca come è stato per Kalki. Le devo mettere in guardia da Ishtar, il demone scintilla."
Korvo, con gli occhi brillanti di curiosità, intervenne. "Pensi che siano pronte per ciò che le aspetta?"
Il Sig. Mah annuì lentamente. "Devono esserlo. Sono le uniche in grado di portare a termine questa missione. Ma Ishtar è subdola, ed è in agguato. Non possiamo permettere che accada di nuovo."
L'Orologiaio, con uno sguardo pensieroso, aggiunse: "Il tempo è un nemico insidioso. Ogni secondo conta. Dobbiamo prepararci al meglio."
Mentre parlavano, Aisha e Adamas si allontanavano lungo le strade di Land's End le parole del Presidente risuonavano ancora nelle loro menti, ma la consapevolezza della missione imminente non le spaventava.
Il cielo notturno di Land's End sembrava più scuro che mai, ma le stelle brillavano con una nuova luce di speranza. Aisha e Adamas, consapevoli del pericolo e del peso della loro missione, camminavano fianco a fianco, pronte a sfidare qualsiasi avversità per salvare il mondo cardine e tutti i quadranti del metaverso.
Intanto, al tavolino del locale, il Sig. Mah, l'Orologiaio e Korvo brindavano alla speranza e alla determinazione di due delle anime più pure che avessero mai conosciuto. Il Sig. Mah fissò il suo bicchiere, riflettendo sulle parole che avrebbe dovuto dire il giorno successivo. Le loro vite, il loro destino, tutto era in bilico, ma con il giusto avvertimento e preparazione, sapeva che Aisha e Adamas avrebbero avuto una possibilità di successo.
Il Ritorno a Casa
Aisha e Adamas giunsero a casa di Adamas, ma ormai potevano tranquillamente considerarla la loro casa. Strane sensazioni invasero i pensieri di Aisha. Guardava Adamas e pensava all'assemblea, a come era considerata una leggenda vivente. E lei... lei si divertiva a tirarle su il gonnellino… era fiera, molto fiera della sua compagna Adamas, e si sentiva orgogliosa dentro.
La mattina dopo si svegliarono entrambe che era già quasi ora di pranzo, ed era comprensibile: una riunione durata ore iniziata a mezzanotte e poi... e poi una di quelle nottate che si ricordano tutta la vita.
Finalmente si alzarono, rinunciando alla colazione e al pranzo. "Solo un caffè, doppio per ora," disse Adamas, mentre si dirigevano verso la cucina. Sedute al tavolo, Aisha sentiva qualcosa di diverso, qualcosa di molto bello nel suo rapporto con Adamas. Era una sensazione che non riusciva a definire completamente, ma che le scaldava il cuore.
Adamas sembrò percepire i suoi pensieri non espressi e, con la sua solita tranquillità, spiegò: "È più bello perché con la nostra unione ti sento molto di più. Sento il dolore ma anche il piacere.
Poi il discorso tornò sulla facilità con cui Serak si era impossessato del corpo di Aisha. "È preoccupante," disse Aisha, "perché se fossi stata sola, mi avrebbe fatto fare quello che voleva."
L’Incontro Rivelatore con l’Orologiaio ed il Sig. Mah
Verso sera, all'ora dell'aperitivo, decisero di andare allo Scorsetto Nero. Non sapevano ancora che ai tavoli del locale c'era un tavolo con quattro sedie. Due erano occupate rispettivamente dal Sig. Mah e dall'Orologiaio, e le altre due erano libere, fatte portare da Thamar proprio per loro.
Adamas indossò un abito semplice ma elegante, mentre Aisha optò per qualcosa di più casual ma ugualmente affascinante.
Arrivate allo Scorsetto Nero, si sentirono subito a casa. Thamar le accolse con un sorriso complice. "Qualcuno ha tenuto due posti per voi," disse, indicando le due sedie libere accanto al Sig. Mah e all'Orologiaio.
Adamas e Aisha si scambiarono uno sguardo complice e si avvicinarono al tavolo. "Buonasera," disse Adamas, prendendo posto accanto al Sig. Mah.
"Buonasera a voi," rispose l'Orologiaio, alzando il suo bicchiere in segno di saluto. "Abbiamo molte cose di cui parlare."
Aisha sorrise, prendendo il bicchiere di vodka che Thamar aveva già preparato per lei. "Siamo pronte a tutto," disse, guardando Adamas con affetto. "Sempre."
La serata prometteva di essere lunga e intensa.
Quella apparente formalità nei saluti era solo una finzione. Il primo che si rivelò fu il Sig. Mah, che abbracciò fortissimo Adamas, essendo la più vicina. Il piacere era enorme per entrambe. Anche l'Orologiaio era felice, e si abbracciarono tutti, trascorrendo una buona mezz'ora a parlare delle loro cose, dei loro incontri. Piano piano, però, il discorso arrivò quasi naturalmente alle cose che doveva.
Il Sig. Mah raccontò delle sue avventure con Kalki nel Portale Purgatorio, quando ancora non sapeva di essere Kalki, ma solo la ragazza dal costumino nero, o la ragazza senza nome. Aisha e Adamas, prendendo la palla al balzo, raccontarono della loro esperienza al Portale Purgatorio. Il Sig. Mah trovava magnifico che queste sue importantissime e carissime amiche ora stessero insieme. Ne era felice, era una cosa quasi incredibile.
Poi parlarono del demone Ishtar e di come aveva strappato la scintilla a Kalki. Kalki era fortissima, Adamas lo sapeva bene, l'aveva vista, le aveva consegnato la rosa e la divinità che era in Kalki era tangibile, evidente. Perfino Adamas doveva riconoscere la forza di Kalki, eppure Ishtar la distrusse in meno di un minuto. Era stato un dramma per tutti, lo strappo della scintilla era stato avvertito da tutte le scintille. Per la resistenza fu un colpo ritenuto mortale.
Ma poi... Ma poi aggiunse il Sig. Mah: "Voi due vi siete incontrate. La speranza è tornata. Ora tocca a voi fare quello che né Kalki né nessun altro è riuscito a fare."
Parlarono a lungo di Kalki e di Ishtar, sollevando domande che l’Orologiaio e il Sig. Mah cercarono di affrontare con risposte frammentate, ma significative.
Aisha, con lo sguardo fisso sull’Orologiaio, interruppe il silenzio. “Chi è esattamente questo demone Ishtar? Voglio dire, cosa sappiamo davvero di lei?”
L’Orologiaio si prese un momento, i suoi occhi fissavano il vuoto, come se cercasse qualcosa nel passato. "Ishtar in realtà non è un demone, è una scintilla proprio come voi. Ha il fuoco di Brahma dentro di sé, ha la capacità di distruggere ma anche quella di creare, proprio come voi. Ma non tutte le scintille si sviluppano sempre per il bene, anche Kalki non è sempre stata tanto luminosa, era stata strappata dall'inferno ma poi è cambiata. Quello che potete fare è cambiare Ishtar, perché non la potrete mai distruggere. La sua anima, nel caso della fine della sua vita corporale, rinascerebbe subito. Lei ha uno scopo: rubare tutte le rose delle scintille perché nella rosa c'è scritto tutto, ci sono tutti i 244.000 nomi, e se tu avrai tutte le rose è come se avessi il controllo di Brahma. "Lei ne ha già almeno duecentomila, compresa quella di Kalki. Potrebbe avere anche la tua, Aisha, ma so che non ha quella di Adamas."
Adamas prese la parola con calma, ma con una nota di determinazione nella voce. “La mia Rosa è ancora dove l’ho lasciata quel giorno… su quella vecchia barca marrone. Lo sappiamo tutti.”
Il Sig. Mah annuì, intrecciando le mani sul tavolo. “E quella barca continua a girovagare nel Quadrante 2, senza meta, proprio vicino al Punto di Confine.”
Adamas abbassò lo sguardo per un momento, come se il peso di quella rivelazione fosse più grande di quanto volesse ammettere. “Era lì che stavo andando con Aisha, prima che tutto accadesse,” disse, con un filo di voce.
“E ora sappiamo anche chi si trova lì,” aggiunse l’Orologiaio con tono grave. “Kalki. E presto ci sarà il passaggio del quarto cavaliere. Nulla di tutto questo è un caso.”
La tensione nell’aria era palpabile. Aisha si mosse a disagio, incrociando le braccia. “Quindi, non stiamo solo parlando di recuperare una rosa. Stiamo parlando di entrare nel cuore di Nothing.”
Il Sig. Mah sorrise appena, un’espressione enigmatica sul volto. “Esattamente, Aisha. E non sarà facile.”
Il Sig. Mah proseguì, con un’espressione grave: “Non accettate uno scontro diretto con Ishtar. Lei tiene sotto scacco persino Cronos e Zadkiel. Per fortuna, sono loro a possedere la sua rosa, e lei non ne è a conoscenza. Se lo scoprisse, se la riprenderebbe in un attimo, e allora la situazione sarebbe fuori controllo.” Se la rosa di Ishtar si dovesse ricongiungere con la sua scintilla, Ishtar conoscerebbe immediatamente tutti i nomi delle scintille e le scoprirebbe in un attimo. Ishtar è forse l'entità più forte di tutti i metaversi, è conosciuta come 'La Cacciatrice' e non ha mai fallito una missione. Kalki con lei, come vi ho detto, è durata meno di un minuto, e tu, Adamas, conoscevi la forza di Kalki. Ma ricordate bene, non è un demone, è una scintilla e pertanto non può morire."
Aisha rifletté per un momento, il suo volto serio. "Quindi, dobbiamo trovare un modo per fermarla senza distruggerla," disse. "Ma come? Se non possiamo ucciderla, dobbiamo cambiare il suo cuore, farla tornare luminosa."
Adamas annuì. "Sì, ma sarà un'impresa titanica. Dobbiamo capire cosa l'ha resa così oscura, cosa l'ha spinta a diventare 'La Cacciatrice'. Solo allora potremo sperare di riportarla alla luce."
Il Sig. Mah intervenne, con tono riflessivo: “Forse dovreste cercare risposte nel passato di Ishtar. Le scintille hanno sempre una storia, un momento che le ha definite. Se riuscite a scoprire il suo passato, potreste trovare una chiave per raggiungere il suo cuore.”
L’Orologiaio annuì, aggiungendo: “Concentratevi su Ishtar. La sua rosa è al sicuro, e dobbiamo fare in modo che continui a restare fuori dalla sua portata. Non possiamo permettere che sospetti nulla.”
Aisha e Adamas si scambiarono uno sguardo carico di determinazione. “Siamo pronte,” disse Adamas. “Faremo ciò che è necessario per proteggere le scintille e riportare la luce. Ishtar non ci fermerà.”
Il Sig. Mah sorrise, un’espressione piena di orgoglio e speranza. “Sapevo che potevo contare su di voi. La speranza è viva grazie a voi due.”
Quando Aisha e Adamas si allontanarono Il Sig. Mah e l’Orologiaio le seguirono con lo sguardo, i loro volti erano sereni, ma segnati da una consapevolezza che non osavano esprimere.
“Ce la faranno,” disse infine l’Orologiaio, con un tono che tradiva una leggera esitazione.
“Devono farcela,” rispose il Sig. Mah, con un filo di voce. Poi aggiunse, quasi per sé stesso: “La strada che hanno davanti non sarà facile… ma se qualcuno può affrontarla, sono loro.”
Non dissero altro, ma rimasero lì, osservandole finché non sparirono alla vista, portando con sé il peso di un destino che pochi avrebbero potuto sopportare.
Il Demone Nascosto
Aisha e Adamas si svegliarono con la consapevolezza di avere un'intera giornata da dedicare a ciò che desideravano. Dopo una colazione leggera e un doppio caffè, decisero di recarsi all'Emphatia Spore di Land's End, la libreria-biblioteca rinomata per la sua vasta collezione di libri, compresi quelli ancora da scrivere. Era un paradiso letterario, con tantissimi piani pieni di scaffali e angoli accoglienti per la lettura.
All'Emphatia Spore, Aisha e Adamas si aggirarono tra le file di libri, affascinate dall'immensa varietà di testi disponibili. Cercarono informazioni su Ishtar, sperando di trovare qualche dettaglio utile per la loro missione. Dopo qualche ora di ricerca, trovarono un vecchio manoscritto intitolato "La Cacciatrice delle Rose: Il Mito di Ishtar".
Il manoscritto raccontava la storia di Ishtar, una scintilla con il fuoco di Brahma dentro di sé. Descriveva come Ishtar avesse la capacità di distruggere e creare, e come il suo obiettivo fosse rubare tutte le rose delle scintille. La rosa, si leggeva, conteneva tutti i duecentoquarantaquattromila nomi delle scintille, e chiunque possedesse tutte le rose avrebbe avuto il controllo di Brahma. Il manoscritto menzionava anche che Ishtar era conosciuta come "La Cacciatrice" e non aveva mai fallito una missione. Nonostante la sua forza, il manoscritto suggeriva che Ishtar poteva essere redenta, ma mai distrutta, poiché la sua anima sarebbe rinata immediatamente in caso di morte corporale.
Uscendo dalla libreria, Aisha e Adamas si imbatterono in Elena nella strada principale. Elena era entusiasta e raccontò loro che quel giorno iniziavano le riprese per il film che stava girando con Carla. Chiese loro se avessero tempo per assistere, e Aisha e Adamas, avendo la giornata libera, accettarono volentieri.
Arrivarono sul set e furono accolte da Carla, che stava discutendo una scena con il regista. Elena le condusse in una zona dove potevano vedere le riprese senza intralciare il lavoro della troupe. Le scene che seguirono mostrarono Elena e Carla in un intenso dialogo emotivo, il quale culminava in una scena di riconciliazione dopo anni di incomprensioni.
Elena era impeccabile nella sua interpretazione, e Carla non era da meno. La chimica tra le due attrici era evidente e rendeva la scena straordinariamente coinvolgente. Tuttavia, durante una pausa, qualcosa di strano accadde. Elena, che stava rivedendo il copione, improvvisamente si sentì male e si accasciò a terra.
Aisha e Adamas corsero immediatamente verso di lei, seguite da Carla e dalla troupe. Elena sembrava priva di sensi, e il panico cominciò a diffondersi tra i presenti. Adamas si inginocchiò accanto a Elena e le controllò il polso. "Sta respirando," disse con sollievo. "Ma dobbiamo portarla in un luogo più tranquillo."
Aisha e Adamas, con l'aiuto di Carla, portarono Elena in un'area meno affollata del set. Dopo qualche minuto, Elena aprì gli occhi lentamente. "Cosa è successo?" chiese con voce debole.
"Non lo sappiamo," rispose Carla, preoccupata. "Ti sei sentita male all'improvviso e sei svenuta."
Elena si portò una mano alla testa. "Forse è stato solo lo stress," disse, cercando di rassicurare tutti. Ma Aisha e Adamas scambiarono uno sguardo preoccupato. Sapevano che c'era qualcosa di più, qualcosa di oscuro che aleggiava su di loro.
"Elena," disse Aisha con tono serio, "dobbiamo stare attente. C'è qualcosa in atto, qualcosa di pericoloso. Non è solo lo stress."
Elena annuì lentamente. "Lo so," disse. "Lo sento anch'io.
La giornata proseguì, ma la sensazione di inquietudine non le abbandonò.
E qualcosa di oscuro si stava manifestando lentamente.
La serata allo Scorsetto Nero sembrava scorrere tranquilla come sempre, con le risate e il tintinnio dei bicchieri che riempivano l’aria. Tuttavia, appena Aisha e Adamas entrarono, si accorsero che qualcosa non andava. Sedute in un angolo, Elena e Carla avevano un’espressione preoccupata che contrastava con l’atmosfera vivace del locale.
Le due donne si avvicinarono rapidamente. “Cos’è successo?” chiese Aisha, scrutando i volti delle due amiche.
Elena sospirò. “Thamar è stata trovata svenuta nel magazzino questo pomeriggio. Gustav l’ha trovata, ma lei insiste che non è niente di grave. Dice di stare bene, ma... non so, c’è qualcosa che non mi convince.”
Adamas scambiò un’occhiata seria con Aisha. “Dobbiamo parlarle,” disse.
Elena annuì e si diresse verso il bancone, dove Thamar stava servendo gli ultimi clienti della serata. Dopo un breve scambio di parole, Thamar accettò di prendersi una pausa e si avvicinò al tavolo.
“Ciao, ragazze. Di cosa volete parlare?” chiese Thamar, sedendosi con un sorriso gentile, anche se appariva un po’ stanca.
Adamas la guardò con preoccupazione. “Abbiamo sentito che sei svenuta nel magazzino. Puoi raccontarci cosa è successo?”
Thamar si appoggiò allo schienale della sedia, visibilmente a disagio. “Non c’è molto da dire. Ero nel magazzino a sistemare delle casse, poi ho avuto un improvviso mal di testa. Prima che potessi capire cosa stesse succedendo, tutto è diventato nero. Quando mi sono svegliata, c’era Gustav che mi aiutava a rialzarmi.”
Aisha si sporse in avanti, il suo tono professionale. “Hai notato qualcosa di strano prima di svenire? Rumori insoliti, un odore particolare, o magari una sensazione strana?”
Thamar rifletté per un momento. “No, nulla di tutto questo. È stato tutto così improvviso. Non mi è mai successo niente del genere prima.”
Aisha continuò, con un tono più incisivo. “E dopo? Come ti sei sentita? Hai avuto altri sintomi o magari una sensazione diversa?”
Thamar sembrò esitare. “Beh, ad essere sincera, mi sento… un po’ diversa. Come se qualcosa non fosse del tutto a posto. Ma ho pensato fosse solo lo spavento.”
Adamas intervenne, con uno sguardo penetrante. “Diversa in che senso, Thamar? Devi dirci tutto.”
Thamar abbassò lo sguardo, cercando le parole. “È difficile da spiegare. È come se fossi... distaccata. Come se ci fosse un velo tra me e il resto del mondo. E poi c’è stata quella sensazione di freddo, come se qualcosa mi stesse osservando. Non ci ho fatto caso, ma ora mi sembra... inquietante.”
Adamas e Aisha si scambiarono uno sguardo, consapevoli che quello che Thamar stava descrivendo non era solo il risultato di uno svenimento.
“Non è un caso,” disse Aisha, con il tono fermo di chi aveva già visto situazioni simili. “È uno spirito maligno. Cronos sta cercando un modo per infiltrarsi a Land’s End. Non può entrare direttamente, ma può usare stratagemmi, e sembra che Thamar sia diventata un bersaglio.”
Thamar si irrigidì. “Vuoi dire che… che c’è qualcosa dentro di me?”
Adamas prese la sua mano, stringendola con delicatezza. “Non possiamo esserne sicure, Thamar, ma i segnali sono preoccupanti. Se uno spirito oscuro ha cercato di colpirti, è probabile che stia cercando di infiltrarsi nell’assemblea di domani e riportare ogni informazione a Cronos.”
Elena si coprì la bocca, visibilmente scossa. “Cosa possiamo fare per aiutarla?”
“Per ora,” rispose Adamas, “Thamar deve stare con noi. Non possiamo lasciarla da sola, e dobbiamo monitorarla attentamente.”
Aisha annuì. “E dovremo agire in fretta. Prima della riunione di domani dobbiamo essere sicure che lo spirito non abbia più alcun legame con lei.”
La serata proseguì con lunghe discussioni su come affrontare la situazione. Thamar, pur spaventata, fece del suo meglio per rispondere alle domande di Aisha e Adamas, mentre Carla ed Elena cercavano di sostenerla.
La consapevolezza che uno spirito oscuro potesse essersi infiltrato in Land’s End aggiungeva un ulteriore livello di pericolo alla loro missione. Eppure, la determinazione di Aisha e Adamas rimase incrollabile.
“Troveremo una soluzione,” disse Adamas, con un sorriso rassicurante rivolto a Thamar. “Non permetteremo che Cronos o chiunque altro distrugga ciò che abbiamo costruito qui.”
Thamar riprese a lavorare con la sua solita efficienza, sorridendo e dimostrando la simpatia e la velocità che la rendevano la migliore al bar. Sembrava sapere sempre cosa ogni cliente volesse ancora prima che lo chiedessero, portando le ordinazioni con una precisione impeccabile. Aisha e Adamas, osservando Thamar tornata alla normalità, iniziarono a rilassarsi.
"Thamar sembra stare bene," disse Adamas, sorseggiando il suo drink.
"Sì, davvero," concordò Aisha. "Forse ci siamo preoccupate troppo. Elena è sempre stata un po' fragile, e Thamar... lavora ininterrottamente senza sosta."
Adamas annuì. "Forse stiamo vedendo demoni ovunque."
La serata procedette tranquillamente. Thamar continuava a lavorare con la solita energia, mentre il demone dei servizi speciali inviato da Cronos si nascondeva abilmente, indisturbato e inosservato.
Adamas e Aisha decisero di rientrare a casa. Avevano bevuto qualche cocktail e ora desideravano solo stare sole, lontano dagli occhi curiosi, per godersi la loro intimità. Camminando verso casa, parlarono degli strani eventi recenti.
"È strano, però," rifletté Aisha. "Due nostre amiche svenute a distanza di pochi minuti."
"Vero," concordò Adamas. "Ma se ci fosse stato un demone, lo avremmo percepito."
"Sì, hai ragione," sospirò Aisha. "Forse stiamo solo esagerando."
Entrarono in casa, chiudendo la porta dietro di loro. L'atmosfera cambiò immediatamente. C'era una tensione elettrica nell'aria, un mix di sfida, amore e eccitazione. Aisha e Adamas si guardarono intensamente, con un'aria di sfida.
"Chi inizia prima?" chiese Aisha con un sorriso malizioso.
Adamas non rispose, ma il suo sguardo parlava chiaro. Si avvicinò lentamente, i suoi occhi fissi in quelli di Aisha. La tensione aumentava con ogni passo.
Aisha sentiva il cuore battere più forte. Si avvicinò anche lei, finché le loro labbra non furono a un soffio di distanza. "Non lo so," sussurrò. "Ma chiunque inizi, deve finire ciò che ha cominciato."
Adamas rise piano, una risata profonda e sensuale. Poi, con un movimento rapido, prese Aisha per la vita e la spinse contro il muro, baciandola con passione. Le loro mani iniziarono a esplorare i corpi l'una dell'altra, togliendo i vestiti con urgenza.
I vestiti volavano in tutte le direzioni, lasciando una scia di tessuti sul pavimento. Aisha tirò giù la cerniera del vestito di Adamas, facendolo scivolare via, rivelando la pelle nuda. Adamas, nel frattempo, stava sbottonando la camicia di Aisha, baciandole il collo e le spalle.
"Sei incredibile," sussurrò Adamas tra un bacio e l'altro.
Aisha gemette leggermente, sentendo un'ondata di piacere attraversarla. "Mostrami quanto," rispose, le sue mani tremanti per l'eccitazione.
Adamas la prese in braccio e la portò verso il divano, facendola sdraiare dolcemente. I loro corpi si unirono, muovendosi all'unisono, in un ritmo che conoscevano alla perfezione. I loro gemiti riempirono la stanza, e ogni tocco, ogni bacio, sembrava accendere una nuova scintilla di desiderio.
La notte si trasformò in un vortice di passione. Ogni momento era intenso, ogni tocco carico di emozione. Si amarono con una tale intensità che il mondo esterno scomparve completamente. Solo loro due esistevano, unite in un legame indissolubile.
Quando finalmente, esauste e sfinite, si sdraiarono nel letto, si abbracciarono strettamente. I loro cuori battevano all'unisono, e il respiro lento e profondo segnalava che erano pronte a cedere al sonno.
Si addormentarono così, strette l'una all'altra.
Il terzo giorno arrivò con una leggera nebbia che avvolgeva le strade di Land's End, dando alla città un'aria misteriosa e magica. Era il giorno della riunione più importante, quella che avrebbe definito le loro prossime mosse. Ma fino a mezzanotte, Aisha e Adamas avevano tempo per sé stesse.
Dopo una colazione leggera, decisero di pranzare fuori. Si recarono in un piccolo ristorante a conduzione familiare vicino al centro. Il locale era accogliente, con tovaglie a quadri e l'odore invitante di pane appena sfornato. Sedute a un tavolo vicino alla finestra, ordinarono piatti semplici ma deliziosi: pasta fresca con sugo di pomodoro e basilico per Aisha, una grigliata mista di verdure per Adamas. Il pranzo fu rilassante, accompagnato da un vino bianco leggero.
"Abbiamo bisogno di un po' di tranquillità prima della riunione di stasera," disse Aisha, sollevando il bicchiere. "A cosa brindiamo?"
"Alla nostra forza," rispose Adamas, sollevando il proprio bicchiere per brindare. "E alla nostra unione."
Dopo pranzo, decisero di fare una passeggiata fino allo Stige, l'enorme fiume che segnava il confine tra il metaverso di luce e quello oscuro. La strada per arrivarci passava da Nothing Road 666, la via dove abitava il Sig. Mah.
Mentre camminavano, le case diventavano sempre più sparse, fino a che non si trovarono su un sentiero sterrato che correva lungo il fiume. Lo Stige era imponente, con acque scure e profonde che scorrevano lente e silenziose. La riva era ricoperta di ciottoli e piante selvatiche, creando un paesaggio naturale e incontaminato.
"È strano pensare che questo fiume separi due mondi così diversi," osservò Aisha, guardando l'acqua.
"Sì," rispose Adamas, afferrando la mano di Aisha. "Ma anche se diversi, sono entrambi parte di noi."
Camminarono lungo la riva, parlando del loro passato e del futuro incerto. Ogni tanto, si fermavano a raccogliere qualche pietra particolare o a osservare le onde increspare la superficie del fiume. La passeggiata fu un momento di riflessione e serenità, un modo per prepararsi mentalmente alla serata che le attendeva.
Verso il tardo pomeriggio, tornarono verso il centro della città, passando di nuovo davanti alla casa del Sig. Mah. Sembrava deserta, ma sapevano che lui e gli altri stavano lavorando intensamente per preparare il piano.
Arrivate a casa, si rilassarono un po', facendo una doccia e bevendosi un buon bicchiere di vino. La tensione della riunione si faceva sentire, ma erano determinate a rimanere unite e forti.
Alle 23:45, si prepararono per uscire. Indossarono abiti comodi ma eleganti, pronti per affrontare la riunione. Uscirono di casa e si incamminarono verso lo Scorsetto Nero.
La strada era silenziosa, con solo pochi lampioni a illuminare il percorso. L'aria era fresca e c'era un senso di anticipazione nell'aria. Aisha e Adamas camminavano fianco a fianco.
Arrivarono allo Scorsetto Nero poco prima di mezzanotte. La porta del locale era socchiusa e all'interno si sentiva un mormorio sommesso. Entrarono, pronte ad ascoltare il piano e a contribuire con la loro forza e la loro saggezza.
L'assemblea sarebbe iniziata a breve, e il futuro di Land's End e dei suoi abitanti sarebbe stato deciso quella notte.
L’Assemblea Decisiva di Land’s End allo Scorsetto Nero
La riunione si tenne in un'atmosfera carica di tensione e aspettativa. La sala dello Scorsetto Nero era gremita di persone, almeno cinque volte di più rispetto alla precedente assemblea. Tutti stavano in piedi, ammassati l'uno accanto all'altro, ma nessuno si lamentava. Land's End era una città libera e illuminata, e la libertà si respirava anche in quell'affollamento.
Adamas e Aisha si sentirono sollevate vedendo tra la folla Carla, Elena e Thamar, che le salutò con un sorriso luminoso. Il demone dentro Thamar, inviato da Cronos, era nascosto, pronto a manifestarsi al momento opportuno.
Il presidente prese la parola: "Abbiamo confezionato questa proposta per Adamas e Aisha. La chiamo proposta perché l'ultima parola su quanto proporremo spetta a loro. La proposta è stata stilata con il contributo di tutti i dissidenti e i liberi pensatori di Land's End. Con i più rappresentativi ne abbiamo fatto una sintesi. Questa sintesi sarà esposta adesso, e tutti potete ascoltare ed intervenire ancora."
Mentre il presidente parlava, lo spirito dentro Thamar iniziò a muoversi. Thamar sembrava attentissima a quanto si diceva, ma in realtà era il demone a controllare il suo corpo, rendendola praticamente incosciente.
Il presidente continuò: "Abbiamo pensato che attraversare lo Stige sia troppo pericoloso, troppi demoni e soprattutto per Aisha che è ricercata da tutte le forze di polizia e dai demoni devoti a Cronos. Poi, abbiamo tenuto presente che se Adamas dovesse trovare la sua rosa, l'ago della bilancia penderebbe certamente a nostro favore. Potremmo sapere i nomi di tutte le scintille e illuminarle, senza contare che la rosa potrebbe avere anche un effetto su Ishtar, un effetto che potrebbe cambiarla. Ovviamente sono supposizioni, o speranze, non c'è niente di certo, ma il suggerimento per Aisha ed Adamas è di passare per i sentieri tortuosi di Nothing nel Quadrante 2. L'ultima volta, la barca che contiene la rosa è stata vista e anche usata da Kalki vicino al punto di confine. Proprio al punto di confine, ancora adesso, troverete l'anima luminosa che ospitava la scintilla di Kalki. Certo, non è più una scintilla, ma potrebbe sapere quale anima luminosa la scintilla di Kalki ha scelto, e avere di nuovo Kalki con noi insieme a voi due con la rosa... beh, sarebbe davvero una gran cosa. Il mondo cardine è devastato, ma le scintille esistono ancora, quello che è perduto si può ancora ritrovare o ricostruire. Ricordate sempre che la fiamma di Brahma è dentro di voi. Dovrete vestirvi normalmente, jeans e maglietta entrambe, niente divisa da sexy poliziotta, Aisha. Troppo pericoloso, ti riconoscerebbero subito. Una moto, per entrambe. Usate pure la Freccia Rossa, quella va benissimo. Per arrivare a Nothing dovrete prendere il portale monodimensionale che appare proprio in questa piazza ad una certa ora. A quell'ora, se ci entrate, uscirete dal Poco Corretto del mondo cardine. Da lì, raggiungete il Vecchio Mulino e la Crosa Lunga e Stretta in salita è il portale per entrare nel Quadrante 2, quello di Nothing. A quel punto, potete raggiungere il Punto di Confine. Se ci va bene, lì troverete la rosa di Adamas. Comunque, fermatevi al capannone del Punto di Confine, lì qualcuno dei nostri vi contatterà e vi dirà come proseguire per Emphatia. In ogni caso, abbiamo stilato un protocollo che vi lascio, dove sono scritte tutte le tappe. Che ne pensate?"
Adamas e Aisha si guardarono negli occhi, consapevoli della difficoltà del compito che le attendeva, ma determinate a proseguire. Con un cenno di approvazione, accettarono la proposta. La sala esplose in applausi, grida di gioia e speranza.
Mentre tutti si alzavano per brindare alla speranza rinata, cercarono Thamar per coinvolgerla nei festeggiamenti. Ma Thamar non c'era. Nessuno sapeva dove fosse finita. Il corpo di Thamar, guidato dallo spirito malevolo di Cronos, si era allontanato di nascosto, rubando una moto nera. Nell'euforia del momento, nessuno diede importanza alla sua assenza. Spesso capitava di lasciare il lavoro senza preavviso, c'era sempre qualcuno che ti sostituiva.
La serata proseguì con brindisi, risate e discussioni. Adamas e Aisha, pur mantenendo un occhio vigile sulla situazione, si concessero un po' di svago. Carla ed Elena le raggiunsero, raccontando dettagli divertenti delle riprese del film.
A un certo punto, Elena tirò fuori una vecchia chitarra e iniziò a suonare. La musica riempì la stanza, unendo ancora di più le persone presenti. Il presidente, il sindaco, i giudici e persino il Sig. Mah si unirono ai canti, creando un'atmosfera di speranza e unità.
Ben oltre la mezzanotte, mentre la festa era ancora nel pieno, Adamas e Aisha si presero un momento per riflettere su ciò che le attendeva. "Domani sarà un giorno importante," disse Aisha, stringendo la mano di Adamas.
"Sì," rispose Adamas, guardandola con amore.
Il viaggio sarebbe iniziato il giorno dopo, e il destino di Land's End, del Mondo Cardine e del metaverso intero dipendeva dal loro successo. Con il cuore colmo di speranza e determinazione, si prepararono per la missione che le attendeva, pronte a combattere per la luce e la libertà.
Partenza per Nothing
Il portale monodimensionale sarebbe apparso alle ore 11 di mattina sul piazzale dello Scorsetto Nero, sarebbe rimasto attivo 10 minuti.
Adamas e Aisha si svegliarono intorno alle 9 del mattino, ancora un po' stanche per la serata precedente, ma colme di euforia. Sapevano che stavano per intraprendere il viaggio più importante della loro vita, un viaggio verso la città sepolta di Emphatia, celata dal mare e dalle manipolazioni, sepolta dagli orrori delle guerre.
Prepararono una sola valigia per entrambe: due magliette e due paia di jeans, dato che avevano esattamente la stessa misura. Aisha, con un sorriso malizioso, aprì il cassetto dei perizomi e ne infilò una ventina nella valigia. "Non si sa mai, e tanto occupano poco spazio," disse.
Non presero i libri su Nothing, sapendo che potevano consultarli sul sito dell'Emphatia Spore, ma misero nella valigia il protocollo che indicava tutte le tappe da Land's End a Emphatia passando per Nothing. Prima di uscire, si baciarono dolcemente.
"Ti amo," disse Aisha, guardando Adamas negli occhi.
"Ti amo anch'io," rispose Adamas, con un sorriso.
Uscirono di casa. Erano le 10:45.
Salirono sulla Freccia Rossa e si diressero verso il piazzale dello Scorsetto Nero.
Quando arrivarono, trovarono l'intera città ad attenderle. Tutti erano lì con cartelli e lenzuola con scritte di incoraggiamento. Il presidente si trovava davanti a tutti, con il sindaco e i giudici subito dietro. C'era proprio tutta la città, eccetto Thamar. Nessuno però notò la sua assenza, nemmeno Aisha e Adamas, il che si rivelò un errore gravissimo.
Alle 11 in punto, il portale apparve al centro del piazzale, emanando una luce brillante e vibrante. Aisha mise in moto la Freccia Rossa, il rombo del motore riempì l'aria. Fece due colpi di acceleratore e poi iniziò a fare un giro intorno alla piazza per prendere velocità.
Le Anime di Land’s End intorno a loro applaudirono e gridarono frasi di incoraggiamento: "Buona fortuna!" "Siamo con voi!" "Tornate vittoriose!"
Adamas, aggrappata saldamente alla vita di Aisha, sentì il cuore battere all'impazzata. "Siamo pronte," disse con determinazione, il vento che sferzava i loro volti.
"Pronte come non mai," rispose Aisha, l'adrenalina che pulsava nelle sue vene. "Tieniti forte!"
Con un'ultima accelerazione, la Freccia Rossa si alzò in impennata e attraversò il portale, scomparendo nella luce abbagliante.
Thamar
Thamar, o meglio lo spirito demoniaco che albergava dentro di lei, sfrecciava a tutta velocità sulla moto nera verso lo Stige. L'aria era densa e pesante, segnata dall'aura infernale del metaverso oscuro che si avvicinava sempre di più. La moto ruggiva sotto di lei, lasciando una scia di oscurità mentre si avvicinava al fiume che segnava il confine tra i due mondi.
Arrivata alla riva dello Stige, Thamar fermò la moto e attese. L'atmosfera era lugubre, il fiume nero e stagnante, emettendo un odore di putrefazione e disperazione. Presto, il traghettatore Caronte apparve, il suo mantello scuro e il viso nascosto sotto il cappuccio. La sua barca, un'antica imbarcazione in legno marcio, scivolava silenziosamente sull'acqua mortale.
"Sei pronta per attraversare?" chiese Caronte con una voce cavernosa, gli occhi vuoti che brillavano di una luce spettrale.
Thamar, o meglio il demone dentro di lei, annuì e salì sulla barca. Caronte spinse la barca verso il centro del fiume con il suo lungo remo, e il viaggio attraverso lo Stige cominciò. La sensazione di gelo si fece strada nel corpo di Thamar, come se l'anima stessa fosse tirata verso il nulla.
Al di là dello Stige, una limousine nera volante l'aspettava. Una volta raggiunta l'altra sponda, Thamar scese dalla barca e salì sulla limousine senza dire una parola. La macchina si alzò in volo, lasciando dietro di sé il fiume infernale e dirigendosi verso la cattedrale più lussuosa di Bergderbil, il cuore del metaverso oscuro.
Entrata nell'ufficio di Cronos, il signore oscuro la fissò con uno sguardo gelido e ordinò al demone di lasciare il corpo di Thamar. In un istante, Thamar crollò a terra, priva di sensi. Alcuni frangitori demoniaci entrarono nella stanza, la spogliarono e la misero su un lettino, collegandole dei fili alla testa. Con precisione macabra, le manipolarono la memoria, inserendo ricordi falsi e cancellando quelli veri.
Quando ebbero finito, Thamar non era più la stessa. Ora era la supersexy poliziotta del metaverso oscuro, al servizio di Cronos e dei demoni di Bergderbil. Le misero una divisa identica a quella di Aisha, ma con una connotazione più oscura e malvagia. Programmarono la sua mente, facendole credere di essersi sentita male mentre era in missione per Cronos.
Una volta completato il processo, la deposero a terra appena fuori dall'ufficio di Cronos e se ne andarono, lasciandola sola. La nuova Thamar riprese lentamente i sensi, si alzò e, con una sicurezza glaciale, entrò nell'ufficio di Cronos.
"Mi scuso per il ritardo, mio signore," disse con voce ferma, "mi sono sentita male improvvisamente e mi sono ritrovata a terra svenuta."
"Nessun problema," rispose Cronos con un sorriso sinistro. "L'importante è che ora stai meglio, perché hai missioni importanti da compiere."
Thamar annuì, pronta a servire il suo nuovo padrone con una lealtà incrollabile. Il metaverso oscuro aveva guadagnato una nuova e potente alleata.
Dal Diario di Aisha (Parte 14) – Lumenforte, gennaio 2025
A volte, ripensare a quel periodo mi sembra di guardare un film in bianco e nero, dove ogni scena è piena di ombre che non si riescono a distinguere del tutto. Eppure, era tutto così vivido, così intenso. Land’s End, il portale, Nothing… ogni passo ci avvicinava a qualcosa che non potevamo ancora comprendere del tutto, ma che avremmo scoperto, un pezzo alla volta.
Mi pesa ancora non essermi accorta che Thamar non era con noi. Ero così concentrata su quello che ci attendeva che non ho visto l’ovvio. Forse non avremmo potuto fare nulla per lei in quel momento, ma il fatto che nessuna di noi due abbia notato la sua assenza mi fa sentire come se avessimo fallito. Adamas dice che è umano commettere errori, ma io non riesco a perdonarmelo.
E poi c’era il pensiero di Kalki. Mi sembrava una figura lontana, quasi mitologica, eppure c’era qualcosa di lei che mi attirava, come se una parte di me sapesse già che il nostro incontro sarebbe stato inevitabile. E non era solo curiosità, era qualcosa di più profondo, qualcosa che all’epoca non riuscivo a definire.
La rosa di Adamas era il nostro obiettivo dichiarato, ma io sapevo che in quel viaggio avremmo trovato molto di più. Non solo risposte, ma legami, perdite, lezioni che avrebbero cambiato per sempre il nostro modo di vedere il metaverso. Quella rosa era una chiave, ma le porte che avrebbe aperto erano molto più numerose di quanto immaginassimo allora.
Il Quadrante 2 non era un posto facile. Nulla si nasconde a Nothing, ma nemmeno nulla si mostra per quello che è veramente. Ripensandoci, forse è stato proprio questo a prepararci a ciò che avremmo affrontato dopo. Ogni ombra, ogni passo incerto era una prova, anche se non ce ne rendevamo conto.
Adamas diceva sempre che la fiamma di Brahma era dentro di noi, e allora ci credevo. Ma oggi, scrivendo queste parole, capisco quanto fosse vera quella frase. La luce non è mai solo luce. È fatta di contrasti, di sacrifici, di scelte difficili. È fatta di momenti come quelli che abbiamo vissuto in quei giorni.
Quel viaggio attraverso Nothing è stato il nostro inizio, anche se allora pensavamo di essere già a metà del nostro cammino. Nulla, però, può prepararti a quello che sta per arrivare, nemmeno i ricordi. Ma a volte, ripensandoci, mi rendo conto che il passato è l’unica chiave per capire il futuro.
Quadrante 1: Mondo Cardine, Autunno 2022
Nel mondo cardine era notte, e nel punto corrispondente al quadrante 5, dove si trovava il locale "Lo Scorsetto Nero", una moto rossa di grande cilindrata si materializzò. In sella c'erano due bellissime ragazze: Aisha e Adamas. Il locale, chiamato "Il Poco Corretto", era il gemello oscuro dello Scorsetto, ma a quell'ora era chiuso e deserto. Aisha e Adamas si chiesero se anche lì ci fossero un presidente, un sindaco, dei giudici, ma non avevano il tempo di scoprirlo. Dovevano raggiungere il vecchio mulino.
Per Adamas, il Mondo Cardine, Quadrante 1, era casa. Per Aisha, invece, rappresentava un territorio inesplorato, anche se in molti punti, come questo, i due quadranti risultavano quasi speculari. Scesero con la moto a San Lorenzo, risalirono da Aurelio Saffi e imboccarono la sopraelevata.

Adamas suggerì ad Aisha di rispettare il limite di velocità di 60 km/h, ma Aisha scoppiò a ridere e percorse l'intera sopraelevata in impennata, approfittando delle strade deserte a quell'ora e ignorando completamente le telecamere. Dopotutto, se avessero registrato qualcosa, tutto ciò che avrebbero immortalato sarebbe stata una targa con la scritta ‘AISHA’.
Arrivate nel quartiere sestrese, si avventurarono verso il monte che si ergeva alle sue spalle. Aisha seguì le indicazioni di Adamas, che conosceva bene quella strada, e guidò lentamente fino al vecchio ponte che sovrastava il fiume Cantarena, conducendo al vecchio mulino. Quel luogo era storico e magico, la porta d'ingresso per il viaggio verso Nothing. Tempo prima, Raven e il signor Mah erano passati di lì, seguiti da Kalki, e ora toccava a loro.
Il Viandante

Sul ponte, Korvo e il viandante le osservavano. Il Viandante si accese una delle sue strane sigarette e le vide arrivare. Adamas e Aisha si fermarono per un momento, senza spegnere il motore. Guardarono il Viandante, che sorrise loro e disse: "Da qui cominciano i sogni, ma sempre da qui si possono infrangere. Che il vostro possa essere un buon viaggio, ma il viaggio più importante lo avete già fatto: quello che vi ha condotto alla vostra unione, alla vostra empatia. Nothing ha un senso solo se la si supera, solo se porta verso Emphatia. In voi, già brilla il principio di ciò che Emphatia rappresenta: la luce della connessione e della consapevolezza. Andateci per tutte le anime luminose e le scintille di tutto il metaverso, andateci per riaccendere il fuoco di Emphatia e farlo risplendere di nuovo."
Sorridendo al viandante, Aisha e Adamas ricordarono di aver letto di lui nei tre libri che parlavano di Nothing. Era esattamente come lo avevano immaginato. Mentre il portale si accendeva in un rosso vivo, sembrava riflettere il calore del loro legame. Adamas fissò per un attimo il Viandante, come cercando una risposta che non aveva mai osato formulare. Lui le fece un cenno appena percettibile, quasi un incoraggiamento, prima che il rombo della Freccia Rossa riempisse l'aria. Aisha gridò: 'Per Emphatia!' e la moto si alzò in impennata, come se il suo slancio fosse guidato non solo dall’energia del motore, ma dalla loro stessa determinazione. In un lampo di luce e fuoco, attraversarono il portale, lasciandosi alle spalle il Mondo Cardine e abbracciando l’ignoto di Nothing.