
Oltre l'Illusione
Cap. 12: L'Alba del Formidabile Gruppo

Kay si scusò dicendo che la situazione si era evoluta e che la sua presenza era ora più utile nell'enclave. Le avrebbe spiegato tutto nel pomeriggio insieme a Sylvia, Amara e Milhen. Valeria rispose, guardando Amara e sorridendo: "Benissimo, se servo qui, resterò qui."
Amara, vedendo Sylvia, le chiese da lontano: "Cos'hai combinato?"
Sylvia fece un cenno come a dire "te lo spiego dopo". Quando Kay staccò la comunicazione, Amara non sapeva se abbracciare Sylvia per aver sicuramente messo lo zampino o Valeria per la gioia di poter restare ancora insieme. Decise di aspettare che fossero loro a venire da lei.
La Rivelazione su Milhen
Amara e Valeria si avvicinarono a Sylvia e vollero sapere cosa avesse fatto. Sylvia spiegò con risolutezza:
"Quello che c'è nella testa di Milhen non lo sa nessuno. Se cerchi un programma sapendo che c'è, lo trovi. Ma se non sai cosa cercare, non puoi sapere cosa c'è. È importante che Milhen vada al Dark Sanctuary per fare questa pulizia, ma ci deve arrivare prima. Ho creato una connessione con Milhen e ho scannerizzato completamente la sua mente. Ho trovato dei programmi micidiali. Milhen è addestrata al punto da poter competere con noi due e perfino con Kalki e Aisha. Se quei programmi venissero attivati, Milhen diventerebbe un terminator. Se si attivano mentre è sola con una di noi, potrebbe farci a pezzi."
Valeria, confusa ma colpita, abbracciò Sylvia e disse: "Non ci capisco niente, ma sento che sei formidabile."
Sylvia continuò: "I demoni le daranno caccia spietata per averla. Io ho schermato l'accesso ai programmi devastanti, ma se i demoni la trovano e la catturano, avranno dalla loro parte un guerriero formidabile e spietato. Lavorano sulla sua testa da quando è nata. Ho parlato con Kay e gli ho detto che penso che Valeria sia fondamentale per la protezione di Milhen. E lo penso davvero. Che poi abbia fatto queste ricerche per far restare qui Valeria è un'altra cosa. Meno male che l'ho fatto."
Amara, ancora senza parole, si voltò verso Valeria e Sylvia, riflettendo su quanto accaduto.
Ora non restava che aspettare il pomeriggio, quando Kay, in accordo con il consiglio della resistenza, avrebbe deciso come procedere. Si sapeva già che, in linea di massima, sarebbero partite in quattro verso il Dark Sanctuary, consapevoli che i demoni avrebbero voluto riavere il loro androide. Per loro, Milhen era un robot programmato per uccidere, ma non per Sylvia, e nemmeno per il resto della resistenza.
Decisero di alleggerire un po' l’atmosfera. Presero l'ambulanza sottratta agli agenti e, senza pensarci troppo, decisero di andare a pranzare tutte insieme al ‘Poco Corretto’ il locale ricostruito sull’immagine dello ‘Scorsetto Nero e del ‘Poco Corretto’ del mondo cardine.
Il Poco Corretto: Una Pausa Prima della Missione
L'ambulanza si fermò davanti al Poco Corretto. Amara, Sylvia, Valeria e Milhen scesero, sorridendo tra loro. Il gruppo era una combinazione di figure diverse ma ugualmente affascinanti.
"Non sembra il tipo di posto dove ci si aspetta di vedere un'ambulanza parcheggiata," scherzò Sylvia.
Amara rise: "Non è neanche il tipo di posto dove ti aspetti di vedere un potenziale terminator pranzare."
Milhen arrossì leggermente, ma Valeria le diede una pacca sulla spalla. "Non preoccuparti, Milhen. Sei con noi."
Entrarono nel locale, trovando un tavolo nell'angolo. L'atmosfera era informale, perfetta per rilassarsi un po'. Si sedettero e subito arrivò un cameriere a prendere le ordinazioni.
"Per me un piatto di pasta," disse Sylvia, "e una bottiglia di vino."
Amara seguì: "Anche per me pasta, ma con un bicchiere d'acqua."
Valeria ordinò un'insalata, guardando Milhen. "E tu, Milhen? Cosa ti va di mangiare?"
Milhen esitò un attimo, poi rispose: "Forse una pizza."
"D'accordo, allora una pizza per lei," concluse Valeria.
Mentre aspettavano il cibo, iniziarono a parlare. "Sai, Milhen," disse Amara, "non devi preoccuparti di quello che c'è nella tua testa. Sei qui con noi e faremo tutto il possibile per aiutarti."
Milhen annuì. "Grazie, Amara. È solo che è difficile pensare a me stessa come a un'arma."
"Lo capiamo," intervenne Sylvia. "Ma ricorda che non sei solo un'arma. Sei una persona, con sentimenti e pensieri. E noi siamo qui per proteggerti."
Valeria, che non aveva staccato gli occhi da Milhen, aggiunse: "Sai, Milhen, hai un potenziale incredibile. Non lasciare che quello che ti hanno fatto definisca chi sei."
Milhen sorrise timidamente. "Grazie, Valeria. È bello sapere di avere amici come voi."
Il cibo arrivò e iniziarono a mangiare, tra risate e chiacchiere. Sylvia raccontò una storia divertente su una delle loro missioni passate, facendo ridere tutte. Amara parlò di un libro che stava leggendo, coinvolgendo Milhen nella conversazione.
"Ti piace leggere, Milhen?" chiese Amara.
"Sì, molto," rispose Milhen. "Mi aiuta a staccare la mente."
"Allora dovresti assolutamente leggere questo libro," disse Amara. "Sono sicura che ti piacerebbe."
Quando finirono di mangiare, Sylvia si alzò e propose un brindisi.
"Alla nostra missione," disse, sollevando il bicchiere. "E alla nostra amicizia."
"Tutti insieme," aggiunse Valeria. "Perché insieme possiamo affrontare qualsiasi cosa."
"Per Milhen," concluse Amara. "Che possa trovare la pace che merita."
Milhen, con gli occhi lucidi, sollevò il suo bicchiere. "Grazie, grazie davvero."
Dopo il brindisi, decisero di fare una passeggiata. Sylvia cercava di tranquillizzare Milhen, pur dicendole la verità. "Una volta arrivate al Dark Sanctuary, tutti i programmi nella tua testa saranno cancellati," le spiegò. "Altrimenti, non potresti uscirne. Il Santuario Oscuro di Land’s End è sacro, un purificatore, e grazie a Kalki e Aisha, dopo centinaia di anni, è di nuovo operativo."
Amara, che aveva letto il libro che raccontava le imprese di Kalki e Aisha, aggiunse: "Sai, quelle due hanno scacciato quasi mille demoni dal santuario, liberando il portale d’accesso a Land’s End. È stata una grande impresa. Kalki e Aisha sono ancora a Land’s End, ma hanno lasciato le Rose delle Primenate al santuario. Anche a noi tre è stato chiesto da Aurelian di lasciarle lì. Al Dark Sanctuary sono al sicuro."
Valeria, curiosa, chiese: "Cosa sono queste rose?"
Sylvia e Amara cercarono di spiegarle. "Le rose," iniziò Amara, "sono un po’ come una carta d’identità digitale. Sono state assegnate da Brahma a ogni scintilla, e contengono tutti i dettagli, i nomi e i volti delle 244.000 scintille, insieme alle vite precedenti vissute da ciascuna scintilla. In questo momento, Adamas è l'unica scintilla a possedere sia la rosa che il dono."
Valeria domandò ad alta voce se anche lei avesse da qualche parte la sua rosa. Le sue amiche le dissero che sicuramente era un’anima luminosa, ma avere la scintilla significava avere una parte di Brahma dentro di sé. Poi, Sylvia le fece una domanda che lasciò Valeria stupita.
Selene: Il Vero Nome della Scintilla
"Valeria, è il tuo vero nome o ne usi un altro per qualche ragione?"
Valeria sorrise, sorpresa dalla domanda. "In realtà, Valeria non è il mio vero nome. Il mio vero nome è Selene."
Sylvia e Amara si guardarono incredule. Amara prese il maplet e cercò rapidamente il capitolo del libro su Kalki e Aisha, dove Kalki legge i nomi delle 19 Primenate. Lesse ad alta voce: "Adamas, Ishtar, Kalki, Aisha, Soleh, Sylva, Danniel, Alya, Amara, Milhen, Lyria, Zephyra, Arin, Maelis, Eryndor, Naida, Elara, Thamar e infine Selene."
Amara guardò Valeria negli occhi. "Da oggi, il tuo nome sarà Selene, perché è quello che tuo padre ha scelto per te. Kalki e Aisha hanno portato la tua rosa al santuario. Si ricongiungerà con la tua scintilla e la tua anima quando Brahma lo vorrà."
Selene, colpita dalla rivelazione, si sedette. Non capiva molto, non ricordava perché avesse deciso di cambiare nome, forse per una scommessa fatta con uno sconosciuto. Per Amara, invece, tutto era chiarissimo.
"Confondere i nomi significa allontanare per sempre la scintilla dalla rosa," spiegò Amara. "Il nome è fondamentale. Brahma ha scelto 244.000 nomi, tutti diversi. Le Primenate sono le scintille più forti e i demoni le cercano sempre. Era destino, Selene, che tu venissi con noi al Dark Sanctuary. E, per favore, da oggi nessuno la chiami più Valeria."
Le parole di Amara risuonarono nell’aria. Tutte e quattro sentirono il peso del destino che si delineava davanti a loro, ma anche la forza della loro amicizia e del legame che le univa.
Preparativi per il Dark Sanctuary
Selene si avvicinò ad Amara, desiderosa di capire meglio. "Sai, conosco molto bene sia Aisha che Kalki," iniziò Selene. "Vivono a Land's End, praticamente ad un passo da casa mia. Lì si parlava spesso di queste rose, ma a me hanno sempre tenuto fuori da questi discorsi."
Amara annuì. "Certo, perché nessuna rosa delle Primenate porta il nome di Valeria. Quando ci collegheremo con Kay oggi, gli riveleremo questa cosa. Se l’avesse saputo, ti avrebbe mandato subito con noi al Dark Sanctuary. Anche io e Sylvia dobbiamo essere purificate prima di andare a Land's End, per sicurezza. Magari non abbiamo nulla, ma dobbiamo esserne sicure."
Selene annuì, visibilmente sollevata. "Quindi questa purificazione... è un processo doloroso?"
"Non è piacevole," rispose Amara con sincerità, "ma è necessario. Dopo tutto ciò che hai passato, è un piccolo prezzo da pagare per essere sicuri."
Nel frattempo, Sylvia e Milhen camminavano un po’ più avanti, discutendo a bassa voce. "Milhen, so che è difficile, ma devi fidarti del processo," disse Sylvia con dolcezza. "Al Dark Sanctuary, tutti quei programmi verranno cancellati. Non sarai più un’arma nelle mani dei demoni."
Milhen la guardò con occhi lucidi. "Ho paura, Sylvia."
"Non pensare così," la rassicurò Sylvia. "Sei forte e pensa a quanto sarà liberatorio sapere che non c'è più nulla dentro di te che possa essere usato contro di noi."
Milhen sorrise debolmente. "Grazie, Sylvia."
Amara e Selene le raggiunsero e insieme salirono sull’ambulanza che avevano sottratto ai Demoni per tornare all'enclave.
"Non c'è miglior vendetta che usare i loro stessi mezzi contro di loro," disse Sylvia con un sorriso malizioso.
Selene e Milhen risero, un po’ più rilassate. Salirono tutte sull’ambulanza e si diressero verso l’enclave.
Arrivate all'enclave, le quattro ragazze trovarono i cinque ragazzi già ad aspettarle. Era il momento di collegarsi con Kay e, dato che non si sapeva mai chi del consiglio sarebbe stato coinvolto, erano presenti tutti.
Kay si collegò, ma Amara lo interruppe immediatamente. "Kay, prima che inizi, c'è qualcosa di molto importante che potrebbe cambiare i piani."
"Vi ascolto," disse Kay, visibilmente curioso.
"Conosci i nomi delle 19 Primenate, giusto?" chiese Amara.
"Certo," rispose Kay. "Adamas ce le aveva rivelate quando ottenne la sua rosa, e Kalki le aveva confermate."
"Bene," continuò Amara. "Ma perché non avete guardato anche i volti? Sono riportati nelle rose."
Kay capì immediatamente di aver commesso un errore. Amara chiamò Selene vicino a sé. "Guardala bene, Kay... guardala."
Kay osservò attentamente Selene e si rese conto della svista. Kalki aveva disegnato tutti i volti, ma né lui né il resto del consiglio avevano mai riconosciuto Selene, che era sempre stata a Land's End. Si mise le mani nei capelli, rendendosi conto della leggerezza commessa non solo da lui, ma anche dal consiglio, incluse Kalki e Aisha, che conoscevano bene Selene e l’avevano avuta nella loro comunità per molto tempo.
"Comprendo che le scuse non bastano," disse Kay con sincerità. "È stato un errore imperdonabile. Selene, sbagliamo anche noi. Ora devo informare il consiglio e portare questa splendida notizia. Le 19 Primenate sono fondamentali per noi e ce ne mancano ancora. Ognuna che troviamo è un vero tesoro. Scusaci, Selene, scusateci tutti. Ci ricollegheremo stasera dopo cena e avremo le indicazioni sul da farsi. Ma comunque, restate concentrate sul Dark Sanctuary. Ora non si tratta solo di Milhen: quattro Scintille sono a un passo dalla loro Rosa. I demoni scateneranno l'inferno pur di fermarvi."
I cinque ragazzi, presi totalmente alla sprovvista, si guardarono tra loro increduli. Alex fu il primo a parlare. "Non posso credere che abbiamo avuto una Primanata tra noi tutto questo tempo e nessuno se ne sia accorto."
Lily annuì, aggiungendo, "È incredibile pensare a quante volte abbiamo parlato di queste cose senza mai collegare i puntini."
Selene, ancora sorpresa dalla rivelazione, si voltò verso Amara. "Non so cosa dire. È tutto così... surreale."
Amara aveva preso in pugno la situazione, come era suo solito fare. Il suo carattere deciso, unito alla sua indiscussa superiorità spirituale, la rendeva una guida naturale. Duecentocinquanta anni di vita ininterrotta avevano fatto crescere la sua anima e la sua scintilla in modo esponenziale rispetto agli altri. E questa crescita le conferiva capacità superiori di elaborazione e sintesi. Più di una volta, aveva risolto situazioni che per altri sarebbero state impossibili.
Ma questa volta l’intuizione sulla verità sul nome e sulla vera appartenenza di Selene la ebbe Sylvia.
Sylvia non era nemmeno consapevole che il merito fosse tutto della sua intuizione, quando aveva chiesto a Selene se ‘Valeria’ fosse il suo vero nome. Una cosa detta così, per caso, che stava cambiando completamente i piani della resistenza.
Il Riconoscimento di Selene
Era ora di cena, una cena di attesa. Tutti aspettavano le decisioni del consiglio riportate da Kay, ma nel frattempo, perché non consumare una buona cena tutti insieme con del buon vino per celebrare Selene? Selene meritava un riconoscimento ufficiale, era stata mandata inconsapevolmente da una parte all'altra del Metaverso a proteggere tutti, era stata esposta a rischi enormi.
Alla fine della cena Selene si alzò lentamente, il suo viso era illuminato dalla luce soffusa delle candele sul tavolo. Si schiarì la voce e iniziò a parlare, con un tono caldo e sentito.
"Voglio ringraziare tutti voi per questa meravigliosa serata e per il sostegno che mi avete dato. Ma c'è una persona speciale che merita un ringraziamento particolare: Sylvia.
Sylvia, non posso descrivere a parole quanto sia grata per ciò che hai fatto per me. La tua intuizione, quel semplice gesto di chiedermi il mio vero nome, ha cambiato tutto. Non era solo un caso, ma un atto di profonda comprensione e saggezza. Hai visto in me qualcosa che nemmeno io vedevo. Grazie a te, ho trovato il mio vero posto e la mia vera identità.
Inoltre, è grazie a te che ora posso stare accanto ad Amara. Hai usato il tuo ingegno e il tuo cuore per convincere Kay a lasciarmi rimanere. Hai dimostrato di essere non solo una compagna di battaglia, ma anche un'amica straordinaria, pronta a fare tutto il necessario per il bene degli altri.
Quindi, Sylvia, voglio che tu sappia quanto tu sia importante per me, e anche per gli altri, sei una guida, una forza, un faro di luce in mezzo all'oscurità. Non solo ci proteggi, ma ci ispiri con la tua forza e il tuo coraggio. Grazie, di cuore."
Selene si fermò, aveva le lacrime agli occhi. Amara le prese la mano, stringendola con affetto. Tutti si unirono in un applauso scrosciante, mentre Sylvia si alzava con un sorriso malizioso.
"Discorso! Discorso!" gridarono tutti.
Sylvia, visibilmente emozionata, prese un respiro profondo. "Beh, non so come ringraziare tutti voi per le belle parole e questo incredibile supporto. Ma c'è una cosa che vorrei dire..."
Il Presidente di Land’s End
Proprio in quel momento, il monitor si accese, e sullo schermo apparve il Presidente in persona. Tutti gli occhi erano puntati su di lui, il silenzio inondava la sala.
Il presidente parlò, la sua voce calma e decisa riempì la stanza. "Compagni, Amici, Scintille, figlie di Brahma. È doveroso da parte mia assumermi le mie responsabilità e scusarmi davanti a tutti, in primo luogo davanti a te, Selene. È imperdonabile aver avuto davanti agli occhi una scintilla appartenente al gruppo delle primenate per molti anni e non averla riconosciuta. Certo, non sono solo io, e si voltò come se avesse qualcuno vicino, ma fuori dal campo della telecamera. Non voglio dividere le responsabilità, voglio solo dire che parlo per tutti. Oggi al consiglio ho visto bene le espressioni. Ritengo, però, che adesso sia il caso di procedere. Possiamo dire che tutto è bene ciò che finisce bene. Abbiamo trovato una Primanata, anche se era con noi già da un bel po’ di tempo. Ma non saranno solo parole di scuse le mie stasera; c'è una sorpresa. Faremo una cosa che di solito, per ragioni di sicurezza, non facciamo, sapete che di solito parla solo Kay in rappresentanza di tutti. Stasera correremo un rischio calcolato; abbiamo schermato ogni millimetro della VPN, quindi siamo tranquilli. È con vero piacere che, questa sera, avrete l'opportunità di parlare con la persona che ha disegnato tutti i volti delle primenate. Kalki desidera conoscervi personalmente tutte e tre e vuole scusarsi con Selene anche a nome suo. Amara, Sylvia, Milhen… vi presento Kalki."
Kalki e Aisha erano autentiche leggende viventi. Le loro imprese erano raccontate in numerosissimi libri e giravano anche dei film su di loro. Avere Kalki in collegamento era davvero una cosa speciale. Il presidente si spostò, lasciando quasi tutta la scena a Kalki. Kalki apparve con un sorriso degno di una Scintilla Primanata, di una Scintilla che aveva conosciuto il peso e l'onore di possedere la rosa e la responsabilità di essere una delle tre a portare con sé il dono di Brahma.
L’Incontro con Kalki
Kalki sorrise, il suo volto radioso. "Sono contenta di vedervi, sorelle. Vi ho conosciute, vi ho viste, e siete le mie sorelle combattenti per Emphatia."
Si rivolse ad Amara: "Vampira ibrida di oltre 250 anni, forgiata dal dolore per l'amore, per la perdita di Elisabeta. Elisabeta è qui con noi. Purificati al Dark Sanctuary e la potrai vedere e abbracciare; ti sta aspettando."
Poi guardò Sylvia: "Sylvia, tu non sai quanto assomigli ad Aisha. Sembrate due ingenue fanciulle, ma dentro avete l'istinto del vampiro. Certo, tu lo sei, Aisha no, ma siete uguali. Genio e intuizione, in pochi secondi avete la capacità di cambiare tutto, rendere vacillante l'ineluttabile."
Infine, si rivolse a Milhen: "Milhen, dentro di te c'è la forza del ‘terminator’, come dite voi, ma il santuario non te la toglierà. La metterà a disposizione della tua intelligenza e della resistenza. Sarai una combattente essenziale."
Quando arrivò a Selene, il suo sorriso si fece ancora più caldo: "Selene, amica mia, quanti giorni passati insieme al fiume, allo Scorsetto, senza renderci conto di chi tu fossi veramente... Ma perché hai cambiato quel nome, dannazione a te? Che figura ci hai fatto fare. Ma sono felice, felice perché lo sentivo ogni momento che eri una di noi. Brahma non sbaglia nelle sue scelte. Bentornata, Selene."
Kalki fece una pausa, guardandole tutte con affetto. "Vi lascio al presidente che vi dirà i piani. Per parte mia, vi aspetto qui a Land's End con Aisha, che adesso è allo Scorsetto. Sarà fra poco tempo; il varco al santuario , come sapete, è stato riaperto."
Il Presidente Espone i Piani
Il presidente tornò al centro dello schermo. "Ho poco da aggiungere. Dovete andare al santuario. Nel Maplet ci sono le note di viaggio di Adamas, Kalki, Aisha e anche del Sig. Mah. Dovete arrivare lì. Il problema è il percorso. C'è la stradina di campagna che potrebbe essere pericolosa e il sentiero oscuro è infestato da demoni. Avrete come alleato il Vecchio Lupo Bianco, che è uno sterminatore di demoni, ma attenzione agli agenti. Non avete le armi per eliminarli. Se riconoscete un agente, scappate. Anche tu, Amara. Finché non avrete il dono, non potrete fare nulla contro gli agenti. Vi manderò domani le istruzioni per email sul Maplet. Per stasera credo che basti così. Per Emphatia, e che possa essere raggiunta."
Il monitor si oscurò. Avevano parlato con una leggenda vivente, ed era stato emozionante. Decisero di fare ancora un ultimo brindisi. Amara, che aveva ancora il sangue donato da Lily, versò un calice e, avvicinandosi a Sylvia, le sussurrò: "Se non svieni, te ne do un po'..."
Sylvia guardò Amara negli occhi, e con un sorriso malizioso rispose: "Non svengo, promesso." Amara e Sylvia si guardarono intensamente, il legame tra di loro evidente a tutti. "Ti amo," disse Amara, con un calore che faceva tremare la voce.
"Ti amo," rispose Sylvia, mentre i loro calici si toccavano, brindando con il sangue.
Milhen osservava attentamente Amara e Sylvia, le due non facevano nulla per nascondere il loro affetto. Erano aperte e trasparenti, orgogliose del loro amore. Milhen, vicino a Selene, si sentì spinta a condividere i suoi pensieri. "Quelle due si amano come non si è mai visto nessuno," disse, abbassando la voce. "E poi una viene con me e l'altra va con te. Ti sembra normale?"
Selene non poté fare a meno di ridere. "Perché in tutta questa storia trovi qualcosa di normale?"
Milhen rise anche lei, riconoscendo la verità nelle parole di Selene. Niente era normale in quel mondo fatto di scintille, demoni e santuari oscuri. Ma quella era la loro realtà, e l’amore che legava Amara e Sylvia era una parte preziosa di essa. Quel bacio e quel "ti amo" scambiati poco prima avevano portato gioia anche a Selene e Milhen.
"Forse questa è la vera crescita," rifletté Milhen, pensierosa. "Il vero percorso interiore che porta a Emphatia. Non solo la città sepolta dal mare, ma anche una metafora della vita. Emphatia è sepolta dentro di noi, e il nostro cammino ci sta portando proprio nel suo cuore, nel centro dove brucia la sua fiamma, la scintilla primordiale di Brahma."
Selene annuì, guardando con affetto le due amiche. "Hai ragione. Questo viaggio ci sta trasformando. Stiamo riscoprendo chi siamo veramente, e forse, quando troveremo Emphatia, scopriremo che era dentro di noi fin dall'inizio."
Milhen sorrise, in quel momento, non c'era niente di più importante della loro missione, della loro amicizia e del loro amore.
Milhen e Selene si appartarono, desiderose di lasciare ad Amara e Sylvia la loro intimità. Si erano ritrovate spesso in gruppo, ma mai avevano avuto l'occasione di parlare da sole. Le due si sorrisero, consapevoli che quella era un'opportunità preziosa per conoscersi meglio.
Milhen ruppe il silenzio per prima. "Selene, hai mai provato l'ebrezza del morso?"
Selene annuì con un sorriso. "Sì, Amara me l'ha fatta provare. Ricordo ancora la sensazione: un misto di dolore e piacere, un legame profondo che si crea in un attimo. Era come se tutto il mio essere fosse stato avvolto da una calda ondata di energia, un'intensità che non avevo mai sperimentato prima."
Milhen ascoltava attentamente, affascinata. "Con Sylvia è stato... indimenticabile," confessò. "Mi ha morso durante un momento di estrema vulnerabilità. Sentivo il suo calore, la sua forza, e al contempo una dolcezza infinita. È come se avesse risvegliato qualcosa di dormiente dentro di me, qualcosa di potente e primordiale."
Selene sorrise. "È strano come il morso possa essere così personale e al tempo stesso così universale. Ogni esperienza è unica, ma il legame che crea è sempre forte."
"Assolutamente," concordò Milhen. "Penso che sia questo legame che ci rende così uniti, che ci permette di affrontare insieme le difficoltà. E Sylvia... è incredibile come riesca a far sentire speciale ogni momento, ogni gesto."
Selene annuì. "Amara è lo stesso. Ha una forza interiore immensa, una saggezza che deriva dai suoi 250 anni di vita. Eppure, c'è una dolcezza in lei che non ti aspetteresti. Mi sento fortunata ad averla nella mia vita."
Continuarono a parlare, condividendo pensieri e riflessioni. Milhen voleva sapere di più su Selene, sulla sua vita prima di Land's End. Selene raccontò delle sue giornate tranquille, delle passeggiate lungo il fiume con Kalki, ignara del suo vero destino.
"Era una vita semplice," disse Selene. "Non avrei mai immaginato che tutto sarebbe cambiato così. Ma ora che conosco la verità, sento che tutto ha un senso. Come se tutto ciò che ho vissuto mi avesse preparato per questo momento."
Milhen sorrise. "Capisco cosa intendi. Anche io mi sento così. Ogni esperienza, ogni sfida, ci ha portato qui. E ora, insieme, siamo più forti."
Selene annuì, sentendo un legame crescente con Milhen. "Sono felice di averti come compagna in questa missione. Siamo tutte qui per un motivo, e so che insieme possiamo fare la differenza."
Milhen le sorrise, sentendosi più vicina a Selene che mai. "Anche io sono felice di averti conosciuta meglio."
Le due si scambiarono un altro sorriso complice, pronte a tornare dalle loro compagne.
Amara e Sylvia notarono che Selene e Milhen si erano appartate per parlare. Con uno sguardo d'intesa, si avvicinarono tra loro per discutere delle loro osservazioni.
Amara lanciò un'occhiata verso Selene e Milhen, un accenno di un sorriso sulle labbra. "Hai visto? Sembrano davvero coinvolte in una conversazione profonda."
"Sì, le ho notate," rispose Sylvia, annuendo. "Penso che stiano cercando di conoscersi meglio. Dopotutto, ognuno di noi ha bisogno di un po' di tempo per capirsi a vicenda."
"Hai ragione," concordò Amara. "È importante che costruiscano un legame. Saremo un gruppo più forte se riusciremo a unirci, non solo come combattenti, ma anche come amiche."
Sylvia abbassò la voce, guardando Milhen da lontano. "Hai notato? Sta cambiando. È più aperta, è come se stesse finalmente trovando il suo posto tra noi."
"È vero," rispose Amara con un lieve cenno del capo. "E Selene... incredibile quanto abbia accettato tutto questo, come stia abbracciando la sua vera identità. Ritrovare il suo vero nome è stato un grande passo avanti."
"La forza di Selene ci sarà molto utile," continuò Sylvia, un sorriso velato sulle labbra, "ma è anche bello vederla fiorire come persona."
Amara annuì pensierosa. "Sì, e devo ammettere che tutte noi stiamo cambiando, cresciamo, impariamo l'una dall'altra."
Sylvia si avvicinò ad Amara, il tono della sua voce più morbido. "E tu, Amara? Come ti senti riguardo a tutto questo? Noi due abbiamo un legame speciale, ma stiamo anche scoprendo nuovi aspetti nelle altre."
Amara fece un leggero sorriso, gli occhi persi in pensieri lontani. "È vero, tu ed io siamo inseparabili, ma c'è qualcosa di meraviglioso nel vedere come si evolvono le dinamiche del gruppo. Con Selene e Milhen, sento davvero che stiamo diventando una famiglia."
"Amara," disse Sylvia con un tono più affettuoso, "c'è una cosa che ho sempre ammirato di te: la tua capacità di andare oltre le apparenze e trovare il meglio in ognuna di noi."
"Grazie, Sylvia," rispose Amara, toccata dalle sue parole. "Anche tu hai un dono speciale. La tua intuizione ci ha guidato in molti momenti cruciali. Come quando sei riuscita a scoprire il vero nome di Selene."
Sylvia sorrise, abbassando lo sguardo per un momento. "Era solo un'intuizione, ma sono felice che abbia portato a qualcosa di così importante. E ora, guardandole, capisco che tutto questo ne vale davvero la pena."
Amara annuì lentamente, il calore della gratitudine nei suoi occhi. "Sì, Sylvia. Stiamo davvero costruendo qualcosa di più grande di noi stesse. E lo stiamo facendo insieme, come una vera famiglia."
Le due si guardarono con affetto, mentre le risate di Selene e Milhen riecheggiavano nella stanza, un suono che riempiva i loro cuori di speranza e di gioia per il futuro che stavano costruendo insieme.
A questo punto, Alex interruppe il momento di raccoglimento tra le ragazze, sollevando il calice e richiedendo un ultimo brindisi. "Vorrei fare un brindisi a Sylvia," disse con un sorriso malizioso. "Stavi iniziando un discorso, ma il Presidente ti ha interrotto, puoi continuare adesso?"
Tutti si voltarono verso Sylvia. lei sorrise un po’ imbarazzata. Amara le diede una pacca sulla spalla e disse: "Vediamo come te la cavi bellezza."
Tutti applaudirono e si sistemarono intorno a Sylvia, curiosi di ascoltarla. Sylvia si alzò lentamente, sorridendo timidamente. Bevve un bel sorso di sangue dal suo calice, posandolo poi con un gesto deciso.
"Ok, ok, mi avete incastrata," iniziò Sylvia con un tono scherzoso. "Ma credo che sia giusto condividere un po' della mia storia con voi."
Fece una pausa, guardando in maniera solenne il cerchio di amici e compagni. Amara aveva la certezza che Sylvia ne stesse pensando una delle sue. Sylvia inizio. "Sono nata in un'epoca diversa, molto prima di tutti voi. Sono sempre stata una vampira, di famiglia nobile, ma non sempre sapevo cosa significasse realmente. Crescendo, ho imparato a controllare la mia sete e a vivere tra gli umani senza destare sospetti. È stato difficile, ma ho avuto qualcuno che mi ha aiutato a capire chi sono davvero."
Si fermò un momento, i suoi occhi cercando quelli di Amara. "Amara è stata quella persona per me. Mi ha insegnato a vedere oltre la mia natura, a trovare il mio posto in questo mondo. E ora, con tutti voi, sento che sto davvero facendo la differenza."
Sylvia prese un altro sorso di sangue, come per darsi coraggio. "Quando sono entrata nella resistenza, non sapevo cosa aspettarmi. Ma ho trovato una famiglia. Voi siete la mia famiglia, e farei qualsiasi cosa per proteggervi."
Alex, che aveva ascoltato attentamente, sorrise e alzò il calice. "E la storia che svieni alla vista del sangue? È vera o no?"
Sylvia rispose con un sorriso divertito. "Beh, diciamo che mi piace far credere alla gente che sia così. Ma no, non svengo alla vista del sangue. In realtà, è piuttosto il contrario. Il sangue mi dà forza."
Le risate e gli applausi riempirono la stanza. Amara le si avvicinò e le diede un abbraccio affettuoso. "Hai fatto un ottimo lavoro, Sylvia. Siamo orgogliosi di te."
Il brindisi continuò con tutti i presenti che si univano alla celebrazione, ciascuno alzando il calice in onore di Sylvia e della loro unità.
Fu a quel punto che Amara intervenne con un sorriso affettuoso. "Brava, Sylvia, ora però racconta la verità."
Sylvia rise, consapevole che il momento della verità era arrivato. "Ok, ok, avete ragione. Ho mentito spudoratamente prima. La verità è che sono diventata una vampira da pochissimo tempo, meno di un anno. È successo durante una missione a Parigi. Sono stata morsa, ma non ho bevuto il sangue del vampiro, quindi non avrei dovuto trasformarmi. Eppure, qualcosa di genetico in me ha innescato la trasformazione."
Fece una pausa, guardando tutti negli occhi. "Questa trasformazione ha scatenato in me una lotta feroce. Volevo rimanere umana per la mia compagna di allora, Elena, ma al contempo sentivo il richiamo della mia nuova natura di vampira. Quella battaglia interiore tra le due nature ha finito per insegnarmi ad accettare entrambe le parti di me stessa."
Sylvia continuò, la sua voce diventando più intensa e appassionata. "Grazie ad Amara, che ho incontrato poco dopo la trasformazione, ho imparato ad accettarmi. E da questa accettazione è nato un amore che niente può spezzare."
Con un sorriso, Sylvia si rivolse ad Alex. "E per quanto riguarda la tua domanda, Alex, è vero: io svengo alla vista del sangue, ma solo quando lo vedo all'improvviso. La mia parte umana non riesce a metabolizzarlo subito, ma poi interviene il vampiro. È una cosa strana, lo so."
Fece una pausa per prendere un sorso di sangue dal suo calice, poi continuò. "La mia parte umana ha sempre avuto un livello emozionale molto basso, che mi portava a svenire spesso. Inoltre, ho sempre avuto una capacità empatica molto sviluppata, che mi permette di assorbire energie e vedere gli spettri nel mondo dei vivi. Questo era un problema quando ero umana, perché spesso svenivo in posti infestati, che riconoscevo proprio dai miei svenimenti."
Amara osservava compiaciuta, sapendo che quella era la verità. Sylvia aggiunse infine: "Anche se adesso sono un vampiro ibrido, con una forza superiore a qualunque vampiro, esclusi i presenti," disse guardando Amara con un sorriso, "la mia natura umana convivente con il vampiro mi rende comunque soggetta a svenimenti in certe condizioni."
Ci fu un momento di silenzio mentre tutti cercavano di assimilare quello che Sylvia aveva appena rivelato. Poi, una pioggia di domande si riversò su di lei.
"Come hai fatto ad accettare questa doppia natura?" chiese uno.
"Quali sono esattamente i tuoi poteri?" domandò un altro.
"E Elena? Che fine ha fatto?" intervenne qualcun altro.
Sylvia rispose con pazienza e sincerità a tutte le domande. "Accettare la mia doppia natura è stato un percorso difficile, ma Amara mi ha aiutata moltissimo. I miei poteri includono una forza sovrumana, una velocità incredibile e la capacità di percepire le emozioni degli altri, oltre a vedere gli spettri."
Si fermò un momento, poi aggiunse: "Per quanto riguarda Elena, ci siamo dovute separare. Lei non poteva accettare la mia nuova natura e io non potevo metterla in pericolo. Ma resterà sempre una parte importante di me."
Le domande continuarono, e Sylvia rispose con onestà e apertura, facendo capire a tutti quanto fosse complessa e affascinante la sua esistenza di vampiro ibrido. Alla fine, tutti si sentirono più vicini a lei, comprendendo meglio la sua forza e la sua fragilità.
Quando finalmente il flusso di domande si esaurì, Sylvia sorrise e disse: "Grazie a tutti per aver ascoltato la mia storia. È bello sapere di poter contare su di voi."
Il gruppo brindò di nuovo, questa volta in silenzio, riflettendo su tutto ciò che avevano appena appreso. Amara si avvicinò a Sylvia, portandole un calice di sangue. Le due si guardarono negli occhi, un'intesa profonda passando tra di loro. "Ti amo," dissero all'unisono, brindando insieme con il sangue.
Milhen fu più subdola. Si avvicinò a Sylvia e le sussurrò all'orecchio: "Ah, basta un calice di sangue offerto all'improvviso per renderti incosciente... buono a sapersi, ne parliamo stasera." Sorrise maliziosamente e si allontanò.
Il brindisi continuò e le quattro si dispersero tra gli altri presenti, non solo per evitare di sembrare esclusive, ma perché davvero desideravano sfruttare l'occasione per conoscersi meglio. Era improbabile che, dopo la partenza, sarebbero mai tornate in quell'enclave situata in una città virtuale assurda, fatta di cloni inconsapevoli lasciati al loro destino.
Verso il Formidabile Gruppo
L'ora stava diventando tarda e Milhen, ancora eccitata dopo aver sentito Sylvia raccontarsi, decise di agire senza tante cerimonie. Si avvicinò a Sylvia, la prese per un braccio e annunciò a tutti: "Scusatemi, la mia dolce vampira si sente mancare, mi devo occupare di lei. Vi diamo la buonanotte, a domani." Con un sorriso, trascinò via Sylvia, che non ebbe il tempo di rispondere, ma salutò sorridendo.
Piano piano, tutti si ritirarono per la notte. Selene e Amara decisero di fare ancora due passi dentro l'enclave di Land's End. In quel momento, Amara ricevette una notifica sul suo dispositivo. Guardò l'oggetto della mail: erano gli ordini arrivati da Land's End. "Domani," disse Amara, "stasera solo io e te." Spense il dispositivo e baciò Selene.
Intanto, Milhen trascinava letteralmente Sylvia in camera. Una volta chiuse le porte, disse: "E ora voglio vedere se è vero."
Sylvia sorrise. "Certo che è vero. Vedi, Amara mi avvisa sempre prima di portarmi un calice di sangue. In questo modo, la mia natura vampira prende il sopravvento."
Milhen pensò un attimo. "Quindi basta non avvisarti? E se io mi tagliassi?"
Sylvia rispose, "Non succederebbe niente perché la parte vampira vedrebbe il gesto... ma se mi mostri il sangue all'improvviso, senza che me ne accorga, allora sì, sverrei."
"Vediamo." replicò Milhen, cominciando a sfilarsi i jeans. Poi aggiunse, "Ma se mi taglio senza che tu te ne accorga e poi ti mostro il sangue all'improvviso?"
Sylvia ammise: "In quel caso sverrei, ma non avrai il coraggio di farlo."
Milhen, ora in lingerie, si tolse anche la maglietta. "E tu cosa aspetti?" la provocò.
Sylvia ridacchiò e iniziò a togliersi i vestiti anche lei, accettando il gioco provocatorio di Milhen. La tensione tra le due cresceva, una miscela di desiderio e curiosità. Si spogliarono lentamente, godendo del momento di intimità e provocazione.
Una volta spogliate, Milhen si avvicinò a Sylvia, le prese la mano e la portò verso il letto. "Siamo solo noi due adesso," sussurrò.
Si sedettero sul letto, guardandosi intensamente negli occhi. Milhen, con una leggera carezza, percorse il volto di Sylvia, che rispose con un bacio delicato. La passione crebbe gradualmente, in una danza lenta e sensuale.
Dopo un po', Milhen prese un piccolo coltello dal comodino, lo guardò con una sfumatura di sfida negli occhi e poi guardò Sylvia. "Pronta a svenire?" disse con un sorriso malizioso.
Sylvia annuì, mantenendo il contatto visivo. Milhen fece un piccolo taglio sul braccio, lontano dalla vista di Sylvia. Poi, improvvisamente, le mostrò il sangue. Gli occhi di Sylvia si spalancarono per un attimo, poi si chiusero mentre cadeva all'indietro sul letto, priva di sensi.
Milhen la guardò per un momento, affascinata dalla reazione di Sylvia. Si avvicinò, preoccupata per un istante, poi le accarezzò il viso dolcemente. "Sei incredibile," mormorò. Poco dopo, Sylvia si riprese, aprendo lentamente gli occhi.
"Vedi?" disse Sylvia con un sorriso debole. "Te l'avevo detto."
Milhen rise e la abbracciò stretta. "E sei anche una bugiarda adorabile," sussurrò. Si sdraiarono insieme, continuando a parlare e ridere, fino a che il sonno non le colse entrambe.
Selene e Amara si trovavano ancora a passeggiare per l'enclave di Land's End. Il cielo era punteggiato di stelle, e l'aria fresca della notte le avvolgeva. Selene, sentendosi più tranquilla sapendo che sarebbero state in missione insieme, desiderava parlare con Amara di ciò che era successo la notte precedente.
"Amara," iniziò Selene, "la scorsa notte è stata magnifica, ma penso che entrambe fossimo un po' distratte dal pensiero di doverci separare. Ora che sappiamo che saremo insieme, mi sento molto più rilassata. Vorrei capire meglio cosa succede dentro di te quando bevi il mio sangue."
Amara le sorrise, un sorriso che rifletteva la sua esperienza e la sua forza. "Quando bevo il sangue di qualcuno, ne assorbo anche parte dell'energia," spiegò. "Potrei, se volessi, togliere la vita a una persona in pochi secondi, ma so controllare bene questo aspetto. Tuttavia, anche un piccolo assorbimento di energia e la perdita di sangue fanno inevitabilmente perdere i sensi alla persona. È quello che è successo a te la scorsa notte."
Selene realizzò in pieno di essere svenuta solo in quel momento. "Non me ne ero nemmeno resa conto. È una sensazione piuttosto strana," ammise. "Mi sono svegliata nel letto senza ricordare nulla."
Amara annuì. "Sì, ti ho portata io a letto."
Selene si fermò, guardando Amara intensamente. "Vorrei riprovare stasera. Adesso posso apprezzarlo al cento per cento."
Amara la guardò con affetto e desiderio. "Sei sicura?"
Selene annuì decisa. "Sì, sono sicura. Andiamo in casa."
Ritornate in casa, Selene si spogliò lentamente, restando solo con un perizoma nero. Amara la osservava con occhi affamati, mentre anche lei si spogliava.
"Quando bevo il tuo sangue," disse Amara, "sento emergere la mia natura vampira. È una sensazione potente, quasi travolgente."
Selene, con il cuore che batteva forte, si avvicinò a lei. "Voglio che mi mordi di nuovo, anche se so che sverrò. Non importa."
Amara la prese delicatamente per il viso. "Sei sicura, amore? Voglio che tu sia consapevole di ciò che comporta."
Selene annuì. "Sì, voglio sentire quella connessione, quella forza che passa da te a me."
Amara la baciò con passione, poi lentamente affondò i denti nel collo di Selene. La sensazione fu intensa, un misto di dolore e piacere. Selene sentì l'energia scivolare via, e poco dopo, perse i sensi, cadendo tra le braccia di Amara.
Amara la sollevò con delicatezza, portandola a letto. La guardò per un momento, ammirando la sua bellezza e la sua forza. Si infilò accanto a lei, avvolgendo il corpo di Selene con il suo.
Selene riprese i sensi e trovò Amara che dormiva accanto a lei. Si sentiva talmente bene che non volle nemmeno chiedersi come fosse finita lì nel letto. Chiuse di nuovo gli occhi e si addormentò subito, con la testa appoggiata sulla spalla di Amara.
Il mattino seguente, Selene si svegliò appena Amara si alzava dal letto. Osservò la sua figura, ancora indossando il perizoma della notte passata, e non poté fare a meno di ammirare la sua bellezza sovrumana, modellata dalla sua natura vampira. La seguì e l'abbracciò da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla.
"Che cosa è successo stanotte?" chiese Selene, quasi senza voler ammettere a se stessa di essere svenuta di nuovo.
Amara le raccontò la verità. "Ti ho morsa, Selene. E sei svenuta. Ti ho portata a letto."
Selene sorrise, sapendo già la risposta. "Lo sapevo. Ma è stato diverso... mai in vita mia sono svenuta, nemmeno nei momenti più pericolosi. Consideravo lo svenimento un segno di debolezza, qualcosa che non mi apparteneva. Ma adesso... quello che provo svenendo tra le tue braccia è meraviglioso, alla pari del morso. Voglio rifarlo, ancora e ancora."
Amara la guardò intensamente. "Anche per me è qualcosa di speciale, Selene. È uno scambio di energia e spiritualità, un senso di protezione e vulnerabilità che ci rende più forti ogni volta."
Selene si sentiva travolta dalle emozioni e baciò Amara con tutta la passione che aveva dentro. Poi, si staccò un attimo e disse, "So che tu e Sylvia vi appartenete, e nessuno potrà mai mettersi tra voi due. Ma grazie per quello che mi dai, io ti amo comunque."
Amara la abbracciò, stringendola forte. "Anch'io ti amo, Selene. L'amore si manifesta in tanti modi, e soprattutto non è esclusivo. Il mio amore per te è reale e non ha nulla a che vedere con Sylvia."
Si versarono del caffè, ancora avvolte in quella magica intimità mattutina. Selene guardò Amara con affetto e le chiese, "Mi farai svenire ancora?"
Amara le sorrise dolcemente, avvicinandosi per darle un bacio leggero sulle labbra. "Ogni volta che lo desideri, amore mio."
La tensione e la sensualità del momento sembravano sospese nell'aria, pronte a esplodere in qualsiasi istante. Selene sentiva che ogni attimo con Amara era un dono prezioso, un'esperienza unica che non avrebbe mai voluto finire.
Selene lasciò che Amara finisse il caffè, poi la prese per i fianchi e con delicatezza le sfilò il perizoma. Fece lo stesso con il suo, guardandola con occhi pieni di desiderio.
"Voglio farmi una doccia," disse Selene con un sorriso malizioso, "e ho paura a stare sola."
Amara sorrise, lussuriosa e divertita. La prese in braccio e insieme si diressero verso il bagno. L'acqua calda iniziò a scorrere, avvolgendo i loro corpi in una nuvola di vapore. Le mani di Selene accarezzavano la pelle di Amara, mentre le loro labbra si cercavano con baci intensi.
L'acqua continuava a scorrere, avvolgendo le due amanti in una danza di piacere e intimità. Le mani di Amara si fecero più insistenti, i loro baci sempre più appassionati, Selene gemette di piacere, abbandonandosi completamente alle sensazioni che Amara le stava regalando. La doccia si trasformò in un rifugio di desiderio, dove ogni tocco, ogni bacio, portava entrambe sempre più vicine al culmine del piacere.
Quando finalmente uscirono dalla doccia, si asciugarono a vicenda con gesti affettuosi e intimi. Selene guardò Amara negli occhi, ancora bruciante di desiderio e amore. "Grazie," le disse con voce tremante, "per tutto questo. Non avrei mai immaginato di poter provare qualcosa di così intenso."
Amara le accarezzò il viso, poi si avvolsero in morbidi asciugamani e tornarono in camera.
Dopo aver goduto di un'intensa intimità, Amara guardò Selene con serietà. "Dobbiamo tornare alla realtà," disse, "ci sono ordini importanti che devo leggere dal maplet. Preferisco farlo ora, prima di vedere Sylvia, altrimenti discuteremo su tutto."
Selene, con un sorriso malizioso, mostrò un perizoma rosso e chiese: "Ti piace?"
Amara annuì, apprezzando la vista. Selene lo indossò, poi lanciò un perizoma nero ad Amara, che la colpì in faccia. "Dedurrei che questo è per me," disse Amara sorridendo.
Gli Ordini di Land’s End per il Dark Sanctuary
Amara aprì il maplet e lesse ad alta voce: "Ordini da Land's End: Raggiungere il Dark Sanctuary per la purificazione. Amara, Sylvia e Selene seguiranno i normali standard, mentre Milhen avrà una purificazione totale differenziata. Il consiglio ha deciso di mantenere la forza innescata nella mente di Milhen dai demoni. Prima della purificazione, il professor Hawke e il genio Lily modificheranno i programmi, rendendoli controllabili solo da Milhen. Solo allora potrà purificarsi.
Dopo, potrete vedere le rose e leggere i nomi sul cofanetto, ma non prenderle ancora. Poi, potrete unirvi alla comunità di Land's End in sicurezza. Il viaggio al Dark Sanctuary sarà pericoloso. I demoni vi cercheranno, ma senza la rosa non potranno localizzarvi con l'infernale monitor di Zadkiel. Tuttavia, finché Milhen avrà il programma 'Terminator', i demoni la vorranno a tutti i costi. Non sappiamo se possano ancora controllarlo, quindi particolare attenzione a Milhen.
Il percorso: uscire dalla città virtuale, attraversare una lunga campagna verso una zona montuosa. Arriverete alla chiesa della Rinascita, forse conoscerete Padre Abrax. Proprio da quella chiesa troverete la 'Stradina Sterrata di Campagna', dove potreste incontrare locande. Solitamente non è pericolosa, ma i demoni sanno della vostra missione.
Proseguite a est attraverso il Sentiero Oscuro ma lì state attente, il sentiero è infestato da demoni e agenti. Il vecchio lupo bianco vi aiuterà contro i demoni, ma gli agenti sono esseri virtuali senz'anima che possono assumere qualunque sembianza.
Raggiungete il Dark Sanctuary, dove vi aspetteranno il professor Hawke e Lily.
Viaggerete su due Moto: Amara e Selene sulla Atheris Rex, Sylvia e Milhen sulla Varanus Drakon. La divisione della forza dei vampiri è cruciale. Nessuna comunicazione fino al Dark Sanctuary per la sicurezza di Land's End. Buona fortuna, scintille, e che Emphatia possa essere presto raggiunta."
Amara concluse la lettura e subito dopo si vestirono per la missione. Anche Selene si uniformò. Scendendo, trovarono Alex con le moto già pronte, era evidentemente informato. Quando arrivarono anche Sylvia e Milhen, Amara rilesse gli ordini. Dopo i saluti Alex alzò le sbarre e le ragazze partirono sulle rispettive moto: Amara e Selene sulla Atheris Rex, Sylvia e Milhen sulla Varanus Drakon , pronte per la loro pericolosa missione verso il Dark Sanctuary.
