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Oltre l'Illusione

Cap. 19: Sylvia e Aisha

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Il Dialogo sulla Natura di Sylvia

Il pomeriggio si trasformò lentamente in sera, e il peso del non poter uscire si fece sentire. Per Sylvia, il rischio di incontrare qualcuno e affrontare un'altra crisi era troppo alto. La sua autostima era al minimo, ma le parole di Aisha aveva davvero piantato un seme di speranza.

Aisha, rimanendo in perizoma, si avvicinò a Sylvia e iniziò a spogliarla con delicatezza. Sylvia si lasciava fare, passiva, ma con una certa riluttanza. Le faceva piacere, ma le era difficile dimostrarlo.

"Sylvia, ti prendo un po' di sangue e io mi bevo un bicchiere di vino," disse Aisha con un sorriso. Il sangue offerto in quel modo non faceva svenire Sylvia, che lo accettò volentieri. Sapeva che il sangue le dava moltissima energia.

Sedettero per terra, Aisha volle che Sylvia le spiegasse meglio la sua natura umana, com'era prima di diventare vampira e cosa ne era rimasto ora.

"Sylvia, voglio capire meglio. Raccontami di te, di com'eri prima di diventare vampira," disse Aisha, guardandola negli occhi.

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Sylvia prese un respiro profondo e cominciò a parlare. "Da umana, ero sempre stata estremamente sensibile. Avevo una forte empatia, riuscivo a percepire le emozioni delle persone intorno a me in modo molto intenso. Se incrociavo una persona con un'energia particolarmente negativa, potevo svenire. Anche le emozioni forti erano letali per me."

Aisha annuì, ascoltando attentamente. "E gli spettri? Ne hai parlato prima."

"Sì," continuò Sylvia. "Gli spettri erano una parte costante della mia vita. Se andavo in un cimitero, per me era come un centro cittadino. Vedevo spettri ovunque e spesso svenivo al primo incontro. Ma una volta ripresa, potevo parlare con loro e di solito li aiutavo. Il mio lavoro, e questo ti farà sorridere, era simile a quello di Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo. Entravo nei luoghi infestati e capivo se erano infestati o meno svenendo."

Aisha sorrise leggermente. "E ora, da vampira, hai mantenuto queste caratteristiche?"

"Sì, sono ancora qui," rispose Sylvia. "Se vedo del sangue all'improvviso, svengo. Ma se ne sono preparata, posso gestirlo. E tutte quelle sensibilità che avevo da umana le ho ancora. Mi piace ancora il panino col salame, anche se il sangue è il sangue..."

Aisha rifletté su quanto detto. "Quindi, la tua natura umana si è fusa con quella vampira, mantenendo la tua sensibilità ed empatia."

"Sì, esatto," confermò Sylvia. "E penso che sia proprio questo il problema. La mia parte umana reagisce prima, svenendo o percependo le energie in modo troppo intenso. Solo dopo interviene la parte vampira."

Aisha annuì, contemplando la situazione. "C'è qualcosa che mi sfugge, ma sono sicura che una volta che avrai metabolizzato il dono, sarai la più potente di tutte noi."

Sylvia sorrise, sentendo la fiducia di Aisha. "Grazie, Aisha. Le tue parole mi fanno sentire meglio."

Aisha le accarezzò il viso, guardandola con affetto. "Niente succede per caso. Sei una scintilla, una figlia di Brahma. C'è un motivo se stai attraversando tutto questo."

Sylvia annuì, sentendo un piccolo barlume di speranza crescere dentro di lei. "Lo so, Aisha. E farò del mio meglio per non deluderti."

"Non puoi deludermi," rispose Aisha con un sorriso caldo. "Sei forte, Sylvia. E ce la faremo, insieme."

"E poi sai una cosa, Sylvia?" proseguì Aisha con un sorriso malizioso. "Da svenuta sei bellissima. Non che da sveglia non lo sia, ma da svenuta, per una che ti conosce come me, che ha visto la tua forza... beh, vederti in quel modo è eccitante. Mi viene voglia di accarezzarti, baciarti..."

"Beh, se vuoi posso svenire facilmente," scherzò Sylvia. Era esattamente ciò che Aisha voleva: l'autoironia, il prendersi in giro, scherzare sulle proprie debolezze per esorcizzarle e trasformarle in punti di forza.

"Guarda un po'," disse Sylvia e si mise in una posa da svenuta, estremamente sexy.

"Mmm," disse Aisha, "mi fai impazzire..."

Sylvia sorrise, ma Aisha voleva farla ridere. "Se fai così, mi avrai completamente in tuo potere."

"Se svengo?" chiese Sylvia.

"Sì," rispose Aisha, ridendo.

Sylvia sorrise e si alzò, diede una mano ad Aisha e la tirò su. "Allora guarda," disse Sylvia e simulò uno svenimento teatrale, degno della migliore tradizione. Aisha la prese al volo.

"Se fossi una vampira, avrei già gli occhi di fuoco e i denti a coltello," disse Aisha con un sorriso.

Poi Aisha pensò a qualcosa di forse importante. "Sylvia, hai bevuto un po' del mio sangue, giusto? Era tanto o poco?"

"Poco," rispose Sylvia. "Non volevo farti stare male."

Aisha rise. "Ma scherzi? Sono stata divinamente. Ma penso una cosa: domani, prima di provare ad andare in paese, ti bevi un po' di me... e vediamo che succede." Sylvia rispose: "Succede che svieni tu."

Aisha rispose con un sorriso: "Pazienza, ma dopo vediamo se quel poco di me dentro di te in qualche modo ti può aiutare. Tutto sommato potrebbe avere un senso." "Va bene," disse Sylvia. " Domani proviamo."

La notte calò su di loro, e mentre dormivano abbracciate, un nuovo giorno iniziava a prepararsi. Un giorno che avrebbe portato forse qualcosa di diverso.

Il Sangue e il Controllo

Sylvia scese in cucina in perizoma, trovando Aisha già lì che preparava un caffè e qualcosa di energetico per se stessa. Sylvia si avvicinò, la accarezzò senza dire nulla. Sapeva che Aisha ricordava benissimo il loro accordo e che quell’energetico se lo era preparato per dopo.

"Allora?" disse Aisha con un sorriso e l'anca lievemente inclinata, in modo estremamente sexy. "Che aspetti? Bevi."

Sylvia, essendo una vampira, non poteva resistere se la sua natura veniva stuzzicata. La trasformazione avvenne in pochissimi secondi, ma mantenne la delicatezza mentre affondava i denti. Questa volta bevve un po’ di più e Aisha svenne quasi subito. Sylvia la raccolse e la portò sul divano.

Quando Aisha riaprì gli occhi, aveva un sorriso luminoso e disse solo, "Meraviglioso. Speriamo che questa cosa funzioni così lo facciamo tutti i giorni…"

Sylvia, sorridendo, andò a prenderle l’energetico. Aisha si alzò; la testa le girava, ma l'umore era alle stelle. Presero il caffè e stilarono il piano.

Aisha disse, "Come il primo giorno, a piedi verso il paese. Speriamo di incontrare una persona e vediamo che succede." Si vestirono e mano nella mano si incamminarono.

 

L'Effetto Placebo

Ci volle mezzo chilometro di strada per incontrare un tizio che veniva in senso opposto.

"Pronta?" disse Aisha.

"Mah…" rispose Sylvia.

"Ricorda che hai parte di me dentro di te."

La persona le incrociò molto da vicino e Sylvia avvertì una botta di dolore... ma restò in piedi. Camminarono ancora una trentina di metri e Sylvia rimase in piedi. Aisha, con un sorriso a 32 denti, la guardò. Sylvia, scherzando, disse: "Svengo dall'emozione" e si abbracciarono. Era una piccola grande prova: solo una persona, ma significava che Sylvia aveva preso la strada giusta.

"Subito a casa," disse Aisha, "a cercare di mettere insieme i pezzi."

In realtà, Aisha pensava che fosse solo un effetto placebo. Sylvia aveva bisogno di credere in se stessa, e per questo necessitava di un aiutino. Desiderava talmente tanto riuscirci che l'effetto placebo poteva essere la cosa giusta. Era importante non dirglielo ora, ma al momento giusto. Aisha sorrise e pensò che non sarebbe stato male unire l’utile al dilettevole.

A casa ne parlarono e convennero che il sangue di Aisha aiutava Sylvia. Aisha tenne per sé il pensiero che non lo credeva affatto, una piccola bugia a fin di bene.

L'Amore e la Fiducia Crescente

A pranzo, Aisha si preparò della carne al sangue per reintegrare le forze. Sylvia, guardandola, provò un impulso di amore che non riuscì a frenare e disse semplicemente, come se niente fosse, "Aisha, ti amo."

Aisha quasi si strozzò per la sorpresa. Non che non amasse Sylvia, ma magari la prima volta dirselo in uno dei loro numerosi momenti sessuali... invece Sylvia era così. Ma anche Aisha era così. Ricordava una volta quando Kalki le disse che Sylvia le somigliava tanto. Era una frase detta così, ma era vera. Erano uguali. Va bene, una era una vampira, ma non c’entrava.

A quelle parole improvvise, Aisha si sentì riduttiva a rispondere "anch’io" con la bocca piena e rimase come un baccalà. Sylvia, che aveva capito l’imbarazzo, sorrise e disse, "Non te lo aspettavi, vero?"

Aisha non rispose, ma i suoi occhi sorridevano al posto suo. Versò del vino, si alzò e lo portò a Sylvia. Ne versò un po' per lei, fece alzare anche Sylvia e scontrò il bicchiere con il suo.

"Per te, Sylvia, perché una come te non esiste al mondo. E per me, che ho la fortuna di avere te. Ti amo anche io, Sylvia, e questo amore ci porterà ad ottenere quello che vogliamo."

Si abbracciarono. Finirono il pranzo e poi Aisha disse, "È l’ora, vampira, fai il tuo dovere."

Sylvia suggerì, "Stai sdraiata, almeno forse sei più comoda."

Aisha rispose, "Sei matta? La parte più bella è quando mi sento sorretta da te... bando alle chiacchiere, vampira, fai il tuo dovere."

Sylvia preparò l’energetico, si avvicinò ad Aisha che nel frattempo si era spogliata, e la guardò con l’intensità del vampiro. Aisha si fece seria immediatamente. Sylvia affondò i denti e bevve allo stesso modo del mattino. Aisha stramazzò al suolo in un secondo, ma il risveglio fu uguale a quello del mattino: "Meraviglioso."

Prese l’energetico, si vestirono e si avviarono verso il paese. Questa volta arrivarono proprio fino all’inizio del paese, incontrando prima due persone, poi una, e poi addirittura un gruppo di cinque. Sylvia sentì tutte le energie amplificate cento volte rispetto a quando era umana, ma barcollò solo quando passarono i cinque. Nessun svenimento.

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Tornarono indietro e incrociarono di nuovo i cinque. Questa volta Sylvia respirò a fondo, sentendo l’ondata di energia travolgerla, ma invece di farsi schiacciare, la accolse, la sentì fluire attraverso di sé e la scacciò via con un gesto della mano. Non era perfetto, ma rispetto ai precedenti tentativi, era un enorme passo avanti.

Una volta a casa, festeggiarono con risate e abbracci.

"Sylvia, sei stata incredibile!" esclamò Aisha, raggiante.

"Sì, ma non ce l’avrei fatta senza di te," rispose Sylvia, stringendola forte. "Il tuo sangue... e il tuo amore... mi hanno dato la forza."

Aisha sorrise, sapendo che il sangue poteva essere stato solo un placebo, ma non importava. Quello che contava era che Sylvia stava iniziando a credere in se stessa.

"Continueremo a fare progressi," disse Aisha. "Passo dopo passo. Sei più forte di quanto pensi."

"Grazie, Aisha," rispose Sylvia. "Non avrei potuto desiderare una guida migliore."

Si abbracciarono ancora una volta, entrambe consapevoli che il loro legame era la chiave per superare ogni ostacolo.

Aisha era sempre più convinta che l'organismo di Sylvia avrebbe regolato il flusso energetico col tempo, dando la precedenza al lato vampiro in situazioni critiche. Tuttavia, se l'autostima di Sylvia si fosse ridotta, si sarebbe convinta di non riuscirci mai. Così, per qualche volta ancora, continuarono con il gioco del sangue, ma entrambe sapevano che Aisha non poteva continuare a farsi dissanguare. Aisha doveva trovare un modo per dimostrare a Sylvia che la forza era già dentro di lei, non nel sangue che beveva.

Era sera e Aisha ideò un piano. Bevve un paio di bicchieri di vino con Sylvia per rilassarla un po', poi ordinò una pizza. Quando il portapizze arrivò, Aisha si fece trovare sotto la doccia o comunque lontana, sapendo che Sylvia, affamata e un po' brilla, sarebbe andata ad aprire e il profumo della pizza l'avrebbe distratta abbastanza da non svenire.

Andò esattamente così. Sylvia aprì la porta, prese la pizza e non svenne nemmeno quando aveva finito di mangiarla. Aisha, ridendo tra sé e sé, chiese, "Sylvia, chi ha portato la pizza?"

"Il pizzaiolo," rispose Sylvia.

"E chi è andato ad aprire?"

"Io."

"Ah, sei andata senza bere il mio sangue. E come mai sei in piedi e non ti gira nemmeno un po' la testa?" chiese Aisha con un sorriso.

Sylvia capì tutto. Capì anche l'effetto placebo del sangue di Aisha. Aisha le disse comunque che, ogni tanto, il suo mestiere di vampira lo doveva fare lo stesso. Si abbracciarono e discussero di quella rivelazione. Sylvia, piano piano, stava imparando a gestire le sue energie autonomamente.

Aisha era davvero la migliore. La guida perfetta per Sylvia, una che sapeva esattamente come tirare fuori il meglio da lei. Sylvia sentiva crescere dentro di sé una nuova forza, una fiducia che non aveva mai provato prima. Quella sera, mentre si preparavano per andare a letto, Sylvia guardò Aisha con occhi pieni di gratitudine e amore. "Grazie, Aisha."

"Non devi ringraziarmi," rispose Aisha. "Siamo insieme, e tu stai diventando sempre più forte. Sono fiera di te."

"Quindi… vuoi dire che tutto dipende da me?" chiese Sylvia, con un misto di incertezza e speranza nella voce.

"Sì, Sylvia, da te. Io ti posso aiutare, ma è la tua volontà che può fare la differenza."

"E cosa devo fare, Aisha?"

"Non lo so ancora, Sylvia. Affronteremo insieme questa cosa, ma abbiamo capito che la soluzione è nella tua capacità di gestire una quantità di energia di gran lunga superiore a quella che chiunque di noi può assorbire. È più difficile per te non perché sei più debole, ma perché senti di più. E quando riuscirai a gestirla, sarai anche più forte."

Sylvia guardò Aisha negli occhi, cercando la sicurezza di cui aveva bisogno. "Mi starai vicina, Aisha?"

"Certo, troveremo un modo. Andremo via da qui, andremo dove puoi imparare a gestirti."

Aisha fece una pausa, poi continuò con una determinazione che scaturiva dal profondo. "Sylvia, il tuo potere è immenso. La tua sensibilità, la tua empatia, tutto ciò che hai sempre considerato una debolezza è in realtà la tua forza più grande. Non devi solo sopravvivere al mondo, ma imparare a dominarlo, a incanalare quelle energie che ti sovrastano."

Sylvia si avvicinò di più ad Aisha, sentendo il calore del suo corpo e la sicurezza delle sue parole. "Non posso farcela da sola."

"Non sarai mai sola," rispose Aisha con dolce fermezza. "Io sono con te, sempre. Il primo passo è credere in te stessa. Io già ci credo."

Sylvia annuì, sentendo una nuova fiamma di determinazione accendersi dentro di lei. "Allora, da dove cominciamo?"

Aisha sorrise, colpita dalla forza nascente di Sylvia. "Cominciamo dal punto in cui siamo. Ogni giorno faremo un passo avanti. Troveremo un luogo dove potrai esercitarti, dove potrai affrontare le tue paure e imparare a controllare il tuo dono. E io sarò sempre al tuo fianco."

"Sylvia, analizziamo la situazione," disse Aisha con calma. "Oggi sulla strada per il paese non ti è successo niente, e con il portapizza nemmeno. Oggi avevi bevuto il mio sangue, ma col portapizza no. Hai sentito qualcosa quando hai aperto la porta?"

Sylvia rifletté per un momento. "Avevo bevuto del vino, forse ero un po' brilla e avevo fame. Comunque sì, ho sentito la stanchezza del portapizza, ma anche il sollievo che fosse l'ultima consegna e la gioia di sapere che domani avrebbe visto la sua fidanzata."

"Vedi? Hai sentito, ma non sei stata sopraffatta. Era un'energia lieve, certo, ma l'hai metabolizzata autonomamente. C'è tanto da fare, ma non è che per te sia impossibile, è solo più difficile per la tua natura già predisposta."

Sylvia annuì, cercando di assorbire le parole di Aisha. "Dai Sylvia, facciamo due passi verso il paese e vediamo come va." "E se svengo?" chiese Sylvia.

"Allora questa volta, mi racconti esattamente cosa senti. È il momento di capire."

Uscirono di casa mano nella mano. Era sera, e quindi più difficile trovare qualcuno in giro. Dopo qualche minuto di cammino, davanti a loro apparve una macchina parcheggiata con due fidanzati che si baciavano.

Sylvia sentì subito una forte ondata di energia. Percepiva la menzogna del ragazzo: lei era innamorata, ma lui la tradiva e a breve avrebbe visto un'altra ragazza. Questa energia di tradimento e inganno era potente, e Sylvia faticava a gestirla.

"Respira, Sylvia," disse Aisha, stringendole la mano. "Concentrati su di me. Cosa senti esattamente?"

Sylvia chiuse gli occhi, cercando di isolare le sensazioni. "Sento il dolore di lei, l'illusione del suo amore... e la falsità di lui, la sua indifferenza. È come un'ondata di emozioni contrastanti che mi colpisce tutta in una volta."

"Prova a visualizzare queste energie come un flusso," suggerì Aisha. "Immagina di essere un filtro che lascia passare solo ciò che può essere gestito. Il resto lo lasci andare."

Sylvia provò a seguire il consiglio di Aisha. Respirò profondamente, cercando di immaginare le energie che passavano attraverso di lei, filtrate e purificate. Lentamente, sentì la pressione diminuire.

"Sylvia, ci stai riuscendo," disse Aisha con entusiasmo. "Stai filtrando l'energia negativa e lasciando passare solo ciò che puoi gestire."

Sylvia aprì gli occhi, guardando Aisha con un misto di sorpresa e sollievo. "Penso... penso di farcela."

"Lo so che ce la fai," rispose Aisha, stringendola in un abbraccio. "Passo dopo passo, imparerai a gestire ogni tipo di energia. E io sarò sempre qui con te, ogni passo del cammino."

Continuarono a camminare verso il paese, "Vedi Sylvia, quello che senti tu lo sento anche io, solo che il mio organismo lo metabolizza automaticamente e io non me ne accorgo nemmeno. Per sentirlo dovrei concentrarmi, come quando uso il dono. È una forma di difesa che il corpo sviluppa per poter sopportare tutto questo peso. Devi solo abituare il tuo organismo. L'energia entra, lui la fa uscire a meno che tu non lo voglia. Adesso invece, l'energia entra, l'organismo non la riconosce, la tua natura la amplifica e tu non la gestisci."

Sylvia ascoltava attentamente, cercando di comprendere ogni parola di Aisha.

"Quello che dobbiamo fare è semplicemente camminare, all'inizio con poche persone, e capire quando siamo al limite. Se svieni non vuol dire niente, è normale. Vuoi che ti racconti quante volte sono svenuta?" Aisha sorrise, cercando di alleggerire l'atmosfera.

"Non sei sola, Sylvia. E ora, continuiamo a camminare e affrontiamo queste energie insieme. Quando senti che sei al limite, fermati e respira. Se svieni, ti prenderò io. E ricorda, ogni volta che riesci a gestire un po' più di energia, vuole dire che stai facendo progressi."

Sylvia annuì, determinata. Insieme ripresero a camminare, mano nella mano, pronte ad affrontare qualsiasi energia si presentasse lungo il loro cammino.

Sylvia e Aisha proseguirono lungo la strada, parlando continuamente. Il dialogo costante era di grande aiuto per Sylvia, che si sentiva più sicura e meno sopraffatta dalle energie che incontrava. Camminarono per un po', incontrando cinque persone lungo il cammino.

I primi tre incontri furono relativamente semplici. Sylvia riuscì a sentire diverse forme di energia e, sebbene fosse ancora difficile, riuscì a gestirle. Parlare con Aisha la aiutava a mantenere la calma e a non lasciarsi sopraffare.

Al quarto incontro, si trovarono di fronte a un uomo solo che sembrava tranquillo. Tuttavia, mentre si avvicinavano, Sylvia percepì un dolore profondo proveniente da lui. Sentì il bisogno di parlarne ad Aisha ma, prima che potesse dire qualcosa, svenne.

L'uomo, vedendo Sylvia cadere, si affrettò ad aiutarla insieme ad Aisha. Quando Sylvia si riprese, era ancora scossa, ma riuscì a metabolizzare l'energia dell'uomo e iniziò a spiegare il suo dolore.

"Ho sentito il tuo dolore," disse Sylvia, guardando l'uomo con compassione. "Hai perso qualcuno di caro di recente, vero?"

L'uomo annuì, con le lacrime agli occhi. "Sì, ho perso mia moglie pochi giorni fa. Non riesco a trovare pace."

Aisha, vedendo la sincerità e il dolore nell'uomo, decise di intervenire. "Sylvia, questo è un momento importante. Voglio mostrarti come si usa il dono per aiutare gli altri. Non preoccuparti se svengo dopo, è normale. L'importante è che tu veda come possiamo usare la nostra energia per fare del bene."

L'uomo guardò Aisha con gratitudine e speranza. "Se puoi alleviare il mio dolore, te ne sarò eternamente grato."

Aisha prese un respiro profondo, concentrandosi. "Quello che sto per fare richiederà molta energia, ma ti aiuterà a trovare un po' di pace." Guardò Sylvia e aggiunse, "Guarda attentamente, Sylvia. Questo è il potere del dono."

Aisha chiuse gli occhi e iniziò a concentrarsi, canalizzando la sua energia verso l'uomo. Sylvia osservava con attenzione, cercando di comprendere il processo. Sentiva l'energia fluire attraverso Aisha e poi verso l'uomo, avvolgendolo in una calda luce di conforto.

L'uomo sentì un'ondata di sollievo attraversarlo, come se un peso enorme fosse stato sollevato dalle sue spalle. Le lacrime scorrevano lungo il suo viso, ma stavolta erano lacrime di liberazione. "Grazie... non so come hai fatto, ma grazie."

Aisha aprì gli occhi, visibilmente stanca. "È il nostro dono," disse con un sorriso debole. "Serve per aiutare chi ne ha bisogno."

Subito dopo, come previsto, Aisha svenne. Sylvia si affrettò a prenderla e a metterla comoda. L'uomo, ancora commosso, si avvicinò. "Posso fare qualcosa per aiutarla?"

Sylvia scosse la testa. "No, si riprenderà presto. È normale per lei dopo un uso così intenso del dono."

Aisha si riprese dopo qualche minuto, sorridendo debolmente. "Ora hai visto, Sylvia. Questo è quello che possiamo fare. Il dolore che senti può essere trasformato in qualcosa di positivo, qualcosa che può davvero aiutare gli altri."

Sylvia annuì, gli occhi che brillavano di una nuova consapevolezza. Si chinò verso Aisha, prendendole la mano. "Non è solo un dono, è una responsabilità," disse con voce tremante. "Ora capisco cosa significa davvero usarlo per fare del bene. Grazie, Aisha… Per avermi mostrato cosa posso diventare."

L'esperienza che Sylvia aveva vissuto era stata un grande stimolo per lei. Vedere Aisha utilizzare il dono per aiutare l'uomo in lutto aveva dato un nuovo significato al sacrificio e agli sforzi che stava affrontando. Aisha era stata bravissima a cogliere l'occasione per dimostrare la potenza del dono e, soprattutto, per far capire a Sylvia che, anche quando avrebbe imparato a gestirlo alla perfezione, certe situazioni l'avrebbero comunque fatta svenire. Quando c'è un grande scarico di energia e un ricarico di negatività, è inevitabile.

Mentre tornavano verso casa, incontrarono un'altra situazione. Questa volta, proprio vicino a casa, videro due persone che stavano litigando. Non era un litigio feroce, ma l'energia negativa era comunque significativa.

"Aisha, cosa facciamo? Questi due stanno buttando fuori una quantità di energia negativa incredibile," disse Sylvia, preoccupata.

Aisha la guardò con calma. "Sylvia, dimmi tutto quello che senti. Parlami costantemente. Voglio che tu descriva ogni sensazione, ogni emozione. Devi imparare a canalizzarle e a gestirle. Io sarò qui accanto a te."

Sylvia annuì, cercando di concentrarsi. Mentre si avvicinavano, iniziò a parlare. "Sento la rabbia di entrambi... è come un'ondata di calore che mi colpisce. Lei si sente tradita, e lui è frustrato perché non riesce a spiegarsi. La loro energia mi sta travolgendo, ma sto cercando di rimanere in piedi."

"Continua a parlare, Sylvia. Non smettere," incoraggiò Aisha.

"Okay," disse Sylvia, prendendo un respiro profondo. "La sensazione di tradimento è la più forte. Lei è quasi sul punto di piangere, ma sta trattenendo tutto dentro. Lui invece è esasperato, vuole che lei lo ascolti, ma non sa come comunicare senza aumentare la sua rabbia."

Aisha osservava attentamente Sylvia, pronta a intervenire se necessario. "Prova a immaginare di canalizzare quella energia attraverso di te e poi rilasciarla. Non trattenerla dentro, lasciala fluire."

Sylvia chiuse gli occhi per un momento, cercando di fare come Aisha aveva detto. Sentì l'energia negativa entrare nel suo corpo, ma invece di lasciarsi sopraffare, provò a immaginare di lasciarla scorrere attraverso di lei, come un fiume che fluisce verso il mare.

"Sta funzionando... riesco a sentirla uscire," disse Sylvia con un filo di voce. "È ancora difficile, ma non mi sta schiacciando come prima."

Aisha sorrise, orgogliosa. "Stai facendo un ottimo lavoro, Sylvia. Ora continuiamo a camminare e cerca di mantenere questo flusso costante."

Arrivarono a casa stanche ma felici. Sylvia era riuscita a gestire la situazione, un grande passo avanti nel suo percorso.

"Ce l'hai fatta, Sylvia," disse Aisha, abbracciandola. "Hai mantenuto il controllo e hai imparato a gestire l'energia negativa. Questo è solo l'inizio, ma sono sicura che presto sarai in grado di affrontare qualsiasi cosa."

Sylvia sorrise, sentendosi più forte e più sicura di sé.

Era una bella serata e, come da abitudine, si spogliarono e cenarono indossando solo i loro perizomi, un rituale che trovavano divertente e che aiutava a ridurre il carico della situazione. Quella sera l'autoironia e la presa in giro reciproca avevano un sapore particolarmente dolce, visto che la giornata aveva preso una buona piega. Sylvia era riuscita a gestire consciamente l'espulsione dell'energia, un grande passo avanti.

"Però mi sei piaciuta, Aisha, quando hai tolto il dolore a quel pover'uomo. Sei caduta come una pera cotta," disse Sylvia ridendo.

"Senti chi parla, miss svenimento," rispose Aisha, fingendo di essere offesa.

"Sì, va bene, ma io sto imparando," ribatté Sylvia con un sorriso.

"E allora impara a rispettare l'insegnante," scherzò Aisha, dando un leggero colpetto a Sylvia.

E così continuarono, prendendosi in giro e ridendo, finché l'amore reciproco non prese il sopravvento e finirono a letto per una bellissima notte. Prima di dormire, Aisha sussurrò, "Domani faremo una giornata speciale. Non dico di andare in paese, ma un giretto al fiume e poi almeno in periferia. Magari per un caffè, se c'è un bar abbastanza vuoto..."

La mattina, Sylvia si alzò prima e diede un bacio ad Aisha, che stava ancora dormendo. Scese in cucina per preparare il caffè, sentendosi di buon umore. Non era solo il fatto che il lavoro di Aisha stava portando buoni risultati a renderla felice, ma proprio Aisha stessa, per quello che era al di là di ciò che faceva. Quando Aisha scese in cucina, Sylvia glielo disse apertamente.

Aisha sorrise, felice di sentire quelle parole, perché anche per lei era la stessa cosa. Tuttavia, mentre facevano colazione, i loro pensieri presero una piega più malinconica. Era passato ormai un bel po' di tempo da quando avevano iniziato il loro training, e chissà quanto ne sarebbe servito ancora. Pensarono ad Amara, Kalki, Milhen e Selene, probabilmente già in grado di gestire il loro dono, e Sylvia sapeva ormai che il motivo del loro ritardo era che il dono, per quanto grande potesse essere, diventava enorme in funzione della propria sensibilità e capacità.

Ciò che le rattristava di più, però, era che nessuno si era fatto sentire. Loro non potevano comunicare oltre il portale, ma tutti sapevano dove si trovavano e le difficoltà che stavano incontrando. Certamente avranno avuto i loro motivi, ma Sylvia e Aisha si sentirono un po' sole.

Nonostante ciò, decisero di fare esattamente quello che avevano pianificato. Aisha aveva un'idea in testa, ma non la voleva ancora svelare. Si prepararono dei costumi super sexy per andare al fiume. Sylvia, indossando il suo costume, si guardò allo specchio e scoppiò a ridere.

"Non pensi che sia un po' troppo audace per una gita al fiume?" chiese Sylvia, sorridendo.

"È proprio questo il bello," rispose Aisha con un occhiolino. "Un po' di audacia non fa mai male. E poi, chi sa quando avremo un'altra occasione del genere?"

Sylvia annuì, apprezzando l'ottimismo di Aisha. Mentre si preparavano per uscire, Sylvia non poteva fare a meno di riflettere su quanto fossero cambiate le loro vite.

"Pronta per un'altra avventura?" chiese Aisha, prendendo la mano di Sylvia.

"Pronta," rispose Sylvia con un sorriso determinato. E così, mano nella mano, uscirono di casa.

La Sfida al Fiume e la Verità Oscura

Era mattino e non c'era nessuno in giro. Sylvia e Aisha incontrarono solo una moto di passaggio prima di imboccare il sentiero per il fiume.

"Perché ti sei già tolta i jeans, Sylvia?" chiese Aisha, ridendo.

"Perché se svengo, ti piaccio di più così," rispose Sylvia con un sorriso ironico.

"Che scema che sei," rispose Aisha, ridendo. "Allora me li tolgo anche io."

Arrivarono al fiume già pronte per il bagno e si tuffarono subito nell'acqua fresca. Scherzavano e ridevano, godendosi il momento, ma poi arrivò una coppia di fidanzati. Due tipi tranquilli in apparenza. Sylvia e Aisha si scambiarono uno sguardo, senza dire nulla.

Quando il ragazzo si tuffò in acqua dopo la sua fidanzata, Sylvia iniziò a sentirsi male. "Aisha, mi sento male," disse, la voce tremante.

"Cosa c'è? Respira e parlami," rispose Aisha, preoccupata.

"Lui... non vedo bene, ha... qual... cosa..." Sylvia cercava di spiegare, ma le parole le mancavano.

"Sylvia, parla!" esclamò Aisha, vedendo che Sylvia stava per svenire.

Aisha, bravissima nuotatrice, si immerse rapidamente, prese Sylvia e la portò a riva. Anche i ragazzi si avvicinarono per vedere se potevano aiutare. Aisha iniziò a fare un massaggio cardiaco e una piccola respirazione bocca a bocca. Sylvia si riprese lentamente e guardò con sospetto il ragazzo, ma non disse niente, aspettando di essere sola con Aisha.

Aisha, avendo fiutato il problema, usò il suo dono per capire meglio la situazione. Quando furono sole, Sylvia parlò con voce tremante. "Aisha, c'è qualcosa di strano in quel ragazzo. Non riesco a spiegare cosa, ma ho sentito un'energia molto negativa."

Aisha annuì, già sapendo di cosa parlava Sylvia. "L'ho capito anch'io," disse. "Ho usato il mio dono per scavare un po' e ho scoperto che sta nascondendo qualcosa. Qualcosa di oscuro."

Sylvia si rilassò un po', sapendo che Aisha aveva percepito la stessa cosa. "Cosa facciamo adesso?" chiese Sylvia, ancora scossa.

"Per ora, non facciamo nulla," rispose Aisha. "Ma dobbiamo stare all'erta. Se è davvero pericoloso, dobbiamo evitare di incrociarlo di nuovo. E tu devi continuare a lavorare sulla gestione delle energie. Oggi è stato un passo indietro, ma stai facendo progressi."

Sylvia annuì, determinata. "Hai ragione. Non possiamo farci scoraggiare. Continueremo a lavorare insieme, e troveremo un modo per superare anche questo."

Il Rapimento Sventato e la Consapevolezza di Sylvia

Aisha, con la scusa di ringraziare il ragazzo per aver cercato di aiutare, si avvicinò a lui per capire cosa fosse quell'energia oscura che lei e Sylvia avevano percepito. Avvicinandosi, usò il suo dono per leggere i pensieri del ragazzo e quello che scoprì la lasciò senza fiato. Il ragazzo aveva intenzione di rapire la sua fidanzata per poi chiedere un riscatto ai genitori di lei. Due complici lo stavano aspettando in macchina, pronti ad agire a breve. Avevano già preparato del cloroformio per addormentare la ragazza e portarla via.

Aisha si allontanò lentamente, cercando di mantenere la calma. Tornò da Sylvia e le sussurrò: "Avevi proprio ragione, cara Sylvia. Quel tipo sta pianificando qualcosa di terribile. Vuole rapire la ragazza e ricattare i genitori. I suoi complici sono in macchina, pronti ad agire."

Sylvia sgranò gli occhi. "Cosa facciamo?" chiese, il cuore che batteva forte.

Aisha sorrise, ricordando la sua vecchia identità. "Beh, non dimenticare che io sono la supersexy poliziotta del metaverso," disse, mostrando il distintivo che portava sempre con sé. "E tu sai quanto mi piaccia dare una bella lezione ai cattivi."

Sylvia sorrise a sua volta, ricordando la sua ex compagna Elena, anche lei agente di polizia a Scotland Yard. "Mi ricordi Elena," disse con nostalgia. "Quanto tempo è passato."

Decisero di coglierli sul fatto. Aisha e Sylvia si prepararono, facendo finta di nulla. Quando il ragazzo si avvicinò alla sua fidanzata con il cloroformio in mano, Aisha intervenne.

"Scusate, ragazzi," disse con un sorriso affascinante. "Posso parlare con voi un momento?"

Il ragazzo si girò, cercando di nascondere il suo nervosismo e il cloroformio. "Cosa c'è?" chiese, cercando di mantenere la calma.

"Solo una cosa," rispose Aisha, avvicinandosi lentamente. "Mi chiedevo perché stavi pensando di usare il cloroformio su di lei."

Il ragazzo sbiancò, realizzando che il suo piano era stato scoperto. Cercò di reagire, ma Sylvia si avvicinò mostrando i denti da vampira, un'espressione che non lasciava spazio a dubbi.

"Adesso ci divertiamo un po'," disse Sylvia con un sorriso sinistro.

Prima che il ragazzo potesse reagire, Aisha lo bloccò con un rapido movimento, mettendolo a terra con una mossa di autodifesa. I complici, vedendo la scena, scesero dalla macchina e cercarono di intervenire, ma Sylvia fu più veloce. Con una forza sovrumana, li affrontò uno a uno, lasciandoli a terra con facilità.

"Vi avevo avvertito," disse Aisha, guardando i tre ragazzi ora immobilizzati. "Non si gioca con noi."

Sylvia mostrò i denti ancora una volta, questa volta solo per spaventarli. "Spero che abbiate imparato la lezione."

Aisha prese il telefono e chiamò la polizia del posto. "Abbiamo tre ragazzi qui che stavano pianificando un rapimento. Li abbiamo fermati, ma è meglio che veniate a prenderli."

Quando la polizia arrivò, Aisha mostrò il tesserino e raccontarono tutto. Gli agenti rimasero impressionati dall'efficacia delle due donne, e uno di loro chiese a Sylvia: "Se anche lei era stata un'agente?"

Sylvia sorrise. "Non proprio, ma ho imparato da una delle migliori."

Mentre gli agenti portavano via i tre ragazzi, Aisha si avvicinò a Sylvia. "Abbiamo fatto un buon lavoro oggi," disse, stringendole la mano.

"Sì, abbiamo davvero fatto un buon lavoro," rispose Sylvia, sentendo un'ondata di fiducia crescere dentro di lei.

La ragazza, ancora scossa dall'esperienza, si avvicinò a Aisha e Sylvia e le abbracciò entrambe. "Grazie, grazie infinite," disse, con la voce tremante.

Aisha sorrise e rispose, "È stato un piacere aiutarti. Devi sapere che il mio distintivo non è finto. Sono davvero un'agente di polizia."

Sylvia aggiunse, "Aisha era la sexy poliziotta del metaverso oscuro al servizio di Cronos. Ma quando si rese conto dei demoni con cui aveva a che fare, si trasferì a Land's End e divenne la super sexy poliziotta del metaverso di luce e questo è ufficiale."

La ragazza guardò Aisha con occhi spalancati. "Quindi sei davvero un'agente di polizia?"

"Sì," rispose Aisha con un sorriso. "E Sylvia qui non è da meno. Nella sua vita nel mondo cardine, è un'indagatrice, un'indagatrice un po' particolare. È l'indagatrice dell'incubo. È il nome della sua agenzia."

La ragazza annuì, ancora incredula, mentre attendevano l'arrivo dei suoi genitori. Quando finalmente arrivarono, ringraziarono calorosamente Aisha e Sylvia per il loro intervento. "Non sappiamo come ringraziarvi abbastanza," disse il padre della ragazza.

"Dovere," rispose Aisha, con umiltà ma anche con la sicurezza di chi sa di aver fatto la cosa giusta.

La Riflessione di Sylvia e Aisha

La ragazza e i suoi genitori si allontanarono, Sylvia e Aisha rimasero sole con i loro mini costumi sexy al fiume. "Non hai notato niente, Sylvia?" chiese Aisha con un sorriso.

"Sì, Aisha, non sono svenuta eppure ho sentito tutte le energie," rispose Sylvia, visibilmente sollevata.

Aisha sorrise ancora più ampiamente. "Hai sentito anche cosa pensava il padre della ragazza mentre ti guardava?"

Sylvia sorrise a sua volta. "Mi ero concentrata sui poliziotti mentre desideravano avere una collega come te."

Risero insieme, il suono delle loro risate echeggiava dolcemente nell'aria tranquilla del fiume.

"Sylvia, è solo nella tua testa. Il tuo organismo gestisce già tutto da solo. Quando tu intervieni mentalmente, esce la tua natura umana."

Sylvia iniziava davvero a crederci. "Dai, vestiamoci e andiamo a prendere un caffè."

La Prova al Bar

Si rivestirono e si incamminarono verso il bar in periferia. Durante il tragitto, incontrarono una coppia di amici e percepirono subito le loro energie positive. Fu un incontro piacevole che rafforzò ulteriormente la fiducia di Sylvia.

Arrivati al bar, notarono che c'erano solo due tavolini occupati fuori: uno da una persona sola e l'altro da due amiche. Sylvia e Aisha si fermarono a distanza per discutere il da farsi.

"Sylvia, pensi di potercela fare?" chiese Aisha, cercando di valutare la situazione.

"Penso di sì, ma meglio se ci avviciniamo gradualmente," rispose Sylvia. "Iniziamo con quella persona sola, poi vedremo."

Aisha annuì. "Va bene. Andiamo."

Si avvicinarono lentamente al tavolino con la persona sola. Era un uomo di mezza età che sembrava immerso nei suoi pensieri. Sylvia sentì un leggero flusso di energia, ma riuscì a gestirlo senza difficoltà. Sentiva una lieve malinconia, ma nulla di travolgente.

"Buongiorno," salutò Aisha con un sorriso.

"Buongiorno," rispose l'uomo, distogliendosi dai suoi pensieri e accennando un sorriso.

Dopo un breve scambio di parole, si avvicinarono all'altro tavolino con le due amiche. Sylvia percepì subito l'energia di un’amicizia sincera e risate genuine. Sentì una leggera trepidazione, ma anche questa volta riuscì a gestirla.

"Come va?" chiese Aisha alle due donne.

"Tutto bene, grazie," risposero quasi in coro, sorridendo.

Sylvia annuì, sentendo un'ondata di sollievo. Aveva gestito entrambe le situazioni senza problemi. "Vediamo se c'è un tavolo libero all'interno," disse Sylvia, sentendosi sempre più sicura di sé.

Il Piano per il Mondo Oscuro

Trovarono un tavolino libero all'interno del bar e si sedettero. Sylvia era visibilmente più rilassata e fiduciosa. Ordinarono i loro caffè, godendosi il momento e la ritrovata fiducia di Sylvia.

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"Mi piacerebbe fare una cosa con te, Sylvia. Magari aspettiamo che tu stia meglio e poi vorrei prendere la Freccia Rossa, caricarci una tenda e girare tutti e nove i quadranti del metaverso, solo io e te," propose Aisha, gli occhi brillanti di entusiasmo.

"Sarebbe fantastico, Aisha. Pensi che potremmo farlo? Alcuni sono totalmente inesplorati, non hanno neanche un nome," rispose Sylvia, contagiata dall'entusiasmo di Aisha.

"Io e te possiamo fare qualunque cosa," affermò Aisha con convinzione. "Pensavo, se vuoi, magari tra qualche giorno potremmo andare in un posto chiamato il Mondo Oscuro. È al confine tra il Q7 e il Q8. Lì c'è un castello che io e Adamas abbiamo abitato, è sicuramente ancora vuoto e pieno di provviste. Era il quartier generale di Serak, ma io e Adamas lo abbiamo cacciato via. Il Mondo Oscuro è un posto strano, ci sono tanti paesi e tutti diversi. Ci trovi tutte le energie possibili, sarebbe un ottimo posto per imparare. Io l'ho fatto lì con Adamas il mio percorso, potrei farti vedere tutti i posti dove sono svenuta."

"Sì, Aisha, voglio vedere tutto, mi piace tutto di te," rispose Sylvia, sorridendo.

"E sai un'altra cosa che a me piaceva tantissimo e anche ad Adamas?" continuò Aisha. "Era che lì sei libero, in ogni posto noi andavamo sempre in perizoma o come volevamo, un po' come nel Q4, solo che nel Mondo Oscuro trovi veramente di tutto. Cosa dici?"

"Si, sì, mi sembra un'ottima idea. Possiamo fare il percorso nei posti dove lo hai fatto tu," disse Sylvia, entusiasta. "Credi che sverrò tante volte?"

"Sì, credo proprio di sì," rispose Aisha, con un sorriso rassicurante. "Ma ogni volta ti risolleverai più forte. E poi sai, Sylvia, ti dico la verità, sono molto delusa da tutte le amiche scintille, Kalki compresa. Nemmeno una parola, un 'come va'. Abbiamo conquistato il Santuario e ora sono tutte là con le loro rose a bearsi, dimenticando tutto il resto, soprattutto gli amici."

Sylvia abbassò un po' la testa, pensierosa. "Hai ragione, Aisha. Mi dispiace anche a me. Penso ad Amara... Non avevo realizzato quanto ci avessero lasciate sole."

Aisha la guardò con dolcezza, poi prese il volto di Sylvia tra le mani e la baciò dolcemente. "Ma non siamo sole. Ci siamo noi due e insieme possiamo affrontare tutto. Prepariamoci per questa avventura. Il Mondo Oscuro ci aspetta."

Sylvia annuì, sentendo una nuova determinazione crescere dentro di lei. "Sì, Aisha. Andiamo a conquistare il Mondo Oscuro e a trovare la nostra forza. Insieme."

La Prova nel Centro del Paese

"Sylvia, te la senti di fare un giro per il centro del paese? È un'ora in cui dovrebbe esserci tanta gente. Potresti cominciare a ricevere tanti tipi diversi di energie, sarebbe un bel passo avanti. Probabilmente sverrai, ma non ti devi preoccupare. Fa parte del percorso ormai, siamo in una fase di apprendimento, non è più come prima," propose Aisha, con un sorriso incoraggiante.

Sylvia rifletté un attimo, poi disse: "Va bene, magari non subito in centro. Non vorrei svenire proprio davanti a tutti."

Aisha annuì, comprendendo la preoccupazione di Sylvia. "Va bene, noi camminiamo come se niente fosse, magari dopo andiamo al ristorante."

Sylvia rise un po' nervosamente. "Così svengo di nuovo?"

Aisha sorrise con dolcezza. "Esattamente."

L’Alba di una Profezia

Si incamminarono verso il paese, mano nella mano. Il sole era alto nel cielo e l'aria era calda e accogliente. Le strade del paese erano animate, ma non troppo affollate. Perfetto per un primo esperimento.

"Mantieni la calma e parlami di tutto quello che senti, Sylvia," disse Aisha mentre passeggiavano.

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Sylvia prese un respiro profondo e cominciò a descrivere le energie che percepiva. "C'è una coppia di anziani seduti su quella panchina, sento il loro amore e la loro stanchezza. E lì, un bambino che gioca, la sua energia è così vivace e pura. Ma... c'è una donna che sembra molto triste vicino alla fontana. Posso sentire la sua disperazione."

"Stai andando alla grande, Sylvia," la incoraggiò Aisha. "Continua così."

Mentre si avvicinavano alla piazza principale, Sylvia iniziò a sentirsi sopraffatta. "Aisha, è troppo. Troppa energia diversa tutta insieme. Mi sento debole..."

"Resisti, Sylvia. Stai facendo progressi incredibili. Prova a concentrarti su di me. Parla con me, raccontami cosa stai sentendo esattamente," disse Aisha, stringendole la mano.

"Va bene," rispose Sylvia, respirando profondamente. "C'è un gruppo di turisti che ridono e si divertono. Un uomo d'affari al telefono, frustrato e stressato. Una donna incinta, piena di speranza e preoccupazione..."

Proprio mentre stava descrivendo le sensazioni, Sylvia iniziò a vacillare. Aisha la prese al volo, impedendole di cadere. "Va bene, Sylvia. Sei stata fantastica. Lasciati andare, ci sono io."

Sylvia svenne, ma solo per un attimo. Quando si riprese, era tra le braccia di Aisha, che la guardava con orgoglio. "Hai fatto un lavoro incredibile, Sylvia. Ogni volta sarà più facile."

"Dai, andiamo a prenderci quel caffè e poi vediamo come va al ristorante," disse Aisha, aiutandola a rimettersi in piedi.

Sylvia sorrise, sentendosi più forte e determinata. "Sì, andiamo. Sono pronta per la prossima sfida."

Si incamminarono verso un caffè in periferia, pronte a continuare il loro percorso di crescita e apprendimento, "Sai, Aisha," disse Sylvia mentre con coraggio si dirigevano verso il ristorante, "da un punto di vista di sensazioni non è tanto diverso da quello che ho sempre provato e che spesso mi faceva svenire anche prima. È proprio una questione di intensità. È infinitamente più forte, ma soprattutto è più chiaro, molto più chiaro. È quasi come se guardassi un film o se mi parlassero..."

"Posso immaginarlo, Sylvia," rispose Aisha, "è forte anche per me, ma credo che tu sia davvero speciale, rispetto a tutte noi, Adamas compresa. Io penso che quando riuscirai a gestire e a canalizzare tutta quell'energia che sei in grado di ricevere, con la tua forza da vampira ibrida, non riesco nemmeno a immaginare... È normale che tu faccia più fatica di tutte noi, ma vedrai quando avrai finito che differenza ci sarà. Nemmeno Amara, pur ibrida come te, potrà essere alla tua altezza perché non ha la tua sensibilità, non ha la tua empatia... Io penso che tu un giorno potrai fare quello che nessuno è mai riuscito a fare."

"Cosa, Aisha?" chiese Sylvia, incuriosita.

"Niente, te lo dirò," rispose Aisha, lasciando Sylvia a riflettere.

Sylvia pensò un po' e poi disse, "Emphatia?"

Aisha la guardò e sorrise. "Se non ci riuscirai tu, non vedo proprio chi possa riuscirci."

Entrarono nel ristorante. L'ambiente era accogliente, con una leggera musica in sottofondo e un piacevole profumo di cibo appena cucinato. Si sedettero a un tavolo vicino alla finestra, dove potevano osservare il via vai delle persone.

"Come ti senti?" chiese Aisha, prendendo il menù.

"Un po' nervosa," ammise Sylvia, "ma anche determinata. Voglio davvero riuscire a gestire tutto questo. È come se fosse il mio destino."

"Lo è," confermò Aisha, "e sei già sulla buona strada. Non dimenticare di respirare e di concentrarti su di me se ti senti sopraffatta."

Il cameriere arrivò a prendere le ordinazioni. Sylvia sentì un'ondata di emozioni provenienti da lui: la stanchezza di una lunga giornata di lavoro, un vago senso di frustrazione, ma anche la gioia di sapere che presto sarebbe tornato a casa dalla sua famiglia. Le sensazioni erano forti, ma Sylvia riuscì a mantenerle sotto controllo.

"Ordinerò un'insalata e un bicchiere di vino," disse Aisha, poi guardò Sylvia. "Tu cosa prendi?"

"Sì, anche io prenderò un'insalata e un succo di frutta," rispose Sylvia, cercando di mantenere la calma.

Il cameriere annotò le ordinazioni e si allontanò. Sylvia sentì il sollievo del cameriere per l'ordinazione semplice, che avrebbe velocizzato il suo lavoro.

"Stai andando alla grande," disse Aisha, stringendole la mano.

Il loro cibo arrivò, e mentre mangiavano, Sylvia continuò a descrivere le sensazioni che provava. Parlando ad alta voce, trovava più facile gestire le energie e mantenere il controllo. Il pasto si svolse tranquillamente, e Sylvia non svenne neanche una volta.

Quando finirono, Aisha pagò il conto e uscirono dal ristorante, entrambe sorridenti. "Ce l'hai fatta," disse Aisha con orgoglio.

"Sì," rispose Sylvia, sentendosi più forte e determinata.

Camminarono ancora per il paese, osservando le persone che si affaccendavano nelle loro attività quotidiane. Sylvia sentiva una miriade di energie diverse provenire da ogni angolo, ma stava riuscendo a gestirle. Si sentiva più forte con ogni passo, grazie anche al sostegno di Aisha.

"Il vero banco di prova sarà nel Mondo Oscuro," disse Aisha, mentre camminavano. "Quando troveremo di tutto contemporaneamente, ma soprattutto durante le battaglie. Sicuramente qualche demone ci verrà a cercare, e lì dovrai imparare a estrarre le energie da lui, farle tue, trasformarle e colpirlo. Pensa che non sverrai nemmeno perché avrai un naturale ricambio di energia. Anzi, col tempo imparerai a ricaricarti. Ricordo che nel Quadrante 7, con Kalki, abbiamo fatto fuori centinaia di demoni usando la loro energia. È stato bellissimo. Ogni demone che cadeva, noi diventavamo più forti, un po' come quando abbiamo liberato il santuario... c'erano quasi 900 demoni."

"Ma tu pensi che io possa imparare?" chiese Sylvia, con una punta di insicurezza.

Aisha sorrise. "Se noi ne abbiamo fatti fuori 1000 in due, tu ne farai fuori 10000 da sola. Ne sono certa, Sylvia, il tuo potenziale è inimmaginabile."

Sylvia, ormai abituata a scherzare sulla sua condizione, disse ridendo: "Aisha... io svengo..."

Risero entrambe, e Aisha rispose, "Sì, sverrai tante volte. Ma ogni volta ti rialzerai più forte di prima. E un giorno, non sverrai più. Sarai in grado di affrontare qualsiasi cosa."

Continuarono a camminare, godendosi il sole e la tranquillità del paese. Ogni tanto, Sylvia si fermava a descrivere le energie che percepiva, e Aisha la guidava, aiutandola a capire come gestirle. La giornata passò serenamente, e Sylvia si sentiva sempre più sicura delle proprie capacità.

"Domani," disse Aisha mentre rientravano a casa, "iniziamo a prepararci per il Mondo Oscuro. Sarà un'esperienza incredibile, e sono certa che sarai all'altezza."

Sylvia annuì, sentendo un misto di eccitazione e timore. "Non vedo l'ora. Con te al mio fianco, so che posso farcela."

Si incamminarono a piedi verso casa. Era già tardo pomeriggio e, considerando la distanza, sarebbero arrivate a sera inoltrata. Pensavano a una pizza da mangiare a casa, un pensiero che aggiungeva un tocco di familiarità e conforto alla loro serata.

"Sai Sylvia," iniziò Aisha, "la cosa che mi conforta di più è la certezza ormai di farcela. È solo una questione di tempo e il paradosso è che più tempo ci vorrà, più forte sarai."

Sylvia annuì, con un sorriso tranquillo. "Sì, Aisha, ormai lo credo anch'io. Non ho più paura e non sono nemmeno impaziente. È bello sentire questa crescita dentro, è bello sentirla con te vicino."

Si baciarono e si strinsero forte, il loro amore diventava sempre più profondo. "Ti amo, Sylvia.". "Ti amo, Aisha."

Continuarono a parlare di argomenti più sensuali e intimi, lasciandosi trasportare dalla complicità e dalla passione che le univa. Le parole si mescolavano a sguardi e sorrisi, creando un'atmosfera di intimità e desiderio.

Arrivarono finalmente a casa, con il cielo ormai scuro e le stelle che brillavano sopra di loro. Si sentivano felici e piene di speranza per il futuro.

Entrarono in casa, lasciando dietro di loro la porta e il mondo esterno. La serata prometteva momenti di dolcezza e passione. Sylvia prese la mano di Aisha, conducendola verso il salotto dove avrebbero ordinato la pizza e trascorso una serata speciale, solo loro due.

"Che ne dici di una margherita e una quattro formaggi?" propose Aisha mentre prendeva il telefono per chiamare il pizzaiolo.

"Perfetto," rispose Sylvia con un sorriso complice. "E magari un buon vino per accompagnare."

Durante la cena, Sylvia e Aisha si rilassarono e si godettero la pizza con una bottiglia di vino. Le risate erano contagiose, e le due amiche si divertivano a immaginare le situazioni che avrebbero potuto vivere nel Mondo Oscuro.

Aisha sorrise: "Questa serata è stata perfetta, non vedo l'ora di affrontare il Mondo Oscuro con te, Sylvia."

Sylvia annuì, ricambiando il sorriso. "Anche io, Aisha, sarà un'avventura indimenticabile."

Le due si abbracciarono e brindarono con il vino, era quasi notte ormai, quando la conversazione di Sylvia e Aisha si fece più profonda e riflessiva.

"Quando ti andrebbe di partire, Sylvia?" chiese Aisha.

"Anche adesso, se vuoi," rispose Sylvia con un sorriso.

"Non so, anche a me va di partire. È passato oltre un mese che siamo qua. Ho un po' aspettato che qualcuno chiedesse qualcosa, che venisse qualcuno a vedere se avevamo bisogno. Sai, credo che si siano un po' referenziati da soli con le conquiste fatte, come se tutto fosse finito."

"Non lo so, Aisha. Mi dispiace che pensi così. Abbiamo passato momenti meravigliosi."

"E questo giustifica non farsi più sentire, disinteressarsi di una sorella? C'erano tutte le autorità al Dark Sanctuary a celebrare quello che abbiamo fatto io, te, Kalki, Amara, Selene e Milhen. Certo, anche gli altri hanno fatto tanto, Adamas per prima. Lo so. Ma perché sembra che tutti siano spariti?"

"Io penso che dobbiamo fare quello che sentiamo, Aisha, non ragionare sulle mancanze degli altri. Chissà quante volte abbiamo sbagliato noi. Andare nel Mondo Oscuro deve voler dire innanzitutto rendere felici me e te, e poi se questo aumenta la nostra forza come resistenza è una bella cosa. Nessun risentimento verso nessuno. Il karma deve essere positivo, sempre. Se hai buoni pensieri, i tuoi semi ti daranno frutti buoni. Se avrai cattivi pensieri..."

Aisha sorrise. "Vedi, Sylvia, perché penso che sei un passo avanti a tutti? Per le cose che dici. Domani faremo l'ultimo giorno qua, e dopodomani, senza nessun risentimento, partiremo per il Mondo Oscuro."

 

L’Ultimo Giorno a Valdenora

Decisero di prendere la moto e andare in paese. Aisha, alla guida, sentiva il vento tra i capelli e il cuore leggero, mentre Sylvia stringeva le braccia intorno alla sua vita.

Arrivarono in paese, un po' prima di mezzogiorno. La piazza era animata, con gente che passeggiava, negozianti che sistemavano le loro vetrine, e bambini che giocavano.

"Allora, da dove cominciamo?" chiese Sylvia, scendendo dalla moto e togliendosi il casco.

"Camminiamo e vediamo chi incrociamo. Tieni gli occhi e il cuore aperti," rispose Aisha, sorridendo.

Si misero a camminare per le strade del paese. Sylvia sentiva le diverse energie attorno a lei, cercando di percepire qualche segnale di bisogno. A un certo punto, notarono una donna anziana seduta su una panchina, con un’espressione di dolore sul volto.

"Lì," disse Sylvia, indicando la donna. "Sembra che stia soffrendo."

Si avvicinarono e Aisha parlò per prima. "Buongiorno, signora. Tutto bene?"

La donna alzò lo sguardo e forzò un sorriso. "Oh, buongiorno, ragazze. Non proprio. Il mio ginocchio... il dolore è insopportabile oggi."

Sylvia si sedette accanto a lei. "Posso provare ad aiutare. Mi permetta di fare qualcosa."

La donna guardò Sylvia con curiosità e speranza. "Se puoi fare qualcosa, ne sarei molto grata."

Sylvia chiuse gli occhi e concentrò le sue energie. Sentì il dolore della donna come un'onda che la attraversava. Era forte, ma Sylvia lo accolse e iniziò a trasformarlo, cercando di alleviare la sofferenza della donna. Mentre faceva questo, Aisha rimase vicino, pronta a intervenire se necessario.

"Va tutto bene, Sylvia?" chiese Aisha, osservandola attentamente.

"Sì, sto bene," rispose Sylvia con voce tranquilla. Dopo qualche minuto, aprì gli occhi e sorrise alla donna. "Come si sente adesso?"

La donna si toccò il ginocchio, incredula. "Il dolore... è sparito! Non so come ringraziarvi."

Aisha sorrise, sollevata e orgogliosa. "È Sylvia che ha fatto tutto. Lei ha un dono speciale."

La donna prese la mano di Sylvia. "Grazie, cara. Sei un angelo."

Sylvia arrossì leggermente. "Sono felice di aver potuto aiutare."

Mentre si allontanavano, Aisha parlò. "Hai fatto un lavoro fantastico, Sylvia. E non sei nemmeno svenuta!"

Sylvia rise. "Ero così concentrata che non ho nemmeno pensato a svenire."

"Questo è un enorme passo avanti. Ora, come premio, direi che ci meritiamo un gelato," propose Aisha.

"Sì, mi piace l'idea," rispose Sylvia. "Ma promettimi una cosa: se svengo mentre mangio il gelato, fai finta di niente."

Aisha rise. "Promesso. Ma ho il sospetto che oggi batteremo il record."

Si avviarono verso la gelateria, ridendo e chiacchierando, consapevoli che ogni passo avanti li avvicinava sempre di più alla loro meta.

Questo è un paese tranquillo, Sylvia, difficilmente ormai troverai situazioni particolarmente stressanti. È necessario andare oltre. Il Mondo Oscuro sarà una buona scuola anche se un po' pericoloso."

"Non vedo l'ora di misurarmi con quello che hai visto tu," rispose Sylvia. "Anche secondo me qua è difficile trovare situazioni stimolanti. Cosa dici se ci facciamo l'ultimo bagno al fiume qua e poi prepariamo la roba... hai il costume?"

"No, ma dobbiamo abituarci al Mondo Oscuro," disse Sylvia, mostrando l'elastico del perizoma.

Risero entrambe e andarono al fiume. Presero la moto e si diressero verso il fiume. La giornata era calda e il sole splendeva alto nel cielo. Quando arrivarono, il fiume era tranquillo, con solo il suono dell'acqua che scorreva e degli uccelli che cinguettavano.

Si spogliarono velocemente e si tuffarono nell'acqua fresca. La sensazione dell'acqua sulla pelle era rinfrescante e rigenerante.

Mentre nuotavano e scherzavano, Sylvia si sentì pervasa da una sensazione di pace e serenità. Tornate a riva parlarono di argomenti decisamente più sensuali e intimi godendosi gli ultimi momenti di tranquillità prima del loro viaggio nel Mondo Oscuro.

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La Visione del Mondo Oscuro

Erano contente di aver deciso. Nessun pensiero sul passato e su chi non c'era più. Ora c'erano loro e basta. Erano euforiche. Tornarono a casa e Aisha parlò a Sylvia del Mondo Oscuro, mentre Sylvia faceva domande.

"Sai, Sylvia, il Mondo Oscuro è un posto davvero particolare," iniziò Aisha, mentre si cambiavano e preparavano la cena. "Ogni paese è diverso, con le proprie regole e le proprie energie. È un ottimo posto per imparare e crescere, anche se può essere pericoloso."

Sylvia, curiosa, si avvicinò a Aisha. "Raccontami di più, Aisha. Come sono questi paesi? Ci sono persone come noi?"

Aisha annuì. "Sì, ci sono persone di ogni tipo. Troverai demoni, agenti, frangitori, ma anche persone buone. Ogni paese ha la sua atmosfera."

Sylvia, affascinata, chiese: "E tu ci sei stata con Adamas, giusto? Quali sono stati i momenti più difficili?"

Aisha sorrise, ricordando. "Sì, ci sono stata con Adamas. Uno dei momenti più difficili è stato sicuramente quando abbiamo conquistato il castello di Barlow, ti racconterò meglio quando ci arriveremo, ora quel castello appartiene alla resistenza, quindi anche a noi ma siamo state io e Adamas a uccidere Barlow, il vampiro e a far fuggire Serak, il demone"

Sylvia sgranò gli occhi. "Barlow, ma non era alla cerimonia al Dark Sanctuary, e non è il capo clan di Salem?"

Aisha rispose con un sorriso. "L’omonimia aveva ingannato anche me, non sono nemmeno parenti, portano solo lo stesso nome, ma adesso, quello cattivo non esiste più."

Mentre parlavano, l'entusiasmo cresceva. Si sentivano pronte per la nuova avventura, determinate a crescere e a superare ogni sfida insieme. Decisero di fare una lista di ciò che avrebbero portato nel Mondo Oscuro e si misero a preparare tutto con cura, tra risate e complicità.

"Ma mi avevi detto che avevi fatto il training lì con Adamas, hai combattuto anche i demoni?" chiese Sylvia, curiosa.

"Sì, quello è successo dopo," rispose Aisha, ricordando quei momenti. "Ci siamo fermate tanto lì. Adamas ha una casa dove siamo state assalite da degli androidi, e a quelli devi stare attenta. Il dono con loro non funziona. Siamo scappate e siamo finite nel castello."

"Ma il training?" insistette Sylvia.

"Era già finito da un pezzo," rispose Aisha con un sorriso. "Ci ho messo sette giorni io, mica più di un mese come te che non hai ancora finito."

"Ah ah," rispose Sylvia ridendo. "Va bene, ho capito. Adesso è così, ma poi sarò più brava io."

"Ne sono sicura," confermò Aisha.

L’Ultima Notte a Valdenora

Aisha aveva però ancora un desiderio da consumare quell’ultima notte a Valdenora. "Sylvia, mi fai vedere per l'ultima volta in questo posto la vampira?" chiese Aisha con un sorriso malizioso.

"Potrei," rispose Sylvia, facendo finta di pensarci.

"E allora fallo," insistette Aisha.

"Potrei, ma te lo devi guadagnare," rispose Sylvia con un sorriso intrigante.

"Decidi tu come me lo guadagno," disse Aisha, pronta per qualsiasi cosa Sylvia avesse in mente.

Sylvia si avvicinò ad Aisha, il sorriso appena accennato, gli occhi profondi. "Prima, voglio vederti danzare," disse, la voce bassa. "Ma non come al solito. Mostrami tutto ciò che sei."

Aisha sorrise e si mise in posa, iniziando a muoversi lentamente, con grazia. Ogni movimento era fluido e seducente, il suo corpo seguiva il ritmo immaginario di una musica che solo lei sentiva. I suoi fianchi oscillavano, le sue braccia si muovevano come ali, e il suo sguardo non lasciava mai quello di Sylvia.

"Molto bene," disse Sylvia, avvicinandosi ancora di più. "Ora, voglio che mi baci. Ma non un bacio normale. Voglio che mi baci come se fosse l'ultimo bacio che potrai mai darmi."

Aisha avvicinò le sue labbra a quelle di Sylvia, il bacio iniziò lentamente, poi si fece più intenso, più passionale. Le loro lingue si intrecciarono, e il mondo intorno a loro sembrò scomparire per un momento. Sylvia sentì l'energia di Aisha fondersi con la sua, un'esperienza travolgente e inebriante.

"Ancora una cosa," disse Sylvia, con la voce appena sopra un sussurro. "Voglio che mi spogli. Voglio sentire le tue mani su di me."

Aisha iniziò a sfilare lentamente la maglietta di Sylvia, rivelando la pelle liscia e calda sotto di essa. Poi passò ai jeans, ogni movimento era lento e deliberato, come se volesse prolungare quel momento il più possibile. Sylvia sentiva ogni tocco, ogni carezza, e la sua eccitazione cresceva.

Quando Sylvia fu completamente spogliata, Aisha si fermò un momento per ammirarla, poi si avvicinò e le sussurrò all'orecchio: "Ora, fammi vedere la vampira."

Sylvia sorrise, i suoi occhi cambiavano colore, diventando di un rosso intenso. I suoi canini si allungarono leggermente, e un'aura di potere emanava da lei. "Come desideri," disse con una voce profonda e seducente.

Con un movimento rapido e fluido, Sylvia prese Aisha in braccio, sollevandola come se non pesasse nulla. Aisha si sentì leggera, protetta, e il cuore le batteva forte per l'emozione. Sylvia la portò in braccio fino al letto, posandola delicatamente tra le lenzuola.

Si guardarono negli occhi, sentendo un legame profondo e indissolubile. Sylvia si sdraiò accanto ad Aisha, accarezzandole il viso con dolcezza. "Ora riposati, mia dolce Aisha. Domani ci aspetta una nuova avventura," disse, baciandola ancora una volta.

Tra Passione e Destino

La mattina quando Aisha scese in cucina, trovò Sylvia già lì, vestita solo con un perizoma, girata di schiena mentre preparava la colazione. La luce del sole illuminava la sua pelle, rendendola ancora più radiosa. Aisha si fermò un attimo ad ammirarla, sentendo una fitta di desiderio attraversarle il corpo.

"Sylvia, ogni volta che esce la vampira è come se mi ipnotizzassi," disse Aisha, avvicinandosi. "È qualcosa di magnifico solo da guardare."

Sylvia si girò, sorridendo. "Davvero? Non lo faccio apposta, sai," rispose, il tono leggermente malizioso.

Aisha le si avvicinò ancora di più, avvolgendole un braccio intorno alla vita. "Lo so, ma è una delle tante cose che amo di te."

Parlarono un po' della sera precedente, ridendo e ricordando i momenti più intensi. Il discorso si fece lentamente più sensuale, le loro parole cariche di desiderio e anticipazione. Sylvia accarezzava il viso di Aisha, mentre questa le sfiorava la schiena con delicatezza.

"Dobbiamo andare," disse Aisha alla fine, con un sorriso. "Ma prima..."

Le loro labbra si incontrarono in un ultimo bacio, profondo e appassionato, come a sigillare quel momento di intimità prima della partenza. Si separarono con riluttanza, ma entrambe sapevano che le attendeva un'avventura emozionante in un luogo unico: il Mondo Oscuro.

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