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Sylvia Blake: l'Eredità del Sangue

Cap. 9: Il Destino tra le Ombre del Castello

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La serata al pub fu un'esperienza straordinaria per Laura. L'alcool scorreva a fiumi, e la risata delle tre amiche riempiva il locale. Sylvia ed Elena non si risparmiarono con gli shottini, eppure Sylvia sentiva la mancanza del suo calice di sangue. Elena lo notava, ma sapeva che la vampira avrebbe rimediato in seguito.

 

Confessioni e Rivelazioni

Quando tornarono al castello, erano tutte discretamente ubriache, non tanto da non riuscire a camminare, ma abbastanza da lasciarsi andare a confessioni segrete. Laura, con il cuore leggero e l'alcool che le scorreva nelle vene, si sentiva pronta a condividere qualcosa che non aveva mai rivelato a nessuno.

"Sentite," iniziò Laura, con un tono serio che contrastava con il sorriso ubriaco, "io so che di voi mi posso fidare, ho dentro di me una cosa che non ho mai detto a nessuno... e se Thompson lo scoprisse credo che mi licenzierebbe, se non mi farebbe addirittura internare."

Elena, percependo la gravità della situazione, la fermò un attimo. "Laura, se è così importante e hai così paura, forse non dovresti dirlo."

Ma Laura scuoteva la testa, decisa. "No, voglio dirlo. Per la prima volta sento di potermi fidare di qualcuno. Devo dirlo."

Sylvia annuì, con un’espressione rassicurante. "Va bene, Laura, se vuoi parlarne, ti ascoltiamo. Quello che dirai non uscirà di qua."

Laura iniziò a parlare. "Io... ho una persona, un avo. Ha 700 anni e vive nel cimitero dei Covenanters. Talvolta ci vediamo e parliamo. È come se fosse mio nonno, ma sembra avere meno di trent'anni."

Sylvia ed Elena si scambiarono uno sguardo carico di sorpresa. "È un vampiro," continuò Laura, "si chiama McGregor, Alistair McGregor."

La rivelazione cadde come un fulmine. Sylvia ed Elena si fissarono intensamente, con lo stesso nome che riecheggiava nella loro mente. "McGregor?" dissero all'unisono, la voce piena di shock.

Laura, vedendo le loro reazioni, iniziò a pentirsi di aver parlato. "Sì, ho capito, forse ho fatto male a dirlo. Chi è che crede ai vampiri, dopotutto?"

Elena guardò Sylvia con una decisione silenziosa nei suoi occhi. "Rivelati," disse con fermezza.

Sylvia prese un respiro profondo e, in un istante, la sua vera natura si mostrò in tutta la sua magnificenza. Gli occhi si illuminarono di un rosso intenso, i canini si allungarono, e la sua presenza divenne sovrannaturale. Laura, vedendo la trasformazione, non riuscì a contenere lo shock e svenne per la seconda volta in poche ore.

Elena si chinò subito su di lei, cercando di rianimarla. "Laura, Laura, svegliati!" disse, scuotendola leggermente.

Sylvia, tornata alla sua forma umana, si inginocchiò accanto a loro. "Non volevo spaventarla così tanto," disse, con una punta di preoccupazione nella voce.

Laura riprese conoscenza lentamente, gli occhi che si aprivano debolmente. "Che... che cosa è successo?" balbettò.

"Laura," disse Elena con un sorriso dolce, "hai appena scoperto che i vampiri esistono davvero. E Sylvia è una di loro."

Laura si mise seduta, ancora un po' stordita. "Non ci posso credere... tutto questo è reale?"

"Sì," rispose Sylvia, con una voce rassicurante. "E a quanto pare, anche tu hai una connessione con questo mondo più di quanto pensassi."

Laura si prese un momento per elaborare tutto. "McGregor... è davvero mio nonno. E tu... tu sei una vampira."

"Sì," disse Sylvia, con un sorriso comprensivo. Laura guardò le sue amiche, sentendosi più leggera e più compresa di quanto avesse mai immaginato. "Grazie, grazie davvero."

"Non devi ringraziarci," disse Elena, mettendo un braccio intorno alle spalle di Laura. "Siamo qui l'una per l'altra."

Laura Sedotta dal Mondo di Sylvia e Elena

Laura osservava Sylvia ed Elena mentre si muovevano con disinvoltura nel salone, vestite solo dei loro perizomi. La musica riempiva la stanza, creando un'atmosfera intima e rilassata. Quando vide le sue amiche spogliarsi senza alcun imbarazzo, Laura decise di fare lo stesso. Si tolse i vestiti, rivelando un corpo scolpito e un perizoma rosso che attirò immediatamente l'attenzione di Sylvia.

"Rosso sangue," pensò Sylvia, sentendo una fame improvvisa. Elena, notando il desiderio negli occhi di Sylvia, si avvicinò a Laura. "Laura," disse con un tono serio, "adesso Sylvia farà qualcosa che potrebbe impressionarti. Se preferisci non assistere, possiamo capire, ma se vuoi rimanere, sappi che stai entrando in un mondo completamente nuovo."

Laura, con una risolutezza sorprendente, rispose: "Voglio restare. Ormai, cosa potrebbe mai sorprendermi?"

Elena sorrise, apprezzando il coraggio di Laura. Si avvicinò a Sylvia e, senza dire una parola, inclinò il collo, offrendo la pelle chiara e pulsante. "Bevi, te lo sei guadagnato," sussurrò.

Sylvia, non potendo più resistere, si trasformò con una velocità e una violenza che lasciarono Laura senza fiato. I suoi occhi divennero rossi, i canini si allungarono, e con un morso preciso, affondò nel collo di Elena. Bevve con passione, assaporando ogni goccia di sangue come fosse un elisir. Elena gemette, ma il suono era un misto di piacere e dolore, un eco della connessione profonda tra le due.

Laura guardava affascinata, il cuore che batteva all'impazzata. Quando Sylvia finalmente si staccò, Elena crollò al suolo, svenuta ma con un'espressione serena sul volto. Sylvia si ripulì il sangue dalle labbra, i suoi occhi lentamente tornando normali.

"Non preoccuparti, sta bene," disse Sylvia a Laura, sorridendo.

Laura si avvicinò, inginocchiandosi accanto a Elena. "È incredibile," mormorò, sfiorando il viso di Elena con dolcezza.

Sylvia si sedette accanto a lei, osservando la sua reazione. "Ti abbiamo trascinata in qualcosa di molto complesso, Laura. Ma se vuoi, possiamo aiutarti a capire e a gestire tutto questo."

Laura alzò lo sguardo, i suoi occhi pieni di determinazione. "Non mi sono mai sentita così viva. Voglio far parte di questo, voglio capire."

Sylvia sorrise, un sorriso che era un misto di sollievo e felicità. "Allora sei con noi," disse, avvicinandosi e baciando delicatamente Laura sulle labbra.

Laura ricambiò il bacio, sentendo una scintilla di elettricità attraversarle il corpo. "Sì, sono con voi."

Mentre Elena si riprendeva, le tre donne sentirono una connessione silenziosa che le univa in modo indissolubile.

"Abbiamo tanto da scoprire insieme," disse Sylvia, stringendo le mani delle sue amiche. "Ma stanotte, celebriamo questa nuova alleanza."

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Laura e l’Abbraccio a un Nuovo Mondo

La musica suonava ancora dolcemente nel salone del castello, Laura osservava Sylvia ed Elena con curiosità e una nuova consapevolezza. Decise di chiedere una cosa a Elena che non capiva. "Elena," iniziò Laura, "come mai il morso di Sylvia non ti ha trasformata?"

Elena sorrise e rispose a Laura. "Laura, la trasformazione in vampiro è un processo più complesso. Non basta essere morsi. Per diventare un vampiro, devi anche bere il sangue del vampiro che ti ha morso. È una scelta che deve essere condivisa e consapevole da entrambe le parti. Vedi, Laura, Sylvia ha il controllo su ciò che fa. Quando mi morde, lo fa con delicatezza e precisione. Non cerca di trasformarmi, solo di saziarsi leggermente. È una forma di intimità e fiducia tra di noi."

Laura annuì, ma il suo sguardo rimase intenso. "E pensi che Sylvia morderebbe anche me, se glielo chiedessi?"

Elena rise leggermente, conoscendo bene la sete di sangue di Sylvia. "Se Sylvia liberasse tutto il suo istinto, ti prosciugherebbe in pochi secondi. Ma, certo, puoi chiederglielo. Devi solo essere pronta per ciò che comporta."

Laura sentendo un misto di timore ed eccitazione decise di seguire il consiglio di Elena e si avvicinò a Sylvia, che la osservava con occhi curiosi.

"Sylvia," iniziò Laura con un filo di voce, "mi chiedevo... se potresti mordermi. Vorrei provare."

Sylvia la guardò intensamente, valutando la richiesta. "Laura, devi capire che non è un gioco. Una volta iniziato, potrebbe essere difficile fermarmi. Il rischio è reale."

Laura deglutì, ma annuì con determinazione. "Lo so. E lo voglio. Mi fido di te."

Sylvia si avvicinò a Laura accarezzandole dolcemente il viso. "Va bene, Laura. Ma ricordati di fermarmi se diventa troppo. Non voglio farti del male."

Laura annuì di nuovo, sentendo il cuore battere all'impazzata. Sylvia si avvicinò al collo di Laura, sentendo il calore della sua pelle sotto le labbra. Con delicatezza, baciò il punto dove avrebbe morso, cercando di calmare Laura.

Poi, con un movimento preciso, Sylvia affondò i denti nella pelle di Laura, sentendo il sangue caldo fluire. Laura gemette, un misto di dolore e piacere invadendo il suo corpo. Sylvia bevve con moderazione, assaporando ogni goccia di sangue senza perdere il controllo.

Elena osservava attentamente, pronta a intervenire se necessario. Ma Sylvia mantenne il suo autocontrollo, bevendo solo quanto necessario per saziare la sua sete senza prosciugare Laura.

Dopo alcuni istanti, Sylvia si staccò, leccando delicatamente il collo di Laura per chiudere la ferita. Laura respirava pesantemente, ma i suoi occhi brillavano di eccitazione.

"Com'è stato?" chiese Sylvia, preoccupata per la reazione di Laura.

Laura sorrise, ancora tremante ma visibilmente soddisfatta. "È stato... meraviglioso. Non avevo mai provato niente del genere."

Laura, affascinata dall'esperienza del morso, sentiva il bisogno di capire meglio ciò che le era successo, ma ebbe un crollo improvviso e prima che potesse dire altro, le sue gambe cedettero e il buio l’avvolse.

Sylvia ed Elena la sorressero con delicatezza, portandola su un comodo divano. Sylvia si sedette accanto a lei, accarezzandole dolcemente il viso. "È incredibile quanto sia coraggiosa," disse Sylvia, con un sorriso affettuoso.

Elena annuì, osservando Laura con ammirazione. "Sì, è davvero speciale. E anche molto bella."

Sylvia annuì, i suoi occhi posandosi su Laura con una dolcezza rara. "Ha una forza interiore che mi sorprende."

Mentre parlavano, si presero un momento per apprezzare la bellezza di Laura. Il suo corpo rilassato rivelava la delicatezza dei suoi lineamenti e la forza della sua presenza. Sylvia, ancora un po' stordita dall'intensità dell'esperienza, sorrise. "Sai, Elena, Laura è così diversa da noi, ma al tempo stesso così simile."

Elena annuì, stringendo leggermente la mano di Sylvia. "Lo so."

Poco dopo, Laura iniziò a muoversi, lentamente tornando alla coscienza. Aprì gli occhi e trovò le due donne che la osservavano con affetto e preoccupazione.

"Come ti senti?" chiese Sylvia, con un tono dolce e premuroso.

Laura sorrise. "Stranamente... bene. È stata un'esperienza incredibile."

Elena si avvicinò, prendendo la mano di Laura. "Siamo felici che tu sia qui con noi."

Laura annuì, sentendosi finalmente parte di qualcosa di più grande. "Grazie, davvero. Non avrei potuto chiedere di meglio."

Laura e Alistair McGregor

La notte continuava a stendersi sul castello, avvolgendolo in un velo di mistero e tranquillità. Laura, Sylvia ed Elena si trovavano ora in un intimo angolo del salone, il calore della conversazione e del vino che le avvolgeva in un abbraccio confortevole. Dopo l’intensità del morso, l’argomento inevitabile emerse tra di loro: McGregor.

Laura, seduta tra Sylvia ed Elena, sentiva di poter finalmente parlare liberamente.

"Devo parlarvi di McGregor," iniziò Laura, con un tono serio che catturò subito l’attenzione delle altre due. "McGregor è il mio antenato, ha circa 700 anni ed è... un vampiro."

Sylvia ed Elena si scambiarono uno sguardo sorpreso. "McGregor, Alistair McGregor, lo conosciamo molto bene," disse Sylvia, "è il vampiro che insieme a Natasha e Miriam ha aiutato me e Elena nella nostra unione, abbiamo un debito di riconoscenza impagabile verso di lui. E’ forse il vampiro più rispettato del mondo."

Laura annuì, visibilmente sollevata di non dover spiegare ulteriormente. "Sì, proprio lui. Ci vediamo di tanto in tanto al cimitero dei Covenanters. È davvero come un nonno per me."

Elena sorrise. "McGregor è uno dei più saggi e antichi vampiri esistenti. È stato lui a seguire la trasformazione di Sylvia in un ibrido."

Sylvia annuì, ricordando con gratitudine l’intervento di McGregor che l’aveva salvata e trasformata. "McGregor è straordinario. Mi ha dato una nuova vita, e ha sempre cercato di fare del bene nonostante la sua natura."

Laura sospirò. "Non l’ho mai detto a nessuno. Ho sempre pensato che nessuno mi avrebbe creduto o che mi avrebbero presa per pazza. Ma con voi mi sento al sicuro."

Sylvia le prese la mano, guardandola intensamente. "Puoi fidarti di noi, Laura."

Elena annuì. "Sì, e ora che sappiamo di McGregor, capisco perché hai questa sensibilità. Deve essere stato difficile tenere tutto dentro."

Laura sorrise amaramente. "Sì, lo è stato. Ma ora voglio sapere di più. Parlatemi di Natasha, Miriam, e dell’Abisso Eterno."

Sylvia ed Elena si scambiarono un altro sguardo, questa volta carico di nostalgia e rispetto. Sylvia iniziò a parlare. "Natasha e Miriam sono due delle vampire più antiche e potenti che conosciamo. Hanno tutte e due circa 650 anni, Natasha viene dalla Russia e Miriam dalla Germania. Per noi sono state due maestre fondamentali, ci hanno seguito giorno dopo giorno e a me hanno dato il loro sangue, come ha fatto McGregor."

Elena continuò. "L’Abisso Eterno è un locale a Edimburgo, riservato ai vampiri e a pochi umani selezionati, come me, che hanno ricevuto una tessera da un antico. È un luogo dove possiamo incontrarci senza dover nascondere la nostra natura."

Laura ascoltava affascinata. "Quindi, Natasha e Miriam sono potenti quanto McGregor?"

Sylvia annuì. "Forse come McGregor no ma sono comunque tutte figure fondamentali nella comunità. L’Abisso Eterno è un rifugio per noi, un luogo dove possiamo essere noi stessi senza paura."

Laura rifletté su queste nuove informazioni, sentendo una connessione ancora più profonda con le sue amiche. "Grazie per aver condiviso tutto questo con me. Ora capisco meglio chi sono e chi è… mio nonno."

Alla fine Sylvia pensò di lasciare Laura sola con Elena, in fondo Laura aveva sostituito Elena come agente a Scotland Yard ed Elena aveva vissuto provato le stesse cose che stava vivendo e provando adesso Laura.

Sylvia si ritirò per prima, con un cenno affettuoso e un bacio leggero sulla fronte di Elena. "Vi lascio un po' da sole," disse con un sorriso complice, "forse avete delle cose di cui parlare."

Elena annuì, riconoscente, mentre Sylvia si avviava verso la stanza che una volta era stata destinata a lei ed Elena, prima che il loro rapporto evolvesse in qualcosa di più complesso e intimo.

Laura e Elena

Rimaste sole, Laura ed Elena si guardarono per un momento in silenzio. La tensione nell'aria era palpabile, ma non era scomoda. Era una tensione carica di potenziale, di parole non dette e desideri non ancora esplorati.

"Vuoi sederti?" chiese Elena, indicando un divano vicino. Laura annuì e si sedette, ancora leggermente scossa dagli eventi della serata.

"È stata una notte... intensa," iniziò Laura, cercando di trovare le parole giuste. "Non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione del genere."

Elena sorrise, sedendosi accanto a lei. "Lo capisco."

Laura si girò verso di lei, il volto segnato da un misto di curiosità e gratitudine. "Ma c'è qualcosa che devo chiederti... qualcosa che ho in testa da un po'."

"Chiedi pure," disse Elena, prendendole la mano in un gesto rassicurante.

"Tu e Sylvia... il vostro rapporto è così speciale. Come ci siete arrivate? Come avete superato tutte le difficoltà?"

Elena sospirò, guardando Laura negli occhi. "Non è stato facile. Abbiamo affrontato molte sfide, sia interne che esterne. Ma alla fine, è stata la nostra connessione, la nostra comprensione reciproca, a tenerci insieme. E anche la fiducia. Abbiamo imparato a fidarci l'una dell'altra in modi che vanno oltre il normale."

Laura annuì, riflettendo su quelle parole. "Capisco. È qualcosa di raro, qualcosa che non si trova facilmente."

"Esatto," confermò Elena. "E tu, Laura? Cosa pensi di tutto questo? Di noi?"

Laura esitò per un momento, poi decise di essere sincera. "Sono... attratta da voi. Da entrambe. E non solo fisicamente. Mi sento legata a voi in un modo che non riesco a spiegare."

Elena sorrise, avvicinandosi un po' di più. "Non devi spiegare. A volte, le cose semplicemente ‘sono’. E noi ci sentiamo allo stesso modo. Sylvia ed io ci preoccupiamo per te, ci teniamo a te."

Laura sentì il calore delle parole di Elena avvolgerla, e senza pensarci troppo, si avvicinò ulteriormente, fino a sentire il respiro di Elena contro la sua pelle. "Grazie," sussurrò Laura. "Grazie di tutto."

Elena le accarezzò il viso, i loro occhi incontrandosi in uno sguardo che diceva più di mille parole. "Laura, posso baciarti?" chiese Elena, la voce appena un sussurro.

Laura annuì lentamente, le labbra che si aprivano leggermente in attesa. "Sì, ti prego."

Le labbra di Elena si unirono a quelle di Laura in un bacio dolce e appassionato, un bacio che trasmetteva tutta la tensione, il desiderio e l'affetto che entrambe sentivano. Laura gemette leggermente contro le labbra di Elena, sentendo un'ondata di calore attraversarle il corpo.

Le mani di Elena scivolarono lungo la schiena di Laura, accarezzando la pelle liscia e sensibile. Laura rispose con ardore, le sue mani che si aggrappavano ai capelli di Elena, tirandola più vicina.

"Sei così bella," mormorò Elena tra un bacio e l'altro, la voce roca di desiderio. "Non riesco a resisterti."

Laura arrossì leggermente, ma il suo sorriso era pieno di gioia e desiderio. "Anche tu lo sei. E non voglio che tu resista."

Continuarono a baciarsi, le mani che accarezzavano, i corpi che si avvicinavano sempre di più. La tensione tra di loro era elettrizzante, ogni tocco, ogni sussurro, un crescendo di passione.

Dopo un po', si staccarono leggermente, i respiri affannosi. Elena guardò Laura con intensità. "Sei sicura di voler continuare?"

Laura annuì, il suo desiderio evidente nei suoi occhi. "Sì, voglio condividere questo con te. E con Sylvia, se lei lo desidera."

Elena sorrise, accarezzandole ancora una volta il viso. "Andiamo da lei, allora."

Laura, Elena e Sylvia

Si alzarono, mano nella mano, e si diressero verso la stanza di Sylvia. Aprendo la porta, trovarono Sylvia distesa sul letto, il suo sguardo curioso che le osservava.

"Abbiamo parlato," disse Elena, sorridendo a Sylvia. "E Laura vorrebbe condividere questo momento con noi."

Sylvia si sollevò sul gomito, un sorriso giocoso sulle labbra. "Allora, vieni qui, Laura."

Laura si avvicinò al letto, il cuore che batteva forte, ma il desiderio e la curiosità prevalevano. Si unì a Sylvia sul letto, mentre Elena chiudeva la porta dietro di loro.

Elena si sedette in una poltrona situata nell'angolo della camera, le gambe accavallate e lo sguardo fisso su Sylvia e Laura. Sylvia si avvicinò a Laura con movimenti sinuosi, come un predatore che si avvicina alla sua preda. Laura era davvero bellissima: alta e magra, con i capelli lisci e castani che le ricadevano sulle spalle come una cascata di seta. I suoi occhi erano di un verde intenso, pieni di curiosità e di desiderio. Indossava un perizoma rosso fuoco, un dettaglio che non sfuggì a Sylvia.

"Raccontami di te, Laura," mormorò Sylvia, avvicinandosi ancora di più, le sue mani sfiorando delicatamente il collo di Laura. "Cosa senti cambiare dentro di te? Accetti questi cambiamenti o ne hai paura?"

Laura rabbrividì sotto il tocco di Sylvia, i brividi che le percorrevano la schiena. "Non lo so... è tutto così nuovo, così travolgente. Ma... ma credo di accettarlo. Voglio accettarlo."

"Molto bene," sussurrò Sylvia, le sue mani che si muovevano lungo il collo di Laura, mandandole ondate di piacere. "E cosa senti in questo momento? Parlami delle tue sensazioni."

Laura chiuse gli occhi per un momento, lasciandosi trasportare dalle sensazioni che Sylvia le stava regalando. "Sento... sento una specie di fuoco dentro di me. Un desiderio… e il tuo tocco... è mi fa... impazzire."

Sylvia sorrise, soddisfatta delle parole di Laura. "Mi piace sentirtelo dire," disse, spostando le mani lungo le braccia di Laura, lasciando che le sue unghie sfiorassero la pelle delicata. "E questo perizoma rosso... mi stuzzica così tanto."

Laura aprì gli occhi, guardando Sylvia con un misto di timore e desiderio. "Mi piace indossarlo... per te."

Sylvia si avvicinò ancora di più, il suo respiro caldo sul viso di Laura. "Sei così bella, Laura. Così desiderabile." Con un gesto lento e sensuale, Sylvia fece scivolare le dita lungo i lati del perizoma di Laura, giocando con l'elastico. "Ti piace questo gioco, vero?"

"Molto," rispose Laura con un sussurro, il suo corpo tremante di eccitazione.

"Lasciati andare," continuò Sylvia, la sua voce un comando dolce ma fermo. "Voglio che tu senta ogni singola sensazione, che ti perda in questo momento."

Laura annuì, i suoi occhi che si socchiudevano mentre Sylvia iniziava a baciare lentamente il suo collo, le labbra che lasciavano una scia di calore ovunque toccassero. Elena, dalla sua poltrona, osservava la scena con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

"Sei pronta, Laura?" chiese Sylvia, la sua voce un sussurro carico di promesse.

"Sì," rispose Laura, la sua voce appena un fiato.

Con un movimento deciso, Sylvia tirò leggermente l'elastico del perizoma, lasciando che schioccasse contro la pelle di Laura. La giovane gemette, il piacere e la sorpresa mescolati insieme. Sylvia sorrise, soddisfatta della reazione, e continuò ad accarezzare il corpo di Laura con le sue mani e le sue labbra, ogni tocco, ogni bacio, un crescendo di passione.

Elena si alzò dalla poltrona e si avvicinò a loro, il suo sguardo pieno di desiderio. "Laura," disse dolcemente, "sei meravigliosa. Lasciati andare completamente."

Laura sentì le mani di Elena unirsi a quelle di Sylvia, il loro tocco combinato che la portava sempre più vicino al bordo del piacere. Si abbandonò completamente a quelle sensazioni, ogni fibra del suo essere in fiamme. La stanza era piena di respiri affannosi, di gemiti soffocati, di parole sussurrate piene di passione.

E quando finalmente Laura raggiunse il culmine del piacere, il suo corpo tremò violentemente, le sue mani che si aggrappavano disperatamente alle lenzuola. Sylvia ed Elena la tennero stretta, i loro sussurri di conforto e di ammirazione la avvolgevano come una coperta calda.

Dopo un momento, Laura si lasciò cadere sul letto, il respiro ancora irregolare. Sylvia si sdraiò accanto a lei, le accarezzò dolcemente i capelli.

"Grazie," mormorò Laura, i suoi occhi che si chiudevano lentamente. "Non avrei mai immaginato di poter provare qualcosa di così intenso."

Laura sorrise, sentendo una profonda felicità e un senso di appartenenza prima di lasciarsi andare completamente al sonno, circondata dall'affetto e dalla passione di Sylvia ed Elena.

 

Il Mattino che Sigilla il Destino di Laura

Quando il mattino giunse, il sole filtrava timidamente attraverso le tende pesanti della camera, creando giochi di luce dorata che danzavano sui volti addormentati. Sylvia fu la prima a svegliarsi, i suoi sensi acuti rilevavano ogni dettaglio dell'ambiente circostante. Guardò Laura e Elena, ancora addormentate accanto a lei, i loro corpi avvolti nelle lenzuola che avevano condiviso durante la notte. Decise di non rompere il silenzio e lasciò che le cose andassero da sole, silenziosamente scivolando fuori dal letto.

Laura fu la seconda a svegliarsi. Aprì gli occhi lentamente, il ricordo della notte precedente ancora fresco e vivido nella sua mente, ricordava ogni singolo tocco e bacio ricevuto. Si voltò verso Elena, che ancora dormiva, e sentì un'ondata di affetto mescolata a un leggero imbarazzo.

"Buongiorno," sussurrò Laura, Elena aprì lentamente gli occhi e le sorrise. "Buongiorno," rispose, con un sorriso calmo e rassicurante. Si sollevò su un gomito, osservando Laura le chiese. "Come ti senti?"

"Stranamente bene," ammise Laura, le guance che si tingevano di un leggero rossore. "Pensavo che mi sarei sentita più... imbarazzata. Ma non è così."

"Non c'è nulla di cui vergognarsi," disse Elena dolcemente, avvicinandosi per accarezzarle una ciocca di capelli. "Quello che è successo ieri notte è stato bellissimo. Non c'è spazio per il rimpianto, solo per l'accettazione e la gioia."

Laura sorrise, sentendosi rincuorata dalle parole di Elena. "Grazie. Mi fa sentire meglio."

"Vuoi scendere a fare colazione?" chiese Elena, scostando le lenzuola e rivelando il suo perizoma nero, un contrasto elegante con quello rosso di Laura.

"Mi piacerebbe," rispose Laura, accennando un sorriso timido ma complice.

Le due donne si alzarono dal letto, le loro figure eleganti e sensuali in evidenza mentre si dirigevano verso la cucina. Scendere le scale in perizoma era un'esperienza inusuale, ma la confidenza che avevano sviluppato l'una con l'altra rendeva tutto più naturale. Ogni passo che facevano rivelava la loro complicità, un'intimità costruita in una sola notte ma che sembrava destinata a durare.

Una volta in cucina, Elena aprì il frigorifero, tirando fuori uova e pancetta. "Facciamo una colazione tradizionale?" chiese con un sorriso.

"Perfetto," rispose Laura, avvicinandosi per aiutare. "Posso fare il caffè?"

"Assolutamente," disse Elena, mentre iniziava a preparare la padella. "La macchinetta è lì."

"Laura," disse Elena improvvisamente, girandosi verso di lei. "Volevo dirti... sono felice che tu sia qui. Con noi."

Laura si fermò, il caffè fumante tra le mani. "Anch'io sono felice," rispose sinceramente. "Non avrei mai immaginato di trovare qualcosa di così... speciale."

Mentre Elena accarezzava delicatamente il collo di Laura, i suoi occhi notarono i sottili segni lasciati dal morso di Sylvia. I segni erano appena visibili, piccoli graffi che solo un occhio attento avrebbe potuto notare. Con un gesto lento e deliberato, Elena bagnò quei segni con la lingua, assaporando il residuo dell'intensità della notte precedente.

"Che cosa hai provato?" chiese Elena, la sua voce un sussurro caldo contro la pelle di Laura.

Laura chiuse gli occhi, un brivido che le percorreva la schiena. "È stato... indescrivibile," rispose, il suo respiro appena un sussurro. "Una miscela di dolore e piacere, come se ogni fibra del mio essere fosse viva."

Elena sorrise, continuando a tracciare i segni con la lingua. "Lo rifaresti?" chiese, la sua mano scivolando lungo la schiena di Laura, fermandosi sul bordo del suo perizoma rosso.

"Certo… sì!" rispose Laura, il suo corpo rispondeva ad ogni tocco. "C'è qualcosa di... liberatorio in tutto questo. E... mi ha avvicinata a voi due in un modo che non avrei mai immaginato."

Elena fece scorrere la mano lungo la coscia di Laura, risalendo lentamente. "Cosa ti è piaciuto di più?" chiese, la sua voce un sussurro carico di curiosità e desiderio.

Laura aprì gli occhi, incontrando lo sguardo intenso di Elena. "La sensazione di abbandonarmi completamente," disse. "Di fidarmi di voi, di lasciarmi andare senza riserve. E anche... il modo in cui mi avete toccata, come se ogni carezza avesse un significato profondo."

Elena annuì, il suo sguardo che si fece ancora più intenso. "Vogliamo che tu sappia quanto sei speciale per noi, Laura. Ogni momento con te è un regalo."

Laura sorrise, sentendosi sopraffatta dall'emozione. "Anch'io vi considero speciali," disse, la sua voce tremante ma sincera. "Non avrei mai immaginato di trovare un legame così profondo."

Elena si avvicinò ancora di più, le loro labbra a pochi millimetri di distanza. "Sei pronta a esplorare ancora di più con noi?" chiese, il desiderio evidente nei suoi occhi.

Laura annuì, il suo cuore battendo all'impazzata. "Sì, lo sono."

Le labbra di Elena si unirono a quelle di Laura in un bacio profondo e appassionato, mentre le loro mani toccavano i corpi l'una dell'altra con una delicatezza che contrastava con l'intensità del momento. Il perizoma rosso di Laura era un tocco di colore vibrante, un simbolo della passione e del desiderio che le univa.

"Ti piaccio così?" chiese Laura, tirandosi leggermente indietro, i suoi occhi che cercavano una conferma nel volto di Elena.

"Sei bellissima," rispose Elena, senza un attimo di esitazione. "Ogni parte di te è perfetta."

Laura sorrise, sentendosi più sicura che mai. "Anche tu sei bellissima," disse, la sua voce carica di affetto e gratitudine.

 

Le emozioni per Laura sembravano non finire mai. Ogni tocco di Elena, ogni sussurro, ogni carezza, la portava sempre più vicino a un'estasi che non aveva mai conosciuto prima. Trovava in Elena qualcosa di soprannaturale, una connessione che trascendeva il semplice contatto fisico. Sebbene non fosse Elena la vampira, la sua sensibilità acuta le faceva percepire ogni sfumatura di piacere come se fosse intrisa di magia.

"Mi sembra di perdere i sensi tra le tue braccia," sussurrò Laura, la sua voce tremante di emozione. Gli occhi di Elena brillavano di comprensione e desiderio.

Elena, continuando a tracciarle la pelle con le dita, rispose. "Lasciati andare. Goditi ogni momento."

Laura chiuse gli occhi, sentendo la testa girare piacevolmente. Le mani di Elena scivolarono sotto l'elastico del perizoma di Laura, esplorando con una lentezza studiata che la faceva impazzire. "È una sensazione magnifica," mormorò Laura, la sua voce un sussurro soffocato. "Mi sento svenire..."

Elena sorrise, un sorriso caldo e rassicurante. "Non combattere quella sensazione," le disse. "Lasciati trasportare. Sono qui con te."

Le dita di Elena continuarono a tracciare ogni curva del corpo di Laura con una precisione che la faceva tremare. La vista di Laura si offuscava, un effetto dell'intensità delle sensazioni che stava provando. Ogni tocco di Elena era un'onda di piacere che la travolgeva, spingendola sempre più vicina all'abbandono totale.

"Ti piace?" chiese Elena, la sua voce bassa e carica di desiderio.

"Sì," rispose Laura, la sua voce appena un sussurro. "Mi piace... molto."

Elena intensificò le sue carezze, le dita che si muovevano con una delicatezza e una maestria che lasciavano Laura senza fiato. Ogni movimento era calcolato per massimizzare il piacere, per trascinarla sempre più in profondità nell'estasi.

Laura aprì gli occhi per un attimo, guardando Elena con un'espressione di pura estasi. "Non so se riesco a resistere ancora," disse, la sua voce tremante di piacere.

"Non devi resistere," rispose Elena, avvicinandosi ancora di più. "Lasciati andare completamente. Sono qui per te."

Laura sentiva il suo corpo rispondere a ogni tocco, a ogni sussurro. Le mani di Elena sotto l'elastico del perizoma la facevano sentire vulnerabile e al contempo incredibilmente desiderata. Era un'esperienza travolgente, una che non avrebbe mai immaginato di vivere.

Elena la guardava con intensità, il desiderio nei suoi occhi che rifletteva quello di Laura. "Sei bellissima," le disse, la voce bassa e carica di emozione. Laura sorrise, sentendosi sopraffatta dall'emozione. "Anche tu" rispose, la sua voce un sussurro tremante.

Elena la strinse più forte, le loro labbra che si incontravano in un bacio appassionato. Le loro mani regalavano ad ogni tocco una promessa di piacere ancora maggiore. Mentre la mattina avanzava, Laura sapeva che aveva appena iniziato a scoprire la profondità del legame che la univa a Elena e Sylvia.

In quel momento, il mondo esterno scomparve. C'erano solo loro due, avvolte in un abbraccio che prometteva di durare per l'eternità.

Elena girò delicatamente Laura, portandola contro il bancone della cucina. Le mani di Elena scivolarono con decisione all'interno del perizoma di Laura, mentre i suoi denti le mordevano leggermente il collo. Laura sussultò, una serie di gemiti soffocati sfuggirono dalle sue labbra mentre il piacere si mescolava con una leggera sensazione di paura.

"Elena... sto svenendo," ripeté Laura, la sua voce tremante e piena di desiderio.

Elena sorrise contro il collo di Laura, intensificando le sue carezze. "Lasciati andare, Laura. Sono qui per te. Non c'è nulla di cui avere paura."

Laura chiuse gli occhi, lasciandosi completamente nelle mani di Elena. Ogni tocco, ogni sussurro, ogni lieve morso la portava sempre più vicino al culmine. "Sto... sto per svenire..." ripeté, quasi come un mantra.

"Ssh," mormorò Elena, le sue labbra che sfioravano l'orecchio di Laura. "Lascia che succeda. Goditi ogni momento."

Laura sentiva le gambe cedere, il respiro diventare affannoso. Un'ondata di piacere la travolse, facendola cadere lentamente tra le braccia di Elena. Mentre la sua vista si offuscava, un ultimo gemito sfuggì dalle sue labbra.

Elena la accompagnò dolcemente a terra, continuando a accarezzarla con una dolcezza che contrastava con l'intensità del momento. "Sei bellissima," sussurrò, guardando Laura con occhi pieni di desiderio. "Ogni parte di te è perfetta."

 

Laura era distesa sul pavimento, il respiro pesante, il corpo rilassato in un abbandono totale. Anche se i suoi sensi stavano svanendo, sentiva ancora le mani di Elena su di lei, che tracciavano lentamente ogni curva del suo corpo. Ogni tocco era un'onda di piacere che la riportava brevemente alla coscienza solo per farla cadere di nuovo in quel dolce oblio.

Elena la accarezzava, le sue dita si muovevano con maestria e precisione.

Laura aprì gli occhi per un momento, guardando Elena con un'espressione di pura estasi. Elena sorrise, abbassandosi per darle un bacio dolce e appassionato. Laura sentiva il suo corpo rispondere a ogni tocco, a ogni sussurro. Le mani di Elena sotto l'elastico del perizoma la facevano sentire vulnerabile e al contempo incredibilmente desiderata. Era un'esperienza travolgente, una che non avrebbe mai immaginato di vivere.

 

Il Travaglio di Laura

Il sole mattutino filtrava attraverso le tende della cucina, illuminando la scena in modo quasi surreale: Elena, appoggiata al mobile della cucina, sorrideva divertita con indosso solo un perizoma nero. Davanti a lei, Laura giaceva a terra svenuta. Sylvia entrò proprio in quel momento e notando la scena con un sorriso complice disse, "Elena, quando si riprenderà, portala un po' in paese. Falle fare due passi. Recuperate un po' di normalità. Io intanto mi faccio un giretto da sola." Il suo sorriso era un misto di affetto e malizia.

Elena annuì, osservando Sylvia mentre usciva dalla cucina. Si accovacciò accanto a Laura, osservandola con attenzione. "Riprenditi, bellezza," mormorò, le dita che sfioravano delicatamente il viso di Laura.

Dopo qualche minuto, Laura aprì gli occhi, lo sguardo ancora confuso e smarrito. "Sono svenuta?" chiese con un filo di voce, cercando di mettere a fuoco il volto di Elena.

Elena rise piano, accarezzandole i capelli. "Sì, sei svenuta," confermò dolcemente. "Ma sei in buone mani, non preoccuparti."

Laura si mise a sedere lentamente, sentendo ancora i postumi delle intense emozioni. Guardò Elena con un misto di curiosità e timore. "Cosa è successo esattamente? Ricordo solo una sensazione di piacere... e poi il buio."

Elena sorrise, i suoi occhi scintillanti di complicità. "Ti ho portato al limite, come piace a me. E tu sei stata fantastica," le rispose, avvicinandosi di più a Laura. "Ma ora dobbiamo recuperare un po' di normalità. Sylvia suggeriva di fare una passeggiata in paese. Ti va?"

Laura annuì lentamente, ancora un po' stordita ma affascinata da quello che stava vivendo. "Sì, mi va. Penso che un po' di aria fresca mi farà bene."

Elena si alzò, offrendo una mano a Laura per aiutarla a fare altrettanto. "Andiamo allora. Ci vestiamo e usciamo a fare due passi. È una bella giornata."

Le due si vestirono rapidamente, ridendo e scherzando mentre cercavano di ricordare dove avessero lasciato i loro vestiti la notte precedente. Una volta pronte, uscirono dal castello, camminando fianco a fianco lungo il sentiero che portava al paese.

Riflessioni di Laura

L'aria fresca del mattino era rigenerante, e Laura iniziava a sentirsi più lucida a ogni passo. "Non posso credere a tutto quello che è successo," disse a un certo punto, guardando Elena con gratitudine. "È come se vivessi in un sogno."

Elena le sorrise, prendendole la mano. "È tutto reale, Laura. E sei parte di questo mondo adesso. Un mondo fatto di sensazioni intense e momenti indimenticabili. E io sono felice di condividere tutto questo con te."

Laura sentì una calda sensazione di sicurezza e affetto crescere dentro di sé. "Grazie, Elena. Non so come ringraziarti per tutto."

Elena si fermò, guardandola intensamente negli occhi. "Non devi ringraziarmi. Siamo qui l'una per l'altra."

Laura sorrise, sentendo che, nonostante tutto, era esattamente dove doveva essere. Con Elena e Sylvia, aveva trovato un nuovo mondo, una nuova famiglia.

Camminando lungo le strade tranquille del paese, Laura ed Elena si godevano il sole del mattino, sentendo la brezza fresca che smorzava il calore crescente. Erano vestite in abiti casual, jeans e magliette semplici, quasi in contrasto con le emozioni turbolente che le avevano travolte nelle ultime ore.

Laura guardava le case e i negozi con un misto di nostalgia e inquietudine. "Sai, Elena," iniziò a dire, la voce un po' tremante, "mi sembra incredibile che tra un paio di giorni dovrò tornare al lavoro. Come se tutto questo non fosse mai successo."

Elena le strinse la mano, offrendo un sorriso di comprensione. "Capisco perfettamente cosa provi. È come se avessimo vissuto in un mondo a parte, lontano da tutto e da tutti. Ma la realtà ci richiama sempre."

Laura sospirò, guardando il viso sereno di Elena. "È insopportabile il pensiero di lasciare questo posto. Di lasciare voi. Sembra tutto così... giusto qui."

"Non devi prendere decisioni affrettate," rispose Elena, fermandosi e guardandola negli occhi. "Sylvia e io abbiamo deciso di lasciarti spazio per capire cosa vuoi davvero. Il lavoro fa parte di te, è una tua passione. Ma anche questa nuova dimensione lo è."

Laura annuì, sentendo la verità nelle parole di Elena. "È difficile conciliare le due cose. Amo il mio lavoro, ma qui... qui mi sento completa in un modo che non avevo mai provato prima."

Elena la tirò dolcemente a sé, continuando a camminare. "Non devi decidere tutto adesso. Abbiamo ancora un giorno e una notte. Vivi il momento. E sappi che la porta di casa nostra sarà sempre aperta per te. Che tu decida di restare o di andare, sarai sempre la benvenuta."

"Cosa pensi che dovrei fare?" chiese Laura, cercando un consiglio sincero.

"Penso che dovresti seguire il tuo cuore," rispose Elena. "So che è una risposta banale, ma è la verità. Devi capire cosa ti rende felice. E non c'è niente di male nel tornare alla tua vita normale e vedere come ti senti. Noi saremo qui, ad aspettarti."

Laura fece una pausa, riflettendo su quelle parole. "Non voglio prendere decisioni di cui poi mi pentirò," disse, la voce tremante. "Ma sento che qui c'è qualcosa di speciale. Qualcosa che non posso ignorare."

"Non devi ignorarlo," disse Elena, sorridendo. "Puoi prenderlo come un punto di partenza. Una nuova avventura. Nessuno dice che devi scegliere tra una cosa e l'altra. Puoi trovare un modo per integrare entrambe nella tua vita."

Laura sorrise debolmente, sentendosi un po' più rassicurata. "Forse hai ragione. Devo solo trovare il mio equilibrio. E sapere che ho un posto dove tornare, un rifugio, mi aiuta."

Elena la strinse forte, sentendo l'emozione e la forza che emanava da Laura.

In soli due giorni, la vita di Laura era stata completamente sconvolta. Tutto ciò in cui aveva creduto, per cui aveva lottato, era ora in discussione. Che senso aveva condurre una vita se nella sua testa ne immaginava un'altra? Certo, c'era lo stipendio, ma non era solo una questione economica. Il suo lavoro di poliziotta la gratificava, la faceva sentire importante, come se stesse facendo qualcosa di significativo per aiutare la gente. Ma c'era anche un'altra cosa che contava, e contava parecchio: la sua vita personale.

Mentre camminavano, Laura guardò Elena e sorrise, i pensieri turbinando nella sua mente. Sapeva che non poteva entrare nella vita di Elena e Sylvia come loro due, ma sapeva anche che erano due ottime amiche e amanti, e che le volevano bene. Questo pensiero le scaldava il cuore e decise di condividerlo con Elena.

"Elena," iniziò Laura, con un tono pensieroso, "in questi due giorni, ho capito quanto la mia vita possa essere diversa da quella che avevo sempre immaginato. Il mio lavoro è importante per me, mi dà un senso di scopo. Ma qui con voi... c'è qualcosa di più. Qualcosa che mi fa sentire viva in un modo completamente diverso."

Elena la guardò con il suo sorriso dolce e comprensivo, senza incalzarla attese i suoi tempi. Laura proseguì, "Elena, so che non posso entrare nella vostra vita come coppia, ma sapere che mi volete bene, che posso contare su di voi, significa molto per me."

Elena strinse la mano di Laura, offrendole una rassicurazione silenziosa. "E tu sei molto importante per noi, Laura. Sylvia e io ci teniamo tanto a te."

Continuarono a camminare, parlando di tutto e di niente, quando Laura, con un sorriso malizioso, decise di affrontare un argomento più piccante. "Elena, stamattina è stata incredibile. Non pensavo fosse possibile svenire di piacere."

Elena rise, un suono caldo e melodioso. "Oh, ma è assolutamente possibile. E credo che tu abbia scoperto una nuova dimensione del piacere, Laura."

"Devo ammettere che è stato... travolgente," confessò Laura, arrossendo leggermente. "Non pensavo di poter provare qualcosa di così intenso."

Elena si fermò e si girò verso Laura, il suo sguardo serio ma dolce. "Laura. Ci sono tante cose da scoprire e da vivere. E Sylvia ed io saremo qui per accompagnarti in questo viaggio, se lo vorrai."

Laura sorrise, sentendo una profonda gratitudine e un senso di appartenenza. "Voglio sapere di più su Sylvia, sul suo modo di fare le indagini. Come riesce a convivere con quella sua fragilità estrema e allo stesso tempo con una forza incredibile?"

Elena sospirò, riflettendo. "Sylvia è una creatura complessa. La sua fragilità è ciò che la rende umana, ma la sua forza deriva dalla sua natura di vampira. È un equilibrio delicato, ma è proprio questa dualità che la rende così speciale. Quando indaga, usa la sua sensibilità per percepire dettagli che altri non vedrebbero, ma al tempo stesso la sua forza le permette di affrontare situazioni pericolose con una determinazione incrollabile."

Laura ascoltava affascinata, sentendo un misto di ammirazione e curiosità. "E come fa a mantenere questo equilibrio?"

"Con molto sforzo e con il supporto di chi le vuole bene," rispose Elena. "Io sono sempre al suo fianco, e lei sa di poter contare su di me.

 

Elena e Laura camminavano mano nella mano, ancora immerse nelle emozioni delle loro confessioni. Fu quasi un sollievo quando videro Sylvia avvicinarsi a loro, il suo abbigliamento sexy e provocante attirando sguardi ovunque andasse.

"Ciao ragazze," disse Sylvia, un sorriso malizioso sulle labbra. "Avete avuto una mattinata interessante?"

Elena rispose con un sorriso altrettanto malizioso. "Direi di sì, ci siamo un po’ raccontate, e tu, Sylvia? Che hai fatto stamattina?"

Sylvia alzò le spalle con nonchalance. "Oh, niente di speciale. Ho solo fatto un giro per il paese, terrorizzato qualche vecchietto, e poi ho comprato questo vestito." Fece una giravolta per mostrare il suo abbigliamento provocante. "Sei terribile," ridacchiò Elena. "Ma ci piace così."

Camminarono insieme fino a trovare un locale accogliente con tavoli all'aperto. Si sedettero a uno di questi, godendosi la brezza leggera che faceva ondeggiare le foglie degli alberi intorno a loro.

Il cameriere portò i loro piatti, e iniziarono a pranzare, chiacchierando e prendendosi in giro.

"Quindi," disse Sylvia, fissando Laura con un sorrisetto, "pensi di riuscire a sopravvivere un altro giorno con noi, o hai bisogno di una pausa?"

Laura fece una pausa, guardando le sue due nuove amiche. "Onestamente, penso che non voglio mai una pausa da voi. Questo è esattamente ciò di cui avevo bisogno."

"Ben detto," disse Elena, alzando il bicchiere per un brindisi. "A nuovi inizi e a vecchie amicizie." "A nuovi inizi e a vecchie amicizie," ripeté Laura, sentendosi finalmente a casa.

 

La Maledizione di Matthew Hargrove

Sylvia guardò Elena con un sorriso malizioso e poi rivolse lo sguardo a Laura. "Che ne dici di una dimostrazione delle mie capacità extrasensoriali? Se ti va, possiamo fare un salto al cimitero qui vicino. È molto antico, e potresti vedere qualche fantasma locale. Naturalmente, se ti senti a disagio, possiamo sempre tornare indietro."

Laura sentì un brivido di eccitazione misto a un pizzico di apprensione. "Non mi impressionerò, promesso. Anzi, mi piacerebbe molto vedere cosa riesci a fare."

"Sicura? Perché a volte, quando vedo un fantasma, svengo," disse Sylvia con un sorriso enigmatico. "E scommetto che Elena verrà solo per vedere la scena."

Elena scoppiò a ridere. "Oh, assolutamente. Lo svenimento di Sylvia è sempre uno spettacolo."

Laura rise insieme a loro, sentendosi sempre più a suo agio. "Allora, andiamo. Voglio vedere questo spettacolo."

Finirono il pranzo tra risate e chiacchiere, poi si alzarono e si incamminarono verso il cimitero. Sylvia, con il suo abbigliamento sexy e l'aria misteriosa, guidava il gruppo con sicurezza.

"Laura," iniziò Sylvia mentre camminavano, "quando vedo un fantasma, non c'è bisogno di preoccuparsi se svengo. È normale per me. Guarda Elena, lei troverà sempre il modo di trarne piacere."

Elena annuì con un sorriso complice. "Esatto. E tu, Laura, goditi il viaggio. Potresti scoprire che hai anche tu una sensibilità particolare."

Laura sentì un brivido di anticipazione. "In effetti, ho avuto delle sensazioni strane ultimamente. Come se potessi percepire cose che gli altri non vedono."

"Perfetto," disse Sylvia, fermandosi davanti ai cancelli del cimitero. "Questo è il posto giusto per mettere alla prova le tue capacità."

Tra le Lapidi del Cimitero di Dornie

Entrarono nel cimitero e si diressero verso la parte più antica. Le lapidi erano ormai avvolte dal muschio e dalle erbacce, e l'aria era densa di un silenzio inquietante. Sylvia camminava avanti, il volto concentrato mentre cercava di captare le energie presenti. Laura e Elena la seguivano, con un misto di curiosità e apprensione.

"Diversi fantasmi, ma poco energici," mormorò Sylvia, voltandosi verso le altre due. Laura avvertiva qualcosa, una sorta di vibrazione sottile nell'aria, ma rimase in silenzio.

Arrivarono davanti a un antico mausoleo. L'aria sembrava carica di una forza invisibile e opprimente. Sylvia, con lo sguardo fisso sul nulla, sussurrò qualcosa di incomprensibile e poi crollò, priva di sensi.

Elena, abituata a questi episodi, sorrise e si rivolse a Laura con calma. "Ecco, questo è il nostro spettacolo preferito. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, la nostra Sylvia è solo... sensibile."

Laura sorrideva, ma sentiva un brivido correre lungo la schiena. La tensione nell'aria era palpabile e il cuore le martellava nel petto. Sylvia, solitamente pronta a riprendersi in pochi istanti, rimaneva immobile. L'apprensione iniziava a crescere sul volto di Elena.

Improvvisamente, un'ombra si delineò davanti a Laura. Un essere spettrale, dalle fattezze orribili, le apparve davanti. Un urlo le morì in gola mentre cercava di mantenere il controllo. "Elena," sussurrò con urgenza, "dobbiamo spostarci. C'è qualcosa qui."

Elena non capiva. "Cosa? Non vedo niente, Laura."

"Prendiamo Sylvia e muoviamoci," insistette Laura, la voce tremante. Ma Elena, ancora ignara del pericolo, esitava.

"Non capisci, Elena! Io lo vedo. È orribile!" gridò Laura, il terrore trasparente nella sua voce.

Finalmente, Elena si rese conto della serietà della situazione e insieme sollevarono Sylvia, portandola indietro verso una zona meno carica di energia negativa. La adagiarono delicatamente per terra e Sylvia cominciò a riprendersi, i suoi occhi ancora velati di confusione.

"Come ti senti?" chiese Elena, accarezzandole il viso.

"Un'energia... così negativa," mormorò Sylvia, ancora debole. "Non ho visto niente, ma l'ho sentita... così potente."

Laura, ancora scossa, prese un respiro profondo. "Io l'ho visto. Era uno spettro orribile. Non sono svenuta solo perché dovevo portarti via da lì."

Elena e Sylvia si voltarono verso di lei, ascoltando con attenzione. "Descrivicelo," disse Elena, la sua voce ora seria.

Laura chiuse gli occhi, cercando di trovare le parole. "Era alto, con un viso deformato e occhi vuoti. La pelle sembrava... marcia, come se fosse in decomposizione. Emanava una sensazione di odio e disperazione."

Le due donne ascoltarono in silenzio, sentendo l'intensità delle parole di Laura. L'aria intorno a loro sembrava farsi più fredda, come se le descrizioni avessero richiamato un eco dell'energia spettrale.

"Grazie per averci salvato, Laura," disse Sylvia con un sorriso debole, ancora distesa. "Sei più forte di quanto pensi."

Laura annuì, sentendo il peso dell'esperienza. Aveva affrontato qualcosa di terribile e ne era uscita più forte.

Le tre donne rimasero in silenzio per qualche istante, il respiro affannoso di Sylvia era l'unico suono nel cimitero antico. L'aria sembrava ancora densa dell'energia negativa che le aveva colpite.

"Qualcuno deve andare a leggere il nome sulla tomba," disse Sylvia con un filo di voce. "Non posso farlo io. Quell'energia non mi ha ancora lasciata."

Laura sentiva il terrore stringerle il petto, ma prima che potesse parlare, Elena intervenne. "Vado io," disse con determinazione. Si avvicinò al mausoleo con passo deciso, ma con ogni passo sentiva crescere una sensazione di malignità. Arrivata davanti alla tomba, lesse il nome inciso sulla pietra: Matthew Hargrove.

Tornò rapidamente indietro, avvertendo ancora il peso di quella presenza oscura. "Il nome sulla tomba è Matthew Hargrove," disse, guardando Laura e Sylvia. "Ho sentito anch'io qualcosa di maligno, come un'ombra che mi seguiva." Poi Elena prese il cellulare e iniziò a cercare informazioni su Matthew Hargrove. Dopo qualche minuto trovò un vecchio articolo storico.

"Qui dice che Matthew Hargrove era un guaritore," spiegò Elena. "Aveva salvato molte persone, ma non riuscì a salvare il figlio del re. La regina lo accusò di stregoneria e fu messo al rogo. I paesani, anche quelli che aveva aiutato, furono costretti a partecipare all'esecuzione. Nessuno ebbe il coraggio di ribellarsi."

"Bruciato vivo..." mormorò Laura, sentendo un brivido correre lungo la schiena. "Non c'è da meravigliarsi che il suo spirito sia pieno di rabbia."

"È scritto che la sua morte fu estremamente dolorosa," continuò Elena. "Sylvia, pensi che la sua rabbia sia diretta verso i paesani per non averlo salvato?"

Sylvia annuì lentamente. "Il suo dolore si è trasformato in rabbia eterna. Il suo spirito aspetta solo il momento per vendicarsi. Ma questa è solo una supposizione. Dobbiamo trovare un modo per comunicare con lui. Al momento non sono abbastanza forte. Se ci provo adesso, sverrò sicuramente."

Con queste parole in mente, uscirono dal cimitero e si diressero verso un locale nelle vicinanze. Si sedettero a un tavolo all'aperto, cercando di mettere ordine nei pensieri.

"Non possiamo ignorare questa presenza," disse Laura, mentre il cameriere portava loro delle bevande. "Ma non possiamo neanche affrontarlo senza un piano."

"Concordo," aggiunse Elena. "Sylvia, hai detto che la sua energia non è ancora completamente recuperata. E Laura, anche se hai una sensibilità particolare, non possiamo essere sicure che riuscirai a sentirlo di nuovo."

Sylvia sorseggiò la sua bevanda, riflettendo. "Il fantasma di Matthew Hargrove è pieno di rabbia. Potrebbe essere pericoloso se ci avviciniamo impreparate. Dobbiamo trovare un modo per contattarlo senza mettere a rischio le nostre vite."

Continuarono a discutere, facendo ipotesi e proponendo soluzioni, ma ogni strada sembrava portare a un vicolo cieco. L'incertezza di Sylvia nel riuscire a comunicare con lo spirito e la potenziale pericolosità dell'ira di Hargrove rendevano tutto molto complicato.

Il cimitero sembrava ormai un ricordo lontano, ma la presenza di Matthew Hargrove era ancora palpabile nei loro pensieri.

 

Decisero infine di parlare con il prete del paese, sperando di ottenere ulteriori informazioni sulla maledizione di Matthew Hargrove. Il prete, un uomo anziano con occhi gentili ma segnati dal tempo, confermò la storia che avevano scoperto, aggiungendo dettagli agghiaccianti.

"Al momento di morire," spiegò il prete con voce grave, "Matthew Hargrove lanciò una maledizione su tutti i paesani. Disse che sarebbero stati colti da morte per fuoco. E così è stato. Nel corso dei secoli, quasi tutte le famiglie discendenti di quei paesani sono morte in incidenti legati al fuoco. Incidenti stradali con auto che bruciavano, catastrofi dove il fuoco era il boia. Sono rimaste solo tre famiglie discendenti, le conosco personalmente. Sono bravissime persone e nulla hanno a che fare con quanto fatto dai loro avi, ma conoscono la storia e la maledizione. Sanno che è solo questione di tempo."

Sylvia, visibilmente preoccupata, fece alcune domande al prete. "C'è un modo per rompere questa maledizione? Per liberare l'anima di Matthew Hargrove?"

Il prete scosse la testa tristemente. "La liberazione dell'anima di Matthew sembra realizzarsi solo quando tutte le famiglie saranno giustiziate. È un destino segnato. Ho pregato e cercato risposte, ma nulla sembra poter cambiare il corso di questa maledizione."

Lasciarono la chiesa con un peso sul cuore, decidendo di tornare a prendere qualcosa da bere e discutere su quanto detto dal parroco. Si sedettero nuovamente al tavolo all'aperto del locale, le bevande davanti a loro intatte mentre riflettevano in silenzio.

"Sembra senza speranza," disse Laura, rompendo il silenzio. "Queste famiglie non hanno fatto nulla di male. È ingiusto."

"Matthew Hargrove è intrappolato in un ciclo di vendetta," rispose Sylvia, lo sguardo fisso sulla sua bevanda. "La sua rabbia è così potente che non riesce a vedere oltre il suo dolore. Ma dobbiamo trovare un modo per comunicare con lui, per fargli capire che vendicarsi non porterà pace alla sua anima."

Elena annuì. "Ma come? Se ogni volta che ti avvicini svieni, come possiamo sperare di parlare con lui?"

Sylvia aveva già preso la sua decisione. "Andrò da sola. Parlerò con lui e cercherò di fargli capire."

"No!" esclamarono Laura ed Elena all'unisono. "Non puoi andare da sola," continuò Elena. "È troppo pericoloso. Dobbiamo andare insieme."

Sylvia scosse la testa con decisione. "Non posso permettere che vi mettiate a rischio. Io sono quella che ha più esperienza con queste cose. Se qualcosa dovesse andare storto, meglio che succeda a me."

Laura tentò di convincerla. "Sylvia, non devi fare questo da sola. Siamo amiche. Dobbiamo affrontare questo insieme."

Sylvia sorrise amaramente. "Capisco cosa intendi, Laura. Ma proprio perché siamo amiche, non posso permettermi di mettervi in pericolo. Ho la responsabilità di proteggervi. E questo è qualcosa che devo fare da sola."

Elena prese la mano di Sylvia, cercando di farla ragionare. "Sylvia, per favore. Lasciaci venire con te. Possiamo trovare un modo per affrontarlo insieme."

Ma Sylvia era irremovibile. "No, Elena. Non posso rischiare la vostra vita. Farò valere la mia autorità questa volta. Vi prometto che farò tutto il possibile per comunicare con Matthew e trovare una soluzione. Ma devo farlo da sola."

Laura ed Elena continuarono a supplicarla, ma alla fine si arresero, vedendo la determinazione negli occhi di Sylvia. La tensione era palpabile, la preoccupazione per l'amica era evidente.

Sylvia si alzò, pronta a dirigersi verso il cimitero. "Vi prometto che tornerò," disse con un sorriso rassicurante. "Fidatevi di me."

Senza nemmeno comunicarselo fra di loro Elena e Laura aspettarono un po’ e poi si alzarono insieme.

Uscirono dal locale seguendo Sylvia. Si mossero furtivamente attraverso un'entrata laterale del cimitero che Laura conosceva. Si nascosero dietro un mausoleo, aspettando di intervenire se necessario. Sylvia camminava lentamente verso la tomba di Matthew Hargrove, una mano nella tasca destra dove teneva i sali.

Laura vide lo spettro di Matthew emergere dalla tomba. Sylvia non poteva vederlo, ma lo sentiva. L'energia era palpabile e Sylvia svenne immediatamente. Elena si alzò per andare a soccorrerla, ma Laura la fermò con una mano ferma.

"Fermati," disse Laura sottovoce. "Lo vedo. È accucciato su di lei, non le sta facendo del male. Aspetta."

Elena, sebbene combattuta, obbedì. Guardare Sylvia a terra svenuta senza sapere cosa stava succedendo era straziante, ma Laura continuava a rassicurarla. Laura vedeva lo spettro, e non era minaccioso. Sembrava quasi voler aiutare Sylvia.

Poco dopo, videro Sylvia muoversi. Si sedette per terra e Laura la vide guardare lo spettro. Sylvia era sull'orlo di svenire di nuovo, ma usò i sali e si riprese. Poi Laura vide lo spettro svanire, e Sylvia si alzò lentamente, barcollante, cercando l'uscita.

Elena e Laura corsero velocemente, passando di nuovo dal lato laterale per raggiungere l'uscita prima di Sylvia. La trovarono svenuta sul viale che portava fuori dal cimitero. La raccolsero e la portarono all’uscita del cimitero e, una volta che Sylvia sembrava in grado di camminare, tornarono al castello. Arrivati al castello, sia Elena che Laura sapevano cosa fare per ridare energia a Sylvia.

 

Elena prese la mano di Sylvia, guardandola con occhi pieni di determinazione e affetto. "Prendi il nostro sangue Sylvia, devi riprendere le forze." disse, la voce ferma ma dolce.

Laura annuì, avvicinandosi. "Non ci sono dubbi, Sylvia. Fai quello che devi fare."

Sylvia, visibilmente grata e commossa, accettò. Si avvicinò prima a Elena, le labbra morbide che sfioravano la pelle del collo. Elena sentì il morso delicato, una sensazione di calore e un lieve dolore che si trasformava rapidamente in piacere. Poi fu il turno di Laura. Sylvia si avvicinò con la stessa delicatezza, le labbra sfiorarono la pelle di Laura con una dolcezza che la fece tremare. Laura chiuse gli occhi, sentendo il morso e il flusso del suo sangue. La sensazione di svuotamento era mescolata a una dolce estasi, una connessione profonda e indissolubile.

Rimasero in silenzio per un momento, osservando Sylvia seduta su una poltrona, le guance leggermente arrossate e gli occhi colmi di gratitudine. Poi, con voce calma e dolce, Sylvia iniziò a raccontare ciò che aveva vissuto e sentito.

Sylvia, decisamente rinvigorita, mantenne la sua fisionomia di vampira. Elena e Laura, ancora un po' stordite ma felici, sentivano il calore del morso di Sylvia che, sebbene avesse portato via un po' del loro sangue, le aveva trasportate in una dimensione di piacere quasi paradisiaco. Ora, però, dovevano concentrarsi su ciò che Sylvia aveva da dire. Le sue parole furono sconvolgenti.

Il Riconoscimento di Matthew, il Guaritore

"Matthew è disposto a perdonare," iniziò Sylvia, la voce ferma e grave, "ma vuole vedere il coraggio nei paesani, quel coraggio che mancò quando fu condannato al rogo. Vuole che il più anziano di ogni famiglia si presenti davanti a lui, portando con sé il più giovane. Non tutte le famiglie insieme, ma distanziate di un'ora l'una dall'altra. Quando si troveranno davanti alla sua tomba, dovranno inginocchiarsi e riconoscerlo come guaritore. Non vuole scuse, vuole solo vedere che le famiglie sono cambiate nel tempo."

Era un desiderio onorevole, ma la difficoltà di convincere le famiglie era evidente. Discussero a lungo su come procedere. La decisione di parlare prima con il prete sembrava la più sensata. Forse la sua presenza avrebbe aiutato a convincere le famiglie.

"Il prete può aiutarci," disse Elena, guardando Sylvia. "Forse la sua autorità morale può fare la differenza."

"Potresti ipnotizzarli," suggerì Elena a Sylvia, la voce piena di speranza.

Sylvia scosse la testa con decisione. "Potrei, ma non lo farò. Non ho intenzione di ingannare Matthew. Ciò che chiede è giusto."

 

Le tre donne decisero di andare dal prete per raccontargli la storia e cercare il suo aiuto. Convincere il prete che Sylvia poteva parlare con i morti si rivelò più difficile del previsto.

"Sylvia, capisci che questa storia è incredibile?" disse il prete, scettico. "Parlare con i morti, convincere le famiglie... Non posso semplicemente prendere tutto questo per vero."

Sylvia sorrise con calma, la sua presenza serena e potente. "Padre, so che è difficile da credere. Ma qui, in questa chiesa, c'è lo spettro di tuo fratello. Un'energia semplice, non in grado di impensierirmi. Permettimi di parlare con lui e ti dimostrerò la verità."

Il prete sembrava titubante, ma fece un cenno di assenso. Sylvia chiuse gli occhi, concentrandosi, e dopo un momento, iniziò a parlare in un tono che sembrava provenire da un'altra dimensione. "Io non conosco il tuo nome ma so che sei qui con noi. Raccontaci qualcosa che solo tu e tuo fratello conoscete."

Laura osservava con stupore, mentre Elena manteneva uno sguardo vigile su Sylvia. Lentamente, la voce di Sylvia cambiò, diventando più profonda, quasi maschile. "Il mio nome è Nicolas, ciao Peter, ricordi la notte in cui ci siamo persi nel bosco? Solo noi due. E il canto degli uccelli che ci ha guidato verso casa?"

Peter, il prete, si irrigidì, incredulo. "Nessuno conosce quella storia. Nessuno tranne me e mio fratello Nicolas. È tutto vero."

Sylvia aprì gli occhi, fissando il prete con uno sguardo deciso. "Credi ora?"

Il prete annuì, commosso. "Sì, credo. Andiamo a parlare con le famiglie."

 

Nella prima famiglia il più anziano era un uomo di 75 anni e il più giovane era un ragazzo di 13. Quando le tre si presentarono alla loro porta, il vecchio li accolse con un sorriso stanco. "Ho sentito parlare di voi," disse. "Cosa volete?"

Sylvia spiegò la situazione con calma e chiarezza. "Matthew vuole vedere il coraggio che mancò tanto tempo fa. Vuole che tu e tuo nipote andiate alla sua tomba, vi inginocchiate e lo riconosciate come guaritore. Solo così potrà trovare la pace."

L'uomo sembrava pensieroso. Guardò suo nipote, poi tornò a Sylvia. "È una richiesta difficile. Ma se questo può porre fine alla maledizione, lo faremo."

La seconda famiglia era più complicata. La più anziana era una donna di 80 anni e il più giovane era un bambino di appena 6 mesi. Il prete parlò a lungo con la donna e i genitori del bambino, spiegando loro l'importanza del gesto. "Non chiedo questo per me," disse il prete. "Ma per il bene della tua famiglia. Per la pace di Matthew."

La donna anziana dopo aver ricevuto l’assenso da parte dei genitori del bambino, suo figlio e sua nuora, accarezzò la testa del bambino, poi annuì lentamente. "Se questo è ciò che deve essere fatto, lo faremo."

La terza famiglia era composta da due ragazzi appena sposati, lui di 30 anni e lei di 25. Quando Sylvia spiegò la situazione, la giovane coppia sembrava spaventata. "È pericoloso," disse la giovane donna, stringendo la mano del marito.

"Lo so," rispose Sylvia. "Ma è l'unico modo per porre fine alla maledizione. Voi due avete la forza di fare questo sacrificio."

Dopo un lungo silenzio, il marito annuì. "Lo faremo."

 

Il Perdono di Matthew

L'appuntamento era fissato davanti al cancello del cimitero. Le sei persone appartenenti alle tre famiglie arrivarono quasi contemporaneamente. Sylvia, Elena, Laura e Padre Peter erano già lì, pronti ad affrontare il compito che li attendeva. Laura prese in braccio il bambino di sei mesi, sollevando il peso dalle braccia stanche dell'anziana signora visibilmente affaticata, la quale trovò un momento di riposo.

Si avvicinarono alla tomba di Matthew, fermandosi a una ventina di metri di distanza. Sylvia si girò verso la prima famiglia e li invitò ad avvicinarsi. L'uomo di 75 anni e suo nipote di 13 anni si fecero avanti, i loro passi pesanti e incerti.

"Ricordate," disse Sylvia con voce calma ma ferma, "dovete inginocchiarvi davanti alla tomba e riconoscerlo come guaritore."

L'uomo anziano annuì, stringendo la mano del nipote. Si avvicinarono alla tomba e si inginocchiarono. "Matthew, ti riconosciamo come guaritore," disse l'uomo con voce tremante.

Sylvia e Laura osservavano attentamente. Lentamente, il volto di Matthew, che solo loro potevano vedere, cominciò a cambiare. Le cicatrici delle ustioni iniziarono a svanire, rivelando il viso gentile del medico e guaritore che era stato.

"Sta funzionando," sussurrò Laura, occhi spalancati per la meraviglia.

Successivamente, fu il turno della donna di 80 anni e del bambino di sei mesi. La donna, con il bimbo in braccio, si avvicinò alla tomba e si inginocchiò con difficoltà. "Matthew, ti riconosciamo come guaritore," disse, con la voce carica di emozione.

Il miracolo continuava. Le ustioni sul volto di Matthew si dissolsero ulteriormente, il suo aspetto diventava sempre più sereno e umano. Un'energia positiva cominciava a irradiarsi intorno a loro.

Infine, i due ragazzi appena sposati si avvicinarono. Con mani tremanti, si inginocchiarono e ripeterono le parole. "Matthew, ti riconosciamo come guaritore."

Ora, il volto di Matthew era completamente trasformato. Non c'era più traccia delle ustioni, solo il viso gentile di un giovane medico e guaritore, la sua bontà d'animo finalmente visibile. Non c'era più alcuna energia negativa intorno a loro, solo pace e serenità.

I due ragazzi si alzarono e si allontanarono, lasciando Sylvia, Elena e Laura davanti alla tomba. Sylvia, con un sorriso di sollievo, si avvicinò.

"Matthew," disse con dolcezza, "la tua missione è compiuta. Sei finalmente libero."

Matthew, il suo volto ora rilassato e felice, sorrise a Sylvia. La sua figura trasparente brillava di una luce serena e calda.

"Grazie," disse Matthew, la sua voce era un sussurro che riempì l'aria. Poi, lentamente, iniziò a dissolversi, il suo sorriso rimase l'ultima cosa visibile prima di scomparire completamente.

Sylvia, con gli occhi lucidi, si voltò verso Elena e Laura. "È finita," disse con un sorriso di trionfo e di sollievo.

Elena abbracciò Sylvia, mentre Laura osservava la scena con occhi colmi di emozione. "È stato... incredibile," disse Laura, ancora stupita da ciò che avevano appena vissuto.

"Sì," concordò Sylvia, "è stato un miracolo."

12a - Il Destino tra le Ombre del Castello.jpg

L’Ultima Notte al Castello di Eilean Donan

Quando tornarono al castello, l'atmosfera era carica di un'elettricità palpabile. Laura, che aveva appena scoperto un mondo nuovo e affascinante, si sentiva irresistibilmente attratta da Sylvia ed Elena. Desiderava ardentemente esplorare ogni aspetto di quella realtà, e la sua mente era inondata da pensieri audaci e desideri inespressi.

La notte proseguì in un vortice di passione e tenerezza, i loro corpi intrecciati in un balletto di piacere e amore. Ogni tocco, ogni bacio, era un atto di adorazione, un'esplorazione profonda dei loro desideri più nascosti.

11a - L’Agente Laura McKinley.jpeg
13b - L’Irrevocabile Sentenza del Destino.png
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