
Oltre l'Illusione
Cap. 18: Il Dono

L'Alba del Dono
La mattina seguente, tutte si riunirono sul piazzale, vestite in modo casual: per lo più jeans e magliette. Sylvia e Aisha avevano optato per una gonna di jeans, mentre Amara e Kalki sfoggiavano giubbotti di jeans. I sacchetti con i ricambi erano già pronti per essere sistemati nei bagagliai delle moto. Le quattro erano pronte a partire, mentre Selene e Milhen sarebbero rimaste al santuario per il momento.
Nel frattempo, Kalki e il Baro finirono per creare un siparietto. Il Baro si avvicinò con quel suo sorrisetto ironico. "Te lo ricordi quel giorno, Kalki? Quando hai provato a usare i tuoi… metodi per convincermi a farti passare il portale?"
Kalki scoppiò a ridere, scuotendo la testa. "Ah, sì… e tu mi hai freddato con quel 'mi piacciono gli uomini'."
"Non lo dimenticherò mai," ridacchiò il Baro. "Ti dico la verità, però: non è stato facile. Con quel perizoma nero… ho dovuto raccogliere tutta la mia forza di volontà."
Kalki alzò un sopracciglio con aria sicura. "Il perizoma è ancora nel mio repertorio, Baro… ma ora lo uso in modi molto più interessanti," disse con un sorriso malizioso.
Il Baro e il Viaggio verso il Quadrante 7
Il Baro consegnò due indirizzi di località differenti all’interno del Quadrante 7, non troppo distanti l’una dall’altra ma comunque separate. “Attraverserete il portale qui al Dark Sanctuary,” spiegò, “e vi troverete in un punto intermedio del Quadrante 7. Da lì, Sylvia e Aisha prenderanno la direzione per Isolaen, a est, mentre Amara e Kalki si dirigeranno verso Valdenora, a ovest. Le case che vi ho indicato sono piuttosto isolate, ideali per il vostro training. Chiunque finisca per prima dovrà tornare qui al santuario e cominciare a lavorare con Selene o Milhen. Tutto chiaro?”
La Separazione delle Quattro
Sylvia e Aisha salirono sulla Freccia Rossa, mentre Amara e Kalki avrebbero utilizzato l’Atheris Rex di Amara. Tra grandi saluti e abbracci, le amiche si separarono. Selene e Milhen, pur felici per loro, erano anche entusiaste di avere finalmente il santuario tutto per loro.
Finalmente, Sylvia poteva provare l’ebbrezza di salire sulla Freccia Rossa e assistere di persona alle famose partenze di Aisha, che solitamente copriva i primi 200 metri in impennata. Ma questa volta non era possibile: avrebbero dovuto attraversare il portale con calma.
Il rombo dei motori riempì l’aria, e le quattro si misero in viaggio verso i due paesi ancora sconosciuti. Aisha e Sylvia montarono sulla Freccia Rossa, con Sylvia che osservava la moto con occhi brillanti di eccitazione. “Non vedo l’ora di provarla,” disse, un sorriso che le illuminava il volto. “Non posso credere che questo momento sia finalmente arrivato.”
Aisha le restituì un sorriso e accese il motore, che rispose con un rombo profondo. “Preparati a un viaggio che non dimenticherai facilmente. Ma, come hai detto, dobbiamo passare piano attraverso il portale. Niente impennate… almeno per ora.”
Sylvia annuì, apprezzando l'attenzione di Aisha alla sicurezza. Con un ultimo abbraccio a Selene e Milhen, Sylvia e Aisha partirono. La Freccia Rossa sfrecciò sul piazzale, il motore rombava e il vento accarezzava i loro volti mentre si dirigevano verso il portale.
Nel frattempo, Amara e Kalki si avvicinarono alla Atheris Rex. “È strano pensare che ci separeremo per un po’,” disse Amara, mentre sistemava i sacchetti dei ricambi nei bagagliai.
Dopo aver abbracciato Selene e Milhen, Amara e Kalki montarono sulla moto. Il rombo del motore della Atheris Rex si unì a quello della Freccia Rossa, mentre entrambe le coppie si dirigevano verso il portale, pronte ad affrontare il Quadrante 7.
Selene e Milhen, rimaste al santuario, guardarono le partenze con un misto di orgoglio e nostalgia. Il santuario era di nuovo tranquillo, ma l'energia della giornata rimaneva palpabile.
Quadrante 7: Kalki e Aisha
Appena uscite dal portale, Amara e Kalki si trovarono di fronte ad Aisha e Sylvia. Il sole stava calando, e l’aria fresca della sera accentuava l’atmosfera vibrante di eccitazione e aspettativa. Le quattro erano splendide nella loro eleganza semplice: jeans e magliette per la maggior parte, con Amara e Kalki che indossavano giubbotti di jeans e Sylvia la sua gonna di jeans che ondeggiava al vento.
La riunione tra le due coppie fu un momento di entusiasmo condiviso, ma anche intriso di una leggera nostalgia. Si scambiarono sorrisi complici, consapevoli che il dono che stavano per ricevere avrebbe cambiato per sempre il loro destino. Era un legame profondo, destinato a trasformarle, e tutte sapevano che il prossimo incontro sarebbe stato diverso, un passo ulteriore nell’evoluzione del loro viaggio.
Aisha e Kalki estrassero ciascuna un foglietto dalle tasche, che il Baro aveva consegnato loro poco prima. “Ecco i nomi dei nostri paesi,” disse Aisha, mostrando il suo a Sylvia e Amara. “Non siamo lontane l’una dall’altra, ma abbastanza distanti per concentrarci sull’addestramento.”
Kalki annuì, mostrando il proprio foglietto ad Amara. “Ci separiamo qui, ma saremo comunque vicine.”
Sylvia sorrise ad Aisha, con un misto di eccitazione e tensione. “Non vedo l’ora di scoprire Valdenora insieme a te,” disse. Poi si voltò verso Amara. “Mi raccomando, quando sarete a Isolaen, ricordatevi di fare un brindisi per noi.”
Amara rise. “Oh, lo faremo sicuramente. Ma non dimenticate che il dono che stiamo per acquisire è potente… sarà interessante vedere come ci trasformerà.”
Con un ultimo abbraccio, Aisha accese il motore della Freccia Rossa. “Adesso sì che possiamo divertirci,” disse con un sorriso sornione. Con un rombo assordante, la moto scattò in avanti, alzandosi sulla ruota posteriore per quasi 200 metri. Il vento sollevava una nuvola di polvere, rendendo la scena quasi surreale. Sylvia rideva a crepapelle, urlando sopra il frastuono del motore: “Aisha, svengo! Ma continua così, non fermarti!”
Amara, con un sorriso affettuoso, osservava la scena prima di avviarsi lentamente con la Atheris Rex. Kalki si sedette accanto a lei, pronta a partire con calma, mentre le due moto si avviavano verso i rispettivi indirizzi.
Quando finalmente le due coppie raggiunsero le loro case, situate in periferia rispetto ai paesi, il crepuscolo aveva avvolto il paesaggio con una dolce luce dorata. I luoghi erano tranquilli e affascinanti, perfetti per i prossimi giorni di esplorazione e allenamento.
Aisha e Sylvia, eccitate e soddisfatte, trovarono rifugio nella loro nuova casa, mentre Amara e Kalki si sistemarono nella loro. L’avventura che le attendeva era appena cominciata, e il futuro sembrava luminoso e promettente.
Aisha e Sylvia
Sylvia scese dalla moto, i brividi di felicità che le attraversavano il corpo, con un sorriso che le illuminava il volto. Non aveva mai provato un divertimento simile; la Freccia Rossa aveva superato ogni sua aspettativa. Con un'espressione estasiata, si voltò verso Aisha. “Non posso credere quanto sia stato fantastico! È stato incredibile, non immaginavo che mi sarei divertita così tanto.”
Aisha, che aveva assistito al turbinoso entusiasmo di Sylvia, rise di gusto. “Beh, di solito gli altri erano più terrorizzati che divertiti… Ma vedo che tu te la sei goduta al massimo.”
Sylvia non riusciva a trattenere l’eccitazione e continuava a parlare di quanto le sarebbe piaciuto fare altri giri in moto, magari persino durante il loro addestramento. Ma sapeva che non sarebbe stato possibile. Quando il sole cominciò a calare, avvolgendo il paesaggio nell’oscurità, entrambe sapevano che quella sera sarebbe stata dedicata alla condivisione del dono.
Entrarono nella casa, dove Aisha trovò una bottiglia di vino e una teca con del sangue conservato. Sylvia, ormai a suo agio, si era già tolta la gonna ed era rimasta in perizoma nero e maglietta, sentendosi perfettamente a casa nel nuovo ambiente.
Con un sorriso affettuoso, Aisha versò del sangue in un calice e lo porse a Sylvia. “Guarda cosa ho preparato per te,” disse, pensando di farle una sorpresa piacevole.
Sylvia spalancò gli occhi per un istante, ma era già troppo tardi. Il colore rosso vivido del sangue le esplose davanti agli occhi, e prima che potesse dire una parola, sentì il mondo oscurarsi. Un gemito soffocato le sfuggì dalle labbra, e cadde a terra, priva di sensi.
Aisha rimase di sasso, completamente spiazzata. Si inginocchiò accanto a Sylvia, agitata. “Oh, cielo… cominciamo bene,” mormorò, senza riuscire a nascondere la preoccupazione.
Quando Sylvia riprese conoscenza, si trovò tra le braccia di Aisha. “Stai già facendo le prove per stasera?” scherzò Aisha con un tono leggero, cercando di stemperare l’atmosfera.
Sylvia si sollevò a fatica, ancora stordita, ma con un sorriso forzato. “Non è colpa tua, Aisha… è solo che, quando vedo il sangue all’improvviso, svengo,” mormorò. “La mia parte umana cede, ma quando riprendo i sensi, la vampira che è in me si risveglia… e a quel punto posso berne quanto ne voglio.” Fece un respiro profondo e aggiunse: “Se mi avvisi prima, posso prepararmi. Ma senza preavviso… ”
Aisha rise dolcemente, accarezzandole la testa. “La prossima volta ti avverto, promesso. Non voglio che tu svenga ogni volta che brindiamo,” disse con un sorriso complice.
Sylvia abbassò lo sguardo, ancora un po’ imbarazzata. “Non ci posso fare niente… è come se il mio corpo andasse in corto circuito.”
Aisha le accarezzò la guancia con affetto. “Sei così vulnerabile e adorabile in questi momenti… Ma ora che lo sappiamo, possiamo gestirlo insieme.” Le due si scambiarono un bacio dolce, un contatto che parlava di intimità e desiderio. Sylvia si lasciò andare completamente tra le braccia di Aisha, sentendo quella connessione profonda che le univa.
Poi, con un sorriso malizioso, Aisha sussurrò all'orecchio di Sylvia: “Allora… lo facciamo adesso?”
Sylvia, ormai ripresa, rispose con un sorriso complice: “Voglio viverlo intensamente, ma prima… beviamo un po’ di vino e sangue. Dopo, potremo dedicarci completamente a noi.”
Aisha annuì e, con uno sguardo appassionato, sollevò il calice. “Come vuoi tu. Ma ricorda, questo momento è solo nostro, e lo vivremo fino in fondo.” Le due si rilassarono, gustando il vino e il sangue mentre il tempo sembrava rallentare intorno a loro, avvolte da un'atmosfera carica di promesse.
Sylvia prese un sorso con calma, assaporando il sangue senza fretta. Poi si voltò verso Aisha, con un’espressione più serena. “Vedi, è proprio così… Se mi avvisi, la mia parte vampirica si attiva. Il sangue che da umana mi faceva svenire ora diventa… eccitante.”
Aisha le passò una mano delicatamente sulla spalla, il contatto era caldo e confortante poi con un misto di curiosità e desiderio, le chiese: "Vorrei vedere la tua forma di vampira. Non l'ho mai vista da vicino."
Sylvia accettò l'invito e, con un movimento fluido e deciso, si trasformò davanti ad Aisha. Gli occhi rossi e i denti allungati conferivano a Sylvia un'aura di potenza e maestosità che contrastava nettamente con la fragilità che aveva mostrato poco prima. La sua presenza dominante e affascinante era palpabile, e Aisha rimase senza parole.
"Oh mio Dio," esclamò Aisha, quasi sconvolta. "Sei… bellissima. Vorrei… provarlo. Vorrei averti. Puoi mordermi?"
Sylvia si avvicinò con un sorriso sicuro e seducente, i suoi occhi brillavano di una luce predatoria. “Certo… ma sappi che stavolta sarai tu a svenire. Sei davvero sicura di volerlo provare?”
Aisha non esitò un istante, il suo sguardo acceso. “Non chiedo di meglio,” rispose con fervore. “Sverrò volentieri tra le braccia di una vampira bellissima e potente.”
Sylvia, eccitata dalla sua trasformazione e dalla prospettiva di mordere Aisha, affondò i denti nel suo collo. Il morso fu intenso ma al contempo dolce, e Aisha avvertì un piacere che non aveva mai provato prima. Lentamente, il mondo intorno a lei divenne indistinto; il suo corpo si abbandonò completamente al piacere e all’amore che Sylvia riversava su di lei.
Il buio calò rapidamente, e Aisha svenne tra le braccia di Sylvia, crollando in un puro abbandono. L'esperienza era stata per Aisha un momento di totale fusione, un riconoscimento dell'amore profondo e della potenza di Sylvia. La connessione tra loro si era sigillata, trasformandosi in un legame passionale e indissolubile.
Sylvia rimase immobile, osservando Aisha svenuta tra le sue braccia. Una sensazione inusuale e profonda la travolse. Sentiva un forte impulso di protezione verso di lei, una consapevolezza acuta della sua forza e bellezza. Ma c'era anche un'attrazione irresistibile: la vulnerabilità di Aisha, unita alla sua evidente potenza, creava un contrasto che la affascinava. Sylvia non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura di Aisha, distesa e incosciente, che emanava un'eleganza quasi eterea, come se appartenesse a un mondo al di là del loro.
Con delicatezza e una passione crescente, Sylvia sollevò la testa di Aisha e iniziò a baciarla, lentamente, con una tenerezza che trasformava ogni contatto in un atto d'amore. Ogni bacio era una celebrazione, un tributo alla bellezza di Aisha. Scese lungo il corpo di Aisha, baciandola dolcemente fino al centro del perizoma. Il sangue di Aisha, che aveva macchiato il viso di Sylvia, sembrava amplificare il loro legame e accrescere la sensazione di intimità e connessione.
Quando Aisha riprese i sensi, un gemito sfuggì dalle sue labbra: "Mio Dio, che bello..."
Sylvia, con il viso ancora segnato dal sangue di Aisha, la osservava con una miscela di adorazione ed eccitazione. “Non ho mai provato niente di simile,” sussurrò Aisha, ancora scossa dal piacere, mentre il sangue di Sylvia intensificava ogni sensazione, rendendo il momento indimenticabile.
Sylvia le sorrise, sicura e felice. “Potrai averlo ogni volta che lo desideri,” rispose, accentuando la promessa con uno sguardo carico di desiderio e complicità.
Aisha, ancora un po’ debole, provò a sollevarsi. Sylvia, con un tocco gentile, la aiutò a raddrizzarsi. Con un sorriso complice, Aisha disse: “Beh, direi che adesso siamo pari.”
Si baciarono, unendo amore e passione in un gesto che parlava più delle parole. Aisha sentiva che ciò che avevano appena condiviso aveva creato la giusta empatia, un legame forgiato nella fiducia e nell'intensità del momento.
“È il momento,” disse Aisha, il suo sguardo era serio ma colmo di eccitazione. “Quello che è appena accaduto ha creato le condizioni perfette. Non potevamo desiderare di meglio.”
Sylvia, ansiosa e decisa, disse: "Fallo. Fallo subito."
Il Dono di Aisha a Sylvia
Aisha posò le mani sulle tempie di Sylvia, e attraverso un contatto che andava oltre il fisico, iniziò a trasferire il dono di Brahma. Gli occhi di Aisha si chiusero, concentrandosi nel passaggio di quell'energia immensa, rara e preziosa. Era come immergere Sylvia in un fiume di luce calda e pulsante, un potere che la avvolse in una sensazione di beatitudine assoluta.
Sylvia si sentì trascinata in una corrente di forza e dolcezza, ma mentre accoglieva quel dono, il suo corpo non poté resistere all'intensità. Senza preavviso, le sue ginocchia cedettero e svenne dolcemente tra le braccia di Aisha.
Con estrema delicatezza, Aisha la adagiò sul divano. Anche se incosciente, il volto di Sylvia rifletteva una calma imperturbabile, una bellezza quasi soprannaturale, segno del dono che aveva appena ricevuto. Aisha, con uno sguardo colmo di ammirazione pensò che se anche Amara era come lei, nessuno avrebbe potuto fermarle. E sapeva bene che Amara possedeva la stessa forza e la stessa bellezza che aveva appena scoperto in Sylvia.
Il silenzio che seguì era carico di una potenza inaspettata, mentre Aisha rifletteva sulla magnitudine del dono appena condiviso e su ciò che significava per il loro futuro e per quello di tutte le scintille.
Quando Sylvia riprese i sensi, sentì che qualcosa era cambiato in modo profondo. La percezione di Aisha era diversa, come se fosse avvolta da un'aura potente e vibrante che emanava energia in ogni direzione. Sylvia non riusciva a descrivere a parole quanto fosse intensa questa sensazione: era come se potesse percepire ogni dolore, ogni gioia di Aisha, ma soprattutto, il desiderio che Aisha provava per lei era avvolgente e travolgente. La bellezza di questo legame era quasi insopportabile per la sua sensibilità empatica, e la forza di quel sentimento la fece svenire di nuovo, facendola cadere dal divano.
Aisha, che aveva osservato il comportamento di Sylvia con una crescente preoccupazione e compassione, capì subito quanto fosse sensibile e vulnerabile. La sua empatia combinata con la forza di vampira avrebbe potuto trasformare Sylvia in un essere unico, ma era evidente che aveva bisogno di tempo per adattarsi. Raddrizzò Sylvia con delicatezza, posizionandola in modo più comodo sul divano, e rimase accanto a lei, pronta a supportarla.
Quando Sylvia tornò in sé, la percezione di Aisha era ancora lì, potente e travolgente, ma questa volta Sylvia riuscì a gestirla meglio. Le sue reazioni iniziali avevano preparato il terreno per una connessione più profonda e consapevole. Aisha, con un sorriso gentile e rassicurante, le disse: "Per oggi basta, ti sei adattata bene. Ora riposiamoci."
Aisha sollevò Sylvia tra le braccia, avvolgendola con un affetto protettivo. La portò delicatamente verso il letto, e insieme si sdraiarono, preparandosi per una notte di riposo, consapevoli che il giorno seguente sarebbe stato impegnativo.
Kalki e Amara
Nel frattempo, dall’altra parte, Kalki e Amara si preparavano ad affrontare il loro turno di prova. Giunti nel piccolo paese isolato di Isolaen, trovarono rapidamente la casa che li avrebbe ospitati. La struttura era modesta, ma comoda, e offriva una certa intimità necessaria per il loro compito. Entrarono e si sistemarono rapidamente.
Amara e Kalki si ritrovarono nel piccolo soggiorno della casa che avevano scelto per il loro soggiorno, il crepuscolo ormai calato offriva una luce soffusa che accarezzava le pareti e creava un'atmosfera intima e calda. Entrambe si spogliarono con movimenti sensuali e decisi, il rumore dei vestiti che cadono sul pavimento era accompagnato dai loro sguardi carichi di desiderio e anticipazione. Amara si avvicinò a Kalki, i suoi occhi scintillavano di una luce nuova, quella di una vampira pronta a compiere un gesto intimo e sacro.
Kalki si avvicinò con passo deciso, gli occhi fissi sui dettagli della figura di Amara. "Mostrami," chiese con voce bassa e vellutata, "voglio vedere la tua vera natura." Amara annuì, un sorriso sensuale dipinto sulle sue labbra mentre si trasformava in una vampira, i suoi occhi diventavano di un rosso profondo e i suoi canini si allungavano, pronti a compiere il rito. La visione era mozzafiato e affascinante, un'espressione pura di potere e bellezza.
Kalki si avvicinò ulteriormente, il desiderio e l'anticipazione palpabili nell'aria. "Mordimi," sussurrò, "voglio sentire tutto, ogni parte di te." Amara, con un'espressione di intensa connessione e affetto, si chinò verso Kalki e, con una delicatezza incredibile, le morde il collo. La sensazione era intensa, una miscela di piacere e dolore che fece svenire Kalki quasi immediatamente.
Quando Kalki riprese conoscenza, si trovò davanti a una scena mozzafiato: il corpo di Amara, nudo e pulsante, era ricoperto del suo stesso sangue. La vista era incredibilmente erotica, e la scena evocava un senso di intimità profonda. Amara si stava lentamente alzando, i suoi occhi pieni di desiderio e una consapevolezza sensuale che permeava l'aria.
Il Dono di Kalki ad Amara
Kalki, ora completamente cosciente, si avvicinò a Amara con un'espressione di adorazione e desiderio. Con una determinazione morbida, posizionò le mani sulle tempie di Amara e, con un'energia palpabile, iniziò il passaggio del dono. La connessione tra loro era elettrica, un'onda di sensazioni che scorreva tra i loro corpi.
Amara, travolta dall'intensità del passaggio, svenne. La scena era carica di un’intensità palpabile, ogni gesto e ogni movimento sembravano amplificati dalla magia del momento. Kalki, con una cura e un amore profondi, attese pazientemente che Amara tornasse in sé.
Quando Amara finalmente si riprese, la sua esperienza fu profonda e intensa. La forza e l'emozione del dono le riempivano i sensi, ma questa volta era diversa: la sua mente e il suo corpo assimilavano il dono con una resistenza e una forza che non avevano mostrato prima. Con uno sguardo appassionato e soddisfatto, Amara si alzò e si avvicinò a Kalki.
"È stato... travolgente," disse Amara, il suo tono carico di emozione e sensualità. "Ma non è stato come lo avevo immaginato. È stato molto di più."
Kalki sorrise, avvicinandosi e abbracciando Amara con affetto. "Lo so, era una parte fondamentale del nostro viaggio. E ora, siamo più vicine che mai."
Le due si scambiarono sguardi pieni di passione e intesa, l’atmosfera intorno a loro vibrava di una connessione profonda. I loro corpi si avvicinarono ulteriormente mentre si preparavano a trascorrere la notte insieme, esplorando non solo le nuove sensazioni del dono ma anche la nuova profondità del loro legame. Le due donne, ormai unificate dalla potenza del passaggio del dono, si abbandonarono a un'intimità che era tanto fisica quanto spirituale, scoprendo nuovi livelli di connessione e desiderio.
Il Primo Giorno del Dono
La mattina era appena iniziata, e nella casa di periferia in cui si trovavano Aisha e Sylvia, la luce filtrava attraverso le tende, creando un'atmosfera tranquilla e accogliente. Aisha osservava Sylvia mentre si preparava per la loro prima sessione di addestramento.
"Respira profondamente, Sylvia," disse Aisha, seduta di fronte a lei sul tappeto del soggiorno. "Chiudi gli occhi e senti l'energia intorno a te. Immagina un filo d'argento che collega il tuo cuore al mio."
Sylvia chiuse gli occhi e fece come le aveva detto Aisha. Sentì una leggera vibrazione nell'aria, un'energia che la attraversava. "Sento qualcosa," sussurrò.
"È il primo passo," rispose Aisha con un sorriso. "Ora, dobbiamo metterti alla prova nel mondo reale. Andremo al villaggio a piedi. La tua missione è sentire l'energia delle persone che incontreremo."
Nel frattempo, in un'altra parte del quadrante sette, Kalki e Amara si preparavano per una sfida simile.
"Amara, il dono che hai ricevuto è potente," disse Kalki, guardando la vampira ibrida con intensità. "Ma deve essere controllato. Sentirai le energie delle persone e i loro dolori. Devi imparare a gestirle senza lasciarti sopraffare."
Amara annuì. "Sono pronta. Dove iniziamo?"
"Cammineremo verso il paese," rispose Kalki. "Vediamo come reagisci quando senti l'energia di un gruppo di persone."
Aisha e Sylvia uscirono di casa e iniziarono a camminare lungo la strada polverosa che portava al villaggio. L'aria era fresca e il sole splendeva alto nel cielo. Dopo pochi minuti, videro un uomo anziano avvicinarsi.
"Ricorda, Sylvia," disse Aisha. "Concentrati sull'energia. Senti ciò che sente lui."
Quando l'uomo si avvicinò, Sylvia cercò di concentrarsi. Improvvisamente, un'ondata di emozioni la travolse: dolore, tristezza, solitudine. La sua testa girò e le gambe cedettero sotto di lei.
Aisha la afferrò appena in tempo. "Sylvia! Respira profondamente. Ritorna da me."
Sylvia si riprese lentamente, il volto pallido. "Era troppo... non sono riuscita a gestirlo."
Nel frattempo, Kalki e Amara si avvicinavano a un gruppetto di tre persone che chiacchieravano animatamente.
"Amara, ora," disse Kalki. "Senti la loro energia. Non lasciarti sopraffare."
Amara chiuse gli occhi per un istante, concentrandosi. Sentì le energie confondersi dentro di lei: eccitazione, stanchezza, un dolore sordo. La sua mente vacillò, ma riuscì a restare in piedi.
"Ci sono riuscita," mormorò con un filo di voce. "Non è stato facile, ma sono rimasta in piedi."
Kalki la osservò con un mezzo sorriso e annuì. "Ben fatto, Amara. Sai, è la prima volta che qualcuno resiste. Non era mai successo che qualcuno riuscisse a non crollare al primo tentativo."
Riflessioni
Entrambe le coppie tornarono alle rispettive abitazioni per riflettere sull'accaduto. Aisha aiutò Sylvia a sedersi sul divano, mentre le preparava una tazza di tè.
"Non preoccuparti, Sylvia," disse Aisha dolcemente. "È normale che tu abbia avuto questa reazione. Ci vuole tempo per imparare a gestire il dono."
Sylvia sorseggiò il tè e annuì. "Devo solo abituarmi. Voglio riprovare questo pomeriggio."
Nell'altra casa, Kalki e Amara si sedettero a discutere della prova.
"Sei stata brava, Amara," disse Kalki. "Ma devi allenarti ancora. Il pomeriggio faremo un'altra prova."
Amara si sdraiò sul divano, esausta ma determinata. "Sono pronta. Farò del mio meglio."
La mattina si concluse con entrambe le coppie che riflettevano sugli eventi. Aisha e Sylvia, da una parte, e Kalki e Amara, dall'altra, erano consapevoli che la strada da percorrere era lunga e difficile.
Le prime prove erano state difficili, ma necessarie. La vera sfida, però, sarebbe arrivata nei giorni successivi, quando le prove sarebbero diventate sempre più impegnative.
Il sole era alto nel cielo quando Aisha e Sylvia rientrarono nella loro casa di periferia. Sylvia era ancora scossa dall'esperienza del mattino, il volto pallido e le mani tremanti. Aisha la guardò con tenerezza, avvicinandosi lentamente.
"Sylvia, va tutto bene," mormorò Aisha, accarezzandole delicatamente il viso. "Non è successo niente di quello che già non sapevamo. È solo una parte del processo."
Sylvia annuì, cercando di trovare conforto nelle parole di Aisha. Le sue paure erano reali, ma il sostegno di Aisha le dava forza. "Ho paura di svenire di nuovo," confessò Sylvia.
Aisha le sorrise, rassicurante. "È normale, Sylvia. Anche a me è successo la prima volta. Ma il tuo organismo si adatterà. Il dono diventerà parte di te, come il respiro o il battito del cuore. È solo questione di tempo."
Si sedettero a tavola per pranzare, un pasto semplice ma nutriente. Mentre mangiavano, Sylvia rifletteva sulle parole di Aisha. “Pensi che la mia empatia naturale possa rendere tutto questo più difficile?”
Aisha annuì lentamente. “Sì, all'inizio. La tua sensibilità rende il processo più intenso e difficile da gestire, ma è anche ciò che, alla fine, ti permetterà di padroneggiare il dono in modo unico. Devi avere pazienza: quello che ora ti sembra un ostacolo diventerà la tua più grande forza, anche se in questo momento non lo puoi ancora vedere.”
Nel frattempo, Amara e Kalki erano rientrate nella loro abitazione. Amara era visibilmente provata dall'incontro con il gruppo di persone. Si sedettero nel soggiorno, e Kalki posò una mano sulla spalla di Amara.
"Hai fatto un ottimo lavoro, Amara," disse Kalki. "Hai sentito le loro energie e sei riuscita a stare in piedi. Questo è già un grande progresso."
Amara sospirò. "È stato così difficile. Sentivo tutto: le loro gioie, i loro dolori. Mi ha quasi sopraffatta."
Kalki le sorrise. "Ricorda, il dono richiede pratica. Anche se è difficile adesso, con il tempo diventerà naturale. E tu sei forte, lo so."
Il pranzo finì, e Aisha si avvicinò a Sylvia, baciandola dolcemente. "È ora di riprovare," disse. "Questa volta, non torneremo a casa subito. Voglio che tu affronti questa prova e io sarò lì con te."
Sylvia annuì, determinata. "Sono pronta."
Nel frattempo, Kalki e Amara stavano per uscire di nuovo. Kalki guardò Amara con un'espressione di incoraggiamento. "Ricorda ciò che hai imparato questa mattina. Usa la tua forza interiore per affrontare le sfide."
Camminarono di nuovo verso il villaggio, la tensione palpabile nell'aria. Questa volta, Sylvia sentiva una determinazione nuova dentro di sé. Quando incontrarono un'altra persona, Sylvia si preparò mentalmente. Sentì l'ondata di energia travolgerla, ma cercò di rimanere concentrata.
Nonostante tutti i suoi sforzi, Sylvia svenne di nuovo. Aisha la prese in braccio, aspettando pazientemente che si risvegliasse. Quando Sylvia aprì gli occhi, Aisha le sorrise.
"Hai fatto del tuo meglio," disse Aisha dolcemente. "Ogni volta sarà un po' più facile. Non arrenderti, Sylvia."
Nello stesso momento, Amara e Kalki affrontavano la loro prova. Amara sentì nuovamente le energie delle persone, ma questa volta riuscì a mantenere il controllo un po' meglio. Anche se era faticoso, sentiva che stava migliorando.
Alla fine della giornata, entrambe le coppie tornarono alle loro rispettive abitazioni, riflettendo sugli eventi. C'era ancora molto da imparare, ma sapevano che con il tempo e la pratica, avrebbero padroneggiato il dono.
Il Secondo Giorno del Dono
La mattina era luminosa e fresca quando Sylvia e Aisha si prepararono per la seconda prova. Sylvia era visibilmente nervosa, ma anche determinata. Dopo il pranzo del giorno precedente e le parole rassicuranti di Aisha, sentiva una nuova forza dentro di sé.
"Siamo pronte?" chiese Aisha con un sorriso incoraggiante.
Sylvia annuì, stringendo i pugni per trovare la concentrazione. "Sì, sono pronta."
Partirono a piedi verso il paese, la strada silenziosa tranne per il cinguettio degli uccelli e il rumore dei loro passi. Dopo qualche minuto, videro due persone camminare verso di loro. Sylvia si preparò mentalmente, ricordando le tecniche di respirazione e concentrazione che Aisha le aveva insegnato.
Quando passarono accanto alle due persone, Sylvia sentì l'ondata di energia travolgerla, ma questa volta riuscì a mantenere il controllo. Sentiva le loro emozioni, la loro gioia e il loro dolore, ma non svenne immediatamente. Continuò a camminare, il respiro affannoso ma stabile.
Aisha la osservava attentamente, pronta a intervenire. "Come ti senti?" chiese quando le persone erano ormai dietro di loro.
"Non sono svenuta," rispose Sylvia, incredula. Ma pochi secondi dopo, le gambe le cedettero e svenne, cadendo delicatamente tra le braccia di Aisha.
Aisha la sorresse, aspettando pazientemente che Sylvia si risvegliasse. Quando finalmente aprì gli occhi, Aisha le sorrise. "Stai facendo progressi. Non sei svenuta subito, è un grande passo avanti."
Sylvia annuì, ancora un po' debole. "Era già meglio. Forse il mio corpo sta cominciando a metabolizzare il dono."
Nonostante l'episodio, decisero di proseguire. Sylvia era determinata a migliorare e Aisha era lì per sostenerla. Continuarono a camminare verso il paese, pronte a incontrare altre persone e affrontare nuove prove.
Lungo la strada, Aisha continuava a incoraggiare Sylvia. "Ricorda, ogni piccola vittoria è importante. Stai imparando a riconoscere e gestire le energie. Questo è un processo, e tu stai facendo un ottimo lavoro."
Sylvia annuiva, sentendo crescere dentro di sé una nuova determinazione. "Grazie, Aisha. Con te al mio fianco, so di poterlo fare."
Dopo qualche minuto, incontrarono un altro gruppo di persone. Sylvia si preparò di nuovo, respirando profondamente e concentrandosi sulle tecniche che aveva imparato. Questa volta, sentì le energie delle persone ma riuscì a mantenere il controllo più a lungo.
Camminarono oltre il gruppo e Sylvia non svenne subito. Riuscì a camminare per qualche altro metro prima di sentire le gambe cedere di nuovo. Aisha la prese al volo, tenendola saldamente mentre Sylvia perdeva conoscenza.
Quando Sylvia si risvegliò, Aisha le sorrise dolcemente. "Hai fatto ancora meglio questa volta. Il tuo corpo sta davvero cominciando a metabolizzare il dono."
Sylvia annuì, sentendo un misto di stanchezza e speranza. "Sì, sento che sta migliorando. Ogni volta è un po' più facile."
Aisha la aiutò a rialzarsi. "Andiamo avanti. Ogni prova ci avvicina di più al nostro obiettivo."
Mentre continuavano a camminare, Sylvia rifletteva su quanto fosse cambiata in così poco tempo. Nonostante le difficoltà, sentiva che stava facendo progressi. L'incoraggiamento e il sostegno di Aisha erano fondamentali, e sapeva di poter contare su di lei in ogni momento.
Nel pomeriggio, Sylvia e Aisha si prepararono per una nuova prova. Questa volta, Sylvia era ancora più determinata. Sapeva che ogni sfida la rendeva più forte e più vicina a padroneggiare il dono.
Quando incontrarono un altro gruppo di persone, Sylvia si concentrò profondamente, sentendo le energie ma riuscendo a mantenerle sotto controllo. Camminarono oltre il gruppo, Sylvia svenne di nuovo, ma solo dopo aver superato una distanza significativa.
Aisha aspettò pazientemente che Sylvia si risvegliasse. Quando finalmente aprì gli occhi, Aisha le sorrise. "Ogni volta stai facendo progressi. Sei più forte di quanto pensi, Sylvia."
Sylvia annuì. "Grazie, Aisha. Con te al mio fianco, so che posso farcela."
E così, il loro percorso continuava, ogni prova un passo avanti verso la padronanza del dono e la scoperta delle loro vere potenzialità.
La Sera a Casa di Aisha e Sylvia
La sera era calda e serena, un contrasto benvenuto rispetto alla giornata intensa. Sylvia e Aisha si ritrovarono a cena, discutendo degli avvenimenti della giornata.
Aisha prese un sorso di vino e guardò Sylvia con un sorriso incoraggiante. "Sai, Sylvia, anche per me e Kalki è stato difficile all'inizio. Siamo svenute innumerevoli volte durante l'addestramento."
Sylvia guardò Aisha con curiosità. "Davvero? Ma voi sembrate così forti ora."
Aisha annuì. "Sì, ma ci è voluto tempo. Ancora oggi, quando usiamo il dono per guarire qualcuno non sempre riusciamo a stare in piedi. In battaglia è diverso perché utilizziamo l'energia dell'avversario, ma quando aiutiamo qualcuno, usiamo solo la nostra energia e questo ci porta allo sfinimento."
Sylvia si avvicinò ad Aisha, sentendo un profondo affetto e ammirazione per lei. "Ce la farò a diventare come te?" chiese con voce incerta.
Aisha non aveva dubbi. "Sì, Sylvia, ce la farai. Per me è stato anche peggio e per Kalki... quante volte l'ho raccolta da terra. E ora, guarda com'è diventata, una potenza."
Sylvia sorrise, rassicurata dalle parole di Aisha. "Ti piaccio da svenuta?" chiese scherzando.
Aisha sorrise e le rispose con dolcezza. "Sì, sei bellissima. Quando sei vulnerabile e bisognosa di protezione, mi fai sentire l'unica persona al mondo capace di proteggerti."
Sylvia arrossì leggermente, ringraziando Aisha con un sussurro. "Grazie, ora sverrò un po' più volentieri."
Le due donne si alzarono, spogliandosi con grazia. Indossavano entrambe un perizoma nero che esaltava le loro forme. Si guardarono e si accarezzarono, sentendo l'intimità crescere tra loro.
Si baciarono appassionatamente, perdendosi l'una nell'altra. Aisha prese Sylvia in braccio, sentendo il peso leggero e rassicurante della sua compagna, e la portò a letto con delicatezza. Si adagiarono tra le lenzuola, le mani che accarezzavano i corpi, i baci che diventavano sempre più profondi e intensi.
La Mattina Seguente
Il sole filtrava attraverso le tende, illuminando la stanza con una luce dorata. Sylvia si svegliò lentamente, sentendo il calore del corpo di Aisha accanto a sé. Si girò verso di lei, osservandola dormire con un sorriso tranquillo sul volto.
Pochi minuti dopo, Aisha aprì gli occhi e trovò Sylvia che la guardava. "Buongiorno," disse con voce assonnata.
"Buongiorno," rispose Sylvia, accarezzandole il viso. "Pronta per un'altra giornata di prove?"
Aisha annuì, stiracchiandosi pigramente. "Sempre. E tu? Come ti senti?"
Sylvia rifletté per un momento, poi sorrise. "Più forte. Più pronta. E con te al mio fianco, so che ce la farò."
Si scambiarono un ultimo bacio prima di alzarsi, pronte ad affrontare una nuova giornata di sfide e crescita.
Era il terzo giorno di addestramento, e mentre le cose andavano a gonfie vele per Amara, le difficoltà di Sylvia cominciavano a preoccupare seriamente Aisha. Quel giorno, le due coppie avevano deciso di incontrarsi per fare il punto della situazione e passare una serata insieme. Tuttavia, Sylvia non era ancora in grado di avvicinarsi a nessuno che non fosse un'energia già acquisita, come quella di Aisha. Per questo motivo, avevano deciso di cenare nella casa di Aisha e Sylvia, evitando così di esporre Sylvia al rischio di incontrare numerose persone.
La mattina iniziò con Kalki e Amara che si preparavano per andare in paese. Amara si sentiva pronta a qualsiasi situazione, e le cose andarono esattamente come immaginavano. Kalki osservava con ammirazione l'incredibile rapidità con cui Amara stava imparando a gestire il dono. Durante la loro passeggiata, notarono una signora seduta su una panchina, visibilmente triste e sofferente.
"Quella donna sembra avere un gran dolore," disse Kalki, puntando lo sguardo verso la signora.
Amara annuì. "Voglio provare ad aiutarla."
"Sei sicura? Potrebbe essere troppo per te," avvertì Kalki, preoccupata.
Amara le sorrise con sicurezza. "Devo provarci."
Si avvicinò alla signora e le si sedette accanto. "Buongiorno, signora. Posso aiutarla in qualche modo?"
La signora sollevò lo sguardo, sorpresa. "Oh, non saprei... Sto passando un periodo molto difficile."
Amara sentì un'ondata di dolore travolgerla, ma riuscì a mantenere la calma. "Posso provare ad alleviare il suo dolore, se me lo permette."
La signora annuì, quasi senza parole. Amara chiuse gli occhi, concentrandosi profondamente. Sentì il dolore della donna, forte e intenso, e con grande abilità iniziò a canalizzarlo dentro di sé, trasformandolo. Dopo pochi istanti, la signora sembrò sollevata, come se un peso enorme fosse stato tolto dalle sue spalle.
"Grazie, mi sento molto meglio," disse la signora con gratitudine.
Amara sorrise, non mostrando alcun segno di debolezza. "È stato un piacere aiutarla."
Kalki osservava, incredula. "Amara, sei stata straordinaria!"
Amara scrollò le spalle con modestia. "Non è stato facile, ma sentivo di poterlo fare."
Nel frattempo, la mattina di Sylvia e Aisha era iniziata con meno successo. Sylvia sembrava più fragile che mai, la sua natura umana le impediva di resistere alle energie che incontrava. Ogni volta che tentava di affrontare una persona, sentiva il loro dolore e le loro emozioni troppo intensamente, finendo sempre per svenire.
Quel giorno, Aisha decise di portare Sylvia a fare una passeggiata verso il paese, sperando di incontrare qualcuno per farle fare pratica. Dopo pochi minuti di cammino, incrociarono un uomo anziano che camminava lentamente con un bastone. Sylvia si irrigidì immediatamente.
"Va tutto bene, Sylvia. Ricorda di respirare profondamente e concentrarti su di me," le disse Aisha con voce calma e rassicurante.
Sylvia annuì, cercando di controllare il tremore nelle sue mani. Mentre passavano accanto all'uomo, Sylvia sentì un'ondata di stanchezza e dolore provenire da lui. La sua visione iniziò a sfocarsi e sentì le ginocchia cedere.
"Aisha, non ce la faccio..." mormorò prima di svenire, cadendo tra le braccia di Aisha.
Aisha la sollevò con delicatezza. "Ci sei quasi, Sylvia. Stai migliorando, ma abbiamo ancora strada da fare."
La riportò a casa, adagiandola sul divano e coprendola con una coperta. Sylvia si svegliò poco dopo, con gli occhi pieni di frustrazione.
"Non ce la farò mai, Aisha," disse con un filo di voce.
Aisha le accarezzò il viso con dolcezza. "Stai migliorando, anche se non te ne rendi conto. Passiamo questa sera con Kalki e Amara. Chiederemo consiglio a Kalki, lei saprà cosa fare."
Sylvia annuì, sentendo un po' di speranza risvegliarsi dentro di sé. "Grazie, Aisha."
Aisha sorrise e le diede un bacio sulla fronte. "Insieme ce la faremo, Sylvia."
La serata prometteva di essere illuminante e, con l'aiuto di Kalki, forse avrebbero trovato una soluzione per aiutare Sylvia a gestire il dono e diventare più forte.
Aisha rifletteva, cercando di capire il problema di Sylvia. Si rese conto che la sensibilità estremamente sviluppata di Sylvia derivava dalla sua metà umana. Anche prima di diventare vampira, Sylvia avvertiva energie, vedeva e parlava con gli spettri, il che era piuttosto insolito nel mondo cardine, dove le regole erano ben diverse. Mentre ragionava, un piccolo pensiero iniziò a prendere forma nella mente di Aisha: il sangue. Sylvia sveniva se vedeva del sangue improvvisamente, ma era in grado di compiere miracoli quando mordeva e beveva sangue in quantità. Non era ancora chiaro, ma poteva essere un punto di inizio. Per ora, Aisha decise di tenere per sé questa intuizione.
Quel pomeriggio, fecero un altro tentativo di allenamento, ma le cose andarono male. Sylvia non riuscì a reggere l'energia di nessuno.
Alla sera, quando Kalki e Amara arrivarono, Aisha andò ad aprire la porta per sicurezza, ma anche la nuova presenza di Amara e Kalki per Sylvia fu devastante.
"Sylvia!" esclamò Amara, correndo verso di lei. "Che cosa è successo?"
Aisha scosse la testa, preoccupata. "Non è riuscita a sopportare l'energia. È troppo sensibile."
Quando Sylvia si riprese, assorbì le energie circostanti e riuscì a parlare, anche se con difficoltà.
"Mi dispiace... sto cercando, ma è così difficile," disse Sylvia con voce debole.
Kalki si sedette accanto a lei, prendendole la mano. "Non devi scusarti, Sylvia. Stiamo tutti cercando di capire come aiutarti. Hai fatto dei progressi, anche se piccoli."
Amara annuì, aggiungendo: "Forse dovremmo considerare altre opzioni. Potremmo tornare al Dark Sanctuary per vedere se c'è qualcosa che ci siamo persi."
Aisha scosse la testa. "Non credo che sia necessario tornare indietro. Penso che il problema sia radicato nella sua natura umana. La sua sensibilità è sia una benedizione che una maledizione."
Kalki rifletté per un momento. "Potrebbe essere che Sylvia stia assorbendo troppo, troppo velocemente. Dobbiamo trovare un modo per farle canalizzare le energie in modo più graduale."
Amara sembrava pensierosa. "Ma come possiamo farlo? Deve imparare a gestire queste energie in battaglia, non possiamo proteggerla per sempre."
Aisha intervenne con un'idea. "Forse dobbiamo cambiare approccio. Sylvia, tu reagisci male al sangue se lo vedi improvvisamente, ma quando sei preparata, riesci a gestirlo. Forse possiamo usare un metodo simile per le energie. Dobbiamo trovare un modo per farle assorbire le energie in maniera controllata."
Sylvia annuì, seppur con un'ombra di dubbio negli occhi. "Posso provare, se pensate che possa funzionare."
Aisha decise di non condividere ancora il suo pensiero sul sangue, poiché era ancora troppo vago, e comunque voleva farlo prima solo con Sylvia. La serata si concluse con le quattro che discutevano delle varie possibilità, determinate a trovare una soluzione per Sylvia.
Nessuno metteva in dubbio le capacità di trainer di Aisha. Tutti avevano visto il lavoro straordinario che aveva fatto con Kalki. Era proprio per la sua esperienza che avevano deciso di affidare Sylvia a lei piuttosto che a Kalki. Per Kalki era la prima volta come insegnante, e Amara aveva delle caratteristiche che rendevano decisamente tutto più semplice.
Kalki parlò con orgoglio delle capacità di Amara, definendola la migliore di tutte. Non era mai svenuta una volta, nemmeno di fronte ai più grandi dolori o demoni. Perfino Kalki e Aisha avrebbero provato imbarazzo nel raccontare tutte le volte che erano state raccolte da terra. Tuttavia, miglioravano sempre, assimilando e superando ogni debolezza. Anche loro, in meno di dieci giorni, avevano imparato a gestire il dono autonomamente. Certo, Amara ci era riuscita in tre giorni, ma era una vampira centenaria, e questo contava. Sylvia, invece, era un'ibrida con una metà umana che dominava sulla sua natura vampira, che emergeva solo se sollecitata.
Aisha continuava a riflettere su questa dinamica mentre parlavano ancora del problema di Sylvia. Kalki e Amara ascoltavano con attenzione, cercando di trovare una soluzione. Alla fine, decisero di lasciare che Sylvia riposasse mentre loro avrebbero testato ulteriormente le capacità di Amara.
"Proveremo a portarla al supermercato, poi nella via principale e infine a qualche spettacolo violento," disse Kalki. "Se Amara supera tutto questo, torneremo al Dark Sanctuary e cambieremo le coppie con Selene e Milhen."
Aisha annuì. "Va bene, ma per ora, io continuerò a lavorare con Sylvia fino a quando non sarà in grado di gestire il dono. Ci vorrà del tempo, ma sono fiduciosa."
Amara si avvicinò a Sylvia, "non preoccuparti, Sylvia. Ce la farai. Noi siamo qui per aiutarti."
Sylvia sorrise debolmente. "Grazie, Amara. Farò del mio meglio."
Kalki e Amara si prepararono per uscire, mentre Aisha si avvicinò a Sylvia, mettendole una mano sulla spalla. "Hai fatto progressi, Sylvia. Anche se piccoli, sono importanti. Continueremo a lavorare insieme e troveremo un modo."
Quando Kalki e Amara uscirono, Aisha rimase con Sylvia, riflettendo ancora sulla sua intuizione riguardo al sangue. Sapeva che poteva essere un punto di partenza, doveva solo trovare il modo giusto per affrontare la situazione.
"Sylvia," disse Aisha, "so che è difficile, ma non devi scoraggiarti. La tua sensibilità umana può essere una forza, non solo una debolezza. Dobbiamo solo trovare il modo di canalizzarla correttamente."
Sylvia annuì, cercando di trarre conforto dalle parole di Aisha. "Lo so, Aisha. Grazie per non avermi abbandonata."
Aisha sorrise. "Non ti abbandonerò mai, Sylvia. Siamo in questo insieme, e insieme troveremo una soluzione."
La sera trascorse tranquilla, con Aisha e Sylvia che pianificavano il prossimo giorno di addestramento. Aisha era determinata a trovare una soluzione, e Sylvia era pronta a dare il massimo per superare le sue difficoltà.
Il giorno dopo, Sylvia decise di non andare da nessuna parte. Voleva passare tutta la mattinata con Aisha e aspettare Kalki, che sicuramente sarebbe passata per raccontare quanto fosse stata spettacolare Amara e per salutarle, visto che non aveva senso che restassero ancora lì.
Aisha notò la determinazione e la tensione negli occhi di Sylvia e decise di parlarle. Si sedettero sul divano della loro casa, il sole del mattino filtrava attraverso le tende, creando un'atmosfera serena.
"Sylvia," iniziò Aisha con voce calma, "devi stare tranquilla. La cosa più importante è non impuntarsi a tutti i costi. Se ti forzi troppo, rischi solo di cadere nella frustrazione."
Sylvia abbassò lo sguardo, sentendosi un peso per tutti.
Aisha le prese le mani, guardandola intensamente. "Ti avevo predetto che Kalki e Amara sarebbero tornate indietro e che il dono a Milhen lo avrebbe passato Amara. Non importa se avresti dovuto farlo tu. Sai cosa ho imparato, Sylvia, in tutta questa esperienza? Niente succede per caso. E tu sei una scintilla, sei una figlia di Brahma, una delle prime nate. Se le cose stanno andando così, è perché qualcosa di superiore ha in mente qualcosa per te."
Sylvia alzò lo sguardo, incontrando gli occhi di Aisha, pieni di convinzione.
"Io lo dico qui, davanti a te: non ti lascerò finché non userai il dono meglio di me. E non lo dico per raccontarti frottole per tirarti su di morale. Lo dico perché ti ho visto, Sylvia. Ho visto bene chi sei. Quando riuscirai a gestire quell'energia e a canalizzarla, sarà dieci volte più potente di chiunque altro. La tua sensibilità ti farà estrarre energia anche dalle piastrelle se necessario."
Sylvia sorrise debolmente, sentì il calore e la sincerità nelle parole di Aisha. Capì che Aisha credeva davvero in lei. Un piccolo bagliore di speranza cominciò a riaccendersi nel suo cuore. Ringraziò Aisha con un sorriso, Aisha ricambiò il sorriso e le accarezzò il volto.
L’Ultimo Incontro con Amara e Kalki
Passarono la mattinata insieme, con Sylvia che iniziava a sentirsi un po' meglio, rinvigorita dalle parole e dal sostegno di Aisha.
Nel pomeriggio, come previsto, Kalki arrivò con Amara. Aisha e Sylvia aprirono la porta e furono accolte dai sorrisi delle due. Kalki non poté fare a meno di elogiare Amara.
"È stata spettacolare," disse Kalki con orgoglio. "Non c'è stata situazione che non abbia superato brillantemente. È pronta a tornare al Dark Sanctuary."
Amara sorrise modestamente, Sylvia percepì la sua forza e sicurezza.
La Separazione
Mentre parlavano, Sylvia capì che ogni cosa aveva il suo tempo, anche lei avrebbe trovato la sua strada, con pazienza e determinazione.

Amara abbracciò Sylvia, sentendo il legame profondo che le univa. Erano le uniche due vampire ibride in tutto il metaverso, unite nella carne, nello spirito e nel sangue. Nonostante la forza del loro legame, percepivano nell'aria un'imminente separazione. Ma questo non cambiava il loro amore; significava solo che le loro strade si stavano dividendo, forse per un po', forse per sempre. Lo stesso valeva per Kalki e Aisha, che avevano condiviso mille avventure insieme. Avevano recuperato le rose, purificato il santuario e liberato il portale del Purgatorio. Eppure, nonostante l'amore che ancora le legava, sentivano entrambe che era giunto il momento di separarsi.
Kalki abbracciò Aisha, guardandola negli occhi con una certa malinconia. "Non ti dimenticherò mai," disse Kalki con voce ferma. "Le cose che abbiamo fatto insieme sono state fantastiche. E la nostra unione di sangue ci terrà unite per sempre, in qualche modo."
Aisha annuì, sentendo le stesse emozioni. Quei momenti erano indelebili, ma ora le strade si dividevano, poiché Sylvia aveva bisogno di più tempo. Kalki e Aisha si scambiarono le ultime informazioni: Amara avrebbe passato il dono a Selene, e Kalki lo avrebbe fatto con Milhen una volta tornate al santuario. Con un ultimo saluto, Amara e Kalki salirono sulla Atheris Rex e si avviarono lungo lo stradone, mentre Sylvia e Aisha le osservavano allontanarsi fino a quando scomparvero dalla vista.
Poco dopo, a pochi chilometri di distanza, il portale per il Santuario le attendeva. Al loro arrivo, Milhen e Selene rimasero sorprese per il breve tempo trascorso. Quando Kalki raccontò gli avvenimenti, entrambe furono dispiaciute per Sylvia, soprattutto Milhen, che in quel momento si sentiva particolarmente legata a lei. Kalki guardò negli occhi Milhen e, sorridendo, le disse: 'Dovrai accontentarti di me per ora.
Il lavoro con Milhen e Selene sarebbe cominciato il mattino seguente, ma ora torniamo a Sylvia e Aisha nel Quadrante 7, nel paese di Valdenora, che presto avrebbe acquisito nuova importanza. Le parole di Aisha avevano piantato un piccolo seme nella mente di Sylvia, un seme positivo. 'Karma': così Sylvia decise di chiamare quel seme, poiché sapeva che da un singolo seme può nascere una foresta.