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Oltre l'Illusione

Cap. 21: Il Mondo Oscuro

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La Soglia del Mondo Oscuro

Sylvia guardò il cartello e poi la foresta, sentendo un brivido lungo la schiena. "Non sembra molto invitante, vero?"

Aisha sorrise, cercando di tranquillizzarla. "No, non lo è. Ma è qui che dobbiamo andare. Questo è il percorso che ci porterà a ciò che cerchiamo."

Sylvia annuì, stringendo la mano di Aisha. "Sono pronta. Andiamo."

Proseguirono lungo il sentiero, le ombre degli alberi si chiudevano intorno a loro mentre avanzavano nell'oscurità. L'atmosfera cambiava, diventando più pesante e carica di mistero. I suoni della foresta li circondavano, creando un sottofondo costante di fruscii e richiami lontani.

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L’Ultimo Avvertimento alla Locanda

La locanda apparve davanti a loro, un edificio dall'aspetto antico con luci fioche che filtravano dalle finestre. Un vecchio seduto su una panchina davanti alla locanda li osservava avvicinarsi. "Andate nel Mondo Oscuro?" chiese con voce roca.

Aisha annuì. "Sì, abbiamo una missione."

Il vecchio annuì lentamente. "Attente, molte sono andate e poche sono tornate. Ma vedo nei vostri occhi una determinazione che raramente si vede. Forse ce la farete."

Sylvia sentì un misto di paura e eccitazione. "Grazie per l'avvertimento. Faremo attenzione."

Entrarono nella locanda per una breve sosta prima di addentrarsi ulteriormente. L'interno era accogliente ma sobrio, con pochi avventori sparsi ai tavoli. Aisha ordinò due tè e si sedettero vicino al camino, le fiamme che danzavano e creavano ombre sulle pareti.

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"Sai, Sylvia, il Mondo Oscuro non è solo un luogo di pericoli. È anche un luogo di grande bellezza e mistero. E ogni sfida che supereremo ci renderà più forti."

Sylvia sorrise, sentendosi un po' più rassicurata. "Non vedo l'ora di vedere cosa ci aspetta. E di affrontarlo insieme a te."

Finito il tè, si prepararono a ripartire. Uscirono dalla locanda e si incamminarono lungo il sentiero che si perdeva nell'oscurità della foresta. Passo dopo passo, si addentrarono nel Mondo Oscuro, pronte a tutto ciò che avrebbero trovato lungo il cammino.

 

Benvenute a Noctavir

Erano giunte nel primo paese del Mondo Oscuro, chiamato Noctavir. Era già sera, ma decisero di fare un giro intorno al paese prima di cenare alla locanda. Aisha spiegò a Sylvia che quello era un paese strano, con tanta gente strana. Le persone le scrutavano come a dover giudicare se fossero adatte a entrare o meno.

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"Questo paese è considerato una sorta di frontiera," disse Aisha. "Il guardiano con cui ho parlato in precedenza mi ha detto che da qui inizia veramente il Mondo Oscuro, che ci condurrà nel Quadrante 8."
Sylvia annuì, osservando la gente che passava. 'Sento un'energia diversa qui, come se tutto fosse più intenso.

"Avevo la stessa sensazione quando ci sono stata la prima volta," rispose Aisha. "Dobbiamo stare attente, ma anche aperte a ciò che troveremo."

Decisero di cenare nella locanda e poi andare a letto. La locanda era un edificio modesto, con pareti di legno scuro e una luce soffusa che creava un'atmosfera accogliente. Si sedettero a un tavolo vicino al camino, e una cameriera gentile portò loro un pasto caldo.

"Dopo cena, dobbiamo riposare bene," disse Aisha. "Domani ci fermeremo per parlare con la varietà di persone che abitano questo paese. È importante capire meglio il luogo e chi lo abita."

L’Esplorazione del Paese

La mattina seguente, dopo una notte di sonno ristoratore, iniziarono a esplorare il paese. Trovarono militari, persone gentili e anche alcuni scorbutici. Ognuno di loro aveva qualcosa da dire sui pericoli del Mondo Oscuro.

"State attente ai vampiri," disse un anziano dal viso segnato dal tempo. "Non tutti sono come te, Sylvia. Alcuni sono molto pericolosi."

"Ci sono anche le truppe di Serak," aggiunse un giovane militare. "Sono spietati e ben addestrati."

"Ma non tutto è oscuro," intervenne una donna con un sorriso gentile. "Ci sono paesi bellissimi con gente ospitale. Non lasciatevi scoraggiare dalle storie spaventose."

Sylvia ascoltava attentamente, cercando di memorizzare ogni dettaglio.

Continuarono a parlare con altre persone, raccogliendo informazioni preziose per il loro viaggio. Più ascoltavano, più si rendevano conto che il Mondo Oscuro era un luogo complesso, pieno di pericoli ma anche di meraviglie. E loro erano pronte ad affrontarlo, mano nella mano, con il coraggio che le aveva portate fin lì.

La Crisi di Sylvia

La varietà di persone che popolava il paese aumentava e Sylvia non era ancora in grado di gestire una tale moltitudine. "Sento che è forte, Aisha, questa volta," disse Sylvia, cercando di mantenere la calma.

"Lo so, Sylvia. Per questo siamo qua, per farti provare tutto," rispose Aisha con un sorriso rassicurante. "Questo paese ha veramente svariati tipi di energie e ci passano tante persone."

Sylvia annuì, ma il suo viso tradiva la sua preoccupazione. "Certo, Aisha, lo so, ma sto per svenire. Riusciamo a spostarci un po'? Poi torniamo."

"Certo, Sylvia, andiamo. Laggiù c'è una panchina e poche persone," disse Aisha, prendendola per mano. "Dai che ce la fai, sono qua con te."

Si diressero verso la panchina, Sylvia aggrappata alla mano di Aisha, sperando di non svenire prima di arrivarci. Quando finalmente si sedette, Sylvia iniziò a riprendersi lentamente, il colore stava tornando piano piano sul suo viso.

"Se questo è solo l'inizio, mi sa che mi dovrai raccogliere parecchie volte," disse Sylvia, cercando di fare una battuta per stemperare la tensione.

Aisha sorrise e rispose con affetto, "Più volte ti raccoglierò e più forte sarai dopo."

Sylvia sorrise, trovando conforto nelle parole di Aisha. Dopo essersi riposate sulla panchina, le due amiche si prepararono a tornare nel cuore del paese, pronte a continuare la loro esplorazione e ad affrontare insieme le prove che le attendevano.

"Ti senti meglio, Sylvia?" chiese Aisha, osservandola con attenzione.

"Sì, sto meglio. Sento dentro di me il lavorio che fa il mio organismo, lo sento che acquisisce, verifica, divide... sta funzionando, lo sento crescere," rispose Sylvia, con un tono di gratitudine. "Ho capito che era importante venire qui. Grazie, Aisha."

Aisha sorrise affettuosamente. "Lo faccio anche per me, sai. Tu per me sei tutto. Ora vorrei mostrarti una cosa, se vuoi. Però non qua. Prendiamo la moto, c'è un laghetto qua vicino. Ci stacchiamo un po' dalla gente, ci facciamo un bagno e poi, se vuoi, ti lascio entrare dentro di me e ti mostro la mia rosa. Tu sei vampira, puoi farlo. Io penso che se la vedi, il tuo organismo possa capire meglio lo scopo e ti agevolerà tutto il travaglio. Vedrai le 244.000 scintille con i loro nomi, vedrai te stessa e anche le mie vite... tutto in pochi istanti. Vedrai te stessa nelle mie vite."

"Mi piacerebbe. Non è forse un po' troppo fatto adesso?" chiese Sylvia, un po' esitante.

"È tanto, certo. Ma io conto di darti la tua rosa nel Mondo Oscuro, quando saremo al castello," rispose Aisha con determinazione.

"Va bene, Aisha. Sai che mi fido. Prima, però, un bel bagno così mi metto in forma," disse Sylvia, con un sorriso malizioso.

La Rivelazione della Rosa

Salite sulla moto, si diressero verso il laghetto. L'aria fresca della sera e la sensazione di libertà le accompagnavano lungo il percorso. Arrivarono al laghetto, un luogo tranquillo circondato da alberi e illuminato dalla luce soffusa della luna.

"È bellissimo qui," disse Sylvia, mentre si avvicinava all'acqua. Si tolse i vestiti, rimanendo solo con il perizoma, e si voltò verso Aisha con un sorriso provocante.

Aisha la seguì, togliendosi anche lei i vestiti e rimanendo in perizoma. "Pronta per un bel bagno rigenerante?" chiese con un tono giocoso.

"Prontissima," rispose Sylvia, tuffandosi nell'acqua fresca. Aisha la seguì immediatamente, nuotando verso di lei.

Le due si godettero il momento, ridendo e giocando nell'acqua, sentendo la tensione sciogliersi nei movimenti fluidi e nell'abbraccio dell'acqua fresca. Si fermarono per un attimo, guardandosi negli occhi, consapevoli che quel bagno rappresentava molto più di un semplice momento di relax: era un preludio a qualcosa di profondo e trasformativo.

 

Uscirono dall'acqua, i loro corpi bagnati brillavano alla luce della luna. Si misero in piedi una di fronte all'altra. Aisha teneva Sylvia per i fianchi e le sorrideva.

"Sei pronta?" chiese Aisha, con una voce calma ma piena di energia.

"Certo," rispose Sylvia con determinazione.

"Lo sai che sverrai questa volta. Le immagini sono potentissime, vedrai il potere della rosa illuminata dalla scintilla," continuò Aisha, il suo sguardo penetrante.

"Sì, lo so, ormai sono abituata," replicò Sylvia, con un leggero sorriso.

Aisha annuì e disse: "Allora vieni, Sylvia, hai un portone spalancato dentro di me."

Sylvia si concentrò, chiuse gli occhi e lasciò che la sua essenza vampirica si collegasse a quella di Aisha. Sentì un leggero fremito, poi una sensazione di calore che la avvolse completamente.

La Visione delle Scintille

Improvvisamente, Sylvia si trovò in uno spazio etereo, sospesa tra luce e ombra. Davanti a lei si apriva uno spettacolo incredibile: migliaia di scintille brillavano intensamente, ognuna portava un nome e un volto. Le scintille danzavano, emanando un'energia pura e vibrante. Sylvia poteva vedere i volti di tutte le scintille, ognuna unica e meravigliosa. C'erano nomi antichi e moderni, volti di donne di tutte le epoche e culture.

In mezzo a questa galassia di scintille, Sylvia vide se stessa, Amara ed Elena. Le immagini delle loro vite insieme passavano davanti ai suoi occhi come un film accelerato: risate, lacrime, battaglie e momenti di tenerezza. Vide Elena, con il suo volto amato, e Amara, con il suo sorriso rassicurante.

Poi, la visione si spostò su Sylvia e Aisha. Vedeva decine e decine di vite precedenti, ogni volta insieme, legate da un filo invisibile. Erano guerriere, amanti, sorelle e compagne di battaglia. Ogni vita era illuminata dalla luce della rosa e della scintilla, un legame che andava oltre il tempo e lo spazio.

La luce era così intensa che Sylvia sentì il suo corpo tremare. La potenza delle immagini era travolgente. Sentì un'ondata di calore, seguita da un freddo improvviso. La visione si fece sfocata e poi tutto divenne buio.

Aisha si inginocchiò accanto a Sylvia, che giaceva a terra, svenuta. La guardò con tenerezza, accarezzandole i capelli. "Ce l'hai fatta, Sylvia. Sei più forte di quanto pensi," sussurrò, aspettando che la sua amata tornasse in sé, consapevole che quel momento avrebbe segnato un nuovo inizio per entrambe.

Venti minuti dopo, Sylvia spalancò gli occhi. Ancora con la testa appoggiata a terra, riuscì solo a dire: "Mio Dio..." Rimase in silenzio per un po', poi aggiunse: "Ma come fai... tutta quella roba è sempre con te?"

Aisha sorrise dolcemente. "È come il dono, ti ci abitui. Non devi immaginare uno spazio fisico dove tanta roba non ci può stare. Lo spazio non esiste, come non esiste il tempo. Tutti questi ricordi, queste immagini, queste vite sono me, sono dentro la mia rosa. E questo a breve sarà anche per te. Ma se le cose sono davvero quello che penso, per te sarà ancora più grande, molto più grande. Sylvia, in tutto il metaverso esistono solo due ibridi, e il terzo sai bene chi è..."

Sylvia cercò di alzarsi, ancora scossa. "Ti credo, Aisha. Stai facendo delle cose stupende. Ho piena fiducia in te. Ora sono stanca. È stato bello vedere te e me insieme attraverso le linee del tempo, è incredibile. Però posso aggiungere una cosa? Sai quella sensazione di cui mi parlavi, quella del cambiamento importante che senti nelle nostre vite? Adesso l'ho sentita anche io, forte e chiara. Andiamo avanti, Aisha. Stai facendo un lavoro meraviglioso."

Aisha la aiutò a mettersi in piedi, si incamminarono lentamente verso la Freccia Rossa, pronte a proseguire il loro viaggio. La notte intorno a loro era calma, con il cielo stellato che sembrava benedire il loro cammino. Le parole di Aisha risuonavano nelle orecchie di Sylvia mentre si dirigevano verso il Mondo Oscuro, consapevoli che un destino grandioso le attendeva.

Il viaggio proseguiva, e ogni passo era alimentato non solo dalla loro storia condivisa ma anche dalla promessa di un futuro in cui avrebbero potuto realizzare qualcosa di straordinario.

La Notte a Noctavir

Decisero di fermarsi ancora una notte in quel paese, Noctavir era l’ideale per la crescita di Sylvia. Quella sera, fecero un altro giro per il paese e incontrarono altre persone, poi assistettero a uno spettacolo di piazza. L'energia era troppa per Sylvia.

"Aisha, è meglio che ci spostiamo e anche in fretta," disse Sylvia con una voce tesa.

"Certo, Sylvia. Senti energie forti?" chiese Aisha, preoccupata.

"Sì, forti e totalmente contrastanti tra loro. So che potrò gestirle a breve, ma adesso, se non andiamo via, svengo."

"Va bene, Sylvia. Andiamo subito. Tanto è ora di cena, ho visto un bel ristorantino. Andiamo lì."

Si diressero verso il ristorantino e, una volta arrivate, trovarono un'atmosfera accogliente. Si rilassarono e parlarono molto, condividendo pensieri e riflessioni sul loro viaggio e sul futuro che le attendeva. Sylvia sembrava essersi calmata, ma improvvisamente, senza alcun preavviso, si alzò e svenne.

Aisha fu immediatamente accanto a lei, afferrandola prima che potesse cadere a terra. La gente intorno a loro si fermò, preoccupata, ma Aisha mantenne la calma.

"È tutto sotto controllo," disse con sicurezza, guardando gli avventori del ristorante. "Sylvia ha solo bisogno di un momento per riprendersi."

Con delicatezza, la adagiò su una sedia vicina e le bagnò il viso con un po' d'acqua. Sylvia cominciò a riprendersi, aprendo lentamente gli occhi.

"Sto bene, Aisha. È stato solo un attimo," disse con una voce ancora debole.

"Lo so, Sylvia. Le energie erano davvero troppo forti. Ma vedrai che domani andrà meglio."

Sylvia annuì, cercando di ritrovare il suo equilibrio. "Grazie, mi sento già meglio."

"Non devi ringraziarmi. Ora mangiamo qualcosa e poi andiamo a riposare."

Ripresero a cenare, con Aisha che continuava a tenere d'occhio Sylvia, pronta a intervenire se necessario. La notte avanzava e il ristorantino, con la sua atmosfera tranquilla e rassicurante, divenne un rifugio temporaneo dove Sylvia poteva recuperare le forze.

Dopo cena, tornarono alla loro stanza. Sylvia era esausta ma determinata. Si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi, mentre Aisha le accarezzava i capelli, rassicurandola con la sua presenza costante.

Un’Ombra Fredda e Tagliente

Aisha doveva capire perché Sylvia fosse svenuta. Era una situazione che ormai avrebbe dovuto gestire.

"Sylvia, hai voglia di spiegarmi cosa è successo?" chiese Aisha con un tono di preoccupazione.

"Intendi al ristorante, immagino," rispose Sylvia, ancora un po' scossa.

"Sì, Sylvia. Deve esserci stato qualcosa di particolare perché, a mio modo di vedere, era una situazione ormai gestibile per te."

"Non lo so, Aisha. Sentivo le energie e anche le sentivo poco, ormai tutto gestito autonomamente, ma poi è stata come una frustata, un qualcosa di nero che non ti so spiegare, come se mi avesse colpita."

Aisha rifletté per un momento. "Hai detto 'qualcosa di nero'. Puoi cercare di descriverlo meglio? Era un'energia, una sensazione, una visione?"

Sylvia scosse la testa, cercando di mettere insieme i pezzi. "Era come un'ombra, un'ombra fredda e tagliente. Non l'ho vista, l'ho percepita. È stata un'istante, ma ha avuto un impatto devastante."

"Capisco," rispose Aisha, pensierosa. "Eri mai stata colpita da qualcosa del genere prima d'ora?"

"No, mai. Questo era diverso da qualsiasi altra energia che ho sentito. Non era solo potente, era malvagia. Come se volesse danneggiarmi intenzionalmente."

"Potrebbe essere legato al Mondo Oscuro," ipotizzò Aisha. "forse c'è qualcosa o qualcuno che ci ha percepito."

"Può essere," annuì Sylvia. "Ma perché solo ora? E perché così improvvisamente?"

Aisha sospirò. "Questo è ciò che dobbiamo scoprire. Ma una cosa è certa: dobbiamo stare in guardia. Se c'è qualcosa o qualcuno che ci ha notate, potrebbe tentare di colpirci di nuovo."

"Quindi cosa facciamo ora?" chiese Sylvia, cercando rassicurazione negli occhi di Aisha.

"Continueremo il nostro viaggio, ma con maggiore cautela. E cercheremo di capire di più su questa energia oscura. Non possiamo permettere che ci sorprenda di nuovo."

La conversazione rimase sospesa in un alone di mistero. Il Mondo Oscuro nascondeva segreti che avrebbero dovuto affrontare e superare, ma la loro determinazione era più forte che mai.

Si baciarono e si spogliarono reciprocamente prima di mettersi a letto. La mattina, Sylvia voleva fare ancora un giro in paese prima di partire e magari pranzare ancora una volta in quel ristorante per cercare di capire se c'era qualcosa. Così fecero. Durante il tragitto, Aisha prese dalla moto un libro che le aveva dato il capo-guardiano nel viaggio precedente. Era il libro di tutti i paesi del Mondo Oscuro, con la posizione di ciascuno, la mappa con le strade suggerite e la pericolosità indicata. Vi erano anche descrizioni delle entità che ci si poteva trovare, ma ovviamente erano solo indicative.

Al ristorante, Aisha mostrò il libro a Sylvia, che era molto incuriosita. C'erano paesi a pericolosità media, alta, bassa, bassissima, nulla, elevatissima, e da evitare assolutamente. Vi erano centinaia di paesi nel Mondo Oscuro, tutti di modeste dimensioni. Ordinarono il pranzo, ma non successe niente di strano. Sylvia reagiva sempre meglio, e Aisha era sicura che al castello avrebbe potuto darle la rosa.

"Sai, quella sensazione Sylvia, è come se mi stesse dicendo che il momento in cui ti darò la rosa sarà quello decisivo per noi. Non è solo la rosa per te, ma c'è anche qualcosa per me e succederà al castello."

"Quello era il castello dove Eleanor ha unito te e Adamas, giusto?" chiese Sylvia.

"Sì, forse quel castello ha qualcosa di speciale. Apparteneva a un vampiro di nome Barlow, ma non ha niente a che vedere con il Barlow di Salem. Lì organizzavano sempre feste demoniache, e Serak ci andava spesso."

"Che fine ha fatto il vampiro?" Sylvia chiese curiosa.

Aisha sorrise enigmaticamente. "Non esiste più."

Sylvia alzò un sopracciglio, affascinata dalla risposta criptica. "Sembra che quel castello sia pieno di misteri."

"Sì, lo è," rispose Aisha. "E proprio lì, sono sicura, accadrà qualcosa di molto importante per noi."

Finirono il loro pasto, consapevoli che il prossimo passo del loro viaggio le avrebbe portate più vicine alla verità e al cuore del Mondo Oscuro. Il viaggio sarebbe stato pericoloso, ma entrambe sentivano una forza interiore crescere, una determinazione a non farsi fermare da nulla e da nessuno. Sylvia sapeva di poter contare su Aisha, e Aisha era pronta a dare la vita per lei.

Rimontarono sulla Freccia Rossa, pronte a continuare il loro viaggio verso il castello, dove il destino le attendeva.

La moto sfrecciava attraverso il paesaggio desolato del Mondo Oscuro, mentre Sylvia e Aisha percorrevano la strada verso il prossimo paese. Il sole stava calando, e l'atmosfera si faceva sempre più cupa. Sylvia teneva stretta Aisha, i suoi occhi fissi sulle ombre che sembravano danzare ai lati della strada.

"Siamo quasi arrivate," disse Aisha, la sua voce era calma ma determinata.

Akilion

"Il prossimo paese è Akilion e ha una pericolosità media. Quando ci sono passata l'ultima volta con Kalki, ci hanno attaccate delle ombre mentre eravamo in moto. Dobbiamo stare molto attente."

Sylvia annuì, sentendo il suo cuore battere più forte. "Lo so, Aisha. Sarò pronta."

Aisha accelerò, sentendo l'aria intorno a loro farsi più fredda e densa. Man mano che si avvicinavano al paese, le ombre si fecero più evidenti, come se aspettassero la loro preda. All'improvviso, una figura oscura si materializzò davanti a loro, cercando di afferrare la moto. Aisha sterzò bruscamente, evitando l'entità con una manovra rischiosa.

"Dannazione! Ci stanno addosso!" gridò Sylvia, sentendo il pericolo crescere.

"Non mollare la presa!" rispose Aisha, concentrata sulla strada. Le ombre si moltiplicavano, cercando di afferrare le ruote della moto, ma Aisha le evitava con abilità, mantenendo la calma.

Ma proprio mentre stavano per superare l'ultima curva, una figura più grande e potente si parò davanti a loro. Con una mossa improvvisa, l'entità colpì la moto con una forza devastante, facendola ribaltare. Aisha e Sylvia furono scaraventate a terra, rotolando sull'asfalto ruvido. Aisha batté la testa e rimase immobile, priva di sensi.

"Aisha!" urlò Sylvia, il panico le afferrò il cuore mentre si rialzava barcollando. Vide tre entità avvicinarsi rapidamente ad Aisha, le loro forme indistinte e minacciose.

"No! Non toccatela!" gridò Sylvia, sentendo una rabbia primordiale crescere dentro di lei. Il suo corpo reagì istintivamente, la trasformazione avvenne in un istante. La sua pelle divenne più pallida, i suoi occhi si illuminarono di un rosso intenso, e le sue zanne si allungarono. La vampira-ibrida dentro di lei prese il controllo, e con un grido feroce, Sylvia si lanciò contro le entità.

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Le sue mani si caricarono di energia, e con un gesto potente, polverizzò le prime tre entità in una nube di fumo nero. Ma non era finita. Altre ombre si avvicinarono, attirate dal potere che Sylvia emanava. Senza esitazione, Sylvia si scagliò contro di loro, brandendo il suo dono come un'arma letale. Ogni colpo era preciso e devastante, ogni entità che si avvicinava veniva distrutta senza pietà. Il suono delle esplosioni di energia e delle urla delle entità riempiva l'aria, mentre Sylvia faceva un macello di quelle creature.

Aisha riprese lentamente conoscenza, il suo corpo dolorante per la caduta. Aprì gli occhi e vide Sylvia in mezzo al caos, una visione di potenza pura e devastante. Era incredibile, ma anche terrificante, vedere Sylvia così. In pochi minuti, il paese che prima brulicava di ombre e pericoli era ora deserto, svuotato della sua oscurità.

Aisha si rialzò lentamente, sentendo un misto di orgoglio e ammirazione. Si avvicinò a Sylvia, che respirava affannosamente, il suo corpo ancora tremante per l'intensità del combattimento. Aisha le posò una mano sulla spalla, il volto illuminato da un sorriso fiero.

Sylvia, hai fatto qualcosa di straordinario," disse Aisha, la sua voce carica di calore e ammirazione. "Mi hai salvato la vita. Hai dominato il tuo dono come nessuno avrebbe mai potuto."

Sylvia, ancora in forma vampirica, si voltò verso di lei. I suoi occhi brillavano di un rosso intenso, mentre un sorriso stanco ma soddisfatto si formava sulle sue labbra. "Non potevo lasciarti lì, Aisha. Tu sei tutto per me… e non avrei mai permesso che ti facessero del male.

Aisha la guardò con dolcezza, prendendo il viso di Sylvia tra le mani. "Ti amo Sylvia. Sono orgogliosa di te."

Sylvia fece un respiro profondo, sentendo l'adrenalina lentamente scemare. "Grazie, Aisha... ma sono stanca... tanto stanca..." disse, prima di sentire le gambe cedere sotto di lei. Sylvia crollò in un battito di ciglia, e Aisha la prese al volo, sorreggendola con delicatezza.

"Riposa, Sylvia," mormorò Aisha, stringendola a sé. "Sei al sicuro ora."

E con Sylvia tra le braccia, Aisha si guardò intorno nel silenzio spettrale del paese.

Aisha camminava tra le strade deserte di Akilion, portando Sylvia tra le braccia. Sylvia, ancora in forma vampirica, era svenuta dopo il feroce combattimento con le entità. Aisha cercava disperatamente una locanda o una casa aperta dove poter far riposare Sylvia, ma tutto sembrava chiuso, abbandonato. Il silenzio era surreale, rotto solo dal suono dei suoi passi e dal respiro affannoso di Sylvia.

"Mentre Aisha iniziava a perdere la speranza, il cigolio di una finestra interruppe il silenzio spettrale. Una giovane ragazza dai capelli biondi e ricci si affacciò, i suoi occhi spalancati per la sorpresa e l’emozione.
'Voi… voi ci avete liberato! Avete liberato Akilion!' gridò la ragazza, la sua voce spezzata dall’emozione, un misto di gioia e incredulità."

Aisha annuì, ancora concentrata su Sylvia. "Sì, ma abbiamo bisogno di un posto dove farla riposare. È esausta."

"Salite subito, vi aiuterò!" rispose la ragazza, facendo cenno ad Aisha di entrare dalla porta principale.

Aisha salì le scale con Sylvia tra le braccia, e la giovane le guidò in una piccola stanza accogliente con un letto. Aisha adagiò Sylvia con cura, osservando i lineamenti delicati della sua amata che lentamente iniziavano a tornare normali, la forma vampirica stava svanendo mentre il suo respiro si faceva più regolare.

La ragazza si avvicinò a Aisha, un sorriso di gratitudine sul volto. "Grazie. Non sai cosa avete fatto per noi. Quelle entità ci tenevano prigionieri nella paura. Ora, finalmente, siamo liberi."

Aisha annuì, ancora concentrata su Sylvia che si stava svegliando. Sylvia aprì gli occhi lentamente, confusa e disorientata. "Aisha... dove siamo? Cosa è successo?"

Aisha si sedette accanto a lei, prendendole la mano. "Hai salvato tutti, Sylvia. Hai combattuto come una vera guerriera e hai liberato questo paese dalle entità che lo infestavano. Ma alla fine, dopo aver dato tutta te stessa, sei svenuta."

Sylvia scosse la testa, cercando di ricordare. "Non ricordo bene... mi dispiace di essere svenuta di nuovo. Mi sento così debole..."

Aisha le accarezzò il viso con dolcezza. "Non devi sentirti debole, Sylvia. Hai fatto qualcosa di straordinario. Hai usato il tuo dono per proteggere me e tutti gli abitanti di Akilion. Non c’è niente di cui tu debba dispiacerti."

La ragazza bionda, che aveva assistito alla scena, si avvicinò con occhi pieni di ammirazione. "Non dovete scusarvi. Grazie a voi, finalmente possiamo uscire di nuovo. Ero così terrorizzata, ma ora... ora posso respirare senza paura. Non so come ringraziarvi."

In quel momento, le porte delle case cominciarono ad aprirsi, e gli abitanti di Akilion iniziarono a uscire. Gli abitanti si radunarono lentamente intorno alla casa, i volti segnati dalla paura ora rilassati, i sorrisi che tornavano a illuminare i loro volti.

Aisha si voltò verso Sylvia, che era seduta sul letto. "Sylvia, la gente sta uscendo. Stanno venendo qui."

Sylvia annuì, ancora visibilmente stanca, ma con un accenno di sorriso. "Vai, Aisha. Parla con loro. Hanno bisogno di vederti. Io resto qui con lei," disse, indicando la ragazza bionda, che subito si avvicinò, pronta ad aiutare.

Aisha le accarezzò il viso con dolcezza. "Riposa ancora un po’. Ci penso io."

Con un ultimo sguardo a Sylvia, Aisha scese le scale e uscì dalla porta principale. La folla che si era radunata la accolse con uno scroscio di voci, un mormorio di riconoscenza che presto si trasformò in parole: "Grazie! Grazie infinite!"

Una donna anziana avanzò lentamente tra la folla, il volto segnato dagli anni ma con occhi lucidi di commozione. Quando il suo sguardo incontrò quello di Aisha, si fermò di colpo, come se il tempo si fosse fermato. "Tu… sei tu, vero? Tu e Kalki… siete state voi a liberarci, a Veloria."

La sua voce tremava mentre si portava una mano al petto, quasi a trattenere l'emozione. "Non dimenticherò mai quella notte. Eravamo prigionieri della paura, e poi… poi siete arrivate voi. Ricordo il silenzio dopo che i mostri sono stati distrutti. Ricordo come il terrore si è dissolto. Non pensavo che ti avrei rivista… e ora, siete qui, e ci avete salvato di nuovo."

Aisha inclinò leggermente il capo, il suo volto si addolcì in un sorriso caldo e rassicurante. "Abbiamo fatto solo ciò che era necessario. Siamo felici di vedere che siete liberi."

La donna annuì lentamente, le lacrime che iniziavano a scorrere sulle sue guance. "Grazie. Non sapremo mai come ringraziarvi abbastanza."

Dietro di lei, altri abitanti cominciarono a farsi avanti, portando con loro la stessa riconoscenza, i volti rilassati dalla paura finalmente svanita.

La giovane ragazza bionda si avvicinò a Sylvia, gli occhi pieni di gratitudine e un lieve tremore nella voce. "Mi chiamo Talia," disse, chinandosi leggermente verso di lei. "Non dimenticheremo mai ciò che avete fatto per noi. Siete nostre ospiti d'onore. Quando ti sentirai meglio, vi prepareremo una cena come si deve."

Sylvia, ancora debole, accennò un sorriso, appoggiandosi alla testiera del letto. Sentiva il calore della gratitudine di Talia e, in qualche modo, questo la rincuorava. "Grazie, Talia… sapere di aver aiutato è già tanto. Mi dispiace solo di non essere riuscita a rimanere in piedi fino alla fine."

Talia scosse la testa con dolcezza, posandole una mano sulla spalla. "Non dire così, Sylvia. Quello che hai fatto è stato straordinario. Ora riposati, io rimarrò qui con te. Non ti lascerò sola."

L’Accoglienza ad Akilion

E così, tra i sorrisi e gli abbracci degli abitanti, Aisha e Sylvia furono accolte con calore nella casa di Talia. La serata si riempì di racconti, risate e un banchetto che celebrava la fine dell'oscurità in quel piccolo paese. Sylvia, nonostante la stanchezza, sentiva il suo cuore leggero. Un altro passo importante era stato compiuto ad Akilion, e la strada verso il castello sembrava un po' meno cupa.

Mentre la notte calava e le stelle iniziavano a punteggiare il cielo, gli abitanti del paese, colmi di gratitudine, insistettero affinché Aisha e Sylvia si fermassero a dormire. Ma Aisha aveva un'altra idea in mente. Nonostante l'affetto sincero della gente, sentiva un richiamo verso il paese successivo, verso quel castello che aveva lasciato un'impronta indelebile nella sua memoria.

"Aisha, sei sicura? Sembriamo già al sicuro qui," chiese Sylvia, ancora un po' stanca ma visibilmente ripresa. Aisha annuì con determinazione. "Sì, Sylvia. Voglio portarti al castello nel paese vicino. C’è qualcosa di importante che voglio mostrarti, e lì potrai comprendere meglio il nostro viaggio."

Un anziano del villaggio, che aveva ascoltato la conversazione, si avvicinò con passo lento ma deciso. "State parlando del castello a Veloria? Quello che tu e Kalki avete liberato dai vampiri, Kain e Selene?" chiese, la sua voce tremante ma piena di riconoscenza. I suoi occhi, segnati dal tempo, si posarono su Aisha con un’intensità che rifletteva gratitudine e ammirazione.

Aisha annuì di nuovo. "Sì, è proprio quello. Ma ditemi, è ancora vuoto?"

L’uomo sorrise, i suoi occhi si riempirono di emozione. "Il castello è vuoto, ma il paese è rinato. Gente nuova e onesta ha ripopolato il villaggio. Dopo ciò che avete fatto per noi, non potevamo lasciarlo morire."

Un altro abitante, una donna con una piccola bambina per mano, si avvicinò con timidezza. "Abbiamo persino eretto una statua in onore a te e Kalki. Vi siamo eternamente grati per averci liberato dai mostri e dai loro servi."

Sylvia guardò Aisha, stupita e ammirata. "Non mi avevi mai raccontato questa parte della tua storia..."

Aisha sorrise, accarezzando il viso di Sylvia. "Ci sono molte cose che non ti ho ancora raccontato, ma ogni cosa a suo tempo. Vedrai, capirai tutto una volta che saremo a Veloria."

Dopo aver salutato calorosamente gli abitanti e aver ricevuto da loro un piccolo dono per il viaggio, Aisha e Sylvia si rimisero in moto, dirette verso Veloria. La strada era silenziosa, e l’aria della notte era fresca, piena di aspettative. Sylvia, seduta dietro Aisha, stringeva la vita della compagna, sentendo una profonda connessione con lei.

Veloria

Arrivarono a Veloria poco dopo mezzanotte. Nonostante l'ora tarda, le luci delle case erano ancora accese e le persone si affacciarono per vederle passare. Alcuni riconobbero Aisha e iniziarono a sussurrare tra loro, pieni di stupore.

Quando raggiunsero il centro del villaggio, Sylvia vide la statua di cui avevano parlato. Rappresentava due figure femminili: una con un’armatura leggera, con la spada sguainata, e l’altra, che Sylvia riconobbe subito come Aisha, con una posa più difensiva, ma altrettanto determinata. Sotto la statua, una targa recitava: "In onore di Aisha e Kalki, liberatrici del nostro popolo."

Sylvia si fermò, ammirando la statua. "È incredibile, Aisha. Davvero incredibile quello che avete fatto."

Aisha sorrise malinconicamente. "E’ stata una battaglia dura, Sylvia. Non solo per le entità che abbiamo affrontato, ma per quello che abbiamo scoperto su di noi stesse. Kalki ed io ci siamo trovate a combattere contro due vampiri potentissimi, Kain e Selene. Alcuni abitanti del paese li servivano, rapivano viaggiatori per nutrirli... E tentarono di farlo anche con noi."

Sylvia la guardò, sorpresa. "Come siete riuscite a vincere?"

Aisha continuò a raccontare mentre camminavano verso il castello, la sua voce bassa ma carica di emozione. "Ci misero qualcosa nella cena, alla locanda. Quando riprendemmo i sensi, eravamo già al castello. Non sapevo come avrei fatto a resistere, ma fu la connessione con Adamas a salvarmi. Lei mi inviò la sua energia, e grazie a quella forza riuscii a reagire..."

Sylvia rimase in silenzio, gli occhi fissi su Aisha mentre cercava di immaginare ciò che aveva vissuto. "Deve essere stato orribile... sapere di essere in trappola, senza via d’uscita. Non riesco nemmeno a immaginarlo."

"Lo è stato," rispose Aisha, guardando il castello che ora si stagliava davanti a loro.

Il Castello di Veloria

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Entrarono nel castello, che era ormai deserto, ma ben mantenuto. Le stanze erano vuote, ma i muri raccontavano storie di ciò che era accaduto lì. Sylvia poteva quasi sentire gli echi di qui momenti, la tensione e la paura che avevano provato.

Finalmente, arrivarono a una grande sala con un camino acceso. Aisha prese una bottiglia di vino da una credenza, ne versò due bicchieri e si avvicinò a Sylvia, che si era seduta su un divano, osservando la stanza con un misto di rispetto e curiosità.

"Davvero non avevo idea che avessi vissuto tutto questo," disse Sylvia, accettando il bicchiere.

Aisha sorrise e si sedette accanto a lei. "Ogni cosa che ho fatto, Sylvia, mi ha portata a te. E ogni esperienza, per quanto difficile, è servita a farmi capire quanto sia importante proteggere ciò che amo."

Le due si scambiarono uno sguardo profondo, carico di emozione. Lentamente, si spogliarono dei vestiti, rimanendo solo con i loro perizomi. Il fuoco del camino illuminava i loro corpi, mentre brindavano al loro futuro e a tutto ciò che avevano superato insieme.

Aisha avvicinò il suo viso a quello di Sylvia, sorridendo. "Sai che ti amo, vero?"

Sylvia annuì, avvicinandosi a sua volta. "Certo che lo so. E anche io ti amo."

Si baciarono, dolcemente all'inizio, poi con crescente passione, lasciando che quel momento fosse l'inizio di qualcosa di ancora più profondo tra di loro.

Aisha e Sylvia salirono lentamente le scale del castello, mano nella mano. L’atmosfera era densa di ricordi per Aisha.

Raggiunsero la sommità della scalinata e si fermarono davanti a una grande porta di legno intagliato.

"Vedi quell'ara, Sylvia?" indicò Aisha, facendo un gesto verso un grande altare di pietra al centro della stanza. "Lì legarono me e Kalki. Poi lei la portarono nelle segrete, dove la incatenarono. Quanto a me... mi legarono proprio qui," continuò, avvicinandosi lentamente al letto a baldacchino che dominava la stanza. "Selene mi prese e mi portò in questa camera."

Sylvia osservava con attenzione, ascoltando ogni parola di Aisha mentre esplorava la stanza con lo sguardo. Era un luogo imponente, reso ancora più inquietante dal silenzio che lo pervadeva.

Aisha si avvicinò al letto e lo toccò con la mano, come se volesse ricongiungersi con quel momento passato. "Mi sono svegliata qui, su questo letto, e ho visto Selene. Lei mi disse che doveva nutrirsi. Io ero debolissima, ma per fortuna avevo la connessione con Adamas. Riuscì a darmi una carica di energia fortissima. Ho finto di essere ancora debole, di svenire... e in quel momento arrivò anche Kain. Appena Selene si avvicinò per mordermi, la spinsi via e scaricai l'energia del Dono prima su di lei, poi su Kain. Li distrussi in pochi secondi e subito dopo andai da Kalki."

Sylvia ascoltava in silenzio, affascinata e al contempo turbata. Dopo un momento di riflessione, decise di rompere il silenzio con una domanda che le ronzava in testa. "Era bella, Selene?"

Aisha annuì, un lieve sorriso sulle labbra. "Naturalmente, era bellissima. Ma quella bellezza nascondeva un'anima completamente corrotta. Non avevano niente di buono in loro, né Selene né Kain."

Sylvia si avvicinò al letto, dove Aisha si era appena seduta, lasciandosi cadere sul materasso. "Non riesco a immaginare quanto sia stato difficile per te."

Aisha si sdraiò lentamente sul letto, in perizoma, chiudendo gli occhi. "Vedi, Sylvia, ero proprio così, svenuta. Se ti avessi conosciuto allora, avrei desiderato che fossi venuta tu a svegliarmi."

Sylvia, con dolcezza, si avvicinò ad Aisha, il suo sguardo carico di emozione. "Sarei corsa da te senza pensarci due volte."

Aisha, con un sorriso malizioso, continuò a fingere di essere svenuta, lasciando che Sylvia la toccasse delicatamente. Sylvia, affettuosamente, accarezzò il viso di Aisha, scendendo lungo il suo corpo, studiando ogni dettaglio con una tenerezza che traspariva da ogni gesto.

"Mi chiedo se ti rendi conto di quanto tu sia bella," sussurrò Sylvia, continuando a carezzarla.

Aisha, trattenne un sorriso, godendosi ogni istante delle attenzioni di Sylvia. Dopo un po', decise di aprire gli occhi, il suo sguardo incontrò quello di Sylvia, e nel silenzio della stanza si sentiva solo il suono dei loro respiri.

"Mi piace quando mi tocchi," disse Aisha con un tono dolce e sincero.

Sylvia sorrise, avvicinandosi per baciarla sulle labbra. "Mi piace essere io quella che ti sveglia," rispose con un sussurro, posandosi su di lei, il loro contatto era naturale e carico di affetto. Il bacio, intenso e passionale, racchiudeva tutte le emozioni e le esperienze condivise, un momento che suggellava la loro connessione profonda.

Sylvia si girò sul fianco, guardando Aisha con un'espressione di sincera preoccupazione mista a emozione. Le sue mani tremavano leggermente mentre ricordava ciò che era accaduto prima ad Akilion.

"Aisha, non è stato facile... Quando ho visto le tre entità sopra di te, mi sono sentita come se il mondo mi stesse crollando addosso. Tu eri lì, priva di sensi, completamente indifesa... Ero terrorizzata. Tutte le mie paure si sono riversate in quel momento. Ho pensato che avrei potuto perderti. Il panico mi ha invaso, ma allo stesso tempo... qualcosa dentro di me si è acceso."

Aisha la osservava intensamente, ogni parola di Sylvia risuonava profondamente in lei. "Cosa hai sentito esattamente, Sylvia? Cosa ti ha spinto a usare il dono in quel modo?"

Sylvia sospirò profondamente, cercando di mettere in parole l'ondata di emozioni che aveva provato. "All'inizio, è stato il terrore puro. Vedere quelle entità su di te, e sapere che eri in pericolo... mi ha fatto sentire impotente. Ma poi è cambiato qualcosa. Era come se tutta la mia paura si fosse trasformata in una forza incontenibile. Ho sentito una fiamma ardere dentro di me, una volontà ferrea di proteggerti a ogni costo. Era come se il dono fosse lì, in attesa di essere liberato, e il pensiero di perderti era la chiave che lo ha scatenato."

Aisha annuì lentamente, la sua mano si mosse automaticamente a sfiorare la testa, il punto in cui aveva battuto durante la caduta. "E poi, cosa è successo?" chiese, la sua voce era un sussurro, carica di emozione.

"Ho sentito un’esplosione di energia, Aisha. Non avevo mai provato nulla di simile prima. Ho visto le entità sopra di te e, senza pensarci, ho rilasciato il dono. Non c’era tempo per la paura o il dubbio, c’era solo una necessità disperata di salvarti. Ho puntato tutto su quel momento, come se la mia vita stessa dipendesse da te. Ho sentito il potere attraversarmi, una furia implacabile che ha polverizzato quelle entità in un istante. E poi... poi è arrivata la vampira."

Sylvia si fermò, il ricordo era ancora vivido e crudo. Aisha la guardava senza interromperla, la mano ora si posava sulla sua guancia, un gesto rassicurante e intimo.

"Quando ho visto l’entità, c’era una parte di me che era già pronta a combattere, ma un'altra... un'altra parte era ancora terrorizzata. Ma poi ho pensato a te, al fatto che eri lì, indifesa, e non potevo permettere che ti accadesse nulla. Tutta quella paura si è trasformata in rabbia, in una forza distruttiva che ho incanalato attraverso il dono. Non sapevo di essere capace di tanto. Ho visto l’entità avvicinarsi, e ricordo solo di aver alzato la mano, sentendo l'energia fluire come una tempesta. E l'ho distrutta. In pochi istanti, il paese era vuoto... e tu eri salva."

Aisha non disse nulla per un momento, lasciando che le parole di Sylvia riempissero il silenzio. Poi, con una dolcezza che raramente mostrava, si lasciò cadere sul letto, tirando Sylvia con sé. "Sylvia, quello che hai fatto oggi... mi hai salvato la vita. E l'hai fatto con una forza e una determinazione che mi hanno lasciato senza parole. Non ho più niente da insegnarti, perché oggi hai dimostrato di essere pronta, molto più di quanto io potessi immaginare."

Sylvia si avvicinò a lei, i loro volti vicinissimi. "Ero così spaventata, Aisha. Ma sapere che eri in pericolo... mi ha fatto capire quanto sei importante per me. Non potevo permettere che ti accadesse nulla. Avrei fatto qualsiasi cosa per proteggerti."

Aisha sorrise, avvicinando lentamente le labbra a quelle di Sylvia. "E ci sei riuscita, Sylvia. Mi hai protetta, e l'hai fatto splendidamente."

Le loro labbra si incontrarono in un bacio profondo e appassionato, un gesto che racchiudeva tutte le emozioni, la paura, la forza e l’amore che avevano vissuto insieme in quelle ultime ore. Le loro mani si cercarono, si trovarono, e rimasero unite mentre si perdevano l'una nell'altra.

Aisha sentiva il peso caldo di Sylvia sopra di lei, il contatto delle loro pelli elettrizzante, avvolto in un’intensità che faceva vibrare l’aria attorno a loro. Sylvia respirava velocemente, il suo corpo teso e pronto, ma c’era un fremito di esitazione nei suoi occhi. Aisha la guardava con desiderio, i loro sguardi si intrecciavano in un tacito accordo, un misto di fiducia e desiderio che superava ogni parola.

Con un movimento lento ma determinato, Aisha fece scivolare le sue dita sotto il perizoma di Sylvia, Sylvia sussultò leggermente al tocco, un gemito soffocato che le sfuggì dalle labbra. Aisha sorrise, godendo della reazione che riusciva a evocare in lei.

"Sylvia," mormorò Aisha, la sua voce bassa e avvolgente, "sei così bella quando ti lasci andare... Voglio sentire ogni parte di te."

Sylvia non rispose con parole, ma il suo corpo parlava per lei. Si mosse sopra Aisha, i fianchi che seguivano il ritmo dettato dalle dita di Aisha, che ora si muovevano più velocemente, più profondamente, portandola sempre più vicina a quel confine tra piacere e estasi. Sylvia ansimava, la sua testa si inclinava all’indietro mentre sentiva una marea di sensazioni travolgerla.

Gli occhi di Sylvia cominciarono a brillare di un rosso intenso, i suoi denti canini si allungarono mentre l'istinto della vampira prendeva il sopravvento. C'era un desiderio primordiale, una sete che si mescolava al piacere, creando una fusione perfetta tra amore e potere. Aisha, sentendo quel cambiamento, spinse le sue dita ancora più a fondo, con una mano che scivolava sensualmente lungo la schiena di Sylvia, insinuandosi sotto l'elastico del perizoma, tirandola più vicina.

"Mordimi, Sylvia... ti prego, mordimi," sussurrò Aisha, la sua voce era carica di desiderio, ogni parola un invito a unire i loro corpi in un atto che andava oltre il semplice piacere fisico.

Sylvia non poté resistere. La sete, il desiderio, e l'amore per Aisha si fusero in un impulso irrefrenabile. Affondò i suoi denti nel collo di Aisha, penetrando la sua pelle con un morso che era al contempo dolce e feroce. Il sangue caldo e intenso di Aisha esplose nella bocca di Sylvia, e con esso una connessione profonda, quasi mistica, si accese tra loro. Aisha gemette, un suono gutturale, pieno di piacere. Il suo corpo tremò mentre le sue mani, ormai senza forza, scivolarono lentamente via dal corpo di Sylvia, cadendo inerti sul letto.

Mentre Sylvia si nutriva di lei, Aisha sentì un’onda di oscurità luminosa avvolgerla, un confine tra coscienza e estasi che la portò a sprofondare dolcemente nell'incoscienza. Ma non c’era paura, solo un senso di completa soddisfazione, sapendo di essersi data completamente a Sylvia, il suo corpo e la sua anima ora parte di un legame indissolubile.

Il bacio del vampiro era l’ultimo atto di amore e devozione, un sigillo che univa i loro destini per sempre. E mentre Aisha chiudeva gli occhi, cullata da quella dolce oscurità, un sorriso di pura beatitudine rimase sul suo volto, riflettendo la perfetta fusione tra piacere e amore, tra luce e tenebra.

Sylvia si staccò lentamente da Aisha, giusto quel tanto da poterla osservare. Ogni dettaglio del corpo di Aisha era un'opera d'arte, un insieme di bellezza e vulnerabilità che la lasciava senza fiato. Il perizoma che era rimasto storto dopo la loro passione, le braccia inerti che giacevano in una posizione casuale, il seno nudo che si alzava e abbassava dolcemente con il respiro, la bocca lievemente aperta, il sangue che ancora macchiava le sue labbra, gli occhi chiusi e la testa leggermente inclinata. Ogni cosa in quella scena parlava di una bellezza che andava oltre il semplice aspetto fisico.

Sylvia sentì una stretta al cuore, una commozione profonda nel vedere Aisha così. C'era qualcosa di sacro e potente in quel momento, qualcosa che Aisha aveva sempre saputo, e che lei stessa ora iniziava a comprendere. Aisha aveva avuto ragione: qualcosa di grande stava per accadere. Il loro legame si era intensificato, rafforzato in un modo che Sylvia non avrebbe mai immaginato. Era come se tutte le parole di Aisha, quelle che parlavano di un destino imminente, fossero finalmente chiare.

C'era una ragione se Aisha aveva voluto allontanarsi da tutti, se aveva desiderato che fossero sole, in attesa di quel qualcosa di sconosciuto che stava per manifestarsi. In quel silenzio, in quella solitudine, Sylvia capì il valore di quel momento. Ogni fibra del suo essere sentiva l’importanza di ciò che stavano vivendo insieme, una connessione che trascendeva il tempo e lo spazio.

Mentre la guardava, Sylvia non poté fare a meno di lasciarsi travolgere da quell'emozione. Senza toccarla, si limitò ad osservare Aisha, imprimendo ogni dettaglio nella sua memoria. Poi, con una dolcezza infinita, allungò una mano e la accarezzò, il contatto delle sue dita leggero come una piuma sulla pelle di Aisha. Si chinò su di lei e le baciò le labbra, delicatamente, come se quel gesto fosse un sigillo sul loro legame, una promessa silenziosa di amore eterno.

E così attese. Attese che Aisha si risvegliasse, sapendo che quel momento era solo l'inizio di qualcosa di molto più grande, qualcosa che avrebbe cambiato per sempre il corso delle loro vite. Ma per ora, c'era solo quel silenzio pieno di significato, quella quiete che parlava di amore, di fiducia, e di un destino che le attendeva.

La Rosa di Sylva

Aisha riemerse lentamente dall’oscurità, i suoi occhi fissi sul soffitto come se cercassero di decifrare l’immensità di ciò che avevano appena vissuto. Con un filo di voce, sussurrò, "Dio...", un’esclamazione che racchiudeva in sé tutto lo stupore e la meraviglia per l’esperienza trascendente. Per un attimo, chiuse di nuovo gli occhi, quasi volesse tornare in quello stato di grazia, ma poi li riaprì, e un sorriso si fece strada sulle sue labbra, carico di consapevolezza.

Sylvia, al suo fianco, sentì che quel momento era sacro, unico, e che qualcosa di incommensurabile stava per accadere. Aisha si sollevò con lentezza, senza mai staccare gli occhi da Sylvia, e con una voce ferma ma carica di emozione, disse, "Vieni, Sylvia, non ha senso aspettare oltre." Le prese la mano con una delicatezza che parlava di anni di fiducia e complicità, conducendola verso il grande salone dove avevano lasciato il borsino.

Aisha si fermò, aprì la borsa e ne estrasse un piccolo contenitore, antico e prezioso, che sembrava pulsare di una vita propria. Con un gesto intimo, sistemò il proprio perizoma e poi fece lo stesso con Sylvia, come un rituale che suggellava la sacralità di quel momento. Le loro mani si sfiorarono, e i loro sguardi si incrociarono in un silenzio carico di promesse, prima che si scambiassero un bacio, dolce e profondo, un sigillo di ciò che stavano per condividere.

Con una solennità che non ammetteva esitazioni, Aisha aprì il contenitore, e immediatamente una luce intensa e rossa esplose fuori, avvolgendo l’ambiente in un calore che non bruciava, ma che vibrava di un’energia pura, primordiale. Al centro di quella luce si ergeva una rosa infiammata, ogni petalo ardente come una scintilla di vita. Ogni scintilla brillava di un nome, un nome di sorella, di compagna di destino. Tra tutte, una scintilla rifulgeva con intensità suprema, illuminando il nome "Sylva, figlia di Brahma, sorella di Aisha e di tutte le altre scintille."

La rosa si sollevò lentamente, fluttuando nell’aria come guidata da una forza inarrestabile, fino a raggiungere l’altezza degli occhi di Aisha. Per un istante, sembrò inchinarsi, come in un gesto di ringraziamento verso colei che l’aveva protetta e custodita. Poi, con una grazia inesorabile, la rosa seguì il suo cammino, fondendosi con la scintilla di Sylvia, penetrando profondamente nel suo cuore.

La Trasformazione di Sylvia

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In quel momento, Sylvia si trasformò. Alzò lo sguardo verso il cielo, le braccia spalancate, mentre una forza divina si riversava in lei. I suoi occhi si accesero di fuoco, le zanne spuntarono con un fremito selvaggio, e un grido di pura, inarrestabile potenza risuonò nel salone, scuotendo l’aria, una potenza che Aisha non aveva mai visto né immaginato.

Aisha, spettatrice estasiata, fu colta da un’ondata di emozione travolgente. Mai prima di quel momento aveva visto un tale potere concentrarsi in una sola creatura, mai aveva assistito a una fusione così perfetta e totale. Sylvia, o meglio, Sylva, come era stata battezzata dal dio Brahma, ora irradiava il mondo con la sua luce. Vide ogni singola vita passata, tutte le sue sorelle, e soprattutto vide sé stessa e Aisha unite da un legame che sfidava il tempo e lo spazio. E in quel momento capì, con una certezza assoluta, che qualcosa di magnifico e inarrestabile stava per accadere.

Nello stesso istante, 244.000 scintille sparse per il metaverso sentirono l’impatto di quella fusione. Ovunque, gli sguardi si sollevarono al cielo, e videro una stella attraversare l’universo, una stella che portava inciso un nome: "Sylva." Alcune scintille svennero, altre si rafforzarono, sentendo crescere in loro una nuova energia. Adamas, lontano ma sempre vigile, sorrise con soddisfazione. Kalki, con il cuore colmo di intuizione, comprese che Sylva era tornata.

Nel Mondo Oscuro, nel Quadrante 4: Illusione, Livia osservò la stella attraversare il cielo, e per la prima volta in secoli, sentì un fremito di speranza. Anche nel monitor infernale di Zadkiel, le sirene iniziarono a suonare, mentre un nuovo cerchio rosso apparve, lampeggiante con il nome "Sylva." Zadkiel, colto da un terrore profondo, si sentì per la prima volta sopraffatto dall'inevitabile.

La stella continuò il suo viaggio, attraversando Land’s End, visibile a tutti. Nel suo bagliore, un messaggio chiaro: "Sylva." La stella si diresse verso il santuario, dove il Baro e il vecchio lupo bianco si scambiarono uno sguardo colmo di comprensione. Il Baro sorrise, e il lupo ululò in segno di rispetto e gioia. Selene, Milhen, Kalki, Amara si presero per mano, e il santuario si illuminò. Dalla teca, una fiamma si accese, e nelle grotte di Emphatia, Soleh vide la fiamma alzarsi e intensificarsi, mostrando per un solo impercettibile istante la porta di Emphatia.

Nel quadrante 7, all’inizio del Mondo Oscuro, nelle stanze del castello di Veloria, Aisha fu testimone di qualcosa di straordinario. Le forze dell'universo si stavano muovendo, e lei sentiva che la responsabilità di tutto ciò ricadeva anche su di lei. Si sedette per non svenire, sopraffatta da quella visione. Sylvia, o Sylva, abbassò lentamente le braccia, il suo potere ora totalmente integrato in lei. Si voltò verso Aisha con un sorriso pieno di gratitudine.

"Grazie, Aisha," disse con voce ferma. "Grazie. Questo è tutto merito tuo. Hai creduto in me quando nemmeno io ci credevo."

Aisha, con gli occhi colmi di lacrime, rispose con un sorriso tenero e pieno d'amore. "Non c’è niente che non farei per te, Sylvia. Sei più di quanto avrei mai potuto sognare."

Le due si avvicinarono, e senza bisogno di altre parole, si fusero in un bacio che racchiudeva tutto, un bacio che sigillava il loro destino, un destino che, da quel momento, nessuna forza nell’universo avrebbe mai potuto spezzare.

Una Nuova Consapevolezza

Aisha si sentiva travolta da un'ondata di emozioni che non riusciva più a contenere. Le lacrime scendevano copiose, vere, piene di singhiozzi che le scuotevano il petto. Tra un singhiozzo e l’altro, balbettava il nome di Sylvia, poi si correggeva con voce spezzata, "Sylva… Sylvia… Sylva… dimmelo tu, con quale nome devo chiamarti?" Le lacrime continuavano a scendere mentre parlava, la voce tremante, "Comunque… io… io non ho più niente da insegnarti, il tuo training è ufficialmente finito. Ecco, l’ho detto… Se vuoi, ti riporto dagli altri, al santuario."

Sylvia si avvicinò lentamente, le lacrime di Aisha le toccavano il cuore. Le prese le mani e poi la strinse in un abbraccio caldo e pieno d’amore, come per trasmetterle tutto il suo affetto e gratitudine. "E se ti dicessi che va bene così? Andiamo al santuario e facciamo festa? Mi ci porteresti?"

Aisha annuì, cercando di riprendere il controllo, ma Sylvia continuò, la sua voce ferma e carica di convinzione. "Aisha, quello che mi hai detto è vero, ma c’è altro che dobbiamo fare. Tra pochi giorni, qualcosa di importante accadrà al castello di Barlow, e accadrà a te. Ora sono io che vedo qualcosa che tu non sai. Il nostro futuro non è andare al santuario a festeggiare… non ancora. Siamo destinate a qualcosa di grande, e lo faremo insieme, io e te."

Aisha la guardò, ancora sorpresa, "Immagino che non mi dirai cosa succederà…"

Sylvia scosse la testa, con un mezzo sorriso, "No, non te lo dirò perché non lo so con certezza. Lo immagino, ma non lo so. Vedi, in questo potere si può vedere il passato, ma anche intuire i possibili futuri. E in uno di questi futuri, ho visto qualcosa di meraviglioso, qualcosa che riguarda te, ma non solo te… anche me. O meglio, noi."

La voce di Sylvia era dolce ma risoluta. "Stasera e domani ci fermeremo qui, ma dopodomani dobbiamo andare al castello di Barlow. È lì che succederà."

Aisha restò in silenzio, senza parole, il peso della rivelazione le fece sentire come se si trovasse di fronte a una di quelle sliding doors che ti cambiano la vita. Un sorriso incerto le si fece largo sul volto, mentre cercava di fare i conti con questa nuova realtà. "Come dici sempre tu, Sylvia… ah… Sylvia, svengo!" esclamò con un tono volutamente drammatico, lasciandosi cadere per terra con un sorriso stanco ma pieno di ironia.

Restò lì, sul pavimento, con gli occhi chiusi e un’espressione di finta debolezza. Aisha non voleva affrontare altro in quel momento, voleva solo un po’ di pace, di sollievo. Sollevò leggermente la testa e con un tono giocoso disse, "Beh, mi porti a letto o devo restare qui? Non vedi che sono svenuta? Ho bisogno di te!"

Sylvia sorrise, le si avvicinò, e con una dolcezza infinita la prese tra le braccia. "Non ti lascerò mai, Aisha. Andiamo." E insieme, si incamminarono verso la stanza, pronte ad affrontare il destino che le attendeva, un passo alla volta, insieme.

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