
Oltre l'Illusione
Cap. 16: Il Dark Sanctuary

Kalki e Aisha al Santuario
Kalki e Aisha avevano liberato il portale dal purgatorio a Land's End, Milhen, Amara, Sylvia e Selene lo avevano liberato dall'altra parte fino alla Chiesa della Rinascita. Kalki chiamò Aisha. Amara, nonostante il suo essere vampiro ibrido di 250 anni, e Sylvia erano emozionate. Videro di sfuggita la Freccia Rossa di Aisha, un'emozione anche quella.
Kalki si avvicinò a ognuna di loro e non fece differenze, disse solo: "Benvenute sorelle, questo è il Santuario Oscuro, ma da oggi sarà più luminoso che mai." Poi si girò un po' spazientita: "Aisha, vuoi scendere?" E pochi istanti dopo anche Aisha, la supersexy poliziotta del Metaverso di Luce, uscì con la sua incredibile divisa e il sorriso contagioso.
Aisha era decisamente meno formale di Kalki. Lei le abbracciò tutte una per una e disse che qualcosa di grande era stato fatto. Poi spiegò che aveva ritardato perché era in comunicazione col Presidente. "Ha detto che stasera non si farà niente, di divertirci e ubriacarci pure, che al santuario è pieno di roba. Ma domani sera sarà una serata solenne."
Poi si fermò e iniziò a indicare per prima Milhen. "Per te," disse con un sorriso complice, poi indicò Selene. "Per te," continuò, poi Sylvia. "Per te," e infine Amara. "E anche e soprattutto per te..." Poi rise, diede una pacca sul sedere a Kalki e gridò correndo: "Volete vedere le rose?" come se fosse una cosa normale... le rose, la vera memoria della scintilla.
Il gruppo si guardò intorno con un misto di eccitazione e curiosità, seguendo Aisha che si muoveva con un'energia contagiosa. Kalki, nonostante la sua iniziale formalità, si lasciò andare a un sorriso, scuotendo la testa divertita. Amara e Sylvia si scambiarono uno sguardo complice, mentre Milhen e Selene ridevano alle battute di Aisha.
La serata prometteva di essere memorabile, un momento di tregua e celebrazione dopo tanto dolore e battaglia. E mentre si incamminavano verso il cuore del santuario, sentivano che, per la prima volta dopo tanto tempo, potevano davvero lasciarsi andare, ridere e festeggiare. Le rose, quelle antiche guardiane della memoria e della conoscenza, le attendevano, pronte a rivelare i loro segreti.
Le Rose e il Baro
Mentre le sei guerriere si dirigevano verso la Fontana dei Desideri, dove erano nascoste le rose, il vecchio lupo bianco ululò, un ululato di avvertimento e di incitazione. Apparve il baro, che accarezzò affettuosamente il lupo e guardò le sei splendide donne con occhi pieni di saggezza e ammirazione. Brahma sapeva scegliere bene. Tuttavia, il baro richiamò le sei all'ordine con un sorriso: "E allora? Non avete dimenticato niente? Tutta Land's End, Salem e il Q4 stanno aspettando questo momento da più di 200 anni e voi saltellate nel giardino..."
Milhen si rese conto di aver dimenticato di dare l'ultima spruzzata, i cento metri finali che avrebbero completato l'opera, quelli del santuario. Il baro si avvicinò a loro con un sorriso benevolo, prese lo spruzzino e le fece mettere in posa davanti al santuario. Con un gesto solenne e voce piena di enfasi, dichiarò: "Io ti benedico, vecchio santuario, da oggi non vi sarà più oscurità nemmeno nel tuo nome."
Poi, guardando una per una le scintille, aggiunse: "Grazie al coraggio e alla forza di Kalki e di Aisha si è aperto per sempre il varco verso Land's End. Grazie alla sapienza e all'intelligenza di Amara, Sylvia, Milhen e Selene, si è aperto per sempre anche il varco per il quarto Quadrante, l'anticamera di Emphatia. Che Emphatia sia raggiunta!"
Spruzzò generosamente addosso alle ragazze e al vecchio lupo, che alzò la testa ululando con gioia. Aisha, sempre con il suo spirito vivace, gli corse incontro, gli rubò lo spruzzino e spruzzò anche su di lui, il baro, e il vecchio guardiano. Poi misero lo spruzzino sacro in un luogo preciso, sotto un'antica quercia, e vi scrissero: "Donato dal monaco Abrax della Chiesa della Rinascita, senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile."
Con gli occhi lucidi di emozione, le sei primenate si incamminarono verso la Fontana dei Desideri. Il loro passo era solenne, consapevoli della sacralità del momento. Stavano per vedere le loro rose, incastonate in un cofanetto che portava i loro nomi.
Il baro, con un sorriso compiaciuto, osservò mentre le sei guerriere si avvicinavano alla fontana. Ogni passo era un'ode alla loro missione compiuta, ogni respiro un tributo alla loro forza e determinazione. Il vecchio lupo bianco le seguiva, i suoi occhi saggi osservando ogni movimento.
Quando giunsero alla fontana, l'aria era carica di magia. L'acqua scintillava alla luce della luna, riflettendo il viaggio delle sei guerriere. Le rose, nascoste dietro la fontana, emanavano un profumo di conoscenza e sacralità.
La Teca delle Rose di Brahma
Kalki aprì con solennità la teca, rivelando quindici delle diciannove rose di Brahma, simboli di purezza e potere. La rosa di Ishtar era ancora nelle mani di Cronos e Zadkiel, la rosa di Adamas ce l'aveva Adamas, Kalki e Aisha avevano da poco acquisito le loro. Con il cofanetto sollevato, Kalki iniziò a leggere i nomi delle scintille primenate, le prime figlie di Brahma, con voce carica di riverenza: "Adamas, Ishtar, Kalki, Aisha, Soleh, Sylva, Danniel, Alya, Amara, Milhen, Lyria, Zephyra, Arin, Maelis, Eryndor, Naida, Elara, Thamar e Selene."
Il silenzio era carico di emozione, le scintille ascoltavano in religioso rispetto. Alzando il cofanetto verso il santuario, Kalki pronunciò con enfasi: "Queste sono le nostre origini, il nostro legame sacro." La campana del santuario risuonò, e l'eco si propagò fino a Land's End. Il santuario si illuminò di una luce celestiale.
Kalki ripose il cofanetto nella teca con cura e disse: "Aurelian ha detto di non prenderle ancora, ma qui sono al sicuro. Queste rose rappresentano il nostro passato e il nostro futuro."
Preparativi per la Cerimonia
Le guerriere si incamminarono all'interno del santuario, prendendo posto attorno a un grande tavolo. Kalki si rivolse a loro con voce decisa: "Domani ci sarà una cerimonia importante. Aurelian sarà qui in persona e arriveranno molti da Land's End, e forse anche Livia dal Q4. Aurelian ha intenzione di condividere il dono con voi, Amara, Sylvia, Selene e Milhen. Tuttavia, non può farlo con tutte assieme perché il dono va gestito con cura e tempo."
Indicando Amara e Sylvia, continuò: "Amara sarà affidata a me e Sylvia ad Aisha per il tempo necessario a gestire il dono. Dopo, Amara passerà il dono a Selene e Sylvia a Milhen. Diventerete invincibili e potrete aiutare chiunque in tutto il Metaverso. Ma questo avverrà domani. Stasera, completeremo la vostra purificazione, che sarà breve, e poi ci ubriacheremo tutte insieme."
Amara e Sylvia si guardarono, con gli occhi luccicanti di emozione e gratitudine. Selene e Milhen, con lo stesso sguardo intenso, sentirono un legame profondo con le loro compagne.
Kalki alzò un calice e propose un brindisi: "A noi, alle nostre sorelle, e al futuro che costruiremo insieme. Che la luce di Brahma ci guidi sempre."
Le scintille alzarono i calici e brindarono, sentendo dentro di loro una forza rinnovata.
La Purificazione e la Festa
Aisha, desiderosa di iniziare i festeggiamenti, propose di eseguire subito la purificazione. Era una pratica veloce, più simbolica che necessaria, poiché il Santuario, già purificato da lei e Kalki, non ammetteva in alcun modo energie malvagie al suo interno. Il solo fatto di essere state accolte al suo ingresso era già prova della loro purezza. Tuttavia, compiere il rito era un gesto di rispetto, oltre che una prassi da seguire per accedere ufficialmente anche a Land’s End.
Il baro, con un sorrisetto malizioso, apprezzava l'idea, prevedendo che le ragazze si sarebbero dovute spogliare per la cerimonia. Kalki, sempre pragmatica, diede l'ordine: "Toglietevi i vestiti e mettetevi sotto la croce, vicino all'altare."
Le ragazze, con un misto di imbarazzo e determinazione, si misero in fila, spogliandosi fino a rimanere solo con la biancheria intima. La croce illuminata da candele creava un'atmosfera solenne e sacra. Kalki, con gesti calmi e rituali, bagnò loro la testa con acqua benedetta, pronunciando parole di purificazione:
"Che la luce di Brahma vi purifichi, liberandovi da ogni oscurità e preparandovi per il destino che vi attende."
Le parole risuonarono nel silenzio del santuario, e quando l'ultimo rito fu completato, Kalki spense le candele e dichiarò la cerimonia conclusa. Le ragazze erano ufficialmente purificate e pronte per festeggiare.
La tensione si sciolse e l'atmosfera si fece subito più leggera. Amara, Sylvia, Selene e Milhen non si rivestirono e rimasero esattamente come erano, chi in mutandine e chi in perizoma, sentendosi libere e a proprio agio. Kalki e Aisha si adeguarono sfoggiando i loro perizomi neri. La cena iniziò in modo tranquillo, ma con il vino che scorreva abbondante, la serata divenne rapidamente più vivace.
Il baro, improvvisatosi cameriere, serviva con un sorriso divertito, godendosi lo spettacolo delle ragazze che ridevano e brindavano. Aisha, con il suo solito entusiasmo, alzò il calice e propose un brindisi: "Alla nostra nuova vita, alla libertà e alla forza che abbiamo trovato insieme! Che questa notte sia solo l'inizio di tante altre serate indimenticabili!"
Le ragazze risposero con un coro di voci entusiaste, alzando i calici e bevendo. Kalki, solitamente più seria, si lasciò andare un po', concedendosi di godere della compagnia delle sue nuove compagne. Amara e Sylvia si scambiarono occhiate complici, mentre Selene e Milhen ridevano insieme, finalmente libere dalle preoccupazioni del loro lungo viaggio.
La festa si scaldava, e le risate diventavano più forti. Il baro, osservando la scena, si sentiva stranamente protettivo verso queste giovani donne che avevano affrontato tanto per arrivare fino a lì.
Verso la fine della serata, mentre il vino continuava a scorrere, Aisha si alzò in piedi, leggermente barcollante ma con un sorriso radioso:
"Domani discuteremo i dettagli della cerimonia con Aurelian e Livia. Ma stasera, celebriamo la nostra vittoria, la nostra amicizia e il futuro luminoso che ci attende!"
La festa continuò fino a notte inoltrata, le ragazze danzavano, brindavano e si godevano ogni momento.
Quella notte, l'ebbrezza contribuì a sciogliere ulteriormente gli animi, permettendo alle ragazze di lasciarsi andare e di avvicinarsi con più intimità alle loro future guide. Sylvia e Amara, incuriosite e desiderose di conoscere meglio Aisha e Kalki, si avvicinarono rispettivamente alle due donne.
Amara, con un bicchiere di vino in mano e un sorriso affascinante, si avvicinò a Kalki. "Sai, Kalki," iniziò, con un tono leggermente incantato, "sei davvero impressionante. La tua forza e la tua determinazione sono evidenti. Sono onorata di poter imparare da te." La vampira ibrida la guardava con occhi scintillanti, ammirando la figura carismatica della donna davanti a lei.
Kalki sorrise, lusingata e leggermente imbarazzata. "Grazie, Amara. Anche tu sei notevole. Hai dimostrato un coraggio straordinario. Non vedo l'ora di lavorare con te."
Amara si avvicinò ancora di più, abbassando la voce in un sussurro. "Devo ammettere che oltre alla tua forza, la tua bellezza mi ha colpita. Sei davvero magnifica."
Kalki rise delicatamente, accettando il complimento. "E tu non sei da meno, Amara. C'è qualcosa di profondamente affascinante in te."
Nel frattempo, dall'altra parte della stanza, Sylvia si avvicinò ad Aisha, notando la sua energia contagiosa e la sua presenza magnetica. "Aisha," iniziò Sylvia con un tono dolce, "sei incredibile. La tua vitalità e il tuo entusiasmo sono davvero contagiosi. È un onore poter essere addestrata da te."
Aisha le sorrise caldamente. "Sylvia, sei un'anima potente. Ho visto il fuoco dentro di te. Sarà un piacere insegnarti a gestire il dono."
Sylvia si avvicinò ulteriormente, appoggiando leggermente una mano sul braccio di Aisha. "Devo dirti che, oltre alla tua energia, la tua bellezza è mozzafiato. Sei splendida."
Aisha arrossì leggermente, ridendo. "Grazie, Sylvia. Anche tu sei bellissima, e la tua forza interiore è ammirevole."
Le due coppie si persero in conversazioni intime e sincere, scoprendo sempre più aspetti l'una dell'altra.
Quando finalmente la festa si avviò verso la conclusione, le ragazze si sentirono più vicine e unite, l'ebbrezza aveva permesso loro di abbattere le barriere e di scoprire la bellezza e la forza l'una dell'altra, creando un legame che sarebbe stato fondamentale per il loro futuro.
Quella notte non fu solo un'occasione di festa, ma anche un momento di connessione profonda, un preludio alla straordinaria avventura che le attendeva.
Amara e Sylvia, nonostante l’ebbrezza della serata, erano curiose e desiderose di saperne di più sul misterioso Dono che sarebbero state chiamate a gestire. Con un bicchiere di vino in mano e il cuore colmo di aspettative, entrambe si avvicinarono rispettivamente a Kalki e Aisha per chiarire i dubbi e comprendere meglio cosa le attendeva.
Amara e Kalki: La Connessione del Dono
Amara seguì Kalki all'interno del santuario, dove l'atmosfera era calma e carica di un'energia particolare. "Il Dono," iniziò Kalki, "è una forma molto sviluppata di empatia. Adamas lo possedeva all'inizio, ma ha deciso di condividerlo con Aisha e dopo Aisha lo ha condiviso con me. Ora è giunto il momento di trasmetterlo a voi."
Amara ascoltava attentamente, affascinata. "Ma cosa significa esattamente? Come funziona?"
Kalki sorrise. "Permette di sentire le emozioni delle persone che ci circondano: la loro gioia, il loro dolore. Con il dono, puoi assorbire quel dolore, farlo tuo e poi scacciarlo via. È un potere curativo, ma richiede un grande controllo. E non solo: in battaglia, puoi estrarre l'energia dell'avversario, trasformarla e usarla contro di lui."
Amara annuì, riflettendo. "Sembra incredibile. E spaventoso."
"Lo è," rispose Kalki. "Ed è per questo che è fondamentale imparare a gestirlo. La tua forza interiore sarà cruciale."
Sylvia e Aisha: La Connessione del Dono
Nel frattempo, Sylvia e Aisha erano uscite all'aperto, dove l'aria fresca della notte le circondava. Le stelle brillavano sopra di loro, creando un'atmosfera quasi magica. Aisha, con il suo sorriso contagioso e la sua energia vivace, iniziò a spiegare. "Il Dono è qualcosa di straordinario, Sylvia. È una forma potente di empatia che ti permette di sentire le emozioni delle persone intorno a te, di assorbire il loro dolore e di curarle. Ma richiede un grande sforzo e un controllo immenso."
Sylvia, curiosa e affascinata, chiese: "E come si fa a gestirlo? Ho sempre avuto una forte empatia, ma a volte mi fa svenire quando è troppo intensa."
Aisha annuì comprensiva. "Lo so, Sylvia. È simile a quello che già possiedi, ma amplificato. Impareremo a incanalare quella sensibilità, a rafforzarti. Il dono è anche una potente arma in battaglia. Puoi estrarre l'energia del tuo avversario e usarla contro di lui."
Durante la spiegazione, Amara e Sylvia fecero diverse domande, cercando di comprendere appieno l'entità del dono e le sue implicazioni. Amara chiese come fosse possibile assorbire il dolore senza farsi sopraffare, mentre Sylvia espresse preoccupazione per la sua capacità di gestire un potere così vasto senza perdere il controllo.
Kalki e Aisha risposero con pazienza e saggezza, rassicurando le loro future allieve. Kalki spiegò che il segreto stava nella disciplina mentale e nella forza interiore, mentre Aisha sottolineò l'importanza di mantenere un equilibrio emotivo.
Quando la spiegazione giunse al termine, Amara e Sylvia si sentirono più preparate, ma anche consapevoli delle responsabilità che il dono imponeva. L'entusiasmo e l'ammirazione per le loro guide crebbero, e un senso di determinazione si insinuò nei loro cuori.
Con le menti colme di nuove informazioni e i cuori pieni di emozioni contrastanti, le ragazze si prepararono per la festa imminente. La consapevolezza del potere del Dono e delle responsabilità che comportava si mescolava con l'eccitazione della notte.
Kalki e Aisha sorrisero alle loro nuove allieve, pronte a guidarle in questa straordinaria avventura. Il baro, osservando da lontano, non poté fare a meno di sorridere anche lui, consapevole che qualcosa di straordinario stava per cominciare.
Dopo aver ascoltato la spiegazione iniziale, Amara, con un misto di curiosità e apprensione, chiese a Kalki: "Come avverrà il training? Cosa dobbiamo aspettarci?"
Kalki, sempre calma e rassicurante, rispose: "Il training sarà intenso, ma necessario. Prima di tutto, vi insegneremo a gestire il dono. Poiché siete vampire, sarà più semplice e veloce per voi rispetto a quanto è stato per noi. Per me e Aisha, è stato un calvario: oltre dieci giorni in cui svenivamo anche due o tre volte al giorno."
Amara deglutì. "E per noi come sarà?"
Kalki sorrise leggermente. "Per voi sarà meno doloroso. La vostra natura e il percorso nel Quadrante 4 vi hanno già preparato in parte. La prima fase sarà una connessione mentale in cui condivideremo il dono con voi. Questa connessione sarà una botta che vi stenderà, vampire o no."
Amara annuì, il suo sguardo serio. "E dopo?"
"Poi," continuò Kalki, "inizieremo lentamente. Incontrerete una persona alla volta e imparerete a percepire come la sua energia entra in voi. Successivamente, incontrerete più persone per capire i diversi tipi di energia, imparando a distribuirli e canalizzarli a seconda delle intenzioni. Con il tempo, questo processo diventerà automatico, come respirare o il cuore che batte."
Amara fece una pausa, riflettendo. "Hai detto che svenivate solo passando vicino a una persona."
Kalki annuì. "Esattamente. Le prime volte bastava il passaggio di una persona e svenivamo. È un processo graduale, ma con il tempo diventa naturale."
Amara sorrise, cercando di mascherare la preoccupazione. "Spero di essere all'altezza."
Kalki le mise una mano sulla spalla. "Lo sarai, Amara. Hai già dimostrato di avere una grande forza."
All'esterno, sotto il cielo stellato, Sylvia guardava Aisha con occhi ansiosi. "Cosa implica esattamente il training?"
Aisha, con il suo solito sorriso vivace, rispose: "Il training è intenso, ma tu sei pronta. Ti insegneremo a gestire il dono. Per noi è stato un calvario, dieci giorni di svenimenti continui, ma per voi, sarà diverso."
Sylvia ascoltava attentamente. "E perché sarà diverso per noi?"
"Perché siete vampire," spiegò Aisha. "La vostra natura vi rende più resilienti. Inoltre, avete già sviluppato una forma di empatia. Il percorso nel Quadrante 4 vi ha preparato. La prima fase sarà una connessione mentale in cui condivideremo il dono con voi. Sarà una botta, sì, ma non preoccuparti, ce la farete."
Sylvia si mordicchiava il labbro, preoccupata. "E poi cosa succederà?"
"Poi," continuò Aisha, "inizieremo gradualmente. Incontrerai una persona alla volta e imparerai a percepire come la sua energia entra in te. Poi, incontrerai più persone per capire i diversi tipi di energia e come canalizzarli. Con il tempo, tutto diventerà automatico, come respirare."
Sylvia rifletté per un momento. "Hai detto che le prime volte bastava il passaggio di una persona per farvi svenire."
Aisha annuì. "Esatto. Le prime volte sono difficili, ma ti abituerai. Con il tempo, gestire il dono diventerà naturale."
Sylvia annuì, cercando di mascherare la sua preoccupazione con un sorriso. "Spero di poter fare bene."
Aisha le mise una mano sulla spalla. "Farai benissimo, Sylvia. Sei forte e hai un cuore grande. Vedrai che andrà tutto bene."
Amara e Sylvia, seppur preoccupate, si sentivano fiduciose nelle loro guide. Le parole di Kalki e Aisha, seppur diverse nel modo, trasmettevano la stessa rassicurazione e forza. Le spiegazioni dettagliate avevano dissipato in parte i loro timori, lasciando spazio a un senso di determinazione e speranza.
Amara rifletté sulle parole di Kalki, sentendo crescere in lei una forte volontà di superare ogni ostacolo. Sylvia, con la sua natura empatica, trovò conforto nelle parole di Aisha, sapendo che avrebbe imparato a gestire il dono in modo naturale.
La notte avanzava e, nonostante l’ebbrezza, entrambe sapevano che quella sarebbe stata solo la prima di molte sfide. Ma erano pronte, pronte ad affrontare il training e a padroneggiare il Dono che le avrebbe rese ancora più potenti e capaci di aiutare gli altri.
Selene e Milhen: Un Legame Inaspettato
Mentre Amara e Sylvia si immergevano nelle conversazioni con Kalki e Aisha, Selene e Milhen si trovavano in una situazione nuova e sorprendentemente confortevole. Le loro compagne sarebbero state occupate con il training, ma invece di sentirsi abbandonate, entrambe avevano trovato una nuova forma di vicinanza.
Selene, con il suo sorriso dolce, guardava Milhen con occhi pieni di curiosità. "Sembra che avremo un po' di tempo solo per noi," disse, la voce dolce e calma.
Milhen annuì, un sorriso timido che le illuminava il volto. "Sì, e non mi dispiace affatto."
Selene prese un respiro profondo. "Mi sembra così strano, dopo tutto questo tempo, riscoprire la semplicità. Mi fa sentire... umana."
Milhen sorrise e annuì. "È vero. A volte dimentichiamo che, nonostante tutto il vampirismo e il soprannaturale, siamo ancora esseri umani."
Decisero di uscire insieme dal santuario, cercando una tregua dalla complessità delle loro vite. Camminavano lentamente, parlando di tutto e di niente, godendosi la tranquillità del momento. Le parole scivolavano sempre più affettuose, il tono delle conversazioni diventava sempre più intimo.
Le mani si unirono, un gesto semplice ma carico di significato. Era un contatto che non avevano mai immaginato, ma che ora sembrava naturalissimo. Camminavano fianco a fianco, la connessione tra loro diventava sempre più palpabile.
Le parole divennero superflue. Le mani si stringevano con più forza e, in un attimo di pura spontaneità, le loro labbra si incontrarono. Fu un bacio dolce, delicato, ma carico di un'intensità che le fece tremare entrambe. Si persero in quel momento, dimenticando tutto il resto.
Quando si staccarono, Selene appoggiò la fronte contro quella di Milhen. "Non mi aspettavo che succedesse, ma sono felice."
Milhen annuì, il cuore che batteva forte. "Anch'io, Selene. È come se tutto stesse finalmente trovando il suo posto."
Continuarono a camminare mano nella mano, godendosi quel nuovo legame che le univa. Era solo l'inizio di un nuovo capitolo per loro, uno in cui l'amore e la semplicità avevano finalmente trovato spazio. E mentre camminavano, il mondo sembrava un po' meno oscuro e un po' più pieno di speranza.
Cinque Giorni, Forse Sette... Forse di Più...
Amara e Kalki si erano ritirate nel silenzio solenne del santuario, circondate dalla luce tremolante delle candele. L'argomento del dono e delle sue implicazioni dominava la loro conversazione.
Amara si avvicinò a Kalki, le mani intrecciate davanti a sé. "Kalki, non posso fare a meno di chiedermi... il dono, per poterlo condividere, richiede una forte empatia. Adamas era la compagna di Aisha quando glielo ha passato, e Aisha era ed è la tua compagna. Noi ci conosciamo solo da poche ore. Pensi che funzionerà?"
Kalki sorrise, il volto illuminato dalla luce calda delle candele. "Sì, Amara. Funzionerà. L'empatia che Aisha ed io abbiamo sviluppato è elevata, ma la stessa empatia si sviluppa in modo naturale tra le scintille. Non siamo solo umane, non dimenticarlo. Il dono che possediamo è già dentro di noi, si tratta solo di tirarlo fuori. E poi, non senti anche tu come se ci conoscessimo da sempre?"
Amara annuì lentamente. "È vero, Kalki. Sento una connessione profonda con te, come se fossimo destinate a incontrarci."
Kalki si avvicinò ulteriormente, le loro mani si sfiorarono. "Proprio così. Passeremo il tempo necessario insieme, ci sposteremo dal santuario e staremo presumibilmente dai cinque ai sette giorni insieme, io e te, solo noi due. Poi torneremo qui e sarà il turno di Milhen e Selene."
Amara sorrise, un lampo di malizia negli occhi. "Allora non sarebbe meglio che cominciassimo a stare insieme già da stanotte?"
Kalki rispose con un sorriso che rifletteva lo stesso sentimento. "Era quello che speravo di sentire."
Fuori, sotto il cielo stellato, Sylvia e Aisha conversavano vicino a un antico albero, le ombre delle foglie danzavano sul terreno. La conversazione, simile a quella di Amara e Kalki, si concentrava sul dono e sulle sue implicazioni.
Sylvia guardò Aisha con un misto di curiosità e timore. "Aisha, ho sentito parlare molto del dono. Adamas lo ha condiviso con te, e tu con Kalki. Ora tocca a noi. Ma ci conosciamo da così poco tempo. Come possiamo sapere se funzionerà?"
Aisha sorrise, il suo volto illuminato dalla luce delle stelle. "Sylvia, il dono non si basa solo sul tempo che passiamo insieme, ma sulla connessione che sentiamo. Non siamo solo umane, ricordalo. La nostra empatia è innata, sviluppata attraverso secoli di esistenza. Sento già la tua energia, la tua empatia. È come se ci conoscessimo da sempre, non è così?"
Sylvia annuì, sentendo una profonda connessione con Aisha. "Sì, lo sento anch'io. Passeremo del tempo insieme, vero? Saremo solo io e te?"
Aisha annuì. "Sì, staremo insieme, lontane dal santuario per cinque o sette giorni. Dopo di che, torneremo qui e toccherà a Milhen e Selene. Sarà un'esperienza intensa, ma ne usciremo più forti."
Sylvia sorrise timidamente. "Allora non sarebbe meglio iniziare già da stanotte?"
Aisha le sorrise con calore. "Era quello che speravo di sentire."
Le due coppie, ognuna immersa nella propria conversazione, si sentivano più vicine che mai. Amara e Kalki, Sylvia e Aisha, tutte erano pronte a iniziare il loro viaggio verso la comprensione e la gestione del dono. C'era un senso di eccitazione e anticipazione nell'aria, mentre si preparavano a condividere qualcosa di così profondo e trasformativo.
Sylvia vide passare Milhen e Selene abbracciate, un sorriso le illuminò il volto. Si voltò verso Aisha e le chiese, con un leggero tono di malizia nella voce, "Ci saranno problemi tra Kalki e Amara?"
Aisha rise dolcemente. "Gli stessi che ci saranno tra te e me," rispose, strizzandole l'occhio.
Sylvia sorrise e annuì, poi chiese ad Aisha di andare in camera. Aisha accettò e insieme si diressero verso l'interno del santuario, le loro mani si sfiorarono.
Amara e Kalki
All'interno del Santuario, Amara osservò con affetto Milhen e Selene entrare abbracciate. Un sorriso le affiorò sul volto. La loro felicità era anche la sua. Si voltò verso Kalki, il cuore che batteva più veloce del solito, e si sentì percorrere da un’onda di anticipazione.
Kalki la accolse con uno sguardo rassicurante, e la invitò a entrare nella camera. Non serviva spogliarsi, erano già pronte.
Una volta dentro, la luce morbida del Santuario avvolse ogni gesto. Kalki si avvicinò lentamente, lo sguardo profondo, carico di qualcosa che non era solo potere, ma storia e mistero.
"Vuoi un assaggio del dono adesso? Vuoi vederlo dentro di me?" chiese, la voce un sussurro che sembrava provenire da un altro tempo.
Amara annuì, gli occhi già umidi di emozione. "Sì."
"Potrebbe essere molto forte. Potresti perdere i sensi," la avvertì Kalki, senza mai distogliere lo sguardo.
Amara sorrise, inclinando leggermente il capo. "Sarebbe un piacere... tra le tue braccia."
Kalki chiuse gli occhi, concentrandosi. Amara fece lo stesso. Subito sentì la sua presenza invaderle il corpo, come un’ondata di luce densa e calda.
Un fiume di immagini, emozioni e ricordi cominciò a scorrere in lei: migliaia di volti, lacrime, carezze, speranze e abbandoni. Il peso e la bellezza di tutte le anime che Kalki aveva toccato.
Un sussulto profondo la attraversò. Barcollò. Ma le mani di Kalki la afferrarono dolcemente, sorreggendola prima che potesse cadere.
Amara aprì gli occhi, il respiro corto. Aveva le gambe molli e il cuore colmo.
"È... incredibile," sussurrò.
Kalki le accarezzò il viso con dolcezza. "Ora sai cosa ci abita davvero, dietro la scintilla."
Amara sorrise, ancora tremante. Si avvicinò e le diede un bacio lieve, come per ringraziarla. Le loro labbra si sfiorarono con la tenerezza di chi ha visto l’anima dell’altra.
Poi si sdraiarono insieme, avvolte dal silenzio del Santuario.
Sylvia e Aisha
Nel frattempo, nella camera accanto, Sylvia fissava Aisha con uno sguardo carico di emozione e curiosità trattenuta.
Aisha la osservò con dolcezza e si sedette accanto a lei sul bordo del letto. La stanza era silenziosa, il tempo sembrava sospeso.
"Vuoi vedere il dono?" le chiese con tono morbido ma serio. "Solo un assaggio... dentro di me."
Sylvia si irrigidì per un istante, poi annuì lentamente. "Sì. Lo voglio."
Aisha le prese la mano, la guardò negli occhi.
"È potente. Più di quanto immagini. Anche solo percepirlo… può travolgerti."
Sylvia sorrise con una calma consapevole.
"Tranquilla. Io svengo per professione."
Aisha non rispose. Ma un impercettibile segnale di consapevolezza, accompagnato da un sorriso appena accennato, le sfuggì.
Agli occhi di Sylvia, Aisha non avrebbe potuto comprendere davvero quella battuta. Eppure la sua empatia le suggeriva il contrario: Aisha aveva capito perfettamente. Aisha la conosceva più di quanto lei stessa potesse immaginare.
Chiusero entrambe gli occhi. Sylvia si aprì, accogliendo l’onda che Aisha stava per liberare.
Un’energia densa, stratificata, cominciò a invaderla. Dentro quella corrente emotiva c’era tutto: amore, rabbia, perdono, vite spezzate e vite salvate. Non erano solo ricordi… erano tracce vive di tutte le anime che Aisha aveva sfiorato.
La testa di Sylvia si inclinò, un gemito flebile le sfuggì dalle labbra. Il peso dell’energia divenne insostenibile.
Poi tutto si oscurò.
Aisha la afferrò prima che cadesse, sorreggendola con un gesto naturale e protettivo. La sdraiò lentamente, le accarezzò il volto e le spostò una ciocca di capelli biondi dalla fronte.
"Questo è il dono," sussurrò, e le baciò le labbra con un tocco leggero, proprio nell’istante in cui Sylvia cominciava a riprendere i sensi.
Gli occhi di Sylvia si riaprirono lentamente, e incontrarono quelli di Aisha.
"È stato… travolgente," mormorò, senza riuscire ancora a muoversi.
Aisha le sorrise, accarezzandole la guancia. "Eppure era solo un riflesso. Non hai ancora visto il tuo."
Kalki e Amara si addormentarono abbracciate, mentre Aisha e Sylvia si persero in una lunga conversazione, le loro mani intrecciate, il futuro pieno di promesse e possibilità.
Il Mattino dei Grandi Preparativi
Il mattino dopo, il santuario era un fermento di attività. Tutte le ragazze erano in preda all'euforia, eccitate per la cerimonia della sera. Milhen e Selene, sempre insieme, sembravano particolarmente felici, sorridendo e civettando senza sosta. Il Baro, invece, parlottava col lupo bianco, dicendo scherzosamente: "Con tutto questo ben di dio mi è toccato dormire con te, vecchio amico." Il lupo ululò, e Aisha, che aveva sentito, rise tra sé e sé.
Amara e Sylvia: Valutazioni del Dono
Amara e Sylvia, ancora immerse nei ricordi della notte precedente, si trovarono a parlare da sole in un angolo tranquillo del santuario. Amara iniziò, i suoi occhi brillanti di eccitazione.
"Non riesco a credere a quello che è successo ieri sera," disse Amara, il suo tono pieno di meraviglia. "Quando Kalki mi ha mostrato il dono, è stato... indescrivibile. Sentivo tutto, ogni emozione, ogni ricordo. Era così potente che quasi sono svenuta."
Sylvia annuì con entusiasmo, i suoi occhi scintillanti. "Lo so, è incredibile. Anche a me Aisha ha permesso la stessa cosa. E io... beh, sono svenuta."
Amara sorrise. "Se quello era solo un assaggio, non oso immaginare cosa sarà il dono completo."
Sylvia rispose, "Sarà incredibile. E anche se fa paura, non vedo l'ora di poterlo gestire come loro. Pensa a quante persone potremo aiutare, a quante battaglie potremo vincere."
Kalki e Aisha: Una Riflessione Intima
Nel frattempo, Kalki e Aisha si erano ritagliate un momento per discutere della notte trascorsa. Kalki, con un sorriso soddisfatto, disse: "Amara è stata incredibile. Ha resistito molto bene per essere la prima volta. È forte, lo sento."
Aisha annuì, altrettanto soddisfatta. "Sylvia è svenuta subito, ma lo immaginavo. Ha una sensibilità molto sviluppata, e questo la rende particolarmente ricettiva. Ma una volta che avrà imparato a gestirlo, sarà straordinaria."
Kalki aggiunse, "Sono contenta che abbiano sentito il potere del dono. Ora sanno cosa le aspetta e sono sicura che saranno pronte."
Milhen e Selene, nel frattempo, non si separavano un attimo. Ridevano e scherzavano, godendosi ogni momento insieme. La loro felicità era evidente e contagiosa. Si scambiavano sguardi affettuosi e parole dolci, rivelando quanto fossero felici di essere insieme.
Amara e Sylvia continuarono la loro conversazione, immergendosi sempre di più nei dettagli della serata precedente.
"Ho parlato molto con Kalki," disse Amara, "e mi ha spiegato come il dono può essere usato non solo per guarire, ma anche in battaglia. È una responsabilità enorme."
Sylvia annuì. "Aisha mi ha detto che imparare a gestirlo sarà come imparare a respirare. Diventerà naturale con il tempo. Ma dovremo essere pazienti e lavorare duro."
Amara la guardò con affetto. "Ce la faremo. Non vedo l'ora di vedere cosa possiamo fare una volta che avremo padroneggiato il dono."
Sylvia sorrise. "Anche io. E sono felice che possiamo affrontare questa sfida insieme. Saremo invincibili."
Le altre ragazze si unirono presto ai preparativi, tutte euforiche e cariche di aspettative per la serata. Le conversazioni proseguirono animate: ciascuna condivideva le emozioni e i pensieri legati alla notte precedente. Ma l’euforia si mescolava a una determinazione tangibile: la Cerimonia che stavano per celebrare era forse la più importante che si ricordasse. Non era solo il recupero di territori perduti nel tempo, ma la posa di fondamenta destinate a influenzare il futuro.