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Oltre l'Illusione

Cap. 4: Krystallia

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Arrivo a Krystallia

Arrivarono a Krystallia nel tardo pomeriggio. Il paesaggio era intriso di surrealismo, diverso da qualsiasi altro posto visto finora, ma ugualmente affascinante. Parcheggiarono la moto e Amara andò a cercare una stanza per due notti; avevano bisogno di tempo per studiare e comprendere ancora tante cose non lette.

Amara disse: "Facciamo un giro per le strade di Krystallia e magari parliamo con qualcuno. Anche qui le anime sono molto particolari, ma come in tutto il Quadrante 4, non c'è traccia di malvagità."

Sylvia annuì, e insieme iniziarono a camminare lungo le strade di Krystallia. Le architetture e i paesaggi sembravano usciti direttamente da un sogno. Ogni angolo nascondeva una sorpresa: un'opera d'arte vivente, un gioco di luci e ombre che rendeva tutto magico.

Incontrarono diverse persone lungo il percorso, ognuna con una storia da raccontare, ognuna avvolta in un’aura di serenità e saggezza.

Si fermarono davanti a un piccolo caffè, dove i tavoli erano disposti sotto alberi luminosi che proiettavano giochi di luce colorati sulle strade.

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Entrarono nel caffè e si sedettero a un tavolino. Poco dopo, un anziano signore dall’aspetto affascinante si avvicinò e si sedette accanto a loro. Aveva un’aria di mistero che ispirava allo stesso tempo fiducia.

L'anziano signore si avvicinò con un sorriso gentile. "Salve, vi ho viste passeggiare per Krystallia. Non vi ho mai notate prima… siete nuove qui, vero?"
"Sì," rispose Amara, inclinando leggermente la testa. "Siamo appena arrivate e stiamo cercando di saperne di più sulle rose e sulle scintille."

L'uomo annuì lentamente, il suo sorriso si fece più enigmatico. "Ah, le rose e le scintille… antiche conoscenze, cariche di significato. "

Sylvia si sporse leggermente in avanti, il suo sguardo pieno di curiosità. "Ci può aiutare? Dove possiamo trovare queste risposte?"

"Qui a Krystallia," rispose l'uomo, la sua voce quasi un sussurro, "ci sono saggi che custodiscono le storie e i segreti del metaverso. Vi consiglio di visitare il Tempio dei Riflessi. È un luogo antico e pieno di misteri. Se ascolterete con attenzione, troverete molto di più di ciò che cercate."

Le due lo ringraziarono, e mentre finivano il loro caffè, Sylvia si girò verso Amara con uno sguardo complice.

"Il Tempio dei Riflessi… suona affascinante," disse Sylvia, con un sorriso che le illuminava il viso.

Amara si alzò, tendendole la mano. "Andiamo, Sylvia. Questo viaggio non aspetta."

Si scambiarono uno sguardo pieno di aspettative e, con un ultimo cenno di ringraziamento all'anziano, si incamminarono verso la loro nuova meta.

 

Il Tempio dei Riflessi

Il Tempio dei Riflessi era uno spettacolo mozzafiato. Le pareti erano adornate con intricate decorazioni che sembravano danzare alla luce soffusa delle torce. Al centro del tempio si ergeva una maestosa statua di Brahma, circondata da una luce dorata che emanava un’aura di potere e saggezza.

Mentre si avvicinavano alla statua, notarono una serie di nomi incisi sulla base. Erano i nomi delle diciannove primenate, e accanto a ogni nome c'era un ritratto dettagliato.

Amara, con il cuore che batteva forte, osservò attentamente i volti. Poi, con un sussulto, si girò verso Sylvia. "Sylvia, guarda…"

Sylvia si avvicinò e vide i nomi e i volti incisi nella pietra. Tra di essi, c'erano i loro: "Amara" e "Sylva", il vero nome di Sylvia.

Amara aggiunse con un sorriso: "Questa volta… svieni pure."

 

Sylvia sentì un'ondata di emozione travolgerla. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Era tutto vero. Loro erano tra le diciannove primenate, custodi di una missione divina.

Sylvia, con la voce tremante: "Amara, siamo davvero noi... è tutto vero."

Amara abbracciò Sylvia, sentendo la stessa incredulità e meraviglia. Era come se tutto il loro viaggio avesse finalmente trovato un significato. "Ora capisco. Siamo parte di qualcosa di molto più grande di quanto avessimo mai immaginato."

Si sedettero ai piedi della statua, cercando di assorbire tutte le informazioni. La storia che avevano scoperto, il legame con Brahma, e il loro ruolo nel grande disegno del metaverso, tutto aveva finalmente senso.

 

Passarono ore a studiare le iscrizioni, le raffigurazioni e i testi antichi conservati nel tempio. Ogni nuovo dettaglio che scoprivano rafforzava il loro senso di missione e determinazione.

Amara si fermò di colpo, indicando un punto preciso. "Sylvia, guarda qui! Sono loro… Kalki e Aisha!"

Sylvia si avvicinò, trattenendo il respiro. Davanti a lei, i volti familiari delle due scintille, la terza e la quarta nate, apparivano scolpiti nella pietra, ma emanavano una luce propria. Una connessione profonda e inspiegabile la pervase, come se quei volti fossero parte di lei da sempre.

Continuarono a esplorare i volti e i nomi scolpiti nella pietra, lasciandosi guidare dalla luce soffusa che sembrava svelare un pezzo alla volta il passato e il destino del metaverso.

Ad un tratto, Amara si fermò, gli occhi spalancati mentre indicava un'incisione. "Sylvia, guarda… Adamas, la prima nata. E accanto a lei… Ishtar. La seconda."

Sylvia si avvicinò rapidamente, osservando le figure luminose che sembravano quasi respirare con le pareti stesse. "Ishtar?" ripeté, incredula. "La scintilla che per duecento anni è stata conosciuta come il peggiore dei demoni?"

Amara annuì lentamente, la sua voce carica di stupore e riverenza. "Sì…  è qui, tra le primenate."

Sylvia osservava il volto nero di Ishtar, una bellezza enigmatica che sembrava racchiudere tanto oscurità quanto redenzione. "Se anche Ishtar," disse con voce profonda, "ha trovato la sua luce e si è redenta… allora c’è speranza per tutti noi."

Amara strinse la mano di Sylvia, condividendo con lei quella consapevolezza travolgente. Mentre i loro sguardi si spostavano su un altro volto, Amara lesse ad alta voce, come se il nome stesso fosse un sussurro del destino. "Alya," disse. "Viene da Salem… la città dei vampiri."

Sylvia disse, con un tono quasi sognante: "Salem… la città della notte. Un luogo nel metaverso oscuro, eppure alleata con Land’s End, la città di luce. Il fascino della notte che abbraccia la luce del sole."

Le parole riecheggiarono tra le pareti del tempio, mentre un’ondata di emozioni le avvolgeva entrambe. Sentivano un legame crescente, come se Alya e la sua città fossero una parte importante del loro destino.

Proseguirono nel loro viaggio tra i nomi incisi, finché uno non le fermò di nuovo. Sylvia si fermò, posando le dita con reverenza sull’incisione. "Soleh," disse, la sua voce un sussurro pieno di meraviglia. "La custode della fiamma. Vive nella città sepolta dal mare… una bolla di Emphatia."

Amara si avvicinò, i suoi occhi che brillavano di ammirazione. "Soleh," ripeté, come per imprimere il nome nella mente. "Con la sua fiamma, rappresenta la nostra speranza. La città sepolta dal mare… sembra un luogo intriso di magia, un simbolo di resurrezione e rinnovamento."

 

Sentivano un’ondata di emozione crescere dentro di loro. Ogni scoperta rafforzava la loro consapevolezza del loro ruolo divino e della missione che le attendeva.

Sylvia, con un sorriso radioso, disse: "Amara, siamo parte di qualcosa di così grande, così bello."

Amara, con gli occhi che brillavano di gioia e determinazione, rispose: "Siamo scintille, figlie di Brahma."

Elior, il Custode del Tempio

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Amara e Sylvia lasciarono il Tempio dei Riflessi e, appena rientrate nel centro di Krystallia, si trovarono di nuovo davanti all’anziano che le aveva indirizzate al tempio.

"Sylvia, guarda chi c’è," disse Amara con un tocco di sorpresa e contentezza nella voce. "Eccolo, il nostro amico che ci ha indicato il Tempio dei Riflessi."

Sylvia annuì, i suoi occhi brillavano di curiosità. "Sì, sembra proprio lui."

Si avvicinarono all’anziano, che le osservava con un misto di affetto e orgoglio. "Salve," iniziò Sylvia, "grazie ancora per averci indicato il Tempio dei Riflessi. È stato... sorprendente."

L’anziano signore sorrise con un’espressione serena. "Sapevo che avreste apprezzato. Quel tempio ha un significato profondo per noi tutti qui a Krystallia."

Amara, curiosa, chiese: "Ma lei ci conosceva già? Intendo, i nostri volti... erano lì, dipinti. Come è possibile?"

L’anziano annuì con comprensione. "Sono il custode di molte storie. Il mio nome è Elior, e sì, tutti a Krystallia vi conoscono, Amara e Sylva. Chi ha disegnato i volti e scritto i nomi nel tempio era una Scintilla che possedeva la sua rosa. Ha voluto assicurarsi che nessuna di voi fosse dimenticata, che la vostra eredità e il vostro destino fossero ricordati da tutti."

Sylvia guardò Amara con stupore. "Amara, hai sentito? Siamo conosciute qui... è incredibile."

Amara, affascinata, tornò a rivolgersi a Elior. "Quindi, tutti gli abitanti di Krystallia sanno di noi?"

Elior annuì nuovamente. "Esatto. Ogni anno, almeno una volta, tutti noi andiamo al tempio per ricordare e onorare le Scintille. È un rituale di memoria e speranza. Le vostre storie, i vostri volti, sono parte integrante della nostra cultura."

Sylvia sospirò, sentendosi improvvisamente sopraffatta dall'emozione. "È un onore incredibile... non sappiamo come ringraziarvi."

Elior sorrise ancora una volta, ma con un’espressione più seria. "Il vostro compito è molto più grande di un semplice ringraziamento. Ricordate sempre chi siete e quale è la vostra missione. La vostra presenza qui, i vostri nomi, non sono solo memorie, ma un faro per le Scintille che ancora devono risvegliarsi."

Dopo aver salutato Elior, Amara e Sylvia si allontanarono, immerse nei loro pensieri. Mentre camminavano, Amara sussurrò: "Sylvia, questo posto... è così pieno di storia e significato. Sentirci parte di tutto questo è quasi travolgente."

Sylvia annuì, guardando il cielo sopra di loro. "Lo so, Amara. È come se tutto avesse finalmente un senso."

Le due amiche continuarono a esplorare Krystallia, con il cuore colmo di nuove consapevolezze e una determinazione rinnovata.

Mentre si allontanavano dal centro, Amara rivolse uno sguardo serio a Sylvia. "Hai notato come Elior ti abbia chiamata col tuo vero nome, Sylva? È un nome che nemmeno io conoscevo."

Sylvia sorrise. "Sì, l'ho notato. È strano sentirlo di nuovo, ma anche confortante in un certo senso. Preferisco comunque farmi chiamarmi Sylvia, almeno per ora."

Amara annuì comprensiva. "Capisco. È importante sentirsi a proprio agio con il proprio nome. Non c'è nulla di male in questo."

Continuarono a camminare, godendosi l’atmosfera surreale e affascinante di Krystallia. Dopo un po', decisero di fermarsi per cena. Entrarono in una locanda accogliente, dove il locandiere le accolse con un sorriso caloroso.

"Benvenute! Amara e Sylva, giusto?" disse l'uomo, facendo trasalire le due ragazze.

"Sì, esatto," rispose Amara, sorpresa. "Come fa a conoscerci?"

Il locandiere sorrise enigmaticamente. "In questa città, conosciamo le storie delle Scintille. È un onore avervi qui. Prego, accomodatevi."

Durante la cena, Amara e Sylvia discussero delle emozioni e delle scoperte della giornata. Il cibo era delizioso e l'atmosfera nella locanda era calda e accogliente, contribuendo a farle sentire ancora più connesse a quel luogo.

 

La Notte a Krystallia

Dopo cena, tornarono nella loro stanza. Appena chiusa la porta, Sylvia iniziò a girare per la stanza indossando solo le sue mini mutandine bianche, spudoratamente provocante.

Amara si sedette sul letto con un libro, cercando di concentrarsi sulla lettura. Ma le continue distrazioni di Sylvia erano irresistibili. "Sylvia, sai che dovremmo studiare," disse Amara, cercando di non ridere.

Sylvia fece una smorfia, posando con malizia. "Ma è così divertente distrarti, Amara. E poi, non preferisci guardarmi piuttosto che leggere quel libro noioso?"

Amara alzò gli occhi dal libro, osservando Sylvia con un misto di esasperazione e divertimento. "Sei impossibile, lo sai?"

Sylvia si avvicinò, sedendosi sul letto accanto a lei. "Lo so, ma ammettilo, ti piace."

Amara sorrise, chiudendo il libro. "Sì, mi piace. Le tue distrazioni sono una fonte di vita e illuminazione per me."

Sylvia si avvicinò ancora di più, avvolgendo le braccia intorno a Amara. "Allora lascia perdere il libro per stasera e goditi la mia compagnia."

Amara non poté fare a meno di arrendersi. La abbracciò, lasciando che la connessione tra loro diventasse il centro della loro attenzione. Per quella notte, le rivelazioni e i misteri potevano aspettare.

Amara si concentrò sulle mutandine di Sylvia, lasciando che le sue dita ne seguissero il perimetro con delicatezza. Ogni movimento delle sue mani sembrava elettrizzare l'aria intorno a loro. Sylvia, con un sorriso malizioso, emetteva gemiti sommessi e sussurrava parole provocanti nell'orecchio di Amara, accendendo un fuoco tra di loro.

"Sei così brava a toccarmi, Amara," sussurrò Sylvia con voce calda, avvicinandosi ancora di più. Si muoveva lentamente, quasi danzando, per permettere ad Amara di seguire ogni curva del suo corpo. "Mi fai impazzire ogni volta."

Amara sentiva la vampira emergere dentro di sé, gli occhi iniziavano a brillare di una luce rossa intensa. "Sylvia, tu mi fai diventare pazza," rispose Amara con voce rauca, sentendo i suoi canini allungarsi.

Sylvia lo adorava. Continuava a muoversi in modo seducente, facendo oscillare i fianchi e lasciando che le mani di Amara si muovessero liberamente. "Mostrami la tua vera natura," sussurrò, avvicinando il collo alle labbra di Amara. "Voglio sentirti."

Amara non riusciva più a resistere. Le dita seguivano il contorno delle mutandine di Sylvia con più fervore, mentre il suo respiro si faceva sempre più rapido. "Sylvia, sei irresistibile," mormorò, avvicinandosi al collo esposto di Sylvia.

Sylvia sospirava di piacere, la sua eccitazione crescente. "Fallo, Amara. Sono tua."

Amara affondò i denti nel collo di Sylvia, sentendo il calore del sangue scorrere tra le sue labbra. Sylvia gemette, abbandonandosi completamente al piacere del momento. La connessione tra loro era intensa, quasi mistica. Sylvia si lasciava andare completamente, godendo di ogni istante, di ogni tocco, di ogni morso. Sentì un'ondata di piacere attraversarla prima di svenire tra le braccia di Amara.

Amara continuò a bere, mentre le sue mani percorrevano ogni centimetro della pelle di Sylvia, intensificando l'intimità tra loro. Per Amara, questo era un momento sacro, un rito che andava oltre il semplice nutrimento. Era una celebrazione della loro unione, un legame indissolubile che li rendeva più forti insieme.

Quando finalmente si staccò, Amara guardò Sylvia con occhi ancora scintillanti. "Sei incredibile, Sylvia," disse, accarezzandole il viso con dolcezza.

Sylvia ovviamente non rispose, Amara la portò a letto, adagiandola con cura. Si sdraiò accanto a lei, stringendola con affetto. Ogni dettaglio di quel momento era impresso nella sua mente, un ricordo che avrebbe custodito gelosamente.

Quella notte, non c'era bisogno di parole, solo del silenzio confortante del loro amore e della loro connessione profonda. Amara osservò Sylvia mentre dormiva, sentendo una profonda gratitudine per averla accanto.

Amara fece in modo di sdraiare Sylvia con delicatezza, mantenendo la testa dell'amata tra le sue braccia. La guardava intensamente, senza mai distogliere lo sguardo, come se ogni secondo fosse prezioso. Le sue mani scivolavano dolcemente sul corpo di Sylvia, accarezzandola ovunque, trasmettendo tutto l'amore e la protezione che provava.

Ogni tocco era carico di affetto, le dita di Amara seguivano i contorni del viso di Sylvia, sfioravano le sue braccia, il suo ventre, le sue gambe. Era come se volesse imprimere nella memoria ogni dettaglio, ogni sensazione, come se quelle carezze fossero un modo per mantenere viva la loro connessione.

Per tutta la mezz'ora in cui Sylvia rimase incosciente, Amara non smise di vegliare su di lei. I suoi occhi erano pieni di tenerezza, e il suo cuore batteva forte, colmo di emozioni contrastanti: amore, protezione, ma anche una profonda consapevolezza della fragilità della vita e della forza del loro legame.

"Ti amo, Sylvia," mormorò Amara a bassa voce, quasi per rassicurare se stessa. "Sei tutto per me."

Quando Sylvia iniziò a mostrare segni di ripresa, Amara intensificò le sue carezze, desiderosa di farle sentire che non era mai stata sola. "Bentornata, amore mio," sussurrò con un sorriso affettuoso, guardando negli occhi di Sylvia mentre si aprivano lentamente. "Ti ho tenuto tra le mie braccia per tutto il tempo."

Sylvia, ancora un po' stordita, sorrise debolmente, sentendosi al sicuro tra le braccia di Amara. "Lo so," rispose piano, stringendosi a lei. "Lo so sempre."

Amara decise che la lettura poteva aspettare fino al giorno dopo; ora voleva dedicarsi completamente a Sylvia. La tenne stretta tra le braccia, avvolgendola con il suo calore e la sua protezione. Sylvia sorrideva, abbandonandosi completamente a quel momento, sentendosi al sicuro e amata.

La mattina si alzarono praticamente insieme, e Sylvia, con un sorriso complice, chiese ad Amara di scegliere per lei la biancheria intima da indossare. Sylvia si spogliò, lasciando che Amara ammirasse la sua bellezza. Amara si avvicinò al cassetto, guardò tra i capi e alla fine scelse un delicato reggiseno in pizzo nero e un paio di slip coordinati, altrettanto eleganti e sensuali.

"Che ne dici di questi?" chiese Amara con un sorriso malizioso.

"Sono perfetti," rispose Sylvia, avvicinandosi per darle un bacio, poi andarono insieme, nude, a fare una doccia, lasciando che l'acqua calda scivolasse sui loro corpi, lavando via la stanchezza della notte e riempiendole di nuova energia. Si presero il tempo per coccolarsi, ridere e scambiarsi baci sotto il getto dell'acqua.

Una volta asciugate, Sylvia indossò la lingerie scelta da Amara, sentendosi sensuale e desiderata. Amara la osservava con occhi pieni di ammirazione e desiderio, e Sylvia non poteva fare a meno di sorridere, soddisfatta del riflesso del piacere negli occhi di Amara.

"È un ottimo inizio di giornata," disse Amara, avvicinandosi per stringere Sylvia tra le braccia.

"Anche per me," rispose Sylvia, godendosi quel momento di intimità. "Amo vedere quanto ti piaccio."

"Sei perfetta," sussurrò Amara, baciandola dolcemente.

Si prepararono per affrontare la giornata con nuova determinazione e una connessione ancora più forte tra loro, pronte a scoprire cosa Krystallia avrebbe riservato loro.

Amara, nel poco tempo che era riuscita a leggere un po' il maplet, si era dedicata al libro di Aisha e Kalki e sapendo che anche loro erano passate da Krystallia decisero di provare a seguire le loro tracce.

Ma per prima cosa era necessaria una bella colazione. Scesero in sala da pranzo e si sedettero a un tavolo vicino alla finestra, godendo della vista incantevole della città.

Il locandiere, riconoscendole, si avvicinò sorridendo. "Buongiorno, signore. Cosa posso portarvi per colazione?"

"Buongiorno," rispose Amara con un sorriso. "Ci porti un po' di tutto, abbiamo bisogno di energia per la giornata."

Mentre aspettavano il cibo, decisero di chiedere al locandiere se avesse conosciuto Aisha e Kalki. "Scusi, ma per caso conosceva due ragazze di nome Aisha e Kalki? Sono passate di qui tempo fa."

Il locandiere annuì. "Sì, le ricordo bene. Erano delle ragazze molto particolari, come voi. Si fermarono qui per qualche giorno, fecero molte domande e sembravano molto interessate ai nostri luoghi e alla nostra storia."

"Sa dove possiamo trovare più informazioni su di loro? O se c'è qualcuno che le conosceva bene?" chiese Sylvia.

"Vi consiglio di parlare con l'anziano saggio che vive vicino al Tempio dei Riflessi. Lui sa molte cose, e sono sicuro che potrà aiutarvi."

Dopo una colazione abbondante, Amara e Sylvia decisero di seguire il consiglio del locandiere. Mentre camminavano per le strade di Krystallia, fermarono anche alcune persone di passaggio, chiedendo se avevano conosciuto Aisha e Kalki. Alcuni ricordavano, parlando di loro con rispetto e ammirazione.

Arrivarono infine alla casa dell'anziano saggio, bussando alla porta con trepidazione e scoprendo che l’anziano saggio era Elior. L'uomo aprì, sorridendo quando le vide. "Ah, le nostre due visitatrici straordinarie. Cosa posso fare per voi oggi?"

"Elior," esclamò sorpresa Amara, dopo qualche istante aggiunse, "siamo qui per sapere di più su Aisha e Kalki," ci è stato detto che lei le conosceva bene."

Elior, invitandole a entrare. "Venite, sedetevi. Vi racconterò quello che so."

Amara e Sylvia si sedettero, pronte ad ascoltare e a scoprire di più su queste due figure affascinanti, sperando che le informazioni potessero aiutarle nella loro missione.

Elior spiegò con calma e saggezza ad Amara e Sylvia: "Per Aisha e Kalki, il Quadrante 4 era stato predisposto per una crescita spirituale significativa. Non erano né ibridi né vampiri e, rispetto al livello di spiritualità molto elevato nel Quadrante 4, dovevano trovare un equilibrio per poter proseguire nel loro viaggio."

Amara ascoltava attentamente, mentre Sylvia mostrava una curiosità palpabile. "E cosa facevano qui a Krystallia?" chiese Amara.

"Stettero poco a Krystallia, ma esplorarono molto il Quadrante 4," continuò Elior. "Questo livello spirituale elevato spesso le portava a perdere conoscenza. Questo era necessario all’energia del quadrante per poter entrare negli spazi lasciati dalla loro mente e, poco a poco, ogni volta che succedeva, loro crescevano."

Sylvia, visibilmente sorpresa, chiese: "Vale anche per me?"

Elior sorrise. "Per voi, il Quadrante 4 agisce in modo diverso. La vostra forza di ibridi è tale che non risentite degli stessi effetti. Siete già molto forti. Quando Aisha e Kalki lasciarono Krystallia, tutto lasciava intendere che il loro scopo lo avrebbero raggiunto."

Amara annuì, comprendendo l'importanza del loro viaggio. "Il loro scopo finale era Emphatia, vero?"

"Sì," rispose Elior. "Ma per il momento, il loro scopo era recuperare le rose delle primenate nell'inferno del Quadrante 7. E per affrontare quei demoni, era necessario un livello spirituale altissimo."

Dopo aver ringraziato Elior per le sue preziose informazioni, Amara e Sylvia lasciarono la sua casa con un nuovo senso di determinazione. Mentre camminavano per le strade di Krystallia, Sylvia non poteva fare a meno di riflettere sulle parole di Elior.

"Non avrei mai immaginato che il Quadrante 4 potesse avere un impatto così profondo su Aisha e Kalki," disse Sylvia, mentre si stringeva ad Amara.

"Neanch'io," rispose Amara. "Ma ora sappiamo che il nostro percorso è diverso."

Dopo una giornata intensa, decisero di fermarsi per una cena rilassante. Il locandiere le accolse con un sorriso caloroso. Durante la cena, discussero delle loro scoperte e delle prossime tappe del loro viaggio.

La mattina successiva, Amara scese al ristorante della locanda, desiderosa di saperne di più sul Quadrante 7. Con il suo maplet in mano, si immerse nella lettura delle imprese straordinarie di Aisha e Kalki. Scoprì come, grazie all'uso del misterioso "dono", le due guerriere avevano distrutto centinaia di demoni e agenti, inclusi demoni di alto livello, mettendo a fuoco e fiamme l'inferno stesso. La descrizione di come disintegrarono l'ultimo demone lasciò Amara senza parole.

Amara era affascinata, ma anche confusa. "Chi o cosa sono questi agenti? E cos'è esattamente il dono?" si chiese ad alta voce, mentre continuava a leggere.

Quando Sylvia la raggiunse, Amara condivise con lei le incredibili scoperte. "Non sappiamo cosa siano gli agenti, e nemmeno cosa sia il dono," disse Amara, "ma ho la sensazione che siano elementi importantissimi, forse vitali per noi."

Sylvia annuì, altrettanto curiosa. "Pensi che troveremo qualcosa nel maplet?"

"Spero di sì," rispose Amara. "Altrimenti, sono sicura che Livia ci informerà appena arriveremo a Zanara."

Decisero di discutere delle loro scoperte a pranzo. Mentre si sedevano al tavolo, Sylvia non poteva fare a meno di notare l'intensità negli occhi di Amara.

"Ti preoccupa molto, vero?" chiese Sylvia.

"Sì," ammise Amara. "Il pensiero di affrontare demoni e agenti senza sapere cosa sia il dono mi inquieta. Ma sono anche determinata. Se Aisha e Kalki ci sono riuscite, possiamo farcela anche noi."

Sylvia sorrise, cercando di rassicurare Amara. "Siamo forti, Amara. Siamo state scelte per questo compito. Qualunque cosa sia il dono, lo scopriremo e lo useremo per raggiungere il nostro scopo."

Amara prese la mano di Sylvia e la strinse. "Hai ragione Sylvia."

Durante il pranzo, continuarono a discutere delle sfide che le attendevano, cercando di prepararsi mentalmente per il loro arrivo a Zanara. Sapevano che avrebbero avuto bisogno di tutte le informazioni possibili.

Dopo il pranzo, decisero di fare una passeggiata per Krystallia, sperando di trovare ulteriori indizi o di incontrare qualcuno che potesse raccontare loro di più su Aisha e Kalki. Il quadrante 7 si avvicinava, e con esso le sfide più grandi che avessero mai affrontato.

Riflessioni a Krystallia

Nel pomeriggio assolato di Krystallia, Amara e Sylvia camminavano per le strade della città. Amara, con il suo look da missione – stivaletti neri, jeans attillati, maglietta rosso cremisi e Ray-Ban – e Sylvia, con la sua maglietta che le copriva appena le sue mutandine nere. Entrambe erano eccitate per le rivelazioni scoperte, ma nel contempo consapevoli di aver vissuto una vita fasulla fino a quel momento. Amara, in particolare, rifletteva sulla sua esistenza di 250 anni.

"Amara," iniziò Sylvia, mentre si fermavano davanti a un'affascinante fontana di cristallo, "pensavo a come abbiamo vissuto finora. La nostra vita sembrava così reale, eppure era tutta una farsa. Chiunque stia dietro a tutto questo, ha manipolato ogni aspetto del mondo cardine."

Amara annuì, il volto serio. "Sì, Sylvia. Se esistiamo, se qualcosa esiste, allora anche il mondo cardine esiste. Ma è manipolato da qualcuno o qualcosa che ha interessi superiori. Dobbiamo capire perché, qual è il loro scopo, e come riescono a controllare interi quadranti."

"Ricordi di vite passate," continuò Sylvia, "ogni tanto emergono, soprattutto nei sogni, ma anche in altri momenti. Li abbiamo sempre etichettati come 'strani'. Ma ora capisco che erano indizi, segnali di qualcosa di più grande."

"È vero," concordò Amara. "E nel mondo cardine c'è una resistenza, composta da coloro che rifiutano di obbedire a regole assurde. Non ha colore politico né nazione. Sono quelli che guardano poco la televisione, che vivono meglio senza cellulare, che non capiscono perché bisogna vivere in catene. Quelli che non credono che avere più armi significhi mantenere la pace, e non credono che le guerre possano essere giuste, tranne quelle di liberazione."

Sylvia rifletteva, i suoi occhi brillavano di consapevolezza. "Abbiamo vissuto come cieche, Amara. Mi chiedo quale merito abbiamo per avere un ruolo così importante. Forse dipende da altre vite. Amara, tu hai consumato un solo ciclo vitale negli ultimi 250 anni, ma l'umanità esiste da 200.000 anni. Chissà quante vite hai vissuto."

Amara sorrise amaramente. "Quando avrò la mia rosa, lo saprò. Saprò chi ero e chi sono adesso. Ho letto del programma reset, inventato da diabolici ingegneri demoni. Cancellano la memoria alle anime, sia con la scintilla che senza, ad ogni ciclo vitale. È terribile pensare a quante volte abbiamo perso noi stesse."

Sylvia si avvicinò ad Amara, mettendo una mano sulla sua spalla. "Siamo qui ora, Amara. E siamo forti. Le nostre esperienze ci hanno reso quello che siamo oggi. Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo determinare il nostro futuro."

Amara annuì, toccata dalle parole di Sylvia. "Hai ragione, Sylvia. Dobbiamo andare avanti. Il nostro scopo finale è Emphatia, e per quello il livello spirituale richiesto è altissimo."

Mentre riflettevano su tutto questo, si diressero verso un caffè accogliente per una colazione abbondante. Amara sapeva quanto fosse importante che Sylvia si mantenesse energica, soprattutto considerando quanto fosse più complicato per lei adattarsi all'equilibrio del Quadrante 4.

Sedute al tavolo, continuavano a discutere delle loro scoperte, mentre il profumo del caffè e dei dolci riempiva l'aria. Ogni tanto, Amara lanciava uno sguardo affettuoso a Sylvia, che sorrideva.

"Devo ammettere, Sylvia," disse Amara, "vederti così serena, anche in mezzo a tutto questo caos, mi dà forza."

Sylvia sorrise. "E vederti determinata, Amara, mi ispira."

A pranzo, Amara continuava a leggere sul maplet, collegata all'Emphatia Spore, mentre Sylvia si godeva una torta al cioccolato e un caffè. Amara lesse un passaggio interessante sulle difficoltà che avevano affrontato Kalki e Aisha nel loro ingresso nel Quadrante 4.

"Guarda questo, Sylvia," disse Amara, alzando gli occhi dal maplet. "Kalki e Aisha hanno avuto un'esperienza incredibilmente dura per entrare nel Quadrante 4. I sistemi di protezione non le avevano riconosciute e già alla fine del Quadrante 1 erano ossessionate da incubi che sembravano reali. Non riuscirono a dormire per giorni."

Sylvia smise di mangiare e si avvicinò per leggere anche lei. "Come hanno fatto ad arrivare qui?"

"Grazie a un'intuizione," spiegò Amara. "Hanno capito che potevano passare dal Quadrante 1 al 4 sfruttando una congiunzione della Terra. La parte mobile della Terra, quella che ruota c’è un momento che si congiunge con la parte fissa del Quadrante 1 la quale è collegata al Quadrante 4. Ma una volta entrate nel Q4, si sono perse, hanno perso la moto e sono rimaste giorni senza cibo e acqua in una zona desertica."

"Santo cielo," mormorò Sylvia, affascinata e preoccupata. "Come hanno fatto a sopravvivere?"

"Le hanno salvate all'ultimo momento alcuni amici di Livia, inviati da lei stessa. Ma anche dopo essere state salvate, hanno continuato a subire illusioni e incubi prima di poter finalmente entrare in questo paradiso."

Sylvia sospirò, grata per la loro fortuna. "Per fortuna noi siamo state portate qui da Aurelian. E quando ci rapiva, lo faceva solo per elevare gradualmente il nostro livello spirituale per poter stare qui. E noi pensavamo che volesse il nostro sangue. A pensarci ora, mi sento un po' in colpa."

Amara sorrise, ripensando a quegli episodi. "Sì, meno male che Aurelian ci ha riso su. Ma dobbiamo essere grate per il suo aiuto. Senza di lui, chissà quali incubi avremmo dovuto affrontare."

Sylvia annuì, il volto illuminato da una nuova consapevolezza. "Abbiamo avuto tanta fortuna, Amara. Non dobbiamo mai dimenticare quanto siamo privilegiate."

Amara chiuse il maplet e posò una mano sulla spalla di Sylvia. "Hai ragione. E dobbiamo usare questa fortuna per continuare la nostra missione. Abbiamo tanto da fare e molte verità da scoprire."

Partenza per Auroralis

"Pronte per il prossimo passo?" chiese Amara, alzandosi dal tavolo.

"Sempre," rispose Sylvia con un sorriso luminoso.

Insieme, uscirono dal ristorante della locanda, pronte a continuare la loro avventura e a scoprire le verità nascoste del loro mondo.

Amara e Sylvia si alzarono dal tavolo e tornarono in camera per prepararsi al viaggio verso Auroralis.

"Dai, andiamo in camera a prendere la roba," disse Amara, sorridendo. "E infilati un paio di jeans, non puoi viaggiare in mutande."

Sylvia rise, un po' divertita ma non del tutto convinta. "Ma questa maglietta è così comoda... e copre comunque abbastanza."

Amara la guardò con un misto di divertimento e affetto. "Magari con una cintura, copre un po' meno ma sta meglio."

Sylvia annuì e decise di seguire il consiglio di Amara. Una volta in camera, prese una cintura e la mise attorno alla vita, aggiustando la maglietta in modo che coprisse il necessario. Guardò Amara con un sorriso soddisfatto. "Così va bene?"

Amara la osservò, valutando il suo aspetto. "Perfetto. Andiamo, abbiamo circa due o tre ore di viaggio davanti a noi. Se ci sbrighiamo, avremo ancora un po' di tempo prima di cercare un ristorante per la cena."

Sylvia fece un ultimo controllo nello specchio, poi prese il suo zaino. Amara, sempre pronta, controllò la sua pistola e si assicurò di avere i sali per Sylvia. Uscirono dalla camera e si diressero verso la moto.

Il percorso verso Auroralis era affascinante quanto quello che le aveva portate a Krystallia. Attraversarono paesaggi mozzafiato, tra nuvole e colline incantate, con il sole che tramontava all'orizzonte. Sylvia era attaccata ad Amara, sentendo il calore del suo corpo attraverso la maglietta.

Durante il viaggio, parlarono delle scoperte fatte a Krystallia e di quello che avrebbero potuto incontrare ad Auroralis. Il tempo passò rapidamente tra risate e riflessioni profonde.

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