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Emphatia 1809

Emphatia 1809 - Bruno Mah
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Libro 3: La Custode del Fuoco

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Il Tempo

Il Tempo scandisce il proprio scorrere
La Morte incombe senza tenerne conto


L'uno esiste perchè l'altro esiste
L'uno ignora l'altro fino

al momento del loro incontro


A quel punto la Morte uccide il Tempo
Ma perde il senso della propria esistenza


La Morte e il Tempo

sono la stessa cosa

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The Impossible Surreal Song - Bruno Mah
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Era inutile guardare l’Orologio, inutile ed impossibile dal momento che non lo portava. Non lo aveva mai portato, nemmeno quando si usava portarlo. Certo, nel Mondo Cardine era praticamente impossibile non conoscere l’ora, era scritta da tutte le parti. Prendi il cellulare e c’è scritta l’ora, passi davanti ad una farmacia e c’è l’orologio digitale che indica l’ora, e se anche non vuoi guardare c’è sempre qualcuno che dice “dai, andiamo che è tardi”, oppure “su su, bisogna fare presto se no…”. “Se no cosa??!!”. “Se no cominciano”, oppure “se no finiscono”, oppure “se no se ne vanno…” ecco, potrei finire il libro con le infinite motivazioni per cui ‘bisogna fare presto se no…’. Il Tempo, il tempo, il dio regolatore della nostra vita. Il Tempo segna ciò che inizia e ciò che finisce, ne determina la durata. Siamo tutti vittime del tempo, in pratica il tempo stabilisce il ‘quando’ d’inizio e il ‘quando’ di fine della nostra esistenza. Ma se il Tempo non esistesse? allora non esisterebbe neanche la Morte. Ma il Tempo esiste. “Davvero?” disse una voce proveniente da un banchetto di frutta che stava sulla destra del sentiero. Il Sig. Mah si girò istintivamente verso l’origine dell’esclamazione pensando “ecco, un altro che legge nei miei pensieri”. Non vide nessuno, solo una bancarella di frutta vuota. “Devi imparare a schermare i tuoi pensieri, se no nel Metaverso gli Agenti ti fanno a fette” proseguì la voce ancora senza ‘corpo’. Il Sig. Mah si avvicinò comunque alla bancarella. Certo, aveva bevuto due Dark Metaverse ed una Trappe Quadrupel e il tutto dopo aver finito la fiaschetta di rum, ma qua siamo nel Metaverso e quindi si può bere quello che si vuole. Pensava. Osservò bene da vicino la bancarella della frutta e si accorse che esponeva solo un tipo di frutto: Banane. Un’infinità di banane di tutte le dimensioni. Grandi anche mezzo metro e piccole anche pochi centimetri. E questa non era nemmeno la cosa più strana, la cosa più strana era che si trattava di banane ‘colorate’. Alcune blu, alcune verdi, alcune rosse e per fortuna anche qualcuna gialla. Più a sinistra c’era un cartello con scritto ‘Specialità’. Sotto il cartello un cestino con altre banane, queste erano davvero multicolor, cioè una banana poteva essere formata da quattro o cinque colori e non a strisce orizzontali o verticali ma con splendide sfumature che sembravano essere dei dipinti veri e propri. Delle banane dipinte. Pensò alla Strega-Locandiera ora anche Pittrice. Certo che se la sua vocazione è dipingere avrà in mente di dipingere tutto il Metaverso. “Quando riuscirete a comprendere che il Tempo è solo una trappola forse potreste pensare di iniziare davvero a vivere una vita vera” proseguì la voce, ma stavolta la voce non arrivava più da dietro il banchetto delle banane, arrivava dalle spalle del Sig. Mah, che si girò subito ma non vide nessuno. “Prova ad immaginare Sig. Mah, una vita senza il Tempo, dove l’unica cosa che scorre è l’acqua di un fiume o il vento attraverso le foglie degli alberi, un mondo dove le parole ‘fretta’, ‘presto’, o ‘tardi’ non sono nemmeno contemplate. Provaci solo per un attimo Sig. Mah”. Adesso la voce arrivava di nuovo da dietro la bancarella, ovviamente il Sig. Mah si voltò di nuovo ma altrettanto ovviamente non vide nessuno. “Tu credi che la vostra anima abbia un Tempo?, come dire… una scadenza?” continuava la voce proveniente sia dal ‘tutto’ che dal ‘nulla’. “La vostra anima è stata imprigionata nei corpi per impedirne l’evoluzione, per impedirle di acquisire uno stato di coscienza in grado di riconoscere in se stessa l’Origine. E l’Origine è il divino, la scintilla che sta dentro alcuni di voi è la vera origine della creazione, ma voi non lo sapete. Non lo sapete perché vi hanno ingannato inventando il Tempo e con esso… la Morte. Voi credete che con la fine del vostro corpo finisca anche la vostra vita”. A questo punto una risata fragorosa esplose in tutto quel segmento di Metaverso. Dopo la risata la voce proseguì: “ma la vita, la vita non è certo limitata da un corpo di carne, esso si trasforma e si trasforma ancora, ogni sua particella muta, ma l’Anima è eterna, l’Anima non ha Tempo e quindi la Morte non la può nemmeno sfiorare. Hai capito qualcosa Sig. Mah?, hai capito perché gli Asura e i Deva, sotto la direzione di Vishnu e Shiva vogliono l’anima che Brahaman ha nascosto nei vostri corpi?” Ci fu qualche secondo di silenzio, poi la voce continuò: “è ancora presto Sig. Mah, un passo per volta, ma rifletti solo sulla cosa più semplice, rifletti su quello che sta succedendo adesso, in questo momento non definito, in questo spazio virtuale. Tu vedi il tuo corpo perché il tuo essere per semplicità ne ha costruito un’immagine, come un ologramma, più o meno, ma non vedi il mio. Eppure sono qua, proprio davanti a te, ora mi sposto, senti la mia voce che si  sposta solo perché io voglio che tu la senta così, in realtà io non sto emettendo alcun suono, tu credi di ascoltare una voce solo per convenzione. E’ la tua abitudine al Mondo Cardine che ti pone in questa condizione. Quando scoprirai chi sono, allora mi vedrai”. Il Sig. Mah era un po’ perplesso, ma neanche più di tanto, la sua pigrizia mentale era un dato di fatto, ma quest’idea dell’immortalità dell’Anima non gli spiaceva affatto. Non sapeva bene, anzi, non sapeva per niente come arrivare a questo stato di coscienza, ma sapeva che il percorso che stava facendo era la cosa giusta e poteva servire proprio a questo scopo. “Dannato Orologiaio” disse il Sig. Mah “te lo avevo detto che ti avrei messo a vendere banane”. L’Orologiaio apparve con due mezzi (negroni) nelle mani, apparve con il sorriso delle Scintille. Si abbracciarono. Era bello sapere che c’era anche lui in questo Metaverso di Luce, era una garanzia, anche se in questa dimensione essere Signori del Tempo era assai meno utile che essere venditori di Banane. Seppur colorate.

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Non era certo come essere al Poco Corretto ma una bella riunione clandestina con il Signore del Tempo nel Metaverso di Luce andava benissimo lo stesso. Si sedettero su due sgabelli che sgabelli non erano ma  erano cassette delle banane e posarono i loro bicchieri sopra un’altra cassetta sovrapposta ad altre due cassette perché così almeno stava un po’ più in alto e dava quasi l’idea di un tavolino. “News dal Mondo Cardine?” chiese il Sig. Mah.

L’Orologiaio posò il suo bicchiere sulla cassetta della frutta e accese una sigaretta: “Non ci sono buone notizie, l’espansione dei Manipolatori verso Est prevede una situazione catastrofica, vogliono creare l’apocalisse, e dall’altra parte, pur con oggettive ragioni, non sembrano voler rinunciare allo scontro. E’ sempre stato così, nei secoli, nei millenni, tanto loro sopravviveranno e non pagheranno alcun prezzo”. “Cosa si può fare?” chiese il Sig. Mah. “Sperare” rispose l’Orologiaio. “e pregare” aggiunse poco dopo. “Quello che vogliono Shiva e Vishnu non lo troveranno col fuoco, con le bombe con la distruzione, ma è l’unica cosa che conoscono. E lo faranno. La speranza è che non riescano a distruggere tutto, la speranza è che quella scintilla lasciata da Brahman alla sua terza parte chiamata Brahma e che risiede dentro alcuni di voi possa essere rivelata, per questo bisogna arrivare ad Emphatia, per fare brillare la scintilla e che possa oscurare le loro bombe”. “Potresti spiegarti meglio?” chiese il Sig. Mah “come possiamo competere con simili potenze, con una simile tecnologia?”.

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L’Orologiaio alzò lo sguardo e disse: “ma è proprio questo il punto, non lo dovete fare”. “Ragiona” proseguì l’Orologiaio “perché fanno tutto questo, hanno tutto il potere del mondo, tutti i soldi che gli pare, li stampano, non gli manca niente, la quasi totalità del genere umano è soggiogato, e allora perché lo fanno?”. Era semplice la risposta, era dannatamente semplice: “Perché esiste una cosa, una sola cosa che nessun loro possedimento, nessun loro avere, nessuna loro arma può portarci via, la nostra anima. Non ce l’hanno fatta col Marchio di Satana e non ce la faranno nemmeno con i loro arsenali nucleari. Perché sapremo proteggere e sapremo ricostruire. Ricostruire tutto da capo ogni volta che sarà necessario farlo”.

Il surreale del Metaverso stava sempre più trasformandosi in reale, e il paradosso era che la realtà del Mondo Cardine stava diventando sempre più surreale, i grandi Manipolatori con l’aiuto dei Frangitori riuscivano a fare credere le più grandi idiozie al genere umano, non tutto il genere umano, si intende, ma una buona parte, la stragrande maggioranza. Ma gli altri? Quelli che non credevano alla narrazione? Cosa stavano facendo? In tutto il Mondo Cardine reazioni spontanee con manifestazioni sempre più grandi e sempre più consapevoli si stavano sviluppando, la repressione e la demonizzazione erano gli strumenti utilizzati da Polizia e Frangitori, e purtroppo avevano sempre la meglio. Ma la cosa peggiore era che pure queste forze non assuefatte dalla narrazione inevitabilmente cadevano comunque nel perverso gioco del dualismo che voleva creare divisione e contrapposizione. Era maledetto questo sistema, qualunque cosa decidessi di fare comunque ti rimaneva appiccicata un’etichetta che identificava un’appartenenza. Buono o cattivo, bianco o nero, nazista o democratico. Non se ne usciva. Era il mondo duale. Due fazioni. Quella giusta e quella sbagliata. L’uscita stava da un’altra parte, l’uscita era la terza via, quella non contemplata da nessun mainstream. La terza via era la terza emanazione di Brahaman ed era una strada individuale, un percorso individuale che sommato ad altri percorsi individuali avrebbe portato ad una coscienza collettiva. Emphatia era la meta, e i Metaversi, entrambi, erano il percorso.

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“Hai avuto modo di leggere la nuova versione di Nothing?” chiese il Sig. Mah all’Orologiaio, “pare che qualcuno abbia scritto 33 pagine in più e io so per certo che quel qualcuno non sono stato io”. “Si, ho visto, ne ho trovato una copia proprio qui nel Metaverso e ho notato che solo cinque delle 33 nuove pagine sono leggibili” rispose l’Orologiaio. “Stando a quello che c’è scritto pare che Cronos abbia portato la Principessa Diamante nel Metaverso Oscuro al fine di condizionarla o plagiarla in qualche modo per averla al suo servizio. Il Dono immenso della Principessa aiuterebbe molto i Manipolatori e gli Arconti nella loro ricerca delle Scintille. La Principessa ha distrutto senza nessuno sforzo il Marchio di Satana e questo non è accettabile per gli Arconti, loro devono capire quale è l’elemento che rende immuni talune persone, loro credono che sia la Scintilla, pensano che le persone che posseggono l’anima siano inattaccabili dal Marchio”. Il Sig. Mah aveva notato che l’Orologiaio aveva parlato di cinque pagine e non di due come sapeva lui, ma non voleva interrompere questa discussione e lasciò l’Orologiaio terminare il suo pensiero.

 

La rivelazione dell’Orologiaio che da il senso a Tutto!

“Adesso il discorso si fa un po’ più complesso perché gli Animici o le Scintille sono fondamentali sia per il progetto di Shiva che per il progetto di Vishnu. Cerco di spiegarmi al meglio, sarà un po’ lunga, preparati Sig. Mah”.

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L’Orologiaio cominciò: Le Scintille posseggono il dono dell’immaginazione e della creatività, quindi sono in grado di distruggere il fasullo mondo che hanno in testa gli Asura di Shiva e nello stesso tempo, proprio perché posseggono l’immaginazione e la creatività sono fondamentali sia agli Asura che ai Deva. Perché è proprio grazie al loro saper immaginare che è possibile costruire un futuro, il futuro che poi Shiva e Vishnu realizzerebbero grazie ai loro mezzi e alla loro Tecnologia. Senza la Scintilla il mondo di Shiva o di Vishnu sarebbe un mondo morto, statico, fermo, chiamalo come ti pare, semplicemente ‘non sarebbe’. Per loro le Scintille hanno solo due possibilità, o essere distrutte o essere assoggettate, ed è questo che nei millenni hanno sempre tentato di fare e con risultati sempre negativi. A volte hanno agito insieme, a volte hanno agito contrapposti, ma il loro scopo era sempre lo stesso: l’Anima delle scintille, la terza parte dell’emanazione di Brahman, il vero segreto della vita. A volte ci hanno provato i Deva, ricordi gli anni ’70, sono stai anni molto creativi, soprattutto grazie

alla musica. In quel tempo c’era molto spazio per quella parte umana che dava luce alla vita. Essi speravano così di individuare dove risiedeva l’anima, impossessarsene o almeno carpirne il segreto, ma non è stato così, anzi, il tutto stava diventando pericoloso per loro perché le scintille iniziavano ad acquisire consapevolezza di se stessi e dell’immensa forza che li contraddistingueva, questa consapevolezza avrebbe posto fine all’impero di Shiva e Vishnu. Gli Asura con la  complicità dei Deva a partire degli anni ’80 cambiarono le carte e le regole riducendo progressivamente ed inesorabilmente gli spazi creativi lasciando alle Scintille solo le briciole, ma anche questo non è servito, da quelle briciole le scintille erano comunque in grado di immaginare e creare mondi sotterranei che sarebbe bastato un niente per essere riportati in superficie. E allora hanno deciso per il Grande Reset, ma ricordalo bene, anche se ti sembra che i Deva siano amici, non è così, il Grande Reset lo hanno deciso insieme. Questa improvvisa ed esagerata accelerazione, il Marchio di Satana, la Conquista delle ultime terre dove i valori erano stati preservati da tutto serve proprio per mettere alle strette le Scintille. Individuarle e costringerle ad una scelta, un’unica scelta: o l’annientamento, cioè essere  relegate in qualche prigione dell’Inferno del Metaverso Oscuro fino alla fine dei tempi oppure diventare loro servi ed aiutarli utilizzando l’immaginazione e la creatività a realizzare un mondo che potesse essere compatibile con le bramosie di potere di Vishnu e Shiva, un mondo virtuale e nello stesso tempo reale, una specie di sovrapposizione tra il Mondo Cardine ed il Metaverso Oscuro ma dove la Creatività potesse essere operata dalle Scintille in quanto loro dono imprescindibile, ma gestita da Deva e Asura. In pratica volevano riunire in un’unica entità la Trimurti come era nell’origine ma gestirne la parte creativa. Brahma avrebbe dovuto esercitare le sue doti creative in funzione dei desideri di Shiva e di Vishnu, sempre che questi ultimi potessero andare d’accordo. Peccato. Brahma non era d’accordo con questo disegno. Brahma considera le scintille figli suoi, addirittura parte di se stesso più di quanto consideri gli altri due. Brahma, figlio di Brahman, sta tracciando la strada per raggiungere Emphatia, Emphatia è il raggiungimento individuale di questa coscienza che renderebbe di nuovo la Scintilla consapevole di essere lei stessa la vera creatrice dell’Universo, e pertanto anche la creatrice di Shiva e Vishnu oltre che di se stessa. Raggiungere Emphatia vuole dire riportare la Luce e sconfiggere l’Oscurità per sempre. La Principessa Diamante ha sconfitto il Marchio senza nemmeno combatterlo, aveva già vinto, e come lei tante altre scintille. Se i Manipolatori o gli Arconti dovessero scoprire dove risiede la Scintilla se dovessero riuscire ad isolarla, non ci sarebbe più speranza. Servendosi del Dono della Principessa potrebbero in brevissimo tempo scovare tutte le Scintille della terra e cosa ancora peggiore, potrebbero individuare dove si trova la ‘fiamma’, la vera origine che illumina tutte le scintille”.

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L’Orologiaio smise di parlare, prese il mezzo negroni e se lo finì con un sorso, poi aggiunse “Hai capito adesso Sig. Mah?”. Non è che il Sig. Mah avesse capito proprio tutto, ma solo il pensiero che l’Orologiaio potesse ripetere tutta la pappardella gli impose di dire “Certamente!”.

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“Prima hai detto che ci sono cinque pagine leggibili nella nuova versione di Nothing, io ne avevo viste e lette solo due, questo vuole dire che nel frattempo qualcuno ha scritto dell’altro. Da quello che ho capito solo le pagine leggibili raccontano ciò che è successo con certezza, quindi è possibile sapere qualcosa di più, hai con te il libro?” chiese il Sig. Mah. “Lo hai proprio davanti ai tuoi occhi” rispose l’Orologiaio. Era vero, il libro nero di Nothing con le sue 33 pagine in più si trovava proprio posato sulla cassetta della frutta. Non era apparso, era posato li. “Ma prima non c’era” disse il Sig. Mah. L’Orologiaio non aggiunse niente a questa considerazione, il Sig. Mah non si aspettava nessuna aggiunta da parte dell’Orologiaio, accettò la situazione, prima non c’era ma ora c’è. Tanto basta. “Le hai lette le cinque pagine?” domandò il Sig. Mah. “Si, le ho lette e c’è scritto che la Principessa Diamante è stata portata nel Metaverso Oscuro dai servi di Cronos. Gli Arconti vogliono che lavori per loro, ma forse è meglio che lo leggi anche tu” concluse l’Orologiaio. Il Sig. Mah prese il Libro Nero di Nothing. Guardò la copertina, voleva capire se qualcosa fosse cambiato, ma sembrava di no, in apparenza era del tutto simile alla copertina che aveva visto nella copia che stava al Corso Nero.

Improvvisamente l’immagine della copertina si mosse, proprio come se fosse un video. Si vedeva sempre la figura di spalle che trasportava la Principessa, ma stava camminando, e si vedeva chiaramente che il corpo inerte della Principessa subiva un lievissimo movimento causato dal trasporto. Durò pochi secondi e il movimento era quasi impercettibile. Ma in quei pochi secondi si poteva vedere la figura di spalle che si stava allontanando con la Principessa in direzione dell’acqua. Non si capiva ancora se era un mare o se era un fiume, ma si capiva chiaramente che stavano entrando in acqua perchè i piedi erano immersi e non si vedevano più. Se il Sig. Mah avesse preso il tempo della durata del video avrebbe notato che la sua durata era esattamente lo stesso numero di secondi corrispondenti alle pagine che si potevano leggere. Cinque erano le pagine leggibili e cinque erano i secondi che durava il video. Era molto importante notare questa cosa, perché se lo avesse fatto avrebbe capito che arrivato alla trentatreesima pagina con tutta probabilità la figura di spalle avrebbe portato la Principessa completamente sott’acqua. Trascorsi i cinque secondi il video si fermò e la copertina tornò ad avere un’immagine statica, solo con i personaggi raffigurati appena un po’ più lontani. Non disse niente il Sig. Mah all’Orologiaio anche perché non aveva ancora capito bene quello che il libro cercava di comunicargli. Anche in questo libro il segnalibro raffigurante Korvo era posizionato nel punto dove il libro doveva essere aperto. Il Sig. Mah lo aprì e iniziò a leggere.

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Le 33 pagine non scritte di ‘Nothing: The Book Pt.2’

Pagine 3-6

(Segui il Link per leggere 'Le 33 pagine non scritte di Nothing)

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Il Sig. Mah notò che le ultime righe comprensibili si trovavano all’inizio della sesta pagina del libro e questo gli fece piacere, nel senso che lo scrittore misterioso non era così fiscale da interrompersi esattamente alla fine della pagina, ma almeno finiva il periodo. In realtà era solo casuale, il misterioso scrittore scriveva indipendentemente dalla pagina, scriveva esattamente le cose che stavano succedendo o che erano successe ed erano a sua conoscenza. La Principessa era come al solito in pericolo “queste Principesse se le vanno proprio sempre a cercare” pensò cercando di ironizzare con se stesso, ma in realtà era molto preoccupato. “Ha un nome questo posto” chiese il Sig. Mah all’Orologiaio, “Certo che ce l’ha, questo è il posto dove tutti portano i loro frutti, adesso ci sono solo io, ma nella stagione giusta qui fanno un sacco di feste. E’ pieno di banchetti come il mio, questo posto si chiama ‘La Piana dei Frutti’ e ci puoi trovare i frutti più strani, basta addentrarsi un po’ nel bosco e ce ne sono centinaia di tipi diversi”. “Nelle pagine nuove di Nothing sembra che la Principessa stia scrivendo un diario” proseguì il Sig. Mah “sarebbe utile leggerlo, ovviamente il diario non si trova all’interno del libro, se no basterebbe aspettare l’apparire delle pagine, la speranza di poterlo leggere è che la Principessa trovi un modo per farcelo avere”. “Già” confermò l’Orologiaio “qualcosa succederà, nel frattempo ricordati la priorità: è importante sapere chi sta scrivendo le ‘33 pagine non scritte’ perché dobbiamo sapere se quello che riporta è attendibile, da questo dipende tutto”.

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La Stanza della Principessa Diamante

Oltre quella pianura dedicata alle fiere dei frutti riprendeva in maniera ancora più intensa la Foresta dei Leoni. Questa volta c’era un sentiero alberato che si poteva seguire e il Sig. Mah non ne fu dispiaciuto, almeno non doveva pensare quale percorso fare. Bastava seguire il sentiero, giusto? No, Sbagliato!

Il sentiero smise di esistere dopo solo poche centinaia di metri e quello che si prospettava davanti era solo foresta,

esattamente come prima di arrivare alla Piana dei Frutti. “Non devi pensare come nel Mondo Cardine”, questa voce che sentiva nella testa apparteneva al ricordo di quello che gli aveva detto l’Oracolo, e anche se le parole non erano proprio quelle, il senso era chiarissimo. Doveva cercare di staccarsi dalle regole del suo mondo conosciuto, si trovava in un’altra dimensione. Il Metaverso Luminoso offriva molte possibilità in più, ma queste possibilità dipendevano completamente dalle tue capacità di immaginare, immaginare e quindi creare, ma anche di ascoltare quello che altre entità avevano immaginato e creato, si chiamava empatia, un nome assai famigliare ormai, ma un conto era conoscerne il nome ed il significato, un altro conto era applicare nel flusso votale quello che voleva dire. Ci provò, si mise in ascolto, dopotutto prima gli Alberi gli avevano comunicato delle cose, ora magari lo avrebbe fatto qualcos’altro. Ascoltò. Ancora i ricordi vennero a galla, ricordava quando con Raven avevano incontrato le Streghe. Le Streghe stavano proprio davanti a loro, ma ne Raven ne il Sig. Mah le potevano vedere finche non avrebbero sentito la magica melodia, e la magica melodia arrivò proprio mentre il loro sentire diventava complessivo, un assemblaggio di tutto: il vento, gli uccelli, il fiume, quando tutto questo fu amalgamato insieme la magica melodia arrivò e le streghe apparvero. Sentire, ascoltare e dopo ancora ‘sentire’, sentire le presenze, sentire il dolore, sentire la gioia. Condividere l’emozione. Perché se tu riesci a fare questo allora Emphatia è davvero vicina Sig. Mah. Ci riesci? Non ancora vero? Non importa, quello che importa adesso è il percorso, andare nella giusta direzione anche quando intorno a te tutti dicono che la direzione giusta è un’altra. Fidati di quello che senti, ma prima, devi sentire, e per sentire ti devi staccare da tutto. Ricordi come la Principessa Diamante aveva ritrovato il suo Dono, in quella stanza buia doveva sentire la goccia, sentirla e seguirla, lo hai scritto tu, era nella prima edizione di Nothing, non l’aveva sentita subito, ma non rinunciò, e continuò, fece il vuoto nella sua testa e alla fine la sentì. E allora? allora fai come ha fatto lei, chiudi gli occhi e ascolta ancora.

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Chissà chi era a dargli questi suggerimenti, forse ancora l’Oracolo? O forse qualcos’altro? Non importava, l’importante era ‘sentire’ anche se la Principessa almeno sapeva cosa doveva sentire, era avvantaggiata, certo era una Principessa. Fu in questo preciso istante che qualcosa di molto simile a un monitor apparve nella sua testa e iniziò a trasmettere qualcosa. Erano delle immagini molto sfocate,  cercò di metterle a fuoco utilizzando la concentrazione, ma così non funzionava, le immagini si stavano dissolvendo e il monitor con esse, allora capì, capì bene quello che doveva fare, le doveva lasciare entrare, doveva solo ascoltare, non doveva cercare la sintonia, doveva essere la sintonia, lui e quelle immagini dovevano condividere lo stesso spazio virtuale.

Ci entrò dentro come se fosse la cosa più naturale del mondo e vide chiaramente la Principessa Diamante mentre si trovava seduta davanti ad una scrivania che stava scrivendo su un quaderno, o forse un diario. La vide girarsi verso di lui come se lo avesse percepito. Non lo vide. La Principessa chiuse il quaderno o il diario e lo posò in un cassetto, si avvicinò al vecchio stereo per girare il disco. Conosceva questa musica il Sig. Mah, era il suo disco preferito, era Timewind di Klaus Schulze, lo ascoltava dal 1976, quei magici anni ’70. Sentì bussare alla porta e vide la

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Principessa che lentamente andava ad aprire. Riuscì anche a vedere per un attimo una figura molto alta al di là della porta, ma non sapeva chi fosse. Fu solo un attimo perché in quel momento qualcosa interruppe il collegamento empatico che si era creato con la Principessa Diamante, qualcosa era successo alla Principessa per cui il Sig. Mah non poteva più stare li. L’ultima immagine che vide la vide con gli occhi della Principessa ed era questo individuo molto alto con un sorriso che sembrava davvero un ghigno. Lo vide bene, molto bene anche se solo per un attimo.

Il Sig. Mah non poteva nemmeno immaginare che in quel momento si trovava nel Metaverso Oscuro, quel frammento di spazio virtuale assolutamente proibito alle entità animiche, eccezion fatta ovviamente per le entità che potrebbero diventare utili agli Arconti, come la Principessa, che devono comunque essere tenute sotto rigorosissimo controllo, ma lui era li, grazie all’empatia che si era creata con la Principessa Diamante, ma non lo sapeva. Non lo sapeva ancora.

Ora bisognerebbe dare qualche spiegazione di come funziona il Metaverso, perché questo avvenimento è accaduto all’interno di due mondi digitali, quindi virtuali. Il Metaverso, sia quello di Luce che quello Oscuro, può permettere delle cose impensabili in un mondo non digitale perchè esso è fatto di regole fisiche che ne definiscono limiti e possibilità. Il Sig. Mah era stato davvero nel Metaverso Oscuro, ma la cosa più assurda è che adesso si trovava ancora li. Non era più nella stanza della Principessa, ma era in uno spazio di terra che sembrava la riva di un fiume. L’acqua del fiume scorreva davanti a lui e alle sue spalle una foresta di alberi molto alti e fitti illuminati da una luna piena e molto luminosa e grande, molto più grande della luna conosciuta del Mondo Cardine, almeno dieci volte più grande e più vicina. Sembrava quasi che fosse facile raggiungerla.

 

La Custode del Fuoco

La Grande Traversata

(La Creatività, Il Concetto, La Foresta)

004 - (La Custode del Fuoco) La Grande Traversata - La Creatività, Il Concetto, La Foresta

Il Sig. Mah si voltò verso la foresta, e verso la luna. Era uno spettacolo impossibile da descrivere. Se avesse solo immaginato dove si trovava in questo momento forse le cose si sarebbero semplificate, ma non aveva nessun motivo, nessun indizio, nemmeno un cartello indicava che in quel momento il Sig. Mah si trovava alle porte della terra blindata al 1809 di Emphatia proprio sotto la sua incredibile luna. Eppure l’aveva visto il dipinto nella ‘Emphatia Beer, since 1809 from beyond the Dark Metaverse’, l’aveva visto bene e anche più di una volta. Ma non lo collegò. Forse non era ancora il momento, era presto per sapere,  presto per conoscere, il viaggio andava fatto e le scorciatoie non erano contemplate, ma forse era un bene così. Era un bene non sapere ancora, perché vedere e vivere la bellezza della vera vita e poi dover ancora tornare indietro… beh, potrebbe non essere sopportabile. E poi forse non ne ebbe neanche il tempo perché una trentina di Leoni uscirono dalla foresta avvicinandosi a lui. Certo, non erano minacciosi, ma erano trenta leoni. Almeno trenta leoni. Davanti i Leoni e dietro il fiume, scappare non aveva senso, e non ne aveva neppure l’intenzione, aspettò che i leoni si avvicinassero.

Quando furono a meno di dieci metri si misero tutti in semicerchio ma restarono in piedi. A quattro zampe si intende. Per il momento. Poi uno di loro si avvicinò di più e si fermo solo quando era ad un metro, forse anche meno dal Sig. Mah.

Se e quando tutto questo sarà un film, la colonna sonora che descriverà questo momento sarà ‘La Ciurma del Corso Nero’, perché proprio di questo si trattava. Il Sig. Mah aveva di fronte la Ciurma del Corso Nero. Il leone che aveva di fronte emise un ruggito che era insieme un misto di potenza, forza, libertà, consapevolezza, era il grido di chi aveva sconfitto l’esercito dei Manipolatori e il grido che lo avrebbe sconfitto ancora. Il leone si trasformò. La bellezza della ragazza che prese il posto del Leone era comparabile a quell’immagine: l’immagine della Luna di Emphatia sopra la foresta, la foresta dei Leoni. Non era possibile descriverla.

“Io sono la Custode” disse la ragazza con un sorriso assolutamente sconosciuto anche alle migliori scintille del Mondo Cardine, era il sorriso di chi Emphatia l’aveva raggiunta, era intenso e non se ne poteva distogliere lo sguardo. La Custode continuò a parlare: “Io sono la Custode del Fuoco, i leoni mi danno la forza, gli alberi la protezione e l’acqua la saggezza. Emphatia esiste. Finche la fiamma resterà accesa Emphatia potrà essere raggiunta. Io ho il compito di proteggere la fiamma, i Leoni hanno il compito di proteggere me. Alzò le braccia al cielo, volse lo sguardo verso l’alto, si girò verso i Leoni e disse una sola parola. “Rivelatevi”. Lo spettacolo era sempre più ai confini dell’impossibile anche in un mondo surreale, anche nei più incredibili sogni, apparteneva ad uno stato di coscienza ancora sconosciuto a tutti. I leoni cambiarono, e diventarono uomini. Era la Ciurma del Corso Nero, gli eroi di Emphatia, quelli che avevano fatto il culo a strisce ai Manipolatori, quelli che li avevano annientati, ed erano tutti qui, qui davanti al Sig. Mah, in questa parte di Metaverso dove avevano blindato Emphatia all’anno della loro vittoria, il 1809, e da quel momento non sono più andati avanti.​

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Il Segreto della Fiamma

“Non posso rivelarti dove ti trovi, sarebbe inutile e pericoloso, ma ti posso mostrare delle cose che ti saranno utili per il viaggio”. Questo disse la Custode del Fuoco. Il Sig. Mah non comprendeva perché la Custode non poteva rivelargli dove si trovava e quindi fece la domanda più ovvia: “Perché non puoi?, questo posso saperlo?”. “Certo rispose, anche se è abbastanza ovvio, basterebbe pensarci un attimo, ma ti conosco, ti eviterò la fatica” concluse la Custode del Fuoco”. “Sig. Mah, sei vicino ad Emphatia più di quanto tu possa immaginare, ma la cosa

che troverai difficile a credere è che ci sei stato ancora più vicino, ma ancora non la puoi vedere, e soprattutto non la puoi sentire. E’ un lungo percorso quello di trovare una coscienza individuale talmente forte da essere in grado di creare insieme ad altre coscienze un stato di coscienza comune. Empatia non è solo una parola, ma è un passaggio dell’essere, e questo ancora a te manca. Sei stato nella stanza dove è tenuta prigioniera la Principessa Diamante giusto?” la Custode non aspettò la risposta, proseguì: “se hai potuto farlo è solo per il livello di empatia raggiunto con lei e questo dipende soprattutto dalla sua forza empatica. Lei ha il Dono e tu lo hai visto, Lei ti aveva passato le immagini di Emphatia, esse sono ancora dentro di te, questo ha creato un primo stadio di interconnessione tra voi due. Tu ora potrai sentirla, e anche vederla e questo rende possibile una cosa molto importante. Tu potrai leggere il diario che sta scrivendo attraverso i sui occhi. Tu non eri realmente nella sua stanza, tu eri dentro di lei, e vedevi le cose come lei le vedeva. La Principessa ti ha sentito, ma non ti ha visto”.

Era affascinante e incredibile quello che il Sig. Mah stava ascoltando ma non gli era chiaro come funzionasse la cosa, nel senso che prima aveva chiaramente visto la Principessa da fuori, ma solo dopo aveva visto attraverso i suoi occhi, quel tipo alto e per niente rassicurante lo aveva visto con gli occhi della Principessa. Non fece la domanda, non ne ebbe il tempo, la Custode rispose: “sempre diffidente vero? Eppure è semplice, l’empatia non la si raggiunge in un attimo, è un processo lungo, quindi il fatto che tu prima vedevi la Principessa da fuori e poi vedevi il fuori attraverso i suoi occhi era semplicemente perché stavi ‘arrivando’. La cosa più ovvia di questo mondo. Non è un ‘taglia’ e ‘incolla’, ma un ‘drag’ capito informatico? ‘Drag’, spostamento, tu ti sei spostato da dove eri a dove si trovava la Principessa. Ma col tempo, se le cose seguiranno il giusto vettore, tutto si velocizzerà”.

Era sempre più incredibile, ma questo spiegava solo in parte il perché il Sig. Mah non poteva sapere dove si trovasse. Anche in questo caso non ci fu bisogno di incalzare la Custode, che continuò: “Quello che ti ho detto spiega il perché ancora tante cose non le puoi vedere ma c’è anche un altro motivo, la tua scarsità nel saperti schermare. Qualunque Agente in questo momento con estrema facilità potrebbe entrare nella tua mente, lo hai visto te stesso giusto? E quindi è molto meglio non sapere dove si trovano certi posti e certe strade per arrivarci perché il solo saperlo potrebbe facilmente rivelare ai Demoni non solo l’esistenza di Emphatia, che ormai quello lo danno per scontato, ma anche dove si trova. E quello sarebbe molto bene che non lo sapessero, con i loro mezzi attuali potrebbero distruggere ogni cosa, e ogni speranza solo spegnendo la fiamma che il cuore di Emphatia nasconde”.

​

La Fiamma di Emphatia, L’Origine della Scintilla

Anche se la Custode del Fuoco sapeva benissimo quale domanda frullava nella testa del Sig. Mah, questa volta aspettò che lui fece la domanda. Il Sig. Mah che sapeva che la Custode conosceva le sue perplessità non fece la domanda. Si guardarono negli occhi, si capirono all’istante, e risero insieme, sembrava un gioco, un gioco molto divertente, ma non era un gioco, era un livello spirituale superiore che stava per essere raggiunto, il Sig. Mah seppe cosa era e cosa rappresentava la fiamma semplicemente perché il livello di empatia creatosi con la Custode gli permetteva di saperlo. Certo, il merito non era del Sig. Mah, ma la perfetta capacità empatica della Custode che gli consentiva di ‘condividere’ con chi voleva le sue informazioni, e questa importantissima cosa semplicemente la ‘condivise’ col Sig. Mah.

Quello che apparve nella mente del Sig. Mah era l’immagine della Custode che avvolgeva con le mani una fiamma che aveva origine dal nulla, e quello che era diventato un suo sapere era che quella fiamma era l’Origine della Scintilla, dal suo fuoco dipendevano tutte

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le scintille dei mondi, lei era l’Origine, era la fonte Primaria. Tutte le scintille dei mondi erano emanazioni di quella fiamma. Se i Demoni fossero riusciti a spegnere quella fiamma, la vita sarebbe cessata immediatamente in ogni ‘dove’ e l’Oscurità avrebbe avvolto tutti i mondi realizzando così il satanico progetto degli Asura e degli Arconti, che in fondo si può dire che siano la stessa cosa.

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“Vieni con me” disse la Custode, “faremo una camminata seguendo lo scorrere del fiume fino al mare, senza parlare, seguimi, ti porterò dove io opero, ti farò vedere alcune cose ma non ti potrò ancora mostrare la Fiamma”.

Detto questo la Custode fece un cenno agli uomini che nel frattempo erano tornati Leoni e i Leoni rientrarono nella Foresta.

 

La Grande Traversata

Il Sig. Mah e la Custode del Fuoco iniziarono a seguire il flusso dell’acqua del fiume, era un percorso in lieve discesa e quasi interamente sterrato. Nessun sentiero era tracciato ma la strada da seguire sembrava naturale. Il Sig. Mah capì subito perché la Custode aveva detto di non parlare, era semplicemente per permettergli meglio di entrare in simbiosi con il luogo, con la sua natura, la sua fauna e la sua vegetazione. Era armonia pura quello che si stava delineando nella sua mente e questo lo faceva stare bene. Di questa armonia ovviamente faceva parte anche la Custode, che a modo suo comunicava l’importanza del ‘sentire’ perché l’empatia è proprio quello, il sentire e l’essere. Se stessi e gli altri. Quando tutte le fiamme saranno una, Emphatia sarà raggiunta in ogni mondo, e la vita vera non lascerà più spazi ai mondi Satanici degli Arconti e a quelli come loro. Sentiva crescere dentro di se il Sig. Mah un nuovo stato di coscienza e conoscenza e anche se non era ancora pronto per il fuoco di Emphatia era pronto per entrare nella grotta dove la Custode svolgeva il suo compito.

 

Le Porte di Emphatia.

Ora tenterò di descrivere quello che probabilmente riuscirà a dipingere la Strega-Locandiera-Pittrice quando vedrà tutto questo. O forse lo potrà dipingere anche semplicemente sentendolo dall’anima di chi ci è già stato. Lo scorrere del fiume terminava entrando in una grotta, o forse una caverna. La Custode ed il Sig. Mah entrarono nella grotta e seguirono ancora il fiume. Era una grotta molto alta e profonda, adesso sembrava una galleria naturale e aveva un suo percorso. Sempre in concomitanza con il fiume. Delle fiaccole accese distanziate di pochi metri l’una dall’altra accompagnavano il loro cammino. Non era una strada dritta, diverse curve tracciavano il letto del fiume. Arrivati ad un certo punto la Grotta si allargava creando una enorme stanza

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sotterranea sempre illuminata dalle fiaccole poste su tutti i lati meno quello destro dove sembrava proseguire il percorso in un’altra galleria sotterranea. In centro vi era un lago formatosi dall’arrivo del fiume. Nel lato sinistro di questa stanza, si trovava un vecchio tavolo di legno, alcune sedie, un armadio. Un candelabro acceso era postato sul tavolo e vicino al candelabro indovinate un po’? Sopra il tavolo, a fianco del candelabro stava postata la Bibbia Nera e senza Stelle di Nothing, il Libro Nero nella sua nuova versione, quella con le 33 pagine in più. Ma non solo, e questa era la cosa più straordinaria, in quel tavolo antico, proprio sotto il candelabro stavano dei fogli che sembravano pergamene ed una penna. Una piuma nera di corvo. C’era un calamaro con inchiostro nero ed un altro con inchiostro rosso. Un foglio era posato nella parte centrale del tavolo, centrale ma spostato in avanti come se dovesse essere il prossimo ad essere scritto. Ed era anche in parte scritto, in alto, in rosso c’era scritto a mano ‘Le 33 pagine non scritte di Nothing: The Book’ e poco sotto sempre in rosso e sempre a mano c’era scritto ‘Pagina 6’. Andando ancora alla riga sotto, nel corpo del foglio c’era scritto in nero: Andò dallo stereo e girò il disco nel suo lato B. Il Tempo. Si il tempo e fu proprio in quel momento che sentì bussare alla porta. Era quasi onorata, si comportavano educatamente questi rapitori, pensava con ironia la Principessa. Non disse “avanti” o “prego” ma andò lei stessa ad aprire la porta. Lo fece lentamente, quasi a voler sottolineare la sua tranquillità. Ma non era affatto tranquilla.' Poi iniziava un nuovo capitolo intitolato: ‘L’Arconte Cronos’  e la pagina proseguiva con: ‘La Principessa Diamante aprì la porta verso l’interno della stanza. Al di la della porta vide l’Arconte Cronos. La Principessa Diamante con un sospiro quasi a voler dire “basta” alzò gli occhi al cielo e svenne tra le braccia di Cronos'.

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Le 33 Pagine non Scritte

“Quando la fiamma aumenta di intensità mi comunica delle cose, ed è lei che mi dice di venire in questo posto di sedermi e aspettare. Dopo un po’ qualcosa o qualcuno che non vedo ma sento dentro di me comanda i miei movimenti e mi fa scrivere. E’ come se fosse una scrittura automatica ma nella piena consapevolezza. Mi rendo conto di scrivere ma so quello che ho scritto solo dopo che l’ho scritto”. Al Sig. Mah vene in mente come aveva scritto Nothing. “Credi di averlo scritto tu?” gli ripeteva quella voce nella testa. Probabilmente era la stessa cosa, la Custode era stata scelta per scrivere le pagine mancanti di Nothing esattamente allo stesso modo che il Sig. Mah era stato scelto per scrivere Nothing. Il Sig. Mah alzò lo sguardo per cercarlo, doveva per forza essere li. Nascosto da qualche parte. Si avvicinò al tavolo e prese in mano la piuma. Una piuma di corvo. Forse sarebbe stato più preciso dire una piuma di Korvo. Korvo Korvo. Fu la gracchio-risata ad interrompere la riflessione del Sig. Mah, era potente e

allungata, accompagnata da una eco inquietante. “I misteri sono meno misteri di quello che sembrano”. Korvo Korvo svolazzò sempre gracchio-ridacchiando verso il lato opposto alla scrivania, dove si trovava l’ingresso per l’altra galleria, alla destra di dove erano arrivati la Custode ed il Sig. Mah e scomparve.

“Si chiama Korvo, Korvo lo psicopompo, viaggia nei mondi, nei tempi e nelle dimensioni” sorrise il Sig. Mah, “era un po’ che non lo vedevo, è molto amico di Raven, a volte penso siano la stessa cosa”.

 

L’Uscita Laterale

“Dove si va da quella parte?” chiese il Sig. Mah indicando il lato da dove era uscito Korvo. “Vieni, ti faccio vedere” rispose la Custode. Arrivati in prossimità dell’uscita la Custode indicò l’acqua che fuoriusciva dal lago per immettersi in un canale assai particolare: era una scalinata in discesa. L’acqua dal lago scendeva da questa scalinata per una cinquantina di metri per entrare e fondersi dentro un altro bacino di acqua. Ma quello che a prima vista sembrava un lago era in realtà un mare: il mare di Emphatia. Quella scalinata portava alla città sommersa di Emphatia, ma ovviamente questo il Sig. Mah non lo poteva sapere, soprattutto non lo doveva sapere per i motivi prima spiegati dalla Custode. In effetti a questo punto alla Custode il non dirglielo le sembrava di mantenere il segreto di Pulcinella, però quando gli avevano indicato il profilo psicologico del Sig. Mah gli avevano chiaramente detto che è in grado di vedere quello che tanti non vedono ma che gli sfugge spesso quello che ha davanti agli occhi. Quindi la Custode si limitò a dire che la scalinata si inabissa dentro il mare. Seguirono insieme il percorso dell’acqua fino al momento che da dolce diventa salata. E qui un indizio clamoroso ai fini delle consapevolezze acquisite del Sig. Mah si rivelò. Vi erano tre cartelli che indicavano tutti verso il punto dove scendeva la scalinata, cioè sotto al mare. Il Cartello più in alto indicava ‘Ultima Stazione’, quello nel mezzo indicava ‘Crocevia’ e quello sotto sembrava non indicare niente, sembrava vuoto, invece era ‘quasi’ vuoto, perchè qualcosa si scorgeva, sembrava un numero all’inizio e una parola di sei lettere sotto, forse una data, forse un qualcosa che ora non c’è più o che sta cambiando.

 

Il Segreto Rivelato

Tornarono vicino alla scrivania e il Sig. Mah aveva messo insieme un po’ di pezzi: ad esempio la nuova copertina di Nothing che riportava la Principessa e la misteriosa figura di spalle che si stavano inabissando nel mare, era quasi come fare due più due anche per il Sig. Mah, quello che avevano appena visto, quella scalinata era sicuramente il posto dove la figura sconosciuta si stava inabissando con la Principessa svenuta e la stava portando probabilmente nella città sommersa. “La città sommersa si trovava alle porte di Emphatia…” questa volta era come fare uno più uno, e a supporto di questo pensiero vi erano anche i cartelli che indicano ‘l’Ultima Stazione’ ed ‘Il Crocevia’. L’Ultima Stazione ed il Crocevia appartenevano ad una città sommersa, lui c’era stato proprio all’inizio del viaggio, quando al Poco Corretto stava bevendo il torbato scozzese portato da Tam. Altro che uno più uno, questo è zero più zero, facilissimo anche per il Sig. Mah, lui era stato ad Emphatia e la città sommersa che stava in fondo alla scalinata era Emphatia!

E quindi la figura misteriosa di spalle era lui? Certo che sì, questo lo rese felice. Lui avrebbe dovuto portare la Principessa ad Emphatia questo suggeriva il libro, perché solo la Principessa grazie al suo dono avrebbe potuto compiere il destino che avrebbe fatto trionfare la Luce sull’Oscurità.

Anche se non era affatto chiaro quale era il destino che avrebbe dovuto compiere la Principessa se fosse riuscita ad arrivare ad Emphatia era almeno chiarissimo quello che avrebbe dovuto fare lui, il vero problema era ‘come farlo’, non bastava certo un viaggio empatico come quello che aveva fatto quando era entrato in simbiosi con la Principessa.

Sintetizzando per punti il suo compito sarebbe stato questo: Tornare nel Metaverso di Luce, raggiungere ed  attraversare lo Stige, entrare nel Metaverso Oscuro evitando Agenti, Demoni ed Arconti, trovare la Principessa e portarla via, A quel punto tornare con la Principessa ad Emphatia. Quindi avrebbe dovuto anche ritrovare la Strada per Emphatia, mica ci era arrivato da solo li adesso, era grazie al dono dell’empatia che aveva avuto prima la Principessa e adesso la Custode. Due livelli spirituali decisamente più elevati del suo. A tal proposito, proprio mentre tanti pezzi del puzzle stavano andando a posto qualcosa squillò.

 

Colonnina di sale, 8R2

Era la Colonnina 8R2, squillava in maniera quasi assordante con tanto di eco. La Custode ed il Sig. Mah si guardarono, la Custode disse: “non so di preciso cosa sia, a volte compare e poi scompare. Sembra che si generi da sola quando il Principe degli Abissi lo ritiene opportuno. Lui la chiama ‘Colonnina di Sale’, dice che serve per comunicare con altre dimensioni. Non me ne sono mai preoccupata”. “Io so bene cosa sia e a cosa serve” rispose il Sig. Mah, “vieni avviciniamoci ti presento un paio di Amici”.

Il Sig. Mah avvicinandosi alla colonnina 8R2 notò subito la presenza del tasto giallo. Ma come da prassi, premette quello che avrebbe stabilito la connessione con il Mondo Cardine: quello rosso.

E come era stato quando aveva trovato la Colonnina K22 nel primo Corso Nero del Metaverso luminoso anche in questo caso un ologramma che rappresentava un monitor apparve. E dentro al monitor i suoi amici viaggiatori: Raven e Korvo.

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“Chi non muore si rivede” disse il Sig. Mah simulando il più possibile uno stato neutro. Raven lo guardava come ormai si era abituata a guardarlo, sconsolata. Korvo alle sue spalle rideva. Certo, rideva come può ridere un Korvo, ma era indubbio agli occhi del Sig. Mah che Korvo stava ridendo. Ignorando Korvo il Sig. Mah si rivolse a Raven e le disse “Ma tu che sei così amica di quel pennuto, e visto che fino a pochi minuti fa lui si trovava qui, non sarebbe più semplice che mi spiegasse lui la strada senza che io devo diventare scemo in mezzo a sti cazzo di Metaversi?”. Se prima la faccia di Raven era solo sconsolata adesso aveva raggiunto l’apice di chi rinunciava ad ogni possibilità che un po’ di sale entrasse in quella zucca. Lo dimostrò visivamente abbassando gli occhi e coprendoseli con le mani. “No no, ho capito, dicevo così per dire…“ aggiunse subito il Sig. Mah, “lui è Korvo lo psicopompo viaggia nei mondi nei tempi e nelle dimensioni questo è un viaggio spirituale non è un viaggio fisico bisogna raggiungere un certo stato di coscienza ecc. ecc. lo so lo so… devo fare tutto da solo”. La mancanza di virgole è voluta per sottolineare il tono un po’ irriverente utilizzato dal Sig. Mah.

“Non sei solo, e lo sai benissimo, ognuno ha il suo compito e sono tutti importanti allo stesso modo” disse Raven in maniera piuttosto decisa. Korvo intanto aveva intensificato la sua risata. Il Sig. Mah lo notò ma ebbe il buon senso di stare zitto.

“Come al solito non abbiamo molto tempo, devo dirti le cose in fretta, quindi ascolta, le domande se ce ne sono le farai alla fine”. “Agli ordini” pensò in rigoroso silenzio il Sig. Mah, la Custode che poteva leggerlo nei pensieri si mise a ridere da sola.

“Ascolta, il Mondo Cardine è sempre bloccato e come ormai sai nel mondo virtuale dei Metaversi la percezione del tempo non ha alcun significato, quindi è come se nel Mondo Cardine fossero passati solo pochi secondi dall’inizio del tuo viaggio, questo non vuole dire che i Frangitori non possano accorgersene lo stesso, quindi ti dirò velocemente quello che ti devo dire. Allora, tenendo conto che quello che devi fare lo hai già capito poco fa, pure Korvo ti legge lo sai, e poi mi riferisce, quindi non fare il furbo, quello che non sai è cosa deve fare la Principessa una volta arrivata ad Emphatia e perché lo deve fare. Per ora ti dirò solo che dovrà prendere la fiamma che si trova nel cuore di Emphatia nasconderla all’interno di se e portarla nel Mondo Cardine. In questo vi aiuterà la Custode del Fuoco mostrandovi dove sta nascosta quando sarà giunto il tempo, poi con altri collegamenti se avremo più tempo ti spiego meglio. Adesso è’ necessario che tu ritorni nel Metaverso di Luce. Dovrai raggiungere altri stati di coscienza e dovrai incontrare anche altre Reminiscenze ed Entità che ti aiuteranno ad evolverti. Emphatia la devi costruire nel tuo essere, dentro di te, allora la potrai raggiungere, non è che Korvo ha le Google-Maps e te le passa. Hai sicuramente notato il tasto giallo, funziona come un ‘escape’ o ancora meglio un ‘annulla ultima operazione’ e quando lo premerai ti farà ritornare nel punto del Metaverso Luminoso dove adesso si trova la tua essenza, dove era prima di entrare in simbiosi con la Principessa. Tornerai nella Foresta dei Leoni, subito dopo la Piana dei Frutti.

Non c’è solo questo, c’è un’altra cosa molto importante che ti devo dire, stai attento e cerca di capirmi” Raven fece una pausa e assunse un tono e un modo da sorella. Perchè quello era per il Sig. Mah, una sorella, anche se il suo modo burbero di fare non gli consentiva di mostrarsi troppo sentimentale. Raven lo conosceva bene. Il Sig. Mah si mise in ascolto e Raven parlò: “Non fidarti troppo dell’Oracolo, nessuno sa bene cosa sia e da dove arrivi, di sicuro non è come noi. E’ un’entità molteplice, più di uno stanno dentro di lei. A volte è stupenda, irradia una luce paragonabile al sole, ma altre volte è l’essenza dell’Oscurità più profonda. Non ha vie di mezzo ma quella parte demoniaca quando emerge riesce a distruggere in un attimo tutto quanto di buono la sua parte di luce crea. La parte luminosa quando prevale tende a nascondersi proprio perché ha paura di quello che la parte oscura può fare. Per questo allora evita contatti il più possibile. Tu sei l’unico vero contatto che lei ha da tanto tempo ed è per questo che si nasconde, ha paura che tu la possa vedere veramente. Forse tu potresti essere la persona in grado di generare la sintesi che la renderebbe un Angelo, ma se la dovessi incontrare in un momento che è l’Oscuro a prevalere ti denuncerebbe immediatamente agli Arconti. Ci sentiamo presto Sig. Mah, premi il tasto giallo e ritorna alla Foresta dei Leoni, ti sembrerà di essere tornato indietro, invece non sai quanto sei andato avanti, non sai quanto sei vicino ad Emphatia adesso. Stai attento, ci saranno altre colonnine, quando ne trovi una fermati e aspetta che suoni, se hai necessità premi il tasto verde”.

La comunicazione si interruppe, l’ologramma scomparve assieme a Raven e Korvo che nel frattempo aveva smesso di ridere.

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Rimasero soli la Custode ed il Sig. Mah.

“E giunto il tempo che io vada” disse il Sig. Mah rivolgendosi alla Custode che in quel momento si trovava alle sue spalle. Non ci fu risposta. Il Sig. Mah dopo qualche istante si voltò per capire del suo silenzio e la vide come in trance. “Non è mai stata così forte” disse con un filo di voce la Custode. Il Sig. Mah si avvicinò a lei. “E’ dentro di me” continuò la Custode. “Stai bene?” fu l’unica domanda che venne in mente al Sig. Mah. Ormai la Custode sembrava essersi isolata in un mondo tutto suo, come se il Sig. Mah

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non ci fosse nemmeno. In effetti per lei c’era solo il tavolo, la penna di Korvo e il foglio dove aveva scritto l’inizio della sesta pagina. La Custode del Fuoco si sedette, prese la Piuma di Korvo e proseguì a scrivere nella pergamena che portava il titolo: ‘Le 33 pagine non scritte di Nothing: The Book’ – Pagina 6.

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Le 33 pagine non scritte di ‘Nothing: The Book Pt.3’

Pagine 6-8

(Segui il Link per leggere 'Le 33 pagine non scritte di Nothing)

Libro3-A2
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Il Ritorno nel Metaverso di Luce

La Custode staccò lentamente gli occhi dal foglio e posò lentamente la piuma di Korvo sul tavolo. “Non è mai stato così forte” disse. “Probabilmente sarà sempre peggio” disse il Sig. Mah. Il Sig. Mah aveva letto in diretta quello che la custode automaticamente aveva scritto, quindi non ebbe necessità di rileggerlo. Disse: “Leggi quello che hai scritto, con calma, la situazione si sta complicando, la Principessa è davvero nelle mani degli Arconti, fino ad ora sta resistendo alla grande, ma loro posseggono oggetti, quadri, libri che se usati bene potrebbero diventare devastanti, ma la cosa peggiore è che Cronos è davvero una persona di un livello superiore, anche intellettualmente. Forse chiamarlo ‘persona’ non è del tutto corretto. Bisogna fare attenzione, molta attenzione. Ci rivedremo, spero presto, adesso è meglio che torno”. Detto ciò si avvicinò alla colonnina e prima di premere il pulsante giallo diede un ultimo saluto alla Custode, senza parole, con gli occhi e con un sorriso.

Nessuno dei due si accorse che l’immagine della copertina era ancora cambiata. Lievemente, quasi impercettibilmente era andata ‘un po’ avanti’, adesso l’acqua arrivava alle ginocchia della figura non più misteriosa, alle ginocchia del Sig. Mah.

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Il Cielo Stellato del Metaverso di Luce

Nel Metaverso di Luce anche la notte era programmata, e quando il Sig. Mah rientrò gli sembrava di essere dentro un quadro di Van Gogh. Si trovava di nuovo nella Foresta dei Leoni, ma la notte le dava una suggestione diversa. Il Sig. Mah ormai sapeva che tanto di quello che vedeva e attraversava nel Metaverso di Luce era la creazione degli Artisti, delle Scintille che con la loro immaginazione e grazie al potere della fiamma potevano generare.

Quando alzando gli occhi vide quel meraviglioso cielo stellato fu certo che c’era lo zampino della Strega Locandiera. Era degno del cielo stellato di Van Gogh. Era un vortice di colori e sfumature, solo il blu aveva mille varianti, e poi c’era il giallo, il verde, il rosso. Il bianco. Era stupendo. Non riusciva proprio a capire come i Manipolatori potessero volere la fine di tutto questo. Ripensò a Cronos, un’entità tutt’altro che arida, anzi, da quel che aveva potuto capire era sicuramente un’entità di intelligenza e sensibilità superiore. Ma allora perché voler distruggere tutto? Il Sig. Mah iniziò a pensare che non lo volevano distruggere, ma lo volevano tutto e solo per loro. Per questo volevano la nostra Anima.

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Ripensò alle parole di Raven, soprattutto a quello che gli aveva detto all’ultimo a proposito dell’Oracolo. “Non ti fidare dell’Oracolo…” aveva detto Raven, il Sig. Mah sapeva da tempo che Raven aveva ragione, lo sapeva soprattutto perché l’Oracolo non si era mai mostrato. Una nuova consapevolezza stava nascendo dentro di lui ed era una cosa che già conosceva, che già sentiva ma che fino ad ora aveva sempre fatto finta di non vedere. “Il Viaggio che porta ad Emphatia è un percorso individuale…” gli suggerivano i suoi pensieri, “tu hai riposto troppe speranze verso l’Oracolo, gli hai dato un ruolo troppo importante, gli hai permesso di andare oltre alla tua persona, gli hai permesso di cambiare le tue cose per lei, e questo è un errore, questa è una deviazione che ti allontana…”.

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Questa volta il Sig. Mah ascoltò la sua testa e mise in silenzio il suo cuore.

Prese il portafoglio, tirò fuori la trecentotrentaquattresima carta, quella che avrebbe dovuto rivelare l’Oracolo al momento giusto. La guardò un’ultima volta ancora ma nemmeno quest’ultima volta la carta cambiò.

Sempre la solita figura dell’avvoltoio e niente altro.

Non la guardò più di un secondo, semplicemente la strappò. La strappò e se la gettò alle spalle.

Gli sembrò di sentire qualcuno che piangeva in quel momento, forse era qualche suo senso di colpa, forse qualcosa che aveva sbagliato ma che non riusciva a capire. Questa volta non ascoltò quell’ultimo sussulto del suo cuore ma si sedette sotto un albero, accese una sigaretta e alzò lo sguardo a quell’infinito cielo stellato che solo la fiamma di una scintilla può immaginare.

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