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Nothing: The Book

Libro 6: Il Sacerdote

Libro 6: Il Sacerdote - Bruno Mah
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 7 Novembre

“Era come essere risucchiati in uno spazio dimenticato dallo scorrere del tempo. Una zona laterale, dove tutto quello che è successo dopo non poteva in nessun modo ancora influire. Lo avrebbe fatto, certo ma non ora, e non qui. Questa volta era da solo, per la prima volta in

questo viaggio si era preso una licenza premio, questa volta aveva bisogno di capire, di capire e di vedere ancora una volta il passato per staccarsene definitivamente. Allora guidò il suo vettore al contrario, andare indietro per poter finalmente andare avanti, mettere un punto, ma non un punto di fine,

come sembrerebbe di intuire dal discorso ma un punto di partenza, capire quale è veramente stato quel primo passo nella direzione giusta, per non sbagliare ancora, o meglio per capire quando sbaglierà ancora.

Chiuse gli occhi, accese una sigaretta e attese, ormai sapeva che quello non era il Mondo-Cardine, e sapeva che prima o poi ne sarebbe uscito ma sapeva anche che quel viaggio per avere un senso necessitava di superare delle prove, e ne stava superando diverse, alla grande, ma ora doveva superare quella più difficile. Affrontare se stesso. Se stesso tanti anni prima. Era giovedì, giovedì 7 Novembre, l’orologio segnava le ore 22,50. C’eravamo quasi, l’appuntamento con il passato era per le 23. Aveva 10 minuti di tempo per scendere quella via antica e strana, una via nel mezzo della modernità ma appartenente alla Zona-Storica, difficile da inquadrare, ma la notte, che nulla nasconde, la mostra davvero per quella che è, l’antica via romana che dalla strada Aureliana conduceva direttamente alle porte della grande Genova. Via San Vincenzo appariva così la notte, antica, silenziosa, affascinante. Sembrava davvero la strada per il Nulla, sembrava a volte essere il Nulla stesso.

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Ma in quel tempo, nel mezzo della via una luce rimaneva accesa per lunga parte della notte, talvolta ad incontrarsi con quell’altra luce, quella naturale del giorno.

Quella luce segnava l’ingresso di un portale oggi inattivo, ma all’epoca all’insaputa di tutti era funzionante, da li iniziavano i sogni, e spesso proprio li si infrangevano. Quello era il punto di questa convergenza, e li stava andando, a incontrare ciò che era contemporaneamente il suo passato e il

lasciapassare per il suo futuro. ‘Le Cantine’ era l’insegna verde, ‘Le Cantine di San Vincenzo’.

Entrò naturalmente senza aprire la porta, entrò come entrano gli spettri.

Perché quello era, uno spettro.

L’ingresso dove c’è il banco era vuoto, lui proseguì per la stanza successiva, sapeva bene quello che stava accadendo, lo sapeva di sicuro, lo aveva vissuto. Quando sentì arrivare le note di Epitaph dei King Crimson seppe che il tutto stava per succedere di nuovo. Fu quello il momento in cui la vide entrare. Non era mai esistita e mai esisterà al mondo nulla, nessuna anima e nessun sogno che possa essere paragonato a quello che lei era per lui.

Lo capì quando la vide, non vide la proiezione di se stesso come si aspettava, vide invece il sorriso di lei che si volgeva a lui, e non era un’illusione, era proprio vero era proprio per lui, quel sorriso. Erano solo loro due, si avvicinarono l’uno all’altra, non poteva essere possibile questo, come non poteva essere stato possibile nemmeno quel 7 novembre, ma lo fu. Ora come allora.

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 Si abbracciarono come si abbracciano due parti dello stesso albero che come quel 7 novembre capirono di essersi incontrati di nuovo dopo essersi lasciati da vite precedenti, un senso di appartenenza l’uno all’altra di un’intensità tangibile, fisica. Un intreccio di rami e di foglie e di vita come a rivelare il riconoscimento reciproco di appartenenza dell’uno all’altra ma nello stesso tempo, la consapevolezza dell’abbandono che di li a poco ci sarebbe inevitabilmente stato.

Non aveva tempo quell’abbraccio, non aveva tempo e nemmeno spazio, si ritrovarono entrambi solo qualche istante dopo lontani anni da quel 7 novembre, e anche il luogo era cambiato, era Via San Donato, in piena Zona-Storica in uno dei suoi venerdì da movida, Via San Vincenzo era rimasta indietro, molto indietro.

Si staccarono, si sorrisero ma non si diedero alcun appuntamento, sapevano entrambi che non avrebbe avuto senso. Lui allora capì, seppe finalmente, quando ebbe inizio il suo viaggio.

Era il 7 novembre, di un anno che non importa, da quel momento non si sarebbe mai più accontentato, non avrebbe mai più barattato la sua solitudine per un amore finto o di circostanza, perché conosceva il sapore della condivisione, il senso di un’appartenenza che va oltre la vita stessa, avrebbe saputo riconoscere gli incastri. Non era Silvia che avrebbe cercato ancora, ma quella tensione, quella luce che l’altra persona avrebbe saputo accendere insieme a lui.

Lei lo salutò e si allontanò senza girarsi più. Non si sarebbero mai più visti, e quando il suo ultimo passo scomparve nella notte il sig. Mah si girò verso la ragazza dai capelli rossi che aveva realizzato questo per lui. Grazie le disse, grazie del regalo più bello che ho ricevuto dalla vita.

Ora la notte la poteva finalmente affrontare, per dirla come la direbbe Paulo Coelho, come un Guerriero della Luce.

​

​La Grande Musica (L’Orchestrale, La Corte, Il Commensale)

La Fata delle Pietre

Tutto si concluse con un soffio di vento, in un attimo si portò via tutto, la ragazza dai capelli rossi, tutti i partecipanti alla movida, tutto il frastuono, tutto. Non rimase più nulla. Non si sentiva più nulla. Ora avrebbe dovuto raggiungere Raven e Korvo, i Cenobiti erano ad un passo dalla Chiaroveggente, i Frangitori stavano riuscendo nel loro intento di strappare le informazioni dalla zona nascosta della testa della sorella, bisognava liberare la Prigioniera del Tempo per non perdere la luce che illuminava la strada per Nothing.

Fece come all’inizio di questo viaggio all’interno del viaggio, si accese una sigaretta. Mentre l’accese si girò su se stesso, e in un attimo capì cosa doveva fare, davanti a lui si era appena illuminato il Portale di uno dei più famosi e leggendari Intermezzi Temporali di sempre. Si diceva addirittura che avesse un collegamento diretto con la Cattedrale, la Palude sulla Collina, un collegamento che si attivava autonomamente ad una certa ora della notte ma solo alcuni avevano la facoltà di potervi accedere ed essere trasportati alla Cattedrale. Assieme al portale si accese anche un’insegna che ne

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portava il nome, e questo tolse ogni dubbio al Viaggiatore su cosa avesse davanti, L’insegna illuminata di rosso riportava la scritta Kit-Chen. Avrebbe dovuto essere un intermezzo inattivo, come tutti gli intermezzi della Zona-Storica, ma qualcosa o qualcuno aveva fatto in modo che si potesse temporaneamente riattivare per permettere al Sig. Mah di riprendere il viaggio.

“La porta si aprì, qualcuno la aprì per lui. Lentamente, lui entrò. Non riusciva a vedere chi era a tenere la porta aperta, ma percepiva qualcuno di conosciuto, qualcuno con il quale per tante tante sere aveva scambiato storie, racconti, cose belle e anche meno belle. Si sentì sussurrare all’orecchio “fatto un cazzo anche questa settimana”. Al Sig. Mah scappò da ridere, aveva capito quale spirito gli aveva aperto la porta. Andava in moto. Allora, anche se non lo vide lo salutò come sempre ‘mavaffan…’ e proseguì. Si trovava nella vecchia Tana, al pianto terreno dell’Intermezzo Temporale Kit-Chen. Dovette fermarsi un attimo, forse anche tutto questo faceva parte del viaggio, forse anche questo era ‘Attraversare la Notte’. Rivide tutto per un solo infinito istante con tutte le luci, i colori, il chiasso, la musica, le grida e le voci che si sovrastavano uno stupendo chiasso rumore follia chiamiamola come si vuole, per quell’infinito istante rivide l’intermezzo-temporale Kit-Chen come era prima della fine del mondo, prima che quei pezzi di merda dei Manipolatori organizzassero tutto questo. In quell’infinito istante li rivide tutti, proprio tutti e anche naturalmente l’Oste, il Banconiere della Tana.

A Bergderbil producono la morte, a Bergderbil sopprimono la vita.

Tutto scomparve senza nemmeno il bisogno del soffio di vento, non serviva nemmeno salire le scale e andare ai piani più alti. Serviva ricordare la vita, rivederla almeno per quell’istante, perché anche quel ricordo fa parte della luce da seguire per raggiungere Nothing.

Corvo e Teschio Destra
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Corvo e Teschio Sinistra

Korvo gracchiò, Raven sapeva della necessità che aveva il sig. Mah di intraprendere quel viaggio, ma sapeva anche che tutto quello che succedeva in questo Mondo, ormai assodato, Mondo-Non-Cardine, non aveva regole, e nemmeno leggi fisiche, era qualcosa che assomigliava più al sogno che alla realtà conosciuta, forse il viaggio verso Nothing è davvero un viaggio mentale, forse per raggiungere le zone oscure della nostra mente o forse per cacciare via tutto quello che non serve per arrivare al nulla o forse entrambe le cose.

Non c’è nessuna spiegazione logica, nessun senso razionale che possa spiegare come ora si trovassero al punto di partenza del Viaggio, al Vecchio Mulino, dove avevano incontrato il Viandante.

E anche li trovarono un foglietto che poi era la mappa e il cappello da texano che piaceva tanto al sig. Mah.

Le domande d’obbligo erano due, la prima che abbiamo già deciso che non si può avere una risposta sensata è “Come siamo arrivati qua ?” la seconda non è tanto diversa dalla prima “Che cosa ci facciamo qua”, ma purtroppo la più importante era quella non citata, la terza. E ora, come raggiungiamo la Prigioniera del Tempo che non abbiamo la più pallida idea di dove si trovi, e sicuramente non solo il dove, neanche quando, in quale tempo.
Korvo che per bontà divina aveva smesso con l’esperanto, anche perché l’ultima volta il sig. Mah gli aveva tirato addosso una lattina di birra (piena ma

016 - Episodio K37 - Spora N 05 - Дорога

chiusa), disse: “I Segni”. “I Segni che si incontrano nel viaggio danno le risposte, ma bisogna sapere se sono segni veri o falsi”.

Il segno inequivocabile era il Viandante, c’era pieno di segni che indicavano il Viandante, il posto dove si trovavano, la mappa che per qualche mistero si trovava li.

“La mappa, ecco la mappa.”

Ecco cosa erano quei geroglifici che si trovavano dietro la mappa, era un messaggio del Viandante scritto in esperanto. Korvo gracchio una risata come a dire al sig. Mah “Ora  l’esperanto te lo impari” ma per fortuna Raven conosceva l’esperanto e lesse il messaggio.

“Cercando me potreste trovare voi stessi, non cercando me avrete più probabilità di trovare voi stessi, il senso della mia esistenza potrebbe dipendere dalla vostra fede o dalla vostra sicurezza. O insicurezza. In cosa avete fede?, sempre che abbiate fede in qualcosa. Il vostro viaggio sembra avere una meta, ma non ne conoscete il percorso, andate a caso, vedete un portale qui, un portale la, quell’uccello nero ogni tanto spara cose a caso e voi le seguite come se fosse una divinità.”

Il messaggio sembrava finire li, la Mappa, che poi era questo messaggio si dissolse alle ultime parole di Raven, ma il Viandante continuò a parlare da oltre il portale, ricordate, la vecchia crosa in salita. Naturalmente illuminata di rosso. Il Viandante, o meglio, la voce del Viandante disse “avrete notato l’assoluta ininfluenza del tempo e dello spazio in questa dimensione, quindi non è camminando che si fa questo viaggio, ma nello stesso tempo ci sono delle tappe che dovrete necessariamente fare per arrivare al vostro obiettivo” “ma” appunto, il sig. Mah sapeva bene che quando uno diceva “ma” “ma” nel senso di “però” subito dopo segue qualcosa di poco gradevole, una fregatura. “ma (appunto) se l’obiettivo, o la meta non esistessero?, o meglio, se il senso del tutto fosse proprio il viaggio stesso? Ci avete pensato? Viaggiare fino a che non avrete raggiunto una condizione tale per cui capirete che Nothing non è più un luogo, ma uno stato mentale da raggiungere, e quando ‘nulla’ è raggiunto e tutto il modo di vedere le cose e vivere la vita cambia finalmente potrete uscire dalla notte e andare oltre, vedere cosa la luce illumina”.

Il Viandante, o meglio, sempre la voce del Viandante aggiunse. “Quando saprete da dove arrivo io, saprete chi siete voi” terminate queste parole si sentì nell’aria un suono di una chitarra elettrica che sembrava messa li apposta come sigla finale di un romanzo a puntate. Era un accordo secco, di quelli che pongono fine a qualsiasi puntata. Era un accordo in La minore. “Io avrei usato il Mi minore” disse il Sig. Mah “Il Mi minore ha molta più classe, il La minore è più pacchiano”.

Disse queste minchiate per evitare almeno per un attimo di cercare di capire quello che era ancora troppo presto per capire, cioè tutto quello che aveva detto il Viandante. E dimostrando di non aver capito niente disse “Camminiamo”.

“Si camminiamo, dove? intorno al vecchio ponte? Ci buttiamo nel torrente? Aspettiamo un autobus? Chiamiamo il Taxi!”.

Ma disgraziatamente ancora Korvo disse la cosa giusta “Facciamo quello che lui ha detto”. Dopo qualche istante continuò “Lui ha detto che quando sapremo da dove arriva Lui avremo trovato noi stessi, e allora andiamo verso il punto da dove arrivava la sua voce, il Portale in Salita”.

Salirono la Crosa/Portale in salita come normalmente si sale una Crosa, due con le gambe e uno con le ali. O almeno era quello che sembrava.

Arrivati in cima alla Crosa/Portale si spalancò davanti ai loro occhi un paesaggio che poteva solo essere paragonato ad una copertina di Roger Dean, ‘Yessongs’ tanto per capirci.

Non aveva alcun senso logico, proprio fisicamente non poteva stare insieme quel paesaggio in quel punto. Ma era li. La loro mente stava imparando ad accettare più cose, le barriere cerebrali incominciavano ad incrinarsi, i sogni avrebbero potuto, col tempo, essere raggiunti.

Forse, solo poco tempo prima, un paesaggio così bello non avrebbero nemmeno saputo immaginarlo.

Ovviamente la Crosa/Portale non era più alle loro spalle, non era più da nessuna parte.

Chi sei tu veramente Viandante ?

Spirito che viaggi libero oltre le barriere del tempo,

sembra che per te nessuna regola sia una regola,

sembra che tu decida quando, come e perchè!

Ma ci possiamo fidare di te ?

Quanto sei reale ?

Esisti in questo spazio, esisti in questo tempo,

ma esisti anche Altrove.

O forse non esisti proprio ?

Già, chi era davvero questo Viandante, avevano entrambi come la sensazione che rispondere a questo quesito fosse determinante per proseguire il viaggio, ma avevano anche la sensazione che fosse ancora presto per poter capire.

017 - Episodio 100 - (Fata delle Pietre)

“Le Streghe”, disse una voce appartenente ad una figura femminile di aspetto molto gradevole e rassicurante, come la sua voce “Le Streghe hanno il Potere della Creazione, loro potrebbero aver creato il Viandante” disse la Fata delle Pietre.

“E’ importante per noi sapere se ci possiamo fidare del Viandante, per questo dobbiamo sapere chi è veramente e da dove viene, se le Streghe ci possono aiutare sarebbe bene che lo facessero, il buon esito del Viaggio che stiamo facendo potrebbe dipendere proprio da questo”. Disse un Viaggiatore.

“Chiunque abbia Anima e Creatività oggi è in pericolo, i Manipolatori non vogliono deviazioni alle loro imposizioni, e considerano pericolo chiunque possa manifestare un’idea differente, stanno distruggendo tutti i luoghi dove questo tipo di persone si possono ritrovare, quelli che poi sanno addirittura creare, ovvero trasformare il Sogno in Realtà sono perseguitati e incarcerati, nel migliore dei casi”.

“Ricordate la Regina, Lei vi ha fatto ‘vedere’ la musica, le

018 - Episodio 100 - Spora 06.jpg

Streghe sono nascoste tra le note musicali scritte nelle Pietre, io sono la Fata delle Pietre e ne custodisco il segreto, ma se voi possedete un’anima, vuole anche dire che potete ‘vedere’ la musica, e allora potrete trovare le note tra le Pietre e ascoltare la Magica Melodia”.

“Provate Viaggiatori.

Guardate tra le Pietre,

riuscite a vedere,

riuscite a sentire,

riuscite ad ascoltare?”

Al principio era solo Silenzio,

poi si sentì il Vento,

il Vento portò il Suono,

il Suono era Magia.

La Magia era la Magica Melodia.

Le Streghe che erano sempre state li, invisibili certo ma erano li, lentamente, apparvero.

​​Il Grande Concerto (La Parola, Il Corridoio, La Resistenza)

Le Streghe

Eccole

Le Streghe

Ora capite,

Riuscite a capire perché i Cenobiti le cercano

Guardate la loro espressione

Illuminano un mondo che ancora non esiste

Ma forse esisterà

E questo è pericoloso per i Manipolatori

Perché le Streghe regalano speranza

Perché riescono a rendere possibile

quello che non sembra possibile

Perché loro

Conoscono la strada per Nothing

019 - Episodio K92 - (le Streghe) Il Gra

Non c'era bisogno di porre la domanda, le Streghe già sapevano quale era. Una di loro parlò: “Non lo abbiamo creato noi, nessuno sa da dove arriva ne quale sia la forza del suo potere. Sappiamo che può viaggiare attraverso tutti gli strati di questa struttura, il tempo e lo spazio a lui non pongono limiti. Sembra addirittura farne parte vista la facilità che ha nel Manipolarla.”

Un' altra Strega, mostrando un antico dipinto, proseguì.

020 - Episodio K92 - Spora 07 (Reame).jp

“Eccolo qui, Sua Maestà 'Il Viandante' in tutta la sua magnificenza. Qui era Re, in altro luogo e altro tempo Imperatore  e così via. Lui è lo specchio dei tempi che percorre, è l'insieme di tutte le anime, e può essere buono e cattivo allo stesso tempo, lui assorbe quello che ha intorno e lo restituisce 1000 volte più

forte, che sia bene o che sia male. Viaggiatrice, osserva la Regina al suo fianco, non trovi una certa somiglianza? inquietante vero? Solo coincidenze?”.

​

“Beh, le Streghe comunque vi hanno dato un grosso aiuto per capire chi fosse il Viandante, giusto?” disse l’Orologiaio al Sig. Mah in uno dei soliti Intermezzi-Temporali che si trovano nella Zona-Storica, naturalmente non solo in un altro Dove ma anche un altro Quando. Era l’ultima sera prima del Totale-Oscuramento, ancora qualche anfratto poteva essere utilizzato, ma solo per poco tempo e in condizioni estremamente limitate. Ma questo a loro bastava per fare il punto della situazione.

Si potevano riconoscere diversi Liberi Pensatori e anche alcuni Dissidenti opportunamente camuffati da Gregge per non subire le violenti conseguenze operate dai Cenobiti, ma solo camuffati, perché Gregge non erano, tutt’altro.

Era sempre il Poco-Corretto l’Intermezzo utilizzato, era uno dei più sicuri, da li facilmente si potevano vedere arrivare i Cenobiti in massa e quindi si aveva il tempo del camuffamento a Gregge, era molto facile.

 “Beh, tanto aiuto non direi, nemmeno loro sapevano chi fosse, ma almeno sapevano chi o cosa non fosse. Certo non è poco ma insomma da delle Streghe ci si aspettava qualcosa di più. Solo dopo capimmo che di più non avrebbero potuto fare e che scoprire cosa fosse o chi fosse il Viandante faceva parte del Viaggio, era una parte fondamentale per arrivare a Nothing”.

“Adesso” disse il Sig. Mah ”i tempi del Viaggio si stanno allineando al Mondo-Cardine, era necessario andare a Bergderbil per capire cosa veramente fosse. Berg Der Bil, lo Specchio del Sogno, la Roccaforte dei Manipolatori”. “Volevamo vedere le Prigioni dove sono

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incarcerati e torturati i Dissidenti, i Liberi Pensatori, gli Artisti e i Cuori Sanguinanti, volevamo vedere le Acque Salate di Bergderbil dove da li a poco una splendida proiezione avrebbe cambiato tutto, avrebbe dato fiducia alla Resistenza Clandestina, avrebbe dato un senso alla vita a tantissime persone, e a tutti noi, ma soprattutto volevamo essere presenti all’ultima Luna vissuta alla Tana,

l’Intermezzo Temporale derivato dall’Intermezzo Temporale Kit-Chen e costruito proprio sotto le Cattedrali di Bergderbil in barba ai Manipolatori i quali non si sono mai accorti della sua esistenza”.

“Ma prima, prima era necessario salvaguardare il cammino verso Nothing, la Chiaroveggente stava per essere catturata, la prigioniera del Tempo andava liberata al più presto, le torture inflitte dai Cenobiti fisicamente e dai Frangitori mentalmente stavano ponendo fine alla resistenza della Prigioniera e loro avrebbero potuto leggere nella sua mente dove fosse sua sorella” “Quando le barriere cerebrali si abbassano, tutto appare in quei mostruosi schermi dei Frangitori”. “Questo non doveva succedere”.

“Già!” affermò l’Orologiaio, adesso sarebbe bene rimettere un po’ di ordine alle cose, allora i Viaggiatori hanno accertato che non si trovano nel Mondo-Cardine ma stanno viaggiando in un anfratto cerebrale comunque influenzato dagli accadimenti del Mondo-Cardine, in questo momento sono indietro nel tempo, stanno cercando la Sincronizzazione col Mondo-Cardine. Noi ci ritroviamo in questi anfratti di tempo negli Intermezzi-Temporali contemporaneamente all’evolversi della situazione del Mondo-Cardine, credo di aver capito bene, volevo solo fare un po’ di chiarezza prima di ordinare il prossimo negroni, magari prendo un mezzo”.

Di solito ne prendeva due, due mezzi naturalmente, vallo a capire.

​

“Quindi quando eravate alla Maddalena 3DC siete riusciti a parlare col Gestore che pare non vi avesse riconosciuto, corretto?”

“Corretto!” rispose il Sig. Mah.

Il Sacerdote

“Ma in realtà non era così, era solo che noi non ce lo ricordavamo più ma faceva parte di una parola d’ordine composta, Lui avrebbe detto “Io sono il Gestore e voi chi cazzo siete?” e noi avremmo dovuto rispondere secondo una serie di frasi concordate”.

“Per fortuna alla locandiera venne in mente la parola chiave, ‘Sacerdote’, il che significava che dato che lui gestiva la Cattedrale, la Palude su in Collina, la parola ‘Gestore’ era un po’ riduttiva, lui voleva un qualifica più adeguata, gli sarebbe bastato ‘Sacerdote’, e perché tutti ce lo ricordassimo aveva ideato questa ‘Password’ composta, e cioè:”

Lui: “Io sono il gestore e voi chi cazzo siete?”

Noi: “Tu non sei il Gestore, il Gestore appartiene al passato, tu sei il presente e il futuro”

Lui: “Bene, e allora io, chi cazzo sono?”

E a questo punto contemporaneamente, tutti i presenti, avrebbero dovuto dire:

Noi “Tu sei il Sacerdote, il Sacerdote della Cattedrale, la Palude su in Collina”.

“e invece cosa avete detto per farvi riconoscere?”

“Niente, si fece bastare l’esclamazione della Locandiera-Strega quando disse “Sacerdote”,  e ci è andata bene che non ha sentito quando in coro abbiamo detto in due ricordandoci di questa cosa “Ommadonna”.

Era arzigogolata la mente del Gestore, cioè del Sacerdote, molto arzigogolata, ma come precedentemente già detto, assai funzionante”.

Quello che il Sacerdote e i tre partecipanti alla riunione della Maddalena 3DC si dissero era di vitale importanza, si era convenuto sulla necessità di fare in modo che la paura non devastasse le già provate menti delle persone, bisognava creare qualcosa che rendesse partecipi tutti, qualcosa che potesse ridare la speranza di una ricostruzione, qualcosa che tutti quelli che volevano potevano non solo vedere ma anche partecipare ma che non fosse compresa dal potere costituito.

Era uno Show l’idea,

un grandissimo Show musicale e teatrale

dove tutti potevano partecipare, non solo gli Artisti,

ma anche Dissidenti, Liberi Pensatori e i Cuori Sanguinanti,

dove ognuno poteva recitare e interpretare se stesso

dando vita al proprio personaggio

e ricchezza allo Show.

Tutti.

Era grande la mente del Sacerdote, solo lui poteva pensare una cosa simile,

tutti avrebbero partecipato e saremmo riusciti a mostrare lo spettacolo oltre i confini di questo mondo

rendendo visibili a tutti le menzogne dei Manipolatori,

avremmo illuminato la nostra Cattedrale,

l’unica Cattedrale Riconosciuta da noi,

la musica da li sarebbe partita e ripartita fino ad espandersi ovunque,

sempre più forte,

sempre più potente

fino a disintegrare i muraglioni

delle fasulle Cattedrali di Bergderbil.

Uno Show!,

Lo Show!

Si,

un Grande Spettacolo:

Nothing: The Show

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