
Oltre l'Illusione
Cap. 6: Zanara

Arrivo a Zanara
Piccole abitazioni erano sparse apparentemente in maniera casuale su un paesaggio che sembrava trasformarsi continuamente. A volte sembrava un giardino enorme, altre volte un bosco, e poi ancora una foresta con laghi scintillanti e un fiume che serpeggiava attraverso la terra come un serpente dorato. Ma la cosa più straordinaria era che il paesaggio non solo mutava, ma anche le abitazioni cambiavano forma e posizione, adattandosi a qualche forza misteriosa e invisibile.
Osservarono il paesaggio mutevole, individuando un posto dove avrebbero potuto lasciare la moto. All'interno di Zanara non vi erano strade, solo piccoli sentieri intricati che sembravano perdersi nella vegetazione lussureggiante.
"Sembra un posto uscito da un sogno," disse Sylvia, con gli occhi spalancati per la meraviglia.
"Non ho mai visto nulla di simile," rispose Amara, altrettanto affascinata. "È come se tutto qui fosse vivo e in costante cambiamento."
Sylvia annuì. "Dobbiamo trovare un posto sicuro per la moto. Non penso che riusciremo a muoverci facilmente tra quei sentieri intricati."
Trovarono un angolo sicuro e appartato dove parcheggiare la moto. Dopo, si prepararono per esplorare Zanara a piedi. Sylvia si girò verso Amara, con un sorriso eccitato e una luce di determinazione negli occhi.
"Pronta per un'altra avventura?" chiese Sylvia.
Amara sorrise, prendendo la mano di Sylvia. "Sempre. Andiamo a scoprire cosa ci riserva questo posto incredibile."
Insieme, iniziarono a percorrere uno dei piccoli sentieri, immersi nel mistero e nella magia di Zanara. Ogni passo che facevano sembrava avvicinarli sempre più a un mondo di meraviglie e scoperte, un luogo dove la realtà e l'immaginazione si fondevano in un'unica, straordinaria avventura.
Zanara era un paese formato da tanti piccoli villaggi, ognuno unico nel suo genere. I loro orti producevano frutti mai visti prima, e gli animali che pascolavano nei campi erano altrettanto strani e affascinanti. Mentre Sylvia e Amara camminavano lungo uno dei sentieri tortuosi, incontrarono una ragazza straordinariamente bella. Era vestita praticamente di niente, solo un velo che formava un perizoma.
Sylvia e Amara erano preparate mentalmente ad accettare un po' di tutto, infatti pensarono che se avessero visto altre persone vestite così, si sarebbero spogliate anche loro. La ragazza riconobbe subito in loro delle straniere e si presentò con un sorriso amichevole.
Lyra, Azar, Elion e Nara
"Ciao, io sono Lyra," disse con voce melodiosa.
Sylvia e Amara si presentarono a loro volta, scambiando le solite domande di cortesia. Lyra spiegò che stava andando dal suo compagno, che viveva nel villaggio vicino, e le invitò ad accompagnarla, promettendo di svelare loro alcuni segreti di Zanara lungo il cammino. Accettarono con entusiasmo, desiderose di conoscere di più su quel luogo incantato.
Durante il tragitto, videro mille meraviglie: piante che cambiavano colore al loro passaggio, animali che sembravano sorridere loro, e paesaggi che si trasformavano continuamente. Alla fine, arrivarono al villaggio dove trovarono il compagno di Lyra, Azar, circondato da altre persone. Anche lui era vestito in modo simile a Lyra, con un velo che copriva appena il necessario.
"Salve, io sono Azar," si presentò con un cenno del capo. "Benvenute a Zanara."
Dopo le presentazioni, si misero a parlare un po' di tutto, scambiando racconti e impressioni. Sylvia e Amara erano affascinate dalla cultura e dalla bellezza del luogo. Quando il discorso cadde sul Mondo Cardine, Azar fece una rivelazione sorprendente.
"Con mio fratello Elion, non molto tempo fa, abbiamo salvato due ragazze," iniziò Azar, osservando le due visitatrici con interesse. "Una veniva dal Mondo Cardine e si chiamava Kalki. L'altra era originaria del Quadrante 5 e si chiamava Aisha. Livia, la custode, sapeva del loro arrivo e ci ha mandato a cercarle. Le abbiamo trovate, per fortuna, entrambe svenute in una zona desertica alla periferia del Quadrante 4, una di quelle zone create apposta per fermare chi non dovrebbe entrare."
Sylvia e Amara si guardarono incredule. Era come se il destino le avesse portate lì per incontrare uno dei salvatori di Kalki e Aisha.
"Non posso crederci," disse Sylvia, con gli occhi che brillavano di stupore. "Abbiamo sentito tanto parlare di loro... sono delle leggende."
Azar annuì. "Sì, sono delle persone straordinarie, coraggiose e determinate. Sono riuscite a superare prove incredibili e a crescere spiritualmente in modi che pochi possono immaginare."
"Come le avete trovate?" chiese Amara.
"E’ stato quasi un miracolo," rispose Azar. "Erano intrappolate in una zona desertica e stavano per soccombere alla sete e alla fatica, ma siamo arrivati giusto in tempo. Le abbiamo portate a Zanara, dove Livia ha potuto aiutarle a recuperare le forze e a continuare il loro percorso."
Sylvia e Amara erano affascinate dalla storia. Sentivano un legame speciale con Kalki e Aisha, e sapere che erano state salvate da Azar e suo fratello Elion le riempiva di gratitudine.
"Grazie per averle salvate," disse Sylvia, con un sorriso sincero.
"È stato un onore," rispose Azar. "Sono anime speciali, proprio come voi due. Sono sicuro che anche voi farete grandi cose, e non intendo solo qui a Zanara."
Mentre conversavano altri due ragazzi si avvicinarono al gruppo. Uno dei due, un giovane con capelli scuri e occhi penetranti, chiamò Azar da parte. La ragazza, che lo accompagnava, si presentò a Sylvia e Amara.
"Ciao, io sono Nara, la ragazza di Elion," disse sorridendo. Indicò con un dito il ragazzo che stava parlando con Azar. "Quello è Elion, il fratello di Azar."
Sylvia e Amara sorrisero e si presentarono a loro volta, incuriosite dalla nuova conoscenza. Intanto, il discorso tra i fratelli fu breve. Azar tornò presto con Elion al gruppo, portando una notizia importante.
"Livia mi ha avvisato dell'arrivo di due ragazze," iniziò Elion, guardando Sylvia e Amara con un misto di curiosità e rispetto. "I loro nomi corrispondono esattamente a quelli che mi ha dato mio fratello. Sarebbe un onore fare le presentazioni e passare un po' di tempo con voi."
Sylvia e Amara si scambiarono uno sguardo complice, sentendosi al centro di qualcosa di grande. Elion continuò, "Vi mostreremo dove potete alloggiare. Abbiamo pensato alla casa dove hanno soggiornato Kalki e Aisha. È un luogo speciale, con un laghetto nel giardino."
"Suona meraviglioso," disse Amara, visibilmente emozionata.
Il gruppo si mise in marcia, camminando lungo i sentieri tortuosi di Zanara. Durante il tragitto, Nara raccontò loro di più sulla vita nel villaggio e su come tutto fosse in armonia con la natura.
"Le case qui cambiano forma e posizione a seconda delle necessità," spiegò. "È un luogo magico, dove la natura e l'energia sono in perfetta sinergia."
"Dev'essere incredibile vivere qui," commentò Sylvia, osservando i frutti strani e gli animali insoliti che popolavano l'ambiente.
"Lo è davvero," confermò Elion. "Ogni giorno è una nuova scoperta."
Arrivarono infine alla casa destinata a Sylvia e Amara. Era un luogo splendido, immerso nel verde, con un piccolo laghetto che brillava sotto la luce del sole.
La Splendida Casa per gli Ospiti di Zanara
"Ecco la vostra dimora," disse Azar, aprendo la porta. "Kalki e Aisha hanno soggiornato qui. Speriamo che vi piaccia."
Sylvia e Amara entrarono, rimanendo senza parole di fronte alla bellezza del luogo. Gli interni erano accoglienti e decorati con gusto, e dalle finestre si poteva vedere il giardino rigoglioso e il laghetto scintillante.
"È perfetto," disse Amara, girandosi verso gli altri con un sorriso radioso. "Grazie mille."
"Ci fa piacere che vi piaccia," rispose Lyra. "Sentitevi libere di esplorare e di chiedere qualsiasi cosa."
Sylvia e Amara si sentirono immediatamente a casa. Mentre continuavano a chiacchierare con Lyra, Azar, Elion e Nara, si resero conto di quanto fossero fortunate a essere lì, circondate da persone così straordinarie e da un'energia così positiva. L'incontro con Azar e Elion era stato una sorpresa meravigliosa, e sapevano che quel soggiorno avrebbe portato nuove scoperte e legami ancora più profondi.
Mentre continuavano a parlare, Sylvia e Amara si resero conto di quanto speciale fosse Zanara. Nara, con un sorriso gentile, iniziò a spiegare loro ciò che avevano discusso con Livia.
"Livia ci ha detto che si farà viva domani," iniziò Nara, accarezzando affettuosamente il braccio di Elion. "Abita vicino e vuole incontrarvi di persona."
"Nel frattempo, potete fare ciò che volete," aggiunse Elion. "Potete esplorare il laghetto, il fiume sottostante e tutta Zanara. Qui non ci sono pericoli, è un posto sicuro e pieno di meraviglie."
Sylvia e Amara si guardarono con occhi scintillanti. La possibilità di esplorare quel luogo magico senza preoccupazioni era esattamente ciò che desideravano.
"Grazie per l'accoglienza," disse Amara, rivolgendo un sorriso caloroso a Nara ed Elion. "Non vediamo l'ora di scoprire tutto ciò che Zanara ha da offrire."
"Siamo qui per qualsiasi cosa abbiate bisogno," rispose Nara. "Godetevi il vostro soggiorno."
Dopo essersi congedati dai loro nuovi amici, Sylvia e Amara rimasero un attimo in silenzio, osservando il panorama intorno a loro. Il laghetto scintillava alla luce del sole, mentre il fiume serpeggiava pigramente attraverso il paesaggio verdeggiante. Le case sembravano fondersi armoniosamente con la natura, creando un'atmosfera di pace e serenità.
"È davvero un posto incantevole," disse Sylvia, rompendo il silenzio. "Non vedo l'ora di esplorarlo tutto."
"Anche io," rispose Amara, prendendole la mano. "Andiamo a vedere il laghetto prima che faccia buio?"
"Assolutamente," rispose Sylvia con un sorriso. "Sono curiosa di vedere com'è da vicino."
Si avviarono quindi verso il laghetto, godendosi ogni passo del loro cammino. La vegetazione era rigogliosa, e piccoli animali curiosi le osservavano mentre passavano. L'aria era fresca e profumata, riempiendole di una sensazione di rinnovata energia.
Quando raggiunsero il laghetto, rimasero affascinate dalla sua bellezza. L'acqua era cristallina, e si potevano vedere i pesci nuotare tranquillamente sotto la superficie. Le sponde erano decorate con fiori di ogni colore, e una piccola cascata aggiungeva un tocco di magia al luogo.
"Sembra un paradiso," mormorò Amara, guardando l'acqua con occhi sognanti.
"E lo è," rispose Sylvia, stringendole la mano. "Qui possiamo davvero essere noi stesse, senza preoccupazioni."
Si sedettero sulla riva, immerse nel silenzio vibrante del laghetto. Sapevano che, non molto tempo prima, lì si erano fermate anche Kalki e Aisha. Quel pensiero non le turbava: era come sentire una scia ancora calda, un’eco gentile. Quando il sole iniziò a calare, decisero di tornare alla loro nuova casa.
Si sentivano rinnovate, piene di speranza e di energia, pronte a scoprire tutti i segreti di Zanara e a incontrare Livia, la custode del loro destino.
La casa era tutta per loro e la serata pure, vi erano provviste in frigo ampiamente sufficienti. Entrando, Sylvia e Amara si guardarono intorno con un misto di meraviglia e soddisfazione. Dopo tutto quello che avevano passato, avere un posto tranquillo tutto per loro era un vero lusso. Decisero di mettersi comode, spogliandosi e rimanendo nella loro biancheria intima.
Amara, curiosando nei mobili, trovò una collezione di alcolici. Tra le bottiglie, una catturò immediatamente la sua attenzione: una bottiglia di sangue con due calici. Con un entusiasmo contagioso, chiamò Sylvia.
"Guarda cosa c'è!" disse Amara, sollevando la bottiglia in trionfo.
Amara, versò lentamente il sangue nei calici, poi brindarono alla loro serata speciale. Il sangue, versato nei calici, sembrava quasi scintillare sotto la luce soffusa della stanza.
Bevvero insieme, gustando ogni sorso, sentendo l'energia fluire attraverso di loro. La serata si trasformò in un gioco di sguardi, sorrisi e parole sussurrate. Si sedettero sul divano, avvolte in un'atmosfera intima e rilassata.
"Mi piace quando siamo così," disse Sylvia, accarezzando il viso di Amara.
"Anche a me," rispose Amara, prendendole la mano.
Si persero nei loro pensieri, godendosi la compagnia reciproca. La notte era giovane, e loro avevano tutto il tempo del mondo per esplorare, scoprire e crescere insieme.
Dopo cena, decisero di uscire di nuovo. Non si erano rivestite, non ce n'era bisogno. La notte era calda e invitante, e il lago li chiamava. Camminarono fino alla riva, illuminate solo dalla luce della luna e delle stelle. L'acqua era fresca e accogliente, e fecero un bagno notturno, ridendo e giocando nell'acqua.
Dopo il bagno, si sdraiarono sulla riva, avvolte solo dalla luce soffusa e dalla quiete della notte. Sylvia si sentiva protetta tra le braccia di Amara, mentre Amara trovava la vulnerabilità di Sylvia incredibilmente attraente. Si baciavano e si toccavano, ogni carezza un'espressione di amore e desiderio.
"Sylvia," sussurrò Amara, "chiudi gli occhi e lascia che io ti accarezzi ovunque."
Sylvia sorrise e chiuse gli occhi, fidandosi completamente di Amara. Le dita di Amara sfioravano la pelle di Sylvia, accarezzandola con delicatezza. Le minuscole mutandine che Sylvia indossava sembravano solo un dettaglio insignificante, quasi inesistente. Ogni tocco era un invito a rallentare, a godersi ogni singolo momento.
Il tempo sembrava fermarsi, ogni secondo un eterno momento di bellezza e piacere. Erano immerse nella meraviglia, completamente assorte l'una nell'altra, dimentiche del mondo esterno.
La notte avanzava, ma per loro non esisteva il tempo. Erano semplicemente perfette insieme, un'armonia di corpi e anime che si completavano.
La mattina dopo, decisero di rimanere in biancheria, optando solo per le mutandine, visto che nessuno sembrava portare il reggiseno. Amara scelse le mutandine più piccole per Sylvia, mentre Sylvia scelse per Amara le più belle. Dopo una colazione abbondante, Azar passò a trovarle, portando delle novità.
"Livia non può venire oggi," disse Azar con un sorriso rassicurante. "Si farà viva lei quando sarà il momento. Non preoccupatevi, avete tutto il tempo del mondo."
Indicò la direzione di alcune grotte vicine. "Sono quelle che frequentavano Kalki e Aisha. Sentitevi libere di esplorare. Noi ragazzi restiamo per lo più al villaggio, ma poco più in giù c’è un altro piccolo centro, con una piazza e un locale dove si può incontrare un po’ di gente."
Azar intuì una domanda non detta di Amara riguardo all’abbigliamento locale. Sorrise e disse: "Qui potete fare come volete. C’è chi non indossa proprio nulla, e nessuno ha nulla da ridire… anzi."
Sylvia rise, lanciando ad Amara uno sguardo complice. "Sembra il posto perfetto per noi."
Amara annuì, un sorriso malizioso sul volto. "Allora, andiamo a esplorare."
Si avviarono verso le grotte, sentendosi libere e a proprio agio nel loro abbigliamento minimalista. Il sole del mattino illuminava i loro corpi, mentre camminavano mano nella mano.
Le Grotte di Zanara
Le grotte erano maestose, avvolte in un'aura di mistero e bellezza. L'energia che emanavano era palpabile, un richiamo irresistibile che le attirava sempre più verso l'interno.
"Sylvia, come ti senti?" chiese Amara con preoccupazione, ma anche con una punta di eccitazione.
"Sento l'energia arrivare," rispose Sylvia con un sorriso tranquillo. "Ma sai cosa? Mi sa che stavolta non svengo."
"Vedremo," disse Amara, stringendola a sé.
Entrarono nelle grotte, pronte ad abbracciare l'energia e a lasciarsi guidare dai loro istinti. Si sentivano vive, potenti e in perfetta armonia con l'ambiente circostante. Il loro viaggio a Zanara stava rivelandosi una scoperta continua, un percorso di crescita e di amore che le univa sempre di più.
Mentre camminavano, Sylvia davanti e Amara dietro, Amara non poteva fare a meno di osservare Sylvia. Quelle mutandine bianche aderenti e i movimenti volutamente accentuati catturavano il suo sguardo. Sylvia, con un certo tono spavaldo, aveva detto: "Mi sa che stavolta non svengo," ma a ogni passo sentiva che la sua sicurezza vacillava. Tuttavia, voleva mantenere quella posizione di forza fino all'ultimo.
Arrivarono finalmente all'ingresso delle grotte, che avevano una bellezza unica: gli alberi che le circondavano, il sentierino stretto percorribile solo in fila indiana, e il suono dell’acqua che si sentiva già dall’esterno. Davanti all’ingresso, l’intensità dell’energia era palpabile. Forse queste grotte di Zanara erano le più potenti di tutte, e sia Sylvia che Amara avvertivano chiaramente quella forza misteriosa.
Amara, avvertendo l'energia, sapeva che Sylvia sarebbe svenuta, quindi le stava vicino e le chiese come si sentisse.
"Stavolta non svengo," rispose Sylvia con un tono che cercava di essere sicuro, ma cominciava già a balbettare.
"Sei sicura?" chiese Amara, preoccupata ma pronta a sostenerla.
"Sì, stavolta... non svengo," ripeté Sylvia, ma la sua voce tradiva la crescente debolezza.
Entrarono insieme nelle grotte. L'energia era travolgente, e Sylvia continuava a ripetere a se stessa che non sarebbe svenuta, cercando di convincersene.
"Non... non svengo," mormorava, ma il balbettio aumentava ad ogni passo.
Amara la teneva per i fianchi, sempre più vicina. "Sylvia, non devi fare la forte per me. Sono qui per te."
"Non... svengo..." Sylvia continuava a ripetere, ma le sue parole erano sempre più disconnesse. Il suono della sua voce si faceva incerto, come se stesse cercando di trattenere un'inevitabile resa all'energia che la circondava.
Arrivarono ad un punto in cui l'energia era così intensa che Sylvia non poteva più resistere. Mentre cercava di ripetere ancora una volta che non sarebbe svenuta, le sue parole si spezzarono. "Non... sven... go..."
Amara era già pronta, sentendo la debolezza di Sylvia crescere. La prese dolcemente mentre le gambe di Sylvia cedettero, e la accompagnò delicatamente a terra.
"Sylvia, sono qui. Ti tengo io," sussurrò Amara, guardandola come l'oggetto più prezioso del mondo.
L'energia di Zanara era travolgente, e Sylvia era completamente avvolta dall'energia della grotta, il suo corpo rilassato nelle braccia di Amara. Amara continuò a guardarla, sentendo una profonda gratitudine per quel momento di intimità e protezione.
L'energia di Zanara era la più forte di tutte, Amara rimase accanto a Sylvia, vegliando su di lei con amore e dedizione, aspettando che si riprendesse, sapendo che ogni volta che Sylvia si rialzava, lo faceva più forte e più sicura di sé.
Sembrava quasi di vederla, quell'energia. Ad ogni respiro, Sylvia sembrava goderne di piacere, con un sorriso che le sfuggiva anche mentre era svenuta. Sospirava dolcemente, e Amara, tenendola stretta, percepiva ogni sensazione che attraversava il corpo di Sylvia, sapendo che stava bene.
Quando finalmente riaprì gli occhi, Amara la baciò delicatamente, senza chiederle nulla. La prese in braccio e la portò fuori dalle grotte.
Sylvia si stiracchiò leggermente, sentendo ancora l'eco dell'energia nelle sue membra. "Non riesco mai a resistere, vero?" disse con un sorriso ironico.
"Non devi resistere," rispose Amara. "Questa energia è parte di te. È naturale che tu la senta così profondamente."
Rimasero lì, sotto l'albero, Sylvia, disse ad Amara, "Questa volta è stata più forte delle altre volte."
Amara confermò con un cenno. "Sì, è vero. Ma forse, se l'energia è così intensa, questa cosa finirà prima."
Sylvia iniziò a sorridere. "Sai, quando poi ci si riprende, si sta alla grande. Mi sento sempre molto meglio di prima, carica di energia."
Sylvia si alzò lentamente e si mise accanto ad Amara mentre camminavano verso casa. "È davvero più forte qui a Zanara, vero?"
"Sì," confermò Amara. "L'energia qui è incredibile. Forse perché è un luogo speciale, con tutti questi misteri e bellezze naturali."
"Chissà quanto durerà questa cosa," rifletté Sylvia. "A volte mi chiedo se avrà mai fine."
Amara la guardò con affetto, mettendole un braccio intorno alle spalle.
Il Codice della Connessione
Rientrarono a casa continuando a discutere, ancora cariche di entusiasmo per le esperienze vissute nelle grotte. Cominciarono a sospettare che Livia si sarebbe fatta vedere solo quando Sylvia fosse riuscita a raggiungere un equilibrio spirituale completo.
Frugando tra gli scaffali, si imbatterono in diversi volumi insoliti. Uno, in particolare, catturò subito l’attenzione di Amara: un libro dalla copertina consumata, intitolato Il Codice della Connessione.
Amara lo prese tra le mani con rispetto. Ricordava un vago accenno a questo testo nel diario di Aisha e Kalki: un libro che non insegnava a combattere, ma a sintonizzarsi con l’energia viva del Quadrante 4.
Sfogliandolo piano, scoprirono che non si trattava di tecniche fisiche. Era una raccolta di pratiche ancestrali: movimenti, respirazioni, gesti simbolici progettati per radicare l’anima nella Terra vivente e intrecciare i canali energetici tra i partecipanti.
Sylvia sfiorò una pagina illustrata che mostrava due figure danzanti, unite da un filo di luce che partiva dalle loro mani intrecciate.
"È come uno yoga primordiale," sussurrò.
"Ma non solo con la Terra," aggiunse Amara, indicando un altro schema. "Anche tra di noi. I canali si connettono. L'energia si moltiplica."
Si sedettero insieme sul tappeto, continuando a sfogliare. Alcune tecniche richiedevano due anime in sintonia: un abbraccio prolungato, una serie di movimenti coordinati, un respiro condiviso.
"Qui," disse Sylvia, mostrando un passaggio, "dice che la fusione dei canali non è solo spirituale: è la base stessa per accedere a Emphatia. Senza connessione, non c'è passaggio."
Compresero allora che la loro permanenza a Zanara non sarebbe stata solo fisica, ma interiore.
Non bastava camminare sui sentieri della luce: bisognava sentirli vibrare dentro, e vibrare insieme.
Mosse da una curiosità nuova e irresistibile, Amara e Sylvia si alzarono, tenendo aperto il libro accanto a loro.
"Proviamo questa," disse Amara, indicando una sequenza semplice: due persone dovevano sedersi l'una di fronte all'altra, mani sulle ginocchia dell'altra, e respirare insieme seguendo il ritmo della Terra.
Sylvia annuì, sistemandosi di fronte ad Amara. I loro occhi si cercarono e si trovarono senza bisogno di parole.
Cominciarono a respirare lentamente, inspirando ed espirando nello stesso tempo. I loro corpi si allinearono naturalmente, senza sforzo. Le mani di Sylvia poggiavano leggere sulle ginocchia di Amara, e viceversa.
All'inizio sentirono solo il calore delle dita, il battito calmo del respiro. Ma presto, qualcosa cambiò. Una corrente sottile, quasi invisibile, cominciò a fluire tra di loro.
Una vibrazione dolce, come la prima nota di una musica che non apparteneva a questo mondo.
Sylvia chiuse gli occhi, lasciandosi andare, sentendo la presenza di Amara dentro di sé come un’eco della propria anima.
Amara sorrise, abbassando le difese, e sentì il respiro di Sylvia diventare il suo.
In quell’istante non c'erano più due corpi, due volontà.
C'era una sola energia. Una sola anima.
Il Quadrante sembrava pulsare intorno a loro, come se la natura stessa riconoscesse quel momento di fusione perfetta.
Quando aprirono gli occhi, non servivano parole. Il sorriso lieve di Sylvia e lo sguardo intenso di Amara raccontavano tutto: erano diventate parte l'una dell'altra, un'unica vibrazione viva che il Quadrante 4 aveva accolto e amplificato.
Si lasciarono cadere fianco a fianco sul tappeto, respirando a lungo quell'energia nuova che le avvolgeva.
Rimasero lì ancora un po', godendo del silenzio pieno e pulsante della casa immersa nel cuore di Zanara.
Quando la notte cominciò a calare, decisero di non uscire.
Cenarono con quello che avevano trovato nella dispensa, parlarono piano, e poi si addormentarono abbracciate, ancora permeate dal senso profondo della loro nuova connessione.
Il mattino dopo, svegliandosi tra i primi raggi dorati filtrati dalle finestre, sentirono un entusiasmo nuovo attraversarle.
"Che ne dici se oggi esploriamo un po'?" propose Sylvia, con un sorriso pieno di energia.
"Mi sembra l'idea perfetta," rispose Amara. "Azar ci aveva indicato un villaggio poco distante, vero?"
Sylvia annuì. "Portiamo con noi anche il Codice della Connessione, potrebbe tornarci utile."
Scegliendo con cura cosa indossare, Amara insistette perché Sylvia optasse per un paio di mutandine bianche, sottili come un soffio, che sapeva essere le sue preferite.
Lei stessa scelse un paio rosse, audaci e provocanti.
"Sicura che non attireremo troppa attenzione?" chiese Sylvia, con un sorriso divertito.
"Sicura che qui nessuno ci farà nemmeno caso," ribatté Amara ridendo.
Uscirono dalla casa a piedi nudi, immerse nella luce calda del mattino.
Dopo aver camminato lungo sentieri avvolti da vegetazione fluttuante e fiori cangianti, davanti a loro si aprì un piccolo villaggio.
Sylvia si fermò ad ammirarlo e, con un sorriso pieno di meraviglia, disse:
"Sembra il Villaggio dei Sogni."
Amara annuì, stringendole la mano. "Perfetto. Direi che il nome è quello giusto."
Il Villaggio dei Sogni
Mentre si avvicinavano al Villaggio dei Sogni, l'atmosfera intorno a loro si fece ancora più magica. Le case erano incantevoli, i giardini ben curati e pieni di fiori dai colori vivaci. Gli abitanti sembravano accoglierle con sorrisi calorosi e sguardi curiosi.
"Sembra un posto incantato," disse Sylvia, guardandosi intorno con meraviglia.
Amara annuì. "Sì, è davvero incredibile. E sai cosa? Penso che ci troveremo benissimo qui."
Mentre attraversavano il villaggio, Amara notò un piccolo locale con una terrazza che dava su un laghetto. "Che ne dici di fermarci lì? Sembra un posto perfetto per rilassarci e osservare il panorama."
Sylvia annuì con entusiasmo. "Ottima idea. E magari possiamo fare nuove amicizie."
Si avvicinarono al locale, e sedettero a un tavolo con vista sul laghetto, immerse in un'atmosfera rilassata e serena. Amara e Sylvia decisero di non pensare a Livia, capendo che se la custode aveva lasciato il Codice della Connessione e le indicazioni sulle grotte, voleva che raggiungessero autonomamente il livello sufficiente.
Il locale iniziò a riempirsi. La maggior parte dei frequentatori erano giovani, alcuni avevano l'età di Sylvia o quella che dimostrava Amara. Non passò molto tempo prima che iniziarono a parlare con alcuni di loro.
"Voi due non siete di qui, vero?" chiese un giovane curioso.
"No, veniamo dal Mondo Cardine," rispose Amara con un sorriso.
Il giovane sgranò gli occhi. "Davvero? Dev'essere un posto affascinante. Com'è?"
Sylvia si unì alla conversazione. "È molto diverso da qui, sicuramente. Ma ogni posto ha la sua bellezza."
In quel momento, una ragazza molto bella e completamente senza vestiti, che sembrava essere la gestrice del locale, si avvicinò al loro tavolo con due calici di sangue.
"Benvenute, spero vi stiate godendo il nostro piccolo angolo di paradiso," disse, porgendo loro i calici.
Amara accettò il suo con gratitudine. "Grazie, è un posto davvero incantevole."
Sylvia prese il calice con un sorriso, ma quando il sangue toccò le sue labbra, una vampata di energia la travolse. Si fermò un attimo, appoggiandosi al tavolo mentre il mondo intorno a lei sembrava girare leggermente.
"Tutto bene?" chiese Amara con un sorrisetto.
"Sì, sì... solo un po'... intenso," rispose Sylvia, riprendendosi rapidamente.
"Sei sicura di stare bene?" chiese uno dei ragazzi presenti.
"Sì, sto benissimo. Succede sempre quando l'energia è particolarmente forte," rispose Sylvia, bevendo un sorso di sangue dal calice.
"Quindi, come sono queste grotte di cui parlavate prima?" chiese un altro giovane.
Amara spiegò: "Le grotte sono luoghi incredibili, pieni di energia. È un'esperienza intensa, ma ci sta aiutando molto."
Una ragazza del gruppo, con occhi vivaci e curiosi, aggiunse: "Dev'essere affascinante. Mi piacerebbe visitarle un giorno."
Sylvia annuì. "Sicuramente. Ma preparatevi, perché l'energia può essere davvero travolgente."
Continuarono a parlare, scambiandosi storie e risate. La ragazza che aveva portato i calici, Naela, si sedette con loro, ascoltando interessata.
Il tempo passava velocemente tra sorrisi, battute e discorsi leggeri. Si sentivano a casa in quel piccolo angolo di mondo, circondate da persone giovani e curiose, pronte ad accoglierle con calore e simpatia.
Amara e Sylvia continuarono a sorseggiare il loro calice di sangue, osservando con curiosità l'ambiente e le persone intorno a loro. I ragazzi del posto sembravano essere perfettamente a loro agio, senza bisogno delle tecniche o delle grotte. Era chiaro che il Quadrante 4 li aveva inizializzati fin dalla nascita, permettendo una crescita graduale e naturale nell'assorbire l'energia. Da quando l'accesso al Quadrante 4 era stato sigillato, dopo la chiusura delle porte di Emphatia, dal 1809, i residenti avevano continuato a svilupparsi armoniosamente.
Una ragazza, che fino a quel momento le aveva osservate con interesse, si avvicinò al loro tavolo con passo sicuro.
I suoi occhi si posarono sul Codice della Connessione tra le mani di Amara, e un lampo di riconoscimento attraversò il suo sguardo.
Un sorriso malizioso le incurvò le labbra.
"Ah, il Codice..." disse con un tono che lasciava intendere più di quanto le parole rivelassero. "Ogni volta che incontro qualcuno che lo conosce, sento il bisogno di provare una delle pratiche."
Amara alzò un sopracciglio, curiosa. "Davvero? Qual è la tua preferita?"
La ragazza si sedette accanto a loro, accavallando le gambe con naturalezza.
"Ce n'è una in particolare che adoro," rispose. "Richiede un tipo di respiro profondo e coordinato, un tocco lieve sui punti energetici. Serve a creare una connessione intensa tra due anime, finché il confine tra loro diventa impercettibile."
Sylvia ridacchiò, intrigata. "Suona interessante. Forse dovremmo provarla, Amara."
Amara annuì, sorridendo. "Potrebbe essere molto interessante. Ma per ora, godiamoci la compagnia... e questo delizioso calice di sangue."
Mentre parlavano, Sylvia notò le mutandine rosse della ragazza, spuntare tra gli abiti leggeri. Erano quasi identiche a quelle di Amara.
Sorrise tra sé e sé. «Belle mutandine», disse con un tono scherzoso.
La ragazza le rivolse un sorriso. «Grazie, le ho trovate in un piccolo negozio qui vicino. Anche le tue sono molto carine.»
Quel piccolo scambio bastò a Sylvia per sentirsi, almeno per un attimo, davvero accolta.
Naela tornò con altri due calici di sangue. «Zanara vi ha adottate», disse.
«Sì», rispose Sylvia. «E forse noi abbiamo adottato lei.»