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Nothing

By Korvo Korvo

Cap. 1: Kalki

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Ĉar nur kreante nenion,

ni havos la spacon por konstrui vivon,

sonĝojn, esperojn.

Tiutempe nenio plu ne ekzistos!

 

(Perchè solo creando il nulla

avremo lo spazio per costruire la vita,

i sogni, le speranze.

A quel punto Nulla non esisterà più!)

Quello che il Sig. Mah non ha ancora capito bene

Si, esatto, quello che in quasi due libri non è ancora riuscito nè a capire e quindi nemmeno a spiegare. Nel Primo libro, ‘Nothing: The Book’ si era addirittura convinto di viaggiare nel tempo, lui e quello strampalato pari suo del suo amico che si fa chiamare ‘l’Orologiaio, il Signore del Tempo’. Eppure sia io che Raven che il Viandante ci abbiamo provato in tutti i modi a fargli capire che il suo non era un viaggio nel tempo, ma no, niente da fare, il Sig. Mah si impistava di Rum e l’Orologiaio di Negroni e insieme progettavano questa resistenza convinti che modificando qualcosa nel passato anche il presente sarebbe cambiato di conseguenza. E allora via con rum e negroni.

Viaggiavano nei Metaversi, e quando credevano di essere nel passato in realtà si trovavano solo su vecchie copie di BackUp statiche e immodificabili e comunque, anche quando con qualche patta di culo riuscivano a modificare qualcosa… il presente se ne faceva un baffo.

In questo preciso momento il Sig. Mah è impegnato nel suo percorso verso Emphatia, raccontato nel secondo libro: ‘Emphatia 1809’ e sta cercando di raggiungerla con la Principessa Diamante per poterle farle acquisire la fiamma e portarla nel Mondo Cardine. Devo dire onestamente che, dopo più di due anni, sta incominciando a capire qualcosa. Meno male. Ad esempio una cosa fondamentale che sta incominciando a comprendere è che il Mondo Cardine altro non è che una variante di un altro quadrante del Metaverso.

Metaverso Globale

Metaverso Globale LB7V001.jpg

Metaverso Nothing

Cap02 - Quadrante 2 - Nothing -Nothing by Korvo.jpg

Preludio: i Tre differenti tipi di Portali

Provo a spiegare meglio il funzionamento del Metaverso e dei suoi Portali.

Esistono punti di Congiunzione e punti di Coabitazione. I primi, i punti di Congiunzione, si dividono a loro volta in Portali (semplici) e Portali Ritornanti. Entrambi sono dei punti nel Metaverso che se attraversati ti trasportano in altri punti del Metaverso definiti. Questi punti si possono trovare ovunque, in qualunque quadrante ma ad ogni varco corrisponde un solo punto di arrivo. I Portali (semplici) si limitano a trasportarti in un altro punto già stabilito in partenza e terminano la loro funzione, i Portali Ritornanti invece prevedono il ritorno al punto iniziale al verificarsi di una condizione o quando una variabile assume un particolare significato.

I Secondi, cioè i punti di Coabitazione sono Portali Fluttuanti, ovvero punti che coesistono in più quadranti del Metaverso Globale e che in funzione di alcuni parametri si riversano in un quadrante piuttosto che in un altro. Per fare un esempio uno di questi punti è il primo tavolino a sud dell’Intermezzo Temporale Poco Corretto. Leggendo il libro scritto dal Sig. Mah ‘Emphatia 1809’ si  capisce che il Sig. Mah nel momento che si siede in quel tavolino si trova nel Mondo Cardine, il quadrante 1 ma dopo che Raven commuta l’interruttore il primo tavolino a sud del Poco Corretto si riversa nel quadrante 5 nel punto corrispondente, ovvero sempre il tavolino più a sud del Poco Corretto ma quello che si trova nella Zona Storica del quadrante 5. La stessa cosa vale per la Sala Trasporto della Piccola Cattedrale. In questo caso parliamo di Portali Statici Pluridimensionali.

Book - Korvo per book_edited.png

Quindi riassumendo e semplificando quanto detto possiamo dire che i modi per spostarsi all’interno dei Metaversi in maniera fisica sono gestiti da tre diversi tipi di Portali: il Portale (semplice) che ti trasporta in un punto definito, il Portale Ritornante che ti trasporta in un punto definito ma prevede il ritorno e il Portale Statico Pluridimensionale: che ti trasporta nel punto corrispondente di un qualunque altro quadrante del Metaverso.

Esistono anche altri modi per viaggiare, ad esempio con la meditazione, in questo caso è possibile raggiungere un punto preciso di qualunque Metaverso del quale ne possiedi l’immagine. Si può viaggiare con l’ausilio di alcune sostanze ma in questo caso il punto di arrivo del Metaverso Globale è molto casuale se non addirittura condizionato da Manipolatori o da Demoni. E’ possibile raggiungere altri quadranti del Metaverso anche in sogno o con la perdita di conoscenza ma anche in questo caso, salvo rarissimi casi, come la Principessa Diamante, il punto di arrivo è per una buona percentuale affidato al caso o al condizionamento.

Book - Korvo per book_edited.png

Considero questa una noiosissima premessa ma necessaria al fine di capire meglio lo svolgersi di qualunque azione operata nei Metaversi. Sarebbe bene conoscerla anche prima di leggere ‘Nothing: The Book’ o ‘Emphatia 1809’, ma evidentemente, come già detto precedentemente, il Sig. Mah ci aveva capito davvero poco. Ora possiamo iniziare a riscrivere ‘Nothing’ con qualche nozione in più.

 

Il Richiamo di Korvo

(Extract from: ‘Daemonia – Il Sangue Della Strega’)

Emissario alato dagl’altri regni,

Ladro del fuoco, Ingannatore,

Amico del lupo. Korvo,

Chiamo la tua saggezza,

Insegnami i trucchi di pensiero e memoria

Prestami la tua eloquenza

Per parlare dei misteri arcani.

Aiutami ad usare gli strumenti intorno a me

per raggiungere i miei obiettivi,

E se non trovo quegli strumenti,

Insegnami a crearli.

Aiutami con abilità dove più necessito.

Guidami nelle vie del Sentiero..

Insegnami a cantare per amore

E a tornare in quei luoghi dove prima vivevo.

Chiedo la tua forza

Di fronte alle intimidazioni.

Chiedo le tue ali

Mentre guido nell’oscurità per tornare con la conoscenza.

Chiedo la tua magia

Nel plasmare questo odierno in una bella realtà.

Korvo:

Io ti chiamo.

 

Il Vecchio Mulino: Mondo di Dopo

Oltre il confine est del primo quadrante, (Mondo Cardine) e a nord del quinto quadrante (dove esiste Emphatia), c’è un territorio aspro e oscuro. Nessuna strada, nessun sentiero, nessun mare e nessun cielo ti ci possono portare. Ci puoi arrivare solo attraversando dei varchi. Dei varchi scavati nella tua mente. ‘Nothing’ non è un posto dove uno dice ‘Vado un po’ li a vedere com’è…’ Proprio No! Nothing è una necessità! Quando hai la percezione di qualcosa che non torna nella vita che credi reale, quando la domanda principale che non ti fa dormire è: "ma che senso ha tutto questo?", quando i dubbi di vivere una vita che una vita non è diventano talmente tangibili che quasi li tocchi, allora forse sei pronto per tentare di capire le cose. In realtà quasi mai il viaggio verso Nothing ha un inizio consapevole, di solito accade in seguito a qualche evento importante o a un qualcosa che ti succede. Quando questo evento succede è come se si togliesse un enorme lenzuolo posizionato a coprire un’intera parete. Una parete che si vede bianca solo perché il lenzuolo bianco le dà la colorazione. Ma ora non è più bianca. All’inizio la parete è una sfumatura di grigi, poi a poco a poco il grigio prende rilievo e consistenza. Inizia a muoversi. Sembra una nebbia che esce dall’oscurità. Puoi decidere se entrare o se raccontarti una palla: “Non è niente, forse ho mangiato qualcosa di pesante…”. Quella decisione, se entrare per vedere o se non entrare perché tanto non esiste, segnerà la differenza tra i due ceppi esistenti degli esseri umani. Artisti, Cuori Sanguinanti, Liberi Pensatori e Dissidenti si ritroveranno prima a vagare nella nebbia all’interno del dipinto e dopo a proseguire questo viaggio senza sapere dove porterà e forse senza saperlo mai. Ma questo viaggio ha un nome, si chiama Vita. Gli altri, il Gregge, resteranno fermi seduti all’interno della stanza ben illuminata da fari fasulli e dalle luci fredde dei manipolatori che così li vogliono: obbedienti e silenziosi, e così loro sono: Pecore Obbedienti e Silenziose. Ma io sono Korvo, lo Psicopompo e aiuto le anime, aiuto le anime che vogliono capire. Capire, vedere e vivere. E allora in quel dipinto mi troverai, sarò sempre lì per aiutarti a dissolvere la nebbia e a sostituire a quel grigiore i colori della vita, i colori che portano a un mondo a voi per ora sconosciuto ma che esiste. Esiste ed è stato nascosto, blindato, perché i Manipolatori lo sanno, sanno che una volta acquisite le conoscenze di Emphatia loro non avranno più nessun potere su di voi. Per questo vi nascondono i varchi per Nothing, per togliervi ogni possibilità. E il Gregge inconsapevole fa totalmente il loro gioco, accettando e diffondendo le loro assurde regole.

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Di solito il viaggio comincia anche in giovanissima età, ovviamente in maniera totalmente inconsapevole, tu ci entri perché per te è naturale entrare, e inizi ad avvertire le differenze. Talvolta ti capita di incontrare dentro la nebbia qualche tuo simile, lo riconosci anche se non sai il perché, forse qualcosa che si trasmette attraverso gli occhi, forse quel qualcosa si chiama anima? Diciamo pure di sì, ma ancora resta un qualcosa di misterioso. Sempre più evidente col passare del tempo, ma sempre misterioso fino a che tu non decidi consapevolmente di fare il viaggio perché è quello che vuoi. Quando i tuoi occhi vedranno la nebbia e le tue narici la respireranno vorrà dire che il tuo viaggio è iniziato consapevolmente e non potrai più tornare indietro. Questo ti renderà una persona unica, consapevole dei tuoi simili e consapevole anche che da quel momento in poi ogni metro fatto in questo sentiero che si chiama vita sarà sempre rivolto verso la cancellazione delle catene imposte dalla nascita dai gestori di questo reticolo, l’eliminazione totale di esse per poter arrivare finalmente al vero punto di partenza, quello che colma il vuoto, quello che scaccia la nebbia e riempie la tela di colore: La Vera Vita.

 

Kalki

Provai una sensazione molto particolare quando la vidi arrivare, Lei era Kalki, la ragazza conosciuta prima come ‘la Ragazza dal Costumino Nero’ e in seguito come ‘La Ragazza Senza Nome’, la sensazione era, per cercare un termine umano, di ‘tenerezza’. Da ora in poi sarà chiamata col suo vero nome, Kalki, anche se lei ancora non lo sa.

Si presentò al Vecchio Mulino in jeans e maglietta, totalmente inconsapevole di quello che le aspettava. Lei era appena arrivata dal Portale Purgatorio, il Portale digitale e virtuale che unisce la Cattedrale conosciuta come il ‘Dark Sanctuary’ a Land’s End. Lei a Land’s End non ci è mai arrivata, ha dovuto lasciare il Sig. Mah ad un certo punto del percorso quando la necessità di una redenzione attraverso Nothing era stata resa possibile. Jeans, maglietta e una borsina contenente la copia di ‘Nothing: The Book’ che le aveva regalato il Sig. Mah erano tutto quello che si era portata dietro. La vidi arrivare attraverso il Portale ‘la Crosa in salita lunga e stretta’ e venire verso di me quando improvvisamente si fermò e si girò. Guardava attraverso il portale da dove era arrivata come se qualcuno l’avesse chiamata. Nessuno l’aveva chiamata ma lei aveva percepito l’arrivo di qualcuno. Io lo sapevo bene che sarebbe arrivato a breve il Viandante, viene sempre lui quando c’è qualcuno da iniziare, ma mi chiedo come avesse fatto lei ad avvertirlo. Il Viandante arrivò come sempre beffando tutti, non attraverso il Portale ma semplicemente apparendo davanti a lei.

Capitolo 01 - Kalki, il Viandante e Korvo al Vecchio Mulino.jpg

Mi diverte sempre questo momento, il Viandante fa sempre la stessa cosa e dice sempre le stesse cose, e poi si accende una di quelle sue sigarette senza filtro. Credo che lo consideri un rituale benefico. E’ una buona persona il Viandante, riesce sempre a mettere chiunque a suo agio.

Ricordo che quando il Viandante mi salutò Kalki si voltò verso di me e mi vide. Sono certo che si ricordava molto bene di me per quello che avevo fatto al Portale Purgatorio quando le ho strappato praticamente il Sig. Mah di dosso e facendo saltare tutti i piani a Zadkiel. Mi fece un gran bel sorriso. E pensare che Kalki ne aveva passate tante, davvero tante, una vita completamente dissoluta conclusasi con la condanna all’inferno. Da li scappata per poi esservi ricacciata immediatamente dal Baro e dal suo Antico Lupo Bianco. Liberata da Zadkiel solo per assicurarsi i suoi servigi ma poi strappata a lui dal Sig. Mah che riconobbe in lei un’Anima. Non proprio luminosa, ma certamente un’anima. Le anime mica sono tutte luminose, le varianti insite nel reticolo sono infinite, il contesto nel quale ti trovi, le vicissitudini differenti per ognuno di noi, magari la sfortuna di non trovare mai una persona giusta possono anche portare un’anima a non essere proprio ‘luminosa’. Anzi, ne è pieno il Mondo Cardine di questi esempi. Ma una fortuna Kalki finalmente la ebbe, la ebbe proprio alla fine, all’ultimo respiro, addirittura dopo che la condanna era già stata emessa e si stava consumando. Il Sig. Mah ne riconobbe l’Anima, le regalò Nothing e la portò con se. Qualcun altro la riconobbe e disegnò nella casina la porta per Kalki, la porta che l’avrebbe condotta dal Portale Purgatorio al Vecchio Mulino, il confine. Il confine con l’inizio Metafisico e Metaforico del viaggio verso Nothing.

 

Il Viandante

“Ho qualcosa da dirti e qualcosa da darti”. Era la frase di esordio del Viandante. Kalki lo sorprese subito tirando fuori dalla sua borsina il libro nero ‘Nothing: The Book’. Ricordo che io feci un gesto un po’ irrispettoso come a dire ‘cheppalle, ancora quel libro’. Il Viandante lo prese, prima lo guardò e poi lo aprì iniziando a sfogliarlo senza leggerlo. Era effettivamente ‘Nothing: The Book’, il Viandante voleva solo sincerarsi che fosse quello con le 33 pagine non scritte, era molto importante quello che stava succedendo alla Principessa proprio in questo momento e solo la nuova versione di Nothing lo raccontava. “Potrebbe esserti utile” disse il Viandante, “ma non contarci troppo, il percorso che porta al nulla è un percorso individuale e anche se le strutture sono le stesse quello che ci si costruisce è solo una sovrastruttura soggettiva”. “Ognuno ha del proprio”. Disse quest’ultima frase sorridendo e guardandosi intorno che non spuntasse l’Orologiaio a rivendicare l’appartenenza della frase. Giravano un po’ le palle al Viandante che quella frase non fosse sua… ma andava bene così. La fece sua lo stesso visto che l’Orologiaio non si presentò.

Il Viandante riprese a parlare: “Sono cambiate tante cose dall’ultimo viaggio fatto dai Viaggiatori, il percorso se possibile è ancora più intricato ma ovviamente questo dipenderà soprattutto da te, dalla tua volontà di volerlo fare. Non sarai giudicata per il tuo passato, ma sarà la tua volontà di trovare la luce che ti dovrà dare la forza. Tu hai conosciuto l’Inferno del Mondo Cardine, prostituzione, droga e alcool, hai conosciuto il vero Inferno del Terzo Livello di Bergderbil, nell’Averno, hai bruciato le tue carni nel Portale Infernale del Dark Sanctuary, hai servito Zadkiel. Insomma, proprio vergine non sei. Così, ad occhio e croce sei un tantino più malmessa dei Viaggiatori. Ma solo per certi aspetti, perché per altri la conoscenza di queste cose potrà essere per te un’ulteriore iniezione di forza. Ma come forse sai, se hai letto almeno le prime pagine del libro nero, sarà lo Scrutatore a decidere se le tua Anima è pronta per iniziare il viaggio”.

Book - Korvo per book_edited.png

Kalki ovviamente non aveva ancora letto niente ma non per mancanza di volontà solo perché non ne aveva avuto assolutamente il tempo. Tutto si stava svolgendo così velocemente che non sapeva più nemmeno quale era lo scopo di tutto questo. Io che ovviamente leggevo i suoi pensieri le ricordai tutto e dissi a voce alta accompagnato da un paio di lampi e da un tuono di discreta potenza:

Ĉar nur kreante nenion,

ni havos la spacon por konstrui vivon,

sonĝojn, esperojn.

Tiutempe nenio plu ne ekzistos!

 

(Perchè solo creando il nulla

avremo lo spazio per costruire la vita, i sogni, le speranze.

A quel punto Nulla non esisterà più!)

 

Il Maplet

Il Giorno si fece notte, la porta del Vecchio Mulino si illuminò ai suoi lati e si aprì lentamente. Io andai, mi posai nella spalla destra del Viandante e dissi la mia frase storica in esperanto: “Neniam pli!” (Andiamo!)”. Entrò prima Kalki e di seguito io e il Viandante, attraversammo il corridoio camminandolo con tutta la colonna sonora e tutti gli oggetti del mondo che ci circondavano fino ad arrivare alla porta. “Avevo detto che avevo anche qualcosa da darti…” disse il Viandante. Così dicendo prese dalla sua borsa un tablet. Lo consegnò a Kalki dicendole: ”Questo è un tablet molto particolare anche se lo puoi usare come un normalissimo computer. Al suo interno ha installata una App che si collega direttamente con i server della libreria di Land’s End, la Emphatia Spore. Utilizzando questa App potrai accedere a tutti i libri che si trovano nella Emphatia Spore anche se non tutti li potrai leggere, per alcuni ci vuole un permesso speciale, per altri ci vuole un particolare livello spirituale che potrai raggiungere in questo viaggio. La cosa che ti sarà più utile però è la sezione dedicata alle mappe. Lì troverai, oltre alla mappa del Metaverso Globale, anche tutte le mappe dei vari quadranti che lo compongono. E’ molto importante sapere che questa mappa digitale evolve, si modifica contemporaneamente alle eventuali evoluzioni dei quadranti dei Metaversi. Ti ho messo in evidenza la mappa del quadrante 2 che è il Metaverso ‘Nothing’ e anche la mappa del Metaverso Globale. Quest’ultima potrebbe esserti utile perchè all’interno dei vari quadranti esistono dei varchi, Portali in grado di trasportarti in altri punti del Metaverso siano essi nel tuo quadrante che in un’altro. Queste mappe ti indicheranno sempre i punti di congiunzione dei Portali che si trovano nel tuo quadrante, purtroppo non sempre, diciamo al 50 % ti potranno indicare anche il punto di congiunzione corrispondente se si trova in un altro quadrante”. Kalki prese il Tablet con molta cautela e osservando il monitor spento e non trovando tastini o interruttori per accenderlo fece la domanda più ovvia: “Come si accende?”. Il Viandante rispose: “Si accenderà da solo al momento della sua attivazione. il Maplet, questo è il suo nome perché la sua specializzazione sono proprio le mappe, si attiverà solo dopo che Lo Scrutatore avrà dato il suo assenso al viaggio e solo se la Regina non avrà niente in contrario. Se queste condizioni si verificheranno entrambe con tutta probabilità arrivata al Punto di Confine le funzionalità saranno attivate e  il Maplet si accenderà”. Kalki mise il Maplet nella borsina assieme al libro nero ‘Nothing: The Book’.

 

Lo Scrutatore

“Oltre questa porta troverai lo Scrutatore, noi per ora ti lasceremo qui, è possibile che ci si possa incontrare ancora ma è anche possibile di no. Ricorda che lo Scrutatore ha il potere di farti passare ma anche quello di non farti passare. Ti scruterà, forse ti chiederà qualcosa e poi deciderà. Non lasciarti impressionare da quello che vedrai nella stanza, è solo una scenografia che gli è tanto cara. Che Nothing ti sia vicina e che Emphatia possa essere raggiunta”. Sparimmo insieme io ed il Viandante, io volando e lui scomparendo come era arrivato. Naturalmente era solo una cosa figurata, io continuavo a seguire Kalki nel suo percorso senza farmi vedere. Kalki girò la maniglia, aprì la porta ed entrò. Si potrebbe ripetere quanto scritto in Nothing per descrivere la stanza, quindi non lo farò, certo che quel leone è proprio una cosa assurda. Kalki vide una sedia che sembrava essere messa apposta li per lei. Alla sinistra del leone e alla destra del fantasma c’era sempre quella vetrata che mostrava quello che c’era oltre. Lo Scrutatore si mostrò. Era nascosto da una poltrona girevole che dava le spalle a Kalki ed era girata verso la vetrata. Con una roteazione di 180 gradi della poltrona si girò verso Kalki. Non parlò per almeno due minuti. In compenso la scrutò. La scrutò molto di più di quanto avesse fatto a suo tempo con i Viaggiatori. Sembrava molto indeciso, qualcosa di Kalki non lo convinceva. Naturalmente lo scrutatore sapeva tutto, sia del suo passato che del suo recente vissuto ma non era quello che gli interessava. Voleva capire se Kalki era veramente determinata a creare il nulla nella propria mente, a rinunciare a tutti gli oggetti che i Manipolatori gli avevano reso indispensabili. Nemmeno io avrei potuto fare niente se lo Scrutatore le avesse negato il passaggio, e la cosa peggiore sarebbe stata che immediatamente un portale l’avrebbe riportata all’inferno. Sembrava davvero indeciso lo Scrutatore. Dico sembrava perché nemmeno io posso leggere i suoi pensieri ma poi capii il suo gioco. Dopo due minuti lo scrutatore come detto parlò: “Come ti chiami?” chiese. Kalki, che ancora non sapeva di chiamarsi Kalki, credeva di conoscere il suo nome, al Sig. Mah non lo aveva detto per sicurezza, questo sapeva e ricordava, non voleva che i demoni lo leggessero e avessero più probabilità di trovarla ma ora non lo poteva mica nascondere il suo nome. Solo ora si rese conto che il suo nome non lo sapeva. La tranquillità che l’aveva contraddistinta fino a quel momento fu sostituita da terrore puro, non sapeva cosa rispondere allo Scrutatore, non conosceva il suo nome. Come era possibile questo?

Si alzò dalla sedia, si portò una mano alla fronte, non era possibile, si sedette di nuovo, posò il sacchetto col libro per terra, abbassò la testa e sempre con la mano sulla fronte si concentrò. Ritornò con la mente al momento che il Sig. Mah le aveva chiesto il suo nome, lei lo sapeva il suo nome, non glielo aveva detto per sicurezza ma lo sapeva. O forse no. Lo Scrutatore guardò l’Orologio in maniera evidente, in modo da farsi notare, ma lei, Kalki, non se ne accorse nemmeno. Terrore e disperazione si vedevano dipinti sul suo volto, non voleva tornare all’inferno. Il Portale apparve. Il leone si alzò. Lo Scrutatore la fissava. Kalki si alzò di nuovo, fece per dire qualcosa ma non uscì niente, solo un rantolo strozzato. Il leone si avvicinò, non veloce come era stato il Vecchio Lupo Bianco ma era un passo inesorabile, lento ma inesorabile. Dal Portale uscivano le fiamme, si sentivano le grida dei dannati e le risate dei demoni. Kalki dovette tenersi a un mobiletto che le stava a fianco per non cadere, le gambe le tremavano. Anche lo Scrutatore si alzò, l’espressione era furiosa, non parlava. Non serviva. Fece il gesto. Il Leone ruggì, spalancò la bocca e spiccò il balzo.

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Questa fu l’ultima cosa che vide Kalki. Riaprì gli occhi una decina di minuti dopo trovandosi sdraiata in un comodissimo divano verde e blu. Bruttissimo ma come detto estremamente comodo. Lo Scrutatore le porse un bicchiere di acqua e le disse delle parole estremamente semplici ma belle. Belle, meritate ed efficaci: “Brava, ho dovuto portarti all’estremo per essere sicuro che non avresti mai più utilizzato i tuoi metodi passati per circuire un uomo. Non ci hai nemmeno pensato, avresti accettato l’inferno piuttosto di rifarlo. Devo dire che il Sig. Mah con te ci ha visto giusto, e io ci ho visto giusto con lui. Che il tuo viaggio sia ricco, che il tuo viaggio ti possa dare le chiavi per Emphatia. Quella è la strada, attraversa la vetrata e prosegui per il sentiero, troverai la Regina, è il primo passo verso il Nulla”. Kalki si alzò, era ancora scossa ma era contenta. Aveva capito il comportamento dello Scrutatore, lo aveva capito ed anche apprezzato. Ora anche lei aveva più certezze verso se stessa, e anche più stima. Aveva già fatto qualche passo importante, era certa che la ragazza in costumino nero non esisteva più, adesso c’era… adesso c’era… “Kalki” disse lo Scrutatore, quello è il tuo nome. E’ un nome importante, non scordarlo mai, ora vai!”.

 

La Regina

Kalki raccolse la sua borsina, sorrise allo Scrutatore e attraversò la vetrata. Prese il sentiero, camminò un po’ fino a raggiungere il bosco. Come per i Viaggiatori anche per Kalki fu la Regina a trovare lei. “Ma che traffico di questi tempi" disse la Regina rivolgendosi a Kalki. “Sembra quasi una processione”. Kalki pensò che la regina si riferisse ai Viaggiatori, probabilmente era così, ma non gli diede importanza. Disse invece: “Io sono Kalki”. Lo disse con fermezza, con decisione e convinzione. Non lo avrebbe mai scordato quel nome. Non lo avrebbe mai scordato il suo nome. Lei era Kalki, non la ragazza senza nome, lei il nome lo aveva, eccome. La Regina fu molto compiaciuta, le rivolse un cenno di assenso con sorriso ed inchino. “Ma tu sei la Regina” disse Kalki, “sono io che mi devo inchinare”. Così dicendo restituì l’inchino alla Regina. Si misero a ridere entrambe, era piacevole incontrarsi, la Regina capì immediatamente la grandezza dell’Anima di Kalki e sperò dentro di se che lei fosse davvero degna di quel nome. Quel nome era davvero importante e solo una persona in tutte le dimensioni, in tutti i quadranti, in tutti i mondi lo poteva portare. Ma per questo è ancora presto.

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La Regina fu più ospitale con Kalki, forse i Viaggiatori l’avevano un po’ colta di sorpresa, con Kalki fu più disponibile al dialogo. Le offrì un drink realizzato con erbe particolari raccolte nel suo bosco. La notte che avvolgeva il Vecchio Mulino era solo un lontano ricordo, in questo segmento di Metaverso c’era sempre luce, il sole splendeva anche quando pioveva.

La Regina non fece domande a Kalki come aveva fatto ai Viaggiatori, non c’era una regola per cui tutti dovevano passare per le stesse strade, con Kalki voleva essere più di compagnia. Sorseggiarono il drink all’aperto e parlavano di cose talmente normali che sembravano due vecchie amiche che andavano insieme a fare la spesa. La Regina ovviamente sapeva benissimo dei trascorsi di Kalki, ma sapeva anche tutto quanto di buono aveva dentro. Aveva fiducia in Kalki, aveva fiducia nel nome che portava. Kalki vide uno strumento musicale appoggiato ad uno steccato, era un violoncello, dietro lo strumento un cavallo bianco e la cosa più strana una ragazza che volteggiava libera sull’albero vicino a loro. Kalki prese l’archetto e senza mai aver suonato nessuno strumento iniziò a suonare. Era una melodia inizialmente malinconica ma piano piano che cresceva diventava sempre più potente. La malinconia era sostituita dalla gioia, dalla gioia del ritrovo e del ritrovarsi. Kalki continuava a suonare il violoncello come se non avesse fatto altro nella vita, la ragazza che volteggiava si lanciò letteralmente dall’albero per andare a cascare in piedi sulla schiena del cavallo, agganciò la sua criniera e si sedette come normalmente ci si siede su un cavallo e dopo un’impennata magistrale partirono insieme al galoppo verso chissà dove. La regina capì immediatamente il potenziale di Kalki, capì immediatamente che quello era davvero il suo nome. La abbracciò e le disse che alla fine del sentiero, oltre al bosco, c’è il punto di confine. In quel momento il viaggio inizierà davvero, si sentiranno le voci e gli echi provenienti dal Mondo Cardine, si sentiranno le Urla di dolore della Chiaroveggente che con degli squarci nel cielo disegna i terrificanti possibili futuri voluti dai Manipolatori. Non ci sarà luce come qua, ci saranno zone buie, zone dolorose. Incontrerà tanti personaggi, vedrà Bergderbil, le sue prigioni e i suoi inferni. Se la strada per Emphatia passa per il dolore, la sofferenza e l’abbandono, la strada per Nothing non è da meno. Si abbracciarono ancora, ma una certezza adesso tutti la possiamo avere, lei è Kalki, e quando lei stessa sarà consapevole di questo, e con il ritorno della Principessa forse le cose potranno davvero prendere una piega diversa.

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