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Nothing

By Korvo Korvo

Cap. 5: Adamas, l'Indomabile

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Il Metaverso dopo Kalki

Durò poco, solo qualche istante. La luce si spense ed il buio segnò il passaggio e la vittoria di Ishtar in tutto il Metaverso. L’oscuramento di Kalki diede nuovo impulso all’incessante azione delle massonerie di Shiva e Vishnu. Non era più solo con le guerre che perseguivano il loro criminale obiettivo, adesso agivano su tutti i fronti, per loro era come un videogioco. Terremoti, inondazioni, maremoti, eventi catastrofici di ogni tipo. Il momento che Ishtar disconnesse la Rosa da Kalki fu avvertito da tutte le Scintille del Metaverso come se qualcosa si fosse scollegato anche da loro. Un po’ più forte lo sentirono le Scintille che avevano trovato il loro nome, le Scintille disattivate. Queste avvertirono come una scossa elettrica che attraversava il loro corpo ovunque si trovassero. Aisha, la Sexy Poliziotta del Metaverso di Luce stava guidando la sua grossa moto quando avvertì la scossa. La scossa era forte e nonostante la sua indiscussa abilità nella guida rischiò di cadere. Durò parecchi secondi, Aisha dovette fermarsi e scendere dalla moto. Alya si trovava nella sua città adottiva di Salem assieme a Barlow. Erano seduti attorno ad un tavolino in un locale quando avvertì la scossa. In quel momento si alzò di scatto e con gli occhi sgranati smise di vedere ciò che aveva davanti. Al suo posto vide una spiaggia, un albero e lì sotto una figura scura di pelle chinata con le mani appoggiate alle tempie di un’altra ragazza che si trovava a terra seminuda. Sembrava morta o svenuta. Per un attimo vide se stessa in quella ragazza. Se stessa ma in un’altra dimensione. Poi tutto finì e tornò alla normalità. DaniyyÄ“l avvertì la scossa mentre camminava nella zona storica e dovette appoggiarsi per non cadere, la stessa cosa accadde a Sylva, lei stava lavorando a una nuova canzone, aveva la chitarra in mano. Non stava suonando quando la scossa arrivò, stava pensando quale titolo potesse dare alla sua nuova creazione. Anche lei come Alya sbarrò gli occhi ed ebbe una visione, la sua visione era una rosa illuminata. Intitolò la sua canzone ‘La Rosa’. Tutte le duecentoquarantaquattro mila Scintille avvertirono qualcosa, chi più chi meno ma tutte compresero che qualcosa di importante era successo e che non era qualcosa di buono.

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Io, Korvo, lo Psicopompo, sto volando verso il secondo quadrante del Metaverso, voglio vedere se qualcosa di Kalki è restato dopo il passaggio di Ishtar. Sono partito dallo Scorsetto Nero di Land’s End lasciando lì il Sig. Mah che ormai non aveva più motivo di raggiungere Nothing. L’immenso alone nero lasciato dal passaggio del Demone Ishtar incombeva in ogni angolo dei due quadranti. Era come una cappa nera che faticava a dissolversi. Raggiunsi la spiaggia dove per l’ultima volta Kalki aveva provato l’ebrezza dell’assenzio. “Ancora una volta” aveva detto. Certo non intendeva che fosse l’ultima volta in quel senso, ma ci azzeccò. Era davvero stata l’ultima volta. Scesi proprio a ridosso dell’albero dove Kalki aveva bevuto l’assenzio. Nella sabbia della spiaggia si vedevano ancora le impronte lasciate dal corpo di Kalki, si vedeva chiaramente che il suo corpo era stato trascinato verso il mare. Dove l’impronta era più marcata stava il suo borsino ancora fumante ma non del tutto bruciato. Lì vicino il bottiglino vuoto dell’assenzio, ciò che restava del libro nero di Nothing e il Maplet anch’esso bruciato. Vidi qualcosa spuntare sotto al Maplet. Era il blocchetto che le aveva regalato l’Orologiaio per scrivere il suo diario. Quello era integro, tutti gli appunti si erano conservati in quel Blocchetto. Beh, qualcosa era rimasto, erano appunti importanti, raccontavano del suo viaggio onirico a Wahnfried e tutte le cose che la sua conoscenza aveva acquisito. Lo raccolsi e lo misi in salvo. Non c’era altro, naturalmente neanche la Rosa che certamente non avrebbe potuto bruciare ma che altrettanto certamente ora si trovava nell’inferno di Ishtar. Chissà se la Scintilla di Kalki si era già reincarnata in qualche corpo del Mondo Cardine o se vagava senza apparente scopo in qualche quadrante del Metaverso.

Era comunque tutto molto triste, le speranze riposte su Kalki erano davvero tante e la delusione provata era davvero difficile da quantificare. Ma ora non bisognava arrendersi, bisognava subito trovare altre soluzioni, altre strade, forse una riunione sarebbe stata utile in questo momento per fare il punto della situazione e cercare di capire cosa si sarebbe potuto fare.

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Le voci provenienti dal Mare

Come si può osservare facilmente dalla mappa l’abitazione dell’Orologiaio nel Quadrante Nothing non era lontana. Feci per andare da lui quando lo vidi girato di spalle che osservava il mare. Sembrava quasi che stesse cercando di ascoltarlo. Mi avvicinai a lui e senza dire niente cercai di ascoltare anche io.

“Lo senti?” disse l’Orologiaio. “Lo senti cosa dice il mare?” ripetè. Io cercai di ascoltare. Non erano parole che le onde portavano con loro, erano immagini. “Kalki” proseguì l’Orologiaio “si è reincarnata, esiste nel Mondo Cardine. Cerca di comunicare qualcosa. Sono reminiscenze di ricordi, il programma ‘Reset’ come al solito non ha funzionato alla perfezione e di conseguenza qualcosa è rimasto nella Scintilla di Kalki e Lei cerca di comunicarlo con delle immagini. Disegna quello che vede nei suoi ricordi perduti ma purtroppo lo vede con gli occhi di una bambina e lo può disegnare solo come una bambina lo vede”. L’Orologiaio prese il suo cellulare e mi mostrò un disegno.

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Il disegno raffigurava una spiaggia, una barca, un oggetto che poteva essere un ombrellone ma a forma triangolare, una figura in piedi sulla spiaggia e una sdraiata vicino ad essa. Era abbastanza facile interpretare il disegno: le due figure erano Ishtar e Kalki, quello che poteva sembrare un ombrellone era in realtà un simbolo massonico rappresentato dal triangolo. La cosa che però era difficile da comprendere era la presenza di quella barca. Noi sapevamo chi era la bambina che aveva fatto quel disegno ma ovviamente non ci era possibile comunicare con lei per farle delle domande. Il momento sarebbe giunto solo quando la sua consapevolezza l’avrebbe guidata sulla strada per Nothing e questo sarebbe successo solo molti anni dopo, se sarebbe successo. Dovevamo accontentarci del suo disegno, nella speranza che ne facesse altri ed essere capaci di interpretarli. 

 

La Barca

Riflettemmo sulla barca, quale significato poteva avere? Di sicuro non c’era una barca quando Ishtar strappò la rosa a Kalki, cosa voleva dire il disegno della piccola Scintilla. Sulla barca c’era qualcosa, sembrava una figura umana ma poteva anche essere solo un simbolo metaforico, qualcosa che la bambina non poteva disegnare. La barca sembrava allontanarsi dalla riva ma solo dopo aver raccolto qualcosa.

 

Nothing: The Book, pagina 202

“Ma c'era anche un'altra cosa, che prima non c'era, o non si vedeva, una barca. Una piccola barca di legno marrone”.

 

Connessioni – Quadrante 8, Il Labirinto

Le connessioni tra le Scintille sono qualcosa di miracoloso, di inspiegabile che le porta a fare o a pensare le stesse cose anche a distanza. Questo anche se non si conoscono. E così successe il miracolo. La Strega Pittrice continuava a trascorrere il suo tempo al Labirinto. Si trovava bene lì anche se in realtà non aveva motivi particolari per restarci. Riempiva le sue giornate con letture e passeggiate… e a pensare. Pensare cosa era quell’immensa luce gialla che vedeva ogni sera nel suo orizzonte ad esempio. Oppure cosa ci facevano tutte quelle tele, quei colori, quei pennelli nell’abitazione della sua amica Principessa. Lei mica dipingeva, o almeno non più. Ma qualche giorno prima, un giorno apparentemente come tutti gli altri decise di tirare fuori dalla cassapanca tutti quegli oggetti che servivano per disegnare.

Prese una tela, pennelli e colori e andò nel giardino delle mimose. Arrivò. Arrivò come un fulmine la connessione con la Piccola Scintilla. Non lo decise Lei. Lei, la Strega doveva solo lasciarsi guidare, permettere a quella forza di entrare dentro di lei, agevolarne l’intenzione. Mise la tela sul cavalletto, prese pennello e colori e iniziò a disegnare. Il disegno non era solare come il disegno della Bambina Scintilla, anzi, era decisamente oscuro ma rappresentava la stessa cosa con qualche dettaglio in più. Qualche dettaglio che la Strega conosceva bene, perché il programma reset usato da Cronos su di lei non aveva nemmeno in questo caso funzionato alla perfezione. E allora la Strega estrasse dai suoi ricordi perduti ciò che mancava nella barca disegnata dalla Scintilla Bambina. In quella barca, che attraversava un fiume e non il mare, stava una teca e all’interno della teca, una rosa. La Strega disegnò tutto questo come in stato di trance, quasi una scrittura automatica, un disegno automatico, un disegno che raffigurava chiaramente una barca che trasportava una rosa non illuminata. Non ancora illuminata. Noi sappiamo che se la rosa si dovesse illuminare vorrebbe dire che in quel momento una Scintilla da qualche parte ha ritrovato il suo nome. Quello vero, quello dato nella terra originaria di Wahnfried da Brahma.

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Bergderbil, periferia, lussuosa Villetta

Non ce la faceva, non ce la faceva proprio. La Principessa Diamante aveva tutto in quella lussuosa villetta situata nella periferia di Bergderbil. Era servita e riverita dai servi dei Manipolatori. Loro volevano che lei stesse bene. La Principessa era usata dai Manipolatori per dimostrare che la Resistenza aveva perso la sua Principessa, dimostrare che la Principessa si era convertita ai loro sacri principi, al loro mondo Transumano. E la Principessa glielo lasciò credere. Anche perché non poteva fare altro, non poteva nemmeno abbandonare la villetta se non accompagnata da due o tre guardie del corpo. O carcerieri, dipende dai punti di vista. Ma quando la Rosa abbandonò Kalki e tutte le Scintille avvertirono la scossa, anche la Principessa avvertì qualcosa. Naturalmente per lei fu diverso rispetto a tutte le altre scintille. Già, perché lei era speciale, Lei era una Principessa, era la Principessa Diamante. E allora ricordò.

 

Nothing: The Book, pagina 209 (Pt 1)

“Un lampo illuminò all'orizzonte le acque salate di Bergderbil, e pochi istanti dopo ci fu un tuono, iniziò a piovere, le immagini che si vedevano erano molto nitide, il Sig. Mah si alzò guardando sempre l'imboccatura del ponte, sapeva che prima o poi li avrebbe visti arrivare, loro stavano li, nascosti, in attesa della Principessa. Ma non fu così, fu molto peggio.

 

Il Risveglio della Principessa Diamante

La Principessa si trovava nella sua piscina privata all’interno delle mura della villetta. Anche per la Principessa sembrava solo un giorno come un altro. Noiosamente lussuoso. Ma era sola, era sempre sola e allora aveva tanto tempo per pensare. A lei piaceva molto nuotare e in particolar modo le piaceva nuotare sott’acqua. Certamente preferiva il mare alla piscina ma per ovvie ragioni doveva accontentarsi. In fondo chi è che si poteva permettere una piscina privata all’interno della proprio abitazione. E non una semplice piscina rettangolare come noi potremmo immaginare, no, una piscina magica, che circumnavigava tutta la villetta e che mutava sempre. Cambiava forma e fisionomia e la fauna che la abitava era estremamente vasta e variegata. Stava nuotando sott’acqua quando successe. La Rosa si staccò da Kalki e la scossa arrivò. Per Lei fu molto più forte. La Principessa smise immediatamente ogni movimento volontario. Il Buio arrivò. Il suo corpo scivolava inerte verso il fondo della piscina mentre la sua anima ritrovava la luce. E allora viaggiò, viaggiò come solo lei sapeva fare.

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Sapeva bene come guidare i suoi viaggi onirici e allora guidò se stessa al Labirinto. Lì trovò la sua Amica, la Strega e la trovò proprio mentre stava finendo il suo dipinto. La Principessa era uno spettro e di conseguenza non poteva essere vista dalla Strega, ma lei sì, Lei la poteva vedere molto bene. E anche il disegno poteva vedere. Il disegno che raffigurava la barca, la teca e… la Rosa. La sua Rosa e non era illuminata. Nel frattempo nella lussuosa villetta a Bergderbil il corpo della Principessa era ormai scivolato senza controllo sul fondo della piscina. Non poteva resistere ancora a lungo, pertanto la sua essenza doveva rientrare molto velocemente. La Principessa avrebbe voluto farsi vedere dalla Strega, e volendo, come già in altra occasione aveva fatto, avrebbe anche potuto, ma il tempo non giocava a suo favore. Le sussurrò all’orecchio una sola parola prima di rientrare. Poi rientrò. Quello che la Principessa vide in quel brevissimo viaggio onirico fu sufficiente per aprirle dei varchi. La parola che sussurrò alla Strega fu “Tornerò!”.

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La Principessa rientrò nel suo corpo, aprì gli occhi e risalì velocemente. Uscì dalla piscina e senza nemmeno asciugarsi entrò nella villetta, salì in camera e prese il libro nero che stava nascosto nell’armadio sotto dei vestiti. Si sedette nella poltrona e iniziò a leggere da pagina 202. Lei si trovava sul ponte con il Sig. Mah, era il 31 di Luglio del 2020. Avrebbe dovuto esercitare il suo dono per mostrare le immagini di Emphatia al mondo, per fare questo avrebbe dovuto attraversare il ponte e raggiungere la sua abitazione. Ma qualcuno aveva tradito, su quel ponte, che avrebbe dovuto essere deserto, la stavano raggiungendo un plotone di Cenobiti con in testa due Frangitori. In Nothing i Cenobiti erano i servi armati dei Manipolatori, le forze dell’ordine e i Frangitori erano quelli che ti lavavano il cervello. Vicino a lei ed al Sig. Mah era ormeggiata una barca, una barca di legno. Forse quella barca era la soluzione per aggirare i Cenobiti… ma come Nothing racconta le cose non andarono così.

 

Nothing: The Book, pagina 209 (Pt 2)

‘Un fulmine colpì la corda che faceva da ancora alla barca di legno, e lentamente la barca iniziò a staccarsi da quel molo improvvisato vicino al ponte.

Quella barca sarebbe dovuta servire al Sig. Mah e alla Principessa per evitare i Cenobiti che stavano oltre il ponte, li avrebbero aggirati via mare.

Ci fu un altro tuono, e mentre la pioggia aumentava la sua intensità finalmente li vide. L'esercito ormai era a pochi passi, il Sig. Mah disse alla Principessa di stare tranquilla. Guardò se la barca fosse ancora nei pressi, ma già sapeva che non sarebbe stata raggiungibile. La vide scomparire all'orizzonte, nascosta dalla pioggia che non accennava a diminuire’.

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Chiuse il libro mantenendo però il segno con un dito, appoggiò la testa sullo schienale della poltrona, chiuse gli occhi e iniziò a pensare. Cercò di ricordare, qualcosa le sfuggiva, qualcosa di importante, qualcosa che avrebbe determinato le sorti della disputa, qualcosa che avrebbe cambiato il seguito della storia. Si concentrò, un mare di ricordi le si accavallarono, ricordò quando una volta grazie al Sacerdote era riuscita a ritrovare il suo Dono, ricordò il buio e la sua capacità comunque di vedere e sentire anche nel buio più totale. Ishtar, sei avvertita, con Lei non sarà semplice come è stato con Kalki. Ma ora doveva riacchiappare quel frammento di ricordo sfuggito. Riprese a leggere.

Lesse di quando i Frangitori si avvicinarono a lei per assicurarsi che il Dono era perduto, lesse quando i Frangitori una volta accertato che non avesse più il dono se ne andarono. Ma cosa era successo nel frattempo? Era successo qualcosa e ‘Nothing’, il libro nero, non lo raccontava. Non lo raccontava perché forse chi aveva scritto ‘Nothing’ non lo sapeva.

 

Nothing: The Book, pagina 216

‘…vide i Frangitori allontanarsi, guardò verso il mare per vedere se la barca fosse ritornata, anche se ormai non sarebbe più servita a niente. La vide, distrutta, inutilizzabile, probabilmente un fulmine l'aveva colpita’.

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Continuò a leggere fino a pagina 243… Nothing raccontava quell’episodio da diverse prospettive, pertanto non c’era una sequenzialità, il racconto tornava spesso indietro e ripeteva la storia da diversi punti di vista. Pagina 242 era un frammento della prospettiva del Sig. Mah quando i Cenobiti giunsero proprio davanti a loro…

 

Nothing: The Book, pagina 243

‘Il Sig. Mah guardò verso il mare per vedere se la barca ci fosse ancora, ma proprio come in un film in quel momento un lampo e subito dopo un tuono furono da preludio ad un fortissimo temporale.

Un fulmine colpì la barca che lentamente si allontanò dal ponte per scomparire in una direzione casuale e sconosciuta’…

…‘Un ultimo sguardo verso il mare nella speranza di rivedere la barca, ma la barca era stata ingoiata dalle onde. I Cenobiti circondarono la Principessa e il Sig. Mah, e davanti ai Cenobiti, i due Frangitori’.

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Questa volta chiuse il libro. Lo posò sul comodino che aveva a fianco. Riappoggiò la testa allo schienale e continuò a pensare. Non era in quel punto quello che cercava, era prima, era qualche pagina prima, aveva fatto qualcosa che aveva nascosto anche a chi aveva scritto ‘Nothing’. Riprese il libro e tornò indietro di qualche pagina:

 

Nothing: The Book, pagina 236 - La Terza Variante

…Eccoli, i Frangitori, come dicevamo due erano nella pista a ballare e altri due seduti ad un tavolino. Il piano era diabolico, ma come detto una forza sovrannaturale era intervenuta, una forza che voleva che i Manipolatori governassero il mondo, che controllassero il popolo nelle azioni e nei pensieri…

… I due Frangitori che stavano seduti al tavolino erano intenti a maneggiare un piccolissimo telecomando, questo telecomando era connesso ad un minuscolo drone, il Drone-Zanzara.

Il Drone-Zanzara era un piccolissimo robot volante, dalla forma di zanzara che aveva lo scopo, utilizzando un ago, di iniettare nel corpo della Principessa il Veleno, il Marchio-Speciale, quello realizzato solo per le persone speciali, per cancellare a queste persone la loro Zona-Magica dalla Testa…

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Il Drone Zanzara! Certo, il Drone Zanzara quella specie di Robot che avevano usato per cancellarle il Dono. Il Drone agiva nella zona magica della sua mente. Ripose ancora una volta il libro e cercò di ricordare. Sì, si rivide mentre stava raggiungendo il ponte, poi riprese il libro e continuò a leggere…

 

Nothing: The Book, pag. 238 - Prospettive: La Principessa Diamante

…Il momento era arrivato, la Principessa Diamante si sentiva davvero in forma, certo un po’ di timore lo aveva, ma era anche orgogliosa di quello che stava facendo, in fondo era una cosa che aveva già fatto mille volte no? Era solo esercitare il suo Dono…

… Era l’ora, e proprio mentre stava per iniziare il suo percorso, un attimo prima di scambiarsi un cenno con la Strega-Locandiera, una fastidiosissima ‘zanzara’ la punse nella spalla.

Un piccolo lamento e la scacciò subito con una manata. Il dolore era minimo e passò subito.

Quella piccola puntura era il Marchio-Speciale, inventato dagli Asura proprio per Lei, e per quelli simili a Lei. Quella piccola puntura, quel marchio infame stava già agendo nella sua testa cancellando ogni spazio riservato al Dono, lasciando di fatto il Dono in una zona totalmente isolata e irraggiungibile…

… E fu proprio all’inizio del ponte che ebbe il primo giramento di testa, ma si disse quasi scherzando da sola, ‘non sverrò mica prima, dopo magari sì, ma prima…’ e invece…

Ebbe il secondo giramento di testa, molto più forte del primo, iniziò a camminare a fatica e barcollando.

Non aveva fatto che venti metri del ponte ed ebbe il terzo terribile giramento di testa, il Drone-Zanzara stava raccogliendo i frutti del suo lavoro, non poteva mica preoccuparsi dello stato di salute del suo paziente.

Quel terzo giramento di testa fu devastante, la Principessa perse completamente l’equilibrio, le gambe non riuscivano più a tenerla in piedi, tentò mentre stava cadendo di aggrapparsi alla ringhiera del ponte, ma la vista era già molto offuscata, mancò la presa con le mani ma non con la testa…

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Smise ancora di leggere. Ora la sensazione che qualcosa sfuggiva era enorme. Un po’ come quando si fa il gioco dell’acqua e del fuoco. Come si dice… fuochino… fuoco,  Incendio!!!

Il momento magico era quello, mancò la presa con le mani perché gettò qualcosa dentro la barca. Ora era chiaro. Ed era anche chiaro cosa aveva gettato nella barca. Era l’oggetto che nascondeva il suo Dono ma nascondeva anche la sua essenza: era la sua Rosa, era la Rosa della Principessa Diamante. E la rosa stava ancora lì, in quella barca disegnata dalla piccola Scintilla e dipinta dalla Strega Pittrice. In quella barca che vagava da due anni nel secondo quadrante del Metaverso: a Nothing.

 

Il Vero Nome della Principessa Diamante

La Principessa lanciò letteralmente il libro nero per aria e si alzò in piedi con uno scatto felino. Era ancora tutta bagnata dall’acqua della piscina ma non se ne rendeva nemmeno conto. Aveva capito che tutto forse poteva ancora ricominciare, che nulla era perduto. Se c’è stato un tempo nel quale lei aveva posseduto la sua rosa, voleva dire che in quel tempo conosceva il suo nome. Era proprio dalla rosa che attingeva l’energia per le sue magie. Per esercitare il suo dono. Doveva ritrovare la rosa, doveva mettersi alla ricerca della barca. Ma prima avrebbe dovuto illuminare la rosa, e per fare questo doveva assolutamente ricordare il suo vero nome. Il nome che il padre di tutte le Scintille le aveva dato. Il nome scelto per lei da Brahma. C’era solo un modo per fare questo, doveva viaggiare di nuovo. Questa volta doveva fare come aveva fatto anni prima, quando i suoi viaggi percorrevano i tortuosi sentieri di Nothing: doveva viaggiare nel tempo, doveva tornare a quel 31 di luglio del 2020 sul ponte di Bergderbil quando lanciò la sua Rosa nella barca perché non fosse trovata dai Cenobiti.

 

Il Nome nella Rosa

Le Rose quando sono ricongiunte alla propria Scintilla smettono di illuminare se stesse perché riflettono la loro luce nell’anima della scintilla, ma quando si separano per qualunque motivo dalla propria Scintilla, si illuminano di nuovo per essere ritrovate rivelando il nome della propria Scintilla, ma questo solo se la Scintilla lo ricorda. Quindi, secondo i ragionamenti della Principessa, per ritrovare il suo nome avrebbe dovuto vedere la Rosa proprio nel momento dello stacco, quando per qualche istante la Rosa si illumina. Giusto il tempo di cadere nella barca perché quello fu il momento nel quale la Rosa smise di illuminare e di rivelare il nome.

 

31 Luglio 2020 – Ponte di Bergderbil (come andarono le cose)

Faccio un breve riassunto, in pratica racconterò il fatto dettagliando meglio il ruolo della rosa. La Principessa si era alzata dai tavolini della Tana per raggiungere il ponte. Quella notte avrebbe dovuta essere magica, la Principessa doveva usare il dono per mostrare al mondo le immagini di Emphatia. Il dannato Drone Zanzara scagliato contro di Lei dai due frangitori presenti alla Tana fece il danno. Non starò a ripetere quanto già raccontato in Nothing, ricorderò solo che lo scopo di quel Robot era quello di cancellare la magia dalla mente della Principessa, e così fece. La Principessa si accorse quando era già sul ponte che stava perdendo i sensi e quello fu anche il momento che si accorse della presenza di Cenobiti e Frangitori. Capì velocemente che le stavano rubando il Dono. Allora fece la cosa impossibile, nascose il Dono nella Rosa. In quel momento si rese conto che probabilmente sarebbe svenuta sul ponte. Le gambe cedettero e quel gesto che a noi tutti sembrava un tentativo disperato di aggrapparsi alla ringhiera del ponte era invece il gesto che la Principessa fece per lanciare la rosa nella barca. Appena la rosa si staccò dalla sua mano si illuminò e rivelò il vero nome della Principessa Diamante ma tutti noi eravamo intenti a guardare la Principessa e nessuno lesse il nome illuminato dalla Rosa. Durò un solo istante perché cadendo la Principessa, come racconta ‘Nothing’, battè violentemente la testa sulla ringhiera. E il buio arrivò. Nessun ricordo restò accessibile nella sua mente. Il Drone Zanzara completò la sua opera cancellando anche il nome che Brahma le aveva dato. La Rosa cadde sulla barca come un oggetto qualunque, la luce che pochi istanti prima illuminava il nome adesso non c’era più.

Il resto è già stato raccontato, adesso la Principessa Diamante dovrà viaggiare, dovrà raggiungere quel preziosissimo istante dove la Rosa si illumina e rivela il Nome. A quel punto, se la Principessa ritroverà se stessa nel passato e sempre nel passato riuscirà a leggere il nome rivelato dalla Rosa, allora quella stessa Rosa ma nel presente, quella che sta nella teca sopra la barca che sta viaggiando per Nothing, si illuminerà di nuovo e potrà rivelare la sua appartenenza alla Principessa Diamante.

 

Il Mondo Transumano e la Nuova Resistenza

Erano passati due anni e mezzo da quel 31 di Luglio del 2020 e tante altre cose erano successe da allora. Dopo la schiacciante vittoria dei Manipolatori che avevano ridotto in briciole la Resistenza il mondo stava velocemente e inesorabilmente cambiando la sua fisionomia secondo gli infernali progetti dei Demoni. Sembravano addirittura d’accordo le due massonerie dominanti. Per non pestarsi i piedi certo, entrambi avevano accettato nuovamente di collaborare affinchè sia Deva che Asura avessero entrambi il loro dominio. Stavano spezzando il mondo in due, ad Ovest dominava Shiva, ad est Vishnu. La loro manipolazione operava su tutti i fronti e funzionava sempre allo stesso modo. Creava dualismi. Divideva, metteva gli uni contro gli altri. Ognuno di loro raccontava quanto erano cattivi gli altri, e allora l’odio trovava terreno fertile nella mente della quasi totalità degli esseri umani. La manipolazione operata dai Frangitori con i loro mezzi sembrava inattaccabile. Ma…

…ma non proprio tutto andava secondo i loro piani. L’incessante avanzamento verso il loro mondo Transumano non riusciva ad intaccare la Scintilla e nemmeno le Anime Luminose. I Dissidenti, i Liberi Pensatori, gli Artisti e i Cuori Sanguinanti erano veramente ridotti ad un piccolo manipolo del tutto ininfluente alla realizzazione del loro mondo ma loro vedevano, per loro era tutto estremamente chiaro. La loro consapevolezza aumentava costantemente al pari della loro forza. Loro ormai non si limitavano più semplicemente a resistere, si stavano riorganizzando. Se solo una Scintilla riuscisse a trovare la propria essenza, la consapevolezza della sua forza, potrebbe trasmetterla ad altre Scintille, potrebbero facilmente entrare ad Emphatia, recuperare le immagini perdute e mostrare al mondo l’esistenza di un altro mondo possibile, al di la di Vishnu e di Shiva… si forse potrebbero, forse non sarebbe nemmeno così difficile, un tempo lo avevano quasi fatto… ma adesso, adesso forse qualcosa era cambiato. Sì, qualcosa nella volontà delle Anime Luminose era cambiato davvero, forse non lo volevano più.

Un nuovo pensiero stava maturando nella Resistenza e questo pensiero era la risposta ad una domanda sempre più incessante.

La domanda era: “Ne vale la pena?”.

 

Il Nuovo Pensiero della Resistenza

Sì, la domanda era questa: “Ne vale la pena?”. Erano peggio i Manipolatori o i manipolati? I manipolati inconsapevoli o quelli che consapevolmente accettavano la manipolazione? quelli che non esitavano ad ‘odiare’, ad obbedire anche ai voleri più assurdi dei Manipolatori che a volte avevano il solo scopo di manifestare apertamente il loro potere: Omologazione, Obbedienza, Ordine… le tre ‘O’. E loro, la quasi totalità del genere umano lo accettava. Come detto alcuni inconsapevolmente, altri consapevolmente ma entrambi non esitavano ad eseguire ordini, discriminando, relegando, offendendo chi aveva un pensiero diverso. E allora questo pensiero diverso si organizzò non più per cambiare questo mondo, che questo mondo si fotta, questo nuovo pensiero si stava riorganizzando per costruire un altro mondo, un mondo nuovo. Che abbia la sua nascita a Wahnfried e la sua espansione abbattendo i muri di Emphatia ma che non si preoccupi più minimamente di quelli che comunque hanno contribuito con la loro passiva accettazione alla diffusione dei crimini dei Manipolatori. Tutti: atlantisti e conservatori.

La Scintilla non ha una terra di appartenenza, la Scintilla è ovunque, che sia Est o che sia Ovest, la Scintilla non ha un colore, la Scintilla ha tutti i colori. Se questo mondo non lo si può cambiare, allora che lo si ricostruisca. Anche da zero. Non erano certo le tre ‘O’ che contraddistingueva le Anime Luminose, ma le tre ‘R’: Resistenza, Riorganizzazione, Ricostruzione.

 

Di nuovo in viaggio verso Nothing

La decisione la Principessa l’aveva già presa senza nemmeno doverci riflettere, il problema era metterla in atto. Doveva viaggiare di nuovo. Di nuovo dopo tanto tempo, doveva viaggiare nel tempo e raggiungere Nothing in quel 31 di Luglio 2020 alle ore 23,00 sul ponte che porta alle Cattedrali di Bergderbil nel quadrante ‘Nothing’.

Era tanto tempo che la Principessa non ci pensava nemmeno più, il demoniaco progetto stava procedendo senza apparenti intoppi, l’onda del 31 di luglio aveva tracciato una linea rossa di confine tra gli esseri umani, la Resistenza era sempre più consapevole e stava maturando il nuovo pensiero, quello delle tre ‘R’, e lei doveva viaggiare e raggiungere proprio quell’intervallo di tempo che era delimitato dalle ore 23,00 e dalle ore 24,00 del 31 di Luglio 2020.

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Senza la Rosa e senza il Dono non era facile, certo la Principessa era un’esperta, come abbiamo già avuto modo di raccontare aveva iniziato a viaggiare molto presto, da quando aveva iniziato a costruire il Labirinto per poi migliorarsi sempre di più, arrivare a livelli mai visti semplicemente concentrandosi ma allora aveva il Dono, ora il Dono lo doveva ritrovare e il Dono era nascosto nella Rosa. Aveva viaggiato pochi minuti prima quando era nella piscina, aveva raggiunto la sua Amica Strega nel Labirinto, ma non lo aveva provocato lei il viaggio, era stata la scossa ricevuta dopo la separazione della Rosa da Kalki. Certo, il viaggio poi lo aveva condotto lei fino al Labirinto ma il momento di passaggio dimensionale era stato provocato da un fattore esterno. E allora pensò. Pensò di scaricarsi della corrente addosso, “infilo due dita in qualche presa di corrente…”. Comprese velocemente che non era una buona idea… avrebbe rischiato ben altra dimensione. E poi viaggiare in un punto distante nel tempo non era come viaggiare solo nello spazio ma in entrambe le dimensioni, spazio e tempo. Decise di farsi una doccia. Poi si rivestì. Scelse Jeans e maglietta, trovava quegli indumenti adatti anche per i viaggi onirici, la proiezione di se stessa la raffigurava vestita come al momento della partenza. Viaggiare in costume non era proprio… come dire… adatto. E poi il suo costume non era certo uno di quelli normali, era un po’ ristretto ecco. Certo se lo poteva permettere. Eccome se se lo poteva permettere. Ma non era adatto adesso. Tutti questi pensieri su come vestirsi e farsi la doccia, altro non erano che escamotage per evitare di farsi abbattere dalla consapevolezza di non essere in grado di fare un viaggio di quel tipo. Doveva mantenersi calma e pensare da calma. Decise per un drink, un Americano ovviamente. Aveva tutti gli ingredienti per farselo, si avvicinò al banco bar dove si trovavano le cose necessarie per il drink. Prese il bicchiere, mise cinque cubetti di ghiaccio poi aprì lo sportello dove stava il campari ed il vermouth. Li prese entrambi lasciando lo sportello aperto. Versò entrambi gli ingredienti contemporaneamente con insospettabile abilità, dopo cercò la soda. Non la trovò, decise di ripiegare con acqua tonica. L’acqua tonica stava nel frigo sotto al banco. Successe tutto nel momento in cui si chinò per prendere l’acqua: la risposta stava nel frigo. Perchè era nel frigo che si trovava una bottiglietta trasparente con dentro del liquido verde. Sapeva bene la Principessa che non si trattava di acqua e menta, quello era un bottiglino di assenzio che lei stessa aveva nascosto nel frigo in caso di necessità. Per qualche viaggio improvviso ad esempio. E allora lo aveva comprato un giorno al supermercato di Bergderbil di nascosto dalla sua guardia del corpo e lo aveva nascosto lì, nel frigo, nella speranza che i suoi guardiani lo scambiassero per acqua e menta. Inventò uno dei cocktail più micidiali della storia e gli dette anche il nome.

 

Il Cocktail ‘Adàamanta’

Tolse quattro cubetti di ghiaccio lasciandone solo uno e riempì il vuoto creato con l’Assenzio. In pratica, togliendo il ghiaccio, le proporzioni dei tre ingredienti cambiarono in questo modo: 1/5 di Vermouth, 1/5 di Campari e 3/5 di assenzio. Il Cocktail ‘Adàamanta’ (che tradotto dal greco significa Diamante) era destinato a diventare il cocktail più devastante del mondo. Pochi se lo potevano concedere. Sorrise la Principessa, era bellissimo vederla così soddisfatta di sé dopo aver inventato un’autentica macchina da viaggio, una macchina da viaggio spazio-temporale ovviamente, ma per fare questo aveva bisogno di un altro aiutino. E come Kalki viaggiò per Wahnfried entrando nel quinto libro Vedico, la Principessa pensò che poteva viaggiare per Nothing entrando dentro la Bibbia Nera, ‘Nothing: The Book’.

Mescolò il suo cocktail facendogli assumere una strana colorazione omogenea verde e rossa con dei riflessi luminosi che ricordavano una mappa. “La mappa del Quadrante 2” pensò sempre sorridendo la Principessa. Poi prese altri due oggetti: Una cannuccia e il Libro Nero. Si sedette nuovamente nella poltrona dove già prima aveva riletto alcuni passaggi di Nothing, prese ed aprì il Libro Nero a pagina 238. Il momento era quando la Principessa si stava dirigendo verso il ponte, il titolo era ‘Prospettive: la Principessa Diamante’. Quello era il punto, quello era il momento che doveva raggiungere attraversando le linee del tempo e dello spazio. Si mise comoda e appoggiò la testa allo schienale, non voleva prendere altre testate per terra. Iniziò a sorseggiare il devastante cocktail senza usare la cannuccia nello stesso momento in cui iniziò a leggere il libro…

 

Il Viaggio nello Spazio e nel Tempo della Principessa Diamante

…Il momento era arrivato, la Principessa Diamante si sentiva davvero in forma, certo un po’ di timore lo aveva, ma era anche orgogliosa di quello che stava facendo, in fondo era una cosa che aveva già fatto mille volte no? Era solo esercitare il suo Dono… … Era l’ora, e proprio mentre stava per iniziare il suo percorso, un attimo prima di scambiarsi un cenno con la Strega-Locandiera, una fastidiosissima ‘zanzara’ la punse nella spalla….

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Poi, piano piano le lettere iniziarono a cambiare… la ‘a’ si allungava… si allargava… diventava grande, grande, sempre più grande. Il nero non era più nero ma confondeva in sé l’azzurro del mare e l’azzurro del cielo. La ‘l’ cadde lateralmente mettendosi da verticale a orizzontale e si trasformò: la ‘l’ non era più la ‘l’, era il ponte di Bergderbil. Proprio lì, all’inizio del ponte, tutte le altre lettere, che ormai non erano più lettere ma erano il plotone di Cenobiti con a capo i due Frangitori che la stavano aspettando. Entrò nel libro. La sua essenza fluttuava sopra al ponte, il percorso era breve e vide arrivare se stessa dall’altra parte del ponte, dal punto dove il ponte deviava leggermente verso sinistra, dove c’era l’uscita per accedere alla Tana. Conosceva bene quel momento, lo aveva già vissuto due volte in prima persona e in entrambi i casi avrebbe potuto influire sugli eventi, questa volta non poteva cambiare le cose, era solo un’osservatrice, doveva cogliere l’attimo, l’attimo che fugge per leggere il suo nome nella rosa. Doveva aspettare ancora qualche istante. Vide in lontananza il Sig. Mah che stava seguendo la se stessa del passato, vide la barca marrone ormeggiata sul molo vicino al ponte, riguardò ancora se stessa mentre camminava sul ponte con passo sempre più incerto. Il Drone Zanzara stava compiendo la sua opera. Non doveva lasciarsi suggestionare, era lì per un motivo, non per guardare un vecchio film. Vide chiaramente quando ebbe un altro tentennamento nel camminare, era sicuramente la seconda botta ricevuta dal drone zanzara. Sapeva che quella devastante sarebbe stata la terza, quella che la fece cadere sul ponte, quella che la costrinse a lanciare la rosa dentro la barca. Si avvicinò alla se stessa del passato quasi fino a toccarla, doveva vedere bene il nome. Avrebbe pagato oro per avere una slow-motion, un rallentatore, ma non era possibile, doveva leggere quel nome in quell’attimo, qualcosa le diceva che quel viaggio avrebbe potuto farlo solo una volta, non poteva essere ripetuto. Non sapeva perché, ma sapeva che era così. Arrivò la terza botta del Drone Zanzara, il giramento di testa della Lei del passato fu come sappiamo devastante, la Principessa si concentrò sulla mano. La mano della Principessa del passato era chiusa a pugno, stava nascondendo qualcosa: la Rosa che era già pronta per essere lanciata. Dietro di Lei i Cenobiti e i Frangitori si stavano avvicinando pericolosamente. Vide di sfuggita che anche il Sig. Mah si stava avvicinando ma non doveva distrarsi, tanto quelle cose erano già successe, era solo come guardare un film. Guardò la mano di se stessa del passato. Si concentrò sulla mano, c’era solo quello da vedere, c’era solo quello che la mano conteneva. La Principessa del passato iniziò a barcollare in maniera evidente, le gambe non la reggevano più. Ormai era in caduta libera. Fece il movimento.

Lanciò la sua Rosa come un bambino lancia una pietra nel mare. La Rosa si illuminò. Era troppo veloce. Non ce la faceva, non ce l’avrebbe mai fatta. Ma proprio in quel momento il tempo si fermò. Tutto rimase bloccato. Fermo. Nel Tempo. Nello Spazio. Un’immagine statica. Niente si muoveva, tranne Lei e l’Orologiaio che con un telecomando in mano sorrideva alle sue spalle.

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“Vai” le disse l’Orologiaio, “Vai e ritrova il tuo nome. L’attimo che fugge è per il momento in pausa ma non durerà molto”.

Sorrise la Principessa alla vista dell’Orologiaio di nuovo nell’esercizio delle sue funzioni, di nuovo il Signore del Tempo. Era davvero bello, ma le cose belle, spesso durano poco.

La Principessa si avvicinò alla Rosa che era bloccata in aria a mezz’altezza.

La Rosa si era illuminata e illuminava, illuminava il suo nome, il vero nome della Principessa Damante.

 

Quadrante 8: Il Labirinto

La Strega stava ancora osservando il suo disegno, era bello, bello davvero, ma mancava qualcosa. Non completò il disegno con i pennelli, lo completò con l’anima, lo guardò, si concentrò sulla teca, sul contenuto della teca, sulla Rosa. La guardò intensamente, la vide e con un gesto la illuminò.

 

Mondo Cardine: La Piccola Scintilla

Era davvero strano quel disegno, ci mancava qualcosa. Lo riprese in mano. Non prese i pennarelli o le tempere per completarlo. Lo concluse con un sorriso. Le fu sufficiente pensare alla luce, alla luce che emana una scintilla. Ci pensò e basta. Fu sufficiente perché anche la rosa nel disegno della Scintilla Bambina si illuminò.

 

Heaven: Monitor Infernale

Una sirena impazzita risuonò nel Monitor Infernale di Zadkiel ad Heaven.

La sirena si illuminò di rosso, qualcosa era cambiato. Una Scintilla aveva ritrovato il suo nome, non la rosa, solo il suo nome ma questo era già di per se molto pericoloso. Soprattutto perché il puntino che prima era nero ed ora era giallo si trovava proprio nella periferia di Bergderbil, troppo troppo vicino all’abitazione della Principessa Diamante. Guarda bene Zadkiel, non è troppo vicino, è proprio dentro l’abitazione della Principessa Diamante.

Zadkiel si avvicinò e lesse il nome.

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Il Vero nome della Principessa Diamante

La Principessa lesse il nome. Come poteva averlo dimenticato, lo aveva sempre avuto lì, proprio lì vicino. Il tempo non ripartì come succedeva in Nothing ma tutto si dissolse. In un attimo non ci fu più niente. La Principessa riaprì gli occhi nella sua stanza, vide il devastante cocktail rovesciato per terra, la Bibbia Nera anch’essa per terra vicino al bicchiere di vetro in frantumi. L’espressione della Principessa potrebbe sembrare strana a chiunque vedesse questa scena perché sorrise, sorrise perché adesso aveva con sé il suo nome. Ma sapeva che doveva scappare velocemente, sapeva che anche qualcun altro sapeva che lei aveva ritrovato il suo nome. Ma soprattutto sapeva che ora doveva trovare veramente la sua Rosa. Forse insieme ad essa avrebbe ritrovato anche il Dono.

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Nothing: Valle della Morte

Notte, notte buia e senza stelle. Proprio l’atmosfera di Nothing. Mi trovo nei pressi del fiume che attraversa la Valle della Morte.

Vedo una vecchia barca marrone in condizioni pessime e senza equipaggio avanzare nell’acqua. Il suo incedere è lento. Mi avvicino in volo. Riconosco la barca, è la stessa che hanno disegnato la Strega e la Bambina Scintilla. E’ la stessa che stava sul Ponte di Bergderbil oltre due anni fa. Sono più di due anni che vaga nelle acque del quadrante Nothing. Vaga a luci spente, nel silenzio. Forse per non farsi sentire. Forse per non farsi vedere. Ma ora qualcosa sta cambiando. Da sotto quella teca qualcosa si muove, qualcosa vuole uscire. Il silenzio è scalfito da un rumore che ricorda un muro che esplode, il buio e trafitto da una luce del tutto simile ad una spada di acciaio che si innalza verso il cielo. Quella luce illumina qualcosa proprio sotto le ritrovate stelle di Nothing. E’ un nome che la luce illumina, un nome che probabilmente cambierà il corso della storia. E’ il vero nome della Principessa Diamante. E il suo nome, il nome illuminato nel firmamento è Adamas, l’Indomabile.

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Note:

Adamas (Indomabile).

Dalla parola greca Adamas che significa ‘Indomabile’ deriva la parola Adàamanta che in italiano viene tradotto con Diamante.

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