
Aisha
عائشة
Cap. 7: Quadrante 2: Nothing

L'aria cambiò immediatamente, riempiendosi di un'energia strana e vibrante. Aisha e Adamas si guardarono intorno, percependo la misteriosa e cupa atmosfera del nuovo quadrante. Le ombre erano più scure, e una sensazione di attesa pervadeva l'aria. Aisha sentì una stretta al cuore, ma la prese come un segno del grande compito che avevano davanti.
Nothing

Nothing era un territorio aspro e oscuro, un luogo non ancora programmato e lasciato per lunghi tratti deserto e avaro di natura. Aisha e Adamas avanzavano lentamente sulla loro moto, avvolte da una nebbia fitta che rendeva difficile orientarsi. Le ombre si allungavano sinistre, e il silenzio era rotto solo dal ronzio lontano di creature invisibili.
"Questo posto è davvero inquietante," disse Aisha, stringendo il manubrio. "Non riesco a vedere nemmeno un metro davanti a noi."
"Secondo le mappe, dovremmo trovare un giardino abitato da una regina buona che ci aiuterà," rispose Adamas, scrutando l'oscurità. "Ma forse abbiamo sbagliato qualche incrocio."
Decisero di fermare la moto per riposarsi e schiarirsi le idee. Scesero e si sedettero su una roccia spoglia. L'aria era fredda e pungente, e il terreno sotto di loro era duro e inospitale. Improvvisamente, un fruscio tra i cespugli attirò la loro attenzione. Delle figure oscure e deformi emersero dall'ombra, creature mostruose con occhi rossi brillanti e artigli affilati. Si avvicinarono lentamente, emettendo ringhi e sibilanti minacce.
Aisha si alzò di scatto, mettendosi in posizione di difesa. "Non possiamo restare qui, dobbiamo muoverci!" gridò.
Adamas annuì e si preparò a combattere, ma prima che potessero reagire, una luce dorata si accese in lontananza, brillando attraverso la nebbia. Le creature si fermarono, come intimidite da quella luce, e poi si ritirarono rapidamente nell'oscurità.
Aisha e Adamas si scambiarono uno sguardo perplesso ma sollevato, risalirono sulla moto e si diressero verso la luce. Più si avvicinavano, più il paesaggio cambiava. La nebbia si diradò, e la temperatura si fece più mite. Improvvisamente, si ritrovarono in un'area luminosa, con il sole splendente sopra di loro. La temperatura era primaverile ed enormi prati in fiore si estendevano a perdita d'occhio.
"È incredibile," disse Aisha, osservando il cambiamento repentino del paesaggio.
"Guarda là!" esclamò Adamas, indicando una figura in lontananza.
La Regina
In mezzo ai prati fioriti, una donna di straordinaria bellezza le attendeva. Indossava un abito corto e raffinato, dalle delicate sfumature dorate e avorio, che sembrava risplendere sotto i raggi del sole. Una piccola e fine corona adornava i suoi morbidi capelli ondulati, conferendole un'eleganza naturale e regale. Il suo sguardo era gentile e accogliente, e un'aura di pace e serenità la circondava.
"Benvenute," disse la regina con voce melodiosa. "Vi aspettavo. Siete giunte nel mio giardino, un rifugio di luce e speranza in questo mondo oscuro. Sono la Regina di Nothing, e sono qui per aiutarvi nel vostro viaggio."
Aisha e Adamas scesero dalla moto e si avvicinarono alla regina. Il calore del sole e la bellezza del giardino lenirono la loro stanchezza e inquietudine.
"Grazie." disse Adamas con gratitudine.
"Ma ora riposatevi e ristoratevi. Qui siete al sicuro, e preparerò tutto il necessario per il vostro viaggio."
Le due ragazze si rilassarono tra i fiori, sentendo la tensione sciogliersi dai loro corpi. Il giardino della regina era un'oasi di pace, avevano trovato un alleato prezioso e una guida nel loro cammino nel quadrante Nothing.
Il Riposo e i Consigli della Regina
Nel segmento dove la regina operava era sempre giorno, non pioveva mai e il sole splendeva sempre. Aisha e Adamas apparivano esauste, e la regina, cogliendo subito la loro stanchezza, si avvicinò con un sorriso gentile. "Capisco quanto siate provate," disse con voce calda e accogliente. "C'è una piccola casetta nel mio regno, pronta ad accogliervi. Lì troverete tutto ciò di cui avete bisogno, incluso qualcosa da mangiare. Prendetevi il tempo necessario per riposarvi."
"Andate," disse la regina con gentilezza. "Poi parleremo. Non ho molto da dirvi, ma qualche informazione utile sul quadrante Nothing e il punto di confine potrebbe esservi di grande aiuto."
Aisha e Adamas ringraziarono la regina e si diressero verso la piccola dependance.
Una volta dentro la casina, trovarono un ambiente accogliente e caldo. La luce del sole filtrava attraverso le finestre, illuminando un tavolo apparecchiato con frutta fresca, pane appena sfornato, formaggi e caraffe di succo.
Aisha non perse tempo e si sedette subito al tavolo, afferrando una mela. "Finalmente un po' di cibo vero!" esclamò, mordendo con gusto.
Dopo aver soddisfatto la loro fame, si stesero sui letti soffici nella stanza accanto, lasciando che la stanchezza si dissipasse lentamente.
"Dopo tutto quello che abbiamo passato, questo posto sembra un sogno," disse Adamas, guardando il soffitto di legno.
Si addormentarono tenendosi per mano, trovando conforto e forza l'una nell'altra. Dopo alcune ore di sonno ristoratore, si svegliarono sentendosi rigenerate. Uscirono dalla dependance e si avviarono verso la regina.
La regina le attendeva, sorridendo. "Ora che avete riposato e mangiato, siete pronte per ascoltare ciò che dovete sapere. Nothing è un territorio difficile, ma con il vostro legame e la vostra determinazione, sono sicura che riuscirete a superare ogni ostacolo."
La Regina parlò con una voce calma e rassicurante: "La prima cosa che dovete capire e imparare è che a Nothing il tempo non esiste, o meglio, è scandito dalle vostre energie. A volte va veloce, a volte si ferma e non si sa quando riprende. A volte incontra se stesso, per cui potreste trovarvi a vivere una cosa che avete già vissuto."
Aisha e Adamas si guardarono, comprendendo finalmente perché il Signor Mah non ci avesse capito niente. La regina sorrise e disse: "Non preoccupatevi, capirete quando dovrete capire. Nothing è terreno di tutti e di nessuno. Troverete tanti alleati, come l'Orologiaio e il Viandante, che conoscete già."
Vedendo lo sguardo stupito di entrambe alla parola "Orologiaio", la regina si spiegò: "Sì, proprio lui, l'Orologiaio, il signore del tempo. È una delle tre essenze spirituali, insieme al Viandante e a Korvo. Loro sono ovunque e da nessuna parte. L'Orologiaio rappresenta il tempo, che esiste solo se voi lo fate esistere. Il Viandante rappresenta lo spazio, che dipende dall'importanza che voi date alle distanze. Korvo rappresenta voi stesse, il vostro lato oscuro. Loro sono amici perché sono dentro di voi. Se amerete voi stesse, loro vi ameranno. Ma se non volete bene a voi stesse, loro non vi ameranno."
La regina sorrise e proseguì: "Non ci sono solo alleati. Anzi, loro sono la minima parte. Nothing è infestato da spiriti del male e demoni. Dovrete stare molto attente."
Dopo aver ascoltato le parole della regina, Aisha e Adamas si salutarono, ringraziandola per i suoi consigli. Si dissero belle cose, promettendosi di tornare a trovarla. Aisha mise in moto la Freccia Rossa e, questa volta, partirono lentamente, sapendo che dovevano andare ad est.
Il Custode del Bivio
Mentre guidavano attraverso il paesaggio desolato di Nothing, la strada sembrava interminabile. Gli alberi spogli e i cespugli secchi creavano un'atmosfera inquietante, e il silenzio era rotto solo dal rombo del motore della moto. Dopo un po', Aisha rallentò e disse: "Ci stiamo avvicinando al primo bivio. Prepariamoci a consultare le mappe."
Adamas annuì, tenendo gli occhi fissi sulla strada. Arrivarono al primo bivio, dove la strada si biforcava in due direzioni opposte. Proprio nel mezzo del bivio, apparve una figura incappucciata, avvolta in un mantello nero. La figura sembrava emergere dall'ombra stessa, come se fosse parte del paesaggio.
Aisha fermò la moto e le due ragazze scesero, pronte a qualsiasi eventualità. "Chi sei?" chiese Adamas con voce ferma, cercando di non mostrare alcuna paura.
La figura sollevò il cappuccio, rivelando un volto pallido e occhi penetranti. "Sono il Custode del Bivio," disse con voce profonda e misteriosa. "Qui, ogni scelta ha conseguenze. Scegliete con saggezza."
Aisha e Adamas si guardarono, consapevoli dell'importanza del momento. Adamas fece un passo avanti. "Quale direzione dobbiamo prendere per raggiungere il punto di confine?"
Il Custode del Bivio sorrise enigmaticamente. "La strada ad est vi porterà verso nuove sfide. La strada a ovest è più breve, ma infestata da pericoli inimmaginabili. Solo voi potete decidere quale cammino intraprendere."
Aisha sussurrò ad Adamas: "La Regina ha detto di andare ad est."
Con determinazione, Adamas si rivolse al Custode del Bivio. "Scegliamo la strada ad est."
Il Custode annuì lentamente. "Che la vostra scelta vi conduca alla verità e alla luce. Buon viaggio."
La figura svanì nell'ombra, lasciando Aisha e Adamas a fissare la biforcazione. Risalirono sulla moto, e Aisha accese il motore. "Andiamo," disse Adamas, guardando dritto davanti a sé.
La Freccia Rossa si mosse in avanti, lasciando dietro di sé il bivio e il Custode.
Non erano per niente certe che la strada scelta fosse quella giusta. Per quanto ne sapevano, il quadrante Nothing avrebbe anche potuto modificare la sua struttura, rendendo non tanto importante la scelta della strada quanto la convinzione di arrivarci. Purtroppo, nessuna delle due era abbastanza convinta e così guidarono per ore, senza arrivare a nulla. Dopo tre ore di viaggio, si ritrovarono esattamente allo stesso bivio, come se non avessero fatto nemmeno un metro.
Questa volta non apparve nessuno, ma Aisha e Adamas erano veramente stanche. "Com'è possibile?" si chiese Adamas, guardando il bivio con frustrazione.
"Forse la strada traccia una lunga circonferenza e ci riporta allo stesso luogo," suggerì Aisha con un sospiro. "Oppure Nothing ci sta giocando uno dei suoi scherzi."
Il Casolare Abbandonato
Decisero di prendere l'altra strada, promettendosi di fermarsi non appena avessero trovato un luogo adatto per dormire. E, quasi subito, lo trovarono. Era un piccolo casolare evidentemente disabitato, con l'erba alta che cresceva anche nella stradina che portava all'ingresso. Parcheggiarono la Freccia Rossa e si avvicinarono cautamente.
"Non sembra molto accogliente," commentò Adamas, esaminando l'edificio fatiscente.
Aisha sorrise, cercando di mantenere alto il morale. "Beh, almeno non ci sono luci inquietanti o strani rumori. Potrebbe essere peggio."
Adamas annuì, ma non sembrava convinta. Spinsero la porta, che si aprì con un cigolio sinistro. Dentro, il casolare era buio e polveroso, con ragnatele che pendevano dagli angoli. L'unica luce proveniva dalla luna, che filtrava attraverso le finestre rotte.
"Benvenute nella nostra lussuosa suite," disse Aisha, accendendo una torcia per illuminare la stanza. "Spero che abbiate prenotato in anticipo."
Adamas rise, nonostante la tensione. "Se questo è il servizio in camera, preferisco dormire all'aperto."
Proprio in quel momento, sentirono un rumore provenire dall'esterno. Un fruscio tra l'erba alta li fece trasalire. "Forse è solo il vento," disse Adamas, cercando di convincersi.
Aisha uscì con cautela per controllare, lasciando Adamas a guardare l'interno. Dopo un minuto di silenzio, Aisha tornò con un sorriso furbo. "Era solo un coniglio. Ma mi ha guardato come se fosse il padrone di casa."
Adamas scoppiò a ridere. "Bene, almeno non dovremo pagare l'affitto."
Dentro il casolare, trovarono un vecchio divano e alcuni cuscini polverosi. "Non è molto, ma meglio di niente," disse Aisha, buttandosi sul divano.
Adamas si sedette accanto a lei, cercando di rilassarsi. "Sai, a volte penso che tutto questo sia solo un sogno bizzarro. Come se stessimo vagando in un incubo senza fine."
Aisha le mise un braccio intorno alle spalle. "Forse lo è. Ma almeno siamo insieme in questo incubo."
Adamas sorrise e si appoggiò a lei.
Poco dopo, sentirono di nuovo il fruscio, questa volta più vicino. "Forse non era solo un coniglio," disse Adamas, alzandosi di scatto.
Aisha si mise in piedi accanto a lei, brandendo una torcia come se fosse un'arma. "Qualunque cosa sia, siamo pronte."
Dalla penombra emerse una figura, ma non era minacciosa. Era un vecchio uomo con un lungo bastone. "Non abbiate paura," disse con voce gentile. "Sono solo un viandante. Ho visto la vostra moto e ho pensato di venire a vedere chi fosse."
Aisha abbassò la torcia, rilassandosi leggermente. "Scusate se vi abbiamo disturbato."
L'uomo sorrise. "Non preoccupatevi. Questo casolare è disabitato da anni. Ma se avete bisogno di un posto dove riposare, siete le benvenute."
Adamas gli fece un cenno di ringraziamento. "Grazie. Siamo davvero stanche."
Il viandante annuì. "Allora riposate. E domani, forse, potrò aiutarvi a trovare la strada giusta."
Con queste parole, l'uomo si allontanò, lasciandole sole nel casolare. Aisha e Adamas si sdraiarono sul divano, finalmente un po' più tranquille. "Speriamo che domani sia un giorno migliore," disse Adamas, chiudendo gli occhi.
Aisha le strinse la mano. "Sì. Domani sarà sicuramente migliore."
Piccolo Incidente al Fiume della Morte
Quando si svegliarono, l'uomo non c'era, ma aveva lasciato loro qualcosa da mangiare e un bigliettino. Il messaggio era inquietante perché l'uomo sapeva esattamente dove dovevano andare. "Andate sempre avanti dritte, al prossimo bivio girate a sud. Proseguite fino a che non troverete un fiume. È il Fiume della Morte e se lo risalirete arriverete prima o poi al Punto di Confine."
Aisha ed Adamas furono grate del cibo lasciato, ma non si spiegavano come il vecchio sapesse dove erano dirette. "Mi sa che alle stranezze dovremo abituarci," disse Adamas. "Questo quadrante esce davvero dagli schemi della realtà."
Salirono in moto e proseguirono, trovando il bivio senza problemi e seguendo il percorso verso sud. Incredibilmente, tutto sembrava tranquillo. Arrivarono velocemente anche al fiume. Non era un grande fiume, ma era navigabile. Tuttavia, risalire il fiume con la moto non era facile: il percorso era tutto sterrato e molto irregolare. Aisha faticava molto a tenere la moto.
Arrivarono comunque a uno spiazzo dove il fiume formava un piccolo laghetto. Avevano bisogno di lavarsi e levarsi un po' di sudore e fatica. Erano esauste. Parcheggiarono la moto, si spogliarono e si tuffarono in acqua. Non persero la voglia di scherzare e, in acqua, giocarono e ricordarono insieme i bei momenti al lago della casa di Adamas a Lacrimasilva e il fiume del castello a Lumenforte nel Mondo Oscuro. Lì si erano unite in tutti i sensi. Si baciarono sott'acqua, ma a questo punto successe qualcosa.
Adamas riemerse, ma Aisha non la seguì. Dopo qualche istante di panico, Adamas iniziò a cercarla, chiamandola freneticamente. L'acqua scura e melmosa rendeva difficile vedere qualsiasi cosa, ma all'ultimo momento Adamas notò qualcosa di rosso fuoco in fondo al fiume: il perizoma di Aisha.
Con il cuore in gola, Adamas si tuffò in profondità. La melma del fiume rendeva difficile vedere chiaramente, ma il colore rosso del perizoma le guidava. Trovò Aisha incastrata tra delle radici subacquee, immobile. Con uno sforzo disperato, Adamas riuscì a liberarla e riportarla in superficie.
Una volta fuori dall'acqua, Adamas si assicurò che Aisha respirasse. Dopo qualche istante di tensione, Aisha tossì e sputò l'acqua del fiume. "Mi hai trovato, eh?" disse con un debole sorriso.
Adamas la abbracciò forte. "Non farmi mai più uno spavento del genere."
Aisha, riprendendo fiato, rise piano. "Sembra che il fiume della morte abbia cercato di prendersi una delle sue vittime."
Adamas le diede un'occhiataccia divertita. "Non oggi. Ora, però, dobbiamo stare più attente. Non sappiamo cosa altro ci aspetta lungo il cammino."
Aisha annuì, ancora un po' debole ma determinata. "Hai ragione. Ma almeno abbiamo fatto un bel bagno, no?"
Adamas scoppiò a ridere. "Sì, un bagno indimenticabile. E per fortuna che avevi quel perizoma rosso. Ora possiamo chiamarlo il nostro 'salvavita'."
Le due si rivestirono e, dopo essersi assicurate che tutto fosse a posto, ripresero il cammino.
Il Punto di Confine
Non c'era un albergo, non c'era una locanda, non c'era nulla di nulla. Il fiume sembrava non finire mai. Poi improvvisamente apparve: il capannone del punto di confine. Lo riconobbero subito, avendo visto la foto sui libri di Nothing. Avvicinandosi, parcheggiarono la moto e si prepararono ad entrare. Dentro, il capannone era vuoto. Non c'era traccia di Kalki, né dell'anima luminosa che aveva dentro di sé, né di alcun cavaliere dell'apocalisse. Solo uno squarcio sul tetto e alcuni resti di cartoni per pizza.
"Dobbiamo pensare a mangiare qualcosa," disse Aisha, guardandosi intorno con un senso di frustrazione crescente.
Presero la valigia con i loro ricambi e il quaderno-protocollo di viaggio, sistemando al meglio le loro cose dentro il capannone. Non avevano idea di quanto tempo dovessero stare lì, ma c'era comunque una brandina, probabilmente utilizzata da Kalki. Era per una sola persona, ma a nessuna delle due dispiaceva dormire appiccicata all'altra. Lo considerarono un buon segno. Tuttavia, il cibo mancava completamente.
"Non possiamo restare qui senza mangiare," disse Adamas, con un tono preoccupato.
"D'accordo," rispose Aisha. "Andiamo a perlustrare il bosco intorno. Magari troviamo qualche frutto o verdura."
Decisero di uscire e, per maggiore comodità, si tolsero i jeans, tenendo solo le magliette. Tanto non c'era nessuno, e se ci fosse stato qualcuno, se ne sarebbero fregate altamente. Con un sorriso complice, si avviarono nel bosco, le gambe libere e pronte a esplorare.
Il bosco era fitto e avvolto in un silenzio quasi irreale. Ogni tanto si udivano solo i loro passi sul terreno e il fruscio delle foglie. "Chissà se troviamo qualcosa di commestibile," mormorò Adamas, scrutando tra i cespugli.
Aisha, sempre con il suo sorriso furbo, si avvicinò ad un albero carico di bacche scure. "Guarda qua, Adamas. Queste sembrano buone," disse, assaggiandone una con cautela.
Adamas si avvicinò e assaggiò anche lei. "Non male. Meglio di niente," concordò. "Raccogliamone quante più possiamo."
Le due iniziarono a riempire le tasche delle loro magliette con le bacche, ridendo e scherzando tra di loro. "Se non altro, questo posto ha qualcosa di buono," disse Aisha, sgranocchiando una bacca e lanciandone un'altra ad Adamas, che la prese al volo.
Camminarono ancora un po', cercando altri frutti o verdure. "Spero che questa non sia la nostra unica risorsa," disse Adamas, guardandosi intorno. "Dovremo tornare qui più volte, se non troviamo altro."
"Beh, potremmo sempre improvvisare un picnic ogni volta," rispose Aisha con una risata. "Sarebbe un modo divertente di passare il tempo."
Alla fine, trovarono un piccolo albero di mele selvatiche. "Ecco, questo è meglio," disse Adamas, raccogliendo una mela e mordendola con soddisfazione. "Queste ci daranno un po' più di energia."
"Perfetto," concordò Aisha. "Raccogliamone quante possiamo e torniamo al capannone. Possiamo almeno fare un pasto decente."
Con le magliette e le mani piene di frutta, tornarono al capannone. Una volta dentro, si sedettero sulla brandina, dividendo il bottino. "Non è molto, ma è un inizio," disse Adamas, addentando una mela.
Con il problema del cibo finalmente risolto, Aisha e Adamas si sentivano sazie e contente. Avevano raggiunto la prima meta e ora dovevano solo aspettare che qualcuno le contattasse. Sedute sulla brandina, Adamas si fece seria. "Aisha, cosa ti è successo al fiume? Perché sei finita in fondo all'acqua?"
Aisha tentò di ricordare al meglio. "È stato tutto così rapido... Ricordo di essermi immersa nell'acqua e poi qualcosa mi ha afferrata. Era come una forza oscura che mi tirava giù. Ho cercato di liberarmi, ma più lottavo, più sentivo che mi stavo perdendo. Poi, tutto è diventato buio."
Adamas la guardò con preoccupazione. "Dobbiamo stare attente, Aisha. Questo quadrante è pieno di pericoli nascosti. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia."
La Prima Mattina al Punto di Confine
La mattina si svegliarono, con Adamas sotto e Aisha sopra, la mano destra di Aisha sul seno di Adamas e l'altra infilata proprio nella parte posteriore dell'elastico del suo perizoma. Adamas si svegliò qualche istante prima, sorridendo con affetto mentre osservava Aisha in quella posizione. Apprezzava molto quella vicinanza, sentendo il calore e la delicatezza dei movimenti di Aisha.
Quando anche Aisha si svegliò, si accorse della posizione in cui si trovavano e sorrise maliziosamente. "Buongiorno," sussurrò, stringendosi ancora di più ad Adamas.
"Buongiorno a te," rispose Adamas, ridacchiando. "Sembra che ti piaccia molto svegliarti così."
"Non mi lamento affatto," disse Aisha, con un tono scherzoso, mentre si stiracchiava lentamente. "Ma mi sa che è ora di alzarci."
Non c'era niente per colazione, e non c'era nulla da curiosare nel capannone. Decisero di uscire insieme e si sedettero appoggiate al capannone. Aisha indossava ancora la maglietta sopra il suo perizoma bianco, mentre Adamas aveva addosso solo il perizoma.
Passarono la mattinata a parlare, rievocando ricordi e condividendo sogni per il futuro. Le loro conversazioni, piene di domande e risposte sincere, erano intervallate da battute e risate, come sempre.
Adamas, guardando il cielo azzurro sopra di loro, si sentì per un momento completamente in pace.
La Chiaroveggente
L'urlo della chiaroveggente riecheggiò nell'aria, agghiacciante e penetrante, tanto che sembrava provenire da ogni direzione. Aisha e Adamas si bloccarono, i corpi irrigiditi dal terrore, mentre il cielo sopra di loro si spaccava in due, rivelando immagini del mondo cardine in rovina. La sofferenza e il dolore dell'umanità si materializzavano nel punto di confine, come se tutte le forze convergessero lì.
Aisha si aggrappò ad Adamas, cercando conforto e protezione. Sentiva il cuore battere forte contro il petto di Adamas, sincronizzandosi con il proprio. Quando l'urlo finalmente cessò, il cielo tornò alla normalità, e un silenzio inquietante calò sul luogo.
Si sedettero fianco a fianco, ancora scosse, mentre cercavano di riprendersi. "Abbiamo letto dell'urlo della chiaroveggente," sussurrò Aisha, rompendo il silenzio. "Ma non pensavo fosse così... devastante."
Adamas annuì, ancora con lo sguardo fisso sul cielo. "Sì, sapevamo che sarebbe stato intenso, ma questo è oltre ogni immaginazione. È come se avessimo sentito il dolore di tutto il mondo."
Restarono sedute per un po', cercando di raccogliere i pensieri. Infine, Aisha si voltò verso Adamas, gli occhi colmi di determinazione. "Le mappe indicano dove si trova la chiaroveggente," disse. "Perché nessuno è andato da lei? Né Raven, né il signor Mah, nemmeno Kalki?"
Adamas sospirò, scrutando l'orizzonte. "Forse hanno paura. Forse credono che sia troppo pericoloso. Ma se l'urlo è così potente, immagina quanto potrebbe aiutarci la chiaroveggente. Forse è proprio lì che dobbiamo andare."
Discussero a lungo, valutando i pro e i contro. Aisha era impaziente di partire, convinta che avrebbero trovato risposte importanti dalla chiaroveggente. Adamas, più cauta, era preoccupata per i pericoli che avrebbero potuto incontrare.
"Non è affatto distante," disse Aisha, cercando di convincere Adamas. "Possiamo andarci a piedi. Saremo prudenti, ci muoveremo con cautela. Ma dobbiamo andare. Non possiamo ignorare un segnale così forte."
Adamas rifletté per un momento, poi annuì lentamente. "Hai ragione," disse infine. "Non possiamo restare qui a sperare che qualcuno ci dia delle risposte. Dobbiamo cercarle noi stesse. Andremo dalla chiaroveggente."
Si alzarono, preparandosi per il viaggio. Aisha riempì uno zaino con il poco cibo rimasto e qualche altro rifornimento di emergenza. Adamas controllò la mappa, tracciando mentalmente il percorso che avrebbero seguito.
"Pronta?" chiese Adamas, guardando Aisha con determinazione.
"Sempre," rispose Aisha con un sorriso.
Si avviarono verso il luogo indicato sulle mappe, con il cuore pieno di speranza e un pizzico di paura.
Arrivarono nel luogo indicato dalle mappe, ma davanti ai loro occhi si aprì una vista desolante: solo alberi e vecchi ruderi. Sembrava quasi un cimitero abbandonato da tempo, con due o tre case in rovina e una struttura che una volta poteva essere stata una chiesa. Un silenzio inquietante avvolgeva l'area, interrotto solo dal fruscio delle foglie mosse dal vento.
"Non c'è niente qui," mormorò Aisha, delusa. "Forse nessuno è mai riuscito a trovarla."
Adamas osservò attentamente i dintorni, cercando di capire. "Forse non l'hanno trovata perché la chiaroveggente si nasconde volutamente. Il suo potere è troppo grande, potrebbe essere una minaccia per i manipolatori."
Aisha annuì, riflettendo. "Ha senso. Se qualcuno sapesse dove si trova, i frangitori lo leggerebbero nella mente e lei sarebbe scoperta. Forse abbiamo messo in pericolo sia noi stesse che lei venendo qui."
Il Somnium
Sentendosi in colpa, decisero di tornare al punto di confine. Tuttavia, un campo di fiori particolari catturò la loro attenzione. Erano di un giallo e rosso vivace, e non avevano mai visto fiori così strani prima.
"Guarda questi fiori," disse Aisha, avvicinandosi. "Sono davvero insoliti."
Adamas si chinò per osservarli da vicino. "Sembrano quasi... magici."
Aisha si avvicinò ancora di più e annusò un fiore. "Il profumo è incredibile," disse, inspirando profondamente. "È forte e inebriante. Prova anche tu."
Adamas fece come le era stato chiesto, annusando il fiore. "Hai ragione, è davvero... potente."
Improvvisamente, Aisha vacillò e cadde a terra, come se una forza invisibile l'avesse travolta. "Aisha!" gridò Adamas, cercando di raggiungerla, ma prima che potesse muoversi, sentì anche lei un senso di vertigine. Il mondo intorno a lei si sfocò, dissolvendosi in un’oscurità profonda.
Non erano i loro corpi a viaggiare, ma qualcosa di più profondo: le loro essenze. Si trovarono in un luogo sconosciuto, sotterraneo, circondato da mura di pietra grezza e pervaso da un'atmosfera opprimente. La luce era fioca, emanata da torce fissate alle pareti. Sembrava una sorta di catacomba, un regno separato dalla realtà fisica.
"Dove siamo?" chiese Aisha, cercando di orientarsi.
"Non ne ho idea," rispose Adamas, osservando l'ambiente circostante. "Ma non siamo sole."
Il Rifugio della Chiaroveggente
Davanti a loro, una figura emerse dall'ombra. La chiaroveggente li osservava con occhi profondi e penetranti. Indossava un mantello scuro che sembrava fondersi con l'oscurità delle catacombe, e il suo volto era segnato dalla saggezza e dal dolore dei secoli.
Aisha e Adamas si avvicinarono lentamente, sentendo un misto di timore e reverenza. Non sapevano cosa aspettarsi, ma sapevano che davanti a loro si trovava una delle entità più potenti di Nothing. La Chiaroveggente le osservava, silenziosa, il suo sguardo scrutava nel profondo delle loro anime. Restarono immobili, aspettando che fosse lei a rompere il silenzio.
La figura davanti a loro emanava un'aura di potere e saggezza. La chiaroveggente osservò le due giovani donne con un leggero sorriso sulle labbra, i suoi occhi sembravano scrutare nei recessi più profondi delle loro anime.
"Mi dispiace per il metodo poco ortodosso con cui vi ho portate qui," iniziò la chiaroveggente con una voce dolce ma ferma. "Ma non posso rischiare che i manipolatori scoprano la mia posizione."
Aisha ed Adamas ascoltarono attentamente, sentendo un misto di curiosità e rispetto. La chiaroveggente continuò: "Io seguo il flusso del tempo e osservo i percorsi che si intrecciano nel destino," disse la chiaroveggente, la sua voce grave e solenne. "Posso proiettare i futuri possibili, quelli che si delineano se le cose continuano così come sono ora. Ma ricordate," aggiunse, il suo sguardo fermo su di loro, "il futuro non è scritto. Ogni scelta, ogni azione, può cambiarlo."
Aisha annuì lentamente, colpita dal peso di quelle parole. Adamas, con uno sguardo intenso, fece un passo avanti. "Quindi puoi vedere il futuro del Mondo Cardine?"
La chiaroveggente sorrise appena, con un’ombra di tristezza negli occhi. "Non un solo futuro. Posso vedere i futuri possibili di ogni quadrante del Metaverso: i sentieri che si biforcano, le luci che si accendono e le ombre che avanzano."
Con un movimento lento, fece apparire un oggetto tra le sue mani: uno specchio antico, dal telaio ornato di motivi intricati, che sembrava brillare di una luce propria. “Questo è il mio dono per voi,” disse, porgendolo loro. “Attraverso questo specchio, ovunque sarete, potrete vedere ciò che io proietto nei cieli di Nothing. Vi mostrerà il destino del Metaverso e i segni di ciò che deve essere fatto.”
La luce dello specchio si intensificò, avvolgendole entrambe in un calore morbido e rassicurante. Il mondo della chiaroveggente si dissolse lentamente, come un sogno che svanisce all’alba, e si ritrovarono nel luogo da cui erano partite, il peso del viaggio ancora vivo nelle loro menti.
Si guardarono intorno, ancora stordite. "È stato solo un sogno?" chiese Aisha, confusa.
"Non lo so," rispose Adamas, ma vicino a loro c'erano due regali: lo specchio e un vaso di fiori di Somnium. "Abbiamo fatto lo stesso sogno."
Aisha prese lo specchio, mentre Adamas raccolse il vaso di fiori.
Nel pomeriggio, Aisha e Adamas tornarono al capannone. Il sole era alto nel cielo, e una leggera brezza estiva rendeva il clima piacevole. Appesero lo specchio al muro, ammirandone i riflessi e le intricate decorazioni, che sembravano catturare e trasformare la luce in modi misteriosi.
Aisha posò con cura i fiori di Somnium su un tavolino, facendo attenzione a non annusarli.
Adamas, osservando i fiori, si fermò a riflettere. “Somnium…” mormorò, fissandoli con uno sguardo intenso. “Forse è stato grazie a questa pianta che abbiamo potuto fare quel viaggio. Penso che possa essere usata per facilitare altri viaggi onirici, per accedere a luoghi o dimensioni che altrimenti sarebbero irraggiungibili.”
Aisha alzò lo sguardo verso di lei, colta dalla stessa intuizione. “Vuoi dire che potrebbe essere una chiave? Come una sorta di portale?”
Adamas annuì lentamente. “Potrebbe esserlo. Non per ora, ma in futuro potrebbe tornarci utile… molto utile.”
Lo specchio rifletté la luce del sole in quel momento, come per sottolineare la loro scoperta, mentre entrambe fissavano il Somnium con una nuova consapevolezza.
Segni di un'Intrusione
Senza indugio, si spogliarono rimanendo come amavano stare, libere e a loro agio. Ma c’era un problema urgente da risolvere: il cibo. Era dalla sera prima che non mangiavano, e sentivano il bisogno di nutrirsi.
"Deve esserci qualcosa di commestibile nel bosco," disse Adamas.
Aisha annuì, "Andiamo a cercare, potremmo fare un picnic all'aperto."
Si inoltrarono nel bosco, esplorando la vegetazione circostante. Dopo un po’ di ricerca, trovarono una varietà di bacche e frutti commestibili. Raccogliendo ciò che potevano, decisero di mangiare fuori, godendosi il cibo e la tranquillità del bosco.
"Tutto questo sembra un sogno," disse Aisha, mentre mordicchiava una bacca.
"Sì, ma è la nostra realtà ora," rispose Adamas con un sorriso.
Dopo aver mangiato a sazietà, iniziarono a tornare al capannone. Da lontano, notarono qualcosa di strano: la porta del capannone era aperta e fuori c’era un vestito da indiana lavato e steso ad asciugare.
"Sembra che abbiamo ospiti," disse Aisha, scambiandosi uno sguardo allarmato con Adamas.