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Emphatia 1809

Emphatia 1809 - Bruno Mah
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Libro 1: Bianca Faccia

Mondo di Mezzo, 21 Febbraio 2022

Crepuscolo

Erano più di sei mesi che i mondi si erano consolidati in questo unico mondo senza luce, senza luce vera, quella che ti illumina l’anima.

Il Sig. Mah appallottolò la lettera di Korvo e la posò sul tavolino, diede l’ultimo sorso al suo torbato e si alzò. Sapeva bene cosa doveva fare, ma non sapeva affatto a cosa stava andando incontro. L’Antico Porto era adesso la sua meta, l’Antico Porto, il luogo dove aveva vissuto il consolidamento dei Mondi, il luogo dove per Lui e per la Resistenza tutto era finito

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ma anche il luogo dove tutto poteva ricominciare. Si incamminò a passo lento, ancora un po’ di tempo lo separava dall’appuntamento con il destino, sapeva che giunto all’Antico Porto avrebbe dovuto fare quello che sempre in questi viaggi aveva fatto. Aspettare. Aspettare l’evento, saperlo cogliere e capire quale era la strada che probabilmente qualcun altro aveva tracciato per lui. Non si mise le cuffiette come era solito fare, questa volta voleva ascoltare tutti i suoni e i rumori che in quel momento e in quella dimensione la Zona Storica riproduceva. Voleva respirare quell’aria, ascoltare anche il profumo che diffondeva. Nulla, l’aria era asettica, i suoni che il vento portava erano ovattati e privi di energia, quello che gli occhi vedevano era sbiadito. Era un mondo fermo, senza anima, senza futuro. Faceva abbastanza freddo però, dopotutto era inverno ancora, almeno le stagioni non tradivano le attese, fu contento di essersi messo il giubbotto più pesante.

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Giunse all’Antico Porto, si avvicinò al molo, proprio in prossimità del varco da dove parte il ponte che porta alle Cattedrali di Bergderbil. Lo stesso ponte che in un Mondo che non c’è più portava anche alla Tana, il rifugio dei Dissidenti, degli Artisti, dei Liberi Pensatori. Dei Cuori Sanguinanti. Un velo di tristezza si manifestò con un luccichio negli occhi, forse una lacrima, forse solo il vento. Non era sicuro di rivolerlo quel mondo, certo, rispetto ad ora era il paradiso, ma la costante stretta che i Manipolatori davano già da decenni alla vita reale stava trasformando quel mondo in qualcos’altro, lentamente ma inesorabilmente. Gli spazi per chi voleva vivere la vita al di fuori del reticolo erano sempre più stretti e la cosa drammatica era che quasi nessuno se ne accorgeva. Avevano già vinto i Manipolatori, era questo il pensiero che aveva il Sig. Mah, avevano già vinto ma hanno voluto accelerare le cose. Perché? Era questa la domanda ancora senza risposta che ristagnava sempre più concretamente nella sua testa.  Sapeva che la risposta, sempre che una risposta ci fosse, l’avrebbe trovata più avanti. Come sempre del resto no?

Guardò l’ora. 23,50. Mancavano cinque minuti. Cinque minuti a cosa? Decise di non fare ipotesi, ma istintivamente col pensiero tornò a quel 31 di Luglio 2021 quando si trovava esattamente nello stesso posto. Esattamente alla stessa ora. Ricordò un’onda gigantesca, alta come mille cattedrali di Bergderbil posizionate una sull’altra, quell’onda che assieme ad altre stava cavalcando i mari di tutti i mondi conosciuti.

“Cosa è successo dopo? Non lo ricordi più Sig. Mah? Davvero non lo ricordi più? Forse per questo sei condannato a riviverlo, a rivivere tutti i momenti appartenenti al Mondo di Mezzo per arrivare consapevoli al Mondo di Dopo, al Mondo che apre le porte al viaggio più importante, quello verso il Mondo Nuovo. Il vero Mondo Nuovo. Riacquisire la coscienza per poter arrivare ad Emphatia!”.

Chi aveva parlato nella mente del Sig. Mah?, bella domanda, questa volta non si era manifestato, e il tono di voce, come spesso succede era irriconoscibile, poteva essere Korvo, certo Korvo… ma anche l’Oracolo. Anche l’Oracolo aveva le capacità di parlare nella mente del Sig. Mah. E in aggiunta a quest’ultima considerazione si può dire che non ci sia nessun motivo per Korvo di non mostrare il suo aspetto, ma la stessa cosa non si poteva dire per l’Oracolo. Ancora l’Oracolo non si era mostrato. Il Sig. Mah prese la trecentotrentaquattresima carta dal portafoglio per vedere se fosse apparso un volto, o una qualunque altra cosa, era una carta magica quella, mostrava le cose. Niente, sempre l’avvoltoio in volo.

Rimise la carta nel portafoglio, guardò ancora l’ora. Nello stesso istante nel quale posò gli occhi sul cellulare per vedere che ora fosse tutto cominciò. O per meglio dire, tutto ricominciò.

La Terra iniziò a tremare, il cellulare mostrava un’ora sempre meno definita: i numeri che in questo momento indicavano le 23,55 iniziarono a frammentarsi per poi consolidarsi di nuovo ma molto più evidenziati, anche ingranditi direi. Cambiarono colorazione, da azzurro tenue diventarono rosso fuoco ed iniziarono a cambiare. All’inizio lentamente, le 23,55 diventarono le 23,54, dopo qualche istante diventarono le 23,53, ancora qualche istante e diventarono le 23,52. Il Tempo stava retrocedendo, e l’orologio lo visualizzava come era nelle sue caratteristiche, con i numeri.

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I numeri continuavano a regredire ma in maniera sempre più veloce, sempre più veloce fino a diventare velocissima, quasi impossibile riconoscerli. Cambiarono anche i mesi, da febbraio a gennaio, poi dicembre e a questo punto cambiò anche l’anno, da 2022 a 2021 e poi di seguito, uno dietro l’altro Novembre, Ottobre, Settembre, Agosto… a questo punto il cronometro iniziò a rallentare, riapparve visibile l’ora e il mese. Arretrò ancora un po’ fino a stabilizzarsi, anche nel suo apparire. Di nuovo la colorazione azzurra mostrava l’ora e la data. Erano le 23,55 del 31 di Luglio 2021.      

 

L’Onda

Silenzio, il Silenzio Intero. Il Nulla. Era tutto fermo. Immobile, come se il tempo si fosse fermato. Non un suono, non un rumore, non un alito di vento. L’orologio del cellulare era fermo. Nemmeno i secondi si muovevano. Non era come se il tempo si fosse fermato, il Tempo si era fermato.

Non c’era più il freddo, non c’era più la luce. Era un’oscurità innaturale che avvolgeva quel momento, un’oscurità che però non impediva al Sig. Mah di vedere. Di vedere e di percepire.

Fu in quel momento che la vide, o per meglio dire, la rivide.

Era l’Onda, l’Onda gigantesca che avrebbe segnato la frattura nel mondo, che avrebbe stabilito il punto di non ritorno.

Era altissima, imponente. Si trovava immobile ad almeno 500 metri dal molo. Bloccata nel suo incedere dal Tempo. Dal Tempo che non scorreva, dal Tempo che doveva ancora ripartire.

Era come guardare un dipinto, un dipinto tanto magnifico quanto impossibile. Impossibile perché non era un dipinto, era semplicemente il Tempo che stava ritornando, ma che doveva ancora iniziare a muoversi.

Ĉar nur kreante nenion,

ni havos la spacon por konstrui vivon,

sonĝojn, esperojn.

Tiutempe nenio plu ne ekzistos!

Un sorriso apparve dal volto del Sig. Mah, un sorriso che era per accogliere la consapevolezza che non era ancora finita, che la magia non era morta, che i Manipolatori avevano poco da festeggiare, perché non avevano affatto vinto. Perché tanti non si erano piegati, anzi, avevano acquisito ancora più coscienza e più forza, avevano imparato a distinguere e a distinguersi, avevano imparato a riconoscere la menzogna. Avevano trovato la consapevolezza di se stessi. Grazie Manipolatori per il servizio, grazie mille… se non ci avete piegato ora, non ci piegherete più, da oggi, 1 agosto 2021, impiegheremo il nostro tempo per cercarci, per unirci e per distruggervi. Sapremo trovare il percorso, dimenticate pure la nostra anima, tenetevi quella dei più, di quelli che hanno obbedito… ah ma quelli l’anima non ce l’hanno… cazzi vostri.

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Questo più o meno era il pensiero del Sig. Mah mentre si godeva quel lasso di tempo sperduto in un intermezzo di tempo che non esiste perché ancora bloccato. Non sapeva quando, e soprattutto se, il tempo sarebbe ripartito, ma l’istinto gli suggeriva che sarebbe ripartito al momento giusto. In quella strana scenografia mista tra il surreale e l’apocalittico il Sig. Mah si allontanò dal molo e si mise a camminare nei pressi dell’Antico Porto per vedere se c’erano altre persone o entità esenti dal Fermo-Temporale.

Vide solo zombie mascherati e Agenti bloccati e altre situazioni che in condizioni normali non avrebbero nulla di strano ma in quel contesto apparivano estremamente surreali. Uccelli bloccati nel volo, un pallone sospeso a mezzaria con alcuni bambini (per fortuna senza museruola) fermi nei loro movimenti e altre cose simili.

Fu in quel momento che vide qualcosa muoversi. Era una figura umana che stava dipingendo qualcosa su una tela nello stesso punto dove pochi istanti prima si trovava il Sig. Mah. Dal molo dell’ Antico Porto, di fronte alla gigantesca Onda ancora immobile.

Il Sig. Mah si avvicinò alla figura e vide che era proprio nell’intento di dipingere qualcosa. Il Pittore esente dal blocco temporale era posizionato proprio di fronte all’Onda e cosa stava facendo?.. la stava dipingendo!

“Le hai chiesto di mettersi in posa?” chiese scherzosamente il Sig. Mah non avendo ancora riconosciuto il misterioso pittore, anche perché era avvolto in un mantello con un cappuccio che non permetteva di capire nemmeno se fosse maschio o femmina. Il Pittore non rispose e continuò nella sua opera come se nessuno gli avesse chiesto nulla.

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Il Sig. Mah affiancò il Pittore e osservò il dipinto. Era stupendo, aveva colto l’Onda nella sua immagine e nella sua essenza alla perfezione. Sembrava quasi finito, o almeno, al Sig. Mah sembrava quasi finito se non finito. Il Pittore staccò il pennello dalla tela, allontanò il volto dal quadro e sempre con lo sguardo rivolto al dipinto disse: “Ecco, ci siamo quasi…”. Il Sig. Mah guardò l’Onda reale e l’Onda che stava nel dipinto, non vedeva alcuna differenza, perfino nei più piccoli dettagli, le sfumature dei colori, le gocce, gli schizzi, era praticamente una fotografia.  

“Manca ancora una cosa” disse il Pittore, “la cosa più importante. Manca l’Anima!”. A quel punto il Pittore si alzò e tirò indietro il cappuccio rendendosi riconoscibile.

“Dannata Strega!!!” esclamò il Sig. Mah “come sono contento di vederti!” proseguì.

Sorrise anche la Strega-Locandiera per niente sorpresa di trovare il Sig. Mah.

“Sembra che tu ci stia a ‘pennello’ in questo frammento di tempo e di spazio sperduto” disse il Sig. Mah alla sua amica strega. “Certo” rispose la Strega, “io qua posso tracciare i confini, qua posso aprire le porte ai tempi passati e vedere i possibili futuri, li posso disegnare”.

 

La Strega-Locandiera-Pittrice

“Ti mostro una cosa Sig. Mah, guarda attentamente il dipinto e guarda ciò che rappresenta: l’Onda. Trovi differenze?” chiese la Strega-Locandiera. Osservò attentamente il Sig. Mah, ma il dipinto era una copia perfetta, un’autentica fotografia nel suo più piccolo dettaglio. In questa cosa indubbiamente il Sig. Mah apprezzava la bravura e la tecnica della Strega-Locandiera, ma non poteva non notare l’inutilità nel fare una copia perfetta di qualcos’altro, a quel punto basterebbe una fotografia e si otterrebbe lo stesso risultato. Questo era il pensiero del Sig. Mah, il quale però nello stesso tempo sapeva che qualcosa gli stava sfuggendo. Qualcosa di importante. Molto importante.

Sorrise ancora la Strega-Locandiera e disse “So bene a cosa stai pensando, ma ti sbagli, e ora lo vedrai. Osserva bene, guarda ancora il dipinto e guarda l’Onda… sono uguali, è vero, direi identici… questo è impossibile, eppure lo sono”.

La Strega-Locandiera riprese il pennello e lo avvicinò al dipinto e mentre disegnava disse: “Osserva l’Onda!”.

Il Sig. Mah volse lo sguardo verso l’Onda ancora immobile. Quello che vide sarà il primo seme, l’embrione, di tutto quello che l’essere umano potrà essere in grado di fare quando riuscirà a trovare la sua essenza.

Dal nulla, oltre l’onda, sospeso tra il mare e il cielo, quasi in dissolvenza apparvero due enormi occhi, Veri. Vivi. Mancava ancora qualcosa diceva pochi istanti prima la Strega-Locandiera, mancava l’Anima. Eccola l’Anima, due occhi che vedono, due occhi che indicano la via, che permettono anche a noi di vedere.

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Quell’immagina era stupenda, l’onda gigantesca con due occhi che incombevano da dietro. Erano gli occhi di Vishnu? O erano gli occhi di Brahma? Non importa, al momento non importa proprio. Quello che conta è che quando il tempo ripartirà quell’Onda gigantesca non distruggerà casualmente tutto, ma creerà le condizioni per poter proseguire il viaggio.

Il Sig. Mah staccò a fatica lo sguardo dall’Onda e lo riversò sul dipinto. La Strega aveva dipinto quegli occhi, e quegli occhi erano apparsi. La Strega aveva dipinto l’Onda, e l’Onda era stata creata.

“La verità è custodita dentro di noi!” disse la Strega-Locandiera, “La verità è sepolta dentro di noi!” affermò la Strega Locandiera. “Noi dobbiamo cercarla li, è quello il percorso da seguire!”.

“Appena sigillerò il dipinto con la firma il tempo ripartirà, l’Onda avvolgerà il mondo conosciuto, quello consolidato secondo i voleri dei Manipolatori ma nello stesso tempo aprirà la strada a quelli come noi. Segui il percorso Sig. Mah, seguilo fino alla fine del Mondo di Mezzo, quando la terza ed ultima guerra sembrerà ai più l’unica soluzione. Allora Emphatia sarà la speranza, Emphatia potrà essere la salvezza per tutti quelli che vogliono essere salvati. Per quelli che meritano di essere salvati”.

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La Strega-Locandiera avvicinò il pennello alla tela e scrisse tre sillabe. Una lettera e due numeri. La lettera era la ’V’ e i numeri erano 2 e 3. V23.

La Terra riprese a tremare, l’Onda iniziò ad avanzare, il Vento dimostrava inequivocabilmente la ripartenza del Tempo. Gli Zombie mascherati si voltarono verso l’onda senza vederla. Ma l’Onda c’era, eccome se c’era e avanzava compiendo spietatamente il suo lavoro. Stava segnando definitivamente la linea di confine tra quelli che volevano essere governati e quelli che volevano essere liberi. Avanzava, senza indugio. Era una forza energetica immensa, raggiunse il molo in pochi istanti e attraversò anime e coscienze di tutti gli esseri appartenenti a questo mondo fasullo. Non ebbe esitazione. Da questo momento in poi il Mondo Consolidato Conosciuto sarebbe stato diviso in due. In due, e non era destra o sinistra, e nemmeno  fascista o comunista… era da una parte quelli che potevano e volevano vedere e dall’altra parte quelli che proprio non volevano o non potevano vedere. Non era questione di Q.I. era solo una questione di anima. Quelli che l’Anima ce l’avevano e quelli che non ce l’avevano.

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Il Mondo di Mezzo: La Ripartenza

Una calda brezza estiva arrivava dalle acque salate di Bergderbil, era appena passata la mezzanotte, e il calendario segnava la nuova data: 1° Agosto 2021. Il Sig. Mah si trovava al molo dell’Antico Porto in uno stato molto simile a qualcuno che si è appena svegliato da una bella dormita. Ma non aveva dormito, era semplicemente l’ennesimo passaggio dimensionale tra un mondo ed un altro. Il Mondo Cardine che si trovava nel drammatico momento del possibile inizio della terza guerra e la dimensione surreale dove il Sig. Mah si trovava adesso quando le cose dovevano ancora succedere. Ricordava bene il Sig. Mah le parole di Korvo, doveva in questo viaggio acquisire le informazioni per poter affrontare il viaggio più difficile. Vabbè, ma ora che si fa? Si disse fra se e se. La Strega-Locandiera era sparita dopo il passaggio dell’onda, di Korvo non se ne sapeva niente, la giornata era bella, calda e soleggiata…

Soleggiata? Ma non era appena passata la mezzanotte?

“Difficile abituarsi vero Sig. Mah?” gli disse qualcosa nella sua testa.

Il Sig. Mah lo ignorò! “Ma sì!” disse tra se e se “un bel Rumetto al Corso-Nero ci sta sempre”.

Come se fosse normale bersi un rum quando ci sono 40 gradi. Come se fosse normale che dovrebbe essere notte fonda e invece splende il sole.

Il Surrealismo può tutto o quasi tutto.

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Il Sig. Mah risalì da San Lorenzo per poi deviare in una delle infinite viuzze che caratterizzano la Zona-Storica. Sembrava tutto normale, cioè il percorso che stava facendo corrispondeva al percorso del Mondo Cardine, si stupì un po’, ma sapeva che qualcosa avrebbe dovuto succedere. Forse aveva disabituato le percezioni all’ascolto in altre dimensioni, forse le cose c’erano ma lui non le vedeva. Effettivamente qualcosa di anomalo c’era: l’intera Zona Storica era completamente deserta. Nemmeno uno Zombie Mascherato. E nessun rumore.

Ricordava bene come era affollato di spettri il Vecchio Mulino quando ancora lui non poteva vederli, e come miracolosamente sono apparsi quando il tempo era giunto. Allora non si preoccupò, continuò il suo percorso fino al Corso-Nero senza neanche troppi pensieri.

Entrò. Era tutto assolutamente normale, tranne il fatto che non ci fosse proprio nessuno. Neppure l’Oste. Ne quello buono, ne quello cattivo. Ma c’erano bicchieri vuoti e bicchieri a metà sia sul banco che sparsi tra i tavoli. Sembrava una sceneggiatura teatrale già pronta in attesa dei commedianti. I miracoli del Matrix pensò. Si sedette e si versò da solo del rum. Si chiese se era il caso di pagarlo, si rispose che non era necessario, era offerto dalla casa. Se ne versò un bicchiere abbondante allora.

Aspettò. Non sapeva affatto cosa, ma aspettò, ormai sapeva come funzionava. Soltanto quando si mise a suonare si accorse della sua presenza, era un oggetto nuovo, un oggetto inventato dalla sua amica Viaggiatrice, un oggetto che tiene in diretta comunicazione il Mondo Cardine con le altre dimensioni. Era un’antenna nascosta in una colonnina.

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La Colonnina K22 Corso-Nero squillò. Il Sig. Mah premette il pulsante rosso che si trovava sul lato principale della colonnina, era il tasto rosso che accettava la chiamata extra-dimensionale. Un’immagine olografica apparve al di sopra della colonnina, era come un piccolo monitor del tutto simile ad un televisore. Subito era nebbia, ma piano piano, al dissolversi della nebbia due figure apparvero. Una era umana, o così sembrava, l’altra era un dannato pennuto nero che gracchiava. “Meglio tardi che mai” disse il Sig. Mah rivolgendosi a Raven e a Korvo “allora funzionano queste diavolerie che hai piazzato quando io mi facevo il culo” disse un po’ irrispettosamente e dimostrando totale ingratitudine per quel colpo di genio di Raven. “Con tutte le persone che camminano questo e altri mondi proprio te dovevano scegliere per fare questa cosa!” sentenziò Raven. Il Sig. Mah era totalmente d’accordo con questa riflessione.

“Ascolta bene, tu sai perché sei li?” chiese Raven. “Più o meno” rispose il Sig. Mah “Credo per salvare il mondo dai cattivi” continuò ironicamente il Sig. Mah. Raven e Korvo si guardarono perplessi come a dire “… è il meno peggio che abbiamo, accontentiamoci…”

“Provo a spiegarti” continuò Raven “magari registra la conversazione in modo da poterla riascoltare quando avrai dei dubbi sul motivo del perché sei li. Ascolta: ”Non esistono in questo momento dimensioni diverse da quella Cardine esistente, i Manipolatori hanno canalizzato il flusso temporale in un unico Vettore. Il tempo procede dritto senza sbalzi e senza curvature, non lascia spazio alle divergenze, non concede opposizioni. Esiste un unico passato, un unico presente e un solo possibile futuro, il loro. Il periodo attuale del Mondo Cardine dove io e Korvo ci troviamo è lunedì 21 febbraio alle ore 23. Passata la mezzanotte inizierà il Mondo di Dopo e sarà scandito da enormi esplosioni che faranno da apriporta all’immensa forza dei Deva che si contrapporrà al dominio degli Asura. Il Mondo di Dopo secondo il futuro da loro pianificato avrà il suo apice il 5 di maggio quando le forze nucleari metteranno sul campo tutta la loro potenza di fuoco. Sarà un’ecatombe, sarà l’apocalisse”.

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Il Metaverso

“La dimensione dove ti trovi tu non è reale, neanche nella sua irrealtà. E’ un reticolo virtuale costruito di nascosto molto tempo fa. In pratica è solo struttura popolata da Reminiscenze e costruita con frammenti di ricordi. Noi lo chiamiamo ‘Il Metaverso’. Il Metaverso possiede dei varchi, dei veri portali nascosti che possono portare sia in altre dimensioni che in altri punti del Metaverso. Le Reminiscenze che popolano il Metaverso sono frammenti di anima di persone o entità spirituali e possono interagire con te. Dovrai imparare a riconoscerle. Devi stare molto attento, gli eventi che accadono in quella dimensione non influiscono ovviamente sul Mondo Cardine, ma l’anima di chi vi accede può esserne condizionata fino a morirne. Compresa la tua. Troverai le Colonnine sparse qua e la che ti permetteranno di comunicare con me e Korvo. Il tasto rosso, come hai già visto, serve per la ricezione, il tasto verde per la trasmissione e il tasto giallo serve per essere trasportati nella dimensione di provenienza, nel tuo caso sul Mondo Cardine. Le nostre comunicazioni devono essere ridotte al minimo e devono durare pochissimo tempo, in quanto la connessione tra il Mondo Cardine e il Metaverso attiva degli ‘Alert’ per i Manipolatori i quali potrebbero scoprire tutto e distruggere in un attimo il portale da dove comunichiamo e disattivare l’intero Metaverso. Abbiamo inviato alcune Reminiscenze che hanno lo scopo di spiegarti e aiutarti, le troverai nel Metaverso. Adesso devo chiudere, ma ricorda che comprendere come agisce il Tempo e come sfruttare lo Spazio nel Metaverso sarà fondamentale”.

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La trasmissione ebbe termine in quel momento, il Sig. Mah osservò bene la colonnina, individuando facilmente il pulsante verde vicino a quello rosso, ma quello giallo, quello che per lui era il più importante, non c’era.

Cercò meglio, dietro, di lato, sopra, in basso, niente, non c’era proprio. Stava per premere il pulsante verde per riattivare la comunicazione ma nello stesso istante il monitor si riaccese da solo. Dall’altra parte solo Korvo che gracchiando una risata disse in esperanto: “Raven forgesis diri al vi, ke la flava butono ankoraŭ ne sukcesis munti ĝin sur ĉiuj kolumnoj, kelkaj mankas.”. Il Sig. Mah non fece in tempo ad incazzarsi che apparve la traduzione in italiano. Si incazzò ancora di più: “Raven si è dimenticata di dirti che il pulsante giallo non è ancora riuscita a montarlo su tutte le colonnine, a qualcuna manca”. Korvo si dissolse emettendo una malefica gracchio-risata.

 

​La Domatrice di Leoni

La Grande Intuizione

(Il Tempo, La Pestilenza, Il Risultato)

Era solo struttura. Esattamente come nel film di Matrix, solo una struttura dove di volta in volta veniva programmato un frammento di passato con tutti i suoi partecipanti, per poi scomparire. Era impossibile interagire col Mondo Cardine, ed era pertanto impossibile fare qualunque cosa che ne potesse cambiare il drammatico presente. Ma allora perché era li? Raven e Korvo non glielo avevano mica detto. Gli avevano accennato qualcosa su come funzionava quel reticolo virtuale, gli avevano parlato delle Reminiscenze, gli avevano accennato qualcosa sul Tempo e sullo Spazio ma oltre a quello non avevano detto altro. E non poteva nemmeno contare sul pulsante giallo, chissà se e in quale colonnina lo avrebbe trovato.

 

La Deduzione errata del Sig. Mah

“Anche in questo reticolo il tempo bene o male e in maniera totalmente assurda, scorre” pensò il Sig. Mah. Questo gli dava certezza che comunque avrebbe raggiunto l’uscita, ovvero l’entrata nel suo mondo. “Il Tempo nel reticolo va a sbalzi e viaggia più velocemente che nel Mondo Cardine, quindi prima o poi raggiungerò le 23 della notte del 21 Febbraio al Poco- Corretto quando Tam mi porterà il torbato”.

C’era decisamente qualcosa che non tornava in questo ragionamento, per quanto assurdo e surreale fosse il reticolo che avevano creato per rivivere il recente passato, come poteva comunicare con Raven che si trovava nel Mondo Cardine ad almeno 30 minuti in avanti rispetto al momento del suo previsto rientro nel Mondo Cardine?

La risposta è semplice, tutta questa deduzione Sig. Mah è completamente errata. Il Tempo nel Metaverso non scorre affatto, anzi, non esiste proprio. Come non esiste uno spazio reale, se non in alcune zone preimpostate, uno spazio progettato e programmato a livello di struttura da alcuni Esoteristi-Informatici del Mondo-Cardine. Il Metaverso consiste in una struttura fissa (ROM) e una struttura variabile in funzione degli input immessi (RAM). Esattamente come la memoria di un computer. Lo Spazio nella struttura variabile si autogenera in funzione di algoritmi basati sui numeri e sui ricordi. I ricordi possono essere residui di immagini rimaste appese nella mente. Il Tempo e lo Spazio nel Metaverso non hanno ne inizio ne fine.

001 - Episodio 1111 (La Domatrice di Leoni) La Grande Intuizione - Il Tempo, La Pestilenza

L’Inizio del Viaggio

“Me lo avevano detto che sei un po’ duro a volte nel capire le cose”. Disse la giovane ragazza che si trovava in questo momento dietro di lui all’interno del Corso-Nero. “Si dice di te nei varchi reticolari che vedi le cose più complicate, anche quelle che non ci sono a volte, ma le cose che pure i bambini comprendono per te sono misteri irrisolvibili”.

Il Sig. Mah si voltò, e tra tutto quello che poteva immaginare, dopo tutto quello che aveva visto nel viaggio a Nothing, mai e poi mai avrebbe pensato di vedere due enormi leoni ai lati di una bellissima ragazza dentro il Corso-Nero. Il Sig. Mah non si scompose affatto alla vista dei due leoni, era entrato in pieno nel mood ‘everything is possible’ e chiese alla Domatrice di Leoni: “Sei una Reminiscenza?”. “Ah, è così che ci chiamano?, diciamo di sì, sono una Reminiscenza Consapevole, appartengo a quel ristretto gruppo di persone che riescono a viaggiare”.

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“Hanno agito sul Tempo Sig. Mah, Raven e l’Orologiaio lo hanno fermato mentre Tam ti stava servendo il torbato al Poco-Corretto. Non te lo hanno detto vero? Come credi che avresti potuto andare fino all’Ultima Stazione partendo dal Mondo Consolidato dei Manipolatori? Raven e l’Orologiaio hanno dovuto ingannare anche te per poter ingannare i Manipolatori. Il Tempo, nel Mondo Cardine in questo momento è fermo e ripartirà solo quando tu avrai terminato il tuo compito, solo quando tu rientrerai nella dimensione Cardine”.

Le cose si stavano un po’ complicando per il Sig. Mah, aveva bisogno di qualche altro chiarimento. La Domatrice di Leoni gli spiego il funzionamento dello Switch, l’Interruttore.

“Esiste nel Mondo Cardine un Portale molto particolare.” proseguì la Domatrice di Leoni. “E’ un Portale assolutamente segreto, solo Raven e Korvo sanno dove si trova e come arrivarci. Loro ne posseggono le chiavi di accesso ed i codici per attivarlo. Dal Portale loro possono comunicare con te connettendosi alle colonnine che sono sparse per il Metaverso, ma soprattutto, la cosa più importante, possono azionare lo Switch. Lo Switch è l’Interruttore che commuta lo scorrere del tempo, in pratica quando lo Switch è posizionato su Off il Metaverso è disattivo e totalmente invisibile, come se non esistesse, ma quando lo Switch viene commutato su On il Tempo nel Mondo Cardine si ferma, rimane attivo solo il Portale da dove trasmettono Raven e Korvo ma soprattutto si attiva il reticolo dove ci troviamo adesso: il Metaverso.

La Domatrice di Leoni prese un telecomando e accese un Monitor che si trovava posizionato in fondo al Corso-Nero. Il Sig. Mah non ricordava che al Corso-Nero ci fossero televisori, ma non considerò importante questo particolare. Osservò invece quello che il Monitor visualizzava. Era un’immagine statica che mostrava Tam che stava posando sul tavolo il bicchiere di torbato al Sig. Mah. Nel monitor c’era un indicatore che visualizzava il giorno e l’ora: 21 Febbraio ore 23,00.

La Domatrice di Leoni riprese a parlare: “Vedi, quello è il vero momento che Raven e Korvo hanno commutato lo Switch, è il momento nel quale il tempo del Mondo Cardine ha smesso di scorrere ed il Metaverso si è attivato. L’Ultima Stazione, il Crocevia, l’Oracolo, la Strega-Locandiera-Pittrice li hai trovati qui, nel Metaverso. Gli Zombie Mascherati che hai visto erano solo frammenti di ricordi, non sono reali nemmeno nel Metaverso. Cerca i luoghi magici e le Scintille sopravvissute alla grande Onda, rimaste integre e non succubi della Manipolazione. Cerca l’Oracolo, scopri chi è e ascoltalo, cerca l’Ultima Stazione e il Crocevia, scoprine i segreti. Tutto quello che troverai nel Metaverso altro non è che un frammento di sogni o di incubi del Mondo Cardine. Ricomponili e avrai le risposte. Quando le avrai, se le avrai, potrai tornare nel Mondo Cardine. Connettiti il meno possibile con Korvo e Raven, gli Alert che si attivano quando il Metaverso si connette col Mondo Cardine possono essere visti dai Manipolatori i quali ne scoprirebbero l’esistenza. Loro possono commutare lo Switch da remoto, e se lo dovessero fare il Metaverso e tutto quello che ne fa parte, almeno nella sua zona RAM si dissolverà e il Tempo del Mondo Cardine ripartirà senza deviazioni verso la fine. Il tasto giallo che trovi nelle colonnine, se premuto, può fare commutare l’Interruttore. Per questo Raven ne ha piazzati pochissimi, non so nemmeno io quanti, credo solo uno e non deve essere utilizzato. E’ solo per precauzione, se tu dovessi trovare la Colonnina con il tasto Giallo e lo dovessi premere in quel momento il Tempo del Mondo Cardine ripartirà. Certo, il tasto giallo è programmato per fare rientrare te e tutte le Reminiscenza nel Mondo Cardine, ma senza la Conoscenza necessaria per affrontare il peggio. Senza avere nessuna possibilità di salvezza. La drammatica notte del 22 febbraio sarà l’inizio di una lenta ed inesorabile Apocalisse”.

La Domatrice di Leoni proseguì “Questo reticolo non lo hanno creato adesso, esiste da tantissimo tempo nella sua forma di struttura ed è utilizzato proprio per questo tipo di missioni, puoi programmare un periodo di inizio e di fine e costruire all’interno del reticolo con frammenti di ricordi situazioni che sono state reali nella Dimensione Cardine o in altre dimensioni. Naturalmente il tutto è subordinato ai ricordi delle persone scelte, quindi spesso si crea un po’ di confusione. Esistono ampi spazi già strutturati con paesaggi e scenografie varie che sono stati lasciati. Io, quando vengo in questa dimensione, vivo in uno di quelli. La chiamo la Valle dei Leoni”.

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La Domatrice di Leoni si voltò aprì una porta che al Corso-Nero era chiusa da decenni e che conduceva in un salone molto particolare. Ricordava l’interno di una nave pirata in ogni suo dettaglio, e chissà, considerando dove ci troviamo, che forse non fosse davvero una nave pirata. Una Nave Pirata Dimensionale. “Seguimi” disse la Domatrice di leoni e si incamminò seguita dai due felini e dal Sig. Mah verso la parete opposta all’ingresso. A  fianco della parete c’era un grosso timone. La domatrice girò lentamente il timone e come per incanto la parete si attenuò fino a dissolversi rivelando un paesaggio alquanto inconsueto per la Zona-Storica. Il Sig. Mah, la Domatrice di Leoni e i due Leoni si trovavano sulla prua di un antico vascello pirata ancorato a circa 300 metri dalla riva. “Questo è il mio posto Sig. Mah, da quando ho imparato a viaggiare ci vengo spesso”. Il Paesaggio che si vedeva non poteva essere stato immaginato da un essere umano, era qualcosa che andava oltre. Il mare, ovviamente cristallino, terminava la sua lenta andatura in una spiaggia sabbiosa. Oltre la sabbia si imponevano alberi alti come dei grattacieli, tanti e fitti quasi a nascondere qualunque cosa potesse esserci oltre. Istintivamente il Sig. Mah si girò per vedere ancora la sala del Corso-Nero e allora vide chiaramente che altro non era che l’interno di un antichissimo Galeone. Ne respirò i profumi e gli odori, sapevano di storia, profumavano di leggenda. Chissà quante avventure vissute e quanti ricordi può nascondere un Galeone come questo.

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“Sali” disse la Domatrice di Leoni al Sig. Mah. “Sali…? dove?” pensò naturalmente senza parlare il Sig. Mah immaginando l’ennesima brutta figura. Sorrise la Domatrice di Leoni, sorrise e disse: “Secondo te perché ho portato due Leoni?”. “Nooooo!!!” pensò il Sig. Mah, in un attimo capì tutto, doveva cavalcare, rimando in piedi, uno dei due leoni e raggiungere la riva passando ovviamente dal mare. “Mai!, tu sei matta da legare, non salirò su nessun leone”. Disse…  e invece…

Fu un’esperienza fantastica, la Domatrice e il Sig. Mah in piedi sulla schiena dei Leoni e utilizzando la criniera come briglia galoppavano sulla superficie del mare come se fossero a terra. Durò pochissimo ma, fu intenso e magico. Il Sig. Mah voleva fare un altro giro. Non osò chiederlo.

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Appena giunti sulla riva i due Leoni si inoltrarono nella foresta lasciando soli la Domatrice ed il Sig. Mah.

“Ci sono tante cose che devi sapere, io posso dirti solo quello che conosco, il resto dovrai scoprirlo da solo. Troverai altre Reminiscenze, alcune si possono definire ‘stabili’ e altre sono Reminiscenze ‘occasionali’. Le prime sono entità che non hanno più un corpo fisso nel Mondo Cardine, i Morti per intenderci. Sono le Reminiscenze delle persone che nella vita possedevano l’Anima. Alcune Anime, quando il corpo muore, si reincarnano, altre si separano dal corpo e raggiungono altri luoghi. Uno di questi luoghi è il Metaverso. Io sono una reminiscenza occasionale, come te. Le prime volte che sono stata in questo posto è stato in sogno. Sognavo spesso questo luogo, sapevo che esisteva da qualche parte, ma non sapevo come arrivarci, se non casualmente in sogno. Gli Sciamani mi hanno insegnato la meditazione, e dopo un po’, con l’aiuto dell’Assenzio e del Laudano, ho trovato la strada. Adesso non ho più bisogno di sostanze, mi è sufficiente la meditazione, ormai conosco la strada… come la strada di casa”.

Il Metaverso di Luce e il Metaverso Oscuro

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La Domatrice di Leoni proseguì: “Il Metaverso funziona un po' come un computer. E’ composto, come ti dicevo da una memoria fissa, che è parte integrante della struttura ed è sempre attiva, la ROM per intenderci e poi da una memoria volatile, quella che è chiamata RAM e si genera ogni volta che viene commutato lo Switch per poi dissolversi alla successiva commutazione. Esistono almeno due Metaversi che io sappia, il nostro, quello dove ci troviamo adesso che è chiamato Metaverso di Luce o Luminoso ed è stato costruito da Esoteristi-Informatici. Il Metaverso di Luce possiede diverse ROM, ovvero zone che sono stabili anche al commutare dello Switch, vi si può accedere attraverso portali costruiti appositamente, con varchi naturali, con la meditazione, con un cambiamento del tuo stato, nel sonno ad esempio, o alterando le percezioni con alcune sostanze. L’altro Metaverso del quale sono a conoscenza ma che non ho mai visto è il Metaverso Oscuro. Il Metaverso Oscuro è stato progettato e realizzato dai Manipolatori e dai loro Ingegneri-Frangitori. Esso è completamente statico, ovvero dotato di sole ROM, strutture fisse che non mutano se non con interventi sul software. Spesso vengono utilizzati come prigioni, autentiche Prigioni del Tempo, come è stato per la Prigioniera del Tempo e per la Principessa Diamante.

Il Metaverso di Luce e il Metaverso Oscuro sono direttamente connessi tra di loro, nel senso che fanno parte dello stesso piano dimensionale, quindi accedere all’uno dall’altro è tecnicamente semplice in entrambi i versi. C’è un punto di confine, si dice che sia un ponte che scavalca un fiume, il fiume dell’odio, Dante lo aveva chiamato Stige. Lo Stige è il fiume infernale che separa il Metaverso di Luce dal Metaverso Oscuro e come l’opera di Dante narrava è navigato da un Traghettatore.

Probabilmente oltrepassando il confine, al di la del Ponte, oltre alle prigioni si dice che si trovano anche le porte per quella dimensione a noi conosciuta come ‘Inferno’ dove sono imprigionate tutte le Anime che si sono vendute ai Manipolatori e ai loro Signori. Il Ponte è accessibile in entrambe le direzioni solo agli Agenti del Metaverso Oscuro, ai Demoni e agli Arconti. Il Traghettatore trasporta solo le Reminiscenze che sono in possesso di un lasciapassare e in una sola direzione, esclusivamente dal Metaverso Luminoso al Metaverso Oscuro. Il viaggio di ritorno non è previsto. Gli Agenti e i Demoni posso operare in entrambi i Metaversi ma non nel Mondo Cardine in quanto sprovvisti di corpo fisico. Talvolta però i Demoni possono occupare lo stesso spazio di un corpo fisico del Mondo Cardine nel caso si tratti di un persona senza l’Anima o con l’anima corrotta. Sai, quei fenomeni che chiamano ‘possessioni’. Devi stare molto attento agli Agenti e ai Demoni, loro vengono spesso nel Metaverso Luminoso, e se ti dovessero scoprire non esiterebbero ad informare Gli Asura e a ad imprigionare nel Metaverso Oscuro la tua anima. Le Forze dell'Ordine farebbero lo stesso nel Mondo Cardine con il tuo corpo, ma la cosa peggiore è che si accorgerebbero del fermo temporale nel Mondo Cardine e farebbero ripartire il Tempo”.

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Quanto mancava l’Orologiaio al Sig. Mah, questo era proprio il momento di fare un saltino al Poco-Corretto e fare un po’ il punto della situazione. Non era comunque affatto dispiaciuto di fare il punto della situazione nella Valle dei Leoni, sulla riva di quell’impossibile mare e con la Domatrice di Leoni.

“Allora”, tentò di riassumere il Sig. Mah “vediamo un po’ se ho capito. Esiste una zona creata artificialmente che si chiama Metaverso. Una dimensione virtuale divisa in due parti, una Luminosa e una Oscura che sono interconnesse tra di loro. La prima è stata realizzata da Esoteristi- Informatici, la seconda l’hanno progettata e realizzata i Frangitori-Ingegneri dei Manipolatori.  Entrambi i Metaversi sono composti di parti fisse che restano sempre attive, le zone ROM. Solo il Metaverso Luminoso possiede una parte volatile, quella chiamata RAM che può essere attivata sia da un portale particolare che conoscono solo Raven e Korvo sia da una qualunque Reminiscenza che sia in grado di accedervi. In questo caso il Metaverso Luminoso si attiverebbe di energia vitale e consentirebbe alla RAM di manifestarsi permettendo la realizzazione di paesaggi che vanno ad aggiungersi a quelli già presenti in quanto sono struttura fissa della ROM. Questi paesaggi sono generati dalle Reminiscenze che si trovano nel Metaverso Luminoso. Queste Reminiscenze possono essere Viaggiatori Occasionali, Viaggiatori di professione, come te, oppure le Anime delle persone che non hanno più un corpo vivo nel Mondo Cardine. In pratica chiunque possiede un’Anima ha la possibilità entrare nel Metaverso”.

“Ottimo Sig. Mah!” disse con convinzione (e anche un po’ di stupore) la Domatrice di Leoni, “Diciamo, per essere precisi, che per accedere al Metaverso bisogna avere molta coscienza di se, il viaggio a Nothing ha facilitato molto per te questo, il viaggio a Nothing e anche altri viaggi fatti in passato per intenderci. Molte strutture cerebrali erano già abbastanza incrinate. Per le anime dei morti questo è un periodo di passaggio, alcune dopo un po’ si reincarnano altre sono destinate ad un viaggio superiore, ma di questo nessuno può sapere, solo il creatore universale, l’Origine”.

Era un po’ perplesso il Sig. Mah, avrebbe dovuto accontentarsi di quella considerazione senza formulare la domanda successiva. Fino ad ora non aveva ancora fatto brutta figura. Fece ugualmente la domanda: “Ma prima del Metaverso, prima che gli Esoteristi-Informatici e gli Ingegneri-Frangitori lo creassero, queste anime dove andavano?”. Chiese il Sig. Mah. Gli sembrava una domanda intelligente stavolta. Forse era davvero una domanda intelligente, dove andavano queste anime?. “Oltre ogni immaginazione Sig. Mah, ma sei davvero tu? Questa è davvero un’ottima domanda, anzi, ti dirò di più, la risposta che ti darò sarà una risposta anche a molti altri interrogativi. Nessuno può creare o distruggere, che siano Frangitori o Esoteristi, loro possono soltanto scoprire, trasformare, mostrare, evidenziare. Il Metaverso è la creazione del pensiero dell’Origine di Tutto. Brahma, Dio, chiamalo come vuoi. Noi e tutto quello che ci circonda, tutto quello che esiste, esiste solo e fino a che il suo ‘Pensiero’ lo pensa. Quindi sarebbe certamente stato più corretto dire che Gli Esoteristi-Informatici e i Frangitori-Ingegneri hanno solo trovato le formule per rivelare l’esistenza del Metaverso e lo hanno trasformato come a loro era più congeniale”.

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Era meglio non farla quella domanda Sig. Mah, forse ti era sembrato di aver capito qualcosa prima, ma adesso…

“Credo di aver esaurito il mio compito” disse la Domatrice di Leoni, “entra dentro la foresta e segui istinto e segnali… ma solo quelli buoni, si intende. Troverai altre Reminiscenze, scoprirai altre cose, ma non dimenticare mai il vero motivo per il quale tu sei qua!”.

“Il vero motivo per il quale io sono qua? E quale è il motivo?” pensò il Sig. Mah.

La Domatrice di Leoni sorridendo rispose alla domanda pensata dal Sig. Mah: “Il vero motivo per il quale tu sei qua è quello di scoprire il ‘perché’ tu sei qua. Quando saprai perché sei qua, vorrà dire anche che tu saprai finalmente il motivo per cui sei qua!”.

La Domatrice di Leoni si alzò in piedi continuando a sorridere, alzò una mano ed emise un grido che sembrava un richiamo indiano per qualche spirito. Un leone arrivò correndo molto velocemente, le si avvicinò e le permise di salire sulla sua schiena. Questa volta lo cavalcò come noi siamo abituati a vedere cavalcare i cavalli. Lo cavalcò e molto velocemente si inoltrò nella foresta sparendo per sempre dalla vista del Sig. Mah.

Riflessioni sulla spiaggia del mare della Valle dei Leoni

Rimase li, da solo nella spiaggia sabbiosa della Valle dei Leoni. Sentiva ancora l’eco della voce della Domatrice che gli diceva che doveva inoltrarsi nella foresta. Pensò che poteva starsene tranquillo ad ascoltare il rumore del mare per qualche minuto, intanto che fretta aveva. Non era mica come quando si viaggiava per Nothing, in quel caso il tempo scorreva in tutte le dimensioni, a cazzo ma scorreva. Qui nel Metaverso no, non scorreva affatto, e in questo momento non scorreva nemmeno nel Mondo Cardine. Sembrava di trovarsi in una sala di attesa perenne… però… però, il rumore lieve delle onde che si infrangevano sulla riva sabbiosa e senza scogli sembrava scandirlo il tempo, almeno un po’. Pensò al Metaverso Oscuro, non ne aveva mai sentito parlare, come del Metaverso Luminoso del resto. Eppure, per quanto ne potesse sapere lui, esistevano da tempi immemori, e chissà quante volte ci era già stato. Nei sogni ad esempio certo nei sogni. Nei sogni sì, ma non solo. Se una vita fa insieme a Raven e Korvo avevano liberato la Prigioniera del Tempo

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dovevano aver avuto sicuramente a che fare con qualcosa assimilabile al Metaverso Oscuro. Certo! La Prigione del Tempo era una Prigione Viaggiante e quindi era apparsa in un momento preciso nel tragitto per Nothing per poi scomparire. Il Sig. Mah continuò fra se e se le sue riflessioni: “Ecco come facevano ad imprigionare i Dissidenti nel Metaverso Oscuro, era la Prigione che viaggiava e ad ogni passaggio venivano imprigionati per poi essere trasportati nel Metaverso Oscuro. Una Prigione situata nel Campanile di un Castello che viaggia nel tempo per poi fare ritorno alla Base: il Metaverso Oscuro. Fantastico, quindi se fossimo rimasti nel Campanile io e Raven, sempre che non ci avessero fatto a pezzettini i Demoni e gli Agenti saremmo giunti al Capolinea, che è poi anche il punto di partenza. Ora capisco perché Mignino il GattoBianco Re dei Fiori parlava delle Porte dell’Inferno. Geniale, quindi un modo per entrare nel Metaverso Oscuro senza passare dallo Stige è… prendere la prigione del Castello come se fosse un bus. Ci penserò”. Accese una sigaretta continuando con le sue riflessioni e ripensò agli amici che consapevoli o meno erano stati nel Metaverso Oscuro. “Chissà se la Principessa Diamante ricorda qualcosa della sua prigione o del Metaverso Oscuro, ci è stata per molto tempo, e anche la Prigioniera del Tempo, però nessuna delle due sembrava averne ricordo”.

Una speranza di incontrare nel Metaverso di Luce la Principessa Diamante comunque l’aveva, Lei sapeva viaggiare, aveva trovato il modo costruendo i ponti di luce, ma il fotogramma che aveva visto al Corso-Nero dimostrava con certezza il Fermo-Temporale sul Mondo Cardine che ovviamente coinvolgeva anche la Principessa Diamante ovunque si trovasse.

Ma, appunto, ma… allora come facevano la Strega Locandiera, adesso anche Pittrice, e la Domatrice di Leoni ad essere qui. Forse la loro Reminiscenza era già qua prima del Fermo-Temporale. Ecco, era semplice la risposta visto Sig. Mah! E poi un’altra cosa... riprese a pensare il Sig. Mah: “Raven ha detto chiaramente che avevano inviato alcune Reminiscenze anche se non mi aveva detto chi…”.

 

Bianca Faccia

La sabbia era luccicante come granelli d’oro, il mare si confondeva nel suo orizzonte con l’Azzurro del cielo, era un’immagine di un altro mondo, un mondo dimenticato. Il Sig. Mah spostò un po’ di sabbia con la mano perché gli era sembrato di vedere qualcosa sotto di essa. Un qualcosa di bianco. Aveva ragione, era un foglietto scritto a mano, e anche discretamente male. Da un punto di vista calligrafico si intende, perché il suo contenuto trasmetteva vera vita e vera poesia. Lo prese e iniziò a leggere con gli occhi, ma nella mente:

La tua Faccia è Bianca

Bianca Faccia

Come la Luna

Quando è Piena

Si fermò un attimo, gli ricordava qualcosa, era forte la sensazione ma non riusciva ad afferrarla. Proseguì:

 

Rosso come il tramonto
è il trucco
usato per sopravvivere
quando il tuo sorriso
non era bianco.

 

In quel momento alzò gli occhi e guardando verso il mare vide una figura femminile uscire molto lentamente dal mare ed avanzare verso di lui. La figura era chiara, molto chiara, quasi spettrale, avvolta da una luce che ne esaltava le forme.

Era Spettrale!

Era Magnifica!

 

Capelli come dardi di sole.
in un torrido ferragosto, solitario,
in compagnia di un unico compagno:
un buco nero.

 

Il Sig. Mah riabbassò lo sguardo sul foglietto e riprese a leggere,

questa volta lesse a voce alta ma utilizzando un tono molto basso…

 

E tu parlavi, parlavi
e dicevi, dicevi
dicevi come era la vita
scoprivi il tuo cuore
il tuo polso pulsava
di vita e distruzione.

 

Le frase successiva la recitarono insieme:

 

"Sai" raccontavi
" la gente crede di
essere quello che sa,
ma non crede
quello che è!"

 

Il Sig. Mah si alzò lasciando cadere il foglietto sulla sabbia, non aveva più bisogno di leggere, quella poesia la conosceva benissimo, l‘aveva appena ritrovata tra i suoi ricordi. Lei, la figura luminosa, sorrise e continuò ad avanzare lentamente. Anche il Sig. Mah avanzava verso di lei ed entrambi guardandosi negli occhi continuarono e recitare insieme la poesia scritta sul foglietto che ormai era scomparso, inghiottito dalla sabbia:

Verdi i tuoi occhi,
onde tempestose
in perenne movimento,
come amore o danno.

Splendida creatura
meta sirena
meta mostro,
catturata da una rete
più grande di noi!

 

Catturata da una rete più grande di noi. Dal dolore, da li doveva iniziare il viaggio per Emphatia, dal dolore dell’essere umano, dalla solitudine, dall’abbandono. Abbiamo sepolto ciò che davvero conta per barattarlo col nulla, con oggetti che sembrano indispensabili, insostituibili ma che portano al solo risultato di distrarci, di farci dimenticare dei nostri simili e pure di noi stessi, di quello che siamo veramente. Oppure ‘forse’ siamo veramente, già perché spesso le cose perdute non si ritrovano più, quasi sempre le si dimenticano. Questo è quanto dobbiamo fare, dobbiamo ricordare, cercare tra le macerie dei nostri ricordi, del nostro passato, i nostri Vecchi e i loro racconti. Noi corriamo come un treno impazzito verso il nulla, corriamo ad una velocità pazzesca, talmente veloci che nemmeno ci rendiamo conto di quando qualcuno cade giù. E tu sei caduta da quel treno Bianca Faccia, tu sei caduta… ma qualcuno ti ha ricordato, ti ha ricordato e ti ha onorato, e questo è importante, non solo per te, ma per tutta la razza umana, perché vuole dire che la speranza è viva, che i ricordi ci sono, bisogna solo un po’ scavare, scavare dalla parte giusta. Sì Bianca Faccia, il viaggio per Emphatia parte proprio da qua, parte dal dolore della perdita ma anche dalla speranza ritrovata.

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“Non lasciate nessuno da solo” disse Bianca Faccia, “la solitudine uccide, la solitudine trasforma le persone, tante si sentono perdute e si aggrappano alla prima corda che trovano. E molto spesso si trovano ad essere sole anche in mezzo alla folla”.

Il Sig. Mah vide negli occhi di Bianca Faccia il dolore che esprimeva con quelle parole, sentì il grido di aiuto proveniente dalla sua anima, ma non era per Lei la richiesta di aiuto, Lei era un’Anima salva e libera ormai. Il grido di dolore, la richiesta di aiuto era per tutte le Anime che come Lei non erano riuscite a trovare un accordo con la vita, e che per questo, condannate alla solitudine, hanno trovato un’unica soluzione.

 

Sulla riva camminavi e nero era il tuo mare.
Mentre tu nuda guardavi incantata

quella scia argentata.

 

“Ti accorgerai di essere vicino ad Emphatia solo quando sentirai dentro di te tutto il dolore degli altri, ma anche quando tutta la gioia degli altri sarà la tua gioia”.

Con queste parole Bianca Faccia accarezzò il volto del Sig. Mah, si voltò e tornò da dove era arrivata, dalle acque cristalline del mare delle Valle dei Leoni. La luce era molto più tenue in questo momento, e nei cieli del Metaverso, sulla strada per Emphatia, si innalzò una grande e rotonda luna bianca:

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bianca risplendevi

La luna ti chiamava,
tu passo dopo passo
piano andavi.
dove finisce il mare.

 

Si girò ancora una volta prima di inabissarsi per sempre e disse:

“Sig. Mah, il mio nome è Sabrina, ma anche Monica, o Danilo

e anche tanti altri,

troppi…"

 

Ora io guardo
la luna bianca
e tu, tu sei li!...
Guardo la luna rossa
e sei felice!

Ora io guardo
la luna bianca
e tu, tu sei li!...
Guardo la luna rossa
e sei felice!

 

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 La tua faccia è bianca di Maurizio Solidoro

La tua faccia è bianca,
bianca faccia come la luna
quando è piena.

Rosso come il tramonto è il trucco
usato per sopravvivere
quando il tuo sorriso non era bianco.

Capelli come dardi di sole.
in un torrido ferragosto, solitario,
in compagnia di un unico compagno:
un buco nero.

E tu parlavi,parlavi e dicevi,dicevi
dicevi come era la vita
scoprivi il tuo cuore il tuo polso pulsava
di vita e distruzione.

"Sai" raccontavi " la gente crede di
essere quello che sa,
ma non crede quello che è!"

Verdi i tuoi occhi, onde tempestose
in perenne movimento, come amore o danno.

Splendida creatura

meta sirena meta mostro,
catturata da una rete più grande di noi!

Sulla riva camminavi e nero era il tuo mare.
Mentre tu nuda guardavi incantata
quella scia argentata


bianca risplendevi. La luna ti chiamava,
tu passo dopo passo piano andavi.
dove finisce il mare.

Ora io guardo la luna bianca e tu, tu sei li!...
Guardo la luna rossa
e sei felice!

.....a Sabrina.... 

 

Sulla strada per Emphatia 1809

Rimase fermo a guardare il nulla davanti a se. Sì, anche le splendide acque nella Valle dei Leoni in questo momento per il Sig. Mah erano invisibili. Fu un inizio col botto, di enorme impatto emozionale. Chissà per quanto tempo gli resterà  negli occhi l’immagine della ragazza che si inabissa nel mare, in quella che adesso è la sua casa. Impatto emozionale enorme dicevamo, sì, perché anche se questo è solo il percorso che precede l’eventuale vero viaggio per Emphatia, il Sig. Mah considererà per sempre questo come vero inizio, il primo passo, il primo seme interrato nella speranza della sua nascita. Ora il Viaggio per Emphatia può considerarsi iniziato. Si voltò verso la Foresta della Valle dei Leoni.

“Sì, è davvero iniziato” si ripetè nella sua testa e ora deve proseguire.

Il Sig. Mah si accese una sigaretta e cominciò il cammino. Si stava inoltrando nella Foresta, la Foresta della Valle dei Leoni, nel Metaverso di Luce, sulla strada per Emphatia.

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