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Oltre l'Illusione

Cap. 5: Auroralis

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Arrivo ad Auroralis

Quando finalmente arrivarono ad Auroralis, la città le accolse con le sue luci scintillanti e un'atmosfera di serenità. Parcheggiarono la moto e si guardarono intorno, pronte a esplorare un nuovo capitolo della loro avventura.

"Siamo arrivate," disse Amara, spegnendo il motore. "Pronte per cercare un ristorante e poi vedere cosa ci riserva questa città?"

Sylvia annuì, il sorriso illuminato dalle luci di Auroralis. "Sempre pronta. Andiamo a vedere cosa ci aspetta."

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Auroralis si presentava a loro in tutto il suo splendore, una città surreale dove la modernità si fondeva con antiche tradizioni. Le strade erano piene di giovani che si muovevano con energia, ma il rispetto per gli anziani era palpabile in ogni gesto e sguardo.

Sylvia notò con curiosità che molti abitanti di Auroralis indossavano abiti molto ridotti, anche più dei suoi. Questo dettaglio le fece sorridere e la fece sentire ancora più a suo agio in quella città.

Amara, sempre curiosa e attenta, lesse sul maplet di alcune grotte nelle vicinanze, utilizzate per misurare e equilibrare il grado di spiritualità. Livia aveva mandato Kalki e Aisha proprio in queste grotte, dove spesso perdevano i sensi a causa dell'energia intensa che entrava in loro, abbattendo le loro difese naturali. Solo quando riuscirono a entrare senza effetti collaterali, erano pronte per il loro viaggio verso il quadrante 7, diventando come le anime di illusione.

Intrigata, Amara chiese informazioni a un passante sul tragitto per raggiungere queste grotte. La strada non era breve e doveva essere percorsa a piedi, un viaggio che richiedeva tempo e preparazione. Decisero quindi di intraprendere questa avventura il giorno successivo.

"Per oggi, godiamoci la città," suggerì Amara, mentre il crepuscolo colorava Auroralis di tinte dorate. Sylvia annuì, afferrando la mano di Amara e dirigendosi insieme verso il centro della città.

Passeggiarono tra le vie animate, ammirando le luci e i suoni di Auroralis. La città era un mix affascinante di cultura e innovazione, con mercati che offrivano ogni tipo di delizia e artisti di strada che intrattenevano i passanti.

Alla fine, si diressero verso una locanda che sembrava promettente. Entrarono, sperando di trovare un ristorante dove poter cenare. La locanda era accogliente, con un'atmosfera calda e un ristorante al piano inferiore che sembrava invitante.

"Speriamo che la cucina sia buona," disse Sylvia, lanciando uno sguardo curioso al menù esposto all'ingresso.

Amara sorrise. "Se è accogliente come sembra, sarà perfetto."

Si sedettero a un tavolo accanto a una finestra, godendosi la vista della città illuminata. La cena iniziò con piatti locali che stimolarono i loro sensi, ma la conversazione fu dominata dalle grotte spirituali di Auroralis.

"Queste grotte non sono uniche ad Auroralis," iniziò Amara, "ma qui sono particolarmente famose. Livia mandava spesso Kalki e Aisha qui per bilanciare il loro livello spirituale."

Sylvia sorseggiò il suo vino, riflettendo. "Mi chiedo come funzioni davvero questo processo. Entrare in una grotta e perdere i sensi... sembra quasi mistico."

Amara annuì. "Sì, sembra che queste grotte abbiano un'energia particolare che può penetrare le difese naturali delle persone, equilibrandole. Forse è un modo per riconnettersi con la propria essenza più profonda."

Sylvia fece una pausa, poi chiese: "Pensi che dovremmo entrare anche noi? Non abbiamo esattamente bisogno di bilanciare la nostra spiritualità come Kalki e Aisha, ma potrebbe essere un'esperienza interessante."

Amara rifletté. "Potrebbe aiutarci a capire meglio noi stesse e il nostro ruolo qui. Inoltre, se queste grotte sono davvero così potenti, potrebbero fornirci delle risposte o delle intuizioni che ci mancano."

Continuarono a discutere durante tutta la cena, scambiandosi opinioni e considerazioni su Kalki e Aisha. "Devono essere state incredibilmente forti e determinate," osservò Sylvia. "Superare tutto quel dolore e quegli incubi... è davvero ammirevole."

"Lo è," concordò Amara. "E dimostra quanto sia importante il nostro viaggio. Se loro hanno potuto fare tutto questo, possiamo farlo anche noi."

Dopo cena, uscirono per fare una passeggiata sotto le luci scintillanti di Auroralis. L'aria fresca della sera le aiutò a schiarirsi le idee mentre continuavano a parlare delle grotte. Fermarono anche qualche passante per chiedere ulteriori informazioni.

"Scusate," chiese Amara a un giovane che passava. "Sapete dirmi qualcosa di più sulle grotte spirituali qui ad Auroralis?"

Il giovane sorrise. "Sono molto conosciute. Si dice che chiunque entri ne esca cambiato, più in sintonia con se stesso. Molte persone vengono qui apposta per sperimentarle."

Sylvia lo ringraziò, poi si girò verso Amara. "Sembra che tutti qui le conoscano e le rispettino. Devono davvero essere speciali."

Amara annuì, determinata. "Domani andremo. Dobbiamo vedere con i nostri occhi e sentire con i nostri cuori cosa queste grotte possono fare per noi."

Ritornarono alla locanda con una nuova risoluzione nei loro cuori. Non avevano lo stesso bisogno di Kalki e Aisha di visitare le grotte per equilibrare la loro spiritualità, poiché Aurelian aveva già preparato le loro anime e, come ibride-vampire, erano già in sintonia con gli equilibri del Quadrante 4. Tuttavia, era giusto visitarle, perché avrebbero comunque tratto beneficio dalle energie delle grotte e delle loro varianti. Inoltre, la spiccata sensibilità di Sylvia poteva richiedere un ulteriore equilibrio.

Si alzarono presto, sapendo che il viaggio non era breve e andava fatto a piedi. Il maplet indicava chiaramente il percorso. Prima di scendere per colazione, decisero di non rinunciare alla doccia mattutina. Sylvia, come al solito, volle un po' di attenzione da parte di Amara. La stuzzicò scegliendo con cura la lingerie, rendendo quei momenti intimi e giocosi. Alla fine, Sylvia decise di rimanere fedele al suo stile, indossando la solita maglietta che a stento copriva le mutandine, un look che sembrava fatto apposta per attirare lo sguardo di Amara. Anche Amara, divertita dalla complicità, optò per una maglietta simile e mutandine semplici, abbracciando quella leggerezza informale e intima che le univa.

"Qui la pistola non serve," disse Amara mentre la riponeva nel cassetto della stanza. "Ma forse i sali possono ancora essere utili."

Sylvia annuì sorridendo. "Meglio essere pronte per ogni evenienza."

Dopo essersi preparate, scesero per la colazione. Il ristorante della locanda era già animato, con l'aroma di caffè e pane fresco che riempiva l'aria. Le due donne si sedettero a un tavolo vicino alla finestra, godendosi la vista del mattino su Auroralis.

"Dobbiamo sfruttare questa energia," disse Amara mentre versava il caffè. "Anche se non ci serve per riequilibrarci, ogni esperienza può arricchirci."

"Sono d'accordo," rispose Sylvia con un sorriso. "E poi, sono curiosa di vedere queste grotte di persona. Chissà che sensazioni ci daranno."

Dopo aver finito la colazione, si incamminarono verso il sentiero indicato nel maplet. Il percorso attraversava paesaggi inimmaginabili, tra foreste lussureggianti e colline dorate dal sole mattutino. Camminavano fianco a fianco, parlando di quello che avrebbero potuto trovare nelle grotte e di quanto avevano già scoperto su di loro stesse e sul loro viaggio.

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Durante la salita, Amara camminava dietro a Sylvia, godendosi la vista delle mutandine bianche che Sylvia aveva scelto di indossare. Sylvia, consapevole della situazione, continuava a scherzare con lei.

"Amara, ma cosa guardi?" chiese Sylvia con un sorrisetto, girandosi appena.
"Il panorama è spettacolare," rispose Amara con finta innocenza.
Sylvia rise, mostrando un po' più del suo abbigliamento. "Sicura che sia solo quello?"

"Molto stimolante," rispose Amara, avvicinandosi con un sorriso.

Sylvia si fermò e si voltò, guardandola con occhi scintillanti. "Stimolanti, eh? Chissà cos'altro ti stimola, Amara."

Amara sorrise. "Vuoi scoprirlo?"

Sylvia si avvicinò ancora di più, il viso a pochi centimetri da quello di Amara. "Forse lo scopriremo nelle grotte," sussurrò con un tono seducente.

Amara fece un passo indietro, riprendendo il cammino. "Prima dobbiamo arrivarci," disse, cercando di mantenere la calma. "E poi vedremo."

A metà strada, incontrarono un viandante, un uomo anziano, con una lunga barba bianca e occhi profondi, si avvicinò a loro. "Buongiorno, viandanti," disse con un sorriso. "State andando alle grotte?"

"Sì," rispose Amara. "Può dirci qualcosa di più su di esse?"

"L'energia delle grotte è unica," disse l'uomo. "Equilibra le anime e apre la mente a nuove percezioni. Non importa chi tu sia, lì dentro troverai sempre qualcosa che ti arricchirà."

"Interessante," disse Sylvia. "Abbiamo sentito dire che alcuni perdono i sensi lì dentro."

"L'energia è intensa," confermò l'uomo. "Ma non abbiate paura. Lasciatevi andare e accogliete quello che le grotte vi offrono."

"D'accordo," disse Amara. "Grazie per il consiglio."

Il viandante annuì e proseguì per la sua strada. Amara e Sylvia ripresero la loro salita, il cuore colmo di eccitazione e curiosità.

"Sembra che ci aspetti una grande esperienza," disse Sylvia, guardando Amara con un sorriso.

"Sì," rispose Amara. "E non vedo l'ora di viverla con te."

Mentre proseguivano il loro cammino, Sylvia e Amara riuscirono a intravedere le grotte dalla collinetta successiva. Mancava ancora circa un'ora di cammino, così decisero di fermarsi per consumare il cibo che avevano portato.

Consumando il loro pasto, continuarono a chiacchierare e ridere, godendosi la tranquillità del momento.

Amara e Sylvia ripresero il loro cammino verso le grotte, avvertendo l’energia benefica già a cinquanta metri di distanza. L’aria intorno a loro sembrava vibrante e carica di una forza misteriosa, quasi tangibile. Amara guardò Sylvia, notando la sua espressione rapita. Entrambe sentivano che qualcosa di straordinario le attendeva.

"Le senti anche tu, vero?" chiese Sylvia, con un sussurro pieno di meraviglia.

"Sì," rispose Amara. "È come se l’energia stessa ci stesse chiamando. Mi chiedo come sarà una volta dentro."

Sylvia annuì, il cuore che batteva più forte. "Io... mi chiedo se sverrò," ammise con un sorriso timido. "Anche se non dovrei, sai quanto sono sensibile a queste cose."

Amara rifletté per un momento. "Non lo so, Sylvia. Forse sì, forse no. Ma anche io sento che qualcosa di potente ci attende lì dentro. Chi lo sa cosa succederà."

Le Grotte di Auroralis

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Arrivarono finalmente all’ingresso delle grotte, un’apertura maestosa incastonata nella roccia, emanante un’aura luminosa. L’energia era intensa, avvolgendole in un abbraccio caloroso e rassicurante. Con un respiro profondo, Amara e Sylvia entrarono.

Appena dentro, furono sopraffatte dalla bellezza delle grotte. Le pareti scintillavano di cristalli che riflettevano una luce eterea, mentre un suono melodioso, come un coro di voci celestiali, riempiva l’aria. L’energia lì era il concentrato di ciò che tutte le anime dovevano assorbire prima di poter entrare a Emphatia. Il Quadrante 4 era infatti un luogo di preparazione, dove le anime salivano di livello spirituale, pronte a prendere il Galaxy Express, un treno sottomarino che circumnavigava tutto il metaverso, portandole infine alla stazione centrale di Emphatia.

Amara sentiva una connessione profonda con l’energia che la circondava. Era come se ogni fibra del suo essere fosse permeata da una serenità e una consapevolezza nuove. Accanto a lei, Sylvia era visibilmente emozionata, gli occhi spalancati di fronte a tanta bellezza.

"È incredibile," mormorò Sylvia, sentendo le lacrime agli occhi. "Non riesco a... è troppo..."

Improvvisamente, Sylvia vacillò. Amara, preoccupata, la prese tra le braccia giusto in tempo per evitare che cadesse. Sylvia aveva perso i sensi, sopraffatta dall’energia, dalla pura bellezza e dall’emozione del momento. Amara la tenne stretta, accarezzandole il viso con delicatezza.

"Sei sempre così sensibile alla bellezza, Sylvia," sussurrò Amara con un sorriso affettuoso. "E questa volta, era davvero troppo anche per te."

Si sedettero lì, in quella meravigliosa grotta, mentre Amara attendeva pazientemente che Sylvia si riprendesse. Sentiva che quell’esperienza era qualcosa che le avrebbe cambiate per sempre. Per un attimo, percepirono cosa significava essere pronte per Emphatia, immergendosi in una spiritualità assoluta e travolgente.

Quando Sylvia aprì gli occhi, sorrise debolmente ad Amara. "L’ho sentito, Amara. Ho sentito cosa potrebbe essere Emphatia. È stato... indescrivibile."

Amara annuì, stringendola forte. "Sì, Sylvia. Anche io l’ho sentito."

Rimasero lì ancora un po’, abbracciate, lasciandosi avvolgere dall’energia della grotta. Poi, uscite all’esterno, si sedettero sotto un albero, respirando la forza silenziosa di quel luogo. Non volevano abbandonare subito quell'ondata di sensazioni che sembravano avvolgerle come un caldo abbraccio. Amara, con il maplet in mano, lesse ad alta voce le parole che descrivevano l'importanza di raggiungere un equilibrio tale da rendere l'empatia verso il prossimo una cosa del tutto naturale. Questo era lo spirito necessario per poter entrare ad Emphatia. Le bolle di Emphatia rappresentavano la condivisione totale dell'anima, una fusione completa di emozioni e sensazioni.

"È incredibile," disse Amara, "come Kalki e Aisha abbiano fatto così tanta fatica per raggiungere questo livello di equilibrio. E poi, entrambe possedevano il Dono."

"Il Dono?" chiese Sylvia, incuriosita. "Che cos'è esattamente?"

"Il Dono è una capacità straordinaria," spiegò Amara. "Permette di canalizzare le energie, di sentire il dolore e la gioia degli altri e di curarli. Ma con il Dono, puoi anche trasformare l'energia. Aisha e Kalki possono sottrarre l'energia ai demoni e rivolgergliela contro. Sono invincibili."

Sylvia ascoltava affascinata, gli occhi spalancati per l'emozione. "E nonostante tutto questo, il quadrante 4 non le avrebbe fatte uscire perché non erano ancora pronte per entrare a Emphatia?"

"Esattamente," rispose Amara. "Il loro percorso era ancora incompleto. Dovevano raggiungere una comprensione e un equilibrio spirituale superiori per poter entrare a Emphatia."

"Quindi, in un certo senso, siamo fortunate," rifletté Sylvia. "Aurelian ci ha portate a buon punto. Ma io mi chiedo perché il nostro livello spirituale è già così elevato?"

Amara sorrise, riflettendo. "Credo che il motivo sia legato alla nostra natura. Siamo vampire. Io ho vissuto una vita lunghissima senza il reset, quindi la mia anima ha continuato a crescere. Tu, anche se non hai vissuto quanto me, hai ricevuto l'intervento di Aurelian che ti ha portato a un livello avanzato."

Sylvia annuì. "Questo spiega perché sono svenuta. La mia sensibilità particolare mi rende più vulnerabile a queste energie, ma al contempo mi permette di assorbirle in modo più profondo."

"Esatto," disse Amara. "E questo è ciò che ci rende così speciali. Abbiamo una connessione con queste energie che ci permette di crescere e di prepararci per ciò che verrà."

Sylvia sorrise. "Sai, Amara, sono davvero felice di essere qui con te. Di poter condividere tutto questo."

Amara le accarezzò la mano. "Anche io, Sylvia."

Decisero di tornare ad Auroralis, calcolando che partendo subito sarebbero forse riuscite a cenare nel ristorantino della locanda. Amara avanzò l'ipotesi, probabilmente corretta, che Livia le avrebbe trattenute fino a che Sylvia non fosse sufficientemente empatica con il quadrante e con tutti.

"Sai, Sylvia," disse Amara, "probabilmente Livia vorrà assicurarsi che tu sia in perfetta sintonia con il quadrante. Anche se Aurelian ci ha portate a un punto decisamente avanzato, la tua spiritualità potrebbe ancora avere bisogno di qualche affinamento."

Sylvia annuì, riflettendo. "Hai ragione. Io sto ancora vivendo il mio ciclo vitale umano, e sono diventata vampira solo di recente. Non ho avuto i tuoi 250 anni per crescere spiritualmente senza mai un reset."

Amara sorrise. "È vero. Per Kalki e Aisha è stato un calvario. Hanno passato tantissimo tempo nel quadrante 4 e visitavano spesso le grotte. Anche il quadrante piano piano aiuta, ma le grotte sono come un'iniezione diretta di energia."

Mentre camminavano, Sylvia si fermò e guardò Amara con un sorriso malizioso. "Amara, non è che hai una sorta di preferenza per le grotte, vero? Magari perché ti piacciono i luoghi bui e misteriosi, come una vera vampira."

Amara rise. "Forse hai ragione. Ma devo ammettere che preferisco le grotte per l'energia che emanano, non per l'oscurità. E poi, sono sicura che anche tu hai trovato l'esperienza affascinante."

Sylvia sospirò, fingendo un'aria melodrammatica. "Oh sì, è stato assolutamente affascinante. A parte il fatto che sono svenuta."

Amara la prese in giro. "Sei solo una ragazza sensibile, Sylvia. Magari la prossima volta porteremo un cuscino per te."

"Molto divertente," rispose Sylvia, ridendo.

Continuarono a camminare, parlando delle loro esperienze e facendo ipotesi su cosa le aspettasse. Decisero di partire per Zanara l'indomani mattina. La strada non era breve, e Amara avrebbe guardato nel maplet se ci fossero altre grotte lungo il tragitto.

Ritorno alla Locanda

Arrivarono alla locanda giusto in tempo per la cena. Appena entrarono nel ristorante, notarono subito un tavolo prenotato a loro nome. Al centro, una bottiglia di sangue e due calici scintillavano alla luce soffusa dell’ambiente.

"Guarda, Sylvia!" esclamò Amara, indicando il tavolo.

Sylvia si bloccò, fissando la bottiglia con sorpresa. Poi vacillò leggermente e si appoggiò ad Amara. "Non ci posso credere…" mormorò, cercando di mantenere l’equilibrio.

Amara la sorresse con un sorriso. "Forza, non svenire adesso. Riservati le cadute per le grotte, ok?"

Si sedettero, ancora sorprese, e iniziarono a parlare di ciò che avevano scoperto quel giorno.

Amara e Sylvia convennero che lo svenimento di Sylvia fosse dovuto allo stesso motivo per cui accadeva a Kalki e Aisha, mentre Amara ne era immune: dovevano far crescere la loro spiritualità. L'empatia era la dote necessaria per la condivisione, ma i reset a ogni ciclo vitale ne ostacolavano la crescita. Era evidente che Sylvia avrebbe dovuto fermarsi a lungo nel Quadrante 4.

Proprio in quel momento, l’oste si avvicinò con un sorriso caloroso.

"Spero che il nostro omaggio sia stato di vostro gradimento," disse con tono gentile.

Amara e Sylvia si scambiarono uno sguardo sorpreso.

"Un omaggio?" ripeté Sylvia, osservando la bottiglia con curiosità.

"L’intero villaggio di Auroralis vi dà il benvenuto," spiegò l’oste. "Abbiamo pensato che un’accoglienza speciale fosse d’obbligo per ospiti unici come voi."

Amara sorrise, sollevando il calice. "Beh, allora direi che è il caso di brindare."

Sylvia afferrò il suo calice e lo sollevò. "Alla nostra avventura e alla straordinaria ospitalità degli abitanti di Auroralis."

Amara fece tintinnare il suo calice contro quello di Sylvia. "E ai tanti svenimenti di Sylvia! Che possano essere sempre per una buona causa."

Sylvia ridacchiò, scuotendo la testa. "E al fatto che tu non perda mai l’occasione di prendermi in giro."

"Ma certo!" esclamò Amara con un finto tono solenne. "Cosa sarebbero le amiche, se non per prendersi amorevolmente in giro?"

L’oste osservò la scena con divertimento. "Mi fa piacere che vi siate sentite a casa."

"Assolutamente," rispose Amara. "È stato un gesto davvero speciale, non ce lo aspettavamo."

Sylvia annuì. "Grazie mille. È stata un’accoglienza bellissima."

L'oste sorrise e si sedette accanto a loro, rivolgendosi curioso a Sylvia. "Sai, è interessante come tutti qui ad Auroralis ti chiamino 'Sylva'," disse. Poi, guardando entrambe, aggiunse: "È così che il tuo nome appare sotto il tuo volto nel Tempio. Qui ti riconosciamo come un'anima importante."

Amara sorrise, stringendole la mano sotto il tavolo. "Siamo onorate di essere qui. Ma dobbiamo ammettere che siamo ancora in fase di scoperta di noi stesse."

Alcune anime si avvicinarono, sempre con rispetto ed educazione, per fare qualche domanda e scambiare qualche parola.

"È un onore parlare con voi," disse una giovane ragazza con occhi luminosi. "La vostra presenza qui porta una grande energia."

Sylvia sorrise timidamente. "Grazie. È un piacere essere qui e conoscere persone così accoglienti."

Un anziano uomo si fece avanti, sorridendo con saggezza. "Le vostre anime sono state riconosciute come speciali per molto tempo. Siamo fortunati a potervi incontrare."

Amara annuì, cercando di mascherare la propria perplessità. "Cercheremo di essere all'altezza delle aspettative. Siamo qui per imparare e crescere."

Dopo la cena, decisero di fare una passeggiata all'esterno per godersi ancora un po' di Auroralis. Le strade erano illuminate da lanterne soffuse, creando un'atmosfera magica.

"È incredibile," disse Sylvia, guardandosi intorno. "Non riesco a credere che ci chiamino con tanto rispetto. È quasi surreale."

Amara annuì. "È vero. Ma forse c'è qualcosa di più grande che dobbiamo ancora scoprire. Questo luogo ha una spiritualità unica."

Camminarono lungo il fiume, le cui acque riflettevano le luci scintillanti della città, amplificando l’atmosfera surreale di Auroralis. "Pensi davvero che dovrò restare qui per un po' per crescere spiritualmente?" chiese Sylvia.

Amara sospirò, guardando l'orizzonte. "Probabilmente sì. Ma non preoccuparti, ci sono io con te. E poi, guardala dal lato positivo: meno demoni da affrontare per un po'."

Sylvia rise. "Sì, e più tempo per te di prendermi in giro ogni volta che svengo."

Amara la abbracciò scherzosamente. "Esatto. Non vedo l'ora di vedere tutte le tue epiche cadute."

Si fermarono a un ponte, guardando il fiume scorrere. "Sai," disse Sylvia pensierosa, "forse è davvero una fortuna che siamo qui. Forse questo è il posto giusto per capire chi siamo e cosa dobbiamo fare."

Amara annuì. "Sì, forse hai ragione. E mentre lo scopriamo, ci godremo ogni momento di questa avventura insieme."

Si scambiarono un sorriso complice, sentendo che, nonostante tutto, erano nel posto giusto.

Amara e Sylvia camminavano per le strade tranquille di Auroralis, la sera le avvolgeva in una luce soffusa e magica. La cena al ristorante era stata meravigliosa, ma ora sentivano il bisogno di riflettere su tutto ciò che avevano vissuto. Si sedettero sotto un grande albero nella piazza centrale, avvolte da una piacevole brezza estiva.

Persa nei pensieri, Amara parlò con tono riflessivo. "Sylvia, hai mai pensato che forse essere vampiri non è una maledizione, ma un dono? Una conquista di certe anime per combattere davvero i demoni? Il reset che fermano la crescita della nostra scintilla, impedendoci di diventare consapevoli della nostra vera essenza. Essere vampiri ci rende immuni a questo. Forse per questo ci discriminano."

Sylvia rifletté su quelle parole, trovandole piene di senso. "Non ci avevo mai pensato in questo modo," disse lentamente. "Ma ha senso. I vampiri di Salem sono stati relegati come i vampiri del mondo cardine. Eppure, Salem è gemellata con Land's End, la città di luce per eccellenza."

La Rivelazione di Aurelian

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Improvvisamente, un uomo alto almeno due metri apparve davanti a loro. Il suo volto era meraviglioso e irradiava una luce che non lasciava dubbi: non sembrava solo uno dei Dodici, ma proprio colui che li guidava. Sylvia, sopraffatta dalla vista, svenne all'istante.

Aurelian si rivolse ad Amara con un sorriso gentile. "Brava, Amara. Sei sulla strada giusta. Quello che hai detto è la verità, e io in verità ti dico che dei vampiri sono stato il primo."

Amara sentì un brivido correre lungo la schiena, trattenne il respiro, mentre un misto di timore e riverenza attraversava il suo sguardo. "Ma allora, tu sei...?"

"Il Cristo," disse Aurelian, con una calma solenne. "E tu hai intuito bene. I vampiri non sono maledetti, ma portatori di una grande missione. La tua lunga vita senza reset ti ha permesso di crescere spiritualmente in modi che altri non possono nemmeno immaginare. Sylvia è straordinaria, ma è molto giovane. Lei ha bisogno di tempo e sostegno. Siate complici, siate unite. Insieme, sarete invincibili."

Guardò Sylvia a terra con tenerezza. "Domani andate a Zanara. Avrete altre informazioni e forse, un giorno, incontrerete Kalki e Aisha. Ma prima, Sylvia deve terminare il suo percorso. E tu devi starle vicino.

Poi, si chinò su Sylvia e la baciò delicatamente sulla fronte. Con un ultimo sorriso ad Amara, scomparve nel nulla.

Amara si chinò su Sylvia, preoccupata ma anche emozionata per quanto aveva appena udito. Dopo pochi istanti, Sylvia iniziò a muoversi e lentamente riaprì gli occhi.

"Cosa è successo?" chiese confusa.

Amara la guardò intensamente, sapendo che stava per rivelare qualcosa di enorme. "Sei svenuta di nuovo, ma stavolta c'era un motivo davvero speciale."

 

Sylvia si mise a sedere, ancora un po' stordita. "Aurelian? Cosa ti ha detto?" chiese con voce tremante.

Amara respirò profondamente, pronta a spiegare l'incredibile verità che aveva appena scoperto.

Amara si accoccolò accanto a Sylvia, preoccupata ma anche emozionata per quello che stava per rivelare. "Sylvia, siediti bene," disse con un sorriso gentile. "Quando sverrai di nuovo, almeno non ti farai male."

Sylvia ridacchiò nervosamente, ma si sistemò comodamente. "Ok, dimmi tutto."

Amara prese un respiro profondo. "Aurelian ha detto che siamo sulla buona strada. Il discorso sui vampiri è corretto. Non siamo maledetti, ma portatori di una missione speciale. E mi ha confermato che domani dobbiamo andare a Zanara per incontrare Livia. In futuro, è probabile che incontreremo Kalki, Aisha e anche la resistenza di Land's End."

Sylvia annuì, ma i suoi occhi erano pieni di domande. "Ma cos'altro ha detto? Sembrava che ci fosse di più."

Amara fece una pausa, cercando le parole giuste. "Sylvia, Aurelian non è solo il primo vampiro. Non è nemmeno uno dei Dodici Apostoli..."

Sylvia si avvicinò, i suoi occhi pieni di curiosità e preoccupazione. "Allora chi è?"

Amara prese un altro respiro, sapendo che questa rivelazione avrebbe cambiato tutto. "Aurelian è il Cristo."

Sylvia rimase immobile, il suo volto attraversato da un mix di incredulità e stupore. "Il Cristo? Il... Cristo?"

Amara annuì solennemente. "Sì. Ha detto che i vampiri non sono maledetti, ma eletti per combattere i demoni. E lui è il primo di noi."

Gli occhi di Sylvia si spalancarono e, come Amara aveva previsto, svenne, scivolando dolcemente sulla panchina.

Amara la osservò con un sorriso affettuoso, sapendo che quella verità incredibile avrebbe avuto un impatto profondo. Amara si sedette accanto a lei, riflettendo sulle parole di Aurelian e su quanto ancora avevano da scoprire e imparare.

Il cielo notturno di Auroralis brillava sopra di loro, riflettendo la luce delle stelle sulla città. L'energia delle grotte era ancora presente nell'aria, e Amara sentiva che quella notte avrebbe segnato l'inizio di un nuovo capitolo nelle loro vite.

Sylvia impiegò un po' di tempo a riprendersi. La notizia era scioccante e incredibile. Eppure, quel volto che aveva visto, avrebbe dovuto capirlo subito, ma la sua mente si rifiutava di accettare la verità. Camminarono per un po' abbracciate verso la locanda, con gli occhi lucidi per l'emozione.

Amara fu la prima a rompere il silenzio. "Mi ha detto di non lasciarti mai, Sylvia, perché sei straordinaria e insieme saremo invincibili. Ha aggiunto che sei ancora così giovane rispetto ai miei 250 anni, cosa che dimentico troppo spesso. E poi... ha fatto una cosa… "

Amara si fermò un attimo, esitando. Sylvia, curiosa e ansiosa, chiese: "E cosa ha fatto?"

Amara la guardò negli occhi e con una voce quasi sussurrata, disse: "E poi, Sylvia, ti ha baciata prima di scomparire."

Sylvia sentì le lacrime scenderle lungo il viso. Amara la abbracciò con dolcezza.

Senza attirare l’attenzione, Amara la guidò verso la locanda. Nella stanza, la aiutò a togliersi i vestiti e la sistemò sul letto, poi si sdraiò accanto a lei.
"Farò come ha detto, Sylvia," mormorò, accarezzandole i capelli. "Non ti lascerò mai."

La mattina arrivò, portando con sé una nuova luce. Nonostante negli ultimi tempi avessero vissuto giornate in cui potevano dire che ogni esperienza le aveva cambiate, quella notte aveva segnato un punto di svolta profondo. Qualcosa dentro di loro era cambiato radicalmente, arricchendo la loro unione e il loro essere in modi che non osavano nemmeno immaginare.

Non osavano nemmeno pensare ad Aurelian con l'altro nome... Era troppo, decisamente troppo. Tuttavia, la rivelazione aveva piantato un seme di consapevolezza e forza nelle loro anime.

Si guardarono negli occhi, si abbracciarono, trovando conforto e molto lentamente, iniziarono a parlarsi.

"Non so come descrivere quello che provo," disse Sylvia, con la voce ancora tremante per l'emozione.

"Nemmeno io," rispose Amara, accarezzandole il viso. "Ma so che siamo più forti di prima."

"Ci aspetta un lungo viaggio," continuò Amara. "Dobbiamo andare a Zanara e incontrare Livia. E poi, chissà, forse un giorno incontreremo Kalki e Aisha e vedremo Land's End."

 

Si alzarono lentamente, ancora avvolte in quell'aura di pace e forza.

Decisero di essere se stesse ora più che mai. Sylvia scelse la biancheria per Amara e viceversa, un gesto intimo e complice. Poi indossarono le loro divise da missione: stivaletti neri, jeans super attillati, maglietta nera per Sylvia e rossa cremisi per Amara, entrambe infilate nei jeans e strette con una cintura spaziale. Indossarono i loro Ray-Ban, giubbotti di pelle nera, e riempirono la tasca destra di Amara con i sali per Sylvia. Niente pistola, a Illusione non serviva.

Scesero nella hall della locanda con la borsa da caricare sulla moto. L'oste e una cameriera, che si trovavano lì, chiesero subito a Sylvia se stesse bene.

Sylvia rispose con un sorriso radioso che stava benissimo.

Partenza per Zanara

Sulla strada per Zanara c’erano delle grotte vicino a un villaggio, un buon posto dove fermarsi per pranzare. Ne parlarono prima di partire, e fu Sylvia a mettersi alla guida, con Amara stretta a lei. Tre colpi di acceleratore, e partirono, proprio come faceva sempre Aisha. Lei riusciva a impennare la moto per 200 o 300 metri, ma Aisha era una leggenda, non una qualunque.

La strada era avvolta in una luce dorata, e il vento che sibilava intorno a loro portava con sé la promessa di nuove avventure. Arrivarono al villaggio vicino alle grotte giusto in tempo per il pranzo. Parcheggiarono la moto e si diressero verso un ristorantino accogliente che avevano adocchiato.

Sedute a un tavolo all'aperto, potevano vedere le grotte in lontananza. Il sole era alto e l'aria era fresca e limpida. Sylvia guardò Amara con un sorriso complice. "Che ne pensi di quelle grotte? Pensi che troveremo qualcosa di interessante?"

Amara annuì. "Sono sicura che troveremo qualcosa. Ogni grotta ha la sua storia, e in un posto come questo, l'energia sarà sicuramente potente."

Sylvia prese un sorso del suo bicchiere d'acqua. "Sai, mi chiedo sempre cosa ci aspetta. Ogni passo sembra portarci più vicine alla verità, ma anche più lontane dalla normalità."

Amara sorrise. "La normalità è sopravvalutata. Noi siamo destinate a cose più grandi. E poi, hai visto Aurelian. Ci ha detto che siamo sulla strada giusta."

Sylvia annuì, riflettendo su tutto quello che avevano vissuto. "Hai ragione."

Amara le prese la mano, stringendola dolcemente.

Il cameriere portò i loro piatti, interrompendo il momento. Sylvia e Amara si scambiarono un sorriso mentre iniziavano a mangiare, parlando delle loro prossime mosse e delle avventure che le aspettavano. Le grotte sembravano quasi chiamarle, un invito a scoprire i segreti che celavano.

Dopo aver finito il pranzo, Amara e Sylvia presero la loro moto e si diressero verso le grotte. Il tragitto non era semplice e richiedeva un pezzo da percorrere a piedi. Già da lontano, si percepiva l’energia emanata dalle grotte, una forza quasi magnetica che le attirava verso di sé.

Le Grotte Vicino a Zanara

Mentre camminavano, Amara chiese a Sylvia come si sentisse. Sylvia avvertiva l’energia in arrivo, nonostante fossero ancora lontane. Decise di mantenere uno spirito giocoso con Amara. "Mi sa che ti divertirai," disse Sylvia con un sorriso malizioso. "Vuoi che mi spogli prima di svenire?"

Amara rise, giocando con lei. "Ci avevo già pensato di farlo io, ma se vuoi farlo tu, forse l'energia entra meglio."

Quando arrivarono all'ingresso delle grotte, si vedeva che Sylvia era al limite delle sue forze. Si tolsero entrambi i giubbotti, preparando i loro corpi e le loro menti per l’esperienza che le attendeva.

Amara guardò Sylvia con preoccupazione. "Sei sicura di voler entrare?"

Entrambe sapevano che non era più una scelta loro. Se non fosse stata quella volta, Livia le avrebbe mandate un’altra volta. Il processo andava eseguito.

"Credo che ti divertirai ancora," disse Sylvia con un sorriso debole.

Amara le diede un bacio affettuoso. "Stammi vicina, ti tengo io..."

Entrarono nelle grotte insieme, fianco a fianco. L'energia all'interno era palpabile, un'ondata di sensazioni che le avvolgeva e le penetrava. Sylvia si sentiva sopraffatta, ma sapeva di poter contare su Amara. Amara, da parte sua, si sentiva responsabile e protettiva, pronta a sostenere Sylvia in ogni momento.

Mentre avanzavano, Sylvia cominciò a vacillare. L'energia era troppo intensa per lei. "Amara, non so se reggerò..." disse, cercando di mantenere il controllo.

Amara la strinse più forte. "Ti tengo io, Sylvia. Non preoccuparti. Sono qui con te."

Sylvia sorrise debolmente, si aggrappò a lei, lasciandosi guidare dalla forza e dalla determinazione della sua compagna.

E così, passo dopo passo, entrarono sempre più in profondità.

Le grotte erano maestose, illuminate da una luce eterea che sembrava provenire dall'interno delle rocce stesse. L'energia le avvolgeva, creando una connessione profonda tra loro e l'ambiente circostante. Amara guardò Sylvia, pronta a sostenerla, mentre avanzavano verso il cuore delle grotte.

Sylvia era ormai debolissima, ma senza un motivo apparente iniziò a spogliarsi, rimanendo solo con la biancheria intima. Amara la guardò sorpresa e preoccupata. "Perché lo fai, Sylvia?" le chiese con voce dolce, cercando di capire il motivo di quell'atto.

Sylvia, con voce spezzata e a sillabe, rispose: "Devo... farlo... Amara..."

Amara la osservò attentamente, cercando di decifrare il significato delle sue parole. "Non è necessario che tu lo faccia per me, Sylvia," disse con un tono rassicurante, sperando di farle cambiare idea. "Non devi spogliarti per me."

Ma Sylvia annuì debolmente. "Sì... devo..."

Quando rimase solo con le mutandine bianche, Sylvia sembrava essere in uno stato di trance. L'energia delle grotte la avvolgeva completamente, quasi sapesse che era lei ad averne più bisogno. Amara si avvicinò di più, pronta a sostenerla.

"Sylvia, sei sicura di voler continuare?" le chiese Amara, con preoccupazione nella voce.

Sylvia fece un discorso strano e frammentato sui suoi svenimenti. "Sai, Amara... i miei svenimenti... sono un modo... per il mio corpo... di adattarsi... all'energia... di questo luogo..."

Amara la guardava con attenzione, sentendo il peso di ogni parola.

Sylvia chiuse gli occhi per un momento, poi li riaprì lentamente. "Ora... lo sento... arriverà... presto..."

Amara la prese tra le braccia, pronta a sostenerla. "Sono qui per te, Sylvia. Non ti lascerò andare."

Sylvia fece un debole sorriso. "Grazie, Amara... Sei... tutto per me..."

L'energia sembrava concentrarsi tutta su Sylvia, avvolgendola come una seconda pelle. La sua respirazione diventava più pesante, il suo corpo tremava leggermente. Disse l'ultima parola ad Amara prima di svenire: "Ti... amo..."

E con quella parola, Sylvia perse i sensi tra le braccia di Amara. Amara la teneva stretta, il cuore colmo di emozioni contrastanti. Sentiva l'importanza di quel momento, la profondità del legame che le univa. Guardò Sylvia, addormentata e vulnerabile, e sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerla.

Stettero dentro le grotte finché Sylvia non si riprese completamente. L'energia sembrava dosare i suoi flussi, e quando Sylvia riuscì ad alzarsi, decisero di uscire. Amara, con un tono di voce preoccupato, si chiese ad alta voce: "Chissà quanto ancora dovremo fare questo...?"

Sylvia, ancora un po' debole ma determinata, rispose con un sorriso stanco: "Quanto sarà necessario, Amara."

Rimasero lì sedute ancora un po', godendosi la tranquillità del momento. Sylvia non si era ancora rivestita, preferendo stare appoggiata ad Amara. Con un sorriso dolce, chiese: "Ti è piaciuto? Ti sono piaciuta?"

Amara la abbracciò stretta e le rispose con sincerità: "Tu mi piaci sempre, Sylvia. Ma non voglio vederti soffrire."

Sylvia scosse la testa, rassicurandola. "Sono sfinita, sì, ma non ho affatto sofferto. È una cosa che ti riempie... un'esperienza profonda."

Parlarono un po' di come era andata quella volta, analizzando le sensazioni e le emozioni che avevano provato. Amara guardava Sylvia con occhi pieni di amore e ammirazione, toccandola con delicatezza, come se fosse la prima volta.

 

Dopo essersi rivestita, Sylvia e Amara si diressero verso la moto. Con Sylvia alla guida e Amara stretta a lei, percorsero il sentiero fino a raggiungere un punto panoramico da cui potevano vedere Zanara in lontananza. Lo spettacolo che si presentò ai loro occhi era tutto meno che ordinario. Zanara era un luogo che sfidava ogni immaginazione.

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