
Oltre l'Illusione
Cap. 10: Quadrante 5: MOeL - Oscurità e Luce

Averys
Sylvia, Amara e Milhen si fermarono ad Averys, la prima tappa del loro viaggio, parcheggiarono le moto distanti l'una dall'altra, con Milhen sempre sotto la protezione e il controllo di Amara e Sylvia. Milhen iniziò a girare per il paese, attirando subito gli sguardi curiosi e ammirati dei passanti. Il sole splendeva e Milhen era davvero bellissima e provocante.
Mentre camminava, sentiva gli occhi su di lei, ma era sicura e consapevole del suo ruolo. Sapeva che la sua missione era importante, e anche se sembrava solo una passeggiata, era una parte cruciale del loro piano.
Amara e Sylvia la seguivano a distanza, pronte a intervenire se necessario. Osservavano attentamente ogni movimento, ogni sguardo sospetto, ogni possibile minaccia. La protezione di Milhen era la loro priorità assoluta.
In un piccolo bar, Milhen si fermò per prendere qualcosa da bere. Il barista la accolse con un sorriso e lei rispose con un sorriso affascinante. Non si era mai sentita così al centro dell'attenzione, ma allo stesso tempo, così sicura di sé.
Sylvia e Amara si appostarono poco distanti, tenendo d'occhio l'intera scena. "Tutto tranquillo per ora," mormorò Amara attraverso l'intercom.
"Perfetto," rispose Sylvia. "Continuiamo così. Milhen sta facendo un ottimo lavoro."
Milhen finì la sua bevanda e si diresse verso il mercato di Averys , dove il via vai di persone era continuo. La sua presenza non passava inosservata, e questo era esattamente ciò che volevano. Doveva essere un diversivo, qualcosa che attirasse l'attenzione mentre Amara e Sylvia sorvegliavano nell'ombra.
Le ore passarono veloci. Milhen continuava a camminare per il paese, interagendo con la gente, mantenendo alta l'attenzione su di sé. Amara e Sylvia non si allontanarono mai, pronte a intervenire al minimo segnale di pericolo.
Alla fine della giornata, si ritrovarono tutte e tre in un punto concordato. "Hai fatto un ottimo lavoro, Milhen," disse Amara.
"Sì, davvero," aggiunse Sylvia. "Hai attirato tutti gli sguardi su di te. Ora possiamo proseguire con il nostro piano."
Milhen sorrise, felice di essere stata utile.
Simulacra: la Terra Virtuale ai Confini dei Quadranti
Le tre sapevano di dover raggiungere Simulacra, era un luogo strano, situato proprio al confine tra il Quadrante 4: Illusione e il Quadrante 5: MOel. Questa zona, una sorta di terra di nessuno, subiva le influenze di entrambi i quadranti. Sembrava una città storica del Quadrante 1, ma era mutevole. Un tempo, i manipolatori avevano usato quest'area per testare strutture, creando simulazioni simili al mondo cardine. Vi si trovavano edifici come il Poco-Corretto e la Piccola Cattedrale, con automi che imitavano gli abitanti del mondo cardine, convinti di essere le persone che rappresentavano.
Col tempo, l'influenza del Quadrante Illusione rese impossibile per i manipolatori sfruttare la zona a lungo per le simulazioni. Così, rimase una terra di passaggio con portali monodimensionali per il Quadrante 1 e il Quadrante 5, ma senza uscite per il Quadrante 4. Durante una pausa, un suono proveniente da un cassettino della moto di Amara e Sylvia attirò la loro attenzione. Era un telefono, messo lì da Livia. Amara rispose e dall'altra parte c'era un membro del comitato di Land's End.
Le istruzioni erano chiare: avrebbero ricevuto ordini solo attraverso quel telefono. La prossima tappa era il Poco-Corretto del Quadrante 5, a Simulacra, la terra di nessuno. Dovevano prendere tavoli separati e aspettare ulteriori istruzioni. Era essenziale non lasciarsi ingannare dai personaggi che potevano sembrare veri, ma erano solo automi, alcuni controllati, altri no. Nonostante ciò, c'era sempre la possibilità di incontrare demoni, frangitori o agenti di Cronos, entità digitali senza anima che potevano assumere qualunque aspetto. Questi agenti non potevano essere uccisi, ma solo cancellati da Kalki e Aisha, che avevano il dono per farlo.
Il Poco-Corretto e le Istruzioni di Land’s End
Le tre eseguirono gli ordini. Parcheggiarono le moto e presero tavoli distanti l'uno dall'altro. Amara e Sylvia, con il telefono collegato a Land's End, attesero istruzioni. L'atmosfera era carica di tensione. Amara e Sylvia tenevano d'occhio Milhen, che nel frattempo aveva assunto il suo ruolo di diversivo, attraendo sguardi e distrazioni, mentre loro osservavano attentamente ogni movimento sospetto.
Sylvia, seduta in un angolo, osservava la scena cercando di individuare eventuali minacce. Ogni tanto, scambiava un’occhiata con Amara, seduta dall'altra parte del locale. Milhen, al centro dell’attenzione, recitava la sua parte alla perfezione, mantenendo alta la vigilanza senza mai sembrare nervosa.
Nel frattempo, il telefono squillò di nuovo. Amara rispose velocemente. La voce dall'altro capo era di nuovo quella del comitato di Land's End. "State attente," disse. "La situazione potrebbe cambiare rapidamente. Restate pronte a muovervi. Presto riceverete ulteriori istruzioni."
La chiamata si interruppe. Amara fece un cenno a Sylvia, segnalando che avevano ricevuto un aggiornamento. Restarono in attesa, osservando attentamente ogni dettaglio, pronte a qualsiasi evenienza. La missione era appena iniziata, e il cammino davanti a loro era ancora pieno di incertezze e pericoli.
Amara e Sylvia si sistemarono al loro tavolo, con il telefono nel taschino del giubbotto di Amara, collegato a delle cuffiette che permettevano loro di ascoltare e parlare insieme. Milhen, intanto, si trovava a un tavolo distante, ben visibile ma apparentemente sola. La tensione era palpabile, e l'aria nel Poco-Corretto sembrava vibrare di attesa.
Il telefono squillò e Amara rispose velocemente. La voce dall'altra parte era calma, ma la gravità del messaggio era evidente. "Questa linea è completamente criptata, impossibile da intercettare. Qualsiasi richiesta di password o altra verifica sarà totalmente inutile. Solo la mia voce può attivare questa comunicazione, e dall'altra parte solo voi, Amara e Sylvia, potete rispondere."
Amara fece un cenno a Sylvia, indicando che stavano ascoltando insieme. "Capito," rispose Amara. "Quali sono le istruzioni?"
La Verità sulla Missione
"La vostra missione è estremamente importante e complessa," continuò la voce. "Livia non sa tutta la verità. Vi ha detto che dovete accompagnare Milhen a Land's End, ma c'è molto di più. Milhen porta nella sua mente informazioni vitali sui varchi creati dai demoni per accedere al Quadrante 4. Le mappe, i passaggi segreti, tutta la documentazione è nella sua testa. La Resistenza crede che i servi dei manipolatori siano già sulle sue tracce per rapirla e recuperare queste informazioni. I demoni non sanno che i programmi sono stati cancellati, quindi tenteranno di condizionarla o rapirla comunque."
Sylvia si mosse leggermente sulla sedia, ascoltando attentamente. "Quindi il nostro compito è...?"
"Dovete proteggere Milhen e, quando sarà il momento, mettere Sylvia in contatto con il frangitore incaricato di manipolare Milhen. Dovrete leggere nella mente del frangitore per scoprire l'esatta posizione del varco e distruggerlo. I frangitori sono umani, esperti in manipolazioni mentali. Sono spietati, ma vulnerabili all'ipnosi di due vampire. Il lavoro sarà difficile e pericoloso."
Amara annuì, trasmettendo le informazioni a Sylvia con un'occhiata. "Capito. Siamo pronte."
"Ricordate, il telefono riceverà altre istruzioni se necessario. Non fatevi scoprire. Proteggete Milhen a tutti i costi. Buona fortuna."
La comunicazione si interruppe e Amara ripose il telefono nel taschino. Sylvia, mantenendo un aspetto rilassato, osservò Milhen. Una cameriera si avvicinò al tavolo di Milhen per prendere l'ordinazione, mentre Amara e Sylvia continuavano a fare finta di parlare tra loro, mantenendo sempre un occhio vigile sulla situazione.
"Che ne pensi?" chiese Sylvia sottovoce, sorridendo come se stessero chiacchierando amichevolmente.
"È complicato, ma possiamo farcela," rispose Amara. "Milhen è la chiave e non possiamo permettere che cada nelle mani sbagliate."
Sylvia annuì. "E dobbiamo scoprire dove si trova quel varco. Distruggerlo è la nostra priorità."
Continuarono a parlare a bassa voce, mantenendo l'apparenza di una conversazione normale mentre scrutavano attentamente l'ambiente circostante, pronti a intervenire al minimo segnale di pericolo.
Sylvia tentò un riassunto delle istruzioni ricevute, cercando di chiarire tutti i punti salienti. "Quindi, se ho capito bene, i manipolatori non sanno che Milhen non ha più né le informazioni né le mappe, e tantomeno i loro programmi. Non sapendolo, tenteranno comunque di estrarli in qualche modo. Noi dobbiamo agire solo quando siamo certe che il personaggio che ha davanti è il frangitore incaricato di mettere insieme i pezzi, perché sarà anche quello che avrà le informazioni sui varchi di accesso al Q4 lato Q5... Giusto?"
Amara annuì. "Giusto."
"Quindi, dobbiamo improvvisare. Se vedessimo, ad esempio, che qualcuno la rapisce, dovremmo lasciar fare e seguirli fino al momento in cui sarò in contatto col frangitore. Giusto?"
"Giusto."
"Perfetto, chiamiamo questo frangitore Mister X, o meglio Mister XX, perché potrebbero essere più di uno. Dobbiamo comunicare qualcosa a Milhen?"
Amara scosse la testa. "Secondo me, no. Lei non deve sapere niente. Siamo noi che dobbiamo agire di conseguenza alle loro azioni."
Soddisfatte del piano, ordinarono due torbati scozzesi. La loro natura di vampire permetteva loro di bere senza preoccupazioni. Osservavano attentamente Milhen, che sembrava divertirsi nel suo ruolo di esca inconsapevole.
La cameriera si avvicinò al tavolo di Milhen per prendere l'ordinazione, mentre Sylvia e Amara continuavano a osservare e a parlare tra di loro come se stessero godendosi una serata tranquilla.
"Milhen sembra a suo agio," notò Sylvia, sorseggiando il suo whisky.
"È meglio così," rispose Amara. "Meno sa, meno rischiamo di far saltare la copertura."
"Devi essere pronta a intervenire rapidamente quando sarà il momento," disse Sylvia, più a sé stessa che a Amara.
Amara annuì. "E tu devi essere pronta a leggere nella mente del frangitore. Sarà pericoloso, ma siamo preparate."
Sylvia sorrise leggermente, sorseggiando il suo drink. "Siamo pronte. Faremo tutto il necessario per proteggere Milhen e distruggere quel varco."
La serata proseguì con loro che alternavano conversazioni apparentemente casuali a un'attenta sorveglianza. Ogni tanto, scambiavano occhiate rapide verso Milhen, che continuava a recitare la sua parte senza sospettare nulla. Sapevano che il vero pericolo poteva presentarsi in qualsiasi momento e dovevano essere pronte a reagire senza esitazioni.
Il ristorante cominciava a riempirsi di avventori. Alcuni si avvicinavano a Milhen, attratti dalla sua bellezza e dalla sua solitudine. Sylvia e Amara dovevano resistere alla tentazione di intervenire in questi casi, consapevoli che la maggior parte erano solo pappagalli da bar. Milhen, abituata a cavarsela da sola, riusciva a gestire questi incontri senza problemi.
Amara notò due persone sedute a un tavolo in fondo al locale. Sembravano sospette. Con discrezione, comunicò a Milhen tramite l'intercom di alzarsi, fare un giro, sparire per qualche minuto dalla circolazione ma restare sempre alla loro vista, e poi tornare a sedersi. Volevano osservare le reazioni dei due uomini.
Sylvia, che aveva più esperienza come investigatrice, era consapevole che ogni dettaglio poteva essere significativo. Amara, invece, era nuova a questo ruolo, avendo iniziato da poco come assistente di Sylvia. Tuttavia, la sua intuizione si rivelò preziosa. Mentre Milhen eseguiva la sceneggiata, i due uomini non mostrarono alcun segno di attenzione, continuando a parlare tra loro come se nulla fosse.
Sylvia era ammirata dall'efficienza di Amara. Nonostante la sua inesperienza, aveva dimostrato un'ottima capacità di osservazione e strategia. Dovevano aspettare il momento giusto per agire.
Milhen tornò al suo tavolo, sedendosi con un'aria disinvolta. Gli avventori continuavano a chiacchierare e ridere, ignari della tensione sottile che permeava l'aria.
"Quei due non sembrano interessati a Milhen," commentò Amara.
"Non tutti i nemici sono così ovvi," rispose Sylvia. "
Il tempo passava lentamente, e la serata avanzava. La tensione era palpabile, ma le tre donne erano determinate a portare a termine la loro missione. La loro vigilanza non si allentava, pronte a intervenire al minimo segno di pericolo.
"Ricorda," disse Sylvia con tono fermo, "la nostra forza sta nella pazienza. Non dobbiamo agire impulsivamente. Solo quando siamo sicure."
Amara annuì ancora, sentendosi sempre più sicura nel suo ruolo. "Lo faremo, Sylvia. Proteggeremo Milhen e completeremo la missione."
La serata continuava, con Sylvia e Amara che mantenevano un occhio vigile su Milhen, pronte a intervenire se necessario. La loro determinazione e pazienza sarebbero state fondamentali per affrontare le sfide che si profilavano all'orizzonte.
Amara decise che era il momento di prenotare un albergo. Mandò Sylvia da sola a prenotare due stanze mentre lei continuava a osservare Milhen. Sylvia uscì dal ristorante e si diresse verso un albergo nelle vicinanze. Una volta lì, prenotò due stanze adiacenti e comunicò la cosa ad Amara tramite l'intercom. Amara riferì il piano a Milhen, dicendole di dirigersi verso l'albergo e di entrare nella sua stanza mentre lei e Sylvia la avrebbero seguita a distanza.
Dopo aver completato la prenotazione, Sylvia tornò al ristorante e si unì ad Amara. Milhen, sempre disinvolta, si alzò e lasciò il locale, dirigendosi verso l'albergo. Amara e Sylvia la seguirono a breve distanza, osservando attentamente l'ambiente circostante per eventuali minacce.
Arrivate all'albergo, Milhen entrò nella sua stanza e iniziò a controllare accuratamente la presenza di possibili microfoni o dispositivi di sorveglianza, anche se sapevano che era altamente improbabile che i manipolatori fossero già a conoscenza delle loro intenzioni. Dopo aver verificato che la stanza era sicura, Amara e Sylvia si riunirono a Milhen nella sua stanza.
Il Confronto con Milhen
La tensione era palpabile, ma anche la determinazione delle tre donne era forte.
"Siamo al sicuro qui?" chiese Milhen, ancora un po' nervosa.
"Abbiamo controllato," rispose Sylvia, rassicurante. "Non ci sono dispositivi di sorveglianza. Possiamo parlare liberamente."
Amara annuì. "Milhen, dobbiamo parlarti della vera natura della nostra missione. Non si tratta solo di portarti a Land's End. I demoni e i manipolatori sono sulle tue tracce perché credono che tu abbia ancora informazioni cruciali sui varchi di accesso al Q4 nella tua testa. Ma quelle informazioni sono state cancellate."
Milhen sgranò gli occhi. "Quindi... loro non sanno che non ho più quei dati?"
"Esatto," confermò Sylvia. "Il nostro compito è proteggerti e, allo stesso tempo, cercare di identificare il frangitore che tenterà di recuperare quelle informazioni da te. Una volta individuato, dovremo cercare di ottenere da lui le informazioni sui varchi e distruggerli."
"Capisco," disse Milhen, prendendo un respiro profondo. "E come faremo a identificarlo?"
"Potrebbero esserci più frangitori," rispose Amara. "Il punto è che dovremo osservare attentamente e agire solo quando saremo sicure."
Sylvia aggiunse, "Non ti preoccupare, Milhen. Noi saremo sempre vicine e pronte a intervenire. La tua sicurezza è la nostra priorità."
Milhen annuì, sentendosi un po' più rassicurata dalla determinazione delle sue compagne. "Grazie, ragazze. Mi sento molto più tranquilla sapendo che ci siete voi." Poi con un sorriso ironico chiese: "Quindi, se vedete qualcuno che mi dà una botta in testa, voi non intervenite e lasciate che mi portino via per sapere da chi mi porteranno, ho capito bene?"
Sylvia, ridacchiando, rispose: "Esatto, Milhen. In pratica, ti stiamo usando come esca. Ma non preoccuparti, siamo pronte a intervenire al momento giusto. E comunque, se qualcuno osa toccarti, avrà a che fare con due vampire piuttosto arrabbiate."
Amara aggiunse con un sorriso: "Consideralo un onore. Non è da tutti avere due guardie del corpo pronte a trasformare i nemici in cenere. "
Milhen scosse la testa, ancora sorridendo. "Siete incredibili. Ma grazie, so che posso contare su di voi."
Sylvia annuì. "Assolutamente. E nel frattempo, godiamoci il nostro 'tour' nella terra di nessuno. Chi l'avrebbe detto che avremmo passato la notte in una città di automi?"
Risero tutte insieme, consapevoli della difficoltà della loro missione, ma anche della loro forza e determinazione.
Sylvia e Milhen desideravano tantissimo stare insieme, ma sapevano che quello non era il momento. Tuttavia, questo non le impedì di scambiarsi un bacio. Amara non provava alcuna gelosia: il suo legame con Sylvia era talmente solido che qualunque altro rapporto poteva solo arricchirlo.
Amara era felice per Milhen e Sylvia.
Poi, Amara disse a Sylvia, con un tono serio ma comprensivo: "Guarda che è previsto che una di noi due passi la notte nella stanza di Milhen. Decidi tu chi vuoi che ci stia... ma non nel suo letto. Purtroppo, chi sta di là deve essere pronta a intervenire..."
Sylvia rifletté un momento, poi rispose: "Starò io con Milhen. Sarò vicina nel caso ci fosse bisogno di intervenire rapidamente." Milhen sorrise, felice della decisione, mentre Amara annuiva, sapendo che quella scelta avrebbe reso entrambe contente e che coincideva con le esigenze della missione.
Amara disse: "Perfetto. Sapete che sono qui, in ogni caso. Riposatevi, ma restate all'erta. Abbiamo una lunga strada davanti a noi."
Sylvia e Milhen si scambiarono uno sguardo complice e si prepararono per la notte.
Sylvia ovviamente doveva stare sveglia. Avrebbe dormito il giorno seguente, mentre solo Amara avrebbe seguito Milhen per le 3-4 ore di sonno di Sylvia. Ma in quel momento erano sole in camera e avevano un po' di tempo per loro.
Spogliandosi, Milhen si avvicinò a Sylvia, avvolgendo le braccia intorno al suo collo e appoggiando le labbra sulle sue. Con un sorriso provocante, sussurrò: "Ma davvero, se mi dessero una botta in testa e io svenissi tra le braccia di una bella frangitrice, tu mi lasceresti portare via da lei?"
Sylvia rise, stringendola più forte. "Certo, solo per un po'. Magari ti faccio rapire, così posso avere una scusa per venire a salvarti in modo drammatico. Sai che adoro fare l'eroina."
Milhen rispose con un sorriso malizioso: "Ah, quindi è tutto un piano per metterti in mostra? E io che pensavo fosse per la missione."
Sylvia fece finta di riflettere, poi disse: "Beh, due piccioni con una fava. Salvo te, sconfiggo i cattivi e poi possiamo celebrare in modo adeguato."
Milhen rise e le diede un bacio lungo e appassionato. "Mi sembra un ottimo piano. Ma ricorda, dovrai essere davvero convincente come eroina. Voglio un salvataggio con tutti i crismi."
Sylvia rispose con un tono giocoso: "Non preoccuparti, amore. Farò in modo che sia uno spettacolo indimenticabile."
Dopo qualche altro scambio di battute e baci, Milhen si infilò a letto, consapevole che la notte sarebbe stata lunga. Sylvia si sistemò in un angolo strategico della stanza, con la pistola a portata di mano, pronta a intervenire se necessario.
"Sogni d'oro," sussurrò Sylvia, mantenendo lo sguardo vigile sulla porta.
"E tu non addormentarti," rispose Milhen scherzando, prima di chiudere gli occhi e cercare di riposare.
La mattina dopo, Amara si svegliò e comunicò a Sylvia di dire a Milhen di fare una doccia se voleva, ma comunque di vestirsi e uscire. Lei l'avrebbe seguita, mentre Sylvia poteva venire nella stanza e dormire un po'. Si sarebbero viste quando Sylvia si svegliava, più o meno per pranzo, al Poco Corretto, il locale del giorno precedente, con le stesse modalità.
Sylvia svegliò Milhen con un bacio dolce e sussurrò: "Amara ha ordinato di fare la doccia insieme... sembra un ordine piuttosto piacevole, non credi?"
Milhen sorrise assonnata, ma felice. "Beh, se è un ordine..." rispose scherzando, mentre si alzava e si dirigeva verso il bagno.
La doccia insieme fu un momento di intimità e relax, una pausa rigenerante prima di affrontare un'altra giornata piena di tensione. Ridendo e scherzando sotto l'acqua calda, si presero qualche momento per loro.
Dopo la doccia, mentre si vestivano, Sylvia spiegò il piano a Milhen: "Amara ti seguirà mentre gironzoli per la città. Comunicherà con te tramite l'intercom. Io andrò nella stanza di Amara a dormire un po' e ci vedremo più tardi, per pranzo, al Poco Corretto."
Milhen annuì, pronta a seguire le istruzioni. "Va bene. Starò attenta e terrò gli occhi aperti."
"Perfetto," rispose Sylvia con un sorriso, dandole un ultimo bacio prima di uscire dalla stanza.
Milhen uscì dalla stanza, con l'intercom acceso, pronta a girare per la città con Amara che la seguiva a distanza. Sylvia, nel frattempo, si trasferì nella stanza di Amara per riposare, sapendo che la loro missione richiedeva energie e vigilanza costanti.
Milhen era a conoscenza che in quella città virtuale ci fosse una folta presenza di androidi, ma né lei né le altre due sapevano in quale percentuale. Amara e Sylvia, forti della loro sensibilità di vampire, non avevano difficoltà a riconoscerli. Facendo un'analisi a campione, avevano stimato che un 20% dei presenti non erano androidi. Tuttavia, questi potevano essere qualsiasi cosa, poiché gli agenti erano in grado di assumere qualunque sembianza. Anche loro, come gli androidi, erano senza anima, e Amara poteva distinguerli solo come esseri senz'anima, senza però poter a prima vista distinguere un agente da un androide. Inoltre, potevano esserci anime normali, demoni e anche frangitori.
Ogni tanto, Amara parlava con Milhen tramite l'intercom per assicurarsi che andasse tutto bene, ma non troppo spesso. Avevano curato molto l'aspetto di Milhen, avvantaggiate dalla sua bellezza. Indossava un outfit molto sexy, ma anche utile per ogni evenienza. Gli ordini da Land's End erano di restare in quel lembo di terra virtuale finché fosse necessario, anche fosse per un anno. Erano certi che Milhen fosse nel mirino dei manipolatori.
Amara disse a Milhen di entrare in un bar e prendere un caffè. Un paio di persone le si avvicinarono, dei bulletti da quattro soldi che Milhen allontanò senza problemi. Amara non intervenne. Dopo il caffè, Milhen uscì dal bar e continuò con i suoi giri.
Sylvia, nel frattempo, uscì dall'albergo e comunicò che si stava dirigendo verso il locale Poco Corretto per il pranzo. Amara rispose che sarebbero arrivate. Milhen arrivò per prima e prese da sola un tavolino all'esterno, verso il centro della strada. Dopo un po', arrivarono anche Amara e Sylvia e si sedettero vicino, ma non insieme, in modo da avere una buona visuale su Milhen.
Una cameriera arrivò e prese le ordinazioni prima da Sylvia e Amara, poi si diresse da Milhen. Poco dopo, tornò con le bevande: vino per Amara e Sylvia, birra per Milhen. Le tre donne erano pronte ad affrontare il pranzo, consapevoli che ogni momento poteva essere cruciale per la loro missione.
L’Azione al Poco-Corretto
Amara disse a Sylvia di fare un giro intorno al locale per vedere se ci fosse qualche auto o qualcosa di particolare nelle vicinanze. Sylvia diede un sorso di vino e uscì. Tornò dopo un paio di minuti, il pranzo non era ancora arrivato, e riferì ad Amara di aver visto un'ambulanza parcheggiata in una stradina perpendicolare, invisibile dal Poco Corretto ma predisposta per passare proprio lì vicino.
Non ebbero bisogno di dirsi che un'ambulanza parcheggiata lì non aveva alcun senso. Amara disse: "Prepariamoci". Con l'intercom, Amara comunicò a Milhen di stare attenta perché sarebbe successo qualcosa e di non staccare l'intercom per nessun motivo. Milhen non fece nessun cenno, non ce n'era bisogno. Arrivarono le portate. Prima a Amara e Sylvia, che cominciarono a pranzare con quattro occhi da vampiro puntati su Milhen.
Due giovani ragazze, apparentemente estremamente innocue, si avvicinarono al tavolo di Milhen. Avevano degli opuscoli, sembravano testimoni di qualcosa, di quelli che girano e ti raccontano la loro verità. Amara ordinò a Milhen di farle sedere. Era evidente che la loro missione non era di difensiva ma quantomeno di contrattacco: attirare il nemico per eliminarlo. Ma ancora non potevano essere certe che le due ragazze fossero il nemico.
Milhen, iniziato il suo pranzo, eseguendo gli ordini di Amara, fece accomodare le ragazze e finse interesse per le loro proposte. Amara e Sylvia non persero nemmeno un secondo a osservarle. Poi Amara disse a Milhen di fingere di distrarsi, come per raccogliere qualcosa caduta a terra. Milhen, alla perfezione, fece cadere il pacchetto di sigarette. Mentre si chinava per raccoglierlo, una delle due ragazze mise qualcosa nel bicchiere di Milhen.
Amara e Sylvia si guardarono, non si dissero niente, ma avevano già capito tutto, inclusa l'utilità dell'ambulanza. L'ordine che arrivò a Milhen era di non bere assolutamente, gettare la bevanda non appena possibile e, dopo una decina di minuti, fingere un malore nella maniera più realistica possibile e restare svenuta fino a nuovo ordine. Per nessun motivo avrebbe dovuto aprire gli occhi davanti a nessuno di loro. Se fossero state certe che le ragazze avessero messo solo un sonnifero nel bicchiere e non qualcosa di più pericoloso, glielo avrebbero lasciato bere, ma non potevano correre rischi.
L’Ambulanza e il Rapimento Calcolato di Milhen
"Milhen," disse Amara tramite l'intercom, "getta di nascosto la tua birra. C'è un vaso vicino. Tieni acceso l'intercom per tutto il tempo e fingi di svenire dopo 10 minuti. Resti così fino a nuovo ordine."
Sylvia intanto aveva già preso la moto e l'aveva parcheggiata lì vicino quando aveva visto l'ambulanza. Milhen, seguendo le istruzioni, gettò la birra nel vaso senza farsi notare. Dopo una decina di minuti, iniziò a fingere un malore. Si toccò la testa e disse con voce debole: "Non mi sento bene..."
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo, poi una di loro mandò un segnale con un comunicatore.
Milhen si alzò e si lasciò cadere a terra con una precisione impeccabile. Sylvia corse alla moto, mentre Amara rimase sul posto per osservare l'evolversi della situazione. L'ambulanza arrivò in meno di un minuto. Nel frattempo, una folla si era radunata intorno a Milhen, apparentemente svenuta. Amara approfittò della confusione per dirigersi verso il punto dove Sylvia sarebbe presto arrivata con la moto.
Quattro persone scesero dall'ambulanza. Amara scattò una foto alle due ragazze sospette e inviò le immagini a Land's End tramite la VPN. Poi, continuò a monitorare gli eventi. Due persone sollevarono Milhen su una barella, mentre gli altri due risalirono immediatamente sull'ambulanza. Amara sospettò che quei due fossero i Frangitori, ma da quella distanza non poteva distinguere chi fra i sei avesse un'anima o meno. Tuttavia, percepiva chiaramente la presenza di sangue umano.
L'ambulanza partì con le sirene spiegate, seguita a distanza di sicurezza dalla moto di Sylvia e Amara. Sylvia guidava, mentre Amara comunicava costantemente con Milhen, ancora "svenuta" in ambulanza, per rassicurarla e ricordarle che erano molto vicine.
"Milhen, siamo proprio dietro di te," disse Amara tramite l'intercom. "Ricorda, non fare assolutamente niente. Lascia che pensino di avere il controllo. Se segui il piano, loro se la vedranno brutta, molto brutta. L'ordine di Land's End è chiaro: non dobbiamo lasciare testimoni."
Milhen, pur non potendo rispondere, trovò conforto in quel messaggio. Sapeva che Amara e Sylvia stavano pensando a tutto.
Dopo circa mezz'ora, l'ambulanza si fermò. Non era un ospedale, ma una piccola abitazione isolata. La tensione era palpabile mentre Sylvia e Amara si preparavano a ciò che sarebbe accaduto.
Lo Scontro nella Casa Isolata
Parcheggiarono la moto a una distanza prudente e si avvicinarono a piedi, muovendosi silenziosamente come ombre. Nessuno sospettava della loro presenza. Videro uno degli uomini scendere dall'ambulanza con Milhen tra le braccia. Amara comunicò a Milhen tramite l'intercom, "Sei perfetta. Continua a restare così fino alla fine."
Quando anche gli altri cinque uscirono dal veicolo, Amara e Sylvia li contarono attentamente. In totale, erano sette. Ma per Amara e Sylvia, l'obiettivo principale era individuare il Frangitore che possedeva le informazioni cruciali.
Quando tutto sembrò tranquillo, Amara e Sylvia si guardarono, scambiandosi un sorriso complice. "Beh, siamo vampire, giusto?" disse Amara con un sorriso.
"Sì, giusto," rispose Sylvia restituendole il sorrisetto malizioso.
Si trasformarono in nebbia e si insinuarono nella casa, restando in quella forma eterea. Osservando attentamente, contarono nove persone in tutto: otto uomini e una donna. Scannerizzarono ciascuno di loro, rilevando con sollievo che non c'erano agenti. Gli agenti erano più difficili da gestire, mentre i demoni e i Frangitori erano un'altra storia.
"Tre Frangitori e sei demoni," sussurrò Amara. "Non possiamo ancora agire. Dobbiamo individuare chi ha le informazioni."
Milhen ricevette l'ordine tramite l'intercom: "Riprendi i sensi quando te lo diciamo noi. Appena individui chi ha le informazioni, svieni di nuovo."
Milhen iniziò lentamente a fingere di riprendere i sensi. Due dei demoni la sollevarono, mentre i due Frangitori maschi si posizionarono ai lati. La Frangitrice femmina si mise di fronte a lei. Aveva appena scritto il suo destino.
Sylvia, osservando attentamente, diede l'ordine: "Milhen, svieni."
Milhen si lasciò cadere a terra con grazia, fingendo uno svenimento perfetto. Le vampire agirono. Amara e Sylvia tornarono alla loro forma fisica con una spettacolare apparizione, splendenti e letali.
"Vi concediamo l'oblio." disse Amara, con un sorriso crudele.
"E non ringraziateci." aggiunse Sylvia con una risata glaciale.
Non c'era un'arma che quei nove potessero usare per scalfire le due vampire. Attaccarono con una ferocia elegante, distruggendo i demoni in un batter d'occhio. Milhen, alzandosi, colpì alla testa la Frangitrice femmina, lasciandola priva di sensi. I due Frangitori maschi ebbero l'onore di essere completamente dissanguati dalle uniche vampire ibride esistenti sul metaverso.
"Davvero non sanno mai quando smettere," commentò Amara mentre dissanguava uno dei Frangitori.
"Assolutamente," rispose Sylvia, sorridendo.
Raccolsero la Frangitrice femmina e la portarono fuori dalla casa. Abbracciarono Milhen, congratulandosi con lei per il suo comportamento impeccabile e la prontezza nel mettere fuori combattimento la Frangitrice.
"Sei stata fantastica, Milhen," disse Amara. "Hai fatto la cosa giusta."
"Grazie, davvero," aggiunse Sylvia. "Ora, è il momento di farla pagare alla Frangitrice."
La Prigioniera Frangitrice
Amara contattò la Resistenza per informare sull'ottimo esito della missione e chiedere istruzioni su come comportarsi con la Frangitrice catturata.
"Speriamo che la Resistenza abbia qualche buona idea su cosa fare con lei," disse Sylvia, tenendo d'occhio la prigioniera.
"Qualunque cosa decidano, non avrà una giornata facile," rispose Amara, aspettando la risposta della Resistenza.
Amara comunicando con la Resistenza riferì l'esito della missione. La voce dall'altra parte chiese subito: "Che fine hanno fatto gli altri otto?"
"Non saranno mai in grado di testimoniare," rispose Amara ironicamente. Sylvia rise, apprezzando la battuta della sua compagna.
"Perfetto," rispose il contatto della Resistenza. "Per quanto riguarda la Frangitrice, dovete portarla in una zona sicura. Si trova in questo lembo di terra virtuale, ma è gestita dalla nostra comunità. È un piccolo agglomerato di case vuote, sorvegliato da cinque guardiani appartenenti alla comunità di Land's End. Nessuno può entrare nel villaggio senza autorizzazione, e i sistemi di controllo sono praticamente perfetti, copiati dal Q4. Vi manderemo la mappa tramite la VPN. Seguite le coordinate."
La mappa arrivò in pochi secondi. "Sylvia, tu guiderai l'ambulanza," disse Amara. "Io starò avanti con la moto e ti guiderò al posto. Milhen, tu resti all'interno dell'ambulanza e decidi se legare la Frangitrice e coprirle gli occhi o mantenerla incosciente. Non devi incontrare i suoi occhi."
"Farò entrambe le cose," rispose Milhen determinata.
Si misero in marcia. Amara guidava la moto con il navigatore attivato, seguita da Sylvia che conduceva l'ambulanza. Milhen, all'interno, aveva bendato la Frangitrice e la teneva incosciente per sicurezza.