
Oltre l'Illusione
Cap. 11: Fort Aeternum: l'Enclave di Land's End

L’Arrivo a Fort Aeternum
Dopo un viaggio tranquillo, arrivarono al punto di controllo. Un giovane agente di Land's End, in jeans e giubbotto di jeans, le accolse con un sorriso caloroso, alzando la sbarra per farle entrare.
"Benvenute a Fort Aeternum, io sono Alex," disse l'agente di Land's End. "È un piacere conoscervi."
"Grazie, Alex," rispose Amara, scendendo dalla moto. "È un onore incontrare qualcuno di Land's End di persona."
Milhen scese dall'ambulanza, mantenendo sempre il controllo sulla Frangitrice. Gli altri quattro agenti di Land's End, tutti giovani e sorridenti, si avvicinarono per salutarle. Erano due ragazzi e due ragazze, tutti vestiti in modo informale ma pronti per ogni evenienza.
"Benvenute nel nostro piccolo angolo di paradiso," disse una delle ragazze, stringendo la mano a Sylvia. "Sono Lara. Abbiamo tutto pronto per voi."
"Grazie, Lara," rispose Sylvia, sentendosi immediatamente a suo agio.
Uno degli altri ragazzi, con un sorriso amichevole, aggiunse, "Io sono Tom, e questi sono Jake e Mia. Siamo felici di avervi qui. Venite, vi mostriamo la sala conferenze."
Le vampire seguirono gli agenti all'interno dell'enclave, sentendosi davvero ben accolte. L'atmosfera era calorosa e amichevole, un contrasto netto con il pericolo e la tensione della missione appena conclusa.
"Mi sembra quasi di essere tornata a casa," disse Amara a Sylvia mentre camminavano.
"Sì, è una sensazione incredibile," rispose Sylvia.
Arrivarono alla sala conferenze, dove avrebbero comunicato visivamente con la Resistenza. La Frangitrice, sempre sotto stretto controllo di Milhen, fu sistemata in una stanza sicura.
"Grazie per l'accoglienza," disse Amara rivolgendosi a tutto il gruppo.
"È un piacere aiutarvi," rispose Alex. "Ora, vediamo di capire cosa fare con la nostra ospite."
Tom e Jake raccolsero la Frangitrice, ancora svenuta, e la spogliarono completamente prima di metterla in una cella schermata. A quel punto, potevano anche sbendarla e lasciarla affrontare la situazione. Nonostante la la sua pericolosità, la frangitrice era una ragazza molto bella, ma la sua sorte era segnata. I Frangitori erano pericolosissimi: potevano entrare nella mente delle persone e manipolarle a loro piacimento.
La Sala Conferenze e il Primo Incontro con Kai
Entrarono tutti e otto nella sala conferenze e il monitor si accese, mostrando finalmente il volto della persona con cui Sylvia e Amara avevano comunicato tutto il tempo. L'aspetto era sorprendente: capelli lunghi e trasandati, barba sfatta, ma un sorriso luminoso che trasmetteva un'anima radiosa. Nonostante fosse uno dei capi della Resistenza, parlava con i cinque giovani dell'enclave come se fossero compagni di squadra di calcio, ma le sue parole erano letali.
"Benvenute," disse il capo della Resistenza con un sorriso. "Sono Kai. È un piacere finalmente conoscervi di persona."
"Siamo felici di incontrarti anche noi, Kai," rispose Amara, mentre Sylvia e Milhen annuivano.
Kai spiegò il compito ad Amara: doveva entrare nella cella come nebbia ed estrarre eventuali altre informazioni dalla mente della Frangitrice. Quella cella non era solo una prigione, ma un portale che trasportava direttamente a Land's End. Se lo switch veniva attivato per un membro di Land's End, portava allo Scorsetto Nero; per un prigioniero, alle celle schermate di Land's End. Amara doveva solo verificare che non ci fossero altre informazioni nella mente della Frangitrice, poi ci avrebbero pensato loro.
"D'accordo," disse Amara con determinazione. "Sarò rapida."
Amara nella Cella di Elena, la Frangitrice
Amara si trasformò in nebbia e entrò nella cella. La Frangitrice, nuda e terrorizzata, tremava. Forse avrebbe suscitato pietà in chiunque altro, ma non in Amara, che ricordava bene cosa stava facendo a Milhen. Entrò nella sua mente senza chiedere permesso e trovò alcuni volti e nomi di colleghi Frangitori, oltre al punto dove si trovava il varco. Aveva completato il suo compito.
Tornata alla sua forma di vampira, Amara si posizionò davanti alla Frangitrice, i suoi occhi rossi e i denti aguzzi brillavano minacciosi. "Come ti chiami?" chiese Amara.
La Frangitrice rispose, piangendo, "Elena."
Amara la guardò con freddezza. "Elena, sai che non avranno nessuna pietà per te e per quelli come te, vero?"
Elena, in lacrime, non rispose. Amara uscì dalla cella, tornando alla sua forma umana, e guardò la Frangitrice con un tocco di compassione. Avrebbe voluto aiutarla, ma sapeva che le informazioni nella sua mente avrebbero distrutto il mondo delle anime, il mondo creato da suo padre, Brahma.
"Non possiamo rischiare," mormorò Amara tra sé e sé.
"Ben fatto, Amara," disse Kai dal monitor. "Attiviamo il portale."
Alex premette il pulsante e la Frangitrice fu trasferita a Land's End, dove non sarebbero stati teneri con lei.
"È stato un piacere finalmente incontrarvi," disse Kai con un sorriso. "Avete fatto un lavoro eccellente."
"Grazie, Kai," rispose Sylvia.
L'accoglienza calorosa e i volti sorridenti degli agenti di Land's End fecero sentire Milhen, Amara e Sylvia davvero a casa. Anche in un mondo virtuale, avevano trovato un angolo di speranza e amicizia.
Kai terminò la sua comunicazione dicendo alle tre che potevano fermarsi in una qualunque delle abitazioni disponibili, riservate ai visitatori o agli agenti speciali come loro. "Questa sera festeggeremo e assisteremo all'arrivo della squadra che demolirà il varco," annunciò. "Sarà a breve. Per quanto riguarda la frangitrice sappiamo che con i nostri mezzi potrebbe resistere qualche secondo, in realtà non sembra nemmeno voler opporre resistenza. Probabilmente chiederà un reset."
I cinque agenti di Land's End iniziarono a prepararsi per una serata speciale. Mia e Lara si dedicarono alla cucina, mentre Alex, Tom e Jake si occuparono delle altre necessità. Amara, Sylvia e Milhen si unirono a loro, dando una mano dove potevano.
La cena fu organizzata in una sala adibita a pranzi speciali. L'atmosfera era calda e accogliente, e il cibo delizioso riempiva l'aria di profumi invitanti. La serata era piena di risate, scherzi e un profondo senso di cameratismo.
"Non mi aspettavo una tale accoglienza," disse Milhen con un sorriso mentre aiutava Mia a sistemare i piatti. "Pensavo che la Resistenza fosse più... beh, militare."
Mia rise. "Oh, siamo abbastanza seri quando si tratta di combattere, ma sappiamo anche come divertirci."
Sylvia, osservando l'ambiente, disse ad Amara: "Questo posto mi ricorda un po' casa nostra, ma c'è qualcosa di diverso. Forse è lo spirito delle anime di Land's End."
"Sì," rispose Amara, "c'è una sincerità e una gioia qui che non ho mai visto altrove."
Alex si avvicinò con un bicchiere di vino in mano. "Non siamo molto diversi da voi," disse. "Alla fine, tutti combattiamo per la stessa cosa: un mondo migliore. E a proposito di combattere, Sylvia, Amara, vi ho viste all'opera. Impressionante."
"Grazie, Alex," rispose Amara. "Ma devo dire che la vostra tecnologia e organizzazione sono notevoli. È stato un piacere lavorare con voi."
Sylvia chiamò Alex con un sorriso malizioso, "ho sentito che sei il miglior pilota di droni di tutta Land's End. È vero?"
Alex rise. "Chi te l'ha detto? Jake? Sta solo cercando di farmi sembrare più bravo di quanto sono. Ma sì, me la cavo."
Jake, sentendo la conversazione, intervenne. "Oh, smettila di essere modesto, Alex. Sei un asso e lo sai."
Milhen si unì alla conversazione. "Allora, qual è stata la tua missione più pericolosa, Alex?"
Alex ci pensò un attimo. "Una volta abbiamo dovuto infiltrare una base di Frangitori senza farci notare. Eravamo in inferiorità numerica e armati solo di droni e ingegno. Ma ce l'abbiamo fatta. È stata un'esperienza intensa."
"Sembra incredibile," disse Milhen, ammirata. "Non vedo l'ora di imparare di più da voi."
Lara portò un piatto di dolci al tavolo e si sedette accanto a Sylvia. "Allora, ragazze, come vi è sembrato il nostro piccolo angolo di paradiso?"
"Sinceramente, è stupendo," rispose Sylvia. "La vostra accoglienza, il cibo, tutto. È come essere in famiglia."
"Famiglia è la parola giusta," disse Tom, alzando il bicchiere per un brindisi. "A nuove amicizie e a un futuro migliore!"
"Tutti insieme," aggiunse Amara, alzando il bicchiere.
A un certo punto, Alex si rivolse a Sylvia. "Sai, quando ho sentito per la prima volta delle due vampire ibride, non sapevo cosa aspettarmi. Ma devo dire che siete straordinarie."
"Grazie, Alex," rispose Sylvia. "Ma siamo solo una piccola parte di qualcosa di molto più grande."
"Lo stesso vale per noi," disse Mia. "Ma insieme, possiamo fare la differenza."
La cena stava volgendo al termine, quando il monitor si accese di nuovo e apparve Kai con il suo sorriso affabile. "Mi dispiace interrompere la festa, ma ho delle notizie importanti. La Frangitrice, Elena, ha collaborato senza bisogno di forzature. Ha confermato tutte le informazioni che già possedevamo, inclusa la posizione del varco e ha aggiunto qualche contatto secondario. Vista la sua sincerità il consiglio ha deciso di non ucciderla. Verrà resettata e avrà un'altra possibilità di vivere a Land's End, senza ricordi del suo passato. Probabilmente era stata plagiata."
Mentre le parole di Kai riempivano la stanza, tutti ascoltarono in silenzio. "Ora, annuncio l'arrivo dello squadrone che distruggerà il varco," continuò Kai. "Appariranno sulla pedana dietro di voi. Ecco ci siamo... 3, 2, 1…"
Lo Squadrone Anti-Varco di Land’s End
Un lampo di luce e lo squadrone apparve. Amara e Sylvia si aspettavano una squadra d'élite, ma quello che videro le lasciò senza parole. Un anziano signore con un camice bianco e occhialini, una ragazzina che poteva avere al massimo 13 anni e una donna bellissima, che sembrava una versione di Sylvia o Amara, completavano il trio.
Le due vampire non poterono trattenersi e scoppiarono a ridere. Sylvia, con le lacrime agli occhi, disse: "Mi aspettavo qualcosa tipo lo sbarco in Normandia o almeno i Marines!"
Amara, piegata in due dalle risate, aggiunse: "O la squadra della Wagner! Non questo!"
La risata fu contagiosa, e presto tutti nella stanza stavano ridendo. Anche i tre appena arrivati unirono le loro risate al gruppo, dimostrando una notevole capacità di autoironia.
L'anziano signore con il camice bianco si asciugò una lacrima dall'occhio e disse: "Mi chiamo Professor Hawke, esperto di varchi e... non proprio un Marine, lo ammetto."
La ragazzina alzò la mano e disse con un sorriso furbo: "Io sono Lily, ma mi chiamano 'Il Genio'. E sì, so che sembro giovane, ma fidatevi, so quello che faccio."
La donna bellissima, che sembrava la più combattiva del gruppo, si presentò: "Sono Valeria. Sono qui per assicurarmi che tutto proceda senza intoppi. E sì, posso combattere, se necessario."
Jake, ridendo, commentò: "Bene, almeno uno di voi può combattere!"
Tom, cercando di riprendere fiato dalle risate, disse: "Non mi sarei mai aspettato di vedere un team di distruzione del varco così. Ma se siete qui, significa che siete i migliori nel vostro campo."
"Esattamente," rispose il Professor Hawke con un sorriso. "Non giudicate un libro dalla copertina. Abbiamo distrutto più varchi di quanto possiate immaginare."
Lily aggiunse: "E ci siamo sempre divertiti a farlo. Perché salvare il mondo non deve essere sempre serio."
Amara, ancora sorridendo, si avvicinò a Valeria. "Scusa per aver riso. È solo che la situazione era troppo paradossale."
Valeria rispose con un sorriso comprensivo. "Non preoccuparti. La reazione è comprensibile. Ma ora siamo qui per fare il nostro lavoro."
Kai intervenne di nuovo dal monitor. "Ben detto, Valeria. Ora, procediamo con la missione. La squadra di distruzione ha tutto il necessario per demolire il varco. Noi ci occuperemo di mantenere la situazione sotto controllo qui."
Sylvia, guardando i nuovi arrivati, disse: "Siete pronti per un po' di azione? Perché noi siamo pronti a supportarvi in ogni modo possibile."
"Assolutamente," rispose Lily con entusiasmo. "Non vedo l'ora di vedere questo varco."
La cena continuò in un clima di allegria e cameratismo. Amara, Sylvia e Milhen si sentivano sempre più legate a questi nuovi alleati, condividendo storie, battute e aneddoti. La serata era un perfetto esempio di come diverse forze potessero unirsi per un obiettivo comune.
Alla fine della serata, Kai salutò tutti dal monitor. "È stato un piacere conoscervi finalmente di persona, anche se attraverso uno schermo. Grazie per il vostro lavoro. Ora, distruggiamo quel varco e riportiamo un po' di ordine."
Kai comunicò che l'operazione sarebbe partita l'indomani mattina presto. "C'è una macchina abbastanza normale e poco appariscente, e dovrete prendere quella," disse. "Amara, tu ti unirai al gruppo per le tue evidenti e dimostrate capacità di analisi e sintesi in tempi di reazione brevissimi. E vedrai anche quanto è brava Valeria in questo. Ma le doti di vampira-ibrida le hai tu."
Nella macchina, Amara sarebbe stata alla guida, Valeria al suo fianco, e dietro di loro i veri eroi della distruzione: il vecchio e il genio. Amara insistette per una foto quando sarebbero partiti.
Finirono la cena in allegria, bevendo e scherzando. Amara, sapendo che Sylvia voleva passare la notte con Milhen, si avvicinò a Sylvia e la baciò dolcemente. "Riposa domani," le sussurrò. "La foto la faremo al ritorno."
Milhen e Sylvia andarono in un appartamento, l'anziano e il genio in quello vicino, mentre Amara e Valeria si trovarono attratte l'una dall'altra. Uscirono fuori a passeggiare.
Amara e Valeria
Valeria osservava Amara con curiosità. "Essere una vampira-ibrida deve essere... straordinario," disse. "Non capita spesso di incontrare qualcuno come te."
Amara sorrise, affascinata dall'interesse genuino di Valeria. "È... diverso," ammise. "Hai poteri che ti rendono unica, ma c'è sempre un equilibrio da mantenere. Devi bilanciare la tua natura umana con quella vampirica."
"Mi chiedo come ci si senta," disse Valeria, il suo sguardo fisso su Amara. "Hai mai desiderato di essere solo umana o solo vampira?"
Amara rifletté per un momento. "Ci sono momenti in cui desidero essere normale, senza dovermi preoccupare di nascondere chi sono. Ma poi ci sono momenti come questi, dove posso usare le mie abilità per fare la differenza. Questo mi fa apprezzare chi sono."
Valeria si avvicinò leggermente. "Hai mai avuto problemi a controllare la tua natura vampirica? Voglio dire, non dev'essere facile."
"Non lo è," rispose Amara. "Ma con il tempo, impari a gestirlo. Ci vuole molta disciplina e, soprattutto, un forte senso di sé."
Valeria sembrava incantata. "Sei incredibile, Amara. Davvero. È come se avessi preso il meglio di entrambi i mondi."
Amara sorrise, toccata dalle parole di Valeria. "Grazie. Ma raccontami di te. Come sei diventata una combattente per Land's End?"
Valeria si strinse nelle spalle. "È una lunga storia, ma in breve, volevo fare qualcosa di concreto per il mondo che spero. Ho visto troppo dolore e sofferenza per rimanere a guardare. Land's End mi ha dato la possibilità di combattere per qualcosa di più grande di me."
Amara annuì, apprezzando la passione di Valeria. "È ammirevole. Siamo qui per lo stesso motivo, allora."
La conversazione diventa più personale
Si sedettero su una panchina, sotto un cielo stellato. Valeria fissò le stelle per un momento prima di tornare a guardare Amara. "Sai, non capita spesso di incontrare qualcuno con cui ci si sente così in sintonia in così poco tempo."
Amara sorrise, sentendo lo stesso. "Anch'io la penso così. C'è qualcosa di speciale in te, Valeria."
Valeria arrossì leggermente. "Ti ringrazio. Sai, c'è qualcosa che mi attrae molto nella tua natura di vampira-ibrida. È affascinante e... intenso."
Amara avvicinò una mano al viso di Valeria, accarezzandole dolcemente la guancia. "Anche tu sei speciale. E c'è qualcosa di molto attraente nel tuo coraggio e nella tua forza."
Le loro labbra si avvicinarono lentamente, fino a toccarsi in un bacio dolce e passionale. Si separarono con un sorriso, sentendo entrambe che qualcosa di profondo stava nascendo.
Amara e Valeria si guardarono intensamente, il desiderio e la curiosità reciproca stavano crescendo in ogni sguardo e in ogni parola. Valeria si avvicinò ancora di più, il loro respiro quasi sincronizzato.
"Amara," sussurrò Valeria, "vorresti passare la notte insieme a me?"
Amara sorrise, toccata dalla richiesta. "Mi piacerebbe molto, Valeria."
Si alzarono dalla panchina e, mano nella mano, si diressero verso uno degli appartamenti lasciati liberi. Una volta dentro, la porta si chiuse dietro di loro, isolandole dal mondo esterno. L'atmosfera era intima, la luce soffusa creava un ambiente caldo e accogliente.
Valeria si sedette sul letto, invitando Amara a fare lo stesso. Amara la guardò con occhi che brillavano di emozione. Valeria si sporse verso Amara, le loro labbra si sfiorarono in un bacio dolce ma carico di passione. "Amara," mormorò Valeria tra un bacio e l'altro, "ho sempre sognato di... di essere morsa da un vampiro. Di sentire quella connessione profonda e intensa."
Amara la guardò con sorpresa e desiderio. "Sai cosa comporta, vero? Se ti mordessi, quasi certamente perderesti i sensi."
Valeria sorrise, toccando delicatamente il viso di Amara. "Lo so, ma è un rischio che sono disposta a correre. E poi, svenire tra le braccia della vampira più bella del mondo... sarebbe un'esperienza unica."
Amara scosse la testa, sorridendo. "Sei incredibile, Valeria. Ma dobbiamo essere al massimo delle forze per domani. La missione è troppo importante. Però, ti prometto che lo farò al termine della missione. Sarà la nostra celebrazione."
Si baciarono di nuovo, questa volta più intensamente, le mani di Valeria che cominciavano a slacciarsi i vestiti. Amara la fermò dolcemente, guardandola con desiderio e affetto. "Sei sicura di voler aspettare?" chiese Amara.
Valeria sospirò, visibilmente combattuta. "Sì, è giusto essere riposate per domani. Ma promettimi che lo faremo."
Amara le accarezzò il viso, baciandola dolcemente. "Te lo prometto. E sarà un momento indimenticabile."
Valeria sorrise, rilassandosi tra le braccia di Amara. "Non vedo l'ora Amara. E sono felice di essere qui con te."
Si distesero sul letto, abbracciate, continuando a baciarsi dolcemente. Le mani di Amara accarezzavano delicatamente il corpo di Valeria, creando un'atmosfera di intimità e affetto. Si addormentarono così, promesse e desideri ancora freschi nelle loro menti. Il silenzio della notte avvolgeva l'appartamento, Amara e Valeria sognavano già il momento in cui avrebbero potuto finalmente condividere quell'esperienza unica.
Sylvia e Milhen
Mentre Sylvia e Milhen si incamminavano verso la loro casa, Milhen non poté fare a meno di iniziare un discorso che le frullava nella testa da un po'. "Sylvia, posso chiederti una cosa?"
"Certamente, amore. Cosa c'è che ti preoccupa?" rispose Sylvia, stringendo leggermente la mano di Milhen.
"È riguardo a te e Amara. Sembrate così unite, quasi come se foste una sola persona. Eppure, lei sembra contenta che noi due stiamo insieme. È una cosa bella, ma difficile da capire," confessò Milhen, cercando di dare voce ai suoi sentimenti.
Sylvia sorrise dolcemente. "Capisco che possa sembrare strano, ma la nostra unione è diversa. Amara e io siamo legate in un modo unico, non solo come amiche ma come anime gemelle. La felicità di una è la felicità dell'altra. Non vediamo il nostro rapporto come una catena che ci lega l'una all'altra, ma come una forza che ci spinge a esplorare, crescere e apprendere. Amara sa che io sono felice con te, e questo la rende felice. Nulla potrà mai intaccare il nostro legame."
Milhen rifletté su queste parole, trovando difficile comprendere appieno quel tipo di rapporto. "Quindi, stasera Amara sarà con Valeria. Sei davvero tranquilla riguardo a questo?"
"Sì," rispose Sylvia con sincerità. "Spero sinceramente che tra loro vada tutto bene. So che può sembrare complicato, ma è una parte del nostro essere. Amara e io siamo inscindibili, ma ciò non toglie che io ti amo profondamente, Milhen. Il mio cuore ha spazio per entrambe, in modi diversi ma ugualmente intensi."
Milhen annuì lentamente, ancora un po' confusa ma decisa a imparare. "Forse devo solo abituarmi. Non è facile."
Sylvia le sorrise ancora, un sorriso che irradiava calore e amore. "Stanotte è solo per noi, Milhen. Come lo è anche per Amara e Valeria."
Il sorriso di Milhen si fece più sereno, sebbene un'ombra di incertezza ancora albergasse in lei. Ma sapeva che Sylvia era sincera. Quella sera era solo per loro due.
Arrivate a casa, Sylvia si avvicinò a Milhen e le diede un bacio leggero, che rapidamente si trasformò in un bacio profondo e appassionato. Milhen si sentì sciogliere tra le braccia di Sylvia, ogni dubbio e insicurezza dissolti dal calore del suo tocco.
La notte proseguì in un vortice di baci, carezze e parole dolci. Si amarono appassionatamente, dimenticando tutto il resto, perse l'una nell'altra.
All'alba, mentre il sole sorgeva lentamente all'orizzonte, Sylvia e Milhen erano ancora abbracciate, Sylvia si girò verso Milhen, accarezzandole i capelli. "Sembra che io e te abbiamo una giornata tranquilla oggi."
Milhen annuì, sorridendo. "Sì, godiamocela, non penso che ce ne saranno molte altre."
Amara e Valeria erano in piedi nella stanza, il sole del mattino filtrava attraverso le tende, illuminando i loro corpi in modo morbido e sensuale. Valeria, con un perizoma nero, sorseggiava il caffè accanto ad Amara, che indossava una lingerie rossa molto sexy.
"È stata dura fermarsi questa notte," disse Valeria con un sorriso malizioso, fissando Amara con occhi pieni di desiderio. "Avrei desiderato sentire i tuoi denti nel mio collo più di ogni altra cosa."
Amara sorrise, il suo sguardo dolce ma consapevole della tensione tra loro. "Lo so, Valeria. Anche io ho avuto la stessa tentazione. Ma oggi richiede concentrazione."
Valeria annuì, poi avvicinò il suo corpo a quello di Amara, le loro pelle si sfioravano leggermente. "La concentrazione è la cosa più difficile in questo momento," ammise, con un tono di voce più basso e intimo. "Vorrei almeno che tu provassi a spiegarmi cosa si prova. Se lo hai mai provato da umana."
Amara chiuse gli occhi per un momento, ricordando. "Sì, l'ho provato. È stato molto tempo fa, ma il ricordo è ancora vivido. Quando ero umana, il morso di un vampiro è stata un'esperienza sconvolgente. C'era dolore, sì, ma anche un piacere profondo e travolgente. Era come se tutto il mio corpo fosse in fiamme, ogni nervo in tensione, ma allo stesso tempo una sensazione di abbandono totale, di resa."
Valeria ascoltava attentamente, il suo respiro si faceva più pesante. "Raccontami di più. Voglio sapere ogni dettaglio."
Amara aprì gli occhi, guardandola intensamente. "Il dolore iniziale è come un pungiglione, un colpo improvviso che ti paralizza. Ma poi, man mano che il sangue viene risucchiato, si diffonde un calore che parte dal collo e si irradia in tutto il corpo. È come un'ondata di piacere che cresce, ogni secondo più intensa, fino a quando non c'è altro che quel piacere. È un'esperienza quasi orgasmica."
Valeria tremava leggermente, eccitata dalle parole di Amara. "E poi?"
"E poi arriva l'abbandono totale. Ti senti debole, ma al sicuro. C'è una strana intimità nel morso, una connessione profonda tra chi morde e chi viene morso. È come se i nostri spiriti si fondessero per un momento. È qualcosa di molto potente e personale."
Valeria si avvicinò ancora di più, le labbra quasi a sfiorare quelle di Amara. "Promettimi che alla fine della missione me lo farai provare. Voglio sentire tutto quello che hai descritto."
Amara sorrise dolcemente e le accarezzò il viso. "Te lo prometto, Valeria. Alla fine della missione, ti farò provare tutto questo. Ma dobbiamo essere pronte per oggi."
Valeria sospirò, ma annuì. "Hai ragione. Oggi dobbiamo essere concentrate. Ma non vedo l'ora che arrivi quel momento."
Le due si baciarono, un bacio lungo e appassionato, carico di promesse e desideri. Poi si prepararono per la missione. Amara indossò il suo abbigliamento da missione: pantaloni neri aderenti, una maglietta scura e la giacca di pelle che portava sempre. Valeria optò per un paio di jeans, una maglietta nera e un giubbotto, entrambe con la pistola a portata di mano.
"Sei pronta?" chiese Amara, fissando Valeria con uno sguardo determinato.
"Pronta," rispose Valeria, il viso serio ma con una scintilla di eccitazione negli occhi.
L’Annientamento del Varco
Amara e Valeria scesero in strada dove trovarono Alex, che aveva già portato l'auto per loro. Poco dopo, il Professor Hawke arrivò insieme a Lily, il primo sempre con il suo inseparabile tablet in mano, mentre Lily non portava assolutamente niente con sé. I due stavano scherzando tra di loro, ridendo e parlando in modo rilassato.
Valeria, osservandoli, disse ad Amara: "Quei due sono la miglior squadra antivarco esistente. Sanno creare le condizioni per far sbarellare chiunque."
Amara, un po' timidamente, chiese: "Ma pensavo che per far saltare un varco ci volesse dell'esplosivo, o una bomba... magari un'esplosione nucleare?"
Valeria sorrise e rispose: "Sì, così il varco diventerebbe cento volte più grande! È solo una questione di energia. Un certo tipo di energia crea dell'antimateria che riduce gli spazi e crea qualcosa di simile a un buco nero. Con certi programmi, i demoni sono riusciti a canalizzare quest'uscita sul Q4. Lily e il Professor Hawke devono chiudere questo spazio creato, ma la soluzione è informatica. Devono creare un algoritmo che va in loop finché tutti i tessuti di materia non siano ricostruiti. Io non devo fare niente, solo ammazzare chiunque si avvicini."
Lo disse sorridendo, ma era chiaro che era un compito che aveva eseguito molte volte prima.
Il Professor Hawke e Lily si avvicinarono. Hawke, con il suo solito entusiasmo, disse: "Pronti per l'azione, ragazze? Non c'è niente di più elettrizzante che chiudere un varco creato dai demoni!"
Lily aggiunse, con un sorriso malizioso: "E non c'è nessuno che lo faccia meglio di noi."
Amara e Valeria salirono in auto, con Amara alla guida, Valeria al suo fianco e il Professor Hawke e Lily seduti dietro. Durante il viaggio, Amara chiese: "Professore, come funziona esattamente questo algoritmo?"
Hawke rispose con entusiasmo: "Ah, è semplice! In teoria, dobbiamo creare un loop che ricostruisca tutti i tessuti di materia che sono stati destabilizzati. L'algoritmo deve trovare il punto debole del varco e invertire il processo di creazione."
Lily intervenne: "Ecco perché sono qui. Devo monitorare ogni singolo dato che il Professore inserisce e assicurarmi che l'algoritmo non vada fuori controllo."
Valeria aggiunse: "E io devo solo tenere a bada eventuali intrusi. Non preoccuparti, Amara, è più semplice di quanto sembri."
Arrivarono al sito indicato, un'area isolata e desolata. Amara parcheggiò l'auto e tutti scesero. Davanti a loro si estendeva una scalinata che scendeva in una grotta oscura. Con torce in mano, iniziarono la discesa.
"Non pensavo che saremmo finiti in una grotta," disse Amara, osservando le pareti di roccia intorno a loro.
"È il posto ideale per un varco," spiegò Valeria. "Isolato, nascosto e difficile da raggiungere."
Dopo un lungo cammino, giunsero davanti a un foro che sembrava proprio un buco nero. Era un'apertura nel nulla, un vuoto che sembrava risucchiare tutto intorno a sé. Guardando attentamente, si potevano scorgere forme informi, ma niente di concreto. In fondo, si vedeva un'uscita verso il Q4.
"È davvero impressionante," mormorò Amara.
Hawke aprì il tablet e iniziò a digitare furiosamente. "Questo è il nostro obiettivo. Dobbiamo chiudere questo varco prima che diventi ancora più pericoloso."
Lily, osservando il foro, disse: "Non possiamo permettere che qualcosa del genere rimanga aperto. La quantità di energia che scorre attraverso è immensa."
Valeria osservava attentamente i dintorni, pronta a intervenire in caso di necessità. "Siamo pronti. Professor, Lily, fate quello che dovete fare."
Mentre il Professor Hawke continuava a lavorare sul tablet, Lily monitorava i dati. "Sta funzionando," disse. "L'algoritmo sta iniziando a invertire il processo. Dobbiamo solo mantenere la concentrazione."
Sapevano che il processo di chiusura del varco non sarebbe stato veloce; ci sarebbe voluto del tempo prima che il programma riuscisse a ricostruire la materia invertendo i dati estratti dall'antimateria. Più tempo ci mettevano, più diventava pericoloso, poiché aumentava la possibilità di segnalazioni di intrusi ai demoni. Fortunatamente, Lily era specializzata a schermare queste segnalazioni, permettendo alla squadra di lavorare con una certa tranquillità.
I Demoni al Varco
Tuttavia, la sfortuna volle che un gruppo di quattro individui – due demoni e due frangitori – stesse scendendo il sentiero che portava al varco per un'operazione di controllo.
Il loro sistema di rilevazione segnalò la presenza di intrusi. Osservando le telecamere, i demoni scorsero un vecchio, una bambina e due belle ragazze. Risero tra loro, convinti che sarebbe stato divertente neutralizzare il vecchio e la bambina per poi “occuparsi” delle fanciulle indifese.
Amara e Valeria erano di guardia all’ingresso del varco. I demoni avevano il fattore sorpresa dalla loro parte. Prima di attaccare le due donne, volevano neutralizzare il vecchio e la bambina per non avere fastidi.
La chiusura del varco era questione di pochi minuti.
Uno dei demoni creò un diversivo sul lato opposto. Amara e Valeria lo notarono immediatamente.
"Vado io," disse Valeria. "Tu resta a controllare che nessuno oltrepassi la soglia."
Amara annuì, seppure con un filo di esitazione, mentre Valeria si lanciava verso il punto di disturbo. Ma l’altro demone approfittò della situazione e si mosse a sua volta, costringendo Amara a intervenire.
La scena precipitò: i due demoni si avvicinarono a passo sicuro, attirando le due donne, convinti di avere la meglio.
Con Amara e Valeria ora impegnate con i demoni, la strada verso il varco rimase temporaneamente sguarnita.
I frangitori colsero subito l’occasione e iniziarono ad avanzare verso il vecchio e la bambina come predatori che sentono l’odore del sangue.
Meno di un minuto separava quel varco dalla chiusura definitiva, quando Lily si accorse del movimento sospetto. I due frangitori erano ormai a venti metri.
"Professore…" sussurrò. Poi si alzò in piedi e attivò l’intercom.
"Valeria, muoviti. I frangitori si stanno avvicinando al varco."
Il messaggio fu immediato, ricevuto da entrambe.
Amara e Valeria si bloccarono per un istante: davanti a loro, i due demoni li attendevano con un ghigno sul volto.
"Vai tu," disse Amara a Valeria. "Pensa ai frangitori. Io finisco questi due. Tra un minuto sono da te."
Valeria annuì e corse verso il punto critico, mentre Amara si voltava con calma verso i demoni.
Quello fu il momento che capirono il loro errore: era il momento in cui la riconobbero. E capirono subito che il loro tempo terminava adesso.
Con un gesto secco e silenzioso, Amara liberò la sua energia.
I due corpi si dissolsero in polvere nera, polverizzati in un istante.
Intanto, Valeria aveva già raggiunto una posizione strategica: i frangitori erano a pochi passi da Lily e dal professor Hawke.
Anche loro, come i demoni, avevano il ghigno stampato in faccia.
Ma Valeria non li avvertì.
Due spari netti, precisi.
Le pallottole centrarono entrambi alla testa, togliendo loro anche il tempo di capire da dove provenisse il colpo.
Quando Amara arrivò, Valeria era già accovacciata accanto ai cadaveri, spingendo da parte uno dei corpi.
"Tutto ok qui?" chiese Amara.
Valeria si voltò. "Pulito. Se vuoi un po’ di sangue..."
Amara ci pensò un attimo, poi fece una smorfia. "No, grazie. Non mi nutro di quella spazzatura."
Si voltarono verso i due tecnici, che stavano raccogliendo le ultime apparecchiature come se niente fosse successo.
"Nessun problema?" chiese Amara.
"Nessuno," rispose Lily con un sorriso soddisfatto. "Tutto sotto controllo."
Poi prese il cellulare e compose un numero.
"Ciao Kay," disse. "Tutto a posto. Il Q4 è al sicuro."
Saliti in macchina, il gruppo iniziò il viaggio di ritorno. Amara, ripensando a quando aveva riso dei due geni, dovette ricredersi.
Valeria guardò Amara e disse: "Devo ammettere, sei stata incredibile là dentro."
Amara sorrise, rispondendo: "Anche tu non sei stata da meno."
Mentre l'auto si allontanava, il sole cominciava a tramontare, segno che un'altra giornata di battaglie e vittorie era giunta al termine.
Dopo aver risolto tutto era giusto festeggiare e così fecero, alla grande. Azionarono il sistema di sicurezza automatico che blindava l'enclave di Land's End, preparandosi per un banchetto eccezionale. Avevano chiuso con facilità il varco più complesso creato dagli ingegneri di Cronos e Zadkiel, riuscendo a scalfire l'opera di Brahma. E allora, la festa cominciò.
La Festa a Fort Aeternum
Il sole era appena calato quando iniziarono a riunirsi nella grande sala, illuminata da luci soffuse e calde. Tavoli imbanditi di cibo e bevande occupavano il centro, mentre risate e chiacchiere riempivano l'aria. L'alcol scorreva abbondante, e tutti erano pronti a lasciarsi andare dopo la tensione della missione.
Amara e Sylvia erano sedute vicine, sorseggiando vino. Amara, divertita, stava raccontando l’ottimo lavoro svolto al varco.
Lily si avvicinò con un sorriso malizioso e consegnò loro una bottiglia di sangue — un dono speciale da parte di Land's End, riservato solo a loro due.
Alla vista della bottiglia, Sylvia svenne con grazia teatrale, scivolando tra le braccia di Amara.
"Succede sempre così quando vede il sangue all’improvviso," commentò Amara sorridendo. "È la sua parte umana. Tra dieci secondi si rialza come se nulla fosse."
Milhen si avvicinò con un sorrisetto: "Sylvia, tutto ok?"
Sylvia aprì un occhio, poi l’altro, e sorrise: "Sì, sì… solo sorpresa."
Amara lasciò Milhen con Sylvia e dedicò il suo tempo a stare vicino a Valeria. La festa continuava, con tutti che parlavano, e scherzavano. Alex, il giovane leader, si alzò in piedi, sollevando il calice.
"Perché tutti i demoni possano trovare la loro disfatta e distruzione!" gridò, e la sala si zittì. "Perché la luce di Emphatia possa risplendere su tutti i quadranti del metaverso! Per tutte le figlie di Brahma che combattono con noi, per Salem e Land's End, perché giorni come questo possano riempire il futuro delle nostre vite."
Fece una pausa, lasciando che le sue parole risuonassero nella sala. Poi gridò ancora più forte: "Per Emphatia!"
Subito dopo, un "Urrah!" risuonò per tutta l'enclave, un grido di unità e speranza che faceva vibrare le mura.
L'atmosfera era carica di energia e senso di comunità. Tutti si sentivano parte di qualcosa di più grande, una lotta comune contro le forze oscure che minacciavano il loro mondo.
La serata continuò tra canti e racconti, le ore passavano veloci, ma il senso di appartenenza cresceva. Sapevano di aver fatto qualcosa di importante, di aver contribuito a una causa che andava oltre di loro stessi.
Alla fine della serata, quando il sole cominciava a sorgere, Alex si alzò di nuovo in piedi, sollevando il calice. "Per Emphatia!" gridò ancora una volta.
E tutti risposero in coro, con un urlo che risuonò potente e vibrante: "Per Emphatia!"
Alla fine della festa, il monitor si accese e apparve Kay. Si era fatto la barba, ma aveva ancora un aspetto trasandato. Tuttavia, il suo sorriso era ampio e genuino. Con tono caloroso, si complimentò con tutti senza evidenziare nessuno in particolare.
"Davvero un ottimo lavoro, ragazzi," disse Kay. "Siete stati incredibili. Tuttavia, devo informarvi che la missione non è ancora finita. Domani, Lily, il Professor Hawke e Valeria potranno tornare a Land's End tramite il portale dell'enclave. Ma per Sylvia, Milhen e Amara c'è ancora da fare."
Amara e Sylvia si scambiarono uno sguardo preoccupato. Kay proseguì: "Milhen ha ancora bisogno di protezione. Non possiamo farla venire a Land's End finché non siamo sicuri che nella sua mente non ci siano programmi dormienti pronti ad attivarsi nel cuore della resistenza. Una cosa del genere potrebbe segnare la fine di tutto. Milhen deve andare al Dark Sanctuary per essere purificata. In pratica, dovrà essere scannerizzata. Per lei, il Dark Sanctuary è come un potente antivirus."
Kay ringraziò nuovamente tutti e salutò. "Domani pomeriggio mi collegherò per dare ulteriori istruzioni a Sylvia, Milhen e Amara. Buonanotte a tutti."
Il monitor si spense, lasciando un silenzio pesante nella stanza. Valeria guardò Amara, i suoi occhi pieni di tristezza. Amara sentiva lo stesso peso nel cuore. Non aveva ancora esaudito il desiderio di Valeria, e il pensiero di doversi separare il giorno dopo era straziante.
"Non è giusto," mormorò Valeria, con la voce rotta dall'emozione. "Abbiamo ancora questa notte, ma poi... ci dovremo lasciare."
Amara la abbracciò stretta. "Lo so, Valeria. Ma faremo in modo che questa notte sia indimenticabile. Esaudirò il tuo desiderio."
Sylvia, vedendo la tristezza di Amara, si avvicinò. "Ricordi come mi sentivo quando pensavo di dover lasciare Milhen?" disse Sylvia. "Era lo stesso dolore che senti tu ora. E guarda come è andata a finire: Milhen è qui con me."
Amara annuì, il ricordo di quel momento le dava speranza. Sylvia continuò, con un sorriso rassicurante: "Vedrai, succederà qualcosa. Le cose si sistemeranno."
Amara le sorrise e la baciò. "Grazie, Sylvia."
Quella notte, mentre tutti si preparavano per andare a dormire, Amara e Valeria rimasero insieme, decise a vivere ogni istante intensamente. Si baciarono, condivisero sguardi e parole cariche di sentimento. Il desiderio che ardeva tra di loro era palpabile, ma c'era anche un'ombra di malinconia per l'inevitabile separazione che le attendeva.
"Non voglio perderti," disse Valeria, con la voce tremante.
"Non mi perderai," rispose Amara, cercando di infonderle coraggio. "Questa notte è nostra."
La Notte di Amara e Valeria
Amara e Valeria salirono in camera con un senso di urgenza, consapevoli che ogni istante era prezioso. Senza esitazione, si spogliarono rimanendo solo con un perizoma nero addosso. La loro bellezza era mozzafiato, e l'intensità del momento rendeva tutto ancora più vivido.
Valeria, cercando di allontanare i pensieri della separazione imminente, si avvicinò ad Amara. I suoi occhi brillavano di desiderio e amore. "Ti amo, Amara," sussurrò, avvicinando le labbra alle sue. "Voglio tutto di te, e abbiamo solo stasera. Fammi vedere la vampira. Mordimi."
Amara la guardò, il cuore accelerato. "Valeria, sverrai," disse con una voce rotta dall'emozione. "Succede a chiunque."
Valeria sorrise, i suoi occhi fissi su quelli di Amara. "Beh, prima o poi dovrà succedere anche a me di svenire," rispose, la voce un misto di sfida e desiderio. "Voglio che tu sia la prima a vederlo, la causa e l'effetto. Voglio svenire tra le tue braccia, e voglio che siano le tue braccia a sorreggermi. Vampira, affonda i tuoi denti."
Chiuse gli occhi e sussurrò l'ultima frase con una sensualità disarmante. L'eccitazione di Amara raggiunse il culmine. La vampira dentro di lei non poteva più essere trattenuta. Con un ringhio sommesso, affondò i denti nel collo di Valeria. Il sangue sgorgò, caldo e dolce, e Amara bevve con avidità.
Valeria sussultò, un gemito di piacere misto a dolore sfuggì dalle sue labbra. La sensazione era travolgente, un misto di estasi e debolezza. Lentamente, il mondo intorno a lei si fece oscuro, e svenne tra le braccia di Amara, il corpo morbido e abbandonato contro di lei.
Amara la tenne stretta, il battito del suo cuore rallentava mentre si dissetava. Sollevò Valeria delicatamente e la adagiò sul letto, accarezzando il suo viso pallido. La guardò con tenerezza, il sangue di Valeria ancora sulle sue labbra.
Restò accanto a lei, vegliando sul suo sonno. Ogni tanto, Amara si chinava a sfiorarle le labbra con le sue, desiderando ardentemente che Valeria si risvegliasse. Il tempo passava, lento e inesorabile, e Amara continuava a vegliare.
Quando Valeria finalmente si risvegliò, i suoi occhi incontrarono quelli di Amara. Un sorriso stanco ma felice si formò sulle sue labbra.
Valeria si sollevò a sedere, avvicinandosi ad Amara. "È stato... meraviglioso," disse, baciandola con passione. "Non ho mai provato nulla di simile."
La notte continuò con loro due avvinghiate, la passione e l'amore tra di loro alimentati dalla consapevolezza del poco tempo che avevano insieme. Ogni tocco, ogni bacio, era carico di una intensità che rendeva ogni momento unico e prezioso.
Alla fine, crollarono esauste tra le braccia l'una dell'altra, il respiro sincronizzato e i cuori in pace. Amara sapeva che la mattina avrebbe portato la separazione, ma in quel momento tutto ciò che importava era l'amore che condividevano.
E mentre l'alba iniziava a rischiarare il cielo, Amara si addormentò con un sorriso. Quella notte sarebbe stata loro per sempre.
Quando Valeria si svegliò, trovò Amara già in piedi che indossava ancora solo quel perizoma nero. Valeria si alzò e le si avvicinò, cercando conferme. "Non ho sognato, vero?" chiese con una voce carica di ansia e desiderio.
Amara le sorrise, un sorriso enigmatico, e la baciò dolcemente, ma non rispose subito. Sentiva che Valeria aveva bisogno di esprimere i suoi pensieri.
"Perché ricordo che ero tra le tue braccia..." continuò Valeria, cercando di ricostruire i ricordi confusi della notte precedente.
"Sì..." mormorò Amara, la sua voce morbida e rassicurante.
"E poi ricordo i tuoi occhi rossi, come il fuoco. Tutto è così annebbiato... Ho visto il tuo sguardo, era feroce, i tuoi denti lunghi e aguzzi, il piacere, il dolore..."
"Sì..." ripeté Amara, il suo tono sempre più sensuale, avvolgendo Valeria con la sua presenza.
"È stato magnifico, era un sogno, vero...? Sono svenuta forse?"
Amara continuava a dire "Sì", ma ogni volta con un'intensità crescente, le sue mani che accarezzavano delicatamente il corpo di Valeria.
"Se sono svenuta, allora ho sognato tutto. Non può essere vero quello che ho vissuto," disse Valeria, cercando una logica in mezzo alla magia della notte.
Amara la baciò di nuovo, questa volta con una passione che lasciava senza fiato, e le raccontò tutto. "Non era un sogno, Valeria. Era reale. Hai sentito il mio morso, il piacere e il dolore, e sì, sei svenuta tra le mie braccia. Ho bevuto il tuo sangue, e in quel momento, eravamo una cosa sola. Il tuo corpo ha ceduto, ma la tua anima è rimasta con me."
Valeria rimase in silenzio, assorbendo ogni parola, i ricordi che tornavano vividi nella sua mente. "È stato... incredibile," disse finalmente, gli occhi pieni di meraviglia e adorazione.
"Sì, lo è stato," rispose Amara, accarezzandole il viso. "E ora, anche se dobbiamo separarci, sappi che porterò sempre con me questo momento. E quando ci rincontreremo, sarà ancora più speciale."
Si abbracciarono molto forte, lasciando che il momento parlasse per loro.
Dopo si vestirono, Amara nel suo abbigliamento da missione e Valeria in jeans, maglietta nera e giubbotto nero, entrambe con la pistola al fianco.
Valeria, con il cuore pesante, scese in strada e incontrò il Professor Hawke e Lily, sempre sorridenti e con qualche idea geniale nella testa. Si stavano dirigendo verso l'edificio dove la sera prima era stata organizzata la magnifica festa e dove si trovava la pedana, il portale per Land's End. Amara entrò con Valeria, mentre Sylvia era già dentro, di fronte al monitor, stava parlando con Kay. Sylvia interruppe la conversazione quando il Professor Hawke, Lily, Valeria, Amara e Alex entrarono nell'edificio.
I tre che dovevano partire per Land's End salirono sulla pedana, ma proprio in quel momento Kay ordinò a Valeria di non partire.