top of page
Link - The Nothing Manual.jpg
Link - Nothing by Korvo Korvo.jpg
Link - Metaverso Nothing.jpg
Link - Libreria Land's End.jpg
Link - The Nothing Journal.jpg
Link - Il Metaverso Globale.jpg

Nothing

By Korvo Korvo

Cap. 2: Wahnfried (Illusione e Follia)

Sfondo.jpg

Il Sentiero

Kalki riprese il suo cammino, l’aver superato brillantemente (o quasi) l’esame dello Scrutatore e la nuova amicizia con la Regina contribuivano certamente ad una maggior consapevolezza di sé. Anche l’umore di conseguenza ne guadagnava per cui Kalki affrontò questa fase con un certo ottimismo. Dopotutto cosa aveva da perdere, aveva già toccato il fondo, peggio non poteva proprio, sotto l’inferno cosa c’è? Ma forse proprio per questo, perché sapeva che per lei il viaggio non era come per i Viaggiatori, loro alla peggio non avrebbero raggiunto Nothing, ma per lei quello che l’aspettava in caso di fallimento erano le fiamme dell’inferno. Non solo, ne Zadkiel ne i Demoni avevano rinunciato a Lei per cui era decisamente probabile che avessero inviato qualcuno nel secondo quadrante per riportarla all’Inferno. Naturalmente questo era possibile solo se la sua Anima non avesse trovato redenzione, quindi o durante il viaggio o in caso di fallimento. Questo Kalki lo sapeva bene, un’Anima di Luce le aveva aperto la Porta nel Portale Purgatorio per farla arrivare al Confine, ma adesso se la doveva cavare da sola, o quasi.

 

L’Oscurità in Prossimità del Punto di Confine

La notte non calò gradualmente come succede nel Mondo Cardine, in questo segmento di Metaverso il buio è costante, e di conseguenza lo trovi all’improvviso. Il sentiero era sempre più stretto e ispido, non vi erano più alberi verdi ricchi di frutti e piante colorate ad accompagnare il suo cammino. In questo segmento del Quadrante Nothing gli alberi erano spogli, le piante erano secche e gli uccelli non cantavano più. Gli ululati che si sentivano, seppur in lontananza, fecero velocemente cambiare l’umore a Kalki. Sapeva che doveva continuare il suo cammino in questo sentiero, la mappa non era ancora attivata ma non si poteva sbagliare, il sentiero non prevedeva variazioni, si trattava solo di capire quando fosse arrivata al Punto di Confine.

Anche la temperatura si era abbassata sensibilmente e come sappiamo Kalki mal sopportava il freddo, tanto più che indossava solo una maglietta, quella del Sig. Mah e dei jeans molto stretti e sottili. Il sentiero si allargò conducendo Kalki a ridosso di un capannone. Forse era una buona idea fermarsi e riposare un po’ e magari iniziare a dare un’occhiata al Libro Nero. Sapeva Kalki che il libro era una specie di diario, scritto nel momento nel quale le cose si stavano svolgendo sia nel Metaverso Nothing che nel Mondo Cardine ma sapeva anche che non poteva farci troppo affidamento. Si avvicinò al capannone sperando di trovare qualcosa che facesse almeno un po’ di luce. Non vi erano porte nel capannone, si poteva entrare. Kalki fece per entrare quando trovò un foglietto per terra. Lo guardò e si accorse che era scritto a mano e molto male. Lo prese ed entrò nel capannone. Non vi era luce elettrica ma per sua fortuna c’era una stufa a legna, dei rami secchi tagliati apposta per essere bruciati nella stufa, delle candele, e una scatola di fiammiferi. Accese la stufa e qualche candela. Lesse quello che era scritto in pessima calligrafia nel fogliettino: “Qui il tempo ha smesso di scorrere, questo è lo spazio dove si concentrano tutti i vettori, è qui che la Chiaroveggente svela il passato, e rivela i possibili futuri. Niente è scritto e tutto è possibile. L'oggi dipende dall'ieri come il domani dipende dall'oggi. Questo è il punto di convergenza, ascolta, queste sono urla di dolore. La Chiaroveggente assorbe l'energia dell'umanità e apre dei varchi temporali con le sue urla. Ci mostrerà come sarà il nostro mondo se non dovessimo arrivare a Nothing.

Capitolo 03 - Il Diario di Kalki al Punto di Confine.jpg

Per Kalki questo messaggio era totalmente incomprensibile, e forse lo era anche per il suo autore oltre che per il resto del mondo. “Varchi, Urla, Chiaroveggente, ma cosa significa tutto questo? Il Punto di Convergenza, ma di cosa?”. Questi erano i pensieri di Kalki prima di decidere di aprire il libro e vedere se ci poteva essere qualcosa di utile. Guardò l’indice e vide: ‘Libro 4: Il Punto di Confine'. Forse il Viandante tutti i torti non li aveva quando le aveva anticipato che difficilmente il Libro di Nothing le sarebbe stato utile, questo è un viaggio individuale, ognuno deve percorrerlo per se. Trovò comunque le stesse parole scritte nel foglietto anche nel Libro 4 di Nothing e così seppe che l’autore delle scritte sul fogliettino era il Sig. Mah e seppe anche che lui non ricordava di averlo fatto. Ma la calligrafia non mente, il Sig. Mah aveva scritto in un tempo precedente non definito quel foglietto, e se lo aveva scritto qualcosa voleva pure dire.

Book - Korvo per book_edited.png

Un urlo senza precedenti squarciò il silenzio del Punto di Confine, Kalki sobbalzò, interruppe la lettura e uscì fuori dal capannone. Uno squarcio nel cielo visualizzava quello che in ‘Nothing: The Book’ sarebbe stato descritto come un possibile futuro, ma ora abbiamo capito che è solo un varco che apre le porte per un altro punto del Metaverso, o, come in questo caso un altro quadrante del Metaverso. Il varco nei cieli del Metaverso Nothing mostrava le fiamme che avvolgevano il Mondo Cardine. Il perverso disegno dei Manipolatori proseguiva nella sua dannata agenda, dopo la pandemia una guerra, una guerra che solo in apparenza era di resistenza ad un oppressore, in realtà nascondeva quello che era veramente: lo scontro finale tra Vishnu e Shiva, tra Asura e Deva, tra Arconti e Arcangeli e nel mezzo la Razza Umana. Era solo un preludio a quello che entrambe le fazioni sembravano volere, una guerra totale nucleare. Altre urla e altri squarci con visioni apocalittiche apparvero nei cieli del quadrante Nothing, proprio sopra al Punto di Confine. Kalki capì di essere arrivata, vide la sua borsina emanare una luce come se qualcosa che stava li dentro si fosse acceso. Questo era il Punto di Confine, ma anche il Punto di Convergenza, dove confluivano tramite varchi proiettati nel cielo altri punti del Metaverso. Tutto si calmò, l’oscurità prima illuminata dai bagliori delle fiamme provenienti dai varchi riprese possesso del Punto di Confine. Kalki non riusciva a comprendere come tutto questo avesse a che fare con lei e con il suo viaggio, cosa ne poteva lei se nel Mondo Cardine si stavano sterminando tra di loro.

 

L’Orologiaio, il Signore del Tempo

“Non tutti viaggiano per lo stesso motivo” disse lo strano personaggio che si trovava proprio alle spalle di Kalki comodamente seduto su un improbabile sgabello e un mezzo negroni sbagliato in mano. Kalki aveva capito che la mappa si era attivata ma questo personaggio aveva sicuramente la precedenza. “E tu chi sei?” chiese Kalki. L’Orologiaio non rispose subito, prima diede un sorso al suo mezzo Negroni. Poi rispose: “la mappa ti sarà di aiuto non tanto per seguirne i percorsi ma per sapere cosa troverai”. Detto ciò scomparve. Ormai Kalki non si faceva più sorprendere tanto facilmente e neanche impressionare più di tanto. Pensò che l’Orologiaio la stesse comunque osservando. Decise di fare esattamente quello che aveva in mente di fare quando i varchi smisero di squarciare il cielo e le urla divennero silenzio: andò a prendere il Maplet.

Il Maplet era, come le aveva anticipato il Viandante, già impostato sulle mappe. Guardò subito la mappa globale e subito dopo la mappa relativa al quadrante dove si trovava lei: il secondo quadrante del Metaverso Globale: la variante Nothing. Riconobbe la parte di percorso che aveva fatto, riconobbe sia lo Scrutatore che la Regina e vide subito anche il Punto di Confine.

Cap02 - Metaverso Globale Nothing by Korvo.jpg
Cap02 - Quadrante 2 - Nothing -Nothing by Korvo.jpg

Vicino si trovava la Chiaroveggente e spostato ancora un po’ più a nord-est vide lo strano personaggio che gli era apparso prima. “L’Orologiaio” lesse Kalki e sempre nei suoi pensieri si disse “Chissà che vuole adesso questo”.

Book - Korvo per book_edited.png

Kalki sapendo perfettamente che sarebbe riapparso decise di non pensarci più di tanto e di concentrarsi sulla mappa. In realtà questa mappa non aveva una gran utilità, erano segnati solo dei posti che per lei erano solo dei nomi senza senso, non c’era un percorso, non c’era un punto di partenza e tantomeno un punto di arrivo. Prese il Libro Nero e confrontò i titoli dei vari capitoli con i nomi presenti nella mappa e si accorse che erano tutti presenti ed erano anche messi in maniera sequenziale, cioè seguivano un percorso. Non aveva tempo adesso di leggere ‘Nothing: The Book’ ma già dai titoli dei paragrafi si capiva che la mappa segnava esattamente il percorso fatto dai Viaggiatori. “E’ solo struttura” disse l’Orologiaio nuovamente apparso alle sue spalle, “Struttura statica, quella chiamata Rom” finì l’Orologiaio.

Book - Korvo per book_edited.png

Kalki posò il Maplet e si avvicinò all’Orologiaio e chiese: “tu sai cosa c’entra tutto questo con me?, perché sono qua?”

Book - Korvo per book_edited.png

Erano ottime domande, sembravano scontate ma non lo erano affatto, soprattutto le risposte non erano affatto scontate. Il viaggio di Kalki è ben diverso da quello che fecero i Viaggiatori, loro avevano necessità di creare il nulla nella loro mente per poter costruire qualcosa di nuovo, Kalki doveva creare il Nulla per scoprire chi fosse veramente.

 

Il Viandante e L’Orologiaio

“Nella parte finale del libro ‘Nothing: The Book’ potrai trovare cose interessanti” disse un’altra voce conosciuta ma che arrivava dal nulla. “ma forse la lettura dei sacri libri del Veda ti potranno dare informazioni più utili” aggiunse questa volta la voce dell’Orologiaio, anch’essa proveniente dal nulla. Ora toccava a me fare la mia parte. Entrai in scena volando e dissi: “scopri le origini del tuo nome e saprai chi sei”. La reazione di Kalki fu inaspettata e straordinaria, posò il Maplet su un tavolino che stava vicino all’ingresso del capannone e con atteggiamento palesemente scocciato disse: “La piantate di fare gli idioti, se dovete dirmi qualcosa ditemela se no lasciatemi in pace e tornatevene da dove siete venuti”. Decisa e risoluta, forse l’idea di impressionarla era davvero un’idiozia, Lei aveva appena affrontato il Leone dello Scrutatore e il Vecchio Lupo Bianco del Baro, come potevamo sperare di impressionarla. “Scusaci” disse il Viandante mostrandosi come aveva fatto al Vecchio Mulino “usiamo questi sistemi per creare un po’ di suspance, in genere funzionano ma non servono a niente. Apparve anche l’Orologiaio. Ecco ora c’eravamo tutti, tutte e tre le Anime univoche e induplicabili dei Metaversi si trovavano adesso riunite insieme davanti a Kalki.

 

L’Incredibile Rivelazione

Parlammo in ordine alfabetico tutti e tre, cominciai io: “Noi sappiamo chi sei tu”. Proseguì l’Orologiaio: “ma se ti dicessimo chi sei tu ti metteresti a ridere e ci manderesti a quel paese”. Finì il Viandante: “pertanto riteniamo che tu lo debba scoprire da sola affrontando questo viaggio”. Kalki scosse la testa rimise il Maplet nel borsino e il borsino in spalla, borbottò qualcosa che lasciava intendere…; “ma tutti a me capitano…”, si girò e si incamminò proseguendo per il sentiero. Noi ci guardammo e capimmo che avevamo sbagliato completamente l’approccio. Sapevamo che Kalki era una persona speciale ma sapevamo anche che il reset che aveva subito le aveva fatto dimenticare tutto. Compreso il suo nome. Decidemmo di cambiare strategia, io la raggiunsi in volo e le dissi: “Aspetta, è importante che ci ascolti, da quello che ti diremo potrebbe dipendere il destino dell’umanità”. Non fui tanto convincente ma almeno ottenni il risultato che si fermò. Arrivarono anche il Viandante e l’Orologiaio. Fu il Viandante a parlare: “Tu sei Kalki, una delle poche scintille figlie della terza emanazione di Brahaman, tu sei una figlia di Brahma”. Proseguì l’Orologiaio: “Tuo padre Brahma non ha mai voluto partecipare all’eterna guerra tra Vishnu e Shiva, ha sempre pensato che prima o poi avrebbero distrutto tutto e si sarebbero anche distrutti tra loro, Brahma è il costruttore, Brahman ha lasciato a lui il potere della creazione e Brahma ha generato le scintille. Alcune come te la posseggono altre possono averla raggiungendo la fiamma di Emphatia”. Finii io dicendo: “Vishnu e Shiva hanno utilizzato il programma del reset per farti dimenticare chi sei e ti hanno programmato una vita il più dissoluta possibile per farti guadagnare l’inferno e poterti controllare. Al momento buono avrebbero sfruttato il tuo potere per i loro scopi ma fino ad allora la tua residenza secondo i loro piani è l’inferno. Useranno con ogni mezzo per riportartici”.

Capitolo 02 - Kalki incontra l'Orologiaio, il Viandante e Korvo Korvo_edited.jpg

Ci fu un attimo di silenzio poi Kalki scosse di nuovo il capo e disse: “ma voi siete fulminati, chissà cosa c’è in quelle sigarette” disse guardando il Viandante, proseguì indicando l’Orologiaio “e tu quanti ne bevi di quelli” io ho sperato di cavarmela ma non fu così…: “…e poi un gufo che parla…”

Riprese il cammino verso dove non lo sapeva neppure lei, ma il sentiero conduceva da una parte sola, a sud-est. Poi avrebbe trovato la biforcazione per andare dalla Chiaroveggente o raggiungere un varco che ancora non si sapeva dove avrebbe portato.

Decidemmo di prenderci del tempo e studiare un altro piano per farle capire l’importanza del suo viaggio.  Era inutile sperare che leggesse ‘Nothing: The Book’, anche se lo aveva scritto il suo amico era talmente pieno di cose incomprensibili che si sarebbe addormentata dopo un minuto. Dovevamo farle vedere le cose, portare la sua essenza all’inizio dei tempi, farle vedere la sua nascita, farle trovare suo padre, forse in quel caso avrebbe capito. Non era un compito facile e soprattutto nessuno di noi tre aveva questo potere. Noi no, ma gli Sciamani sì. Dovevamo portarla dagli Sciamani, loro avrebbero potuto scalfire quella muraglia che le avevano costruito nella mente che le impediva di vedere le cose.

Book - Korvo per book_edited.png

Non erano lontani gli Sciamani, per arrivare da loro bastava andare dritto nel sentiero evitando sia il Portale che la Chiaroveggente, il problema è che gli Sciamani sono invisibili, hanno nascosto il loro frammento di Metaverso agli occhi di tutti, solo con una forte spiritualità li si può percepire ma solo se loro sono d’accordo li si può raggiungere. Tutto si può dire meno che in questo momento Kalki avesse consapevolezza della sua spiritualità. Il colpo di genio venne al Viandante: “Assenzio!” disse, bisogna provare con “Assenzio e Laudano”, i Viaggiatori grazie a quello hanno raggiunto la frequenza per poter entrare in contatto con gli Sciamani. Fui io ad andare a prendere l’Assenzio e il Laudano dagli Sciamani per i Viaggiatori e fui ancora io a volare adesso dagli Sciamani per prendere la Fata Verde per Kalki. Poi bisognava trovare il modo di fargliela bere. Mentre io viaggiavo verso il villaggio degli Sciamani il Viandante e l’Orologiaio seguivano Kalki a distanza per essere sicuri che non deviasse dal sentiero.

Book - Korvo per book_edited.png

Kalki camminava decisa senza voltarsi indietro, era evidente che non aveva la più pallida idea di cosa dovesse fare. I Demoni volevano questo, volevano che Kalki dopo ore, giorni, settimane o mesi perdesse la fiducia e si perdesse nei meandri del secondo quadrante del Metaverso per indurla al peccato e riportarla all’inferno.

Kalki raggiunse il crocevia. Non c’erano cartelli che indicassero qualcosa, solo un sentiero che andava a nord, uno a sud e il sentiero principale che proseguiva dritto. Vedemmo Kalki fermarsi e prendere il Maplet. Il Maplet non poteva esserle di aiuto perché non sapendo lei il suo scopo non poteva neanche sapere quale sentiero seguire. La vedemmo indecisa, poi prese un bastone che aveva trovato per terra, lo lanciò in aria e lo osservò mentre cadeva. Quando il bastone cadde a terra la suo punta indicava il sentiero verso sud, cioè verso il Portale ancora misterioso. Kalki seguì quell’indicazione. Ora i problemi erano aumentati, bisognava anche riportare Kalki sul sentiero principale. Nel frattempo io tornai con una bottiglietta contenente una miscela di Assenzio e Laudano. Avevo un ottimo rapporto con gli Sciamani, non dovetti neppure chiederlo, trovai il preparato in una bottiglietta da 33 cc già pronto all’ingresso del loro villaggio. Continuavamo a seguire tutti e tre Kalki la quale una volta presa la decisione non si voltò neppure una volta proseguendo il suo cammino con la stessa convinzione di prima. Sembrava non avere dubbi, io volai oltre Kalki per vedere se ci fosse qualche pericolo, sapevo bene che i demoni la cercavano e in questo tratto di strada è abbastanza facile essere individuati, non ci sono variazioni, la strada è tracciata. Allora lo vidi, questa volta non sembrava un Demone, aveva più l’aspetto di un Arcangelo, ma come ormai sappiamo la differenza sta solo nell’agire, i loro fini sono gli stessi. Beh, almeno l’Arcangelo probabilmente non avrebbe usato violenza ma avrebbe tentato di circuirla. Lo vidi mentre faceva rientrare le ali per assumere una fisionomia più umana. Salì su una moto di grossa cilindrata e la guidò nella direzione dove avrebbe incrociato Kalki. Io seguii l’Arcangelo motociclista, non era distante da Kalki tra breve avremmo saputo le sue intenzioni. Quando raggiunse Kalki si fermò, non spense la moto e disse una frase molto banale per il ruolo che ricopriva: “Cosa ci fa una bella ragazza come te in questo disgraziato quadrante?”. “Devo portare la merenda alla nonna!” rispose Kalki senza nemmeno fermarsi. Lo oltrepassò costringendolo ad una manovra senza un briciolo di stile. L’Arcangelo non aveva nessuna intenzione di mollare il colpo e disse dopo aver girato la moto nella stessa direzione di Kalki: “Ovunque tu vada con me ci metterai un infinito di tempo in meno”. Kalki rispose sempre in maniera molto semplice ma risoluta “a me piace camminare…” poi aggiunse: “…da sola!”. “Avrai fame..” ipotizzò l’Arcangelo ad alta voce proponendo un invito molto allettante in questo momento: “proseguendo su questo sentiero arriverai ad un Portale ma ci vorranno almeno due giorni di cammino e non ci sono ne alberghi ne ristoranti, il quadrante Nothing è praticamente solo struttura precostruita, ci vivono pochissime anime, ma se vieni con me ti posso portare alla Locanda, un ristorante per pochi, la gente comune non è ammessa e con me sarai trattata da Regina”. Non capiva proprio niente quest’Arcangelo, usava un approccio che non avrebbe funzionato nemmeno con una sciacquetta del Mondo Cardine, figurarsi con Kalki. Forse non era un Arcangelo, ma solo un Angelo di bassa leva che voleva guadagnarsi punti portando Kalki da Zadkiel. “Sono a dieta!” rispose Kalki, "cammino proprio per perdere qualche chilo”. Era una fesseria talmente grande che avrebbe irritato chiunque, Kalki era molto magra e non aveva certo nemmeno un grammo di troppo. Però aveva fame e l’invito era molto allettante. Chissà se l’Angelo avesse insistito se fosse riuscito a convincerla ma non ci è dato saperlo, l’Angelo semplicemente disse: “va bene, come vuoi”. Rigirò la moto e se ne andò.

Book - Korvo per book_edited.png

Gli Arconti o gli Arcangeli non potevano usare la forza per prendere Kalki perchè Kalki in questo momento stava seguendo un percorso ed aveva la protezione delle anime di luce. I Demoni potevano tentarla, indurla all’errore, distrarla, anche spaventarla ma non le potevano togliere la scelta perché questa era una prerogativa per chiunque decidesse di intraprendere il viaggio per Nothing. Ovviamente questo Kalki non lo sapeva, come non sapeva che aveva appena avuto a che fare con un servo di Zadkiel. Raggiunsi Kalki. Quando mi vide fece l’espressione di chi incontra chi non ha la minima voglia di incontrare e disse: “Ancora tu?, ma mi lasci in pace”. Incominciai a rivalutare il Sig. Mah, una peggio di questa era impossibile trovarla. Decisi di tentare da solo la carta dell’Assenzio. Sì, era una buona idea, in fondo sembrava acqua e menta, la colorazione verde del liquore giocava a mio favore, se riuscissi a farglielo bere forse qualche sovrastruttura nella sua mente potrebbe infrangersi. Dovevo agire d’astuzia, non potevo certo chiederle se aveva sete, mi avrebbe trattato peggio dell’Angelo, dovevo fare in modo che fosse lei a chiedermelo. Feci il gesto di berne un sorso molto generoso, poi lo tappai e volontariamente lo lasciai cadere per terra. Era una bella bottiglietta da 33 cc, avrebbe steso un elefante se lo avesse bevuto alla goccia, Kalki era magrina, molto stanca e non aveva mangiato dall’uscita del Portale Purgatorio, aveva cenato con un solo panino al salame. Probabilmente un solo sorso sarebbe bastato. “Cosa è quello?” chiese Kalki quando vide la bottiglietta per terra. “Niente che ti riguarda!” risposi risoluto. Mi avvicinai alla bottiglietta di Assenzio e Laudano per prenderla. “Disseta?” chiese Kalki. A quel punto avevo già vinto ma forse un po’ del carattere del Sig. Mah lo avevo anch’io, non risposi di ‘sì’ come sembrerebbe ovvio ma risposi: “Assolutamente no, serve a quelli come me per meditare”. “E’ alcoolico?” chiese Kalki. Nel frattempo il Viandante e l’Orologiaio si stavano avvicinando. Feci loro cenno di fermarsi e risposi a Kalki: “certo che no, è solo una bevanda per noi ‘Gufi’. “Ma tu sei un Corvo non un gufo” replicò Kalki. “Menomale” dissi io: “prima mi avevi chiamato Gufo”. “Posso assaggiarlo?” chiese Kalki. Ora avevo stravinto, me lo aveva addirittura chiesto lei, ma non mi bastava ancora. Doveva berne una bella sorsata, un goccetto avrebbe potuto non bastare. Allora le dissi: “Non è alcoolico, ma è molto forte, ha dentro sostanze che non conosci, prendine solo un goccio”. Naturalmente contavo sul fatto che prima mi avesse visto simulare di berne in quantità”. “Tranquillo” disse, lo voglio solo assaggiare.

Book - Korvo per book_edited.png

Ne diede una sola sorsata, fu sufficiente, le sue intenzioni erano ben altre. Rimase bloccata e senza respiro con gli occhi spalancati e la bottiglietta in mano per almeno dieci secondi. Poi crollò. Il Viandante fece a tempo a prendere la bottiglietta e l’Orologiaio riuscì ad evitarle una pesante caduta per terra accompagnando il suo corpo molto lentamente.

 

Il Viaggio di Kalki

Era luce. Non era una luce generata da un sole o da una stella infuocata, era  luce pura. Non abbagliava, non infastidiva, era come se la cullasse. Lei non si trovava nel perimetro illuminato da quella luce, lei, Kalki, era parte di quella luce. Energia pura. Esisteva un paesaggio, ma non è possibile descriverlo e anche la definizione stessa di paesaggio è fuorviante, bisognerebbe inventare una parola, ma anche conoscere una lingua in grado di generare e pronunciare quella parola per definire il luogo dove si trovava adesso Kalki.

Dove era finita?, in quale assurdo posto si trovava? un attimo prima era con quei tre strani personaggi e ora? Dove si trovava ora?

Non aveva niente con se, naturalmente nemmeno il suo corpo, era essenza pura, non camminava, fluttuava tra le particelle del vento. Percepiva migliaia di presenze simili a lei, ne sentiva l’appartenenza come se fossero una cosa sola. Volteggiava in quello spazio indefinibile, le sensazioni che provava erano di pace assoluta, non aveva bisogno di niente. Poi finalmente ricordò qualcosa. Lei era nata in quel posto, ma non ‘nata’ come noi intendiamo ‘nascere’, lei era stata generata, creata da un’entità superiore. Appena comprese questo tutto cambiò: il tempo volse il suo scorrere al contrario e iniziò a correre all’indietro e ancora indietro, talmente indietro che incontrò il suo inizio, il punto dove il lui, il Tempo, ha iniziato a scorrere. Kalki vide Brahman generare la Trimurti, la sua triplice emanazione. Brahman era l’Origine, l’entità iniziale, fonte di energia e pensiero puro. Brahman era il Dio Creatore. Generò prima Shiva, il distruttore, dopo Vishnu, il protettore e infine il suo prediletto, il Dio Costruttore: Brahma. La fonte creatrice è indefinibile a parole, come detto è qualcosa che assomiglia al pensiero, per dare un’immagine del tutto semplificata possiamo dire che fu il pensiero di Brahman a generare la Trimurti e assieme ad essa tutto l’universo. Distribuì nel creato parte della sua essenza in modo da seminare la vita, una vita autonoma, autogenerante ma sempre in stretta relazione con il pensiero dell’Origine. Shiva e Vishnu erano consapevoli che la loro stessa esistenza era vera solo grazie all’energia vitale contenuta nel pensiero di Brahman. Questo li rendeva furiosi. Entrambi volevano essere divinità pure e autosufficienti ma ovviamente, senza la scintilla, questo non era possibile. Kalki vide un frammento di eventi che si erano compiuti all’inizio dei tempi, in quel frammento vide la sua nascita. E anche la nascita di altre migliaia di scintille come lei. Duecentoquarantaquattromila Scintille che Brahma ha generato e distribuito nell’universo. Shiva e Vishnu abbandonarono quel luogo alla ricerca della vita eterna nascosta nelle scintille generate da Brahman, ma Brahma non li seguì, non ne aveva bisogno. Quel luogo si chiama Wahnfried, illusione e follia e proprio lì, a Wahnfried le scintille iniziarono la propria esistenza iniziate da Brahma. Shiva generò gli Asura e Vishnu i Deva, semidei al loro servizio per devastare mondi alla ricerca dell’Amrita, la vita eterna. Ma l’Amrita sta nascosta nella Scintilla e le Scintille sono l’emanazione di Brahma. Per proteggere le sue Scintille Brahma ha nascosto anche a loro stesse l’essenza che le caratterizza nascondendo quindi anche a loro stesse chi sono veramente.

Ma la Scintilla questo lo avverte, sa che ha qualcosa di differente, quel qualcosa la rende unica e creativa, un’Artista, un Cuore Sanguinante, certo, o anche altro e Lei, la Scintilla non può fare a meno di seguire questo istinto, di ricercare se stessa sempre e ovunque. Con qualunque mezzo. La Scintilla imprigionata in un corpo non muore con la morte del corpo, ma si rigenera in un altro corpo, purtroppo però perdendo la memoria dei ricordi della vita vissuta. Il famoso programma ‘reset’, che azzera tutto ad un nuovo inizio. Ma ora qualcosa sta cambiando ed è giunto il tempo che le scintille acquistino consapevolezza, l’essere umano animico ha bisogno di loro. Il compito della Scintilla è quello di testimoniare l’esistenza di un mondo diverso e migliore, dove le catene dei manipolatori non sono neanche immaginate. Per fare questo deve trasmettere la propria conoscenza agli Artisti e ai Cuori Sanguinanti che con l’aiuto dei Dissidenti e dei Liberi pensatori la possano diffondere.

​

Con la Musica, con la Poesia, con l’Immagine.

Capitolo 02 - Wahnfried.jpg

Kalki riaprì gli occhi che si trovava ancora nel sentiero che portava al Portale Sconosciuto insieme ai tre strani personaggi. La sua espressione era assai diversa. Si mise seduta, provo a riordinare i suoi pensieri. Fece per dire qualcosa ma la anticipò l’Orologiaio. “Kalki” disse “nemmeno noi possiamo comprendere quello che tu sei e quello che tu hai visto, ma sappiamo che il tuo viaggio inizia adesso”. L’Orologiaio prese un blocchetto e una penna dal suo borsello e proseguì dicendo: “tieni, scrivi tutto, fai un diario e aggiornalo costantemente per non correre il rischio di dimenticare nuovamente. Scrivi le cose che hai visto e le cose che vedrai. Non so se questa penna viaggia sempre dritta, non so nemmeno se esistono le curvature del tempo, ma so, noi sappiamo, che tu esisti e che dal tuo operato dipenderà la salvezza del mondo”. Così dicendo consegnò la penna e il blocchetto a Kalki. Kalki mise il diario e la penna borsino per poi riprenderli quasi subito. Scrisse una prima cosa:

Il Diario di Kalki.jpg

Dal Diario di Kalki (Parte 1)

Wahnfried.

Book - Korvo per book_edited.png
Book - Korvo per book_edited.png
Book - Korvo per book_edited.png

Ripose blocchetto e penna nella borsina e tirò fuori la mappa. Una linea gialla segnava tutto il percorso che Kalki aveva fatto nel quadrante Nothing, ma la cosa veramente importante era che il portale sconosciuto posizionato in alto a destra del secondo quadrante adesso aveva una destinazione: ‘Portale per Wahnfried accesso riservato’. E un altro quadrante acquisì fisionomia e nome: ‘Wahnfried, Illusione e Follia’.

Cap02 - Quadrante 2 - Nothing -Nothing by Korvo.jpg
Cap02 - Metaverso Globale Nothing by Korvo.jpg

Il Crollo di Kalki (Pt 1)

Kalki si alzò in piedi, era anni luce distante dalla Kalki di pochi minuti prima, della Kalki che sbeffeggiava l’Angelo e se la rideva di noi tre. Aveva lo sguardo assente, forse stava cercando di realizzare chi fosse veramente. Era una cosa troppo grande per lei. Il reset le aveva nascosto tutto. Sperò di aver sognato, ma non era così e lo sapeva bene, aveva viaggiato in un quadrante del Metaverso inaccessibile a chiunque, il quadrante riservato alle divinità. E aveva saputo. Aveva saputo chi fosse veramente. Una serie di immagini affollarono violentemente la sua mente. Immagini confuse e sovrapposte, erano immagini della sua vita nel Mondo Cardine, vide tanti uomini intorno a lei, poi vide se stessa con una siringa in mano e del sangue scivolare a terra. Tutto scorreva velocemente, i suoni si sentivano ovattati con strani echi inquietanti. Improvvisamente tutto rallentò, come una slow-motion. Il volume dei suoni si era amplificato fino a diventare insopportabile. Risate, urla, gente che parlava. Bottiglie di whisky e rum. Poi ancora lei che rideva, sì, rideva mentre raccoglieva da terra quell’ultima sporca siringa. Era un tuono, o una bomba potentissima a introdurre l’immagine seguente, era ancora più reale e violenta: arrivò questa volta prima il dolore, la sua carne viva che bruciava tra le fiamme dell’inferno, e centinaia di anime dannate sottoposte dai demoni a sofferenze atroci. Le immagini cambiarono ancora, e per un attimo vide se stessa mentre fuggiva dall’inferno, rivide la ragazza dal costumino nero che correva fuori dall’inferno, forse era un lieve sospiro di sollievo, e invece no. Dal nulla si materializzò il Vecchio Lupo Bianco del Baro che la azzannò nel torace trascinandola  bruscamente e dolorosamente di nuovo tra le fiamme dell’inferno.

Capitolo 02 - Kalki dopo il Viaggio a Wahnfried.jpg

Quello che vedemmo noi era una ragazza che camminava lentamente e senza sapere dove stesse andando. Sembrava sotto ipnosi, lo sguardo allucinato e fisso di fronte a se. Era chiaro che la sua essenza si trovava completamente da un’altra parte.

 

Il Crollo di Kalki (Pt 2)

Poi qualcosa cambiò. L’ultima immagine brutta che vide era quella di Zadkiel che le prometteva un ministero all’inferno se fosse riuscita a circuire il Sig. Mah e poi tutto si dissolse. Notte, solo uno sfondo azzurro scuro e il silenzio. Poi, piano piano il rumore che fa l’acqua di un fiume che scorre. Lo sfondo azzurro scuro iniziò a confondersi in variegate sfumature di blu e turchese fino a diventare l’acqua del fiume che sentiva. Il soffio del vento e qualche uccello notturno che aveva qualcosa da dire finirono di dare il contorno a questa immagine. Poi, oltre al fiume, la casina con le finestre che sembravano disegnate da un bambino. Vide il ponte e vide due figure attraversarlo, una era il Sig. Mah, l’altra era la ragazza senza nome, quella ragazza che a breve si sarebbe chiamata come nessun altro al mondo avrebbe mai potuto chiamarsi: Kalki.

Book - Korvo per book_edited.png

In quel momento vedemmo le sue labbra rilassarsi in qualcosa che si poteva definire sorriso. Forse questo viaggio mentale che possiamo chiamare incubo era finito.

Kalki smise di camminare, si fermò che era ad una decina di metri da noi, si girò, ci sorrise e riacquistando pienamente coscienza di se disse: “Io sono Kalki, figlia di Brahma, e ora sono tutti cazzi loro!”.

Poi svenne.

Denise_edited.png
Sfondo.jpg
bottom of page