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Sylvia Blake: l'Eredità del Sangue

Cap. 14: Legami di Oscurità e Luce

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Quella notte, Laura ed Elena furono convocate da McGregor. Nella sala del consiglio, illuminata dalle luci soffuse, erano presenti i membri principali: McGregor, Adrian, Lady Evelyne, Lady Morgana e Lord Duncan.

McGregor prese la parola, rivolgendosi a Laura ed Elena con un tono cerimonioso. "Siamo qui riuniti per comunicarvi che la vostra richiesta di trasformazione è stata accettata dal consiglio. Avete il diritto di scegliere il vampiro che eseguirà la trasformazione, ovviamente con il suo consenso."

Laura ed Elena si guardarono emozionate. Laura prese un respiro profondo e indicò Adrian. "Vorrei che fosse Adrian a trasformarmi," disse con determinazione. Adrian sorrise e annuì. "Sarà un onore per me." Elena, con un sorriso entusiasta. "E io scelgo Gabriel."

McGregor proseguì con le istruzioni. "La cerimonia sarà pubblica e avrà luogo a Umbraeth. Il rito consiste in un primo morso sul collo, seguito dal vampiro che donerà una piccola quantità del proprio sangue da farvi bere. La cerimonia si terrà il prossimo sabato. Ci saranno comunicati e avvisi affissi nella città per permettere a chiunque lo desideri di assistere."

Laura ed Elena ascoltavano attentamente, sentendo crescere l'eccitazione e l'ansia per il grande passo che stavano per compiere. Uscendo dalla sala, si fermarono un momento per parlare tra loro.

"Non posso credere che stia davvero accadendo," disse Laura, la voce vibrante di emozione. "Finalmente diventeremo ciò che abbiamo sempre desiderato."

"Sì, è incredibile," rispose Elena. "Ma sento che è la cosa giusta da fare. Siamo pronte per questo."

Poco dopo, incontrarono Gabriel e Adrian che le stavano aspettando. Gabriel sembrava curioso, mentre Adrian sorrideva, sapendo già tutto grazie alla sua posizione nel consiglio, ma non aveva detto niente perché era giusto che fosse Elena a dare la notizia a Gabriel.

Elena si avvicinò a Gabriel con un sorriso radioso. "Ho una grande notizia da darti," iniziò. "Il consiglio ha accettato la nostra richiesta di trasformazione e... io ho scelto te per eseguire il rito."

Gabriel, visibilmente emozionato, la prese tra le braccia. "Elena, è un onore per me. Prometto di rendere questo momento speciale."

Adrian si avvicinò a Laura, prendendole la mano. "E tu hai scelto me, vero?"

Laura annuì, stringendo la mano di Adrian. "Sì, non potevo immaginare nessun altro." Adrian la guardò con affetto. "Farò in modo che la tua trasformazione sia perfetta."

Lady Evelyne, Lady Morgana e Lord Duncan, che avevano osservato la scena, si avvicinarono per congratularsi. "Siamo felici per voi," disse Lady Morgana. "Sarà una cerimonia memorabile."

Lord Duncan aggiunse con un sorriso. "Benvenute nella nostra famiglia, ufficialmente."

Le due amiche, ora sicure della loro decisione, sentivano una profonda felicità e un legame ancora più forte con i loro futuri creatori.

"Adrian, Gabriel," disse Elena con un sorriso complice, "dovrete prepararvi bene per sabato. Vogliamo che sia un giorno indimenticabile."

"Sarà indimenticabile, ve lo promettiamo," rispose Adrian.

Mentre si allontanavano dalla sala del consiglio, Laura ed Elena si sentivano più unite che mai, pronte a iniziare una nuova vita come vampire, al fianco di coloro che avevano scelto di trasformarle. La notte, che sembrava così oscura all'inizio, ora brillava di una nuova luce di speranza e eccitazione per il futuro.

La notizia della trasformazione di Laura ed Elena si diffuse rapidamente, non solo nel clan di Edimburgo ma anche in quelli di Londra e altre città. Gabriel, originario del clan di Londra, era entusiasta di vedere il sostegno diffuso per questo evento raro. I manifesti furono affissi dappertutto, soprattutto a Edimburgo, ma anche in altre località. La trasformazione di un umano era un evento straordinario, approvato solo quando il consiglio verificava che la scelta fosse dettata da un autentico desiderio e non da pressioni esterne.

Il giorno prima della cerimonia, all'Abisso Eterno, il famoso locale dei vampiri, si tenne un evento speciale. McGregor, il presidente del consiglio, salì sul palco, seguito dai quattro protagonisti: Laura, Elena, Adrian e Gabriel. L'atmosfera era elettrica, con vampiri da ogni dove riuniti per celebrare questo momento unico.

McGregor prese il microfono e iniziò il suo discorso con voce solenne: "Cari amici, siamo qui riuniti questa sera per celebrare un evento raro e significativo. La trasformazione di un umano è un momento di grande importanza per la nostra comunità. Laura ed Elena hanno scelto, con coraggio e determinazione, di unirsi a noi nel nostro cammino immortale. Il consiglio ha valutato attentamente le loro richieste e ha confermato che le loro decisioni sono libere e consapevoli."

Fece una pausa, osservando il pubblico con uno sguardo fiero. "Laura ha scelto Adrian per guidarla in questo viaggio, mentre Elena ha scelto Gabriel. Entrambi hanno accettato con gioia e responsabilità. La cerimonia avrà luogo domani, nella nostra amata Umbraeth. Invito tutti voi a partecipare e a condividere questo momento storico."

McGregor si voltò verso i quattro protagonisti e, con un sorriso, aggiunse: "Ora, vorrei dare la parola a chiunque desideri esprimere i propri sentimenti o pensieri. Sylvia, so che hai qualcosa da dire."

Sylvia, con il cuore colmo di emozione, si fece avanti. "Grazie, McGregor. Elena, Laura, voglio dirvi quanto sono felice per voi. Elena, tu sei stata la mia compagna, la mia amica, e vederti prendere questa decisione con tanta convinzione mi riempie di orgoglio. So che questa scelta ti porterà felicità e una nuova vita. E Laura, la tua forza e determinazione sono un esempio per tutti noi."

Con uno sguardo affettuoso verso Elena, aggiunse: "Finalmente, vedo in te una gioia che non avevo mai visto prima. Sei viva, veramente viva, e questo mi rende immensamente felice."

Natasha prese il microfono successivamente, con un sorriso affettuoso. "Elena, Laura, benvenute nella nostra famiglia. Questa è una comunità che vive di legami forti e indissolubili. Vi auguro tutto il meglio in questo nuovo viaggio."

Miriam si fece avanti, aggiungendo: "Vi ammiro per il vostro coraggio. La trasformazione non è una decisione facile, ma so che siete pronte per questa nuova vita. Saremo tutti qui per supportarvi."

Lord Duncan concluse gli interventi, con un tono solenne: "Questo è un momento di grande importanza per tutti noi. Laura, Elena, state per entrare in un mondo che vi accoglierà a braccia aperte."

McGregor riprese la parola, concludendo la serata: "Grazie a tutti per le vostre parole. Domani sarà un giorno storico. Vi invito tutti a unirvi a noi per celebrare questo evento straordinario. Buona serata e che la notte ci porti consiglio e forza."

Il pubblico applaudì calorosamente mentre Laura ed Elena si abbracciavano con i loro rispettivi mentori, Adrian e Gabriel. Sylvia, con un sorriso radioso, si avvicinò a Elena, prendendole la mano. "Domani sarà un giorno indimenticabile," disse con voce tremante di emozione. Elena annuì, stringendo la mano di Sylvia con gratitudine e affetto.

La notte era ancora giovane, e i vampiri continuarono a celebrare, consapevoli che il giorno seguente avrebbe segnato un nuovo capitolo nella loro storia immortale.

Amara e Sylvia, una Unione Annunciata

Tra i vampiri presenti quella notte all'Abisso Eterno, ce n'erano due particolarmente speciali: Miriam, giunta dalla Germania, e Natasha, proveniente dalla Russia. Sylvia e Amara stavano ballando, perse l'una negli occhi dell'altra, quando Miriam, da lontano, le chiamò facendo cenno di seguirla. Le condusse in una stanza appartata, una sorta di ufficio dove trovavano già Natasha ad aspettarle.

Natasha fu la prima a parlare, con un sorriso enigmatico. "Perché non vi unite ufficialmente? Mai abbiamo visto una coppia più affiatata, compatibile e bella. Siete entrambe ibride, sarebbe la prima volta nella storia che due ibridi si uniscano nel corpo, nell'anima e nel sangue."

Miriam annuì, aggiungendo: "McGregor non sa niente di questo, ma se decidete di farlo, potreste annunciarlo domani a Umbraeth, alla fine della cerimonia. Sarebbe un onore per noi celebrare la vostra unione."

Sylvia e Amara si guardarono negli occhi, un'intesa silenziosa che non necessitava di parole. Non c'era alcun dubbio, il loro legame era profondo e indissolubile. L'idea di ufficializzare la loro unione le riempiva di gioia.

Amara rispose per entrambe, con un sorriso deciso. "Non c'è bisogno di pensarci. La nostra unione è già scritta, c'è sempre stata. Siamo pronte a ufficializzarla."

Natasha e Miriam sorrisero, felici della decisione. "È una cosa straordinaria," disse Natasha. "Tante unioni tra vampiri sono state celebrate, ma mai fra due ibridi. Sarà un grande onore per noi."

Miriam aggiunse, prendendo un libro dalla scrivania. "Questa è la tradizione. Ti do il libro delle cerimonie, Sylvia. Tu e Amara potrete studiarlo e prepararvi per il sabato successivo, tra otto giorni."

Sylvia prese il libro con mani tremanti, emozionata. "Grazie, Miriam. Grazie, Natasha. Faremo del nostro meglio per onorare questa tradizione."

Amara annuì, stringendo la mano di Sylvia. "Sì, siamo pronte."

Miriam e Natasha si alzarono, avvicinandosi per abbracciare le due vampire ibride. "Siamo così felici per voi," disse Miriam. "Questo è solo l'inizio di una nuova, meravigliosa avventura."

Le quattro donne uscirono dall'ufficio, pronte a condividere la notizia con il resto del clan. L'indomani, avrebbero fatto l'annuncio a Umbraeth, e l'attesa per il sabato successivo iniziava già a crescere nei loro cuori.

L'alba giunse, e con essa, Sylvia e Amara tornarono a casa, stringendo tra le mani il libro delle cerimonie. Una volta dentro, si guardarono negli occhi, la gioia palese sui loro volti. Si spogliarono velocemente, ridendo e scherzando, liberandosi dei vestiti come se fossero catene che le trattenevano dal festeggiare.

"Brindiamo a noi," disse Amara, versando del vino in due calici. "A questa unione speciale."

Sylvia alzò il calice, sorridendo. "Alla nostra unione," rispose, facendo tintinnare i bicchieri insieme. Bevvero, e poi Sylvia, con uno sguardo malizioso, finse di svenire, lasciandosi cadere tra le braccia di Amara. Amara rise, ma poi i suoi occhi si illuminarono di desiderio, i denti si allungarono, e le iridi presero una sfumatura infuocata.

"Sei una visione," mormorò Sylvia, riprendendo il controllo e accarezzando il volto di Amara. "Non mi stancherò mai di vedere questa parte di te."

Amara la baciò con passione, sentendo il cuore battere forte nel petto. Dopo essersi abbracciate e coccolate, Sylvia prese il libro delle cerimonie, diventando estremamente seria.

"Amara, questo è il punto più importante," disse, leggendo ad alta voce. "Il legame di sangue. Ognuna di noi deve fare un taglio, versare il proprio sangue in un calice finché la ferita non si rimargina, e poi offrire il calice all'altra, che deve berlo."

Amara ascoltava attentamente, notando l'inquietudine crescere negli occhi di Sylvia.

"Amara, io... io svengo. Non forse, sicuramente. Non ce la farò mai a farlo davanti a tutti," confessò Sylvia, con una preoccupazione palpabile nella voce.

Amara si avvicinò, prendendo le mani di Sylvia tra le sue. "Sylvia, non devi preoccuparti. Forse non succederà. Forse l'adrenalina del momento ti terrà sveglia."

Sylvia scosse la testa, ancora turbata. "Amara, non è questione di forse. Lo so. Lo sento."

Amara sospirò, capendo la gravità della situazione. "Allora dobbiamo trovare una soluzione. Forse possiamo chiedere consiglio a Miriam e Natasha domani. Loro sapranno come aiutarci."

Sylvia annuì, cercando conforto nello sguardo di Amara. "Sì, domani chiederemo a loro. Ma per ora, concentriamoci su di noi. Questa notte è nostra."

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La Trasformazione di Elena e Laura

La notte del sabato giunse carica di un'elettrica anticipazione. Il cielo scuro era punteggiato di stelle, come se l'universo stesso stesse osservando la cerimonia. A Umbraeth, nella città dei vampiri, una folla si era radunata per assistere a un evento raro e affascinante: la trasformazione di due umane in vampire. McGregor, il presidente del consiglio, si ergeva sul palco, avvolto in un mantello nero che ondeggiava leggermente nella brezza notturna.

"Benvenuti, fratelli e sorelle," iniziò McGregor con voce profonda e autorevole. "Questa sera assistiamo a una cerimonia antica e sacra. Due anime coraggiose, Laura ed Elena, hanno scelto di unirsi a noi, di abbracciare la nostra eternità. Celebriamo il loro coraggio e il loro desiderio di diventare parte della nostra famiglia."

Laura ed Elena, avvolte in vesti di seta bianca, camminarono lentamente verso il centro del palco. Sotto quelle vesti, erano nude, simbolo della loro vulnerabilità e della loro nuova nascita imminente. Due vampire le aspettavano per rimuovere le vesti, lasciandole esposte di fronte alla congregazione.

"Laura," chiamò McGregor. "Vieni avanti."

Laura avanzò, il cuore che batteva forte, ma il viso sereno e determinato. Adrian, il vampiro scelto per la sua trasformazione, le si avvicinò. Con una lentezza cerimoniale, inclinò la testa di Laura e affondò i denti nel suo collo. Laura gemette, sentendo una fitta di dolore mista a un'intensa euforia. Dopo pochi istanti, gli occhi di Laura si chiusero e il suo corpo si afflosciò nelle braccia di Adrian.

Adrian si tagliò il polso, lasciando gocciolare il suo sangue nelle labbra semichiuse di Laura. Appena il sangue entrò nel suo corpo, la trasformazione iniziò. Il corpo di Laura tremò, poi si irrigidì mentre un nuovo potere la pervadeva. Gli occhi si aprirono di colpo, ora brillanti di una luce sovrannaturale. Si svegliò vampira, una nuova creatura della notte.

Le venne consegnato un mantello, e con Adrian al suo fianco, si allontanò per vestirsi con gli abiti cerimoniali.

"Elena," chiamò McGregor subito dopo. "È il tuo momento."

Elena avanzò, seguendo il percorso di Laura. Gabriel le si avvicinò, un sorriso rassicurante sulle labbra. Le inclinò la testa e la morse delicatamente, bevendo il sangue che legava le loro vite. Elena tremò e poi svenne, esattamente come Laura. Gabriel ripeté il rito, tagliandosi il polso e lasciando che il suo sangue fluisse nelle labbra di Elena. Anche lei si trasformò in pochi attimi, risvegliandosi con occhi pieni di una nuova consapevolezza.

"Sono bellissime," sussurrò Sylvia ad Amara, i loro occhi fissi sul palco. "Non riesco a credere quanto sia affascinante questo momento."

Amara annuì, il cuore che batteva forte per l'emozione. "È incredibile vedere la trasformazione avvenire. Penso che non avrei mai immaginato quanto fosse intenso."

Laura ed Elena, ora completamente vestite nei loro abiti cerimoniali, tornarono sul palco. Adrian e Gabriel le accompagnarono, i volti orgogliosi e felici. McGregor sollevò le braccia per richiamare l'attenzione della folla.

"Vi presento Laura ed Elena, nuove sorelle nella nostra eterna famiglia. Che possano prosperare e trovare gioia in questa nuova vita."

La folla applaudì, e un senso di unità e celebrazione pervase l'aria. Sylvia e Amara si sorrisero, sentendo il legame tra loro crescere ancora di più. Non erano solo spettatrici di un'antica cerimonia, ma partecipanti di una storia che continuava a evolversi, unendo passato, presente e futuro in un unico, indissolubile filo.

La notte era densa di aspettativa e gioia, un’energia vibrante attraversava la folla dei vampiri radunati per celebrare un evento raro e straordinario. McGregor, il presidente del consiglio, aveva appena concluso la cerimonia di trasformazione di Laura ed Elena, quando Miriam, con un passo deciso, salì sul palco, sorprendendo tutti.

"Fratelli e sorelle," iniziò Miriam con una voce forte e potente, che echeggiò nell’aria, "questa notte non si conclude qui. Abbiamo un altro evento di grande importanza da condividere con voi. Stasera celebriamo non solo la rinascita di due nuove sorelle, ma anche un momento storico per la nostra comunità."

McGregor la guardò con sorpresa, ma quando comprese l'intento delle sue parole, un sorriso radioso illuminò il suo viso. Miriam continuò, il suo sguardo brillante mentre chiamava Natasha sul palco.

"Natasha," disse Miriam con enfasi, "è stata l’artefice della trasformazione in ibridi di Amara e Sylvia. Un’opera straordinaria che ha compiuto insieme a me. La nostra collaborazione ha portato a risultati che vanno oltre ogni aspettativa."

Natasha si avvicinò, ricambiando lo sguardo di Miriam con affetto e rispetto. "Miriam, il merito è anche tuo. Abbiamo lavorato insieme per realizzare qualcosa di unico. E ora, il nostro lavoro si è evoluto nella prima storica unione tra due vampiri ibridi."

Il pubblico era in fermento, l'attenzione focalizzata su ogni parola di Miriam e Natasha. Miriam alzò una mano, facendo segno a Sylvia e Amara di avvicinarsi e salire sul palco. "Sylvia, Amara, venite."

Sylvia si girò verso Amara, sussurrando con un sorriso teso. "Svengo."

Amara le rispose con un sorriso sereno. "Non adesso, svieni a casa ti prego, non adesso." Sylvia rise, rilassandosi un po' mentre salivano sul palco.

La folla esplose in applausi mentre Sylvia e Amara si avvicinavano a Miriam e Natasha. Miriam prese la parola di nuovo, la sua voce ora più morbida ma carica di emozione. "Sylvia e Amara, la vostra unione rappresenta un nuovo capitolo nella nostra storia. È un onore per noi celebrare questo legame. La vostra unione sarà ufficialmente celebrata a Umbraeth, nella nostra città, sabato prossimo, tra sette giorni."

Natasha aggiunse, con un sorriso caloroso. "Sarà un evento senza precedenti, un simbolo di ciò che possiamo raggiungere insieme. Voi due siete un esempio di forza e amore, e non vediamo l’ora di celebrare la vostra unione."

McGregor, visibilmente emozionato, prese la parola, la sua voce calda e avvolgente. "Questa sera abbiamo assistito non solo alla trasformazione di due nuove sorelle, ma anche alla nascita di una nuova era. Sylvia e Amara, la vostra unione è una testimonianza di amore, coraggio e speranza. Che possa ispirare tutti noi a cercare sempre la bellezza nelle nostre differenze e la forza nelle nostre unioni. Grazie a Natasha e Miriam per il loro lavoro incredibile e per aver reso possibile tutto questo."

La folla applaudì con entusiasmo, le emozioni palpabili nell'aria. Laura ed Elena, ora nuove vampire, si avvicinarono a Sylvia e Amara, congratulandosi con loro. "Siamo così felici per voi," disse Laura, il viso illuminato da un sorriso.

Elena aggiunse, "È davvero un onore assistere a qualcosa di così speciale. Vi auguriamo tutta la felicità del mondo."

Tra Paura e Astuzia

Sylvia e Amara erano tornate a casa dopo la cerimonia, sommerse dalle emozioni e dagli eventi. Non erano riuscite a esporre il loro problema a Natasha e Miriam, e ora Sylvia era particolarmente preoccupata. Di conseguenza, anche Amara sentiva l'ansia crescere. Si sedettero sul divano, la luce soffusa della luna filtrava dalle finestre, creando un'atmosfera intima e carica di tensione.

"Sylvia, dobbiamo trovare una soluzione," disse Amara, cercando di mantenere la calma. "Non possiamo lasciarci travolgere dall'ansia."

Sylvia annuì. "Lo so, ma non riesco a smettere di pensare a quanto sarà imbarazzante. Svenire davanti a tutti, proprio durante la nostra cerimonia."

Amara le accarezzò dolcemente il viso, cercando di infonderle sicurezza. "Magari non succederà. Magari, con tutta l'adrenalina del momento, resterai sveglia."

Sylvia rise nervosamente. "Sì, e magari diventerò un pipistrello e volerò via. Amara, dobbiamo essere realistiche."

"Ok, ok, pensiamo a qualcosa di concreto," rispose Amara con un sorriso malizioso. "Che ne dici di legarti a me? Così, se svieni, non cadi."

Sylvia scoppiò a ridere. "Sì, certo, e facciamo una scenetta da circo. Ma no, non funzionerebbe, attirerebbe solo più attenzione."

Amara si appoggiò allo schienale del divano, riflettendo. "Potremmo chiedere a McGregor di accorciare la cerimonia, renderla meno intensa."

Sylvia scosse la testa. "No, la cerimonia deve seguire il rituale tradizionale. Non possiamo modificarla solo per me."

Amara fece un sospiro, cercando di pensare a qualcosa di più pratico. "Che ne dici di fare qualche prova? Tipo allenarti a non svenire?"

Sylvia la guardò con un sorriso ironico. "Allenarmi a non svenire? E come faccio, svenendo apposta ogni volta? Mi sentirei ancora più idiota."

Amara rise, tirandola più vicina. "Allora, ci resta solo una cosa da fare. Sfruttare il nostro legame per cercare di controllare la tua reazione. Dopotutto, siamo legate nel corpo e nell'anima."

Sylvia la guardò negli occhi, trovando conforto in quel legame. "Sì, ma come?"

Amara le prese le mani, intrecciandole alle sue. "Concentrati su di me, solo su di me. Ignora tutto il resto, il pubblico, la cerimonia, tutto. Pensa solo a noi due."

Sylvia sospirò, rilassandosi un po' nella presa di Amara. "Ci proverò. Ma promettimi che, se svengo, mi terrai stretta."

Amara sorrise dolcemente, avvicinandosi per un bacio. "Te lo prometto. E, se svieni, sarò lì a prenderti, sempre."

Sylvia chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quella promessa. "Sai, sei la mia ancora di salvezza."

Amara la baciò di nuovo, con passione e tenerezza. "E tu sei la mia, Sylvia. Troveremo una soluzione insieme."

Amara, con la sua mente diabolica, aveva già una soluzione in mente. Guardò Sylvia con uno sguardo che mescolava desiderio e astuzia. "Spogliati e lascia solo il perizoma," disse con un sorriso enigmatico.

Sylvia la guardò perplessa. "Perché?"

"Voglio unire l'utile al dilettevole," rispose Amara, il tono della sua voce carico di mistero.

Sylvia sospirò, sapendo che con Amara ogni risposta enigmatica nascondeva qualcosa di particolare. Lentamente si spogliò, lasciando solo il perizoma. Amara la osservò, i suoi occhi scintillavano di piacere e anticipazione. Prese un calice di sangue e lo sollevò davanti a Sylvia.

"Vieni qui," le disse, invitandola ad avvicinarsi.

Sylvia fece un passo avanti e, alla vista del calice di sangue, svenne immediatamente. Amara, con un sorriso soddisfatto, si avvicinò e la prese tra le braccia. Sentì quel piacere oscuro che le scorreva nelle vene, ma doveva continuare con la prova. Aspettò pazientemente che Sylvia rinvenisse, tenendo sempre il calice in mano.

Quando Sylvia aprì gli occhi, ancora stordita, si accorse del calice e fece una smorfia. "So che ti piace, ma non abbiamo mica risolto niente," disse con un tono di leggera irritazione.

"Aspetta," le rispose Amara. "Alzati."

Sylvia, con un po' di fatica e la testa che le girava ancora, si alzò. Amara le porse di nuovo il calice e, come sempre succede dopo aver superato l’impatto devastante del primo, il secondo Sylvia lo prese e lo bevve tranquillamente, gustandolo come se fosse un elisir.

"Hai visto?" disse Amara con un sorriso soddisfatto.

Sylvia la guardò confusa. "Ho visto cosa? So che il primo sorso mi fa svenire, ma non possiamo mica partire dal secondo. E poi la cosa peggiore è quella che mi devo tagliare, lì svengo ancora prima di iniziare, altro che versare nel calice."

Amara rise, scuotendo la testa. "È proprio qui il bello," disse con un tono ironico e sensuale. "Non capisci?"

"No, non capisco," rispose Sylvia, incrociando le braccia sul petto. "Che cosa hai in mente?"

Amara si avvicinò, le prese le mani e le fece sedere di nuovo. "Ascolta bene," iniziò, con un tono serio ma affettuoso. "Ora ti spiego quello che faremo..."

Sylvia la guardò intensamente, aspettando con impazienza che Amara rivelasse il suo piano. La tensione e l'anticipazione erano palpabili, mescolate a un'incredibile intimità che le univa in quel momento.

Amara, con un sorriso diabolico, si avvicinò a Sylvia e disse: "Faremo come se fosse uno spettacolo teatrale, non infrangeremo le regole e piacerà a tutti. E nessuno sospetterà che sei una vampira che sviene alla vista del sangue. Lo faremo in modo vampiresco, come se io ti rapissi per portarti da me."

Sylvia la guardò perplessa, la fronte aggrottata. "E come dovrebbe funzionare?"

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Amara continuò, "Quando ci annunceranno, noi saremo sole dietro al palco. Lì ti mostrerò il calice di sangue. Cosa succede?"

"Svengo," rispose Sylvia, un po' frustrata.

"Esatto," disse Amara con un sorriso. "A quel punto tu non dovrai fare niente. Io ti prenderò in braccio, facendo credere che sia una scena studiata. Tu sarai svenuta sul serio e sarò io a tagliare sia il mio polso che il tuo. Se va male, al massimo sverrai di nuovo, ma non importa. Quel tipo di svenimento dura poco."

Sylvia fece una smorfia, cercando di capire. "E poi?"

"Poi," continuò Amara, "mentre sei svenuta, io farò delle scene tipo danza o rituali finché non vedo che ti riprendi. Quando sarai sveglia, raccoglieremo insieme il calice e, incrociando il braccio, potremo berlo. E tu potrai farlo perché sarà il secondo."

Sylvia rimase in silenzio, riflettendo su quanto detto. "Aspetta un attimo. Facciamo finta che mi rapisci? Davvero?"

Amara annuì, il sorriso sempre presente. "Esatto. Immagina la scena: tu svenuta tra le mie braccia, il pubblico incantato, io che eseguo movimenti rituali... sarà spettacolare!"

Sylvia scosse la testa, ancora incerta. "Non so, Amara... sembra un piano folle," disse Sylvia.

"Folle sì, ma potrebbe funzionare," rispose Amara con un occhiolino. "E poi, pensa all'effetto drammatico. Il pubblico sarà in estasi."

Sylvia sospirò, ma poi un sorriso cominciò a formarsi sulle sue labbra. "Sai cosa? Potrebbe davvero funzionare. Che figata!"

"Allora, lo proviamo?" chiese Amara, alzando il calice in segno di brindisi.

Sylvia annuì, l'entusiasmo crescendo in lei. "Sì, proviamolo."

La prova era decisa. La tensione e l'eccitazione erano palpabili, e mentre si preparavano, sapevano che quel momento sarebbe stato unico e indimenticabile.

Amara era al settimo cielo, sapendo che avrebbe potuto vedere Sylvia svenire più volte durante le prove. Aveva un sorriso sornione mentre preparava tutto. "Bene, iniziamo le prove," disse con entusiasmo, porgendo a Sylvia un calice di sangue. "Ricorda, hai già bevuto il primo, quindi non sverrai sul serio. Ma dobbiamo rendere tutto realistico."

Amara sollevò Sylvia con grazia, come se stesse compiendo un antico rituale. Camminò lentamente, simulando i movimenti del cerimoniale, poi la adagiò con delicatezza a terra. Con gesti fluidi, Amara mimò il taglio del proprio polso e di quello di Sylvia, versando il sangue immaginario in un calice invisibile. Sylvia rimase immobile, fingendosi svenuta.

'Perfetto,' sussurrò Amara, continuando a eseguire i movimenti rituali. 'Ora resta ferma così. Se non sei svenuta, aspetta un po’ prima di riprenderti; se lo sei davvero, appena ti riprendi io continuo, finché non vedo che sei vigile.'

Sylvia annuì lievemente, mantenendo gli occhi chiusi. Amara proseguì la sua danza rituale, movimenti eleganti e armoniosi che sembravano incantare l’aria intorno a loro. Alla fine, quando Sylvia sentì che il tempo necessario era trascorso, si "riprese", aprì gli occhi e, insieme a Amara, sollevò il calice immaginario.

"Hai visto? È andata benissimo," disse Amara, sorridendo radiosa.

"Devo ammettere, è stata un'esperienza interessante," rispose Sylvia, il sorriso che le illuminava il viso. "Non sapevo di essere così brava a fingere di svenire."

"Sei stata fantastica," disse Amara, avvicinandosi e dandole un bacio appassionato. "Dopo bisognerà fare una prova più realistica, ma penso che siamo pronte."

Sylvia ridacchiò. "Non vedo l'ora. Ma per ora, direi che ce la siamo cavata alla grande."

"Sì, e ricorda," aggiunse Amara con un sorriso malizioso, "la parte più divertente è che posso vedere te svenire quante volte voglio durante le prove."

Sylvia la guardò con un sorriso complice. "Sì, certo, approfittane pure. Ma non dimenticare che lo faccio solo per te."

Amara rise, stringendola più forte. "Lo so, amore. E lo apprezzo più di quanto tu possa immaginare."

Amara decise che era il momento per un'ultima prova, più complessa, ma nulla che due vampiri non potessero affrontare. "Sylvia," disse con un sorriso malizioso, "facciamo una prova reale, con il taglio del polso e tutto il resto. E ci vestiamo già come vogliamo per la cerimonia."

Sylvia disse ridendo. "Lo fai solo per vedermi svenire, vero?"

Amara rise, senza perdere l'occasione di provocarla. "Sì, amore, solo per quello. E mi diverto un mondo."

Si prepararono entrambe, indossando solo un perizoma nero, lasciando il resto del corpo nudo. Sylvia si guardò allo specchio, poi si voltò verso Amara con un sorriso complice. "Pronta?"

"Prontissima," rispose Amara, avvicinandosi a lei con un coltello cerimoniale in mano.

Sylvia entrò nel personaggio, lasciandosi cadere tra le braccia di Amara, fingendo di svenire. Amara la sollevò con grazia, entrando in modo solenne, come se fosse già sul palco. Posò Sylvia a terra con delicatezza, poi prese il coltello e, con movimenti lenti e rituali, si tagliò il polso. Il sangue iniziò a fluire nel calice e Amara attese pazientemente che la ferita si rimarginasse.

Sylvia, ancora "svenuta", sentiva ogni movimento di Amara. Quando fu il momento, Amara prese il polso di Sylvia e fece un taglio preciso, riempiendo il calice. Sylvia si sforzò di rimanere cosciente ma simulando perfettamente lo stato di svenimento.

"Perfetto," mormorò Amara, iniziando una danza rituale attorno a Sylvia, movimenti lenti e fluidi che aggiungevano un tocco di magia alla scena. Dopo qualche istante Sylvia si sollevò, riprendendo coscienza con eleganza e Amara concluse la danza con un gesto solenne

Insieme, presero i calici e li alzarono, incrociando i gomiti. Amara guardò Sylvia con un sorriso complice. "Chiaro?"

"Chiarissimo," rispose Sylvia, il sorriso che le illuminava il viso.

Amara continuò con un tono ironico e scherzoso. "E ricorda, se svieni davvero, io sarò qui a godermi lo spettacolo."

Sylvia rise. "Sì, certo. E se non svengo, beh, almeno avrò una storia divertente da raccontare."

Amara si avvicinò e le diede un bacio appassionato. "Lo so, amore. Ma sono sicura che andrà tutto bene."

Sylvia annuì, sentendosi più sicura. "Sì, andrà benissimo."

Continuarono la loro prova, ogni movimento perfettamente coordinato, ogni gesto eseguito con grazia e precisione. Amara guidava Sylvia con maestria, e Sylvia seguiva, sentendosi sempre più a suo agio. Alla fine, entrambe sapevano di essere pronte per la cerimonia.

Sylvia guardò Amara con gratitudine. "Grazie, amore. Sei stata fantastica."

Amara sorrise. "E tu sei stata perfetta. Ce la faremo, vedrai."

Sylvia annuì. "Sì, e sarà un momento indimenticabile."

Amara la abbracciò. "Sì, lo sarà."

Ancora in perizoma, Sylvia e Amara si sedettero sul divano per discutere ulteriormente del loro piano. Più ne parlavano, più si convincevano che fosse geniale e perfetto, prevedendo ogni possibile scenario. L'unica certezza era che Sylvia sarebbe svenuta al primo bicchiere di sangue, ma le variabili successive erano tutte calcolate.

"Ok, amore, facciamo un riepilogo," disse Sylvia con un sorriso malizioso. "Il primo svenimento è sicuro, quindi tu mi prendi in braccio e fai tutto il rituale come abbiamo provato."

Amara annuì, soddisfatta. "Esatto, e se svieni di nuovo quando ti taglio il polso?"

Sylvia rise, un suono melodioso e leggero. "A quel punto, tu continui la tua danza rituale, fai tutto quello che serve finché non mi riprendo."

"Brava," rispose Amara con un sorriso compiaciuto. "E se non svieni al secondo taglio?"

Sylvia fece una smorfia scherzosa. "Allora decido io quando ritengo sia il momento giusto per ‘riprendermi’."

"Perfetto," disse Amara, avvicinandosi a Sylvia e accarezzandole il viso. "Sai, adoro vederti così concentrata."

Sylvia arrossì leggermente, ma non perse l'occasione per scherzare. "Concentrata? Pensavo che ti piacesse di più vedermi svenuta."

Amara scoppiò a ridere. "Forse entrambe le cose. Ma seriamente, sono così orgogliosa di te."

Sylvia si avvicinò di più, le loro labbra quasi a toccarsi. "E io sono felice di averti al mio fianco. Non potrei farcela senza di te."

Amara la baciò, un bacio pieno di passione e dolcezza. "Insieme possiamo fare qualsiasi cosa, amore."

Sylvia sorrise, sentendosi profondamente legata ad Amara. "Non vedo l'ora di vivere questo momento con te."

"Anche io, amore," rispose Amara, stringendola in un abbraccio. "Sarà perfetto, proprio come noi."

Amara si girò verso Sylvia con uno sguardo pensieroso. "Sylvia, qual è il tuo pezzo musicale preferito?"

Sylvia sorrise, i suoi occhi brillavano di eccitazione. "Adoro 'Lux Aeterna' di Clint Mansell. Ha un'energia gotica e solenne che mi tocca profondamente."

Amara annuì, i suoi gusti musicali coincidevano perfettamente con quelli di Sylvia. "Perfetto! Parliamo con la band e facciamo suonare quel pezzo durante il nostro rituale. Dopotutto, rispettiamo il cerimoniale dei vampiri, ma noi siamo ibridi. Siamo un'altra cosa... e, con un po' di presunzione, siamo qualcosa di più."

Finite le loro prove condivisero ancora un momento magico e un calice di sangue, dopo Amara prese in braccio Sylvia portandola verso il letto con la musica che ancora suonava in sottofondo. "Questa è una parte del rituale che potrei ripetere all'infinito."

Sylvia si aggrappò a lei, godendosi ogni momento. "D'accordo, mia regina. Hai vinto. E ammetto che questa musica rende tutto ancora più magico."

Amara la adagiò delicatamente sul letto, baciandola con passione. "Sono d'accordo. Questo sarà il nostro pezzo, il simbolo della nostra unione."

Sylvia sorrise, tirandola vicino. "Perfetto. E sai una cosa? Credo davvero che questo piano funzionerà. Sarà spettacolare."

Amara annuì, accarezzandole il viso. "Sì, lo sarà. E sarà un momento che nessuno dimenticherà mai."

Le due si abbracciarono, lasciandosi trasportare dalla musica e dalla passione, pronte per affrontare la cerimonia con fiducia e amore.

Amara e Sylvia si stesero sul letto, la mente ancora eccitata dalla prova appena conclusa.

Sylvia e Amara sapevano che avrebbero riprovato quella scena più volte, non perché ne avessero bisogno, ma perché le emozioni che avevano vissuto erano troppo belle per non essere rivissute. Sylvia, in particolare, si sentiva felice per Amara. Vedeva come la sua compagna avesse ritrovato motivazione e gioia di vivere.

"Amara, devo dirti una cosa," iniziò Sylvia mentre si preparavano per la notte. "Sei un genio. Il modo in cui hai aiutato me e Elena, quando sembrava impossibile trovare una soluzione, è stato straordinario. Hai pianificato tutto perfettamente, creando le condizioni affinché fosse Elena stessa a voler uscire per amore verso di me"

Amara sorrise, continuando a sistemare le luci. "Sai che lo farei mille volte per te."

Sylvia si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla. "E poi, la tua capacità di risolvere i problemi è incredibile. Certo, c'è stata l'amarezza di non essere riuscita con Elisabeta, ma forse è più difficile quando si è coinvolti direttamente. Nonostante ciò, hai creato qualcosa di meraviglioso tra noi. Questa idea dello spettacolo, la musica... Sei un genio, punto e basta."

Amara la guardò, toccata dalle parole di Sylvia. "Grazie, amore. Me lo diceva sempre Alistair."

Sylvia sorrise, continuando. "E ho deciso di dirti tutto questo in modo diretto, senza troppi fronzoli romantici. Meriti di saperlo."

Amara rise dolcemente. "Sei incredibile, lo sai?"

"Lo so," rispose Sylvia con un sorriso malizioso. Poi, improvvisamente, disse ad alta voce: "E ora svengo!" e si lasciò cadere platealmente a terra.

Amara, sorpresa e divertita, si chinò su di lei, ridendo. "Sei impagabile, Sylvia. Ti amo sempre di più."

Mentre Amara la aiutava a rialzarsi, Sylvia le sussurrò: "Sono felice che tu abbia ritrovato la tua motivazione. Sei davvero unica."

La sera, Sylvia e Amara si recarono all'Abisso Eterno, il luogo ideale per le sue atmosfere misteriose e gotiche. Qui, incontrarono per la prima volta Laura ed Elena dopo la loro trasformazione, ormai erano vampire. Le congratulazioni reciproche furono calorose, accompagnate da abbracci e sorrisi.

"Davvero complimenti, siete splendide," disse Amara con entusiasmo, osservando le due nuove vampire nei loro abiti cerimoniali.

Laura rispose con un sorriso radioso. "Grazie! È stata un'esperienza incredibile."

Elena, però, aveva una domanda in mente. Aspettò un momento in cui solo Sylvia e Amara potevano sentirla. Con un sorrisetto malizioso, si avvicinò e sussurrò: "Ma Sylvia, come fai con il cerimoniale? Io lo conosco bene il tuo... problemino con il sangue."

Sylvia sorrise, ma aveva deciso con Amara di mantenere il segreto e di rendere il loro spettacolo una sorpresa per tutti, Elena compresa, quindi rispose. "Beh, penso proprio che potrei stupirti."

Amara intervenne, aggiungendo dettagli. "Sì, non crederete ai vostri occhi."

Elena sembrava intrigata. "Davvero? Mi piacerebbe sapere, ma so che non direte nulla a nessuno." Sylvia annuì. "Posso solo dire che Amara è veramente il genio del male e sabato lo vedranno tutti ma voi due" disse rivolgendosi a Elena e Laura, "potrete capire quello che tutti gli altri non capiranno."

Laura e Elena si scambiarono uno sguardo che mostrava curiosità "Siete davvero uniche," disse Laura. "Non vediamo l'ora di vedere la vostra cerimonia. Sarà sicuramente spettacolare."

Elena e Laura erano ben consapevoli dei problemi di Sylvia con il sangue. Infatti, erano state compagne e confidenti per lungo tempo. Nonostante questo, Amara si sentì in dovere di chiedere loro di mantenere il segreto, anche se sapeva che non avrebbero mai rivelato nulla.

"Ragazze, so che già sapete dei problemi di Sylvia," iniziò Amara, con tono serio, "ma vi chiedo di non dire nulla a nessuno. Vogliamo che la cerimonia sia perfetta, senza preoccupazioni."

Elena sorrise comprensiva. "Non preoccuparti, Amara. Non l'abbiamo mai detto a nessuno e non inizieremo ora."

Laura annuì, aggiungendo: "Siamo dalla vostra parte, sempre."

Dopo questo momento di intimità e condivisione con Laura ed Elena, si unirono agli amici tutti desiderosi di sapere come andavano i preparativi per la cerimonia, che ormai era imminente, mancando solo due giorni.

"Raccontateci tutto!" esclamò uno dei loro amici, con gli occhi che brillavano di curiosità.

Amara e Sylvia si scambiarono uno sguardo complice. "Beh, c'è molto da dire," iniziò Amara, ridendo. "Abbiamo lavorato duramente, ma siamo fiduciose che tutto andrà alla perfezione." "Sì," aggiunse Sylvia, sorridendo, "ne rimarrete affascinati."

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Un’Altra Giornata sul Lock Ness

Il giorno dopo, Amara e Sylvia decisero di allontanarsi da Edimburgo per scaricare la tensione accumulata. Dopo tante prove, erano sicure di essere pronte per affrontare qualsiasi situazione. Decisero di recarsi sul Loch Ness, uno dei loro luoghi preferiti per rilassarsi. Vestite in modo casual, con jeans e magliette, camminavano tenendosi per mano lungo la riva del lago, godendo della bellezza e della tranquillità del paesaggio.

Parlavano di loro, della loro unione, dei progetti futuri e del lavoro di Sylvia. "Sai," disse Sylvia, "mi mancherà lavorare con Elena. Avevamo dei casi lasciati in sospeso, ma so che mi aiuterai tu."

"Certamente," rispose Amara con un sorriso rassicurante. "Siamo una squadra, ricordalo."

Il discorso si spostò sulla società che Sylvia e Elena avevano immaginato insieme. "Non abbiamo mai ufficializzato nulla," disse Sylvia, con un velo di tristezza negli occhi. "Avevamo parlato tanto del nome, del logo, delle immagini... Elena amava vedere me svenuta, mi prendeva sempre in giro dicendo che avrebbe messo quelle foto sul sito."

Amara sorrise e prese mentalmente appunti. "Non è una cattiva idea, sai? Potremmo usarle per qualcosa di creativo e unico."

Sylvia rispose con un sorriso nostalgico. "Era una delle sue tante battute. Però... mi manca. Anche quei momenti."

Amara la strinse forte, cercando di trasmetterle tutto il suo amore e sostegno. "Sono qui per te, Sylvia. Insieme possiamo fare grandi cose, anche onorare la memoria di Elena in modo speciale."

Continuarono a camminare lungo il lago, parlando dei loro sogni e delle loro speranze. La conversazione si fece più leggera e allegra quando iniziarono a discutere del giorno successivo.

"Domani sarà un grande giorno," disse Amara. "Siamo pronte e non vedo l'ora di mostrarti al mondo."

Sylvia annuì, sentendo crescere in lei un senso di determinazione. "Sì, ce la faremo. E sarà perfetto."

Amara si fermò, guardando Sylvia negli occhi. "Lo sarà, perché siamo noi. E insieme possiamo superare qualsiasi cosa."

Si baciarono dolcemente, consapevoli che il loro amore era la loro più grande forza. Quella giornata al Loch Ness, lontano da tutto e da tutti, era esattamente ciò di cui avevano bisogno per ricaricare le energie e affrontare con serenità e fiducia il giorno seguente.

La sera, mentre il sole tramontava sul lago, si sedettero su una roccia e continuarono a parlare, perdendosi nei ricordi e nei sogni futuri. Amara prese un ciuffo di capelli di Sylvia e lo spostò delicatamente dietro l'orecchio. "Sai," disse con un sorriso, "amo quando mi racconti dei tuoi sogni. Mi fa sentire parte di qualcosa di grande."

"Perché lo sei," rispose Sylvia, guardandola intensamente. "Sei parte di me e dei miei sogni. Sempre."

Un'Attesa Carica di Promesse

Quella stessa sera, rientrate dal Loch Ness, Sylvia e Amara passeggiavano per le vie silenziose di Edimburgo quando, a tarda ora, incontrarono McGregor. Lui sembrava particolarmente euforico e si affrettò a dire: "Che piacere vedervi! Speravo proprio di incontrarvi per dirvi quanto sarà straordinario domani. Nessuno può immaginare cosa sarà Umbraeth."

Amara e Sylvia lo guardarono curiose. "Cosa intendi, Alistair?" chiese Amara, stringendo la mano di Sylvia.

McGregor sorrise ampiamente. "Tutti i clan della Gran Bretagna saranno presenti. Ho ricevuto prenotazioni e comunicazioni da ogni angolo del Paese. Ma non solo: arriveranno vampiri da tutta Europa! Francia, Italia, Spagna, le amiche di Natasha dalla Russia, e quelle di Miriam dalla Germania. Ci sarà persino una delegazione dalla Romania per conoscerti, Amara. Anche se non ti conoscono personalmente, sanno benissimo chi sei e non vedono l'ora di incontrarti. E per te, Sylvia, arriveranno i vampiri di Montmartre, il gruppo di Victor con Isolde, Lucien e gli altri membri della sua cerchia. Ti ricordi, Sylvia? Fu proprio Victor a mandarti da me."

Quando Sylvia era disperata e non riusciva a comprendere cosa le stesse succedendo, fu Victor a offrirle il suo aiuto e a presentarla a McGregor, raccomandandola a nome suo.

Ora, con l'arrivo di un numero impressionante di vampiri, la città stessa potrebbe non riuscire a contenerli tutti.

Solo in quel momento, Amara e Sylvia realizzarono appieno l'importanza di quello che stava accadendo. Non era solo un matrimonio o una comune unione. Era il riconoscimento di un’appartenenza, un momento storico per tutti i clan. Questo avrebbe dato un segnale importante, dopotutto erano stati i vampiri a renderle ciò che erano diventate.

Amara tremò leggermente per l'emozione e la consapevolezza della responsabilità che portavano. Sylvia si avvicinò all'orecchio di Amara e sussurrò, con un mezzo sorriso, "Svengo..."

Amara sorrise e la strinse più forte. "Non adesso, amore. Aspetta di essere sul palco, così avrò una scusa per prenderti in braccio davanti a tutti."

McGregor rise. "Non vedo l'ora di vedere la vostra cerimonia, sono sicuro che avete inventato qualcosa e sarà indimenticabile."

McGregor e le ragazze si salutarono. Continuarono a passeggiare per la città, le luci fioche illuminavano le loro figure mentre si tenevano per mano, riflettendo sull'importanza del giorno successivo. Era incredibile pensare a come erano arrivate fino a quel punto e a quanto significava per tutti i vampiri.

"Amara, non posso credere che tutto questo stia succedendo." disse Sylvia.

"Nemmeno io," rispose Amara, guardandola negli occhi. "Vedrai, domani sarà tutto perfetto."

Camminarono in silenzio per un po', assaporando il momento e la quiete della notte. Le strade di Edimburgo, solitamente animate, erano ora un rifugio di pace per i loro pensieri.

Sylvia guardò Amara e disse: "Sai, domani non è solo per noi. È per tutti loro. Loro vedono in noi la speranza di poter uscire dalla prigionia della notte. Noi non dobbiamo mai dimenticare che se siamo quello che siamo è grazie al lavoro di due vampire straordinarie, Natasha e Miriam, due di loro."

Amara annuì. "Lo so."

La Notte che Precede l’Unione

Quella sera, nella villa, Amara e Sylvia decisero di non fare ulteriori prove. Non ne avevano bisogno. Si abbandonarono invece a un amore vampiresco ai massimi livelli, un'esperienza che nessun umano avrebbe mai potuto sopportare. Entrambe lasciarono emergere la loro vera natura, dando vita a una passione che, agli occhi di un estraneo, avrebbe potuto sembrare violenta.

Le loro effusioni erano un vortice di desiderio, una danza selvaggia e primordiale che infrangeva ogni limite. Vestiti ridotti a brandelli e posizioni impossibili: era qualcosa che solo due ibridi avrebbero potuto realizzare. Quel momento andava oltre il semplice essere vampiri; era un'unione pura e devastante.

Amara, con la sua forza e determinazione, guidava ogni movimento, mentre Sylvia, avvolta nella sua grazia e sensualità, rispondeva con ardore a ogni tocco. La stanza vibrava della loro energia, un'energia che sembrava permeare ogni angolo, ogni superficie.

Risate soffocate, gemiti e il suono dei vestiti che si laceravano si mescolavano in un crescendo di passione che sembrava non avere fine. Era come se il tempo stesso si fosse fermato, e il mondo si fosse ridotto a quel luogo, a quell'istante.

Alla fine, esauste e appagate, un silenzio carico di vitalità le avvolse. Non andarono a letto, ma si addormentarono esattamente dove si trovavano, con i loro corpi intrecciati e i cuori che battevano all’unisono, come se fossero diventate una sola entità.

La stanza, un campo di battaglia di passione, sembrava ancora vibrare con la loro energia, mentre la notte scivolava lentamente verso l'alba. Amara e Sylvia, strettamente legate, si persero in un sonno profondo, sapendo che l'indomani sarebbe stata una giornata scalfita negli annali del tempo.

In quel momento, non c'erano pensieri di domani, solo la consapevolezza del loro amore e della loro forza insieme. La notte le avvolse, e quello che potevano darsi l'una all'altra non lo avrebbero mai potuto avere da nessun altro. Era il destino scritto quello della loro unione; Amara lo aveva letto, lo sapeva. Non era una scelta, era un fatto.

"È per sempre, lo sai?"

aveva sussurrato Amara con il suo sguardo fisso negli occhi di Sylvia

"Sì, lo so!"

aveva risposto Sylvia con un sorriso sereno.

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